IL FARO DEI SOGNI

Polinesia francese

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La Polinesia francese (in francese: Polynésie française, /pɔlinezi fʁɑ̃sɛz/; in tahitiano: Pōrīnetia farāni) è una collettività d'oltremare (COM) della Repubblica francese della Polinesia, situata nell'Oceano Pacifico meridionale, a circa 6 000 km a est dell'Australia. È composta da un insieme di cinque arcipelaghi con in totale 118 isole di cui 67 abitate - Isole della Società (Isole del Vento e Isole Sottovento), Isole Australi, Isole Marchesi, Isole Gambier e Isole Tuamotu. La collettività include inoltre i vasti spazi marittimi adiacenti. La Polinesia Francese è quindi un territorio non autonomo, definizione che fa riferimento all'articolo 73 dello Statuto delle Nazioni Unite.

Screenshot_2020-03-11_Polinesia_francese_-_Wikipedia

Storia
Papeete
Isole della Società
Isole del Vento
Isole Sottovento (Bora bora)


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Mururoa

I primi abitanti di queste isole, appartenenti a popolazioni Austronesiane, provenivano con tutta probabilità dall'Asia sudorientale, e raggiunsero le isole della Polinesia verso l'anno 300 d.C., data che si sposta al I secolo d.C. per le Isole Marchesi. L'incontro con i navigatori europei avviene alla fine del XVIII secolo, e causerà delle epidemie che decimeranno le popolazioni autoctone. Le campagne di evangelizzazione e l'introduzione dell'alcool completano in seguito la distruzione della cultura indigena. La Francia impone progressivamente il suo protettorato, a partire dal 1843, ostacolando in tal modo l'influenza britannica.


1024px-Fakarava-ponton-rotoava

Bisognerà attendere il 1946 perché gli abitanti possano accedere al diritto di voto, e il 1957 per beneficiare di un primo governo locale, mentre le lingue polinesiane non verranno insegnate nelle scuole se non nel 1977. La Polinesia francese è oggi divenuta una collettività d'oltremare, beneficiante di una larga autonomia rispetto al governo francese metropolitano; pertanto il territorio utilizza una propria moneta (il franco CFP), dispone di un proprio prefisso telefonico internazionale (il +689) e ha come TLD .pf, .fr e .eu.

La principale risorsa economica della regione è il turismo, basato su un patrimonio naturale e culturale eccezionale.



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Politica

La Polinesia è divenuta Territorio d'oltremare nel 1946. Grazie alla legge-quadro Defferre sulla decentralizzazione, ha beneficiato, nel 1984, di un primo statuto di autonomia interna. Vent'anni dopo esso è stato rivisto e rafforzato per la quarta volta. La nuova formulazione stabilisce, tra l'altro, un sistema di «discriminazione positiva» in materia di impiego e di patrimonio terriero, in favore dei cittadini che possono attestare un certo periodo di residenza nell'Oceano Pacifico.

Seguendo il modello della Nuova Caledonia introduce anche la nozione di loi du pays (legge del paese), anche se non con lo stesso valore giuridico che nella Nuova Caledonia. In quest'ultima, le leggi del paese sono sottoposte al consiglio costituzionale e hanno valore di legge, mentre in Polinesia queste "leggi" vengono trasmesse al Conseil d'État (Consiglio di Stato), costituendo soltanto degli atti amministrativi di carattere particolare.

L'autonomia della Polinesia ha superato un'ulteriore limitazione con la possibilità di stringere degli accordi internazionali con altri Stati e organismi internazionali, non solo del Pacifico. Un altro cambiamento significativo riguarda il presidente del governo della Polinesia, che diventa «presidente della Polinesia francese» e viene scelto fra i membri dell'Assemblea della Polinesia francese.

