IL FARO DEI SOGNI

Liguria

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Liguria
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La Liguria (AFI: /liˈɡurja/; Ligûria in ligure) è una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia nord-occidentale di 1 509 805 abitanti, con capoluogo Genova.

È bagnata a sud dal Mar Ligure, a ovest confina con la Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord con il Piemonte e con l'Emilia-Romagna e a sud-est con la Toscana.

La regione fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo.confini della regione amministrativa attuale, coincidono in gran parte con l'area governata dalla Repubblica di Genova, e sono stati raggiunti nel 1859-1860, quando le province di Genova e Porto Maurizio arrivarono a un'estensione simile a quella della regione attuale.

Il termine "Liguria" per indicare questa area si affermò solo nel corso dell'età contemporanea: fino a tutto il XIII secolo e per gran parte del XIX, fu "genovesato" il nome utilizzato per indicare il territorio della repubblica marinara, e i suoi abitanti chiamavano sé stessi "genovesi".

Liguria invece, fino a quel tempo era una parola del linguaggio erudito, ed era usata per indicare una regione dell'epoca romana, più estesa dell'attuale Liguria, di cui l'odierna regione con capoluogo Genova costituiva solo una parte.

Fino al 1860 la circoscrizione amministrativa della Liguria, facente parte dal 1815 del Regno di Sardegna, comprendeva anche la Contea di Nizza, ceduta poi alla Francia a seguito del trattato di Torino del 24 marzo 1860 con l'eccezione del circondario di Sanremo e di quello di Porto Maurizio, entrati a far parte del Regno d'Italia.

Secondo un luogo comune, la Liguria sarebbe stretta tra il mare e le catene montuose delle Alpi e dell'Appennino: di conseguenza la regione potrebbe essere ridotta a due fasce costiere, a est e a ovest di Genova: la Riviera di Ponente e la Riviera di Levante.

In realtà, la Liguria comprende anche grandi porzioni di territorio tributarie del bacino del Po a nord del crinale alpino-appenninico (circa il 28% della superficie regionale appartiene al bacino padano) e quasi tutto il retroterra marittimo, il lungo tratto di litorale compreso tra gli storici confini con la Francia (Rio San Luigi presso Grimaldi di Ventimiglia) e la bassa valle del Magra nei dintorni di Sarzana e Aulla (MS): questo confine orientale appare tuttavia meno definito, poiché coincide solo in parte con il basso corso del fiume Magra e include parte della piana litoranea di Luni.

A un criterio amministrativo (secondo cui sarebbe da considerare amministrativamente ligure almeno tutto ciò che è posto a sud del crinale alpino-appenninico nel tratto Grimaldi-Mortola/Passo del Bracco) si sottraggono alcune aree marginali del territorio della Liguria "fisica", che per ragioni storico-politiche appartengono ad altre amministrazioni regionali o statali; è il caso della media e alta Val Roia (a lungo contesa tra Repubblica di Genova, Ducato di Provenza e Ducato di Savoia e ora amministrativamente francese, dopo essere stata ligure e piemontese) e delle alte valli dei torrenti Pennavaira e Neva (con i borghi di Alto, Caprauna e Cerisola che, pur rimanendo nella sfera di influenza economico-commerciale della città di Albenga, sono stati lungamente controllati dal Ducato di Savoia e poi inclusi nella Provincia di Cuneo).

Alla Liguria è legato storicamente e linguisticamente l'Oltregiogo in provincia di Alessandria con Novi Ligure, Ovada, Arquata Scrivia che comprende parte delle valli Orba, Lemme, Scrivia, Borbera e Spinti.


L'Oltregiogo fu parte della Repubblica di Genova fino al 1797, poi della Repubblica Ligure fino al 1805 e dopo la restaurazione della Provincia di Novi, parte della Divisione di Genova.

Venne annesso al Piemonte dopo il decreto Rattazzi del 1859.


L'isola di Capraia fu parte della Liguria fino al 1925 e dell'Arcidiocesi di Genova fino al 1977.

La Liguria è una regione di grande richiamo turistico per le sue bellezze antropiche e naturali, tra le quali spiccano - a ponente - la Riviera dei Fiori e - a levante - Portofino, le Cinque Terre e Porto Venere.


Lanterna_di_Genova_


La Lanterna di Genova, simbolo del capoluogo


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Etimologia




Sull'origine del termine "Liguria" ci sono due principali ipotesi:

I Greci chiamavano i Liguri lígyes ("Λίγυες"), da cui il latino Ligures, derivato da lígys ("Λίγυς") dal significato di "stridolo", "risonante", probabilmente in riferimento alle grida che i Liguri erano soliti emettere prima di combattere oppure al forte rumore delle onde che sbattevano sugli scogli durante le tempeste.


