IL FARO DEI SOGNI

Somalia

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La Somalia (in somalo Soomaaliya; in arabo الصومال, al-Sūmāl), ufficialmente Repubblica Federale di Somalia (in somalo Jamhuuriyadda Federaalka Soomaaliya; in arabo جمهورية الصومال الفدرالية, Jumhūriyyat aṣ-Ṣūmāl al-Fideraaliya), è uno Stato dell'Africa orientale situato nel corno d'Africa.

Il nome attuale della Somalia le fu dato dall'esploratore italiano Luigi Robecchi Bricchetti (21 maggio 1855 - 31 maggio 1926), che fu il primo europeo a visitare estensivamente la regione del Corno d'Africa denominata Benadir.[5]

Confina con Gibuti a nord, con l'Etiopia a ovest e con il Kenya a sudovest; si affaccia a nord sul Golfo di Aden e a est sull'oceano Indiano. Ha la linea di costa più lunga di tutto il continente[6] e ha un territorio prevalentemente composto da altopiani e pianure.[3] Il clima è perlopiù arido lungo tutto l'anno, con periodici venti monsonici e piogge irregolari.[7]

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Anticamente, la Somalia fu un importante centro commerciale con il resto del mondo antico[8] e secondo molti studiosi potrebbe essere l'ubicazione più probabile del leggendario Paese di Punt.[9][10][11][12][13] Nel corso del tempo fu denominata in svariati modi, gli antichi Egizi la chiamavano Punt (Egiziano: pwnt; secondo letture alternative da parte di egittologi invece pwene(t)), per gli antichi Greci aveva più di un nome, la chiamavano Barbaria (il nome si riferiva al litorale della regione del Nordest Africa, corrispondente agli odierni Sudan, Eritrea, Gibuti e Somalia), e Macrobia (Μακροβίοι), quest’ultimo era il nome usato da Erodoto, ed esso deriva dal nome dei suoi abitanti che erano considerati un popolo leggendario che si trovava all’estremo sud del mondo (dal punto di vista dei Greci),[14] gli antichi Romani invece la chiamavano Regio Aromatica, mentre il nome datogli dagli antichi Arabi era bilad-al-Barbar,[15] nome che si pensa sia stato influenzato da quello datogli dai Greci. Lungo il medioevo, i flussi commerciali della regione vennero dominati da vari sultanati somali, fra cui quelli di Ajuran, Adal, Warsangali e Geledi. Nel tardo XIX secolo, britannici e italiani acquisirono il controllo di parte della costa somala, portando alla creazione dei protettorati della Somalia britannica (nord) e della Somalia italiana (centro e sud).[16]

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Il controllo sulla parte interna dei territori fu però consolidato solo lungo gli anni venti del XX secolo.[17][18] Nel 1936, la Somalia italiana fu fatta confluire nell'Africa Orientale Italiana. Amministrativamente rimase tale fino al 1941, quando passò sotto il controllo militare britannico. Dopo la Seconda guerra mondiale, il nord del Paese rimase protettorato britannico, mentre la restante parte fu affidata a una amministrazione fiduciaria italiana. Nel 1960, le due regioni furono unite nella Repubblica somala.[19] Nel 1969, il maggiore Mohammed Siad Barre portò a termine un colpo di Stato e si insediò come presidente-dittatore, rimanendo in carica fino allo scoppio della guerra civile (26 gennaio 1991).

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Da allora, nonostante numerosi tentativi, nessuna autorità o fazione è riuscita a imporre il proprio controllo su tutto il Paese.[20] La Somalia è stata governata da una pluralità di entità statali più o meno autonome, che esercitano ciascuna un diverso grado di controllo del territorio. Anche per questo motivo, la Somalia è stata considerata uno "Stato fallito"[21][22][23][24][25] ed è ancora oggi nel 2020 uno degli Stati più poveri e violenti del mondo.[26][27] In assenza di un governo centrale, l'amministrazione della giustizia è regredita a livello locale, con l'utilizzo di istituti civili, religiosi islamici oppure consuetudinari, mentre l'economia si mantiene a livelli informali, basati sull'allevamento del bestiame, sulle rimesse degli emigrati, e sulle telecomunicazioni.[8]Tali condizioni rimangono anche dopo la presenza di un Governo Centrale a partire dall’anno 2012.

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Il ministro degli esteri Fowsiya Haji Yusuf ha invitato i paesi occidentali ad investire nel paese, e dal 2011 sono state riaperte le ambasciate di Turchia, Gibuti, Kenya, Iran, Regno Unito, Italia e ONU. Prova del miglioramento della sicurezza in Somalia è la visita del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon nel dicembre del 2011. Nell'agosto 2012 fu istituita la Repubblica Federale Somala. Nel settembre 2012, fu eletto presidente Hassan Sheikh Mohamoud. Nel 2017 fu eletto presidente Mohamed Farmajo.

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Preistoria



Le prime testimonianze di insediamenti umani in Somalia risalgono al Paleolitico: esempi di pittura rupestre risalenti al IX millennio a.C. sono stati ritrovati nella parte settentrionale del Paese.[28] I più famosi sono quelli ritrovati a Laas Gaal, dove si trovano alcune fra le più antiche testimonianze del continente africano, fra cui alcune iscrizioni non ancora decifrate.[29] Durante l'età della pietra, si registrano varie testimonianze di più culture, fra cui la comunità di Hargheisa (perlopiù autoctona) e quella di Doia (probabilmente proveniente dal Nordafrica).[30]

Sempre nel Paese sono state rintracciate le prime testimonianze, risalenti al IV millennio a.C., di sepoltura nel corno d'Africa.[31] Gli utensili in pietra trovati nel sito archeologico di Jalelo, nel nord della Somalia, sono stati definiti "il più importante collegamento, considerando tutto il Paleolitico, fra Oriente e Occidente".[32]
Dall'antichità fino all'età classica
La Somalia era una delle tappe della via della seta che collegava l'Europa meridionale alla Cina.
Le rovine di Qa'ableh.

