IL FARO DEI SOGNI

America meridionale

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L'America del Sud o Sud America o America meridionale[2] è la parte del continente americano posta a sud dell'Istmo di Panama fino a Capo Horn/Capo Froward, comprendendo buona parte dell'America Latina, una delle tre macroregioni in cui attualmente viene suddivisa l'America assieme all'America settentrionale e l'America centrale. Nella letteratura geografica italiana, dell'Europa occidentale (escluse le Isole Britanniche) e dell'America latina[3], è considerata un subcontinente, facente parte del continente America, mentre secondo la letteratura geografica di cultura inglese, cinese e russa sarebbe invece un continente a sé stante[4].

Contenuta interamente nell'emisfero occidentale e per la maggior parte nell'emisfero australe, è bagnata ad ovest dall'oceano Pacifico, a nord e ad est dall'oceano Atlantico; a nord-ovest confina con l'America centrale attraverso l'istmo di Panama. Ha una superficie di 17804990 km², che corrisponde a quasi il 12,7% delle terre emerse; nel 2016 la sua popolazione è stata stimata sui 422,5 milioni di abitanti.





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Etimologia

L'America del Sud fu così nominata nel 1507 dai cartografi Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann dopo che il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci, primo in Europa, suggerì che il continente da poco scoperto non fossero le Indie orientali, ma un Nuovo Mondo sconosciuto agli europei.
Geografia
Geografia fisica

Il Sudamerica occupa una parte consistente della regione geografica chiamata "Nuovo Mondo". Il suo territorio si sviluppa a sud-est della frontiera tra Panama e Colombia, secondo la maggior parte delle fonti. Altri pongono il confine lungo il canale di Panamá. Quasi tutto il Sudamerica si trova sopra la placca sudamericana. Geopoliticamente l'intero Stato di Panamá (compreso il segmento ad est del canale di Panamá) è generalmente considerato parte del Nordamerica o dell'America Centrale.

Sebbene tante delle isole dei Caraibi, tra cui le Piccole Antille, si trovino sopra la placca caraibica, le isole di Aruba, Barbados, Trinidad e Tobago fanno parte della regione settentrionale della piattaforma continentale sudamericana. Le Antille Olandesi e le isole prospicienti al Venezuela si trovano lungo le coste del Sudamerica. Geopoliticamente gli Stati insulari e i territori d'oltremare dei Caraibi sono generalmente considerati facenti parte del Nordamerica.[5][6][7] Le nazioni del Sudamerica che si affacciano sul mar dei Caraibi (tra cui Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana francese) sono anche denominati Sudamerica caraibico. Altre isole del continente sono le Galápagos, l'isola di Pasqua (in Oceania, ma appartenente al Cile), l'isola di Robinson Crusoe, Chiloé, le isole Falkland e la Terra del Fuoco.
Patagonia (Argentina).

In questo continente si trovano le più alte cascate del mondo, il Salto Angel in Venezuela, e il più grande fiume in termini di portata d'acqua, il Rio delle Amazzoni, e la più lunga catena montuosa, le Ande (la cui cima più elevata è l'Aconcagua con 6962 m sul livello del mare), il deserto più secco, il deserto di Atacama, la più vasta foresta pluviale, l'Amazzonia, la più alta capitale, La Paz in Bolivia, il più alto lago commerciale navigabile, il lago Titicaca, e la città più meridionale del mondo, la città di Puerto Toro in Cile.

Le principali risorse minerarie sono oro, argento, rame, ferro, stagno e petrolio. Il Sudamerica è la patria di molte specie animali uniche, tra cui lama, anaconda, piranha, giaguaro, vigogna e tapiro. Le foreste dell'Amazzonia comunque posseggono un elevato livello di biodiversità.

Il paese di gran lunga più grande del Sudamerica, sia in termini di superficie che di popolazione, è il Brasile, seguito dall'Argentina. Le regioni che formano questo continente sono gli Stati andini, la Guiana, il Cono Sud e il Brasile.





