IL FARO DEI SOGNI

Togo

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1024px-Flag_of_Togo



Il Togo, ufficialmente Repubblica Togolese (in francese République Togolaise), è uno stato dell'Africa Occidentale. Confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale Lomé. Lo Stato è vasto 56.785 km² ed è abitato da 6.145.000 abitanti con una densità di 97,7 ab/km². La lingua ufficiale è il francese (è membro dell'associazione dei paesi francofoni) ma vi si parlano anche molte lingue africane. Col nome di Togoland fu colonia prima della Germania e poi della Francia, da cui ottenne l'indipendenza nel 1960.

Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.[4]


800px-Emblem_of_Togo

Il nome

Originariamente, il nome "Togo" indicava un insediamento del popolo Ewe che si trovava sulle sponde del lago omonimo. In lingua ewe, to-go significa approssimativamente "andare all'acqua". Presso il villaggio di Togo i tedeschi trattarono con un capo locale ottenendo il controllo della regione, che battezzarono Togoland ("terra di Togo"). In seguito, "Togo" divenne un modo comune per riferirsi all'intera colonia tedesca, e il villaggio di Togo fu ribattezzato Togoville.
Storia

800px-Togo_on_the_globe__Africa_centered_

Storia antica

Della storia del Togo prima dell'avvento dei portoghesi (fine XV secolo) si sa poco. Il popolo più antico della regione è quello dei Tamberma, che vivevano nel nord in famiglie estese, in villaggi di case fortificate. Molte tribù entrarono in Togo dalle regioni confinanti fra l'XI e il XIX secolo: gli Ewe dalla Nigeria e dal Benin, i Mina dal Ghana. Fra il XVIII e il XIX secolo, i popoli del Togo subirono l'influenza dei potenti regni di Ashanti (a ovest) e Dahomey (a est).


Togo_Taberma_house_04


La colonizzazione

I primi Europei a raggiungere le coste del Togo furono molto probabilmente i portoghesi, nel XV secolo, seguiti dai danesi, dai francesi e dagli inglesi. Gli Europei incominciarono a commerciare con le popolazioni locali, soprattutto con la compravendita di schiavi. Il popolo Mina fu quello che strinse con i bianchi i rapporti commerciali più importanti; compravano schiavi dai Kabyé e da altri popoli dell'entroterra e li rivendevano agli Europei.


Togo_agriculture


Gli europei non tentarono di occupare il Togo fino al XVIII secolo. Dapprima fu la Danimarca a rivendicare il proprio diritto al controllo della regione. Nel 1884, il diplomatico tedesco Gustav Nachtigal stipulò una serie di patti commerciali con il sovrano locale Mlapa III (i cosiddetti trattati di Togoville). Tali patti diedero origine a un rapporto privilegiato fra le popolazioni locali e la Germania; l'intera regione (ribattezzata Togoland) divenne in seguito protettorato e poi colonia tedesca. I tedeschi introdussero tecniche molto moderne per la coltivazione di cacao, caffè e cotone e svilupparono le infrastrutture del paese fino a renderle tra le migliori nell'Africa del tempo, esercitando al contempo un controllo dispotico sui nativi. Nella prima guerra mondiale le esigue truppe tedesche che presidiavano il Togo capitolarono in poche settimane di fronte ai britannici e ai francesi, che si spartirono il paese, in quella che fu chiamata Campagna dell'Africa Occidentale.

Python_royal_35

Un mandato della Società delle Nazioni sancì in seguito la situazione creata dagli eventi bellici.



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Indipendenza

Durante il periodo coloniale, i Mina videro crescere la loro influenza politica ed economica grazie ai loro antichi legami con gli Europei e al fatto di vivere in prossimità della costa. Gli Ewe, al contrario, si ritrovarono divisi e indeboliti dalla spartizione del Togo fra britannici e francesi, e da entrambi i lati del confine cominciarono a premere per la riunificazione. Le speranze degli Ewe svanirono quando il Togoland britannico votò a favore dell'unificazione con il Ghana, che stava proprio allora ottenendo l'indipendenza. Il Togoland francese, invece, dichiarò la propria indipendenza nell'aprile 1960, costituendo il moderno Stato del Togo. Sylvanus Olympio fu eletto primo Presidente.
Colpo di Stato militare
Koffi Panou col politico francese Charles Debbasch

