| L'aspetto letterario
Il Libro di Urantia è stata apprezzato da alcuni come una forma di fantascienza, romanzo storico o fantasia. Esso si distingue per il suo alto livello di coerenza interna e uno stile di scrittura avanzato. Lo scettico Martin Gardner, in un libro molto critico nei confronti del "Il Libro di Urantia", scrive che è "molto fantasioso" e che "supera in fantasia la cosmologia di qualsiasi altro lavoro di fantascienza da me conosciuto"[18].
Le Parti I, II, e III sono scritte principalmente in linguaggio espositivo. I documenti sono informativi, dati di fatto, e didattici. La Parte IV del libro è una biografia della vita di Gesù, e alcuni sostengono che sia una narrazione ricca di personaggi ben sviluppati, l'attenzione ai dettagli, una fitta trama, e un dialogo realistico. Considerato alla stregua di letteratura, la IV Parte è notevolmente arricchita rispetto ad altre narrazioni della vita di Gesù, come ad esempio The Gospel According to Jesus Christ di José Saramago e Behold the Man di Michael Moorcock. Martin Gardner ritiene questa IV Parte un "lavoro ben scritto, speciale e impressionante", e dice: "Esso è particolarmente accurato nella sua storia perché proviene direttamente da esseri superiori in grado di sapere, o si tratta di un'opera di fantasia fertile derivante da qualcuno che conosceva molto bene il Nuovo Testamento a memoria e che è stato anche impegnato nello studio e conoscenza dei tempi in cui visse Gesù"[19]. La sua valutazione è che il racconto sia un lavoro avente paternità umana. Interpretazioni critiche Critiche sull'affermazione di rivelazione
La pretesa della rivelazione del Libro di Urantia è stata criticata per vari motivi. Gli scettici, come Martin Gardner, affermano che sia un prodotto degli sforzi umani, piuttosto che una rivelazione, perché una parte della sua scienza è imperfetta. Infatti il libro non supporta alcuni principi del cristianesimo, come la dottrina dell'Espiazione, e al tempo stesso presenta un resoconto della vita di Gesù, assente nel Vangelo. Anche altri con punti di vista cristiano hanno sostenuto non può essere vero[20].[21]
Altri critici hanno ritenuto sia troppo lunga, complessa e burocratica, un insieme di oltre 2.000 pagine, quasi il doppio della lunghezza della Bibbia.[22][23] La critica sulla scienza
Nel Capitolo 101, "La Natura reale della Religione," gli autori scrivono:
«Noi sappiamo benissimo che, mentre i fatti storici e le verità religiose di questa serie di esposizioni rivelatorie sussisteranno negli archivi delle ere future, nel giro di pochi anni molte delle nostre affermazioni riguardanti le scienze fisiche avranno bisogno di una revisione in conseguenza di ulteriori sviluppi scientifici e di nuove scoperte. Questi nuovi sviluppi noi li prevediamo già adesso, ma ci è proibito includere tali fatti non ancora scoperti dagli uomini nelle esposizioni della rivelazione. Sia chiaro che le rivelazioni non sono necessariamente ispirate.»
Gli scettici come Martin Gardner vedono la scienza de Il libro di Urantia come un chiaro riflesso di punti di vista che ha prevalso nel momento in cui il libro ha avuto origine. L'ammissione da parte degli autori del libro che non debba essere presa in considerazione nessuna scoperta scientifica, sarebbe vista come un chiaro stratagemma per impedire agli eventuali errori di essere respinta in seguito. Tale presentazione scientifica non presentata nel dopo-1955 viene presa come una prova che il libro venne scritto da esseri umani e non da esseri celesti con una conoscenza superiore. Esempi di critiche per quanto riguarda la scienza ne Il libro di Urantia, includono:
La formazione descritta del sistema solare è in linea con l'ipotesi del Planetesimo di Chamberlin-Moulton. Anche se fu popolare nella prima parte del XX secolo, dai primi anni del 1940 è stata scartata, e la spiegazione scientifica attualmente accettata per l'origine del sistema solare è basata sull'ipotesi nebulare. In base alle descrizioni del libro, l'universo è di centinaia di miliardi di anni e si espande e si contrae periodicamente - "respira" - con fasi di 2 miliardi di anni di intervallo. Osservazioni attuali suggeriscono che la vera età dell'universo è circa 13,7 miliardi di anni, e non ci sono cicli di espansione e contrazione. Il libro non è in linea con il concetto della Teoria del Big Bang. Nel capitolo IV del Fascicolo 15 del Libro di Urantia, Andromeda ha una distanza di "quasi un milione di anni luce" dal nostro pianeta; in base alle scoperte contemporanee degli astronomi Hubble e Shapley, oggi è ben noto che questa galassia, M31, è distante di 2,537 milioni di anni luce. Secondo il Fascicolo 58, la vita è stata impiantata 550 milioni di anni fa, ma gli scienziati hanno trovato prove di vita batterica e fossili stromatoliti in Australia fino a 3,5 miliardi di anni. Nel 2002 un risultato di grafite e uno studio successivo su roccia di carbone metamorfica però, presentano tracce di più giovani particelle di carbonio che contaminarono la roccia metamorfica più antica, mettendo in discussione la valutazione della prima prova scientifica, e ritornando quindi all'ipotesi di una più antica origine. Si crede che una particella fondamentale chiamata "Ultimatone" sia alla base dell'elettrone, composto così da 100 ultimatoni. La particella non è stata ancora scoperta né è supportata da moderni studi sulla fisica delle particelle. Il libro sembra ripetere l'idea prevalente al momento della sua origine, secondo cui un lato del pianeta Mercurio è sempre rivolto verso il Sole a causa del blocco delle maree. Nel 1965, radioastronomi hanno scoperto che Mercurio ruota in realtà abbastanza veloce in tutti i lati, per vedere la sua esposizione al sole.
