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| La parte meridionale della regione vide una breve affermazione della Repubblica di Venezia, cominciata nel 1411, quando la Repubblica di San Marco, per effetto del testamento di Azzone Francesco di Castelbarco, entrò in possesso di territori in Vallagarina, in particolare di Ala, Avio, Brentonico e parte di Mori.
Nel 1416 venne presa Rovereto. Nel 1426 la Val di Ledro e Tignale passarono sotto Venezia.
L'espansionismo veneziano non si fermò e nel 1441 la pace di Cavriana suggellò la conquista di Torbole e Riva del Garda.
Nel 1509 l'espansione di Venezia, sconfitta dalla Lega di Cambrai, poté essere fermata e la Serenissima fu via via costretta ad abbandonare i possedimenti trentini.
Le operazioni in Val Vestino (1510-1517) si conclusero con la definitiva ritirata veneziana.
La rinascita del Principato Vescovile di Trento, ormai strettamente entro la sfera di controllo tirolese-asburgica, avvenne nella prima metà del XVI secolo, quando a capo della diocesi trentina viene nominato il trentino Bernardo Clesio (1514-1538), a cui seguì Cristoforo Madruzzo (1539-1567, dal 1545 cardinale).
Per la sua posizione geografica e storico-culturale di città mediana tra il mondo italiano e a quello germanico, nel 1542 Trento venne scelta come sede per il Concilio di Riforma della Chiesa (1545-1563).
Nel corso del XVII e del XVIII secolo i Principati Vescovili videro nuovamente ridursi la loro autonomia a favore della Contea del Tirolo.
*** Epoca napoleonica
denominazione Haut-Adige L'epoca napoleonica segnò anche la storia del Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Nel 1796 Trento fu invasa dalle truppe napoleoniche e in seguito alle ripetute sconfitte asburgiche il trattato di Lunéville (9 febbraio 1801) stabilì la secolarizzazione degli stati ecclesiastici, segnando la fine dei principati vescovili di Trento e di Bressanone, che divennero parte dell'Austria.
In seguito alla pace di Presburgo (odierna Brastilava, 26 dicembre 1805) la regione passò sotto il filo-napoleonico Regno di Baviera, rimanendovi fino al 1810.
Alcune misure adottate dall'amministrazione bavarese, come l'eliminazione della Dieta, la soppressione di proprietà ecclesiastiche e di festività religiose, l'obbligo al servizio militare e la pesante tassazione causarono nella primavera un'insurrezione anti-napoleonica, poi repressa, capeggiata da Andreas Hofer.
Il moto esplose al momento della ripresa delle ostilità tra Napoleone e l'Austria; vide la partecipazione sia della popolazione germanofona degli odierni Tirolo e Alto Adige/Südtirol, sia (anche se in misura minore) della popolazione italofona dell'odierno Trentino.
Il Trattato di Parigi tra Francia e Baviera del 28 febbraio 1810 segnò l'annessione al Regno d'Italia napoleonico di buona parte del Trentino e alcune parti dell'odierna provincia di Bolzano nel dipartimento dell'Alto Adige (fu in quest'epoca che venne coniato il termine Alto Adige), mentre il Primiero e l'area intorno a Dobbiaco furono aggregati al dipartimento della Piave.
Il territorio a nord della «linea napoleonica» che andava dalla sella di Dobbiaco al Cevedale rimase parte del Regno di Baviera.
Alle popolazioni germanofone incorporate nel Regno d'Italia napoleonico venne garantito l'uso del tedesco in tutti gli uffici amministrativi e giudiziari, nonché in tutti gli atti pubblici.
Questo assetto venne spazzato via dalla ripresa delle ostilità nel 1813 e dalla riconquista del territorio da parte delle truppe asburgiche.
La Restaurazione del 1815 confermò la fine del principato vescovile di Trento, segnando anche la fine definitiva dell'autonomia politica trentina.
Con patente imperiale del 24 marzo 1816 il Trentino venne incorporato nella contea del Tirolo, a maggioranza tedesca.
Nel 1818 la contea principesca del Tirolo, compresi i territori abitati da popolazioni di lingua italiana, entrò a far parte della Confederazione Germanica.
Ciononostante, nell'odierno Trentino la lingua in uso negli uffici pubblici, nei tribunali e nell'insegnamento rimaneva l'italiano.
Segue
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