Secondo un'altra ipotesi il nome "Liguri" deriva dalla radice mediterranea *liga- dal significato di "melma", "fango", "palude". Secondo questa ipotesi, in origine i Liguri, stanziati nei pressi dell'attuale città di Marsiglia, a causa delle invasioni dei Celti dovettero migrare più a est, nei territori protetti dalle Alpi.


Proprio qui avrebbero fondato una città, che durante il Medioevo verrà chiamata Prata Liguriae e poi Liviera, in stretto contatto con la cultura greca, dalla quale permeò il nome.



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Geografia fisica - Aspetti generali





Con i suoi 5 416,21 km² la Liguria è una delle regioni più piccole d'Italia, dopo Valle d'Aosta e Molise, ma è una delle più densamente popolate in quanto ospita 1 552 545[2] abitanti per una densità di 287 ab/km², molto al di sopra della media nazionale, collocandosi al quarto posto, dopo Campania, Lombardia e Lazio, nel rapporto tra numero di abitanti e superficie territoriale. Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne ricoprono il 62,6%, appare tuttavia evidente come vi siano notevoli differenze fra la densità di abitanti dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città costiere) e quella del litorale, che sfiora i 1 000 ab/km².

La regione è compresa tra le Alpi Liguri e l'Appennino Ligure a nord e il Mar Ligure a sud, con una catena ininterrotta che costituisce una vera e propria dorsale che si presenta continua nel suo sviluppo (orientato secondo due assi: SW/NE e NW/SE che si incontrano alcuni chilometri a ovest del centro di Genova), ma discontinua nella sua morfologia, con tratti in cui la dorsale alpino/appenninica si presenta estremamente compatta ed elevata allineando gruppi montuosi molto elevati (alle spalle di Ventimiglia, una serie di massicci, che dopo la seconda guerra mondiale sono diventati amministrativamente francesi, si innalza fino a quote altimetriche di 2 700–3 000 m) mentre in altri tratti (ad esempio nell'entroterra di Savona e di Genova) la barriera montuosa è poco elevata e profondamente incisa da brevi valli trasversali e da valichi che non arrivano ai 500 m di altitudine sul livello del mare (Colle di Cadibona, Passo dei Giovi, Crocetta d'Orero).

Il Mar Ligure, di fronte alla Liguria, è un braccio di mar Mediterraneo e il golfo di Genova ne costituisce una parte importante, mentre il secondo golfo più grande è quello della Spezia.

Nella parte orientale del golfo genovese si trova il golfo del Tigullio, da Portofino a Sestri Levante.

Le coste sono in genere alte, rocciose, frastagliate, soprattutto nella Riviera di levante, mentre a ponente è presente una quasi perfetta alternanza tra rocce a picco sul mare e spiagge sabbiose.

Le coste sono talvolta interrotte da estuari di piccoli fiumi, spesso a carattere torrentizio, i quali solcano il territorio perpendicolarmente alla costa sul fondo di profonde vallate.



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Valichi dell'Appennino ligure




A
Bocchetta di Altare
B
Passo del Biscia
Passo della Bocchetta
Passo del Bocco
Passo del Bracco
Passo del Brallo
C
Passo Ca' del Diavolo
Passo della Caldarola
Passo della Castagnola
Passo di Centocroci
Passo del Cerro
Passo della Cisa
Colle della Crocetta (Appennino ligure)
Colle di Creto
Passo della Crocetta
Crocetta d'Orero
D
Passo delle Donne
F
Passo del Faiallo
Foce dei Tre Confini
Foce di Rastello
Passo della Forcella (Liguria)
Passo di Fregarolo
G
Passo dei Ghiffi
Passo del Giovà
Passo dei Giovi
Colle del Giovo
Passo dei Guselli
I
Passo dell'Incisa
L
Passo Linguadà
M
Passo del Mercatello
Passo Montevacà
P
Passo Mezzano
Passo del Penice
Valico del Pescino
Passo del Portello
S
Valico di San Fermo
Passo di Santa Barbara
Colle di Santa Libera
Passo della Scaparina
Passo della Scoffera
Passo della Scoglina
Passo della Spingarda
T
Passo del Tomarlo
Passo del Turchino
V
Colle di Velva
Z
Passo dello Zovallo



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Clima





La Liguria gode di un clima mediterraneo, ma non uniformemente: essa risente infatti della morfologia accidentata del suo territorio per gran parte montuoso, aperto su un mare decisamente caldo in rapporto alla sua latitudine relativamente elevata.



I fattori morfologici principali sono infatti due: la forma ad arco aperto verso mezzogiorno della regione e la dorsale montuosa che si sviluppa tra il confine francese e quello toscano e costituisce la displuviale tra il versante tributario del Mar Ligure e quello padano-adriatico.