Nel settembre 1995 la Francia scatenò grandi proteste in tutto il mondo per la ripresa dei test nucleari sull'atollo di Mururoa, dopo una moratoria di tre anni. Gli esperimenti furono completati nel gennaio 1996.
Suddivisioni

La Polinesia francese è composta da 5 suddivisioni amministrative:

le Isole del Vento (1195 km², ca. 200.000 ab.)
le Isole Sottovento (395 km², ca. 35.000 ab.)
le Isole Marchesi (1049 km², meno di 10.000 ab.)
le Isole Australi (148 km², meno di 10.000 ab.)
le Tuamotu-Gambier (850 km², ca. 17.000 ab.)

Esistono inoltre 48 Comuni della Polinesia francese.
Economia

La Polinesia francese utilizza una propria moneta, il Franco CFP (agganciato all'euro). Il PIL è di 5.490 milioni di $ e il PIL procapite è di 21.565$.

La Polinesia francese possiede un'economia mediamente sviluppata, basata sull'importazione di beni, sul turismo e sull'assistenza finanziaria da parte della Francia. I complessi turistici sono molto diffusi e per la maggior parte si trovano nelle isole più visitate come Tahiti e Bora Bora. La pesca e l'esportazione di copra (olio di cocco) sono le due principali attività tradizionali. Il turismo rappresenta il 13% del PIL (Prodotto Interno Lordo) di queste isole, che nel 2002 hanno ospitato 190.000 turisti. La perlicoltura, sperimentata nel 1970 ma effettivamente lanciata nel 1990, consiste nel porre una biglia di madreperla bianca importata dal Mississippi in un'ostrica, che la ricoprirà con la propria madreperla nei due anni successivi. La perla di Tahiti ha dei riflessi verde pavone, malva, o perfino d'argento, d'oro o azzurrognoli. La perlicoltura (coltivazione di perle) occupa circa 7 000 persone e i principali importatori sono il Giappone e la Cina. È anche diffusa la lavorazione del legno.
Attracco nell'isola di Fakarava nelle Tuamotu.

La Polinesia francese ha uno dei livelli di criminalità più bassi di tutta la Francia.
Infrastrutture e trasporti

La copertura medica è generalmente buona sulle isole più importanti, ma limitata nelle regioni più lontane o meno popolate. Le persone che hanno bisogno di cure urgenti o soffrono di malattie gravi vengono spesso trasferite a Tahiti per essere assistite lì (vi hanno sede due ospedali e numerose cliniche private).

Benché le strade più importanti siano asfaltate e ben tenute, molte strade secondarie non lo sono affatto. Il traffico stradale è particolarmente intenso a Tahiti.

Sulle isole vi sono numerosi aeroporti ma solo uno ospita voli per America, Asia e Oceania, ovvero l'Aeroporto Internazionale Faa'a che si trova non molto distante dalla capitale Papeete.
Società
Tradizioni e folclore

Nei tempi antichi tutto era manifestato dalla danza a ritmo di tamburo, per dare il benvenuto, per dire addio, per onorare o ringraziare gli dei, o semplicemente dimostrare la gioia o il piacere di vivere. Gli abitanti della Polinesia costruiscono varie statue di legno chiamate Tiki che si ispirano a motivi tradizionali o simbolici.
Cucina
La cucina locale è a base di banane, fafa (una specie di spinaci del territorio), mango, pollo e ovviamente pesce. I piatti tipici sono il pesce crudo alla tahitiana (tonno assieme a verdure e varie spezie) e il po'e (frutta servita con cremoso latte di cocco).



