IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Inventori austriaci

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Pagine nella categoria "Inventori austriaci"

Questa categoria contiene le 16 pagine indicate di seguito, su un totale di 16.
A

Robert Adler

G

Conrad Graf

H

Emanuel Herrmann

K

Viktor Kaplan

L

Johann Lahodny
Hedy Lamarr
Georg Luger

M

Ferdinand Mannlicher
Siegfried Marcus

R

Franz Reichelt
Josef Ressel

S

Alois Senefelder
Simon von Stampfer
Daniel Swarovski

V

Carl Auer von Welsbach

Z

Johann Zacherl

.................................................................




Robert Adler





Zenith_Space_Commander_600


Robert Adler (Vienna, 4 dicembre 1913 – Boise, 15 febbraio 2007) è stato un inventore austriaco naturalizzato statunitense.
Zenith Space Commander 600, uno dei primi prototipi di telecomando.
Biografia

Si laureò in fisica presso l'Università di Vienna nel 1937. Migrò negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione degli ebrei, qui cominciò a lavorare per la Zenith Electronics nella divisione ricerca nel 1941.[1][2] Durante la sua vita Adler sviluppò ben 180 brevetti di dispositivi elettronici. Durante la Seconda guerra mondiale Adler si occupò soprattutto di oscillatori ad alta frequenza e filtri elettromeccanici per gli apparati radio a bordo degli aeroplani. Adler è conosciuto per i suoi sviluppi nella tecnologia delle onde acustiche superficiali utilizzate negli schermi sensibili al tatto.

L'invenzione per la quale Adler è più noto è il telecomando senza fili per i televisori. Quello di Adler non fu il primo telecomando senza fili ma fu il primo ad essere funzionale. Il telecomando di Adler sfruttava onde sonore per comunicare col televisore invece della luce. Delle barrette di alluminio azionate da un bottone posto sul telecomando emettevano delle onde sonore ad alta frequenza interpretate poi dal televisore come comandi per cambiare canale o il volume. Negli anni sessanta Adler modificò il dispositivo in modo che utilizzasse ultrasuoni.

Nel 1963 Adler fu promosso prima vicepresidente, poi presidente ed infine direttore delle ricerche alla Zenith. Rimase consulente tecnico fino al 1997. Nel 1980 Adler vinse la medaglia Edison attribuita dall'IEEE. Nel 1997 Adler e Eugene Polley vinsero l'Emmy attribuito loro dalla National Academy of Television Arts and Sciences. Il suo ultimo brevetto risale al primo febbraio 2007 nel campo degli schermi sensibili al tatto.[3][4] Muore a 93 anni nella sua casa, malato da tempo, causa un'insufficienza cardiaca.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Adler

 
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Conrad Graf


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Conrad Graf (Riedlingen, 17 novembre 1782 – Vienna, 18 marzo 1851) è stato un inventore austriaco, noto per essere stato un costruttore di pianoforti.[1] I suoi pianoforti furono usati da Beethoven, Chopin, Robert e Clara Schumann tra gli altri.


Vita e carriera

Graf iniziò la sua carriera come ebanista studiando artigianato nella sua città nativa, Riedlingen, nella Germania del sud. Nel 1800 divenne apprendista presso un pianista di nome Jakob Schelkle, che lavorava a Währing. Quando Schelkle morì nel 1804, Graf sposò la vedova Katherina e rilevò il negozio.[2] Nel 1824 fu nominato Reale Costruttore di Pianoforti e Tastiere alla corte imperiale di Vienna.[3] Nel 1826 acquistò la "Mondscheinhaus", una sala da ballo un tempo alla moda al 102 auf der Wieden, e la trasformò in una fabbrica di pianoforti.[4] La ditta di Graf ha costruito durante la sua vita più di 3000 strumenti.[5] Nel 1840 Graf si ritirò e vendette l'azienda a Carl Stein, nipote del famoso costruttore di pianoforti Johann Andreas Stein.
Pianoforti Graf suonati da celebri musicisti

Nel 1826 Graf prestò a Ludwig van Beethoven un pianoforte 6½ ottave.[6] Dopo la morte di Beethoven nel 1827, Graf riprese il pianoforte e lo vendette alla famiglia Weimer di Vienna.[6] Lo strumento è sopravvissuto fino a oggi ed è esposto alla Beethoven-Haus a Bonn.

Nel 1829, il 19enne Frédéric Chopin scelse il pianoforte di Graf per il suo concerto a Vienna. Successivamente, secondo Goldberg, Chopin ha continuato ad "amare" gli strumenti Graf.[7] Nel 1840, Graf regalò uno dei suoi pianoforti a coda alla giovane virtuosa del pianoforte Clara Wieck, in occasione del suo matrimonio con Robert Schumann.[8] Quando Schumann morì nel 1856, Clara regalò lo strumento al suo amico Johannes Brahms, che usò fino al 1873.[9] Anche Felix Mendelssohn ammirava gli strumenti di Graf. Ne acquistò uno nel 1832 che suonò nella casa di famiglia e nei recital a Berlino, poi ne acquistò un altro da usare a Dusseldorf.[10] Altri musicisti che possedevano o suonavano fortepiani Graf erano Franz Liszt,[11] Friedrich Kalkbrenner e Camille Pleyel. Durante gli anni 80 del 1800, il giovane Gustav Mahler possedeva e suonava un pianoforte molto vecchio, un Graf del 1836 circa.

Nel Settembre 2018 la copia di fortepiano Graf 1819 da Paul McNulty è stata usata nella prima edizione del Concorso Internazionale Chopin su strumenti storici (International Chopin Piano Competition) gestito dall’Istituto Fryderyk Chopin.[12]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Conrad_Graf

 
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Emanuel Herrmann


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Emanuel Alexander Herrmann (Klagenfurt am Wörthersee, 24 giugno 1839 – Vienna, 13 luglio 1902) è stato un economista austriaco. È considerato l'ultimo decisivo in un gruppo internazionale di inventori della cartolina postale.


Biografia

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Vienna, Emanuel Herrmann, figlio del Bezirkshauptmann (amministratore distrettuale) di Klagenfurt, entrò nella pubblica amministrazione presso il ministero del commercio austriaco e si qualificò per una carriera universitaria come " 'Privatdozent" nel campo dell'economia nazionale. Fu anche professore presso la rinomata Accademia militare teresiana di Wiener Neustadt e dal 1882, per vent'anni, professore di economia nazionale presso Università tecnica di Vienna.
Nascita della cartolina postale

Il 26 gennaio 1869 pubblicò un articolo sul principale giornale austriaco Neue Freie Presse, " Über eine neue Art des Korrespondenzmittels der Post", (cioè "A proposito di un nuovo mezzo di corrispondenza postale"), proponendo che tutte le carte formato busta, sia scritte che stampate, avrebbero dovuto essere ammesse come posta se contenevano non più di 20 parole tra cui indirizzo e firma del mittente e affrancate con un francobollo di 2-kreuzer.[1] L'affrancatura regolare della lettera era di 5 kreuzer.