Nel 1964, il Togo fu teatro del primo colpo di Stato militare in Africa. Olympio fu rovesciato da un gruppo di 626 veterani togolesi dell'esercito francese il 13 gennaio 1963. A tali veterani Olympio aveva precedentemente negato l'accesso nell'esercito regolare del Togo. Il giorno dopo il colpo di Stato, Olympio fu ucciso, e al suo posto subentrò il primo ministro, l'Ing. Nicolas Grunitzky. Nel 1967, Grunitzky fu deposto dal sergente Étienne Eyadéma, che controllava l'esercito, e che instaurò un regime monopartitico. Eyadéma nazionalizzò le principali risorse economiche del paese (a partire dalle miniere di fosfati), espropriandole alle società straniere che le avevano acquisite nel periodo coloniale. In segno di emancipazione dagli Europei, egli ordinò a tutti i togolesi che avevano un nome di battesimo europeo di cambiarlo con un nome locale; egli stesso si fece da allora chiamare Gnassingbé Eyadéma. Nonostante queste iniziative anticolonialiste, Eyadéma continuò a intrattenere rapporti commerciali e politici con l'Europa, e in particolare la Francia. Negli anni del regime di Eyadéma, molte organizzazioni internazionali (tra cui Amnesty International), denunciarono frequenti violazioni dei diritti umani da parte dei militari e del governo togolese, criticando anche l'appoggio a Eyadéma fornito dalla Francia.

All'inizio degli anni novanta, sotto forti pressioni internazionali, Eyadéma rassegnò le dimissioni da capo del governo. Appena dopo l'elezione del Primo ministro ad interim, tuttavia, l'esercito incominciò a mettere in atto una serie di azioni terroristiche tra cui il bombardamento dell'abitazione del primo ministro e una serie di attentati e omicidi politici ai danni della stampa, di sindacati e altre organizzazioni che si opponevano a Eyadéma. Il Togo apparve sull'orlo della guerra civile; molti profughi fuggirono in Benin e in Ghana. Nel 1993 si tennero le prime elezioni formalmente multipartitiche, che videro la vittoria quasi plebiscitaria di Eyadéma (96% dei voti). Nel corso del suo governo, Eyadéma si macchiò di numerose altre azioni antidemocratiche che portarono a un progressivo isolamento del Togo sulla scena internazionale. Tra l'altro, fece ripetutamente modificare la costituzione in modo da rimanere in carica per tutta la vita.



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Il secondo colpo di Stato

Il 5 febbraio 2005, Eyadéma morì di un attacco di cuore. Secondo la costituzione vigente all'epoca, a succedergli alla guida di un governo di transizione (della durata massima di 60 giorni) avrebbe dovuto essere Fambaré Ouattara Natchaba, portavoce del Parlamento. In quel momento, tuttavia, Natchaba si trovava fuori dal paese. L'esercito togolese, controllato da Faure Gnassingbé (figlio di Eyadéma), chiuse le frontiere; l'aereo dell'Air France su cui Natchaba stava rientrando nel paese dovette atterrare in Benin. Il giorno successivo, il parlamento procedette a rimuovere Natchaba dalle sue funzioni, sostituendolo con Gnassingbé, che divenne quindi presidente ad interim. Inoltre, il parlamento modificò la costituzione eliminando il vincolo di 60 giorni come durata massima della presidenza ad interim; in questo modo, la fine del mandato di Gnassingbé venne a coincidere con la fine del mandato del padre, fissato per il 2008.

Queste manovre furono eseguite, almeno formalmente, nei limiti della legalità; tuttavia, da molte parti (incluse l'Unione Africana e le Nazioni Unite) si denunciò l'accaduto come un nuovo colpo di Stato militare, essendo le azioni del parlamento visibilmente pilotate dall'esercito, fedele alla famiglia Eyadéma. Le manifestazioni popolari contro Gnassingbé furono soffocate nel sangue; diversi episodi, come il massacro di civili in una rappresaglia dell'esercito ad Aneho, furono taciute dai mass media togolesi. Pochi giorni dopo, in risposta alle crescenti pressioni internazionali, Gnassingbé decise di indire nuove elezioni, rassegnando le proprie dimissioni il 25 febbraio. Le elezioni, che si tennero il 24 aprile seguente, che confermarono Gnassinbé come presidente del Togo, furono oggetto di molti sospetti e denunce di irregolarità e brogli, anche a causa della mancanza di osservatori internazionali durante lo svolgimento dell'elezione.