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Polinesia_francese

 
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Generalità

Territorio d'Oltremare (4167 km²; 269.047 ab. secondo una stima del 2013) della Repubblica Francese, nell'Oceania, costituito da oltre un centinaio tra isole e isolette raggruppate nelle seguenti circoscrizioni amministrative: isole Marchesi, isole Tuamotu e Gambier, Isole della Società (divise in Isole del Vento e isole Sottovento) e isole Tubuai. capoluogo è Papeete, sull'isola di Tahiti. Il Territorio è retto da un governatore, coadiuvato da un Consiglio di governo elettivo e da un'Assemblea Territoriale pure elettiva; è rappresentato al Parlamento francese da due deputati e da un senatore. La densità di popolazione è di 61 ab./km². Lingua ufficiale è il francese; la religione più diffusa è la protestante, ma numerosi (ca. un terzo) sono anche i cattolici. Unità monetaria è il franco delle Comunità Francesi del Pacifico (franco CFP). Risorse economiche degli abitanti sono l'agricoltura (palme da cocco, caffè, cotone, canna da zucchero, vainiglia), l'allevamento, la pesca e il turismo. Poligoni atomici sugli atolli di Mururoa e Fangataufa. Aggregata amministrativamente alla Polinesia Francese è l'isola di Clipperton. La ripresa degli esperimenti nucleari francesi nel 1995-96 ha suscitato un notevole risentimento da parte della popolazione. Da parte sua Parigi ha annunciato la proroga fino al 2006 del Patto per il progresso, sottoscritto nel 1993 e valido per 10 anni, relativo alla compensazione degli effetti negativi degli esperimenti sull'economia polinesiana, e inoltre ha accettato che l'IAEA(International Atomic Energy Agency) svolga uno studio sugli effetti degli esperimenti svoltisi negli atolli di Mururoa e di Fangataufa. La ripresa degli esperimenti nucleari non giova al turismo; si tratta tuttavia di un turismo d'élite che, essendo organizzato e gestito dalle agenzie di viaggio straniere, ed essendo stato promosso da capitali stranieri, ha un impatto molto modesto sull'economia locale. Il PNL nel 1999 era di 3.908.000.000 di dollari USA, quello pro capite era di 16.930 dollari USA. In francese, Polynéise Française.



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Storia

Alcune isole, tra cui Tahiti, del centinaio che compongono la Polinesia Francese, entrarono nell'orbita della Francia (o meglio furono vittime della rivalità di questa con l'Inghilterra) nel 1836, quando un missionario della London Missionary Society, George Pritchard, ottenne dalla regina Pomaré IV l'espulsione di due missionari francesi. La Francia reagì energicamente inviando sul posto una nave da guerra, il cui comandante ottenne scuse ufficiali, un'indennità e la clausola della nazione più favorita (1838). L'anno dopo, un altro ufficiale ottenne per i missionari francesi gli stessi privilegi dei missionari protestanti. Pritchard si recò allora a Londra per invocare l'intervento del governo inglese; durante la sua assenza la Francia impose alla regina un trattato di protettorato e fece occupare le isole Marchesi (1842). Il ritorno di Pritchard provocò una grave tensione, che sembrò minacciare una guerra tra Francia e Inghilterra, ma poi fu raggiunto un accordo. Nel 1847 la Francia fece sottoscrivere a Pomaré IV un nuovo trattato di protettorato mentre firmò con l'Inghilterra una dichiarazione secondo cui le isole Sottovento non dovevano considerarsi come parte delle Isole della Società e quindi non rientravano nell'ambito del protettorato francese. Nello stesso anno la Francia ritirò il presidio dalle Marchesi. Così, al momento della caduta della dinastia orleanista (febbraio 1848), la Francia estendeva la sua sovranità in Oceania solo sulle Isole del Vento del gruppo delle Isole della Società. La vita del protettorato francese su Tahiti e isole vicine non si svolse tranquillamente a causa della rivalità tra i sudditi francesi e inglesi, motivo per cui Parigi decise di sostituire il protettorato con un regime di piena sovranità facendosi cedere i relativi diritti dal re in carica (1880). Occupate anche le isole Tuamotu o Paumotu (1881), Gambier (1882) e Australi (1889), fu creata la colonia denominata Stabilimenti Francesi d'Oceania, retta da un governatore, alle dipendenze del quale furono poste anche le Marchesi. A seguito della Convenzione del 1887 relativa alle Nuove Ebridi, la Francia poté estendere l'anno successivo la sua sovranità anche sulle isole Sottovento. In forza della Costituzione francese del 1946 gli Stabilimenti Francesi d'Oceania assunsero la nuova qualifica di Territorio d'Oltremare e nel 1957 il loro nome fu cambiato in quello di Polinesia Francese. In occasione del referendum indetto da De Gaulle (1958) nei territori e province d'Oltremare onde conoscere se intendessero erigersi in Stati sovrani e separarsi dalla Francia oppure in Stati godenti di piena autonomia interna associati alla Francia nella cosiddetta Unione oppure rimanere nello status che avevano, la Polinesia Francese ha votato in favore della permanenza nel suo status di Territorio d'Oltremare.
Folclore