Il direttore generale delle poste dell'Impero austro-ungarico, Vincenz Baron Maly von Vevanovič, riprese l'idea e nel settembre 1869 la "Carta di corrispondenza" fu ufficialmente introdotta in Austria per ordine ministeriale.[2] Dal 1 ottobre 1869 l'ufficio postale generale austriaco emetteva cartoline postali per messaggi molto brevi, che, con un'affrancatura di due "Neukreuzers" (nuovi kreuzer), dovevano essere consegnate in qualsiasi luogo all'interno della doppia monarchia, indipendentemente dalla distanza. Il massimo di 20 parole venne eliminato. Il fronte della "carta di corrispondenza" riportava l'indirizzo, il retro era riservato al messaggio; a parte l'aquila a due teste dell'Austria sul lato dell'indirizzo, o lo stemma ungherese nella metà ungherese della doppia monarchia, non c'erano immagini di alcun tipo.
Un successo internazionale con i precursori

La novità di Herrmann suscitò molto scalpore all'estero: due riviste britanniche scrissero nello stesso anno:
(EN)

«The Austrian government has introduced a novelty in postage, which might be introduced with great benefit in all countries. The object is to enable persons to send off; with the least possible trouble, messages of small importance, without the trouble of obtaining paper, pens, and envelopes. Cards of a fixed size are sold at all the post-offices for two kreutzers, one side being for the address and the other for this note, which may be written either with ink or with any kind of pencil. It is thrown into the box, and delivered without envelopes. A halfpenny post of this kind would certainly be very convenient, especially in large towns, and a man of business carrying a few such cards in his pocket-book would find them very useful. There is an additional advantage attaching to the card, namely, that of having the address and postmark inseparably fixed to the note.»
(IT)

«Il governo austriaco ha introdotto una novità in materia postale, che potrebbe essere introdotta con grande beneficio in tutti i paesi. Lo scopo è consentire alle persone di spedire, con il minor fastidio possibile, messaggi di poca importanza, senza la fatica di procurarsi carta, penne e buste. In tutti gli uffici postali vengono vendute cartoline di misura fissa per due kreutzer, un lato è per l'indirizzo e l'altro per questo biglietto, che può essere scritto sia con inchiostro che con qualunque matita. Vengono imbucate e consegnate senza buste. Una posta da mezzo penny di questo tipo sarebbe certamente molto conveniente, specialmente nelle grandi città, e un uomo d'affari che portasse nel suo taccuino alcune di queste carte le troverebbe molto utili. C'è un ulteriore vantaggio legato alla carta, vale a dire quello di avere l'indirizzo e il timbro postale inseparabilmente fissati sul biglietto.»
([3])

La Gran Bretagna infatti seguì ben presto l'esempio austriaco e introdusse la cartolina solo un anno dopo, e così anche la Federazione della Germania settentrionale, insieme agli stati del Württemberg e del Baden; nel 1871 seguirono Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca e Canada. Nel 1871-74 anche Romania, Russia, paesi scandinavi, Spagna, Giappone, Italia, Cile e Francia introdussero il servizio. In Francia già nel 1777 "L'Almanach de la Petite Poste" aveva riferito di un precursore precoce e di breve durata:

"Oggigiorno i biglietti decorati con incisioni vengono spediti per posta come complimenti o auguri nelle occasioni più diverse, con messaggi che chiunque può leggere. Questa nuova invenzione è dell'incisore su rame Demaison ed è molto discussa".[4]

Così fecero gli Stati Uniti, dove il 12 maggio 1873 apparvero le prime cartoline ufficiali con affrancatura di 1 centesimo di dollaro indipendentemente dalla distanza.[5] Tuttavia, già il 27 febbraio 1861 il Congresso degli Stati Uniti aveva autorizzato l'invio di cartoline stampate privatamente con un peso di un'oncia o meno, con una spedizione di un centesimo per distanze di consegna fino a 1500 miglia, e di due centesimi per gli indirizzi più lontani, che fu la primissima autorizzazione ufficiale all'uso delle cartoline in tutto il mondo. Questo fu sfruttato da John P. Charlton di Filadelfia, che aveva le sue cartoline protette da copyright il 17 dicembre 1861, ma nessuna delle sue cartoline stampate venne mai utilizzata. Charlton consentì a Hymen L. Lipman di stampare una seconda serie di cartoline, che portava il nome "Lipman's Postal Card". Il primo timbro postale conosciuto su queste cartoline è del 25 ottobre 1870; il brevetto richiesto da Lipman non fu mai stato concesso.[6]

All'inizio era possibile solo l'uso nazionale delle "carte di corrispondenza", ma con la formazione dell'Unione postale universale, nel 1874, la consegna internazionale divenne presto possibile.[7]





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Sviluppo

Le cartoline con francobollo stampato (meglio chiamate cartoline postali) venivano vendute senza alcuna foto, ma presto i privati iniziarono ad aggiungere le loro foto. Dal 1872 le cartoline prodotte privatamente erano consentite nei paesi europei, e il mittente doveva affrancare con francobolli di valore diverso a seconda delle diverse regioni di indirizzo. Ciò offrì l'opportunità di stampare immagini sulle cartoline, dapprima monocrome, e dalla fine degli anni 1890 in poi a colori e in grandi quantità.
Controversie

La realizzazione della sua proposta attraverso l'ufficio postale austro-ungarico rese Herrmann una personalità ben nota in Europa, ma in seguito la sua paternità della cartolina fu contestata. Nel parlamento tedesco del Reichstag un presidente del governo dichiarò che il direttore delle poste prussiano Heinrich Stephan (poi nominato "von Stephan") aveva espresso questa idea già nel 1865. Alla quinta conferenza postale tedesca a Karlsruhe, nel novembre 1865, Stephan aveva effettivamente distribuito un memorandum privato con un suggerimento simile:"Il presente modulo di lettera non fornisce la semplicità e la brevità sufficienti per un numero considerevole di messaggi".[8] Stephan, tuttavia, non aveva effettivamente proposto la cartolina, ma un foglio postale delle dimensioni di un modulo di trasferimento di denaro, più rigido della carta da lettere e leggermente più grande della normale busta, con un bollo impresso e disponibile presso tutti gli uffici postali. L'affrancatura prepagata doveva essere un groschen d'argento, che era la normale tariffa di affrancatura tedesca. Poiché ciò non avrebbe significato alcuna riduzione delle spese di spedizione, non sarebbe stata una vera innovazione, ma avrebbe solo semplificato la gestione postale. In effetti, la Germania in seguito non introdusse il foglio postale di Stephan, a causa della sua mancanza di privacy, ma una cartolina postale sul modello austriaco. È tuttavia del tutto possibile che Herrmann abbia sviluppato il suo modello rifacendosi alla proposta di Stephan.[9] Lo stesso Heinrich von Stephan non rivendicò mai la paternità dell'idea della cartolina.[10]
Collezionista di canti popolari

L'area di interesse abbastanza diversa di Herrmann era nel campo dell'etnologia: era un importante collezionista di canti popolari della Carinzia, lo stato austriaco da cui proveniva.[11]

La città di Vienna ha dedicato una tomba d'onore a Herrmann nel cimitero di Meidling. La lapide dice: "Der Erfinder der Postkarte", cioè: "L'inventore della cartolina postale". Il nome ufficiale era Correspondenz-Karte.
Cartolina postale del 1875 - vedi nomi ufficiali
Pubblicazioni

Die Theorie der Versicherung vom wirthschaftlichen Standpunkte, Graz 1868
Leitfaden der Wirthschaftslehre, Graz 1870
Miniaturbilder aus dem Gebiete der Wirthschaft, Halle a. S. (Nebert) 1872
Naturgeschichte der Kleidung, Vienna (Waldheim) 1878
Cultur und Natur. Studien auf dem Gebiete der Wirthschaft , Berlino 1887
Technische Fragen und Probleme der Modernen Volkswirtschaft, 1891
Das Geheimnis der Macht., 2ª edizione, Berlino 1896





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuel_Herrmann

 
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Viktor Kaplan



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Viktor Kaplan (Mürzzuschlag, 27 novembre 1876 – Unterach am Attersee, 23 agosto 1934) è stato un ingegnere e inventore austriaco.
Biografia

Kaplan nacque da una famiglia di ferrovieri. Dopo aver frequentato le scuole a Vienna, nel 1895 si iscrisse all'università alla facoltà di ingegneria civile, specializzandosi nei motori diesel a combustione interna. Dal 1900 per un anno svolse il servizio militare a Pola.