Ci sono varie testimonianze di edifici e altre costruzioni (strutture piramidali, tombe, rovine di città e muri di pietra), fra cui il Muro di Wargaade, che evidenziano l'esistenza di una civiltà piuttosto avanzata nella penisola somala[33] (probabilmente riconducibile al leggendario Paese di Punt),[34] la cui scrittura resta ancora oggi non decifrata[35] e che aveva rapporti commerciali con l'antico Egitto e la civiltà micenea a partire perlomeno dal II millennio a.C.

I commercianti di Punt "commerciavano non solo la propria produzione di incenso, ebano e bovini dalle corna corte, ma anche merci delle regioni confinanti, compreso oro, avorio e pelli animali".[36] Si ha inoltre testimonianza dell'addomesticamento del dromedario durante il III millennio a.C., da cui poi si è diffuso nell'antico Egitto e poi nel Nordafrica.[37] Nel periodo classico, le città-Stato di Mosylon, Opone, Malao, Mundus, Sarapion, Avaliti, Isis, Essina, Tabae, Nikon[38] svilupparono una lucrosa rete commerciale con i mercanti di Fenicia, Egitto, Grecia, Partia, Saba, Nabatea e Impero romano.

Dopo la conquista della Nabatea da parte dei Romani e l'instaurazione di una presenza navale a Aden per combattere la pirateria, i mercanti arabi e somali impedirono alle navi indiane di entrare nei porti della penisola arabica,[39] mantenendo così il monopolio della tratta Mar Rosso-Mar Mediterraneo.[40] Tuttavia, i mercanti indiani continuavano ad avere libero accesso ai porti somali, liberi dalle interferenze romane.[41]

Per secoli, la cannella fu fra le merci più importate da Sri Lanka e Indonesia verso i porti arabi e somali, i cui mercanti poi la esportavano verso il Nordafrica, il Vicino Oriente e l'Europa con fortissimi ricarichi (concordati con i loro colleghi indiani e cinesi).[40] La provenienza della spezia fu uno dei segreti meglio tenuti dai mercanti, al punto che Greci e Romani pensavano che provenisse dall'Arabia e dalla Somalia.[42]



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Dalla nascita dell'Islam alla fine del Medioevo

Alcuni popoli arabi provarono ad appropriarsi del territorio: i primi arabi giunsero nel Corno d'Africa nel VII secolo, allora sotto l'influenza del regno di Axum. Un hadith di Maometto ricorda l'evento, vietando ai musulmani di attaccare il regno di Axum perché aveva dato rifugio ai primi convertiti all'islam fuggiti dalla Mecca. Nel corso del VII gli Arabi fondarono molte colonie nell'attuale Somalia, come la città di Zeila nell'odierno Somaliland[43], che divenne capitale di un sultanato a partire dall'VIII secolo[43][44]. Secondo altri studi, soltanto a partire dal IX secolo l'emiro di Zeila ottenne il sopravvento sul sultanato di Iyat[45].

Secondo la descrizione del geografo arabo al-Ya'qubi, il sultanato era esteso nell'VIII secolo lungo tutta la costa dell'attuale Somalia settentrionale[46], mentre gli scali commerciali arabi di Mogadiscio, Merca e Brava pur intrattenendo relazioni con esso si governavano autonomamente come città stato marinare[46].

A partire dal tredicesimo secolo, somali e pastori nomadi stabilitisi nel nord del Corno d'Africa, cominciarono a emigrare in direzione dell'attuale regione della Somalia. Prima i Galla, pastori e agricoltori, avevano iniziato la loro migrazione dall'Ogaden e l'Abissinia. Tutti questi popoli si installarono definitivamente sul territorio.

Nel XIV secolo, le città arabe della costa di Benadir si unirono in un'entità statuale distinta, il sultanato di Mogadiscio[44], che diventò lo scalo principale dei mercanti Arabi, e commerciava anche con i popoli cuscitici dell'entroterra, cioè gli Oromo e gli Afar[44].

In questo periodo il sultano di Adal, la cui residenza era allora Zeila, attaccò il negus Amda Seyon I, espandendosi nel Corno d'Africa[47]. Successivamente nel 1415 il sultano di Adal Sa'ad ad-Din II fu attaccato e sconfitto dal negus Yeshaq I, che fece comporre una canzone per commemorare la propria vittoria e il proprio dominio sulla regione di Somali[47]. Il nome Somali compare per la prima volta in luogo del precedente nome di Punt.

La regione del Giuba e del Uebi Scebeli, nell'attuale Somalia, fu parte integrante del Sultanato di Agiuran per tutto il Medioevo e fino alla fine del XVII secolo.



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La Somalia indipendente

Il 1º luglio 1960 la ex Somalia italiana (A.F.I.S.) e l'ex Somalia britannica (Stato del Somaliland) si unirono nella Repubblica Somala indipendente (mentre la Somalia francese divenne lo Stato indipendente di Gibuti nel 1977).

Nel 1969, un colpo di Stato militare, ai danni del presidente della Repubblica Abdirashid Ali Shermarke, portò al potere il generale Siad Barre, che rinominò il Paese Repubblica Democratica Somala.

