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| La frase «zitto che se no son guai» riguarda il giuramento massonico, con il quale il massone si vincola alla segretezza; la segretezza, o riservatezza, come i Fratelli preferiscono definirla in pubblico, è la prima virtù da rispettare una volta facenti parte dell'Ordine. Poco dopo, si accenna anche all'obbedienza, termine che nel linguaggio massonico indica l'insieme delle Logge che unite costituiscono corpi sovrani, come i Grand'Orienti o le Gran Logge. La canzonetta prosegue citando il Gran Maestro, i cappuccini (allusione al cappuccio indossato durante i rituali) e il Compasso, insieme alla Squadra il simbolo più noto della Massoneria. I riferimenti alla Massoneria sono talmente evidenti che non si pone alcun dubbio sul loro reale significato. Più difficile invece stabilire il senso di una scelta simile da parte degli autori del programma. Considerato il carattere satirico della trasmissione, si potrebbe pensare che si tratti di un testo ironico nei confronti del mondo massonico. Eppure, nonostante i riferimenti siano chiari e per nulla velati, l'argomento in questione rimane perlopiù sconosciuto alla grande maggioranza degli spettatori del programma, e se davvero vi fossero intenzioni ironiche dietro il motivetto, sicuramente non verrebbero colte dal pubblico. Più probabile quindi che si tratti di una sorta di divertissement, uno strizzarsi l'occhio tra Fratelli massoni che si divertono nel parlare apertamente di loro stessi, nella convinzione che pochi coglieranno i chiari riferimenti alla loro organizzazione, e quei pochi che lo faranno saranno tra coloro che poco si sorprendono di fatti come questo. Una ulteriore conferma a sostegno di questa ipotesi giunge dalla trasmissione Veline, ideata anch'essa da Antonio Ricci, vera eminenza grigia della televisione italiana. In tale programma aveva luogo un concorso nel quale si sceglievano le ragazze che avrebbero svolto il ruolo di veline nella trasmissione satirica. Nella scenografia della trasmissione (vedi foto sotto) faceva mostra di sé, in modo spudorato, un altare massonico, dove la fiamma ardente di Prometeo – Lucifero - era retta da due colonne, presenti in ogni tempio massonico a simboleggiare la Forza e la Bellezza e a ricordare le due colonne poste all'ingresso del Tempio di Gerusalemme 3. La presenza di una Stella a cinque punte (indicata dalla freccia) completava il quadro, per fugare ogni dubbio rimanente di qualche eventuale scettico. http://www.centrosangiorgio.com/occultismo..._la_notizia.htm
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