Dopo un primo periodo di lavoro a Vienna, nell'ambito dei motori, si trasferì all'università di Brno, come ricercatore nell'istituto di ingegneria civile. Qui a Brno raggiunse il titolo di professore ordinario nel 1909.

Nel 1912 pubblicò il suo più noto lavoro: la Turbina Kaplan, una rivoluzionario motore idrico che ben si adattava alla produzione di energia elettrica. Dal 1912 al 1913 brevettò quattro innovazioni su questa turbina.

Nel 1918 la prima turbina Kaplan fu costruita dalla Storek per un'industria tessile della bassa Austria. Dopo il successo ottenuto su questa prima installazione, l'uso delle Kaplan ottenne una vera espansione e ben presto divenne una delle turbine idrauliche più usate.

Morì ad Unterach am Attersee, in Austria, nel 1934 a causa di un ictus cerebrovascolare.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Kaplan

 
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Johann Lahodny
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Johann Lahodny (...) è un medico, ginecologo e scienziato austriaco. Ostetrico specializzato in oncologia ostetrica, primario di clinica, professore universitario[1], è l’inventore e progettista di diversi interventi chirurgici riparativi mirati a patologie ginecologiche più specificamente legate all’apparato genitale femminile[2] — tra cui l’incontinenza urinaria[3][4][H 1][H 1][H 2] e la discesa dell’organo pelvico[5] o il prolasso genitale[5]. Con sede a Sankt Pölten,[6][H 3][H 4] è anche considerato uno dei maggiori esperti mondiali di ozonoterapia per il suo contributo personale al miglioramento del suo potenziale di guarigione attraverso una nuova tecnica audace — che ha sviluppato e perfezionato — ora nota come OHT o Ozonhochdosistherapie.[A 1][6][7]

Biografia
Carriera

Johann Lahodny ha conseguito il dottorato in ginecologia e ostetricia nel 1965.

Inizialmente esercitava la professione di medico di base e alla fine è stato promosso al rango di capo dei reparti di ginecologia e ostetricia sia dell’ospedale nazionale di Gmünd[2] che dell’ospedale regionale adiacente alla città di Sankt Pölten.[6][H 3][H 4] Nel corso della sua pratica clinica ha sviluppato, rispettivamente, diverse tecniche chirurgiche con finalità riparativa[H 5] mirate a patologie ginecologiche più specificamente legate al sistema riproduttivo femminile[2][H 6], in particolare incontinenza urinaria[3][4][8][H 1][H 2] e discesa dell’organo pelvico[4][8][9][H 1][H 7] o prolasso genitale.[5][A 2]

Nel 1994 è stato nominato professore associato all’Università di Vienna.[1] Nel 1999 ha ricevuto un premio professionale speciale per il suo impegno nel campo della medicina igienica. Dal 1999 al 2003 è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell'American Society for Vaginal Surgery. Dal 2000 al 2005 è stato Presidente della Società Europea di Chirurgia Pelvica. Nel 2002 la Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia gli ha conferito l’onorificenza di socio onorario.

Durante questo periodo, ha pubblicato una serie di articoli scientifici[H 3][H 8][H 4][H 9][10] e diversi libri di ricerca.[H 5]





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Ricerche

Esperto in bioresonanza, Vitalfeld, ossigenoterapia, “terapia di campo tachionica” e microscopia a campo scuro[A 3], dedica quasi tutto il suo tempo libero, gli hobby e le vacanze alla ricerca personale dei diversi tipi di medicina complementare disponibili. Spinto da una passione insaziabile, la sua formazione clinica e accademica gli ha permesso di approfondire la sua conoscenza esponenziale delle terapie alternative per quasi quattro decenni.
OHT: Ozonhochdosistherapie
Paziente che beneficia di una seduta di grande autoemoinfusione[A 4][A 5] in un centro che include l’ozonoterapia nel suo pannello di cura. Il sangue viene dapprima prelevato per infusione per essere raccolto in un flacone di vetro — o in uno specifico materiale flessibile — progettato medicalmente a questo scopo e già contenente un anticoagulante a base di eparina. Il tutto viene immediatamente arricchito con un apporto specifico di ozono purissimo prima di tornare immediatamente — ma lentamente — nella circolazione sanguigna originale.[H 10]

Autofinanziando il proprio lavoro sugli effetti terapeutici dell’ozono medico per quanto riguarda le sue implicazioni e le relative ripercussioni sui mitocondri e sulle cellule staminali, dal 2010 si è concentrato su una forma innovativa di ozonoterapia che sta gradualmente sviluppando.
Idea emergente

Lahodny parte dalla premessa che ogni essere umano è dotato di un gigantesco potenziale di cellule staminali, esse stesse vettori di una sorta di laboratorio simbiotico specificamente dedicato alla riparazione e alla ristrutturazione a seguito di possibili danni collaterali che alterano il corretto funzionamento del corpo e della struttura organica. Il vero progresso della medicina starebbe quindi nell’uso mirato di queste cellule con un potenziale non ancora sfruttato di cui ogni organismo umano sarebbe dotato in abbondanza.[6]
Protocollo

L’evoluzione del trattamento ozonoterapeutico promosso dal Dr. Lahodny consiste, in un certo senso, nel violare le regole restrittive relative al dosaggio pragmatico che tendevano a prevalere fino ad oggi rispetto ad un protocollo abituale ben ancorato agli usi e costumi tradizionali. Infatti, qualsiasi procedura precedente prevedeva di solito una singola iniezione per infusione auto-emoterapica contenente 200 ml di ozono ad una concentrazione di 40ug, dopo di che la sessione terminava. Questo limite concettuale si basava su un credo arbitrario secondo cui il superamento di questo limite di dose — sia in termini di quantità che di concentrazione somministrata — avrebbe probabilmente provocato lo scoppio delle cellule per dissoluzione del sangue, un rischio speculativo le cui conseguenze erano state precedentemente considerate ipoteticamente letali.[6]
Esperimenti

Lahodny divenne scettico nei confronti di un tale a priori, che non era debitamente confermato dai fatti o dall’esperienza clinica, e si impostò come una cavia improvvisata. Per farlo, egli si avventura coraggiosamente — a suo rischio e pericolo — a testare un nuovo protocollo su se stesso. La sua esplorazione consiste nell’aumentare magistralmente — e pericolosamente — la concentrazione e la dose originale spingendo indietro i limiti massimi autorizzati. Egli spinge l’esperimento al punto di eseguire per la prima volta 10 transiti auto-emoterapici in una singola sessione, ogni interazione successiva essendo “accoppiata” a 200 ml di sangue mescolato a 200 ml di gas di ozono rispettivamente portati ad una concentrazione di 70 µg/ml, fornendo così un apporto cumulativo di ozono di 140.000 µg.[7]
Risultati