Quando d'inverno si forma un'area di bassa pressione sul golfo di Genova, la zona intorno al capoluogo genovese viene investita dalla tramontana, apportatrice di pioggia e neve a quote basse, che a volte può scendere fino al livello del mare, specialmente in alcune aree ricomprese tra la costa genovese occidentale e il savonese orientale.

L'estate è moderatamente calda ma piuttosto afosa (a Genova Sestri Ponente le medie del mese di luglio sono comprese tra i +20,8 °C della minima e i +27,2 °C della massima). Normalmente le temperature diurne superano i 30 °C solo 3-4 volte nell'arco dell'intero mese di luglio, ma spesso l'umidità relativa atmosferica si mantiene alta anche nel pomeriggio, amplificando la sensazione di calura, che è mitigata solo dalle brezze marittime.

Nell'entroterra il clima è semi-continentale e più rigido, con valori medi invernali decisamente bassi, specie in alcune conche del versante padano della regione (media giornaliera di gennaio di 0 °C a Calizzano, +1,8 °C a Cairo Montenotte, +1,4 °C a Sassello, +1,5 a Masone, +2,2 °C a Busalla).


Le minime medie di queste località sono comprese tra -2 e -5 °C, mentre i valori minimi stagionali attesi sono attorno ai -10 °C, anche se le temperature notturne possono scendere ben al di sotto di questo valore durante i periodi di gelo più intenso, in particolar modo in val Bormida e val d'Aveto: ad esempio Calizzano nell'ondata di gelo del 1985 sfiorò i -25 °C.


Viceversa le giornate estive sono calde, ma le medie giornaliere durante il trimestre estivo sono condizionate dalla forte escursione termica giornaliera e dalle temperature notturne piuttosto fresche (a Cairo Montenotte, 338 m s.l.m., gli estremi minimi e massimi del mese di luglio sono compresi tra +15,0 °C della minima notturna e i +27,7 °C della massima diurna).


Salendo di altitudine, in molte valli del genovese, come la val Trebbia, le estati si presentano invece fresche, secche e ventose, con inverni decisamente rigidi e nevosi, e gelate che possono protrarsi sino a metà aprile.

Il 1º giugno 2014, per esempio, si registrarono 4 °C nella val Trebbia genovese. Non è raro registrare minime di 5-6 °C nelle vallate interne anche in pieno luglio, specie nella piana di Rezzoaglio, dove possono anche verificarsi lievi brinate.

Limitandosi all'area costiera, le Cinque Terre, il Golfo Paradiso fino ai quartieri più orientali di Genova (Quarto dei Mille, Quinto al Mare e Nervi), Genova Pegli, la baia del Sole (Alassio e Laigueglia) e l'intera provincia di Imperia, riparati significativamente dagli elevati rilievi immediatamente retrostanti, risultano le zone più miti d'inverno.

La foce del fiume Magra, la città di La Spezia, Genova Voltri, le due "Albissole" (Albissola Marina e Albisola Superiore), Savona e Vado Ligure, e le foci del Polcevera (Genova Sampierdarena e Genova Cornigliano) e del Bisagno (Genova Foce), risultano invece i territori con clima invernale meno favorevole perché collocati allo sbocco di grandi vallate che collegano il versante marittimo al bacino padano.

Il resto delle località della costa presenta temperature nel complesso similari, comunque molto miti per la loro latitudine.

Caratteristico è il fenomeno della macaia, che si origina soprattutto tra il tardo autunno, l'inverno e la prima parte della primavera in presenza dell'anticiclone subtropicale africano e di venti al suolo dai quadranti meridionali che fanno condensare l'umidità apportata sui vicini rilievi montuosi fino a formare un compatto strato di nuvolosità medio-bassa che può interessare senza soluzioni di continuità gran parte della riviera e dei versanti costieri della regione.



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Ambiente





La Liguria è una terra ricca di bellezze naturali in cui il connubio tra terra e mare rende particolarmente eterogenea la varietà di ecosistemi presenti nel suo territorio.


Infatti sono presenti un parco nazionale, nove parchi regionali, tre riserve naturali e una nazionale con cui la Liguria protegge pertanto il 12% del suo territorio, per una superficie complessiva di circa sessantamila ettari[15]. Al 2007, con legge regionale n. 34 del 15 novembre, risale l'istituzione del più recente parco naturale della Liguria: il Parco naturale regionale delle Alpi Liguri, avente una superficie di oltre 6 000 ettari e compreso tra la provincia di Imperia e il confine con la Francia.

Inserito tra le aree da proteggere dal 1995, ma ancora non istituito ufficialmente dalla Regione Liguria, si trova nel territorio provinciale savonese il Parco naturale regionale del Finalese.

A queste istituzioni si deve aggiungere la celebre e antica Alta Via dei Monti Liguri (AVML), un itinerario escursionistico lungo circa 440 km che percorre tutta la linea dorsale dell'Appennino ligure partendo da Ventimiglia, al confine con la Francia, e arrivando a Ceparana, nella piana di Sarzana al confine con la Toscana.