Nel 1964 e nel 1977 la Somalia combatté due guerre contro l'Etiopia per ragioni territoriali. Era infatti conteso il territorio dell'Ogaden, che era popolato da somali ma rimasto all'Etiopia in seguito alla divisione delle terre colonizzate effettuata dalla Gran Bretagna nella seconda metà dell'Ottocento. Il territorio di Ogaden è rimasto poi all'Etiopia e il dipartimento somalo ha successivamente deciso di abbandonarne la rivendicazione.

Successivamente alla sconfitta della Somalia nelle guerre dell'Ogaden, tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, iniziarono a formarsi organizzazioni di guerriglia ostili al regime di Barre, che portarono alla sua caduta nel 1991, e si trasformarono in una guerra civile per la sua successione.
La guerra civile somala
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile in Somalia.

La caduta di Siad Barre nel 1991 fu l'inizio della guerra civile tra i cosiddetti signori della guerra per il controllo della Somalia, in particolare nel sud, mentre il territorio settentrionale dell'ex Somaliland britannico annunciò la propria secessione. I caschi blu dell'ONU della missione Restore Hope giunsero nel Paese nel 1992, ma lo lasciarono nel 1995 ancora diviso tra molte fazioni. Gli sforzi diplomatici portarono negli anni seguenti all'Accordo fra ventisei fazioni (1997), alla Conferenza di pace di Gibuti (2000), alla Conferenza di pace di Mbagathi (2002) e alla Conferenza di pace in Kenya (2004), che vide anche la partecipazione della IGAD, organizzazione politico-commerciale dei paesi del Corno d'Africa. I signori della guerra si accordarono per formare un governo di transizione, con presidente ad interim Abdullahi Yusuf Ahmed e capo del governo Ali Mohamed Ghedi. Tuttavia di fatto ogni signore della guerra continuò a governare il proprio feudo in modo indipendente dal governo transitorio, mentre nel vuoto di potere causato da quindici anni anni di guerra civile crebbe il controllo del territorio da parte delle Corti islamiche locali, che nel frattempo si affiliarono alla rete di al Qaida.

Nel 2006 il governo provvisorio somalo fu costretto a scendere a patti con le corti islamiche, che controllavano di fatto ampie regioni tra cui la stessa Mogadiscio e minacciavano di espandersi verso le città di Baidoa, Gallacaio e le stesse regioni autonome del Somaliland e del Puntland, fino ad allora caratterizzate da maggiore stabilità. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con la risoluzione 1725/2006, revocò l'embargo delle armi al governo federale somalo, consentendone il riarmo per difendere il governo transitorio di Baidoa. La guerra civile vide così opporsi le milizie delle corti islamiche a quelle leali al governo transitorio di Baidoa, sostenute anche dall'Etiopia e dagli Stati Uniti nel contesto della guerra al terrorismo e ad al-Qāʿida. A seguito dell'intervento statunitense diversi signori della guerra entrarono a far parte dell'esercito somalo.

Il primo ministro Ali Mohamed Ghedi si dimise a fine 2007, e il nuovo capo del governo Nur Hassan Hussein si insediò a Mogadiscio nel 2008, mentre una fazione moderata dell'Unione delle corti islamiche, costituitasi come partito politico nell'Alleanza per la Riliberazione della Somalia (ARS) sotto la guida di Sharif Sheikh Ahmed, stipulò col governo di transizione un accordo di pace a Gibuti, che prevedeva il coinvolgimento nel governo anche degli esponenti più moderati delle corti islamiche. A seguito di ciò il presidente Abdullahi Yusuf Ahmed si dimise, e vi furono nuove elezioni presidenziali nel 2009 vinte dallo stesso Sharif Sheikh Ahmed, leader dell'ARS. Nel 2010 il mandato del Governo e del Parlamento, il cui termine era previsto nell'estate 2011, fu prolungato di un anno con l'accordo di Kampala, per poter dare avvio alle operazioni militari contro gli islamisti di Al-Shabaab, ancora in possesso delle città di Baidoa, Belet Uen e Afgoi, che furono infine conquistate dal governo somalo.



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La Repubblica Federale di Somalia

Il 1º agosto 2012 l'Assemblea Nazionale Costituente approvò la nuova Costituzione della Somalia, frutto dell'accordo tra il presidente Sharif Ahmed, il Primo Ministro Abdiweli Mohamed Ali, il Presidente del Parlamento Sharif Hassan Sheikh Aden, il Presidente del Puntland Abdirahman Mohamed Farole, il Presidente del Galmudugh Mohamed Ahmed Alim, e il rappresentante del movimento paramilitare sufi anti-Shabaab Ahlu Sunnah Wal Jama'a, Khalif Abdulkadir Noor.[48] Nacque così la Repubblica Federale di Somalia. Alle elezioni presidenziali del 16 settembre 2012, fu eletto Hassan Sheikh Mohamud. Secondo l'ONU, alla fine del 2012 il governo centrale controllava circa l'85% del territorio nazionale, grazie anche al processo di ricostituzione della polizia e dell'esercito. Nel 2013 ripresero i colloqui di riconciliazione tra il governo centrale di Mogadiscio e quello della regione settentrionale del Somaliland, che rivendicava l'indipendenza dal 1991.

L’8 febbraio 2017 Mohamed Abdullahi Mohamed fu eletto dal parlamento alla presidenza dello Stato Federale e il successivo 16 febbraio si insediò ufficialmente nominando Hassan Ali Kheyre a capo dell’esecutivo il 23 febbraio.
Geografia
La Somalia dal satellite
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Somalia.