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Storia

Il popolamento del Sudamerica, secondo le teorie più accettate, iniziò con l'arrivo dell'uomo attraverso lo Stretto di Bering, quando si andò creando un ponte di ghiaccio tale da collegare le estreme propaggini di Asia e Siberia con il Nordamerica. Alcuni reperti archeologici sembrano però non confermare questa ipotesi, e portano a supporre un popolamento precedente, come indicherebbe l'abbondante presenza di siti archeologici nel Sudamerica e il basso numero di questi nel nord del continente. È improbabile che i più antichi siti nel nord siano ancora da scoprire, e questo è sorprendente perché se le Americhe fossero state popolate originariamente in maniera esclusiva dalla Siberia, i siti più antichi si troverebbero nel Nordamerica.

Inoltre, alcuni studi hanno riscontrato delle differenze genetiche tra i paleoindi sudamericani e nordamericani: i primi con tratti e lineamenti più australoidi, i secondi con tratti più mongoloidi. Questi elementi hanno comportato l'adesione di alcuni ricercatori all'ipotesi di un popolamento autonomo dell'America del Sud, non più quindi dal nord, bensì con ipotesi di arrivi dall'Australia.
Periodo precolombiano
Arte Nazca.

Le prime prove dell'esistenza di pratiche agricole in Sudamerica risalgono a circa il 6500 a.C., quando patate, fagioli e peperoncini iniziarono ad essere coltivati come prodotti alimentari nelle regioni prossime al bacino amazzonico. Altri elementi (tra cui ceramiche) hanno dimostrato che la manioca, prodotto alimentare diffuso anche oggi, veniva già coltivata nel 2000 a.C.
Le rovine di Machu Picchu.

Nel corso della grandi epoche migratorie, e soprattutto dopo la scoperta dell'agricoltura, gli antichi colonizzatori americani si insediarono nelle regioni e nelle aree ritenute più favorevoli al loro sviluppo e al loro stile di vita. In una situazione di isolamento durata millenni rispetto alle società del Vecchio Mondo, i popoli americani formarono culture originali e autonome, tanto da presentare due rivoluzioni neolitiche separate, una nella Mesoamerica e l'altra nelle Ande, che hanno dato origine a centinaia di civiltà distinte.

I primi insediamenti e la prima cultura nota in Sudamerica (e nelle Americhe in generale) furono i Valdivia lungo la costa sud-est dell'Ecuador. La prima civiltà si sviluppò a Norte Chico, lungo la costa peruviana. Quella Muisca fu la principale civiltà indigena in quella che è oggi la Colombia.

Importanti culture pre-colombiane furono: Paraca e Nazca (400 a.C. – 800 d.C., Perù); i Moche (100 a.C. – 700 d.C., presso la costa settentrionale del Perù); Tiahuanaco (100 a.C. – 1200 d.C., in Bolivia); Cañari (400 - 1532) nelle regioni centro-meridionali dell'Ecuador); Wari o Impero Huari (600 – 1200, nell Perù centro-settentrionale); l'Impero Chimu (1300 – 1470, sulla costa peruviana settentrionale); i regni Chachapoya e Aymaran (1000 – 1450, in Bolivia e nel Perù meridionale).

La civiltà Inca dominò la regione delle Ande dal 1438 al 1533.
Periodo coloniale
Mappa dell'America Meridionale (1790).

Il primo europeo a giungere in America Meridionale fu probabilmente Amerigo Vespucci, il cui primo viaggio è datato 1497. Con Juan de la Cosa, Vespucci avrebbe esplorato le coste del Venezuela, ma è controversa l'opinione se fu durante questo viaggio che coniò il nome "Piccola Venezia" per la laguna di Maracaibo o in quello del 1499. In ogni caso, a riprova del fatto che sia stato lui il primo a raggiungere le coste del continente c'è la "dedica" che nel 1507 il cartografo Martin Waldseemüller gli fece, nominando "America" il continente meridionale. L'anno seguente lo stesso Cristoforo Colombo nel corso del suo terzo viaggio (1498) sbarcò nell'attuale Venezuela, scoprì l'isola di Trinidad e identificò quattro ramificazioni del delta dell'Orinoco con i fiumi del giardino dell'Eden: per questo ribattezzò il continente "Isla Santa", per poi accorgersi che si trattava di molto di più di un'isola.