La tutela del mare è affidata a due aree marine protette e al celebre Santuario per i mammiferi marini, quest'ultimo a salvaguardia di un tratto di mare compreso tra il territorio francese-monegasco (Costa Azzurra, Corsica e Principato di Monaco) e il tratto italiano (Liguria e Toscana).


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Riserve naturali





Nel ponente ligure, soprattutto in provincia di Savona, si trovano tre riserve naturali regionali:


L'isola di Bergeggi
La Riserva naturale regionale di Bergeggi, 8 ettari, costituita da una piccola isola di roccia calcarea, l'isola di Bergeggi.

Essa è coperta di macchia mediterranea e ospita una colonia di gabbiani reali.

L'area protetta comprende, oltre all'isola, anche il tratto di costa calcarea tra Bergeggi e Spotorno includendo una grotta marina accessibile solo via mare;


La Riserva naturale regionale dell'Isola di Gallinara, 11 ettari, ospita sul terreno calcareo la tipica vegetazione della macchia mediterranea e specie floristiche come la rosa e il fiordaliso della Gallinara, presenti sull'isola Gallinara;
La Riserva naturale regionale di Rio Torsero, composta da 4 ettari, è un deposito fossilifero risalente al Pliocene inferiore.


Nelle sue rocce si trovano resti di antichi molluschi.


Una collezione di fossili provenienti dalla Riserva è conservata presso il museo paleontologico Silvio Lai a Peagna, frazione di Ceriale.


Il territorio si presenta tipicamente roccioso e calcareo coperto a tratti da macchia mediterranea.



Nella Riviera Ligure di Levante, nella Città metropolitana di Genova, si trova:

La Riserva naturale Agoraie di sopra e Moggetto, nei confini territoriali del Parco naturale regionale dell'Aveto, a 1 330 m di altitudine e ubicata presso l'Appennino ligure-emiliano.


Estesa per 16 ettari è caratterizzata da quattro laghetti perenni del gruppo dei laghi delle Agoraie di Sopra.


La vegetazione della riserva è caratterizzata da faggi e abeti, grazie al clima fresco e umido.

Qui sono presenti numerose specie di anfibi come il tritone crestato e la rana temporaria.



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Aree marine protette




Due sono le riserve marine che tutelano i fondali della Liguria, ubicate nel levante ligure in provincia della Spezia e nella Città metropolitana di Genova:

L'Area marina protetta Cinque Terre, costituita da complessivi 4 591 ettari di estensione, si articola tra Punta Mesco e Riomaggiore.

La costa è suddivisa in tre zone (A, B, C) diverse per grado di protezione e tutela.

Caratteristiche dell'area sono le pareti di roccia a strapiombo sul mare e fondali rocciosi alternati a zone sabbiose.

I fondali sono popolati da diverse praterie di gorgonie, anemoni e coralli, invece le aree più sabbiose ospitano la posidonia oceanica;
L'Area naturale marina protetta e riserva di Portofino[18] è estesa per 372 ettari ed è costituita da tre zone a diverso grado di tutela ambientale.

Il tratto di mare protetto è compreso tra Camogli e la baia di Paraggi, unendo così le due aree geografiche del Golfo Paradiso e del golfo del Tigullio.

Le scogliere sommerse ospitano pregiate gorgonie, spugne e corallo rosso, mentre nelle aree più sabbiose è presente la posidonia oceanica.


Occorre sottolineare che il Mar Ligure è anche parte del Santuario per i mammiferi marini.



***
Flora
***

La Liguria ha una superficie boschiva pari al 69% del proprio territorio, la più alta tra tutte le regioni italiane in percentuale e al tredicesimo posto in termini assoluti, la cui media è del 35%.

L'alta percentuale causa però che questa regione subisca incendi boschivi frequentemente, appiccati con dolo nel 71% dei casi.

I più grandi patrimoni forestali sono ubicati nell'entroterra ligure.

Imponenti sono le faggete che coprono i versanti appenninici più umidi, a partire dalla val di Vara, con le pregiate foreste del monte Gottero.


D Le foreste demaniali del monte Penna e delle Agoraie, ubicate nel Parco naturale regionale dell'Aveto, presentano l'associazione tra il faggio e l'abete bianco, tipica delle antiche foreste dell'Appennino ligure.

La faggeta del Colle del Melogno, vicino a Savona, è stata da alcuni anni riconvertita all'alto fusto così come l'abetina di Gouta a Imperia. Le foreste alpine nell'alta val Tanarello, nella zona dell'imperiese, vede associare nelle quote inferiori il pino silvestre con il faggio e il larice alle pendici del monte Saccarello.