Per tutto il sec. XVIII e per buona parte del XIX, le Isole della Società simboleggiarono il mito della terra felice. Abitanti ospitali, clima stupendo, natura rigogliosa nutrirono questa idea romantica; molto ancora rimane delle antiche tradizioni. L'animismo dei Polinesiani li porta a vivere con la natura accettandola pienamente nelle sue leggi. Il clima mitissimo non richiede particolari indumenti né solide case. La terra offre generosi frutti e il mare pesci in abbondanza. Tre sono i concetti cui si ispira la vita, a giudizio di chi ha studiato a fondo i costumi: Aitá pea pea, cioè il desiderio di evitare ogni preoccupazione o fatica; Fiù, l'amore della novità, che scaccia la noia; Mea haama, la riprovazione di ciò che non va fatto, sulla base di una concezione morale che mette innanzi a tutto l'amore profondo per i bambini (cui si contrappone però il disinteresse per i vecchi), l'unione nel divertimento. Canzoni e danze sono il leit-motiv della vita polinesiana. Ancora in uso i tarava, canti polifonici senza accompagnamento strumentale su leggende o fatti locali, cui fa da contrappunto il virtuosismo di tenori leggeri, i rauti, o tarava di guerra, gli ute, in genere lamenti d'amore in cui eccellono i virtuosismi femminili, l'himéné paoa, su temi erotici, e l'himéné faarira o canto delle vergini. Tutto nelle isole polinesiane è occasione di festa. Se a Parigi il 14 luglio viene celebrato danzando nelle piazze per tutta la sera, a Papeete per celebrare quella stessa ricorrenza, introdotta dai Francesi, la festa dura un mese con gare, canti e danze, le principali delle quali sono l'etea, l'aparima, la paoa, la hoena e il famosissimo tamuré, danza sensuale con accompagnamento di chitarre, tamburi, nacchere e flauti di bambù. Come le feste anche i banchetti durano a lungo. I cibi preferiti sono pesci, legumi, maialini da latte avvolti in foglie di banano e cotti su pietre arroventate in un forno scavato nella terra. Il tamaaraa, o grande banchetto, dura, gaio e rumoroso, per ore. I Polinesiani usano come piatto le foglie di banano, come posate tre dita della mano destra, alle carni e ai pesci aggiungono molti frutti, compreso quello dell'albero del pane, e bevono latte di cocco, tè, poco vino e una birra locale, l'hinano. L'incontro tra uomini e donne, tra tané e vahiné, non ha remore morali. Ci si può sposare o convivere senza creare problemi sempre circondati dello stesso affetto. Il rapporto uomo-natura è stato in parte travolto dall'arrivo dei bianchi, che alla scoperta di un mondo nuovo, hanno fatto seguire l'invasione turistica. Ma, se molto si concede al turismo con feste sapientemente orchestrate e ghirlande di fiori cedute in cambio di dollari, l'incanto della natura e il carattere accogliente e festoso dei Polinesiani è rimasto.



fonte www.sapere.it/enciclopedia/Polin%C3%A8sia+Franc%C3%A9se.html

 
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