Nel 1499 Vespucci tornò in queste zone sotto il comando del pirata Alonso de Ojeda e forse, spingendosi più ad est, scoprì il Rio delle Amazzoni. Sicuramente il primo a quantificare veramente l'enorme mole del continente fu Vicente Yáñez Pinzón (già al seguito di Colombo anni prima) nel 1500. Pinzón approdò nei pressi della punta estrema del Brasile e seguì la costa fino ai Caraibi. Tre mesi dopo giungeva poco a sud nella costa orientale brasiliana Pedro Alvarez Cabral, capitano portoghese dirottato nella circumnavigazione dell'Africa verso l'India, che venne considerato per secoli lo scopritore del Brasile a dispetto di Pinzón, tanto che in base a ciò i Portoghesi si assicurarono la colonizzazione della zona. Tra il 1501 e il 1504 Vespucci compì due nuovi viaggi in America meridionale al servizio del capitano portoghese Gonçalo Coelho e seguì molto a lungo le coste del Brasile, arrivando forse fino all'Uruguay (le ipotesi in merito sono discordi).

Dopo di lui tuttavia l'interesse iniziò a decadere, soprattutto perché si appurò che l'America tutta non fosse l'Asia e che oramai l'importante era trovare un passaggio per il Pacifico (si ipotizzava l'esistenza di quest'oceano, ma sarà scoperto da Balboa solo nel 1513). A tale scopo un nuovo comandante, Juan Díaz de Solís, tornò sul percorso tracciato da Vespucci, ma solo nel 1515; arrivò fino al Rio della Plata dove fu ucciso dai cannibali. I suoi diari furono molto d'aiuto a Ferdinando Magellano, che tra il 1519 e il 1522 compì per primo la circumnavigazione del globo scoprendo il famigerato passaggio a sud (stretto di Magellano) e raggiungendo il Pacifico. Oltre ad appurare una volta per tutte che il Rio della Plata era un fiume, raggiunse per primo la Patagonia (a cui diede il nome) e identificò la Terra del Fuoco, che era divisa dal continente dallo stretto che aveva scoperto, con il continente Australe sconosciuto, teoria poi confutata da Francis Drake.

Il percorso tuttavia non venne granché usato perché troppo lungo, e gli Spagnoli si contentarono di attraversare via terra il Messico e poi riprendere la navigazione. Tuttavia la colonizzazione e l'esplorazione del Sudamerica riprese presto, quando si venne a sapere che esisteva un impero ricco d'oro a sud. Era l'impero degli Inca, e fu raggiunto da Francisco Pizarro nel 1527 e conquistato negli anni successivi; in tal modo il dominio spagnolo si allungò fino al Cile e i comandanti di Pizarro si dispersero ai quattro venti poco dopo per esplorare le zone circostanti nella speranza di trovare altre ricche civiltà (ma invano). Francisco de Orellana nel 1542 fu il primo ad attraversare il continente discendendo il Rio delle Amazzoni fino alla foce dal Perù, Diego de Almagro esplorò il Cile settentrionale fino a Santiago nel 1536, e Sebastiano Caboto penetrò nell'Argentina dal Rio della Plata (Paraná) in cerca di una "montagna d'argento" nel 1526.