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Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa


Mappa delle regioni del Togo

Il Togo è suddiviso amministrativamente in regioni (régions), a loro volta suddivise in prefetture (préfectures). Fa eccezione la capitale Lomé, che non appartiene ad alcuna prefettura, e che ha la qualifica amministrativa di comune (comune).

Le regioni sono cinque: da nord a sud, sono la Région des Savanes ("regione delle savane", capitale Dapaong, suddivisa di quattro prefetture), la Région de la Kara ("regione di Kara", capitale Kara, suddivisa in sette prefetture), la Région Centrale ("regione centrale", capitale Sokodé, suddivisa di quattro prefetture), la Région des Plateaux ("regione degli altopiani", capitale Atakpamé, suddivisa in nove prefetture) e la Région Maritime ("regione marittima", capitale Lomé, suddivisa in sei prefetture e un comune).
Città principali

Le città più importanti dello Stato sono Lomé, la capitale, e Sokodé; importanti sono anche da nord a sud Niamtougou, Kara (anticamente Lama-Kara), Bassar, Atakpamé, Kpalimé, Tabligbo, Tsévié, Togoville (città di importanza storica) e Aneho. Nella maggior parte dei casi, queste città possono essere considerate come grandi villaggi; fatta eccezione per Lomé, non superano i 100.000 abitanti, hanno pochissime infrastrutture, le strade sono quasi tutte sterrate, e le abitazioni sono di tipo quasi rurale, organizzate in quartieri che si sviluppano in modo sostanzialmente caotico attorno al centro (in genere segnato dai mercati locali).
Istituzioni
Ordinamento politico

Secondo la costituzione del 1992 (approvata con un referendum) il Presidente e Primo ministro sono eletti ogni cinque anni con suffragio universale. Viene eletta ogni cinque anni anche l'Assemblea nazionale togolese di 81 membri che controlla il potere legislativo.
Istruzione
Nel Togo l'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 12 anni; nonostante ciò il tasso di alfabetizzazione è appena al 63%. È presente un forte dislivello del tasso di alfabetizzazione tra uomini (77,4%) e donne (49,9%)[7]. La scolarizzazione varia anche in maniera significativa di regione in regione; raggiunge il 93% nella zona di Lomé, attestandosi intorno al 50% nella Région Maritime e nella Région des Plateaux, e solo al 20% circa nella Région des Savanes. Le scuole sono in parte statali, e in parte amministrate da privati o dalle missioni cristiane. Il principale istituto universitario del paese è l'Università di Lomé.



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Trasporti

I Trasporti in Togo sono molto carenti. Gran parte delle strade che attraversano il paese non sono asfaltate (5.144 km su 7.520 km totali) e non sono presenti autostrade. Le linee ferroviarie ammontano a un totale di 525 km, con collegamenti internazionali verso Benin e Burkina Faso e (con cambio di scartamento) verso il Ghana. Le autolinee sono limitate alla capitale e alle vie stradali principali del paese. Il porto e l'aeroporto principali del paese si trovano a Lomé.
Politica

Dopo un periodo di dittatura incominciato immediatamente dopo l'indipendenza, dagli anni novanta in Togo si è avviato un processo che avrebbe dovuto portare in breve tempo a una democrazia multipartitica. Sebbene questa transizione sia formalmente avvenuta, molte istituzioni internazionali (incluse l'Unione Africana e le Nazioni Unite) hanno accusato l'attuale presidente Faure Gnassingbé, salito al potere nel 2005, di aver dato luogo a un colpo di Stato. L'istituto statunitense Freedom House cataloga attualmente il Togo come paese "non libero".[8]

Il partito di maggioranza è il Raggruppamento del popolo togolese (Rassemblement du peuple togolais, RPT), partito unico durante la dittatura. Di importanza rilevante nell'opposizione ci sono il Raggruppamento per il sostegno della democrazia e dello sviluppo (Rassemblement pour le soutien de la démocratie et du développement, RSDD) e l'Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (Union pour la démocratie et le progrès social, UDPS).