Nonostante i timori iniziali e, fortunatamente, contro ogni aspettativa, gli esami clinici effettuati in seguito non rivelano anomalie o alterazioni percepibili sia clinicamente che ematologicamente. Lahodny ha quindi deciso di raddoppiare la dose, questa volta eseguendo 20 transiti autoemoterapici successivi simultaneamente in una sola seduta. Così, come in precedenza, ogni interazione contiene 200 ml di sangue prelevati per infusione e poi miscelati con 200 ml di gas di ozono, ciascuno ad una concentrazione di 70 µg/ml, fornendo, attraverso 20 viaggi di andata e ritorno ininterrotti, un apporto totale cumulativo di ozono di 240.000 µg. Anche in questo caso, gli esami di laboratorio rivelano un emocromo senza problemi.[6]
Emulazione sequenziale

La continuazione degli esperimenti precedentemente avviati gli ha anche permesso di osservare una significativa stimolazione dell’attivazione esponenziale delle cellule staminali. Queste cellule, tramite OHT, sembrano vedere la loro rinascita emulata e diretta automaticamente verso qualsiasi lesione o “caos peptidico” che l’organismo segnalerebbe direttamente o indirettamente.[6]
Prospettive future

Sulla base di risultati terapeutici incoraggianti e ricorrenti, Lahodny è convinto che qualsiasi effetto curativo generato da questo trattamento innovativo migliorato deriverebbe essenzialmente dalla vivificazione delle cellule staminali, che vengono in qualche modo “rianimate” dalla stimolazione indirettamente indotta dalla OHT.[6]
Sviluppi

Nel 2014, ha scoperto e perfezionato un nuovo dosaggio — L1 — che ritiene possa attivare la crescita delle cellule staminali e la produzione di adenosina trifosfato (ATP). La sua applicazione può essere riassunta come un “grande autoemoinfusione”[A 4][A 5][A 1] accoppiato con iniezioni di ozono in dosi massicce sia in termini di concentrazione — fino a 70 µg/ml in autoemoinfusioni[A 4][A 5], o anche 80 µg/ml in insufflazione rettale[H 12][A 6] — che in termini di quantità: generalmente 140.000 µg[7], ma a volte fino a 280.000 µg nel trattamento di condizioni più complesse. Grazie a questo approccio innovativo, il Dr. Lahodny afferma di ottenere risultati terapeutici che egli descrive come “eccezionali” nel trattamento di una serie di patologie croniche abbinate a diverse altre condizioni morbose generalmente considerate difficili da curare.[7]




fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Lahodny

 
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Hedy Lamarr


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Hedy Lamarr, pseudonimo di Hedwig Eva Maria Kiesler (Vienna, 9 novembre 1914 – Altamonte Springs, 19 gennaio 2000), è stata un'attrice e inventrice austriaca naturalizzata statunitense.

Dopo l'esordio nel cinema austriaco, e preceduta dallo scandalo del film cecoslovacco Estasi in cui, prima attrice protagonista nella storia del cinema, recitò completamente nuda una scena,[1] a diciotto anni andò a Hollywood per allontanarsi dal nazismo. Divenuta una delle dive del cinema statunitense, fu in genere relegata a ruoli di poca sostanza, trasformandosi in un'icona di bellezza esotica e straniera, europea e anche orientale. Girò circa venticinque film in altrettanti anni, con i maggiori registi e a fianco dei più celebrati attori dell'epoca, fra cui Spencer Tracy, Judy Garland, Clark Gable e James Stewart.

Solo agli inizi del ventunesimo secolo si è conosciuto il ruolo di Lamarr, ex studentessa di ingegneria a Vienna, come inventrice; desiderosa di contribuire alla lotta contro il nazismo non solo partecipando alla vendita di obbligazioni del governo federale americano (come fecero altre star hollywoodiane), sviluppò col compositore George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri, un sistema di modulazione per la codifica di informazioni su frequenze radio verso un apparato che li riceveva nello stesso ordine con il quale erano state trasmesse. Praticamente ignorato durante la seconda guerra mondiale dalla Marina statunitense, fu alla base della tecnologia di trasmissione segnale a spettro espanso, usata nella telefonia e nelle reti wireless. Nel 2014 fu inserita nel National Inventors Hall of Fame statunitense per il suo brevetto (US Patent No. 2,292,387).[2]

Per la sua notevole bellezza è stata spesso definita la donna più bella del mondo e del cinema.[3][4]





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Biografia
Infanzia e adolescenza

Hedwig Kiesler nacque nel quartiere Döbling a Vienna nel 1914 da genitori dell'alta borghesia austriaca: il padre, Emil Kiesler, originario di Leopoli in Polonia (poi diventata parte dell'Ucraina), era un ebreo non praticante e direttore di banca; la madre, Gertrud Lichtwitz, una pianista originaria di Budapest, convertitasi al cattolicesimo. In seguito Hedwig aggiunse altri due nomi, Eva e Maria, a quello ricevuto dai genitori.[5]

Döbling negli anni d'anteguerra era abitato da circa 4000 ebrei e circondato dal Wienerwald. Hedwig frequentò la Döblinger Mädchenmittelschule dove avevano studiato anche le figlie di Sigmund Freud, Sophie e Anna; quest'ultima vi insegnò fino al 1920.[6] In età matura Hedy parlò di anaffettività nel rapporto con i genitori, senza riuscire a evitare di riprodurre lo stesso schema con i propri figli.[7]

Una delle prime fiamme di Hedwig fu un giovane attore emergente, Wolf Albach-Retty, il futuro padre di Romy Schneider.[8] Lei seguì un corso di recitazione con Ernst Arndt,[9] iniziando quindi a frequentare i Sascha Film Studios; nel 1930, a sedici anni, ottenne la sua prima scrittura come attrice nel lungometraggio Geld auf der Straße di Georg Jacoby, il primo film sonoro della casa di produzione. Lamarr non sembrò ricordare il suo primo film; in una sua autobiografia del 1966, più tardi rivelatasi romanzata da un ghostwriter e da lei bollata come falsa,[10] affermò di avere recitato per la prima volta come comparsa nel ruolo di una segretaria in Die Blumenfrau von Lindenau dello stesso regista, girato in realtà l'anno successivo.[11]
Gli esordi
Hedy Kiesler sulla copertina della rivista argentina AD

Sul numero di marzo 1931 della rivista Lichtbild-Bühne, nel quale si esaltano gli occhi "graziosi come un dipinto" dell'attrice che aveva interpretato la segretaria di Die Blumenfrau, apparve una foto di Hedy Kiesler scattata dalla fotografa Trude Fleischmann: un topless in bianco e nero nella cui didascalia l'attrice sedicenne fu definita "una giovane donna di società che ha terminato gli studi e aspira a una carriera cinematografica".[12] Hedy rinunciò ai corsi di laurea in ingegneria che aveva intrapreso e per i quali era ritenuta di un'intelligenza eccezionale. Lo stesso anno fu selezionata dal regista Max Reinhardt, a Vienna per alcune audizioni destinate alla commedia Il sesso debole di Édouard Bourdet, che la portò con sé a Berlino facendola lavorare in teatro. Secondo lo scrittore George Weller, che faceva parte del cast, Reinhardt fu il primo a definire Hedi Kiesler "la ragazza più bella del mondo".[13]