Ufficialmente la prima regione invasa dagli spagnoli fu Macuro, sulla punta della penisola di Paria, nello Stato di Sucre in Venezuela, a cui Cristoforo Colombo aveva dato il nome di Tierra de Gracia. Il primo insediamento in questo continente fu a Cumaná (sempre nella costa del Venezuela), mentre la prima città fu Santa Marta in Colombia. Nei decenni seguenti alle azioni post-Pizarro tuttavia l'interesse svanì del tutto, e gli Spagnoli si limitarono da allora per sempre a governare le regioni appena conquistate. Solo in Brasile e in Patagonia i coloni avanzeranno in terre sconosciute, e solo dal Settecento. Le regioni della foresta pluviale invece verranno esplorate solo tra l'Ottocento e il primo Novecento da altri europei mentre Livingstone e Stanley conquistavano il cuore dell'Africa, e mentre ormai era avvenuta la decolonizzazione. Dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX dunque la maggior parte dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate maggiormente dalla Spagna e dal Portogallo. In seguito con l'indipendenza tali colonie si tramutarono in repubbliche, con l'eccezione della Guyana francese e delle Isole Falkland (e le isole più prossime occupate dal Regno Unito), attualmente unici territori non indipendenti.





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La decolonizzazione

Nel corso del 1808 le pressioni dell'imperatore francese Napoleone Bonaparte scatenarono una serie di eventi che peggiorarono ulteriormente la già compromessa situazione spagnola. Carlo IV di Spagna abdicò al trono in favore del figlio Ferdinando VII, il 19 marzo 1808, dopo i moti di Aranjuez, e più tardi, il 5 maggio 1808, la Spagna fu costretta a cedere il trono a Napoleone che designò suo fratello, Giuseppe I, come nuovo re di Spagna. Questo provocò una reazione popolare in Spagna, conosciuta come Guerra d'indipendenza spagnola, che, tanto in Spagna che in America, portò a costituire delle commissioni regionali che promossero la lotta contro gli invasori francesi al fine di riconsegnare al legittimo monarca il trono. Tuttavia, molte di queste commissioni vennero viste con sospetto dalle autorità spagnole, temendo che potessero essere filo-francesi. Di questo periodo furono importanti le azioni di Antonio Nariño a Bogotà (che aveva pubblicato la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino), il movimento di Juan Picornell, la congiura di Manuel Gual e José María España, e il fallimento militare della spedizione di Francisco de Miranda in Venezuela.
Guerre di Indipendenza
Il Sudamerica nel 1884
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre d'indipendenza ispanoamericana.

Il processo delle Guerre d'indipendenza ispanoamericana iniziò con la Rivoluzione di La Paz nel 1809 nell'Alto Perù e culminò con l'occupazione della fortezza del Callao nel 1826.

Nel 1817 il generale José de San Martín attraversò le Ande per sconfiggere i realisti in Cile e successivamente si diresse a Lima, al fine di colpire il centro del potere spagnolo. La spedizione subì gravi perdite causa le situazioni estreme in cui si trovò ad operare: l'altezza media dei picchi montuosi collocati tra i 3 000 e i 4800 m, le malattie, la larghezza media delle strade (talvolta anche di soli 30 cm), la temperatura che scendeva tra i −15 e i −20 °C durante la notte fece sì che, dei 5 400 uomini che componevano l'esercito, ben 300 morirono lungo la strada. Arrivarono solo 5 000 muli dei 9 200 partiti, e 500 cavalli dei 1 500 iniziali. Allo stesso tempo San Martin dirigeva le 6 colonne che attraversarono le montagne in diversi punti, con l'obiettivo di confondere e di disperdere le forze realiste. Quando arrivò in Cile, l'esercito patriota sotto il comando dello stesso San Martín, trionfò nella battaglia di Chacabuco. Con questa battaglia si iniziò a scrivere la storia dell'emancipazione del Sudamerica. Tale azione verrà completata da parte delle azioni militari avviate dal liberatore Simón Bolívar nel nord del continente, che raggiunse una decisiva vittoria nella battaglia di Boyacá.
San Martín e Bolívar durante la Conferenza di Guayaquil.
Il caso del Brasile