Dalla fine degli anni settanta non avvengono esecuzioni, la pena di morte è rimasta in vigore fino al 2009. Il 23 giugno 2009 il parlamento del Togo ha votato all'unanimità l'abolizione della pena di morte nel Paese.



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Letteratura

La storia del Togo, e in particolare l'alternarsi di differenti influenze europee (tedesca, francese, inglese) non ha favorito lo sviluppo di una vera e propria tradizione letteraria. Uno dei primi autori togolesi fu Félix Couchoro, che a partire dal 1929 pubblicò romanzi in lingua francese in cui raccontava la storia del proprio paese da un punto di vista fortemente anti-colonialista. Nei primi anni cinquanta David Ananou pubblicò Le fils du fétiche ("il figlio del feticcio"), un romanzo che viene considerato una pietra miliare della letteratura togolese. Altri scrittori e poeti piuttosto noti sono Jeannette Ahonsou-Abots, Henriette Akofa, Victor Aladji, Gad Ami, Gnoussira Analla, Pyabelo Kouly Chaold, Yves-Emmanuel Dogbé, Emilie Anifrani Ehah, Christiane Akoua Ekue, Julien Atsou Guenou, Tété Michel Kpomassié, Koffi Mawuli Agokla e Laklaba Talakaena. Dogbé ha anche il merito di aver fondato un'importante casa editrice togolese, la Akpagnon. Nella letteratura togolese, fatto insolito per la letteratura africana, si trovano diverse opere ambientate in altri paesi, come L'africain du Groenland di Kpomassié, opera autobiografica in cui l'autore narra della permanenza presso gli inuit della Groenlandia, o Memories of Twelve Years Spent in Germany di Chaold. Fra le nuove generazioni di scrittori che hanno incominciato a pubblicare negli anni 2000 si possono citare Fatou Biramah, Kouméalo Anaté e Lauren Ekué.

Anche il teatro togolese cominciò a svilupparsi negli anni cinquanta, con opere in lingua francese. La più celebre opera letteraria precedente all'indipendenza è Fasi (1956), di Anomou Pedro Santos. Dopo l'indipendenza emersero diversi nuovi autori, come Modest D'Almeida, Gilbert Laclé, Henri Ajavon, Senouvo Agbota Zinsou, Kossi Efoui e Koffi Gomez. Gomez è anche a capo della più importante compagnia teatrale del paese.[12]
Sport

Durante le Olimpiadi di Pechino 2008 il Togo ha vinto la sua prima medaglia (bronzo) a livello olimpionico nel Kayak slalom maschile con l'atleta Benjamin Boukpeti.
Calcio
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Nazionale di calcio del Togo.
Emmanuel Adebayor, calciatore togolese che ha giocato anche con Arsenal, Manchester City, Real Madrid

Tra tutti gli sport più conosciuti il più praticato nel paese e anche l'unico nel quale il Togo ha avuto alcuni successi è sicuramente il calcio.

Il calcio ha una lunga tradizione nel Togo; lo si gioca dagli anni venti, e dal 1933 esiste un campionato nazionale di calcio, che a partire dall'indipendenza fu gestito dalla Federazione togolese di calcio. Alcuni calciatori togolesi hanno fatto fortuna all'estero; fra questi si può citare Emmanuel Adebayor.

La nazionale di calcio del Togo si è guadagnata a sorpresa la qualificazione ai Mondiali di Germania 2006, classificandosi al primo posto nel gruppo 1 della Zona Africana, davanti al Senegal. Il Togo ha avuto la sola soddisfazione della qualificazione, venendo eliminato senza vincere nemmeno una partita.



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Sport

Durante le Olimpiadi di Pechino 2008 il Togo ha vinto la sua prima medaglia (bronzo) a livello olimpionico nel Kayak slalom maschile con l'atleta Benjamin Boukpeti.
Calcio
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Nazionale di calcio del Togo.
Emmanuel Adebayor, calciatore togolese che ha giocato anche con Arsenal, Manchester City, Real Madrid

Tra tutti gli sport più conosciuti il più praticato nel paese e anche l'unico nel quale il Togo ha avuto alcuni successi è sicuramente il calcio.

