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| Come vedete, non si tratta di maestria; non stiamo parlando di qualcuno che si sia identificato con l’Assoluto o che abbia raggiunto uno stato di gioia e innamoramento perenni: quelle elencate sono le caratteristiche di un individuo perfettamente umano che si sente ancora separato dal mondo e che vive la rabbia, la tristezza, la paura e tutti i problemi dell’esistenza terrena; egli tuttavia ha costruito un centro interiore solido che gli permette di fare esperienza del momento presente senza perdere la percezione di sé, e senza farsi trascinare dalle tempeste emotive e mentali.
Questo è -come direbbe Gurdjieff- un umile “risultato di scuola”: una realizzazione che può e deve essere conseguita con un sano e concreto esercizio quotidiano.
Proprio perché accessibile a tutti con qualche anno di duro ma fattibilissimo lavoro, questo è uno stato di coscienza a cui tutti dovremmo ambire; esso infatti presenta già alcuni incommensurabili vantaggi rispetto alla condizione ordinaria dell’essere umano. Ne elenco alcuni:
percepiamo costantemente il nostro senso di esistere, e questo fa cessare quella costante frustrazione latente che prova chi avverte inconsciamente di non avere se stesso ci sta ancora a cuore il corso della nostra vita esteriore (e ci mancherebbe!): gioiamo, ci arrabbiamo e ci rammarichiamo a seconda di come vanno i nostri progetti e le nostre relazioni, ma tutto questo impatta in misura molto minore; proviamo una serenità e una contentezza di fondo che nulla può turbare diveniamo più capaci di vivere nel qui-e-ora, e questo ci permette di godere molto più intensamente dei momenti belli e di soffrire molto meno nei momenti spiacevoli siamo più concentrati in quello che facciamo: siamo di conseguenza più efficienti e produttivi siamo maggiormente in grado di ascoltare gli altri e di empatizzare con i loro sentimenti: il perdono e la guarigione emotiva divengono più facili dimorando in questo stato è molto più frequente il sopraggiungere di emozioni superiori (Puro Amore, Gioia, Commozione per la Bellezza, Gratitudine, etc.), momenti d’estasi ed espansioni di coscienza questo stato di coscienza è il punto d’appoggio migliore per lavorare bene su di sé e intraprendere il percorso verso tutte le dimensioni superiori della coscienza, da qui sino alla Maestria del Cristo. Tale livello di centratura e presenza nel qui-e-ora è infatti quel terreno solido a partire dal quale Gesù consigliava di costruire l’edificio del proprio sviluppo spirituale.
Senza un lavoro mirato almeno a questo raggiungimento, ogni stato di coscienza superiore può andare e venire in modo casuale, non c’è nessuna garanzia di progresso. Inoltre, se non abbiamo costruito una base solida, ogni eventuale elevazione può farci crollare rovinosamente a terra da un momento all’altro.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». -Mt 7, 24-27
fonte https://alessandrobaccaglini.com/una-casa-sulla-roccia/
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