Nell'agosto 1931, dopo la prima di Il sesso debole al Theater in der Josefstadt di Vienna, Hedy si trasferì a Berlino e iniziò a lavorare con Alexis Granowsky, un ebreo fuggito dall'Unione Sovietica dove dirigeva il GOSET, il Teatro Nazionale Ebraico di Mosca. A quel tempo la metropoli tedesca attirava la gente del cinema e dello spettacolo, come Joséphine Baker, Marlene Dietrich e Greta Garbo. Hedy recitò una piccola parte nel primo film tedesco di Granowsky, una commedia sull'ambiente della sinistra tedesca intitolata Die Koffer des Herrn O.F.; il film fu rimesso in circolazione nel febbraio 1932 con il titolo Bauen und Heiraten, con eliminazione di tutti i nomi ebrei dai titoli e il taglio di quasi metà delle scene; quelle in cui compariva Hedy Kiesler non furono eliminate, quasi certamente i censori ignoravano che fosse ebrea.[14] Nello stesso anno ebbe un ruolo secondario in un film di enorme successo, Man braucht kein Geld (Non c'è bisogno di denaro) di Carl Boese: la recensione su Lichtbild-Bühne diceva che Hedy Kiesler era così carina che "te la saresti mangiata".[15]
Estasi

Nel luglio 1932 Hedy Kiesler si recò in Boemia perché scelta come protagonista dal regista cecoslovacco Gustav Machatý, già noto per il lungometraggio Erotikon (1929). Il film che da lungo tempo preparava era Estasi,[16] e la sua partecipazione condizionò la vita di Edwig Kiesler fino alla morte. La ragazza, di 19 anni, imparò in poche settimane la lingua ceca perché la pellicola era girata, come si usava in quegli anni, in tedesco, ceco e francese. In ogni caso, malgrado si trattasse di un film sonoro, le battute di dialogo si riducevano a un quindicina di frasi e lei era doppiata in ceco.[17]

Estasi fu il primo film in cui la protagonista appare nuda,[1] anche se di fronte è solo in topless. L'attrice sostenne di essere stata quasi costretta a recitare la scena del bagno nel fiume, perché il regista le aveva ricordato l'impegno contrattuale, e di non sapere che la sceneggiatura comprendesse il nudo. Si era ritrovata nei Carpazi con una troupe interamente maschile, isolata, con la responsabilità di far fallire le riprese.[18] Le testimonianze della troupe invece rivelano che la giovane Hedy Kiesler sapeva cosa aspettarsi: «In quanto protagonista del film, sapeva che doveva apparire nuda in alcune scene. Non protestò o strillò durante le riprese, e certo nessuno le tolse i vestiti.»[19]

«Siamo privi di parole per rendere l'idea delle qualità di Estasi. È un poema pittorico, una sinfonia di stati d'animo e movimenti espressi con le più evanescenti sfumature della visione e dell'ascolto. Vive di un'armonia e di un ritmo che sono i ritmi crescenti e decrescenti della natura.»
(F. Stein, The Hollywood Spectator, 23 maggio 1936)
Hedy Kiesler in Exstase, dalla rivista argentina AD

Estasi è un film d'autore pubblicizzato con allusioni di pornografia (per la première a Vienna il 18 febbraio 1933, come "un'erotica rappresentazione di disinibiti impulsi sessuali") e fu accolto con disappunto e protesta dagli spettatori in sala. L'aspetto più evidente di trasgressione rispetto alla moralità dell'epoca è il fatto che la protagonista femminile interpretata da Hedy, Eva, non viene punita per avere abbandonato il marito e continua a vivere senza colpe la sua sessualità. In Germania il film in un primo tempo fu proibito (Hitler era diventato cancelliere il 30 gennaio), poi uscì nel 1935 con pesanti censure e con il titolo Symphonie der Liebe. Dopo la morte di Goebbels, una copia della pellicola fu rinvenuta nella sua cassaforte personale, e pare fosse il film preferito anche di Göring, che pure ne possedeva una copia.[20]

Negli Stati Uniti finì sotto processo e il magistrato ordinò la distruzione di una copia sequestrata, ma la casa di distribuzione Eureka Productions vinse in appello. Fu distribuita in 36 copie una versione in cui una voce fuori campo rivela che Eva ha divorziato dal marito ed è quindi libera di risposarsi con Adam.[21] Una nuova versione del film fu giudicata dalla PCA[22] in aperta violazione del production code imposto alla cinematografia nazionale, perché presentava un amore illecito senza valori morali.

Mentre il film, distribuito, destò scandalo, Hedy Kiesler ottenne una parte al Theater an der Wien, nel ruolo della principessa Sissi (Elisabetta di Baviera) dal 23 marzo al 16 maggio 1933; il ruolo fu ripreso da Romy Schneider negli anni Cinquanta, con la regia di Ernst Marischka. Grazie alla fama conquistata sul palcoscenico in questo ruolo, Hedy conobbe il primo marito, l'industriale delle armi Fritz Mandl.





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Il matrimonio e la fuga negli Stati Uniti

Fritz Mandl, che aveva 14 anni di più, era nato da un padre ebreo convertitosi al cattolicesimo per sposare la cameriera di famiglia. Conosciuto come "il re delle munizioni" o anche "mercante di morte", si sarebbe arricchito enormemente vendendo armi a entrambi i contendenti nella guerra di Spagna. Insieme a von Starhemberg, vicecancelliere di Dollfuss, fu uno dei finanziatori delle milizie fasciste Heimwehr; corteggiò Hedy per tutto il tempo in cui fu Sissy finché acconsentì a sposarlo, il 10 agosto 1933. Al matrimonio seguì un lungo viaggio di nozze che toccò il Lido di Venezia, Capri, il lago di Como e diverse località di villeggiatura della Francia.[23]
Hedy Lamarr negli anni trenta

Al ritorno in patria, Hedy si trovò reclusa nel palazzo del marito al n. 15 di Schwarzenbergplatz, senz'altra occupazione che shopping e ricevimenti di lavoro. Tra gli ospiti di casa capitò a volte Benito Mussolini,[24] amico personale di Mandl, deciso a tenere l'Austria fuori dalla sfera d'influenza della nascente potenza nazista, e secondo Hedy anche Adolf Hitler, circostanza molto improbabile. Nell'agosto 1934, Estasi partecipò alla II Festival del cinema di Venezia, dove ebbe gli applausi più lunghi. L'Osservatore Romano lo definì "pellicola pornografica",[25] ma Mussolini brigò per una proiezione privata in casa.

Hedy, che a Venezia sperimentò i primi vantaggi del divismo, si stancò presto della vita da reclusa cui la costringeva il marito. Suo padre Emil Kiesler morì all'inizio del 1935. L'antisemitismo intanto montava in Europa; nel 1936 l'Associazione dei produttori cinematografici austriaci vietò gli ebrei nel cinema. Lei fuggì a Budapest in treno, per continuare a lavorare come attrice, ma Mandl la riportò a casa. La seconda volta, all'inizio del 1937, fuggì da Vienna e riparò in Svizzera. Anche Mandl emigrò quando, dopo l'Anschluss, Hitler nazionalizzò le fabbriche di armi.

