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| Territorio: geografia umana
I primi rilevanti insediamenti olandesi furono fondati verso la fine del sec. XVII presso la foce del fiume Suriname; ben presto massiccia fu l'immissione di schiavi africani, destinati ai lavori nelle piantagioni di canna da zucchero e di caffè, tanto che nel 1775 si contavano ca. 5000 europei contro ben 75.000 neri. Paramaribo divenne il centro della colonia e da sola ospitava ca. la metà dei bianchi, dediti ad attività commerciali e portuali. Le aree di colonizzazione si estesero progressivamente lungo le valli dei fiumi Suriname, Cottica e Commewijne; alla fine del sec. XVIII si contavano già 750 piantagioni che alimentavano vivaci scambi con l'Europa. L'apporto di popolazioni di origine africana continuò a essere cospicuo, ma quando nel 1863 fu abolita la schiavitù molti di essi fuggirono dalle piantagioni e si rifugiarono nelle foreste, riprendendo a vivere come i loro progenitori d'Africa e dando origine a quelli che ancor oggi formano un gruppo etnicamente distinto, i bush negroes. Con l'abolizione della schiavitù gli olandesi presero a far immigrare asiatici, soprattutto dell'India e della loro colonia delle Indie Olandesi, oggi Indonesia; sempre più emarginati rimanevano gli originari abitatori del Paese, gli amerindi, per lo più cacciatori e pescatori della foresta. Attualmente gli indo-pakistani costituiscono ca. il 27%% della popolazione, i creoli, discendenti dei coloni olandesi e dei primi schiavi neri, il 15,7%, gli indonesiani il 13,7%, i neri il 21,7%, mentre cinesi, europei, amerindi e altri rappresentano, complessivamente, l’8,1% (dati 2012). Tra le varie etnie regna una notevole tensione sociale. Il gruppo che ha maggior importanza nella vita politica dello Stato è tuttavia quello, numericamente inferiore, dei creoli da sempre in conflitto con l'altra grande comunità, quella degli indiani. La crescita annua nel periodo 2015-2020 è stata dello 0,9% con un andamento contenuto anche a causa dei flussi migratori che già in passato hanno portato al di fuori dei confini migliaia di surinamesi: nel decennio successivo alla conquista dell'indipendenza, circa un terzo degli abitanti ha lasciato il Paese, dirigendosi in particolare verso l'Olanda. La densità è di 3,44 ab./km² ed è la più bassa di tutta l'America Meridionale; in effetti, se si eccettuano i pochi insediamenti dislocati lungo le sponde dei fiumi navigabili, la popolazione vive quasi esclusivamente nella fascia costiera, dove sono possibili le coltivazioni, e nei centri minerari, e le zone interne sono praticamente disabitate. Unica città vera e propria è la capitale Paramaribo, situata sulla sponda sinistra del fiume Suriname a ca. 30 km dalla foce, importante centro portuale e commerciale, che ospita oltre la metà della popolazione totale del Paese, con una densità abitativa di 1339 ab./km². Fra gli altri centri Nieuw Nickerie e Lelydorp sono gli unici a superare i 10.000 abitanti.
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