La Somalia occupa l'estremità orientale del continente, che si protende con la penisola del Corno d'Africa fra il golfo di Aden a nord e l'oceano Indiano a est, e confina a nord-ovest con Gibuti, a ovest con l'Etiopia e a sud-ovest con il Kenya.
Morfologia
Il territorio costituisce la frangia orientale dell'acrocoro etiopico; esso è formato infatti da una serie di tavolati inclinati verso sud-est, naturale continuazione del grande altopiano che si eleva a oriente della fossa tettonica galla-dancala. I rilievi che formano la costa del golfo di Aden continuano il bordo rilevato con cui l'altopiano si affaccia alla fossa dancala e recano le massime elevazioni (Surud Ad, 2408 m), che scendono al mare con una ripida scarpata fino al roccioso capo Guardafui. Da questo bordo montuoso l'altopiano declina verso sud-est, trapassando nei tavolati dell'Ogaden e della Migiurtinia, i quali a loro volta si abbassano nel vasto penepiano del Mudug e nella pianura costiera del Benadir, orlata da lunghi cordoni di dune che ostacolano il deflusso al mare dell'Uebi Scebeli, il massimo fiume somalo. Geologicamente questi bassipiani costituiscono un antico imbasamento di rocce cristalline che, in seguito a un abbassamento, furono invase dal mare e rivestite da coltri sedimentarie del Cenozoico e del Neozoico, sulle quali si sono poi sovrapposte le alluvioni dovute all'erosione superficiale. Si può pertanto dividere la Somalia in due grandi regioni naturali: quella settentrionale, caratterizzata da altopiani fortemente incisi e digradanti verso la costa dell'oceano, e quella meridionale, dove i bassi tavolati trapassano alle grandi pianure costiere.



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Idrografia

L'idrografia è piuttosto semplice: due grandi fiumi, l'Uebi Scebeli e il Giuba, discendono dal cuore dell'altopiano etiopico e scorrono quasi paralleli nelle pianure somale, dove il primo, che è il più ricco d'acque, è costretto dai cordoni di dune a seguire a breve distanza la linea di costa per confluire molto più a sud-ovest nel tratto finale del Giuba, dando luogo a paludi costiere. L'Uebi Scebeli è il maggior fiume dell'Africa orientale per lunghezza del corso e ampiezza del bacino. Le sue portate, come quelle del Giuba sono però discontinue nel corso dell'anno, con due stagioni di piena corrispondenti alle condizioni pluviometriche dell'altopiano etiopico. Le loro acque sono tuttavia d'importanza fondamentale per l'agricoltura della Somalia. Grazie al prezioso apporto dei due fiumi, la «mesopotamia» somala è la regione più fertile e più densamente popolata del Paese. Paralleli ai due fiumi maggiori scendono alle coste dell'oceano Indiano altri corsi d'acqua, che hanno un netto carattere torrentizio e sono privi d'acque per la maggior parte dell'anno.


Clima


Il clima risente della prossimità dell'equatore, che taglia l'estremo apice meridionale della Somalia, e della presenza della massa oceanica, che mitiga le temperature della fascia costiera e alimenta una circolazione atmosferica di tipo monsonico. Le temperature annue variano a Mogadiscio fra i 25 e i 27 °C, ma salgono verso l'interno oltre i 30 °C. Sull'altopiano settentrionale la temperatura è mitigata dall'altitudine. Le piogge sono assai scarse in tutto il territorio, generalmente inferiori ai 500 mm annui, e questo perché i monsoni spirano alternativamente in direzione parallela all'andamento della costa da nord-est a sud-ovest. Così il monsone di sud-ovest, che spira nella stagione estiva convogliando masse d'aria marittima, scarica rapidamente la sua umidità e apporta precipitazioni scarse, che vanno esaurendosi rapidamente verso nord-est. A sua volta il secco ma fresco monsone invernale, che spira dalla massa continentale asiatica si attenua verso sud, divenendo appena avvertibile a Mogadiscio. Estremamente arida è la Somalia settentrionale, con meno di 200 mm di precipitazioni annue, che scendono a meno di 100 mm lungo l'esile fascia costiera del golfo di Aden. La parte meridionale del Paese è compresa fra le isoiete di 200 e 500 mm, con l'eccezione della regione fra i due fiumi maggiori, dove si superano di poco i 500.



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Flora e fauna

La generale aridità del clima condiziona fortemente la vegetazione. Prevalgono i paesaggi della savana, con formazioni arboree xerofile, che sugli altipiani cedono il passo alle formazioni erbose tipiche delle steppe, mentre la foresta tropicale è limitata alle parti più umide della Somalia meridionale lungo il corso dei due fiumi maggiori (foreste a galleria). Tipiche sono alcune essenze aromatiche, come l'incenso e la mirra, insieme all'euforbia cactiforme e a essenze gommifere. Caratteristici ambienti umidi sono le paludi lungo la costa meridionale, parallelamente al basso corso dell'Uebi Scebeli.
Popolazione
Crescita demografica della Somalia

La densità di popolazione della Somalia è di circa 16 ab/km².

La società è organizzata secondo il sistema delle tribù, spesso contrapposte le une alle altre ma al tempo stesso legate da un sentimento evidente di identità nazionale (o etnica). L'epoca post-coloniale ha tuttavia distrutto alcuni dei presupposti fondamentali della società tradizionale somala (per esempio il ruolo degli anziani come mediatori dei conflitti) ponendo numerosi problemi d'identità al popolo somalo, in bilico tra la modernità e il feudalesimo islamico. Lo scoppio della guerra civile ha portato anche alla scomparsa, pressoché totale, degli italo-somali.