Il calcio ha una lunga tradizione nel Togo; lo si gioca dagli anni venti, e dal 1933 esiste un campionato nazionale di calcio, che a partire dall'indipendenza fu gestito dalla Federazione togolese di calcio. Alcuni calciatori togolesi hanno fatto fortuna all'estero; fra questi si può citare Emmanuel Adebayor.

La nazionale di calcio del Togo si è guadagnata a sorpresa la qualificazione ai Mondiali di Germania 2006, classificandosi al primo posto nel gruppo 1 della Zona Africana, davanti al Senegal. Il Togo ha avuto la sola soddisfazione della qualificazione, venendo eliminato senza vincere nemmeno una partita.
L'attentato alla Coppa d'Africa 2010

L'8 gennaio 2010 nell'enclave angolana di Cabinda la squadra è rimasta vittima di un attentato ai due pullman che la conducevano in Angola, dove la rappresentativa togolese si apprestava a disputare la Coppa d'Africa 2010: l'autista è morto, mentre due giocatori sono rimasti feriti. La federazione togolese ha chiesto il rinvio della manifestazione, ma la proposta è stata bocciata dalla CAF. Il giorno dopo, morti anche l'addetto stampa e l'allenatore in seconda, il Togo si è ritirato dalla competizione. Dopo un ripensamento dei giocatori, decisi a giocare per onorare la memoria dei colleghi deceduti, il governo togolese ha deciso di ritirare ufficialmente la squadra e indire tre giorni di lutto nazionale.
Tradizioni
Artigianato

L'artigianato togolese presenta una grande varietà di prodotti, tra cui tessuti, ceramiche, sculture, gioielli e batik. Anche queste forme di arte popolare variano in funzione della regione e dell'etnia. Fra i luoghi rinomati per i tessuti c'è la zona di Assahoun, dove si realizzano teli in vivaci colori e fantasie geometriche. Kouvé è invece nota per gli oggetti in terracotta. A Kloto si fabbricano oggetti in corda come cinghie e borse, ma anche oggetti in ceramica; mentre i batik più rinomati sono quelli di Palimé, che riproducono in stile naïf scene di vita, animali e altri soggetti quotidiani. A Tchamba vengono realizzati molti tipi di oggetti usando foglie di palma. Per il vasellame, infine, i centri più importanti sono nella regione delle savane.
Cucina

La cucina togolese viene spesso considerata come una delle migliori dell'Africa Occidentale. Caratteristica dell'arte culinaria è una salsa con cui vengono serviti molti cibi detta semplicemente sauce (che in francese appunto vuol dire salsa). Un piatto molto comune è il riz sauce arachide, riso con salsa d'arachidi. Ogni regione ha le sue specialità: nella regione costiera è diffuso il lamounou déssi o sauce de poisson (salsa di pesce fresco), altre salse sono quelle di aglan (granchio), tomate (pomodoro), aubergine (melanzana) ed épinard (spinaci). Il vino di palma nel sud e lo tchakpallo (miglio fermentato) nel nord sono le bevande alcoliche che vengono consumate maggiormente.
Feste nazionali

In Togo, data la coesistenza di Islam e Cristianesimo, si celebrano numerose feste religiose. A queste si aggiungono alcune importanti ricorrenze storiche. Le principali festività sono le seguenti:

1º gennaio (Capodanno);
13 gennaio (Giorno della Liberazione);
24 gennaio (Giorno della Vittoria);
27 aprile (Giorno dell'Indipendenza);
1º maggio (Festa del Lavoro);
23 settembre (anniversario del fallimento dell'attacco dei dissidenti togolesi a Lomè nel 1986 durante la dittatura)
1º novembre (Ognissanti);
25 dicembre (Natale).
le festività cristiane e musulmane a data variabile: ʿīd al-aḍḥā, Pasqua, Lunedì di Pasqua, Ascensione, ecc.



