IL FARO DEI SOGNI

Valle d'Aosta

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Valle d'Aosta


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La Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (Val d'Outa in francoprovenzale,>Val d'Osta in piemontese, Augschtalann oppure Ougstalland in walser) è una regione italiana a statuto speciale dell'Italia nord-occidentale, con capoluogo Aosta, da cui trae il nome, che fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo.

Confina a nord con la Svizzera (distretti di Entremont, di Hérens e di Visp nel Canton Vallese), a ovest con la Francia (dipartimenti dell'Alta Savoia e della Savoia, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi), a sud e a est con il Piemonte (città metropolitana di Torino, province di Biella e di Vercelli).

Istituita nel 1946 con l'abolizione della provincia di Aosta, è la regione più piccola d'Italia con 3 263 km² di superficie e anche quella meno popolata con 125 332 abitanti, con un territorio completamente montano.

Con un PIL pro capite pari a 35 264 € è seconda nella classifica tra le regioni e province autonome d'Italia.

Il francese è la lingua co-ufficiale della regione e la Valle d'Aosta è membro dell'Associazione internazionale delle regioni francofone (AIRF - Association internationale des régions francophones).


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Denominazione




La regione ha due nomi ufficiali: Regione Autonoma Valle d'Aosta (in italiano) e Région Autonome Vallée d'Aoste (in francese); nei documenti in lingua walser è denominata Augschtalann (dialetto Töitschu, Issime) o Ougstalland (dialetto Titsch, Gressoney).

Nel dialetto valdostano, appartenente al ceppo linguistico francoprovenzale, è d'uso la dicitura, non ufficiale, Réjón otonomma Val d'Outa (o Réjón otonoma Val d'Ousta).

Ufficiosamente viene spesso indicata con il nome Val d'Aosta.


Lo stesso fenomeno si osserva in francese, in cui è molto diffusa la dicitura non ufficiale Val d'Aoste.

In piemontese, la cui versione canavesana è parlata minoritariamente in alcuni comuni della bassa valle, la regione si chiama Val d'Osta.


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Geografia fisica



La Valle d'Aosta è la più piccola regione italiana e si trova in mezzo alle Alpi, che qui si articolano nei settori delle Alpi Graie e delle Alpi Pennine.

È circondata dai quattro massicci montuosi più alti d'Italia: Monte Bianco, che con 4.810,02 m[14] è il monte più alto d'Europa, Cervino (4.478 m), Monte Rosa (4.634 m) e Gran Paradiso (4.061 m).

La conformazione dell'intero territorio regionale è frutto dell'opera delle glaciazioni, che scavarono la valle principale e le altre valli laterali.

I ghiacciai occupano ora solo le cime più elevate. Ghiacciai vallivi si trovano ancora, parzialmente, intorno al massiccio del Monte Bianco, perlopiù si tratta di ghiacciai fossili, ovvero ricoperti massi morenici e anche di vegetazione sulla lingua terminale, come quello del Miage.


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La regione viene attraversata dalla Dora Baltea, importante affluente di sinistra del fiume Po, che ne segna la valle principale da cui dipartono numerose valli secondarie con i loro affluenti, tra cui la Dora di Valgrisenche e il Lys.

I maggiori laghi naturali sono il Lago Verney a La Thuile, il Lago delle Laures inferiore (fr. Lac des Laures inférieur) a Brissogne e il Gran Lago (fr. Grand Lac) di Champdepraz.

Il lago di Beauregard e il lago di Place-Moulin sono bacini artificiali.

I valichi di confine più importanti sono il Colle del Piccolo San Bernardo e il Colle del Gran San Bernardo, cui corrisponde il traforo omonimo.


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La parte meridionale del territorio è occupata dal Parco Nazionale del Gran Paradiso (Parc National du Grand-Paradis), il primo parco nazionale italiano istituito nel 1922, per salvaguardare alcune specie di flora e fauna alpina in via d'estinzione come stambecchi, camosci, marmotte ed ermellini.


Il Parco naturale del Mont Avic (Parc naturel du Mont-Avic) è il primo parco regionale della Valle d'Aosta e si estende tra il vallone di Champdepraz e la Valle di Champorcher.

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Clima




A causa dell'orografia del territorio valdostano esistono dei microclimi locali assai differenti anche tra vallate o versanti vicini.

Le temperature variano in base alla quota del territorio.

In quota c'è un clima alpino, per cui le estati sono brevi e si alternano dei lunghi inverni freddi con temperature che scendono anche a -20 °C e punte anche inferiori a -30 °C a quote maggiori di 2.000 m.