Anche a causa della guerra civile, la Somalia è terra di emigrazione, sia verso l'Europa che verso il Sudafrica. Alla fine del 2006 si sono registrati fenomeni di intolleranza nei confronti della comunità somala a Città del Capo.
Etnie

Da un punto di vista etnico il Paese è ben omogeneo: ben l’85% della popolazione è costituita da somali. Gruppi etnici minori sono i bantu, gli arabi, gli yemeniti, gli indiani, i pachistani (in particolare provenienti dal beluchistan), i Bajuni (Swahili), Oromo, Abissini, Barwani (gruppo etnico derivante dal mix di somali, navigatori e soldati portoghesi, commercianti e rifugiati arabi, yemeniti, pakistani, indiani)
Religione

Un'omogeneità ancora maggiore si registra sul piano religioso, con una percentuale di musulmani pari a oltre il 99%.

La piccolissima Chiesa cattolica somala è costituita dalla diocesi di Mogadiscio.
Lingue
La lingua ufficiale è il somalo, mentre l'arabo è stato scelto come lingua secondaria.[1] L'italiano (vecchia lingua coloniale, ufficiale nel paese fino al 1963 e lingua ufficiale dell'Università nazionale somala fino al 1991) è tradizionalmente ritenuto lingua di rilievo, è conosciuto da parte della popolazione ed è usato a livello commerciale e amministrativo, sebbene la mancanza di programmi scolastici e di coordinamento con l'Italia (dallo scoppio della guerra civile) abbia fatto regredire la sua diffusione; l'inglese è la lingua veicolare del paese ed è diffuso nell'ambito amministrativo.



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Istituzioni

Questa voce o sezione deve essere rivista e aggiornata appena possibile.
Sembra infatti che questa voce contenga informazioni superate e/o obsolete. Se puoi, contribuisci ad aggiornarla.

La condizione di guerra civile del paese impedisce di definirne in modo chiaro la struttura politica: le ultime elezioni regolari si sono tenute infatti nel 1984. Dopo la caduta e fuga di Barre (nel 1991), la Somalia è caduta nel caos ed è quasi sprovvista di un'autorità statale centrale.

Nel 2004 venne costituito il Governo federale di transizione somalo (TFG), istituzione piuttosto debole ma riconosciuta dalla comunità internazionale. Nel 2012, cessa il Governo Federale di transizione e viene formata la Repubblica Parlamentare Federale, governo che è tuttora impegnato nella lotta all'organizzazione terroristica islamista Al-Shabaab, che controlla vaste zone del sud del Paese.

Al di là della suddivisione amministrativa in regioni, di fatto dall'inizio della guerra civile si sono affermate, dato il caos venutosi a creare, varie entità statali che controllano vaste aree del paese. Si tratta di territori più o meno autonomi, generalmente chiamati Stati autonomi e composti da più regioni, tanto che si potrebbero definire delle macroregioni. La nascita di queste strutture ha evidenziato un processo di decentralizzazione che ha quasi disintegrato lo stato somalo e nei fatti sottratto ampie zone del paese al controllo del governo centrale. Tutti gli attuali Stati si sono dichiarati soltanto autonomi dalla Somalia, di cui si considerano parte integrante, eccetto il Somaliland che invece ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Somalia nel 1991. Il Somaliland non ha mai ottenuto alcun riconoscimento internazionale ed è ufficialmente solo uno Stato autonomo, ma intrattiene dei contatti politici con Regno Unito, Ruanda, Norvegia, Etiopia, Kenya, l'Irlanda e l'Unione Europea (il 17 gennaio 2007 ha inviato una delegazione per gli affari africani per discutere su una futura cooperazione tra UE e Somaliland).

Quelli che seguono sono gli attuali Stati che si sono dichiarati indipendenti o autonomi all'interno della Somalia:

Somaliland Somaliland, che comprende le regioni un tempo facenti parte della Somalia britannica; Stato autoproclamatasi indipendente dalla Somalia il 18 maggio 1991, ma non riconosciuto né dal Governo federale di transizione né tanto meno a livello internazionale[3][55][56]
Puntland Puntland, che comprende le regioni nord-orientali di Bari e Nogal, Stato dichiaratosi autonomo all'interno della Somalia nel 1998)[3][57]
Flag of Galmudug.svg Galmudugh, composto dalle regioni centrosettentrionali di Galgudud e Mudugh, che ha dichiarato la propria autonomia nel 2006,[58] Stato autonomo all'interno della Somalia dal 2006)
Flag of Khaatumo State of Somalia.svg Khatumo, che comprende le regioni di Sool, Sanag e Ayn (al centro di una disputa territoriale fra Somaliland e Puntland) e che ha dichiarato la propria autonomia nel 2012;[59]
Flag of Azania.svg Azania, che comprende il territorio meridionale dell'Oltregiuba e che ha dichiarato la propria autonomia nel 2011;[60]

Seguono gli Stati non più esistenti:

Flag of Maakhir 2008.svg Maakhir, Stato autonomo all'interno della Somalia dal 2007 al 2009, non riconosciuto dal Governo federale di transizione, incorporato nel Puntland
Somalia Northland, Stato autonomo all'interno della Somalia dal 2008 al 2009, non riconosciuto dal Governo federale di transizione, confluito nel Puntland
Flag of Southwestern Somalia.svg Southwestern, Stato autonomo all'interno della Somalia dal 2002 al 2006, confluito nel Governo federale di transizione

Il Paese dal 1986 è membro dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, organizzazione politico-commerciale formata dai Paesi del Corno d'Africa.



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Ordinamento scolastico
Il nuovo campus della Università di Mogadiscio a Mogadiscio.