«I pianeti più vicini al Sole sono stati i primi ad avere rallentate le loro rivoluzioni, per l'attrito delle maree. Tali influenze gravitazionali hanno contribuito anche, alla stabilizzazione delle orbite planetarie, mentre agiscono da freno alla velocità di rivoluzione planetaria-assiale, causando una lenta rotazione del pianeta fino a quando tale rivoluzione assiale cessa, lasciando un emisfero del pianeta sempre rivolta verso il Sole o di un corpo più grande, come è dimostrato dal pianeta Mercurio e dalla Luna, i quali rivolgono sempre la stessa faccia verso la Terra.»
Si dice che alcune specie si siano evolute da una singola mutazione genetica senza transizione di specie. La teoria nasce con il botanico olandese Hugo de Vries, ma, nonostante il punto di riferimento del documento pubblicato nel 1972 dai paleontologi Niles Eldredge e Stephen Jay Gould, molto scetticismo persiste in questa ricerca, ora conosciuta come la Teoria degli equilibri punteggiati. Nel Libro si possono trovare controverse dichiarazioni sulle razze umane. I sostenitori di questa tesi affermano che la critica si è verificata decontestualizzando certi brani. Gardner ritiene che William S. Sadler, autore di alcuni trattati di eugenetica, era anche implicato nella pubblicazione del libro, e in questo modo, tali idee vennero veicolate.
Meredith Sprunger, un credente Liberal religion del Libro di Urantia in pensione e ministro della Chiesa unita di Cristo scrive, "la ricerca ha rivelato che la quasi totalità del materiale scientifico trovato nel Libro di Urantia era già a conoscenza della comunità scientifica di quel periodo, o era preso in considerazione da alcuni scienziati di quel tempo, o stava per essere scoperto o riconosciuto"[24]. Egli argomenta contro la sua infallibilità letterale e che il fondamentalismo del libro è "altrettanto insostenibile come fondamentalismo biblico".[24] Una controversia che è nata tra lettori e Gardner riguarda la data di pubblicazione del libro, i primi ritengono che esso abbia anticipato profeticamente i progressi scientifici, mentre il secondo afferma che nel ventennio che va dal 1935 al 1955 (pubblicazione del libro), tali scoperte potrebbero essere percepite come profetiche, quando invece potrebbero essere stati aggiunti successivamente e prima della pubblicazione. Ad esempio, viene descritto il ruolo di catalizzatore che il carbonio gioca nelle reazioni nucleari del sole, anche se l'annuncio di Hans Bethe della scoperta non è stato fatto fino al 1938.
L'unica anticipazione della scienza che apparentemente viene svelata, secondo Gardner, è quando si parla del magnetismo in possesso dei piccioni viaggiatori: "L'umanità non è del tutto ignara di questo senso in quanto possesso consapevole"(Fasc. 34.4.13). Nel 1980 uno zoologo britannico, Robin Baker, ha pubblicato la prova che gli esseri umani hanno un limitato senso magnetico[25].
Mark McMenamin, professore di geologia, cita una sezione del libro che descrive un supercontinente miliardi di anni fa, che poi si divise, formando bacini oceanici dove si sviluppò presto vita marina. Egli dice: "Questo passaggio incredibile, scritto nel 1930, anticipa i risultati scientifici che in realtà non compaiono nella letteratura scientifica fino a molti decenni dopo". McMenamin afferma inoltre, "Sicuramente sto facendo una selezione nella mia scelta di citazioni, ma ci sono pagine e pagine di materiale scientificamente insostenibile ne Il libro di Urantia"[26].
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