Hedy Kiesler trascorse l'inverno 1936-37 a Sankt Moritz, scelta non casuale: qui convergevano in villeggiatura i grandi nomi del cinema europeo, come Billy Wilder e Leni Riefenstahl. Qui conobbe lo scrittore tedesco Erich Maria Remarque, riparato in Svizzera per sfuggire al nazismo; ebbero una relazione terminata nell'estate 1937, quando lui conobbe Marlene Dietrich, il grande amore della sua vita. Hedy si trasferì a Londra; l'anno successivo Mandl ottenne, probabilmente a Parigi, l'annullamento del matrimonio per "motivi razziali".[26]

A Londra c'è Louis B. Mayer, ebreo di Minsk naturalizzato americano, alla ricerca di talenti cinematografici europei da portare negli Stati Uniti. Hedy fa in modo di essere presentata, ma lui ha visto Estasi:

«Con roba del genere a Hollywood non andrai da nessuna parte. Mai. Il culo di una donna è per suo marito, non per gli spettatori. Tu sei carina, ma io devo tenere presente il punto di vista delle famiglie. Non mi piace quello che potrebbe pensare la gente di una ragazza che svolazza per lo schermo a culo nudo.»
(Louis B. Mayer[27])

Hedy rifiuta un contratto da 150 dollari a settimana, poi s'imbarca sul Normandie, il transatlantico che nel settembre 1937 riporta Mayer in America insieme agli artisti reclutati. Finalmente durante il viaggio riesce a stuzzicare l'interesse del produttore, che decide d'investire su di lei; ma ha bisogno di un nuovo nome, per ragioni di attualità politica è meglio non portare un cognome tedesco a Hollywood. È lui a scegliere quindi il suo pseudonimo, che vorrebbe evocare l'attrice del muto Barbara La Marr, il cui battage pubblicitario l'aveva definita «la donna più bella del mondo.»[28] E di lì a breve Hedy Lamarr diventerà davvero per il pubblico cinematografico la più bella del mondo.





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Hollywood

Il 4 ottobre 1937, pochi giorni dopo lo sbarco dal Normandie, Hedy Lamarr firma il contratto con la Lowe's, casa di produzione consociata della MGM. Si sottopone a una rigida dieta che le fa perdere otto chili,[29] perché l'immaginario americano preferisce una figura più snella; dopo di che rimane praticamente inattiva per mesi. Mayer vuole fare di lei la nuova Greta Garbo e ha il progetto di mettere in produzione il remake di tutti i film dell'attrice svedese.

Agli inizi del 1938 riesce ad arrivare tramite l'attore inglese Reginald Gardiner, con il quale ha una breve relazione, al regista John Cromwell che sta per girare una versione americana di Il bandito della Casbah (1937), grandissimo successo con Jean Gabin. Impossibile portare sul grande schermo la sensualità e la libertà morale dell'originale francese, a meno di scontrarsi con il production code, per cui Un'americana nella Casbah risultò alla fine un film decisamente differente. Se il remake risulta deludente, con Charles Boyer poco convincente nel ruolo di Pépé le Moko creato da Jean Gabin e Hedy pressoché inerte sullo schermo, risulta interessante la componente visuale che anticipa l'estetica del film noir.[30]

A partire da questo suo primo film americano si precisano le caratteristiche del personaggio Hedy Lamarr: una recitazione statica che già si è prefigurata a partire da Estasi, con l'attrice che si offre alla macchina da presa lasciando che sia l'obiettivo a fare il suo lavoro, e un look che per vent'anni diventa il suo marchio di fabbrica,[31] capelli lunghi fino alle spalle, pettinati a onda, separati da una scriminatura centrale, e un viso di simmetria perfetta, le sopracciglia a formare due archi perfetti sulla carnagione chiara. Il fotografo George Hurrell si lamenta di non riuscire a tirare fuori da lei ciò che vorrebbe a causa della sua staticità, che definisce incapacità di immedesimazione.[32]
Hedy Lamarr (dx) con Charles Boyer e Sigrid Gurie nel film Un'americana nella Casbah

Mayer e il sistema di Hollywood decretano che quella di Hedy Lamarr è una bellezza esotica, massima icona della vecchia Europa con sfumature persino mediorientali; il suo fascino agisce non solo sugli uomini, che rimangono senza fiato in sua presenza, ma anche come modello che fa sentire più a loro agio le donne nel ruolo femminile: l'emancipazione della donna americana si è infatti sviluppata fino agli anni trenta all'inseguimento di un'eguaglianza impossibile, invece Hedy Lamarr rappresenta il ritorno del fascino femminile, mediato dall'ambientazione di decadenza fantastica di Un'americana nella Casbah.[33]

Louis B. Mayer e i suoi decidono che Hedy Lamarr ha un'aria esotica, e di conseguenza per il film successivo, che nelle intenzioni dovrà avere più successo, la vogliono in una scenografia insolita, "in Cina o in qualche posto del genere". Viene scritturato il regista austriaco Josef von Sternberg con una sceneggiatura raffazzonata intitolata New York Cinderella e un cast che comprende Spencer Tracy, ma poco dopo l'inizio dei lavori la Germania invade e annette l'Austria. Gli austriaci di Hollywood sono naturalmente preoccupati. Come se non bastasse, il 4 marzo 1939 Hedy Lamarr sposa in Messico lo sceneggiatore Gene Markey con il quale acquista una casa a Beverly Hills.[34] New York Cinderella finisce nel dimenticatoio.
In La signora dei tropici, 1939

Fallito il progetto, gli uomini della MGM pensano ad altro, sempre partendo dall'idea di un'ambientazione esotica che già comincia a caratterizzare il personaggio. Lo sceneggiatore Ben Hecht propone un adattamento della Manon Lescaut di Giacomo Puccini in ambientazione orientaleggiante, che prevede la trasformazione di una Hedy Lamarr dall'immagine aristocratica della vecchia Europa:

«C'era una scena in una radura, dopo una marcia nella giungla, in cui i miei vestiti erano piuttosto succinti; anche questo mi attirava. Ero stata una "signora" già abbastanza a lungo. Volevo un po' di sex appeal»
(Hedy Lamarr[35])

In La signora dei tropici (1939) di Jack Conway, Hedy Lamarr interpreta il ruolo di Manon de Vargnes, una bellezza meticcia che a Saigon sogna di sposare un uomo che la porti a Parigi. Il production code impone che una storia d'amore inter-razziale non possa finire bene; Manon spara a un uomo per salvarne un altro, quindi si toglie la vita.