Formalmente, la scuola dell'obbligo dura fino a 14 anni.[senza fonte] La povertà e l'insicurezza sociale impediscono la messa in atto concreta di questo obbligo, a eccezione di alcune zone urbane.[senza fonte] Nelle poche scuole insieme al somalo si insegna anche l'italiano, fino al 2002 nell'Università di Mogadiscio i documenti erano quasi totalmente in italiano.[senza fonte]

Università:

Università degli Studi di Mogadiscio (Jaamacadda Muqdisho)
Università nazionale somala

Sistema sanitario

Il sistema sanitario pubblico è completamente distrutto; la maggior parte delle strutture esistenti sono operate da volontari di ONG straniere.
Forze armate

Le Forze armate della Somalia sono gestite dal Ministero della Difesa e sono costituite da 4 rami: Esercito, Aeronautica, Marina e Polizia. La Giornata delle Forze Armate ricorre annualmente il 12 aprile, per commemorare la fondazione delle Forze armate nazionali avvenuta nel 1960.

Le regioni del Somaliland e del Puntland, tuttavia, mantengono ancora oggi le proprie forze armate e di polizia, nate durante la guerra civile. Negli ultimi anni del governo transizionale, i paesi occidentali hanno addestrato le forze di sicurezza somale. Nel 2012 gli eserciti di Kenya, Etiopia e Uganda hanno affiancato l'esercito somalo nella liberazione delle città sotto il controllo dei miliziani di Al-Shabaab
Fino alla guerra civile

Al momento dell'indipendenza, nel 1960, la Somalia possedeva un esercito piccolo e armato alla leggera, i cui ufficiali erano stati addestrati in Italia, Gran Bretagna ed Egitto. Progressivamente questa forza venne espansa e modernizzata, fin quando l'Esercito nazionale somalo (Somali National Army, SNA) fu testato per la prima volta in battaglia nel 1964, quando le tensioni con l'Etiopia sul controllo della regione etiope dell'Ogaden, abitata in prevalenza da somali, sfociò in scontro militare aperto. Il 16 giugno 1963 circa 3000 insorti somali accesero una rivolta nella città etiope di Hodayo, dopo che l'Imperatore Hailé Selassié aveva rifiutato la loro richiesta di concedere all'Ogaden il diritto all'autodeterminazione. Inizialmente il governo somalo non sostenne i rivoltosi, ma quando nel Gennaio 1964 Hailè Selassiè inviò rinforzi nella regione, le forze somale lanciarono attacchi di terra e aerei lungo il confine e iniziò a fornire assistenza agli insorti. In risposta l'Aeronautica etiope sferrò attacchi lungo le sue frontiere sudoccidentali contro la zona a nord-est di Belet Uen e contro Gallacaio. Il successivo 6 marzo i due paesi si accordarono su un cessate il fuoco, e alla fine del mese firmarono a Khartum, capitale del Sudan, un accordo che prevedeva il ritiro delle truppe dai confini e la cessazione della propaganda ostile. Contestualmente iniziarono le trattative di pace, e la Somalia ritirò il proprio supporto agli insorti.

Durante il vuoto di potere seguito all'assassinio del 2º Presidente della Somalia, Abdirashid Ali Shermarke, le forze armate attuarono un colpo di Stato il 21 ottobre 1969 (il giorno dopo i funerali di Shermarke) e presero il potere. A organizzare e dirigere l'operazione fu il Comandante in Capo dell'Esercito nazionale somalo, il generale Siad Barre, che si insediò come Presidente del Consiglio Supremo Rivoluzionario, il nuovo governo nazionale. La denominazione dello Stato fu cambiata in Repubblica Democratica della Somalia e nel 1971 Barre annunciò l'intenzione del regime di eliminare progressivamente il controllo militare per dare spazio a un governo civile.
Banda musicale delle Forze Armate Somale, 22 agosto 1983

Nel 1977 le forze armate somale furono impegnate nella Guerra dell'Ogaden, finalizzata a sottrarre la regione all'Etiopia e annetterla alla Somalia per realizzare la Grande Somalia. Guidato da comandanti come il colonnello e futuro generale Abdullahi Ahmed Irro, il SNA invase l'Ogaden e riportò inizialmente dei successi, catturando gran parte della regione. La guerra terminò bruscamente con la vittoria etiope a causa dell'appoggio politico e soprattutto logistico dell'Unione Sovietica, che appoggiò il neonato governo comunista etiope, il Derg, fornendo aiuti, armi e addestramento; inoltre, circa 15.000 soldati cubani intervennero in sostegno dell'Etiopia. Nel 1978 le forze somale furono completamente scacciate dall'Ogaden.
Soldati somali, 1983

A causa del supporto sovietico all'Etiopia Barre iniziò a cercare alleati altrove, e si schierò dalla parte degli Stati Uniti. Nel complesso, i rapporti di amicizia con l'Unione Sovietica prima e gli Stati Uniti poi permisero alla Somalia di Barre di costruire il più grosso esercito di tutta l'Africa.[61] Parallelamente all'esercito, la Somalia di Barre sviluppò anche la Marina e, soprattutto, l'Aeronautica.

Questa crescita della potenza militare coincise con la nascita dei primi movimenti di opposizione al regime di Barre, spesso su base tribale, come il Movimento Nazionale della Somalia (Somali National Movement, SNM), guidato dal clan Isaaq. Ma spesso queste organizzazioni di dissidenti erano guidate da ufficiali dell'Esercito Nazionale. Ne sono esempi il Fronte Democratico per la Salvezza della Somalia (Somali Salvation Democratic Front, SSDF) la cui base era il clan dei Migiurtini ed era capitanato dal futuro Presidente somalo Abdullahi Yusuf Ahmed, ex colonnello ed eroe nella guerra dell'Ogaden, e soprattutto il Congresso della Somalia Unita del clan Hauia, guidato dal generale Mohammed Farah Aidid. Lo sforzo di queste formazioni era volto a destabilizzare il regime e ci riuscirono, dando inizio a una sanguinosa rivolta armata contro le forze governative, che si risolse nella cacciata di Siad Barre, fuggito dalla Somalia il 26 gennaio 1991.

