| Gli ultimi anni
Nel 1886 videro la luce le due opere più note di Saint-Saëns: Le Carnaval des Animaux (Il carnevale degli Animali) e la Sinfonia n. 3, dedicata alla memoria di Franz Liszt, morto poco prima. Nello stesso anno, tuttavia, Vincent d'Indy e i suoi alleati fecero allontanare Saint-Saëns dalla Société Nationale de Musique. Due anni più tardi, morì la madre di Saint-Saëns. Questo lutto spinse il compositore ad allontanarsi per qualche tempo dalla Francia, trasferendosi alle Isole Canarie, dove adottò lo pseudonimo di Sannois. Nel corso degli anni successivi viaggiò in giro per il mondo, visitando posti esotici in Europa, Nord Africa, Sud-est asiatico e Sud America. Saint-Saëns raccolse il diario dei suoi viaggi in alcuni libri popolari, firmandoli Sannois.
Saint-Saëns continuò a scrivere di argomenti musicali, scientifici e storici, viaggiando spesso prima di trascorrere i suoi ultimi anni ad Algeri, capitale dell'Algeria. Come riconoscimento dei suoi traguardi, il governo francese gli concesse l'onorificenza della Legion d'onore.
Camille Saint-Saëns morì di polmonite il 16 dicembre 1921, all'Hôtel de l'Oasis ad Algeri. Il suo corpo fu riportato a Parigi per i funerali di stato alla chiesa de La Madeleine e sepolto nel Cimetière du Montparnasse a Parigi. Eredità Rapporti con gli altri compositori
Durante la sua vita, Saint-Saëns fu amico o nemico della maggior parte dei musicisti europei più noti. Fu vicino a Franz Liszt fino alla sua morte e mantenne una salda amicizia con l'allievo Gabriel Fauré fino alla morte. Pur essendo uno strenuo sostenitore della musica francese, Saint-Saëns disprezzava apertamente molti dei suoi colleghi connazionali, come Franck, d'Indy, e Massenet. Inoltre detestava la musica di Claude Debussy: si dice che abbia detto a Pierre Lalo, "Mi sono trattenuto a Parigi per parlar male del Pelléas et Mélisande." L'ostilità personale era reciproca; Debussy infatti diceva con sarcasmo: "Ho in orrore il sentimentalismo e non riesco a dimenticare che il suo nome è Saint-Saëns." In altre occasioni, tuttavia, Debussy riconobbe di ammirare il talento musicale di Saint-Saëns.
Fu un fautore della musica strumentale in Francia, dove da sempre l'opera godeva di un predominio assoluto; valorizzò l'opera di Schumann contro l'opinione corrente, così come la sua passione per Mozart fu in netto anticipo rispetto alla più diffusa sensibilità musicale. Curò l'edizione dell'Opera omnia di Rameau in tempi poco disposti all'attenzione verso la musica antica, ma nello stesso tempo si prodigò per i nuovi compositori francesi fondando, nel 1871, la Societé Nationale de Musique, di cui fecero anche parte César Franck, Édouard Lalo e Gabriel Fauré.[2]
In Francia, Saint-Saëns è stato uno dei primi sostenitori della musica di Wagner, proponendo brani dalle sue opere durante le lezioni alla Scuola Niedermeyer e facendo eseguire in prima francese la Marcia da Tannhäuser. Wagner stesso rimase stupito quando lo vide suonare a prima vista l'intera partitura orchestrale di Lohengrin, Tristan und Isolde e Siegfried, suggerendo a Hans von Bülow di assegnargli l'appellativo della "più grande mente musicale" dell'epoca. Ciononostante, e pur ammettendo di apprezzarne la forza, Saint-Saëns dichiarò di non essere un cultore delle opere wagneriane. Nel 1886, a seguito di alcuni commenti dal tono particolarmente duro e anti-germanico, dopo l'allestimento parigino di Lohengrin, la critica musicale tedesca si schierò contro Saint-Saëns. I rapporti con la Germania migliorano col nuovo secolo e, dopo la Prima guerra mondiale, Saint-Saëns si attirò l'ostilità sia dei francesi che dei tedeschi con una serie di articoli provocatori, intitolati Germanophilie, che attaccavano pesantemente Wagner.
È noto che il 29 maggio 1913, Saint-Saëns lasciò la sala alla prima della Sagra della primavera di Igor Stravinsky, infuriato, a quel che si dice, dall'uso secondo lui non appropriato del fagotto che, nelle battute iniziali del balletto, esordisce nel registro acuto.
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