Improvvisamente viene riesumato il progetto di New York Cinderella, che dopo l'abbandono di von Sternberg per il contrasto con Hedy diventa Questa donna è mia (1940) di W. S. Van Dyke, melodramma noioso e pesante che nemmeno gli attori (il protagonista maschile è Spencer Tracy) riescono a riscattare[30]. Quando il film viene distribuito nelle sale il 2 febbraio 1940, la guerra in Europa è già da sei mesi una realtà. L'imperativo per Hedy Lamarr è adesso quello di non apparire troppo straniera, specialmente perché viene dal paese in cui è nato Hitler. Seguendo le indicazioni della produzione, sottolinea le abitudini imparate nel Stati Uniti, come portare i capelli lunghi e senza cappello, indossare meno gioielli, mangiare gelati e fare lunghe conversazioni telefoniche.[36] Nella primavera 1940 appare la prima edizione del fumetto Batman che presenta come antagonista il personaggio di Selina Kyle, conosciuta come Cat, in seguito Catwoman; il suo autore Bob Kane è un ammiratore della bellezza felina di Hedy, e il personaggio è chiaramente ispirato all'attrice austriaca e a Jean Harlow.[37] Anne Hathaway, che interpreta Catwoman nel film Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises, 2012, di Christopher Nolan), ammette di essersi ispirata a Hedy Lamarr per entrare nella parte.[38]
La pubblicità di Corrispondente X

Il 4 settembre 1940 Hedy presenta istanza di divorzio da Gene Markey per "crudeltà mentale".[39] Rimane con lei il figlio adottivo James, che nel 1961 sosterrà di aver scoperto di essere il figlio naturale di Hedy Lamarr e del terzo marito John Loder.

Gli anni trenta si chiudono per l'attrice con due film: La febbre del petrolio (1940) ancora di Jack Conway, e Corrispondente X (1940) di King Vidor. Il primo è uno dei preferiti di Hedy Lamarr; Mayer vuole girarlo in bianco e nero dopo il colossale sforzo economico in technicolor di Via col vento (1939). Si tratta di una delle prove di recitazione più brillanti dell'attrice, alla quale sono affidate le battute migliori, e che insieme a Clark Gable e Spencer Tracy riesce a sostenere l'attenzione dello spettatore.[30] Corrispondente X è invece un vero e proprio infortunio nella brillante carriera di regista di King Vidor, pieno dei peggiori luoghi comuni sull'Unione Sovietica (che al tempo ha stretto con la Germania il patto Molotov-Ribbentrop).[30] Ideato come esplicito richiamo a Ninotchka, il successo di Ernst Lubitsch dell'anno precedente che è stato un grande successo di recitazione di Greta Garbo, viene affidato alla scrittura dello stesso sceneggiatore, Walter Reisch, giunto negli Stati Uniti sulla medesima nave di Hedy, il Normandie. Ambientato totalmente in Unione Sovietica, vede l'attrice nel ruolo di una guidatrice di tram che si fa passare per uomo in modo da aggirare le regole del sindacato. Suo padre propone a un giornalista occidentale, interpretato da Clark Gable, di portarla via dal paese.




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Gli anni cinquanta

Nel 1951 Hedy recita con Bob Hope in L'avventuriera di Tangeri, per la regia di Norman Z. McLeod, parodia dei film di spionaggio che vuole richiamare esplicitamente sia Casablanca che Un'americana nella Casbah; resosi conto delle qualità della sua partner, il comico cerca di ridimensionarne il ruolo nella versione finale.[55] L'11 giugno 1951 Hedy sposa lo svizzero Teddy Stauffer e si trasferisce insieme ai tre figli a vivere con lui ad Acapulco, in Messico, dove l'uomo gestisce un famoso night club; qui proclama l'intenzione di tirarsi fuori dallo star system, poi sembra ripensarci per tornare alla produzione diretta, una serie televisiva messicana dedicata ai grandi amori nella storia. Ma i figli si adattano male al clima tropicale, il primogenito James si trasferisce a studiare in California e perde i contatti con la madre adottiva.
Sansone e Dalila

Nel marzo 1952 Hedy avvia la causa di divorzio da Stauffer, quindi torna con i due figli minori a Los Angeles. Durante una vacanza a Roma nel 1952 si parla di un suo possibile fidanzamento con Gianni Agnelli. Il progetto degli amori storici diventa un film di tre episodi, concentrati su Elena di Troia, Genoveffa di Brabante e Giuseppina di Beauharnais, con George Ulmer come direttore. I fondi provengono dal magnate texano del petrolio W. Howard Lee, che nel 1953 diventa il quinto marito di Hedy Lamarr. La lavorazione è tesa, Hedy arriva sul set accompagnata dallo psichiatra e litiga con il regista, che abbandona il film, sostituito dal francese Marc Allégret.[56] In Italia viene distribuito con il titolo L'amante di Paride, attribuito alla regia del solo Allégret e limitato all'episodio di Elena di Troia. In Spagna e Francia viene distribuito in versioni differenti, la prima definitiva è quella uscita negli Stati Uniti.

Nell'agosto del 1955 Hedy torna per la prima volta in visita a Vienna, accompagnata dal marito. La comunità ebraica della capitale austriaca è stata deportata e distrutta. Nello stesso anno Hedy denuncia il furto di suoi gioielli per un valore di 250.000 dollari, che riappariranno inspiegabilmente in casa dopo tre settimane.[57] La coppia vive a Houston in Texas. Nel 1957 appare in L'inferno ci accusa di Irwin Allen, in un episodio del quale interpreta Giovanna d'Arco e in cui appaiono per l'ultima volta i tre fratelli Marx. Nello stesso anno recita in quello che diventerà il suo ultimo film, L'animale femmina (1957), per la regia di Harry Keller, in uno dei ruoli classici che Hollywood affida alle star che invecchiano: quello di un'attrice sul viale del tramonto.

Da questo momento in poi Hedy Lamarr compare soltanto in televisione, partecipando a salotti dedicati al pubblico del piccolo schermo. A partire dalla fine degli anni cinquanta, Hedy è sempre più in preda a un disorientamento e a una confusione che attribuisce alla propria condizione di emigrata senza radici.[58] Nell'agosto 1958 si separa dal marito e torna a Los Angeles, ma nella causa di divorzio ottiene molto meno denaro di quanto sperasse.
Gli anni sessanta
L'amante

Hedy Lamarr avrà una sua personale rivincita nel 1962, quando la tecnica da lei ideata con Antheil sarà adottata dagli Stati Uniti (con il nome di CDMA, Code Division Multiple Access) come sistema di comunicazione a bordo di tutte le navi impegnate nel blocco di Cuba, circa tre anni dopo che il brevetto è scaduto.

Il 4 marzo 1963 Hedy Lamarr si sposa per l'ultima volta; il marito è l'avvocato Lewis Bojes Jr.. Lontana dagli schermi, l'attrice si mette a dipingere ma a partire da maggio 1964 si reca due o tre volte la settimana dallo psichiatra Henry Hamilton. Il 10 maggio 1965 avvia l'ultima causa di divorzio della sua vita, ottenendo per gli alimenti una cifra molto limitata che la costringe a forti ristrettezze economiche.[59] Il suo stato mentale peggiora, la sua vita diventa una lunga sequenza di cause legali.

