IL FARO DEI SOGNI

INTRODUZIONE di Swami Venkatesananda

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view post Posted on 6/12/2019, 14:32     Top   Dislike
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Prima di cominciare la lettura del testo, penso sia opportuno fare alcune considerazioni riguardo la storia e la geografia del Ramayana.
Nel libro 'Towards Acquarius' Vera W. Reid dice quanto segue riguardo le date: "Il Ramayana, che immortalò il nome di Rama, fu scritto nella sua forma attuale nel quarto secolo a.C. Tuttavia non c'è dubbio che si trattava di un'epica indiana insegnata e trasmessa oralmente già centinaia o forse migliaia d'anni prima. Così esso contiene preziose testimonianze di vita sociale e religiosa di periodi di tempo per i quali non esistono testimonianze storiche. Esso indica anche che Rama era un personaggio veramente esistito e non, come si pensava, un personaggio mitologico. Nel poema vengono infatti descritte in maniera dettagliata le posizioni in cui si trovavano i pianeti al momento della nascita di Rama. Questo costituisce il primo oroscopo personale esistente e stabilisce il fatto che la persona per la quale fu fatto nacque prima del 3.102 a.C.- probabilmente intorno al 5.000 a.C.".
Poteva trattarsi di un'epica indiana, ma penso che quasi sicuramente l'India attuale non è il posto in cui visse Rama. Certamente la geografia della terra era molto diversa settemila o diecimila anni fa. Gli stessi scienziati hanno varie teorie riguardo la deriva dei continenti, i flussi delle maree, la grande alluvione, ecc. Io azzardo persino l'ipotesi che tali cataclismi siano stati causati da una grande guerra in cui furono usate, molto liberamente, potentissime armi atomiche. Sono convinto che almeno il territorio chiamato Lanka, sul quale ebbe luogo la grande guerra, fu sommerso dalla grande alluvione che seguì l'abuso di armi nucleari. L'attuale Sri Lanka non è certamente la Lanka del Ramayana.
Il fatto che il Ramayana sia in sanscrito non giustifica l'affermazione che sia indiano. Il sanscrito giunse in India insieme agli Ariani, che emigrarono dal Circolo Polare Artico attraverso l'Asia centrale e occidentale. Il Ramayana potrebbe fare benissimo parte della storia degli Ariani durante il loro periodo di migrazione.
Penso che le armi usate fossero indubbiamente nucleari, se non qualcosa di peggio che la scienza moderna deve ancora scoprire. È interessante notare che le armi erano prodotte da 'saggi', ma non usate da essi; anche oggi lo scienziato accademico progetta le armi che useranno gli uomini delle forze armate.
I 'demoni' non erano particolari esseri sovrumani o subumani. Ritengo che la parola 'demone' non abbia maggiore significato della parola 'nemico' usata in guerra. Ciascun lato chiama l'altro 'nemico'.
Uno studio approfondito del testo originale ci incoraggia a pensare che le forze di Rama, i vanara, non erano costituite da scimmie, orsi e simili creature, ma che tali nomignoli indicassero piuttosto i nomi di certe tribù montanare.
È possibile che alcune storie, da cui sembra che essi fossero di natura subumana, siano interpolazioni fatte da un poeta successivo che, con la sua vena, ha aggiunto umore e giochi di parole al racconto, per renderlo più interessante.
Ho inteso invariabilmente 'volare' per significare prendere un velivolo; come ai nostri giorni diciamo: 'Il Signor.... è volato in Giappone'. Le descrizioni suggeriscono diversi tipi di velivoli allora in uso.
Il Ramayana è indubbiamente preistorico. Allora perché dovremmo studiarlo? Mettere da parte il Ramayana considerandolo un mito o la fantasia di un poeta, significherebbe gettare via un tesoro. D'altra parte considerarlo solo una Scrittura da venerare e leggere con devozione, significherebbe rimanere ciechi al tesoro.
Che il Ramayana - almeno la versione originale di Valmiki - sia un semplice documento storico non può essere messo in dubbio. Possono esserci delle esagerazioni, ma c'è molta esagerazione anche nei giornali. Nonostante la narrazione veli le identità tribali degli eroi, si tende a parteggiare e a identificarsi con l'uno o con l'altro, indulgendo in giudizi - tutte cose che inevitabilmente generano violenza nel nostro cuore.
Come documento storico è una semplice registrazione di eventi. Ma il narratore non sa fare a meno di razionalizzare le azioni dell'eroe e del villano, insinuandovi motivi. Il moderno psicologo fa questo continuamente. Quest'analisi però esiste solo nella mente dell'analista, e potrebbe non avere alcuna base. "Perché Rama ha fatto questo, o Ravana ha fatto quello?". La sola risposta è: "Rama ha fatto questo!".
Letto così, il Ramayana è ancora lontano da voi e state trattando Rama, Ravana e gli altri come oggetti del vostro studio psicanalitico. Invece la saggezza risiede nello studiare il testo in maniera che sia assimilato, in modo che diventi parte di voi, e allora il tesoro sarà vostro.
Studiate il Ramayana senza pregiudizi, e allora sarete capaci d'assimilarlo. Allora il Ramayana stesso agirà, e la sua azione, priva d'interesse e volontà personale, sarà non-violenta. Installate Rama sul trono del vostro cuore, senza giudicarlo (né come Dio né altro). Allora Rama stesso agirà dall'interno di voi stessi.
Quando il Ramayana viene studiato come sacra Scrittura, si fa esperienza di un sentimento diverso: poiché le caratteristiche razziali o regionali dei personaggi sono mascherate, 'vediamo' nella Scrittura uno specchio nel quale si riflettono il nostro cuore e la nostra mente. Rama allora diventa il Divino nel nostro cuore. Sita è il simbolo di ogni grande passione (la nostra fede, ideologia, ecc.), e Ravana è l'aggregato dei (dieci) sensi. Si può trarre da questo tutta la saggezza che siamo pronti a derivarne!
Che Dio vi benedica.




Swami Venkatesananda

 
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