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Togo

 
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Generalità

Il Togo ha subito con particolare asprezza l'urto e le contraddizioni del dominio europeo, passando attraverso il colonialismo della Germania, della Gran Bretagna e della Francia. La sua formazione nazionale è stata pertanto difficile e dopo l'indipendenza (che ha in effetti riguardato solo la sezione orientale dell'ex Togo tedesco, essendo quella occidentale passata al Ghana) la vita politica ha dimostrato una pericolosa tendenza all'instabilità e alla disgregazione. A questo si affianca un passato coloniale pesante, che all'inizio del Duemila è ancora visibile nell'assetto territoriale, nella distribuzione della popolazione (a vantaggio della costa) e dalle condizioni culturali e socioeconomiche. La dipendenza da pochi prodotti (cotone, caffè, cacao, fosfati) sottopone inevitabilmente il Paese alle fluttuazioni di mercato. Dal punto di vista politico, se il Togo ha avuto una transizione meno convulsa rispetto ad altri stati della regione, ciò è dovuto a una relativa stabilità istituzionale realizzata attraverso un regime personalistico, solo in parte messo in crisi, nel 2005, dalla morte di Gnassingbé Eyadéma.



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Territorio: geografia umana

Il Togo, ossia il Paese sulla costa della laguna (da to, laguna, e go, costa), era abitato originariamente da popolazioni paleonegritiche suddivise in piccole tribù di agricoltori itineranti (tingedane, tamberma, bassari, kabure o kabré); successivamente fu invaso da genti sudanesi appartenenti alla stirpe dei mossi e gruppi affini, provenienti da N, che crearono effimeri Stati. Nelle regioni meridionali la massiccia invasione degli ewe (sec. XII-XIV) portò all'unificazione degli autoctoni: gli ewe costituirono una sorta di federazione che contrastò ai gruppi mossi l'egemonia sul Paese fino a quando la tratta degli schiavi prima e la penetrazione europea poi ridussero, alla fine del sec. XIX, il Paese alla completa anarchia. Il fatto che il Togo non abbia mai conosciuto potenti ed evoluti organismi statali, in grado di imprimere alle varie popolazioni una certa omogeneizzazione culturale, ha avuto un ruolo di primaria importanza nel determinare le vicende del popolamento, caratterizzato ancor oggi dalla convivenza di decine di gruppi etnici ben distinti fra loro; i principali sono i kabré (24%), gli ewe (22%), i gourma (14%), gli uaci (o ouatchis, 10%), i tem (6%) e altri, in piccole minoranze (24%). La popolazione del Togo è in fase di notevole incremento; la densità di 99 ab./km² pone il Paese fra quelli più popolosi dell'Africa occidentale. Le regioni meridionali, specie quella Marittima, sono le aree di più fitto insediamento; i gruppi più rappresentativi (ewe, uaci, mina) sono agricoltori sedentari. Per contro il Centro e le regioni settentrionali presentano densità molto inferiori alla media e sono popolati da gruppi di seminomadi, tra cui i kabré. La popolazione urbana è in crescita (nel 2005 era il 39,9%), mentre quella rurale vive in villaggi di piccole e medie dimensioni. Nel Sud il villaggio è caratterizzato da capanne rettangolari, specie nelle aree più popolate, spesso allineate lungo la strada; numerosi sono lungo il lago Togo i villaggi palafitticoli dei pescatori. Nel Nord predomina invece il villaggio sudanese con le capanne circolari e in genere una distribuzione più svincolata dalle vie di comunicazione. I centri urbani sono dovuti per gran parte alla colonizzazione europea. Il centro principale è la capitale Lomé, di creazione abbastanza recente. Il suo nome, che significa “piccolo mercato”, richiama la funzione che la città aveva all'epoca del colonialismo e trova conferma nel suo ruolo attuale di maggior centro commerciale, oltre che nodo stradale e ferroviario più importante del Paese. Gli altri centri hanno dimensioni assai modeste; situati sulla strada e la ferrovia che da Lomé portano verso il Nord, essi rappresentano il fulcro delle zone più popolate nei maggiori distretti agricoli e commerciali, come Sokodé, donde si dirama un'importante strada per Bassar (o Bassari), Atakpamé, Tsévié; Kpalimé, collegata per ferrovia con la capitale, è invece posta presso il confine con il Ghana e Aného è sulla ferrovia litoranea.



