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La Scuola di Francoforte
Nel 1923, su ordine di Lenin, venne fondato a Francoforte un Istituto per il Marxismo. Prima idea-chiave: «"Una strategia che potrebbe provocare una simile disintegrazione, una tale corruzione, una tale erosione dell’Occidente, ovvero la "rivoluzione culturale", potrebbe essere l'unica in grado di creare le condizioni preliminari della rivoluzione comunista [...]. L'ostacolo, è la civiltà occidentale stessa e la cultura che genera [...]. La civiltà occidentale ha molte roccaforti che costituiscono altrettanti ostacoli: la morale che proviene dalla religione, la famiglia, l'attenzione rivolta al passato come guida per l'avvenire, la padronanza sugli istinti primari dell'uomo, e un'organizzazione sociale e politica che garantisce la libertà senza invitare alla licenza. E, di tutti questi ostacoli, i due più grandi sono Dio immanente, sempre presente, e la famiglia”. Era il messaggio di Marx nel 1843, scritto prima che si lanciasse in una teoria economica pseudo-scientifica. A quel tempo, egli invitava ad una critica spietata di tutto ciò che esiste, ma in modo speciale della religione, della scienza e della famiglia [...]. Quando l'uomo occidentale sarà “liberato” dalla sua umanità, e immergerà le sue radici nel fango, la nuova società politica potrà sorgere» [...]. Dobbiamo organizzare gli intellettuali e utilizzarli per corrompere l'Occidente. Quando avranno corrotto tutti i suoi valori, solo allora potremo imporre la dittatura del proletariato» .
Seconda idea-chiave: sfruttare in un’ottica marxista le idee di Sigmund Freud (1856-1939). «Lo svilimento della concezione degli istinti sessuali dell'uomo è stato iniziato da Freud [...]. Il sesso, il campo più esplosivo della psiche umana, dev’essere scatenato. Un’amalgama di neo-freudismo e di neo-marxismo dovrà distruggere le difese del fragile sistema immunitario della civiltà occidentale» 14. Un mezzo perhippies scatenare i sensi? La musica! «All'Università di Princeton, un membro della scuola, Paul Lazarsfeld, condusse il “Progetto di Studi sulla Radio”, una ricerca innovativa nel campo delle scienze sociali, finanziata dalla Fondazione Rockefeller e dall'Esercito americano. Théodor Adorno, uno dei leader della Scuola di Francoforte, ottenne la cattedra del Dipartimento di Studi Musicali sotto la direzione di Lazarsfeld, dove scrisse, durante gli anni ‘30 e ‘40, sull'interesse che presenterebbe la diffusione massiccia di musiche atonali e di altre forme di musiche per distruggere la società. In un’opera storica, “Philosophy of Modern Music” (“La filosofia della musica moderna”), Adorno raccomandò l'utilizzo su grande scala di forme musicali degenerate per sviluppare certe malattie mentali, ivi compresa la necrofilia. Egli scrisse altrove che era possibile abbattere gli Stati Uniti utilizzando la radio e la televisione per sviluppare una cultura basata sul pessimismo, sulla disperazione e sull’odio di sè» 15. Già nel 1939, il filosofo, sociologo e musicologo tedesco Théodor Adorno (1903-1969), il pifferaio magico della contestazione sessantottina, scriveva: «In uno spazio immaginario ma psicologicamente carico di emozioni, l'ascoltatore che ripensa ad una canzone di successo si immedesimerà nel soggetto ideale della canzone, nella persona a cui, idealmente, la canzone si rivolge. Allo stesso tempo, essendo uno dei tanti che si immedesimano in quel soggetto fittizio, quell'Io musicale, l'ascoltatore, sentirà un sollievo nel suo isolamento per ché si sentirà integrato nella comunità dei fans. Fischiettando tale canzone si piega un rituale di socializzazione, nonostante che, una volta passato questo momento di commozione soggettiva non articolata, il suo isolamento continui immutato [...]. Il paragone con il drogato è inevitabile. La condotta di un drogato ha di solito anche una componente sociale: essa è una possibile forma di reazione all'atomizzazione che, come hanno notato i sociologi, procede parallelamente alla compressione dei contatti sociali. Drogarsi con la musica, per un certo numero di ascoltatori, sarebbe un fenomeno simile» 16. Concludono gli autori del libro Droga S.p.A.: «Lo scopo dichiarato, come affermò Adorno stesso, era la creazione di una cultura musicale di massa che avrebbe sistematicamente degradato i suoi fruitori. La musica punk rock è il risultato finale del lavoro di Adorno» 17.
Scrive l'altro «cattivo maestro» Herbert Marcuse (1898-1979), il padre della della contestazione studentesca degli anni Sessanta: «Si può parlare a buon diritto di rivoluzione culturale, poiché la contestazione è rivolta all'insieme dell’”établissement” culturale, ivi comprese le basi morali dell’attuale società. L'idea e la strategia tradizionale di rivoluzione [...] sono decadute [...]. Ciò che dobbiamo intraprendere è un tipo di disintegrazione del sistema che sia diffuso e disperso» 18. Cosa di meglio di un mezzo così apparentemente innocente come la musica?
fonte www.centrosangiorgio.com/index.htm
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