La flora ligure è di tipo mediterraneo, ma specie nel ponente ha accolto diverse associazione alpine alle quote più elevate simili ai territori provenzali o dei Pirenei.

Molte specie sono state introdotte nei secoli dall'uomo come l'olivo, il castagno e il pino domestico; nella zona collinare prospiciente il mare le colture comprendono vite, olivo e alberi da frutta; nella fascia litoranea sono sporadicamente coltivati anche gli agrumi, soprattutto il limone.

Nella Riviera dei Fiori sono celebri e conosciute le coltivazioni floricole all'aperto o in serra, attività che alimenta l'economia della zona.


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Lungo la costa, la macchia mediterranea comprende specie quali la ginestra, l'alaterno, il lentisco, il mirto, il corbezzolo e il leccio, albero che in passato formava estese foreste, in gran parte della regione, ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 600–700 m, associazioni vegetali più rare e limitate alle zone più calde e aride delle due riviere sono quelle formate dall'olivastro, dal carrubo, cui talvolta si associa l'euforbia arborea; tra gli arbusti aromatici presenti nella regione vi sono il timo, l'alloro e il rosmarino.


Nelle zone più ventose, su suoli poco evoluti è presente la gariga formata da arbusti bassi e legnosi.

Nella fascia marittima e in quella collinare sono prevalenti pinete di pino marittimo e, più raramente, di pino d'Aleppo.

Dalla media collina sublitoranea fino a quote montane sono presenti vasti boschi di conifere, in gran parte di origine silvicolturale; si tratta di alberi come il pino nero (Pinus nigra) e l'abete rosso (Picea abies) che non appartengono alla flora ligure ma che sono stati introdotti in virtù della buona resa colturale e del pregio del legname e che ora, seppur naturalizzati, presentano problemi di adattamento al clima dei rilievi liguri (in genere troppo umido e soggetto a veloci e improvvisi sbalzi termici).

In altri casi, come avvenuto per il pinastro (Pinus pinaster) nelle aree collinari di tutta la regione e per il larice (Larix decidua) nelle zone alpine, si tratta certamente di specie appartenenti al dominio floristico ligure, ma che, favorite con tagli selettivi e forzate ben oltre il loro "climax vegetativo", crescono anche in zone che, per caratteristiche pedologiche e microclimatiche appaiono molto lontane dai loro contesti di diffusione originaria, che sarebbero la fascia collinare submediterranea delle due riviere, su substrati acidi (rari in regione) per il pinastro e il piano subalpino dei rilievi elevati delle Alpi liguri, in genere in esposizione settentrionale, nel caso del larice.


Da ciò deriva quindi la marcata fragilità di molti ecosistemi forestali tipici dell'interno montuoso della regione.

Nelle località turistiche della costa - a partire dal XIX secolo - furono piantati alberi decorativi, per lo più originarie del Nordafrica e delle regioni subtropicali dell'America del Nord, dell'Asia orientale e dell'Oceania, come molte specie di palme, diventate poi il "simbolo" della Riviera specie nel ponente ligure (Riviera delle Palme).


Dalla regione asiatica provengono invece le piante di magnolia, anch'essa presente nei giardini della fascia costiera.

Il clima ligure ha favorito l'acclimatazione di tali specie, sostituendo a volte le piante mediterranee autoctone.


Uno dei luoghi più esemplificativi sono i giardini di Villa Hanbury vicino a Ventimiglia, creati da una famiglia originaria dell'Inghilterra nell'Ottocento. Furono introdotte originariamente quasi 5 800 specie, ridotte negli anni a circa 2 000.



Tra le palme che ornano molte passeggiate a mare, la specie più comune è la Phoenix canariensis (dal fusto grande e tozzo), seguita dalla Phoenix dactylifera o Palma dei datteri dal fusto alto e sottile.



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Fauna


La fauna della regione è particolarmente interessante per la presenza di rari endemiti, specie adattate sul territorio o rimaste isolate per la frammentazione della loro area di distribuzione.


Nel complesso le specie faunistiche sono quelle tipiche dell'area mediterranea risentendo molto la vicinanza con la regione francese della Provenza o della Toscana; annovera anche specie di più lontana origine, che dimostrano gli antichi e storici collegamenti con aree distanti e separate dal mare, come il Marocco, la Sardegna e la Corsica.

Nell'estrema Riviera di Ponente sono presenti alcuni endemiti quali il colubro lacertino, il più grande serpente europeo, diffuso nell'Imperiese e nel Nizzardo, e della lucertola ocellata, un sauro dalla caratteristica livrea verde picchiettata a strie nere e con macchie rotonde azzurre sui fianchi detti ocelli. Nell'entroterra vi è la presenza del gallo forcello e vi sono popolazioni di camosci. Sul monte Saccarello - tra Liguria e Francia - è presente la marmotta, in seguito a un intervento negli anni settanta del Novecento da parte dei cacciatori (nonostante la specie non sia cacciabile).