Nei fondovalle si osservano dei climi continentali: in inverno le temperature scendono sotto ai 0 °C; d'estate viceversa salgono anche oltre 30 °C con scarsa ventilazione che accentua la sensazione d'afa.

Le piogge sulla Valle d'Aosta risultano scarse, soprattutto se confrontate con le altre regioni del settore alpino, in quanto i venti che soffiano più frequentemente sono di provenienza occidentale e scaricano sui versanti ovest delle Alpi il loro contenuto di umidità.

Le vallate più interne incassate tra imponenti rilievi risultano essere assai secche.

Per ovviare alla scarsità di precipitazioni sono state costruite, fin dall'alto medioevo grandi opere di canalizzazione irrigua denominate Rûs (pron. "rü", anche al plurale), tuttora utilizzate.


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Lago Gover, Gressoney-Saint-Jean

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Edited by *Cristal* - 25/8/2020, 14:30
 
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Fino all'unità d'Italia




I primi insediamenti umani, rinvenuti nell'area di Saint-Pierre, risalgono al IV millennio a.C. L'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta e il Cromlech del Piccolo San Bernardo sono altri due rilevanti siti archeologici preistorici in regione.


Abitata in origine dai Salassi, la Valle d'Aosta venne conquistata da parte delle truppe romane. Nel 25 a.C. venne fondata Augusta Prætoria Salassorum, l'odierna Aosta. L'arco di Augusto, la Porta Praetoria e le altre porte romane, il foro e il teatro romano, la cinta muraria e le torri sono alcuni tra i numerosi reperti di epoca romana che fanno valere ad Aosta il titolo di "Roma delle Alpi".

Con l'avvento del cristianesimo alla fine del IV secolo Aosta divenne sede vescovile, appartenente dapprima all'arcidiocesi di Vercelli, poi, fino all'VIII secolo, alla chiesa metropolitana di Milano.

In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente la Valle d'Aosta inizialmente fu sotto il dominio di Odoacre per poi entrare a far parte del Regno ostrogoto sotto re Teoderico.

A seguito della guerra gotica la Valle d'Aosta venne annessa alla Prefettura del pretorio d'Italia, infine venne conquistata dalle truppe di Alboino nel 568 divenendo parte del Regno longobardo.

Approfittando del periodo d'anarchia seguito alla morte di Clefi, il merovingio Gontrano, re dei Franchi d'Orléans, sconfisse i longobardi, annettendosi Aosta e Susa nel 575.

A seguito della conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno nel 774, Aosta e Susa seguirono le sorti del regno d'Italia. Sotto l'Impero carolingio si sviluppò la Via Francigena, percorso di pellegrinaggio dal nord Europa verso Roma, compiuto valicando il colle del Gran San Bernardo.

Saint-Rhémy-en-Bosses, Aosta, Pontey e Pont-Saint-Martin sono tappe menzionate da Sigerico di Canterbury nel 990.

Verso la metà del X secolo, per volontà di Ottone I di Sassonia, Aosta entrò nell'orbita del regno di Borgogna, del quale fece parte fino al 1032. Come conseguenza si consolidarono i rapporti politici, economici e commerciali verso l'altro versante delle Alpi.

A lungo andare, in Val d'Aosta si diffusero e svilupparono dialetti francoprovenzali analoghi a quelli parlati in Savoia, nel Delfinato e nell'attuale Svizzera Romanda.

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Dal 1032 i Savoia entrarono in possesso della Valle d'Aosta, inglobandola successivamente nel Ducato di Savoia e poi nel Regno di Sardegna, mantenendone ininterrottamente il controllo, salvo brevi parentesi francesi.

La prima invasione risale al 1691 per opera di Luigi XIV, ma la valle rimase sotto il controllo dei Savoia.

La seconda invasione francese avvenne nel 1704, durante la guerra di successione spagnola, e durò fino al 1706 con la vittoria sabauda nella battaglia di Torino.

La terza invasione avvenne per opera di Napoleone.

In seguito alla battaglia di Marengo nel 1800, la Valle venne annessa alla Francia e quindi inglobata nel primo Impero francese, dove costituì l'Arrondissement d'Aoste.

In seguito alla definitiva sconfitta di Napoleone, la Valle d'Aosta ritornò sotto il dominio sabaudo nel 1814.

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Regno d'Italia




Il 24 marzo 1860 il Trattato di Torino cedette alla Francia la contea di Nizza e il Ducato di Savoia, mentre la Valle d'Aosta rimase al Regno di Sardegna, unica area di lingua francoprovenzale e cultura francofona nel nascituro Stato unitario italiano.