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Cultura: generalità

I numerosi gruppi etnici sono culturalmente distinti, ma hanno alcune caratteristiche in comune; le varie comunità, infatti, sono dirette da un capo, e si reggono grazie a una struttura sociale, politica ed economica ben definita, che ha la famiglia come perno e nella quale vengono incoraggiati i valori culturali e sociali. La vita quotidiana è scandita da antiche abitudini, riti e superstizioni, mentre i momenti salienti della vita di ogni individuo, come la nascita, la pubertà, il matrimonio e la morte vengono celebrati con feste particolari. La tradizione rivive anche nella danza e nella musica, dove si trattano temi come l'amore, la morte, la caccia. L'artigianato tipico è quello della stampa a cera e del batik nei tessuti; molto noto è anche il tessuto kente degli ewe, dai colori tipicamente poco vivaci. In molte aree è ancora possibile assistere a feste tradizionali che continuano ad avere grande popolarità e risonanza: nella regione settentrionale di Kabyé, per esempio, a Evala, nel mese di luglio, si tiene una grande festa che celebra l'ingresso nell'età adulta; nel corso di essa si tengono lotte spettacolari, dove i lottatori sono cosparsi di grasso, e si fanno prove come camminare sui carboni ardenti. Particolarmente sentite sono anche le feste del raccolto, nel mese di agosto, che si tengono in varie località. Nel 2004 l'UNESCO ha iscritto nelle proprie liste le tipiche case fortificate (dette tata) dei tamberma, che si trovano nella zona nordorientale, non lontano da Kara. Si tratta di edifici di paglia, legno e argilla, con torri coperte da tetti conici che fungono da magazzini per granaglie. La pietanza principale che viene consumata in Togo è il pâte, una specie di impasto a base di frumento, miglio, patate dolci o manioca accompagnato con salse di granchio, spinaci o di arachidi. La carne più comune è quella di faraona, mentre altri piatti rinomati sono il koliko (patate dolci fritte) e l'abobo, spiedino di lumache.



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Cultura: letteratura

Come negli altri Stati africani, anche nel Togo esistono due letterature, una in lingue locali, l'altra in lingua francese. Tra le letterature autoctone la più importante, originale e nota è quella in lingua ewe, la quale conta, accanto a una produzione orale, anonima, antichissima, ma ancor oggi viva, una buona produzione moderna. La narrativa è rappresentata da A. Kodzo, ma la migliore espressione della letteratura ewe è il teatro popolare, rappresentato dal lalo, creazione orale e collettiva, con canto e danza, e dalla cantata che, dal dramma biblico originario, con musiche e canti tradizionali, è andata evolvendo verso la commedia musicale, con temi profani e satira di costume. In questo genere si distinguono: M. A. Ama e L. Fiagan. Quanto alla letteratura in lingua francese, essa presenta poeti di medio livello e non del tutto svincolati dai modelli europei e dai temi della negritudine, come T.-V. Mensah. Più ampia la produzione narrativa, con D. Ananou, O. Abadji, V. Abadji (n. 1941), F. Sydol, M. K. E. Amegashie, con il togolese di adozione F. Couchoro (nato nel Benin 1900-1968). Nel teatro si distinguono: M. d'Almeida (n. 1949) e G. Laclé, C. Abolo, J. A. Mensah, M. Boko, E. Vovor, H. Ajavon e N. Zinsou, autori generalmente di commedie di costume su temi sociali. Nel campo della saggistica è interessante il lavoro di T.-V. Mensah A la recherche de la personnalité africaine (1960). Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso domina la personalità di Y. E. Dogbé (n. 1939), oltre i romanzieri A. T. Ekue, J. Nago, A. J. Adotévi, K. M. Agokla, J. Atsou, K. Gomez, F. Mama e S. Messau. In campo teatrale ricordiamo N. S. A. Zinsou (n. 1946), A. S. Amenyedzi e K. Gomez. Nella saggistica si segnalano E. Kodjo, J. Amegbo e D. J. Madjri. All'inizio del sec. XXI autori di origine togolese, emigrati nei Paesi europei, scrivono nella lingua del Paese ospitante. È il caso di Kossi Efoui (n. 1962), fuggito in Francia per motivi politici, divenuto famoso per il suo romanzo La fabrique de cérémonies (La fabbrica di cerimonie; 2001); in Italia invece Kossi Komla-Ebri (n. 1954), laureatosi in medicina a Bologna nel 1974, è autore di diversi saggi e romanzi scritti in italiano (La sposa degli dei, 2005; Vita e sogni - Racconti in concerto, 2007).



fonte www.sapere.it/enciclopedia/T%C3%B2go.html

 
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