Tra gli uccelli si segnalano il passero solitario, l'occhiocotto, la sterpazzolina, il picchio rosso maggiore, il torcicollo, il cuculo e il codirossone; massiccia la presenza del merlo, del fringuello, dello zigolo e del pettirosso.

Folta la presenza dei rapaci notturni e diurni quali l'assiolo, la civetta, il barbagianni, l'allocco, il gufo comune e quello reale; della famiglia dei rapaci diurni si segnalano il biancone, la poiana, il gheppio, il nibbio bruno, il falco pecchiaiolo.


Nelle zone tipicamente rocciose nidifica qualche rara coppia di aquila reale e del falco pellegrino (specie nelle coste del levante ligure), mentre nei fitti boschi cacciano l'astore e lo sparviero.

Tra i rettili vi è possibile ammirare il biacco, la coronella girondica e la vipera.


Tra gli anfibi la salamandra nera sostituisce, dopo la quota di 1 800 m, la salamandra pezzata; alcuni di questi anfibi urodeli popolano diverse grotte della regione.

Anticamente vi era presso i boschi dell'Appennino ligure una massiccia presenza del lupo appenninico, sottospecie che ha subito nel corso degli ultimi secoli una quasi scomparsa ed è sopravvissuta in alcune aree isolate dell'Appennino, fino a una nuova espansione del proprio areale, grazie alla sua tutela, a partire dagli anni '90 in poi.


Numerose sono invece le famiglie di cinghiali che talvolta si spingono, per la ricerca di cibo, nei centri abitati: nella stessa Genova più volte i media televisivi o i quotidiani locali ne hanno testimoniato con foto e video la loro presenza lungo i greti dei principali torrenti o a ridosso delle abitazioni.


Una situazione di sovrappopolazione[senza fonte] che ha pure scatenato polemiche e proteste in alcune zone della regione, con mirate richieste d'intervento ai principali enti regionali e provinciali, per i danni che questi animali sconfinando dal bosco alle proprietà private causano alle recinzioni e alle coltivazioni ortofrutticole.




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Storia -
Percorso storico





Gli antichi Liguri si sistemarono sul litorale mediterraneo dal Rodano all'Arno, ma successivamente le migrazioni celtiche, come pure le colonizzazioni di Fenici, Greci e Cartaginesi, rimpiazzarono in alcune aree i Liguri a partire dal IV secolo a.C.

La Liguria costiera è sottomessa ufficialmente dai Romani soltanto durante il II secolo a.C., con varie sacche autonome che, date le caratteristiche del territorio, resisteranno al diretto controllo centrale ancora per qualche decennio.


La Liguria corrispondeva alla IX regio Italiae come riporta Plinio (III, 5, 49): patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram XXXI Milia passuum. Haec regio ex descriptione Augusti nona est.

La parola Ligure / Liguria fu assegnata a questo popolo prima dai Greci, poi dai Romani e ha il significato di luogo paludoso o acquitrino.

In età classica centri importanti sono Genua, Savo, Vada Sabatia, Albium Intemelium, Albium Ingaunum e Lunae; quest'ultima, ubicata nell'estremo levante ligure e nota ai giorni nostri con il nome di Luni, perderà via via d'importanza sino al definitivo abbandono nel XIII secolo.

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476), dopo il V secolo si ebbe lungo il territorio ligure la devastazione da parte dei Barbari (Eruli e Goti), e solo sotto la dominazione bizantina la Liguria (Λιγύρια in greco bizantino) conobbe una sorta di stabilizzazione geopolitica. Dopo le guerre gotiche vi fu una breve ripresa che durò fino alla conquista longobarda del re Rotari del 641.


Dopo i Franchi la Liguria è divisa attorno al X secolo in tre zone (dette marche): l'arduinica, l'aleramica e l'obertenga.

Successivamente sarà Genova e il suo Comune ad affermarsi e via via a formare la futura Repubblica di Genova dall'XI secolo.

Il periodo storico più importante per la regione è il Basso Medioevo, con apice dalla metà del XIII secolo alla metà del XIV secolo (è possibile individuare l'inizio di una lunga decadenza al 1340, inquadrandola in ambito internazionale, con gli avvenimenti anatolici e la crisi delle vie commerciali asiatiche per via della fine della pax mongolica e anche dell'arrivo dei Ming nel Catai).

La storia ligure in età medioevale va ricercata però anche al di fuori della cosiddetta "terraferma", piuttosto marginale per una comprensione e uno studio d'insieme.

In sintesi, la storia medioevale dei Liguri andrebbe ricercata pure al di fuori degli odierni confini amministrativi della Liguria.

