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L'Ecuador (spagnolo [ekwaˈðɔɾ]; in italiano pronunciato /ekwaˈdɔr/ o /ˈɛkwador/[7]; nome completo: Repubblica dell'Ecuador[4]) è una repubblica presidenziale del Sudamerica con un'estensione territoriale di 283.561 km² e una popolazione di 16.866.664[2] abitanti.
Situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica, l'Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e a sud con il Perù, e a ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico; è attraversato dall'equatore, da cui prende il nome.
La capitale è Quito, che è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità nel 1970 perché ha il centro storico meglio conservato e meno alterato dell'America Latina[8]. La città più popolosa è Guayaquil, mentre Cuenca, la terza città più popolosa, è anch'essa Patrimonio dell'umanità, perché è un ottimo esempio di città pianificata in stile coloniale spagnolo[9]. Fa parte dell'Ecuador anche l'arcipelago delle Isole Galápagos, situato a circa 1.000 km dalla costa e particolarmente ricco di specie endemiche, che nel XIX secolo furono profondo oggetto di studio del naturalista britannico Charles Darwin, che stava elaborando la teoria dell'evoluzione, descritta poi nel celebre libro L'origine delle specie.
L'Ecuador, indipendente dal 1830, è una repubblica dal 1832[10], dopo essere stata colonia spagnola per lungo tempo e dopo aver fatto parte, per alcuni anni, della Grande Colombia, uno stato che comprendeva anche Colombia, Venezuela e Panama e fondato da Simón Bolívar, il liberatore delle Americhe (Libertador) dal dominio spagnolo.
La lingua ufficiale e interculturale del Paese è lo spagnolo, anche se la costituzione del 2010 riconosce ufficialmente anche lingue amerinde come il quechua, lo shuar, lo tsafiki e altre, che vengono usate all'interno dei gruppi indigeni. Tra questi il più parlato è il quechua, più propriamente kichwa in Ecuador, diffuso soprattutto nell'area andina.
Etimologia
Il nome Ecuador è una semplificazione del suo nome ufficiale: Repubblica dell'Ecuador. Questo nome fu scelto qualche mese dopo la separazione dalla Grande Colombia, il 14 agosto 1830 a Riobamba, dove si riunì la prima assemblea costituente convocata dal venezuelano generale Juan José Flores, allora capo del territorio, e che divenne di fatto il primo presidente della Repubblica dell'Ecuador. Il nome si riferisce alla linea equatoriale che passa molto vicino alla città di Quito e attraversa il paese da est a ovest. Il primo riferimento del paese in relazione all'equatore terrestre è registrato in Noticias Secretas de América, un resoconto del viaggio in quelle terre di Antonio de Ulloa e Jorge Juan, dove vengono menzionate le terre dell'Ecuador di competenza della Real Audiencia de Quito. Nel XIX secolo il naturalista tedesco Alexander von Humboldt iniziò a citare anch'egli la parola Ecuador riferendosi a quei territori. Più tardi, dopo la famosa Battaglia di Pichincha, le pressioni regionaliste dei rappresentanti di Guayaquil e Cuenca alla Prima Costituente fecero sì che il nome República de Quito fosse scartato, nonostante durante tutto il periodo della colonizzazione spagnola la regione fosse conosciuta come Quito[11][12].
Gentilizio
In spagnolo, il gentilizio relativo all'Ecuador è ecuatoriano, con la -t- etimologica colta e latineggiante (dal latino medievale aequātor, -ōris), al contrario del nome dello Stato, che prevede la normale sonorizzazione delle occlusive intervocaliche, tipica delle parole genuinamente spagnole. Nella lingua italiana esistono diverse varianti, la più usata delle quali è ecuadoriano, seguita da ecuatoriano, scritte talvolta con -q- anziché -c- (per meglio uniformarsi alla grafia italiana). Meno frequenti, ma attestate, le forme ecuadoregno e equadoregno, presunte trasposizioni di un inesistente *ecuadoreño, sul modello di salvadoregno e onduregno (questi sì derivanti dallo spagnolo salvadoreño e hondureño, rispettivamente).[4]
Storia Civiltà precolombiane L'epoca preincaica
Le prime tracce di presenza umana sul territorio risalgono a circa 11.000 anni fa[13] e si riferiscono a piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori, comuni a gran parte del Sudamerica, dei quali sono stati ritrovati manufatti in basalto, selce e ossidiana ricavati dai depositi lavici di Yanaurco-Quiscatola e Mullumica nell'attuale provincia di Pichincha. In epoche poco più recenti (tardo pleistocene e olocene) sono stati individuati insediamenti di gruppi di cacciatori e raccoglitori nelle piane costiere del Pacifico, la cosiddetta cultura di Las Vegas, di cui si sono ritrovati resti sulla costa e sulla penisola di Santa Elena e dalla quale più tardi (tra il 3500 a.C. e il 1800 a.C.) originò la cultura di Valdivia. In epoca ancora più tarda (tra il 1900 ed il 1500 a.C.) comparve la cultura Machalilla, forse derivata dalla cultura di Valdivia, ma che rispetto ad essa mostrava segni di avanzata lavorazione della ceramica. Il sito archeologico Inca di Ingapirca, localizzato nel cantone di Cañar.
La cultura Manteña (da Manta) occupava invece le zone costiere tra l'800 e il 1500 ed era dedita in particolar modo alla pesca. Essi furono i primi indigeni a incontrare gli europei che furono stupiti dalla loro abilità di navigare con barche a vela adatte al trasporto di pesanti carichi. Scomparvero in silenzio, vittime del collasso del loro sistema organizzativo e delle epidemie portate dagli spagnoli[14].
I Cañari invece vissero nella sierra dell'Ecuador centro-meridionale a partire dal 500. Quando l'Impero inca arrivò in Ecuador, attorno al 1460, rifiutarono la sottomissione, e dopo una cruenta battaglia furono massacrati dall'esercito di Túpac Yupanqui[13]. Emigrati verso il nord dell'impero, tornarono all'arrivo degli spagnoli per allearsi con loro contro gli Incas, che sconfissero nella Battaglia di Sacsayhuamán, nel 1536.
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