Un atto indispensabile per far emergere il Brasile come uno Stato nazionale fu la creazione, dopo le guerre napoleoniche, della capitale a Rio de Janeiro elevandolo così a status di regno del Brasile, un regno nel Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve (1807 – 1821). Al dissolversi pacificamente di questo regno fece seguito l'Impero del Brasile. L'indipendenza fu proclamata nel 1822 dal figlio del re del Portogallo. Don Pedro I del Brasile stabilì una monarchia costituzionale fino a quando fu proclamata la repubblica nel 1889.
Ventesimo secolo

Nel corso del ventesimo secolo nel Sudamerica si insediarono diverse dittature e salirono al potere molti uomini forti. Ma verso la fine del secolo la maggior parte del continente di fatto era retto da governi eletti democraticamente, anche se non in tutti i casi si vennero a stabilire istituzioni di carattere duraturo. Lo sviluppo economico di Argentina, Brasile, e Uruguay contribuirono all'inizio del Novecento ad attrarre un gran numero di immigrati, soprattutto provenienti da Europa e Asia. Solo in misura molto minore la nuova ondata migratoria interessò il resto del continente, mentre talune aree ne furono totalmente escluse. Il Canale di Panama aperto nel 1914 ebbe un impatto economico-sociale notevole per il Sudamerica.

La Guerra del Chaco (1932 – 1935) combattuta tra la Bolivia e il Paraguay per il controllo del fiume Paraguay, si concluse con la vittoria di quest'ultimo. Fu una guerra tra due dei paesi che rimasero fra i più poveri del Sudamerica lungo tutto il Novecento. Durante la prima e la seconda guerra mondiale, il continente rimase al sicuro dall'ondata distruttiva che aveva colpito Europa, Asia e Africa, il che comportò una nuova ondata migratoria di migliaia di profughi. Con la fine del conflitto, il 30 aprile 1948, si fonda l'Organizzazione degli Stati Americani a Bogotà. Il 9 aprile era stato assassinato il leader popolare Jorge Eliécer Gaitán sempre a Bogotá, che portò la Colombia ad un conflitto politico che durò per il resto del secolo.

La guerra fredda ebbe conseguenze significative sul suolo americano. Nel primo semestre del 1960 la rivoluzione comunista a Cuba, guidata da Fidel Castro e Che Guevara, diresse la politica del paese verso l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), divenendo un alleato incondizionato a scapito degli interessi geostrategici degli Stati Uniti. Si pose un ferreo blocco economico all'isola. Fra gli anni sessanta e settanta alcuni governi, in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, furono allontanati o rovesciati da una serie di dittature non allineate.

Con la fine della Guerra Fredda, e con la caduta del muro di Berlino, il continente ha visto affacciarsi il neoliberismo, un insieme di proposte politico-economiche con l'accento sulla libera circolazione dei capitali e la privatizzazione delle imprese pubbliche. A questi processi contribuirono la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio e il Fondo Monetario Internazionale (FMI).





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Economia


L'economia sudamericana è stata caratterizzata in questi ultimi decenni da una bassa crescita e una bassa competitività rispetto ai ben più dinamici mercati emergenti di Cina e India. Tuttavia a partire dal 2004 si è verificato un enorme aumento della crescita del PIL e anche della competitività. Sono configurate enormi differenze regionali e un'accentuata disparità nella distribuzione del reddito. La maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di una minoranza della popolazione, mentre milioni di individui sperimentano livelli di privazione che raggiunge, in casi estremi, la povertà assoluta. Il divario economico tra ricchi e poveri, nella maggior parte delle nazioni del Sudamerica, è considerata superiore rispetto alla media dei paesi degli altri continenti. In Venezuela, Paraguay, Bolivia e molti altri paesi sudamericani, il 20% della popolazione più ricca detiene più del 60% della ricchezza nazionale, mentre il 20% della popolazione più povera ne possiede meno del 5%.