Essa si sviluppa, a partire dalla prima crociata, attorno alle attività - esplorative prima e commerciali poi - delle famiglie e degli alberghi per lo più genovesi, interessando comunque la vita delle persone di tutto il territorio regionale.



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La forza economica della Repubblica marinara si manifesta con un impero coloniale ante litteram in senso fortemente e strettamente economico, con basi politiche fatte da una fitta rete di accordi politico-commerciali in tutto il Mar Mediterraneo e il Mar Nero; dense sono le presenze mercantili liguri da Gibilterra sino all'Asia centrale, con testimonianze documentate in una miriade di porti e crocevia commerciali.

Per non citarne che i più importanti:

-Southampton;
i porti delle Fiandre;
Gibilterra, l'area di Siviglia, Cadice e Sanlúcar de Barrameda;
la Provenza;

-la Corsica, come possedimento diretto della Repubblica di Genova per oltre sei secoli, e la Sardegna;

-la costa nordafricana, con Bugia, Biserta, Bona e Tabarca, e l'Egitto a Damietta e Alessandria;

-Cipro, con una lunga occupazione del porto di Famagosta e lo scacco economico alla corona, e Malta;

-tutta la costa mediorientale da Gibelletto, già feudo personale di una famiglia ligure (gli Embriaci), sino all'Armenia, passando per Cesarea, Tiro, Sidone, Giaffa, Beirut, San Giovanni d'Acri;

-l'Anatolia, con la lunga vita della colonia di Chio, e Focea (Fogliavecchia), Metelino, Pera di Costantinopoli, Bursa, Trebisonda, Sinope, Erzurum, Erzincan, Iconio (Konya), Enos, Cesarea d'Anatolia, Savasto (Sivas), Alessandretta;

-la costa romena con Vicina, Moncastro, Chilia, Enisala, Isaccea e la Crimea con Caffa, Soldaia, Cembalo;

-le foci del Don con Tana;
i crocevia asiatici di Astrachan', Saraj, Samarcanda, sino a Culgia (Almaligh, o Armalicco) e alla Cina sud occidentale, con un fondaco documentato sin dinanzi a Taiwan;

-la Mesopotamia, con mercanti e costruttori navali a Baghdad.


Come ha scritto Roberto Sabatino Lopez, gli albori delle marine reali inglese, spagnola e soprattutto francese hanno radici nella scuola ligure, con la chiamata di maestranze dalle Riviere atte a formare maestri d'ascia e arsenali indipendenti.


La Liguria si distinse storicamente anche in epoca mercantile e tardo medioevale per i suoi esploratori (tra i più celebri i fratelli Vivaldi, Leon Pancaldo, Lanzerotto Malocello, Antoniotto Usodimare, oltre al più noto Cristoforo Colombo) e ammiragli (in primis Benedetto Zaccaria, poi Ansaldo De Mari, Oberto Doria, Oberto Spinola, sino ad Andrea Doria).

Sulla terraferma Genova e la sua Repubblica prendono gradualmente il controllo della maggior parte della Liguria, da Levante a Ponente e sconfinando anche in quei territori del Basso Piemonte più vicini al capoluogo genovese, e fino alla caduta dell'ultima città rimasta formalmente libera, Savona, che dopo la distruzione della Cittadella e l'insabbiamento del locale porto definitivamente capitolò nel 1528. Con la fine del mondo coloniale concomitante all'avanzata ottomana (caduta di Bisanzio nel 1453 e di Caffa nel 1475), iniziò per la Liguria una nuova era.

Il periodo che vide protagonisti le figure di Carlo V e dell'ammiraglio onegliese Andrea Doria - quest'ultimo promotore dell'istituzione di una nuova repubblica (la cosiddetta Quinta repubblica) più indipendente rispetto alle due maggiori potenze europee dominanti (Francia e Spagna) - e che coinvolse il territorio ligure sino agli inizi del XVII secolo fu denominato come El siglo de los Genoveses (il secolo dei Genovesi), caratterizzato dal potere finanziario dei banchieri genovesi e dai prestiti alla Corona di Spagna.

A Seicento inoltrato iniziò una nuova e diversa lunga decadenza che si protrarrà per tutto il Settecento, sino al periodo napoleonico e alla rivoluzione industriale, momento della rinascita.



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Con l'avvio delle campagne d'Italia napoleoniche di fine XVIII secolo, e il conseguente sconfinamento delle truppe d'oltralpe nelle terre liguri, la Repubblica di Genova cadde dal 1797 all'interno dell'orbita francese con l'istituzione della Repubblica Ligure, fino alla successiva annessione dell'intera regione nel Primo Impero francese (1805).


La caduta di Napoleone Bonaparte coincise con la fine dell'indipendenza della regione: dopo l'effimera e breve ricostituzione della repubblica genovese, nel 1814, il Congresso di Vienna decretò, malgrado i disperati tentativi diplomatici del ricostituito Senato genovese di salvare l'indipendenza e malgrado la ferma contrarietà popolare, l'annessione al Regno di Sardegna, da sempre in battaglia con il potere dogale.


