| Territorio: geografia umana
La popolazione del Sudan forma un mosaico etnico tra i più ricchi e compositi dell'Africa; le varie minoranze costituiscono infatti quasi un quarto dell'intera popolazione (23,3%). In particolare essa è il risultato del contatto, avvenuto già in tempi preistorici, di genti nere – originarie del Paese – e di sopraggiunte genti bianche, europoidi; determinanti sono stati soprattutto in epoca più recente gli apporti semitici dovuti all'espansione verso S degli arabi. In linea di massima si hanno, anche per quanto riguarda l'uomo, differenze etniche in senso latitudinale; da N a S variano gli uomini, le loro attività, la forma dei villaggi. In generale, a N, oltre il 10º parallelo, d'ambiente sahariano e subsahariano, predominano le popolazioni arabe o arabizzate (49%), divise in due grandi gruppi: gli jaali nella regione nubiana (ma lungo il Nilo, da Wādī Halfā' a Merowe, sussistono elementi dell'antica etnia nera), i nubiani (8% ), gli juhayna nella zona centrale. Le tribù più rappresentative sono quelle dei kababish, degli hauawir, dei messiriye e altre genericamente denominate baggara (“vaccari”). Si tratta per gran parte di popoli allevatori che compiono migrazioni stagionali da N a S lungo tragitti che conducono il bestiame verso i pascoli e i pozzi. Nel Sudan nordorientale, tra il Nilo e il Mar Rosso, si trova però un'area etnicamente distinta, rappresentata dalle popolazioni dette cuscitiche (un ramo camitico, su base soprattutto linguistica, che deriva il nome dall'antico regno di Kush): sono genericamente conosciute come i beja (o begia, 6%), ma comprendono tribù diverse (hadendoa, bisharin, beni amer) che praticano il nomadismo nella regione montuosa orientale. Nel Darfur si hanno ulteriori tribù d'origine diversa che l'arabizzazione ha lasciato immuni: alcune, come i for(o fur) del Jabal Marrah, sono antiche popolazioni sudanesi con tratti paleonegritici (l'ambiente isolato del massiccio ha permesso la conservazione dei caratteri arcaici), altre sono un miscuglio tra sudanesi e sahariani (zaghawa), affini appunto ai tebu del Sahara. A S del 10º parallelo, si entra nel mondo africano vero e proprio, soprattutto dominio delle popolazioni nilotiche, dai caratteri somatici inconfondibili (l'alta statura, la struttura quasi scheletrica, la pelle scurissima); sono rappresentati da grandi tribù pastorali, seminomadi, che allevano bovini: i dinka (11%), i nuer, gli shilluk, gli anuak, che vivono lungo i fiumi e le paludi del Sudd. Il quadro etnico, estremamente complesso, è completato dai niloto-camiti, cioè con tracce europoidi, come i bari, i lotuko, i turkana ecc., stanziati tra l'alto Nilo e gli estremi rilievi sudorientali, mentre a W dell'alto corso del fiume, sino alle dorsali che fanno da spartiacque con il fiume Congo, si trovano popolazioni paleosudanesi e il grande gruppo sudanese degli azande (sandé, 2,7%). Il primo censimento risale al 1956 e registrò 10,3 milioni di ab., di cui ca. 4 milioni di popolazioni arabe o arabizzate, 3 milioni dei gruppi meridionali (nilotici, niloto-camiti, sudanesi), 1,3 milioni dei gruppi occidentali (for ecc.), 650.000 beja, 580.000 nubiani ecc.; si avevano inoltre cospicue (oltre 250.000 ab.) minoranze non africane, composte soprattutto da ciprioti, siriani e altri, in genere occupati in attività commerciali. Successivamente la popolazione fu valutata accrescersi con un indice annuo prima del 3%, poi (1970-75) del 2,5% e (1985-95) del 3,1%; il censimento del 1983 portò la popolazione sudanese a oltre 20,5 milioni. Tuttavia il Sud del Paese, oggi indipendente, è stato sottoposto tra il 1960 e il 1970 a una politica di sterminio da parte del governo centrale, il che ha costretto all'esodo diverse centinaia di migliaia di persone. A loro volta in Sudan si sono rifugiati dai Paesi vicini numerosi profughi, che nel 1987 avevano raggiunto quota 975.000 (un terzo dei quali proveniente dall'Etiopia). La densità è di 22,76 ab./km². La popolazione, comunque, è distribuita in modo diseguale e negli ultimi anni si sono accentuati i contrasti: infatti ca. la metà della popolazione è concentrata sul 15% del territorio, con densità maggiori lungo il corso del Nilo. I divari regionali e le profonde differenze socioeconomiche tra le varie regioni sono all'origine anche del più recente conflitto interno, esploso nel 2003 nel Darfur. I continui flussi migratori verso le città hanno portato a 34%, nel 2015, il tasso di urbanizzazione. Le condizioni naturali hanno determinato stili di vita differenti, con una prevalenza di vita sedentaria contadina al centronord, tradizioni nomadi da allevatori di bestiame nella savana umida del sudovest e nelle paludi meridionali e, ancora vita nomade nella steppa del nordovest e nelle colline del Mar Rosso. La capitale Khartoum ospita tutte le attività principali insieme con la vicina Umm Durmān (Omdurman) e Khartoum North, un quartiere eminentemente industriale, con le quali forma un gigantesco agglomerato di oltre 4,5 milioni di abitanti. Dopo Khartoum il centro principale è Būr Sūdān, sbocco marittimo del Paese, collegata con ferrovia alla capitale, oggi dotata di un porto moderno in sostituzione di quello vecchio di Sawākin (Suakin). Wad Madanī è il maggior centro di Al- Jazīrah e delle sue attività cotoniere
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