| Clima
Il clima presenta aspetti di transizione tra il tipo atlantico e quello subartico. L'escursione termica stagionale si presenta limitata, infatti la temperatura media giornaliera, durante i mesi centrali dell'inverno, si mantiene attorno ai +2 °C mentre quella del mese di gennaio, il più caldo dell'anno, non supera i +11 °C, le precipitazioni sono tendenzialmente regolari e non si registrano minimi o massimi stagionali significativi, ma i quantitativi pluviometrici medi si mantengono da moderati a modesti, anche se possono variare da località a località a seconda della posizione dei rilievi rispetto alla costa e quindi dall'esposizione degli stessi alle correnti prevalenti (occidentali e meridionali). A causa della forte influenza delle temperature superficiali oceaniche (di qualche grado sopra lo 0 °C anche nel pieno dell'inverno australe) le precipitazioni cadono prevalentemente sotto forma di piogge.
Le nevicate tuttavia sono relativamente frequenti e si possono verificare per gran parte dell'anno (diventando eccezionali solo nel periodo centrale dell'estate), gli accumuli però sono di regola scarsi e il manto nevoso ha una durata breve e incostante, in genere limitata a pochi giorni lungo le coste, mentre la persistenza della neve può mantenersi a lungo solo sui rilievi più elevati e in generale solo al di sopra dei 400 m. Nel complesso i regimi termici e precipitativi si presentano del tutto simili a quelli della vicina regione della Terra del Fuoco distinguendosene solo per alcuni tratti di maggiore marittimità. I forti venti, le basse temperature medie giornaliere (inferiori ai +10 °C per 10/11 mesi all'anno), la modestissima eliofania, fanno sì che la stagione vegetativa sia molto breve e non consentono la crescita di vegetazione arborea. Storia
Recenti ritrovamenti dimostrano che le popolazioni indigene provenienti dalla Patagonia arrivarono sulle isole in tempi antichi. Ciò è verificato dalla presenza di reperti quali punte di frecce e resti di una canoa[7].
Sulla scoperta da parte degli europei vi sono numerose ipotesi: nel 1520 il navigatore portoghese Esteban Gómez, disertando la prima circumnavigazione di Magellano, avrebbe avvistato le isole[8]; oltre a lui altri navigatori come Simón de Alcazaba y Sotomayor (prima del 1540), John Davis (che nel 1592 si limitò alla sola annotazione sulle carte nautiche) e Richard Hawkins avrebbero le credenziali per accreditarsi la scoperta dell'arcipelago. Solo 170 anni dopo, nel 1690, John Strong vi mise piede, denominandole Falkland in onore del politico Anthony Cary, 5º Visconte di Falkland.
I primi coloni francesi giunsero nel 1763, guidati da Louis Antoine de Bougainville. Essendo quasi tutti dei malouins, provenienti cioè dal porto di Saint-Malo, le isole assunsero il nome francese di Îles Malouines, da cui è poi derivata la denominazione usata dalla maggior parte delle lingue romanze. Già nel 1766, comunque, la colonia fu ceduta dalla Francia alla Spagna dopo la sua partecipazione a fianco della Francia nella Guerra dei sette anni contro gli inglesi, usciti poi vincitori dal conflitto. Le Provincias Unidas del Rio de La Plata (odierna Argentina), dichiarando la propria indipendenza nel 1810, rivendicarono la sovranità alle isole e l'Argentina si considerò in seguito (assieme con altri paesi residui ai possedimenti spagnoli) continuatrice dei territori spagnoli in quella parte del continente. Le Falkland alla fine degli anni '20
Nell'anno 1820 il governo di Buenos Aires inviò una nave militare argentina sulle isole a prenderne possesso, subentrando alla Spagna. Successivamente, nel 1823, Luis María Vernet fu nominato governatore dell'arcipelago, ottenendo concessioni riguardanti diritti commerciali e industriali, quindi dai territori argentini giunsero autonomamente nelle isole dal 1825 alcuni gruppi di coloni, che praticarono in massima parte la pastorizia come mezzo di sostentamento. Il 10 giugno 1829 venne instituito il Governatorato con base sull'isola Soledad "Comandancia Política y Militar de las islas Malvinas", con giurisdizione sulle isole adiacenti al Cabo de Hornos, un ente di controllo che sorvegliava la regione di pesca marina, e la regolamentava[9][10]. Il 30 di agosto del 1829 Vernet proclamò la fondazione di Puerto Luis.
Successivamente fu la volta dei britannici che, nel 1833, occuparono le isole espellendo i militari argentini e il loro comandante designato, José María Pinedo[11]. Dichiararono inoltre la propria sovranità su tutto l'arcipelago, occupando e rivendicando la sovranità anche sulle isole Georgia del Sud e le isole Sandwich Australi, che erano disabitate[12]. Una volta espulsa la guarnigione militare, restavano sull'isola principale una trentina di persone di origine varia (argentini, uruguaiani, brasiliani, uno scozzese). Dopo la conquista britannica, due di queste (un uruguaiano e un brasiliano) decisero di abbandonare l'isola, mentre tutti gli altri accettarono l'invito dei nuovi occupanti a rimanere (l'ultimo morì nel 1871)[13]. Durante la prima guerra mondiale fu combattuta la battaglia navale delle isole Falkland tra alcuni incrociatori tedeschi comandati dall'ammiraglio Maximilian von Spee e una preponderante flotta britannica, comandata dal viceammiraglio Sir Frederik D. Sturdee. I tedeschi avevano intenzione di passare dall'Oceano Pacifico all'Atlantico, ma furono fermati e vinti dai britannici.
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