Prima di lasciare Palazzo Ducale, i governanti genovesi emanarono il seguente Proclama:

«Informati che il Congresso di Vienna ha disposto della nostra Patria riunendola agli Stati di S.M. il Re di Sardegna, risoluti dall'una parte a non lederne i diritti imprescindibili, dall'altra a non usar mezzi inutili e funesti, Noi deponiamo una Autorità che la confidenza della Nazione e l'acquiescenza delle principali Potenze avevano comprovata.

Ciò che può fare per i diritti e la restaurazione de' suoi popoli un Governo non d'altro fornito che di giustizia e ragione, tutto, e la nostra coscienza lo attesta e le Corti più remote lo sanno, tutto fu tentato da noi senza riserva e senza esitazione.

Nulla più dunque ci avanza se non raccomandare alle Autorità Municipali, Amministrative e Giudiziarie l'interino esercizio delle loro funzioni, al successivo Governo la cura delle truppe che avevamo cominciato a formare, e degl'impiegati che han lealmente servito: a tutti i Popoli del Genovesato la tranquillità, della quale non è alcun bene più necessario alle Nazioni.

Riportiamo nel nostro ritiro un dolce sentimento di riconoscenza verso l'Illustre Generale che conobbe i confini della vittoria, e una intatta fiducia nella provvidenza Divina che non abbandonerà mai i Genovesi.

Dal Palazzo del Governo, li 26 dicembre 1814

Firmatari: Gerolamo Serra, Presidente del Governo e i senatori Francesco Antonio Dagnino, Ippolito Durazzo, Carlo Pico, Paolo Girolamo Pallavicini, Agostino Fieschi, Giuseppe Negrotto, Giovanni Quartara, Domenico Demarini, Luca Solari, Andrea Deferrari, Agostino Pareto, Grimaldo Oldoini.»

Con il regno sardo la Liguria fu inquadrata amministrativamente sotto la VII Divisione di Genova comprendente le province di Genova, Albenga, Bobbio, Chiavari, di Levante, di Novi e di Savona.

Fondamentali e decisive alla causa di unificazione d'Italia furono in epoca risorgimentale diverse personalità genovesi e liguri: tra i più celebri Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Goffredo Mameli. L'annessione della regione ligure al Regno d'Italia portò a un nuovo inquadramento amministrativo del suo territorio; alle storiche province di Genova e di Porto Maurizio (quest'ultima assumerà, nel 1923, l'attuale denominazione "di Imperia" dopo la creazione dell'omonimo capoluogo imperiese) seguì l'istituzione della Provincia della Spezia (1923) nella zona più levantina della regione e nel corso del 1927 dell'ente provinciale savonese.



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300px-Coat_of_arms_of_Liguria

100px-Regione-Liguria-Gonfalone




«Lo stemma della Regione, è costituito da una caravella stilizzata, marginata in nero e colorata in argento, con vela bianca inquartata da croce rossa con stelle d'argento nei riquadri»

(Descrizione araldica dello stemma)
«Il gonfalone della Regione, raffigurato nel bozzetto allegato sub B) che forma parte integrante della presente legge, è costituito da un drappo a bande verticali di eguale larghezza colorate, da sinistra verso destra, di verde, di rosso e di azzurro mare.


Nel centro del gonfalone figura lo stemma della Regione con larghezza pari ai tre quinti della larghezza complessiva del drappo.

All'innesto del puntale sull'asta del gonfalone è annodato un nastro con i colori della bandiera nazionale»

(Descrizione araldica del gonfalone)
Lo stemma è stato deliberato con la legge regionale n. 3 del 15 gennaio 1985.



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view post Posted on 14/7/2021, 22:50     Top   Dislike
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Suddivisione amministrativa





Dal 1º gennaio 1948, ex art. 131 della Costituzione, la Liguria è una regione ad autonomia ordinaria della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.

Sul suo territorio sono presenti 234 comuni, suddivisi nei seguenti quattro enti di area vasta (di cui tre province e una città metropolitana).


A partire dal 1º gennaio 2015 - ottemperando quanto previsto dalla legge del 7 aprile 2014, n. 56 recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" - la Provincia di Genova ha cessato di esistere in favore dell'istituzione della Città metropolitana di Genova che raggruppa i comuni della precedente istituzione provinciale.



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Presidenti della regione
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Le elezioni regionali del 31 maggio 2015 hanno proclamato all'elezione di Giovanni Toti (Forza Italia) quale Presidente della Regione.
Toti, in lizza contro il giornalista Ferruccio Sansa, è stato confermato presidente anche nelle regionali del settembre 2020.


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