Nel 1965 firma un contratto con la casa editrice Bartolomew House per pubblicare la propria autobiografia in cambio di 200.000 dollari. Registra 50 ore di interviste per un testo che verrà scritto da Leo Guild, il cui titolo Ecstasy and Me è già propagandato dall'attrice a partire dal 1959.[60] Ottiene finalmente una scrittura per un nuovo film, La bambola di pezza (Picture Mommy Dead, 1966), per la regia di Bert I. Gordon, al quale si prepara con apprensione. Ma il 27 gennaio 1966 l'equilibrio di Hedy Lamarr si spezza. Profondamente turbata dalla visione del film L'uomo del banco dei pegni (1964) di Sidney Lumet, che racconta la realtà dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, Hedy accusa vertigini e viene fermata in auto da un poliziotto; più tardi viene scoperta da un detective di un supermercato a trafugare pochi oggetti, un vestito e qualche mutandina, trucchi economici e biglietti d'auguri di carta. Lei si difende sostenendo che pensava avesse pagato l'uomo che è con lei, il manager Earl Mills, ma la direzione del negozio chiama la polizia. Hedy finisce al carcere femminile e deve pagare una cauzione di 500 dollari per uscire.[61]
Hedy Lamarr nel 1944

La notizia finisce sulle prime pagine di tutti i giornali, Hedy perde il ruolo nel film e dimostra una coerenza mentale sempre più labile. Sostiene di aver finto di essere cleptomane come strategia di lancio pubblicitario. Il processo si svolge tra il 19 aprile e l'11 maggio 1966, Hedy viene assolta e proprio lo stesso giorno il film Exstase viene di nuovo distribuito negli Stati Uniti, con il titolo Ecstasy e i rari dialoghi tradotti in inglese. Nel settembre dello stesso anno l'attrice cita in giudizio la sua casa editrice per la sua autobiografia che giudica "falsa, scandalosa e volgare".[62] Chiede un risarcimento di 9.600.000 dollari, perché il materiale delle interviste è stato sostanzialmente alterato in senso scandalistico. Alla fine si concorda una transazione, e il libro continua a uscire senza tagli, nella versione che d'altronde Hedy Lamarr ha controfirmato in ogni pagina su manoscritto. A fine 1967 Ecstasy and Me raggiunge il primo posto nella classifica best seller del New York Times.

L'elemento significativo nella vita di Hedy Lamarr, così come emerge dalla sua presunta autobiografia, è la straordinaria bellezza che la condiziona profondamente; al tempo stesso, Hedy ha bisogno di attrarre gli uomini come conferma alla propria identità, e ricambia la loro ammirazione avendo rapporti sessuali con loro.[63]

«La capacità, da lei stessa ammessa, di raggiungere rapidamente e felicemente l'orgasmo indica una reazione naturale alla sessualità priva di complicazioni. La sua curiosa ricerca di ambientazioni per i suoi giochi d'amore e l'ingenuo piacere provato in occasione di episodi sessuali inattesi, la pone in una posizione psicologicamente inattaccabile.»
(Philip Lambert, prefazione a Ecstasy and me)

A fine anni sessanta, mentre si accorge di perdere l'unica certezza della sua vita, la propria bellezza, Hedy Lamarr è sempre più spaesata a Hollywood, dove si sente una straniera senza radici. I figli non vivono più con lei: James è a Milwaukee, Denise si è sposata nel 1965 e Tony ha cominciato a lavorare a Broadway. Nell'agosto 1967 Hedy denuncia un riparatore di fotocopiatrici di nome Donald Blythe di averla violentata; i due si vedono da almeno sei mesi, lui sostiene che lei era consenziente. Hedy sarà condannata a un risarcimento malgrado ritiri la denuncia.[64]

Hedy Lamarr lascia definitivamente la California nell'ottobre 1968 e si trasferisce a New York; i suoi beni vengono venduti all'incanto in un'asta della durata di quattro giorni che frutta un incasso di 300.000 dollari.





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Gli anni settanta e ottanta

Nel 1971 Hedy Lamarr denuncia per violenza sessuale un tecnico dell'aria condizionata che ha eseguito una riparazione nel suo alloggio di New York, ma anche questa volta viene condannata a un risarcimento. Si trasferisce al Blackstone Hotel di Manhattan dal 1972 al 1975. Cita in giudizio Mel Brooks che nel suo film Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles, 1974) ha inserito un personaggio di nome "Hedley Lamarr", interpretato da Harvey Korman; chiede 10.000.000 di dollari, ma alla fine si accontenta di un risarcimento di 1.000 e delle scuse del regista.[65] Nel 1975 subisce un'operazione per la rimozione della cataratta, è solo l'inizio dei gravi problemi alla vista che la porteranno alla quasi cecità al momento della morte, 25 anni dopo.

Il 3 febbraio 1977 muore sua madre Gertrud Lichtwitz, che viveva a Los Angeles con il nipote Tony; tra madre e figlia non c'è mai stato uno stretto rapporto. Sempre più cieca, Hedy vive in un appartamento sporco e trasandato in un palazzo chiamato Renoir Arms nel signorile Upper East Side di Manhattan.[66] Nel luglio 1981 si sottopone a una nuova operazione agli occhi con il trapianto del cristallino, la sua vista migliora. Per diversi anni passa le vacanze ai tropici, un mese e anche più sull'isola di Aruba.

Nel 1985 viene tolta la qualifica di segreto militare al sistema CDMA basato sul brevetto Kiesler/Antheil, proprio nel momento in cui è in pieno sviluppo la telefonia cellulare che ha bisogno di uno standard tecnologico. Il concetto cardine di suddivisione di un ampio campo di frequenze in più canali trova oggi applicazione non solo nella crittografia o in scopi militari, ma anche nella telefonia mobile e nei sistemi informatici wireless. Da allora sono stati registrati oltre 1.200 brevetti riguardanti la tecnologia spread spectrum.

Verso la fine del decennio Hedy Lamarr si trasferisce in un residence per anziani a Altamonte Springs nello stato di Florida.
Gli anni novanta e la morte
Il luogo in cui sono state sparse le ceneri di Hedy Lamarr nel Wiener Zentralfriedhof (Gruppe 33 G, tomba n. 80)

Nel 1991 viene nuovamente arrestata per furto di oggetti di un valore di 21,48 dollari. Ma dal momento in cui si è sollevato il segreto militare sul suo brevetto degli anni quaranta, la notizia si diffonde e cominciano a moltiplicarsi i riconoscimenti: dalla Lockheed, dall'Electronic Frontier Foundation, dall'Inventors Club of America, infine la medaglia Kaplan, la più prestigiosa onorificenza austriaca per un inventore, nell'ottobre 1998. Ma a 84 anni Hedy non è più in grado di recarsi a Vienna per ritirarla.[67] In suo onore, il 9 novembre (data del suo compleanno) viene proclamato Giornata dell'Inventore (Tag der Erfinder) in Germania, Austria e Svizzera.

Nel 1998 Hedy vince una causa contro la Corel Corporation che ha usato senza licenza il suo volto per la pubblicità del proprio software di grafica vettoriale CorelDRAW, e ottiene un risarcimento di 5.000.000 di dollari. Nell'ottobre 1999 si trasferisce nella sua ultima abitazione a Casselberry, alla periferia della città di Orlando (Florida). Nello stesso anno risponde a un questionario di Proust sottoposto dalla rivista Vanity Fair, una serie di domande per conoscere gusti e aspirazioni personali; vi si deduce che la sua occupazione preferita è giocare a poker, il viaggio preferito è esplorare la vita, il grande amore della sua vita è il padre, il suo più grande successo è essere stata genitore, i periodi più felici quelli tra un matrimonio e l'altro, gli scrittori favoriti Khalil Gibran e Tennessee Williams, il personaggio di fantasia preferito Bart Simpson, che il modo in cui preferirebbe morire è dopo un rapporto sessuale.[68]

Hedy Lamarr muore per attacco cardiaco la notte del 19 gennaio 2000 davanti alla televisione, con una maschera per gli occhi sulla fronte. Assecondandone la volontà, il figlio Anthony Loder porta in Austria le sue ceneri e le disperde nella Selva





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Hedy_Lamarr

 
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