Il 17 marzo 1861 veniva proclamata l'unità d'Italia.

I valdostani parteciparono alla prima guerra mondiale. Centinaia di profughi, soprattutto bambini, di Trento e Trieste, vennero accolti in valle.

I caduti in guerra accertati in base ai dati ministeriali furono 776, stime successive parlarono di un numero di caduti molto superiore, fino alla cifra di 1.557.

Il 30 dicembre 1920 si costituì ad Aosta il primo Fascio di combattimento, alla presenza di Cesare Maria De Vecchi.

In seguito all'avvento al potere di Benito Mussolini, venne avviata la politica di italianizzazione.

Il Consiglio provinciale scolastico di Torino dispose la soppressione di 268 scuole di villaggio (in francese, écoles de hameau), nell'intento di centralizzare e italianizzare l'educazione valdostana (dopo lunghe trattative furono riaperte 53 scuole di villaggio).

Al contempo fu promossa una massiccia industrializzazione, con l'inaugurazione del tunnel ferroviario fra Cogne e Acque Fredde per il trasporto del minerale ferroso delle miniere, la fondazione della Ansaldo-Cogne e della Industrie Lamiere Speciali SpA a Pont-Saint-Martin.


Grazie all'immigrazione dal resto d'Italia, la popolazione residente in Valle d'Aosta al censimento del 1931 ammontava a 83.479 abitanti, di cui oltre il 50% nati fuori Valle (in maggioranza provenienti dal Piemonte e dal Veneto).

Nel 1937 cominciò la revisione della toponomastica cittadina ad Aosta, modificando il nome di vie e piazze e nel 1939 venne elaborata una proposta per ridurre alla forma italiana il toponimo dei 74 Comuni valdostani; l'iniziativa venne assunta in polemica contro la Francia, accusata di condurre una campagna antitaliana.

La dichiarazione di guerra alla Francia il 10 giugno 1940, che segnò l'inizio della seconda guerra mondiale per l'Italia, venne accolta dai valdostani "con scarso entusiasmo, anzi con freddezza", secondo le parole del questore di Aosta, Vittorio Labbro.


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Seconda guerra mondiale




Pochi giorni dopo l'armistizio del 1943 fu organizzata la prima riunione clandestina in cui si gettarono le basi della Resistenza armata.

Émile Chanoux, rientrato ad Aosta da Chambéry, dove era fuggito, riprese i contatti con gli antifascisti per fissare le modalità e le finalità della Resistenza valdostana.

Intanto si costituivano le istituzioni della Repubblica Sociale Italiana.

Il 18 maggio 1944 Émile Chanoux e Lino Binel, altro esponente della Resistenza valdostana, vennero arrestati.

Chanoux morì nella notte, a seguito delle torture subite (esistono anche altre versioni, ma quella indicata è la più accreditata).

Binel venne deportato in Germania. Seguirono diversi scontri fra la Resistenza e i nazifascisti.

Fu il periodo di massima espansione della Resistenza valdostana che secondo le stime più attendibili raccolse quasi tremila partigiani.

Il 2 maggio 1945 il capo di stato maggiore del Comando generale del 75º corpo d'armata tedesco firmò a Biella la resa delle truppe tedesche e fasciste presenti nelle zone di Biella, Ivrea e Aosta. La Valle d'Aosta venne interamente liberata per opera esclusiva del movimento partigiano.

Nel memorandum di Algeri, del 1943 la Francia aveva fatto valere le sue rivendicazioni nei confronti dell'Italia, proponendo per la Valle d'Aosta il "rattachement total à la France". Alcuni esponenti della Resistenza valdostana vennero avvicinati dai servizi segreti francesi per sondare le aspirazioni in merito a una possibile annessione alla Francia.

Per gli esponenti filo-italiani della Resistenza, maggioritari (tra essi Federico Chabod), fu l'occasione per ribadire l'estraneità della Valle d'Aosta alla storia della Francia e la pericolosità politica ed economica di un'annessione alla nazione più centralista d'Europa e per elaborare il progetto di una originale collocazione istituzionale della Valle d'Aosta all'interno del nuovo Stato italiano che sarebbe sorto alla fine della guerra.

Nel gennaio del 1946 entrò in vigore il Regio Decreto legislativo luogotenenziale del 7 settembre 1945, n. 545, che istituì la circoscrizione della Valle d'Aosta e soppresse la provincia d'Aosta.

La Valle d'Aosta venne restituita dal Governo militare alleato all'amministrazione del Governo italiano.