Questa realtà però non è omogenea in tutto il Sudamerica: esiste infatti un gruppo di paesi chiamati “del Cono Sud” (Argentina, Brasile meridionale, Cile e Uruguay), che presentano indicatori socio-economici più positivi e tassi più elevati di sviluppo umano, tali da classificarli nella categoria degli stati più sviluppati. In particolare il Cile, l'Argentina e l'Uruguay vanno considerati come paesi pienamente sviluppati con bassi tassi di povertà e reddito medio-alto, e le loro capitali presentano indicatori socioeconomici molto simili ad alcune città europee come Milano, Madrid e Lisbona. Il Brasile è invece annoverato nel BRICS, ovvero il gruppo delle cinque più grandi e "promettenti" economie in via di sviluppo a livello mondiale (insieme a Russia, India, Cina e Sudafrica). Attualmente i fattori che ostacolano un'ulteriore crescita dell'economia sudamericana e l'espansione dei suoi prodotti sui mercati internazionali sono la classe dirigente che sostiene lo status quo, le interferenze politiche di altri paesi occidentali, e minor competitività sul piano dei prezzi e in termini di produttività rispetto ai principali competitori (in primis la Cina).

L'economia sudamericana è ripartita tra le estrazioni minerarie della regione amazzonica e l'agricoltura presente in quasi tutti i paesi. L'industrializzazione è ad un livello medio in varie regioni, anche se è molto forte la presenza di gruppi multinazionali. L'estrazione e l'esportazione di petrolio è importante in Venezuela, che possiede alcune delle più grandi riserve mondiali, in Argentina e nell'oceano Atlantico prospiciente Rio de Janeiro. La Bolivia si distingue per la produzione di gas naturale.

Le più ricche e industrializzate regioni del continente sono: in primo luogo lo Stato di San Paolo, che possiede la più grande economia del Sudamerica, dove è presente il principale centro finanziario, e i principali poli tecnologici (São Carlos, São José dos Campos e Campinas) e il più grande e movimentato porto; segue per importanza la zona industriale lungo il fiume Paraná tra Rosario e La Plata in Argentina con Buenos Aires come fulcro (secondo maggior porto e seconda città in termini di PIL più alto) e dallo Stato brasiliano di Rio de Janeiro. Dopo il Brasile, l'Argentina rappresenta la seconda più grande economia in termini di PIL nel Sudamerica. Secondo i dati della Banca Mondiale, nel 2007 cinque paesi sono stati classificati fra i primi cinquanta in termini di PIL (nominale): Brasile, Argentina, Venezuela, Colombia e Cile.

Utilizzando il PIL nominale nel confronto, i paesi con una moneta svalutata nei confronti del dollaro appaiono come meno produttivi. Per questo si utilizza anche il confronto con la parità di potere d'acquisto (PPA). Fra i paesi con PIL (PPA) pro capite più elevato, secondo quanto pubblicato dal Fondo monetario internazionale (FMI) l'Argentina è l'unico paese sudamericano tra i primi 50, seguita da Cile, Uruguay, Brasile e Venezuela.

A causa di uno storico tasso d'inflazione elevata in quasi tutti i paesi sudamericani, si registrano alti tassi di interesse che comportano conseguentemente bassi livelli di investimento. I tassi d'interesse sono spesso a due cifre. L'eccezione è il Cile che vanta una discreta stabilità economica con tassi di interesse ad un'unica cifra. Solo Argentina e Brasile fanno parte del G20 (il gruppo dei paesi più industrializzati e le nazioni emergenti), mentre solo il Brasile fa parte del G8+5 (i paesi più industrializzati del pianeta e i più influenti). Tra le principali metropoli del Sudamerica si contano a San Paolo, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Santiago del Cile, Lima, Caracas, Quito e Bogotà. L'Unasud sta pianificando la creazione di una zona di libero scambio in grado di unire le due comunità già esistenti, il Mercosur e la Comunità andina.





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