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| Un esempio di ragione condivisa
Poniamo il caso di una moglie (ma potrebbe anche essere un marito) che mostra un atteggiamento freddo nei confronti del marito, e non permette di essere avvicinata, se non in rare occasioni.
Crea un clima di distanza in casa, c’è poca comunicazione e pochissima condivisione.
Verrebbe spontaneo stabilire che la colpa, se le cose vanno male nel rapporto, è sua.
La risposta è sì, se lei conosce la sua parte di responsabilità, e non fa assolutamente nulla per migliorare la situazione, né si fa aiutare per la sua specifica parte del problema, mentre, magari, il marito cerca di collaborare e fa un lavoro su sé stesso, (seguito da uno specialista, non fai-da-te), per cambiare le parti di lui che sono di ostacolo alla sua stessa felicità, e a quella dei suoi cari.
No, in caso contrario: né se è lei a darsi da fare per cambiare la situazione, ma il marito non la segue e non si prende la sua parte di responsabilità, né se nessuno dei due è consapevole della propria parte del problema.
Di certo c’è che all’interno di una coppia, il problema è sempre di entrambi, mai di uno solo, come spesso molti coniugi pretendono che sia.
Il problema è sempre di entrambi, mentre la ragione potrebbe anche essere in capo ad uno solo dei due.
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