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Repubblica italiana




Il 30-31 gennaio 1948 l'Assemblea Costituente discusse e approvò il disegno di legge costituzionale concernente lo Statuto Speciale per la Valle d'Aosta. Il 26 febbraio venne promulgato lo Statuto Speciale.

Nel 1981 venne approvato il nuovo "Ordinamento finanziario della Valle d'Aosta".

Il provvedimento prevedeva in origine di assegnare alla Regione Autonoma i 7/10 dei tributi riscossi dallo Stato in Valle d'Aosta, ma un emendamento portò a 9/10 la quota spettante alla Regione.


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Evoluzione demografica




(FR)
«Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux, ils sont faits pour éclairer le monde; en général ils ne sont pas de grands peuples par le nombre, ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir.»

(IT)
«Ci sono dei popoli che sono come delle fiaccole, sono fatti per illuminare il mondo; in generale non sono grandi popoli per numero, ma perché portano in essi la verità e il futuro.»

(Émile Chanoux, 1944, frase adottata come motto dal Consiglio della Valle, riportata sulla parete principale dell'aula.)




La Valle d'Aosta ha una popolazione di 128 000 abitanti circa.

Vista la natura montuosa del territorio, risulta essere non solo la regione meno popolata d'Italia, ma anche quella con minore densità di popolazione.

Infatti ci sono solo 38 abitanti per km².

La distribuzione degli abitanti è assai irregolare: più di un terzo si concentra nella plaine, la piana di Aosta, e nei comuni limitrofi.

Buona parte della popolazione abita nei maggiori centri della media e bassa valle, mentre le valli minori si sono notevolmente spopolate, eccetto i centri turistici principali.


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Data la comunanza linguistica, la Valle d'Aosta è stata storicamente terra di emigrazione verso la Francia, specialmente a Parigi (il comune dell'area parigina di Levallois-Perret conta ancora oggi una nutrita comunità di emigrati valdostani) e la Svizzera romanda (soprattutto a Ginevra).

Con la comunità degli emigrati di Levallois-Perret si sono mantenuti forti legami, anche grazie alla creazione di un ente regionale di rappresentanza a Parigi (la "Maison du Val d'Aoste", che ha sostituito l'ex "Espace Vallée d'Aoste"), alla "Rencontre des émigrés" ("Incontro degli emigrati"), organizzata ogni anno da un comune valdostano diverso, e all'albero di Natale della comunità valdostana a Levallois-Perret.

A partire dagli anni venti cominciò l'immigrazione dal resto d'Italia, in concomitanza con l'installazione dell'industria siderurgica Cogne ad Aosta e con lo sfruttamento intensivo delle miniere di ferro a Cogne e di carbone a La Thuile.

La politica di italianizzazione voluta dal governo fascista favorì la successiva emigrazione di numerosi piemontesi, veneti e calabresi (originari soprattutto di San Giorgio Morgeto)[senza fonte] tra il secondo dopoguerra e gli anni settanta.

La Valle d'Aosta attrae oggi un consistente flusso di extracomunitari, specialmente maghrebini, favoriti dalla conoscenza del francese, impiegati soprattutto nella pastorizia.

Al censimento del 2011 si contavano 8.712 stranieri, pari al 6,8 % della popolazione.

Nel 2006 i nati vivi sono stati 1.250 (10,0‰), i morti 1.242 (10,0‰), con un incremento pressoché nullo (appena 8 unità). Le famiglie contano in media 2,2 componenti, mentre la nuzialità nel 2005 era di 3,4 matrimoni ogni mille abitanti, dei quali il 61,8% si è svolto con rito religioso.

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Abitanti censiti


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Edited by *Cristal* - 15/9/2020, 23:00
 
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Etnie e minoranze straniere




Al 1º gennaio 2011 i cittadini stranieri residenti in regione sono 8.712. I gruppi più numerosi in rapporto percentuale su tutta la popolazione residente sono quelli di:

Marocco Marocco 2.311 1,80%
Romania Romania 2.034 1,59%

fonte Istat

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Lingue e dialetti




La lingua autoctona della Valle d'Aosta è il francoprovenzale (o arpitano) nella sua varietà dialettale valdostana, la lingua più diffusa, invece, è l'italiano.

Ampiamente conosciuto è il francese, in quanto gode del rango di lingua co-ufficiale nella regione, anche se negli usi effettivi della comunità parlante valdostana il suo ruolo è marginale.

A Issime, Gressoney-La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean si parla il walser, ufficialmente riconosciuto.


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Carta d'identità bilingue
italiano-francese


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