Con la deposizione di Barre iniziò la Guerra civile in Somalia, che fece cadere la Somalia nel caos, in assenza completa di un governo centrale e di strutture istituzionali. Le Forze armate somale si disintegrarono rapidamente e nel vuoto di potere conseguitone il controllo sul paese fu conteso tra vari signori della guerra.



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Stato attuale
Abbozzo politica



Nel 2004 nacque il Governo federale di transizione e il suo Presidente Abdullahi Yusuf Ahmed pose subito tra i suoi obiettivi la ricostituzione delle Forze Armate. Dopo la sconfitta dell'Unione delle corti islamiche, avvenuta tra dicembre 2006 e gennaio 2007, fu raggiunto un accordo tra il governo e i signori della guerra per il disarmo delle milizie e per permettere ai miliziani che volessero di entrare nel nuovo esercito somalo. Nel 2009 la Somalia ha completato la ricostruzione dell'Esercito e della Polizia, ed ha anche iniziato a ricostituire l'Aeronautica e la Marina. Il ripristino di queste ultime procede ancora oggi e con una considerevole velocità.

Nell'ottobre 2011 è iniziata l'Operazione Linda Nchi, un'operazione militare coordinata degli eserciti di Somalia e Kenya finalizzata a contrastare l'organizzazione terroristica islamica Al-Shabaab, gruppo di insorti che tra il 2009 e il 2010 aveva preso il controllo di buona parte della Somalia meridionale.[62][63] L'operazione è guidata dall'Esercito somalo, mentre quello keniota svolge un compito di supporto[63] Nel giugno 2012, le truppe keniote furono formalmente integrate nell'AMISOM.[64] Il 12 settembre 2012 viene eletto dal parlamento un nuovo governo con a capo Hassan Sheikh Mohamoud.
Economia
Scatolette di tonno di marca Las Qhoray prodotte a Las Gorei, Somalia.

La Somalia è uno dei paesi più poveri del mondo; in sostanza, essa dipende quasi totalmente dagli aiuti umanitari. Nel 2001 l'indice di sviluppo umano (ISU) calcolato dal National Human Deplovment Report, è stato di 0,284; questo dato posiziona la Somalia tra le 5 nazioni meno sviluppate nel mondo. Tuttavia non ci sono stime aggiornate. Sono presenti sul territorio anche alcuni piccoli giacimenti di petrolio.

L'ISU ha comunque fatto registrare un lieve miglioramento negli ultimi anni. L'economia si basa soprattutto sull'allevamento nomade e sulla produzione agricola. Le rimesse degli emigranti che giungono in Somalia ogni anno vanno dai 300 ai 500 milioni di dollari.
Porto di Bosaso nel 2008
Trasporti

Il 50% circa dei somali ha mantenuto il tradizionale stile di vita nomade e il dromedario come principale mezzo di trasporto. I trasporti su ruote non sono, di conseguenza, molto sviluppati. Complessivamente, la rete stradale conta circa 6.199 chilometri. Non esistono autostrade, né ferrovie.

La compagnia aerea nazionale è stata la Somali Airlines dal 1964 fino al 1991 con lo scoppio della Guerra Civile Somala. Lo scalo principale è l'Aeroporto Internazionale Aden Adde di Mogadiscio.
Turismo
Il Paese dispone certamente di risorse che potrebbero essere valorizzate in questo senso (tra l'altro, le grandissime spiagge bianche sull'Oceano Indiano, l'ambiente incontaminato delle Isole Bagiuni e le vaste distese di savana). Con la fine del conflitto nel 2011-2012 molti turisti provenienti soprattutto dalle comunità somale all'estero sono tornate nel paese, e si è registrata una piccola presenza di turisti occidentali nel nord del paese.



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view post Posted on 9/10/2020, 17:35     Top   Dislike
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Comunicazioni

La partecipazione dei somali a internet è in costante aumento, prevalentemente da parte dei somali espatriati all'estero. I siti internet somali, che fino a qualche anno fa erano una ventina, sono diventati parecchie centinaia, a dispetto della scomparsa della Somalia dalla scena internazionale.

La maggior parte dei siti somali sono in lingua somala e inglese, ma non è raro trovare siti o pagine in arabo o in italiano. Oltre all'attualità trovano molto spazio le sezioni dedicate alla letteratura e alla poesia somala. Anche la tradizione orale somala è molto presente in internet, in particolare grazie a YouTube o all'uso di file audio.

Nonostante la difficile situazione interna operano alcune emittenti, fra le quali spicca per tradizione e seguito Radio Mogadiscio.
Ambiente
Estensione delle barriere coralline e delle aree protette della Somalia.

Solo lo 0,3% del territorio appartiene formalmente ad aree naturali protette, ma non esiste un reale controllo ambientale.
Rifiuti tossici

