| Lo scompiglio che ne derivava è facile intuire: sono di quel tempo, particolarmente incisive, le conseguenze che si evidenziarono particolarmente nel costume muratorio. Allora, un insignito di Grado superiore (nel suo Corpo Rituale) si sentiva nel diritto di dettar legge in Officina, imprimendo, con la sola presenza, interferenza nell’Ordine. Questo “‘costume ambientale – è stato detto (6) – non soltanto commetteva, ma imponeva la recitazione di parti prese a prestito” poiché al contempo, lo stesso Gran Maestro parlava per delega di una vera e propria parte impostagli dai Riti. C’e peraltro da chiedersi: come era sorta in Italia questa “abnorme” ibrida situazione?
Non mancavano, invero, le cause storiche, dovute all’influenza negativa impressa dal Bonapartismo, nel cui periodo, come e stato ben osservato (7), “Napoleone Bonaparte invece di proibire la Massoneria, come c’era da aspettarsi, furbamente mise il sodalizio al suo servizio. Il risultato – aggiunge lo stesso autore – è stato quello del dominio dei Riti sulla Massoneria pura, una anomalia, questa, che in Italia ha causato conseguenze sino, al ventesimo secolo”. Aggiunge ancora Stolper: … la Massoneria, nel 1805, fu data in ‘‘appalto’’ al Rito S.A.A.
L’anomalia fu bruscamente interrotta da Torrigiani il quale, eletto nel giugno 1919, appena un anno dopo, l’1.8.1920, (8) emanava il Decreto N. 97 con il quale, abrogandosi ogni diversa disposizione statutaria, venivano approvate le nuove Costituzioni Generali. Seguì a questo importante Decreto, quello N. 227 del 18. 12.1922 (si era già, in sede politica, sotto il pieno bersaglio del Governo Fascista), con cui (art. 1) ‘‘il Potentissimo Fratello Sovrano Gran Commendatore e l’Illustrissimo Fratello Presidente della Serenissima Gran Loggia del Rito, Simbolico Italiano, in rappresentanza dei rispettivi Alti Corpi Rituali, dichiarano di rinunciare a tutti quei privilegi che sono esistenti nelle vigenti Costituzioni del Grande Oriente d’Italia”.
L’attenta lettura di questo secondo documento, con la annotazione delle parti “cassate’’ e veramente utile, non soltanto per la maggiore comprensione dell’evento storico, ma anche per capire la reale dimensione della Gran Maestranza Torrigiani, rilevante, oltre che nel contesto politico, anche, e non meno, sul piano muratorio.
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