La Somalia, come altri stati del terzo mondo come Haiti e Mozambico, è stata utilizzata da gruppi criminali come discarica di rifiuti speciali e scorie radioattive estremamente pericolosi e altrettanto costosi da smaltire legalmente. Svariati rifiuti pericolosi furono gettati in mare al largo delle coste somale e centinaia di essi, dopo lo tsunami del 2005 (anno dal quale si diffusero patologie riconducibili all'inquinamento), si arenarono sulle spiagge del paese,[65] mentre altri furono probabilmente seppelliti nelle fondamenta delle costruzioni del programma umanitario italiano per la Somalia. Secondo un'inchiesta uno di questi gruppi criminali era costituito da alcuni italiani tra i quali Giancarlo Marocchino, trasportatore e uomo di fiducia dell'esercito italiano a Mogadiscio, Guido Garelli, Ezio Scaglione, ex console onorario della Somalia, e dall'allora presidente somalo Ali Mahdi Mohamed, oltre che come complici vari industriali del Nord Italia. La giornalista italiana Ilaria Alpi e l'operatore di ripresa Miran Hrovatin furono probabilmente uccisi a Mogadiscio perché stavano redigendo un servizio su tali attività. Poche ore prima dell'omicidio effettuarono, a Bosaso, un'intervista a uno dei capi del gruppo armato al comando della Shifco, azienda somala alla quale lo stato italiano aveva donato dei pescherecci i quali furono usati molto probabilmente anche per il trasporto dei rifiuti oltre che, secondo un'inchiesta del 2003 dell'Onu, per il traffico d'armi tra Monzer al-Kassar e delle milizie somale, armi che sarebbero state pagate con permessi per scaricare i rifiuti tossici. Al-Kassar sarebbe infatti stato in contatto con Nickolas Bizzio, imprenditore italo-americano ora residente a Lugano, il quale si sarebbe occupato della facciata legale di un traffico di rifiuti verso il Mozambico e di andare a cercare i rifiuti tossici stabilendo contatti con gli Stati Uniti.[66][67][68][69][70][71][72]



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Cultura
Cucina

La cucina della Somalia, che varia da regione a regione, è una combinazione di diverse influenze culinarie. È il prodotto della ricca tradizione commerciale della Somalia. Nonostante la varietà, un elemento unisce le varie tradizioni culinarie regionali: tutto il cibo viene servito halal. Non ci sono quindi piatti di carne di maiale, l'alcool non viene servito, non viene mangiato nulla che contenga sangue. Il Qaddo ovvero il pranzo è spesso assai elaborato.

Diverse varietà di "bariis" (riso), il più popolare è probabilmente quello basmati, di solito fungono da piatto principale. Vengono utilizzate diverse spezie tra cui il cumino, il cardamomo, i chiodi di garofano, la cannella e la salvia per aggiungere aromi ai diversi piatti di riso. I somali servono la cena non prima delle 21:00. Durante il Ramadan, la cena viene spesso servita dopo la preghiera Tarawih; a volte anche alle 23:00.

'Xalwo' (halva) è un dolcetto popolare consumato nei giorni di festa, come le celebrazioni di Eid o i ricevimenti di nozze. È composto da amido di mais, zucchero, polvere di cardamomo, polvere di noce moscata e burro chiarificato. Talvolta vengono aggiunti anche arachidi per migliorarne la consistenza e il sapore. Dopo i pasti, le case vengono tradizionalmente profumate usando franchincenso (lubaan) o l'incenso (cuunsi), che viene preparato all'interno di un bruciatore di incenso chiamato dabqaad.
Arte
Musica

La Somalia ha un ricco patrimonio musicale incentrato sul folklore tradizionale somalo. La maggior parte delle canzoni somale sono pentatoniche. Cioè, usano solo cinque toni per ottava in contrasto con la scala eptatonica (sette note) come la scala maggiore. A prima vista, la musica somala potrebbe essere confusa con quella delle regioni vicine come l'Etiopia, il Sudan o la penisola arabica, ma fondamentalmente è riconoscibile dai suoi brani e stili unici. Le canzoni somale sono generalmente il prodotto della collaborazione tra parolieri (midho), cantautori (laxan) e cantanti (codka o "voce"). Il cantante canadese K’naan, che ha cantato la canzone Wavin’ Flag per i Mondiali di Calcio 2010, è di origine somala.
Letteratura
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura somala.

Gli studiosi somali hanno prodotto per secoli numerosi esempi notevoli di letteratura islamica che vanno dalla poesia all'Hadith. Con l'adozione dell'alfabeto latino nel 1972 come ortografia standard della nazione, numerosi autori somali contemporanei hanno anche pubblicato romanzi, alcuni dei quali hanno ricevuto consensi in tutto il mondo. Di questi scrittori moderni, Nuruddin Farah è il più celebre. Libri come From a Crooked Rib e Links sono considerati importanti opere letterari, che hanno valso a Farah, tra gli altri riconoscimenti, il premio internazionale Neustadt per la letteratura del 1998. Faarax M.J. Cawl è un altro eminente scrittore somalo famoso per il suo romanzo scritto durante l'era Derviscio, Ignorance is the enemy of love.
Sport

Per il calcio la squadra che rappresenta la nazione è la Somalia. La Somalia ha partecipato alle olimpiadi estive negli anni 1972, 1984, 1988, 1996, 2000, 2004, 2008, 2012.

Benché il risultato sportivo sia stato negativo (arrivò ultima nella sua batteria di qualificazione), ha avuto una certa risonanza il caso di Saamiya Yusuf Omar, che corse i 200 m alle olimpiadi del 2008 a Pechino e attirò l'attenzione del pubblico e della stampa. La vita dell'atleta, morta nel 2012 a seguito del naufragio del barcone di clandestini con il quale cercava di raggiungere l'Italia, è protagonista del romanzo Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella.

Di origine somala è il mezzofondista Mohamed Farah, di nazionalità britannica, che gareggia per il Regno Unito.
Tradizioni

Secondo un rapporto UNICEF del 2013 la Somalia si trova ad avere il più alto numero di incidenza di mutilazioni genitali femminili nel mondo (il 98% di tutte le donne del paese).[73]
Ricorrenza nazionale

1º luglio: Giorno dell'indipendenza della Somalia commemora l'unione del territorio della Somalia italiana e dello stato del Somaliland, ex britannico, nel 1960



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Somalia

 
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view post Posted on 14/11/2020, 18:23     Top   Dislike
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