Gio Evan

ogni tanto ti senti sola tu
vai a caccia di terrazzi, di ponti, di finestre,
qualsiasi cosa che possa farti affacciare
va bene
purché regali una vista lontana
un tramonto lungo
dei pensieri rari
un'idea mai raggiunta prima

ogni tanto vivi alla finestra tu
scosti la tenda con la mano di un antico direttore d'orchestra
allunghi l'occhio per guadagnare confine
spingi lo sguardo al limite
caso mai dovesse intravedersi un infinito
caso mai una risposta
o un nuovo intuito
metti caso una speranza

e con la condensa data dal respiro
scrivi qualcosa di buono
poi qualcosa di sciocco
qualcosa che ti riguarda
poi cancelli il nome
e ti fai prendere dalla mano
scarabocchi e disegni

e io ci vedo un po' la tua vita
in quei ritratti appannati che fai
io ci vedo un sole
un omino che corre
un cane
una casa
un'albicocca
io e te sdraiati sopra il mare,
ci leggo un po' la tua vita
nei segni che lasci sulla brina degli altri

ogni tanto ti senti sola tu
e sei convinta
che non sia affatto un male,
prendersi del tempo
e finalmente
ogni tanto sentirsi.

[Gio Evan]

disegno Vivian Mineker

non pretendere che ti chiedano come stai,
che si fermino a tirarti su le lacrime
e a lavorare sui tuoi sorrisi più audaci,
non pretendere che ti ringrazino
che ascoltino le tue storie
che si commuovano
dei tuoi passati

non pretendere che ti chiedano scusa,
che vedano le tue ferite invisibili,
che ti proteggano la luce
le fragilità
le delicatezze

che ti portino i baci a letto
e che ti abbraccino da dietro,
senza avvisare le tue schiene

non pretendere uno sguardo di appoggio,
un brindisi di conforto,
una precedenza
un'accortezza

non pretendere che si prendano cura
dei tuoi pennarelli neri interiori,
che ti affianchino nelle battaglie
e che facciano da scudo
alle tue preziosità

se non sono spontanei,
abbi il coraggio
di cambiare incontri

[gio evan]

disegno mimochai

ho rivalutato preziose le mie fragilità,
aiutano a mantenermi morbido con il mondo,
fanno mettere cura sui passi
e riversare una certa attenzione
verso gli angoli retti
di alcuni cuori severamente geometrici

ho visto la preziosità della mia delicatezza,
non fa spezzare alcuni steli di fiore
non disfa alcuni giardini esili,
non macchia anime di lividi
e ispira a farti sentire le playlist del mare

ho scrutato del sacro intorno alla mia indecisione,
insegna a prenderti cura dei punti di domanda
a parlare ad alta voce con i bivi,
a considerare perfino i dappertutto
sulle tue mappe interiori,
non tende ad atti osceni di spavalderia,
tiene le spalle in alto
solo per vedere meglio i tramonti

ho intravisto della potenza nei miei atti di tenerezza,
insegna ad allargare i sensi,
il tatto valuta meglio il tocco
l'orecchio allarga l'ascolto
la vista perfora
il naso mantiene le memorie delle primavere
e la bocca sente tutto,
non fa distrarre, ti cosparge bene nel presente,
perché una tenerezza distratta
conduce sempre alle porte delle battaglie

ho rivalutato preziosa la mia vita a bassa voce,
farsi sentire giusto
da chi vive i tuoi accanto.

[gio evan]

disegno alev.neto

E adesso prova a non aggiustare le cose,
lascia che chi non sta al tuo passeggio
si dedichi ad altri luoghi,
libera le strade di tutti, inaugura nuovi bivi,
lascia andare chi vede i suoi percorsi
distanti dai tuoi tragitti

prova a non combattere,
a non forzare un ingranaggio
a non rincorrere un intento,
perché più rincorri
e più ti allontani da te
e tutte le cose da cui scappi
non fanno altro
che incastrarsi meglio dentro i respiri

inizia a fare le cose preferite della tua paura,
fai tutto quello che ama il tuo spavento,
se la tua angoscia sono i salti, allora salta
se temi il silenzio, non fiatare
se la tua paura è il buio
passa la notte in un bosco,
prova a non combattere i tuoi dolori,
aggiungeresti solo dolore sopra,
prova a dar loro spazio
e lascia che siano liberi di andare
a giocare fuori

e adesso prova a non aggiustare le cose,
a volte lasciare andare
vuol dire riparare se stessi.

[gio evan]

disegno fromay

A mio padre ho rubato lo sguardo,
non gli occhi,
le occhiate, non l'iride

ho preso la sua timidezza,
il contenuto delle sue guance
ma non il contenitore,
lui è di geometria tonda
io vengo dagli spigoli, ho inventato l'angolo in famiglia,
prima di me
non c'erano linee nette

ho ereditato da mio padre
l'invisibile, il non vedibile, il trasparente,
non i piedi ma il passo,
ho ereditato la sua marcia
la voglia di arrivare
il coraggio di correre da solo
di saltare lì dove il mondo prevede gli ostacoli,
ho imparato dalle sue gambe,
per quanto diverse dalle mie,
a non fermarmi

a mio padre ho rubato la risata,
non la bocca,
dalla dentatura non sembriamo nemmeno famiglia
ma il sorriso pareggia i conti, riazzera tutto,
abbiamo la felicità facile
l'allegria che viene presto

da mio padre ho preso l'educazione,
non il corpo,
ho preso lo spirito, non l'altezza,
non la pancia, ma il ritmo del respiro,
non le spalle, ma la voglia di proteggere chi si ama
non la vita, ma la voglia di vivere

da mio padre ho ereditato
il mondo sottile,
le linee parentali si scoprono solo
una volta che noi decidiamo di darti confidenza

ah, ma lui è tuo figlio?
Sì, si vede?
Me ne sono accorto perché siete felici uguali.

[Gio Evan]

Padre, la radice è pa-
in sanscrito proteggere

disegno Gary Bunt

Gio Evan
ABBI GUARIGIONE DI TE

Esci a fare una passeggiata, fai orari notturni Che è poco prima dell'alba che vengono i pensieri più solari,Ma non smettere di svegliarti presto,Non lasciare mai il sole a fare servizio da solo.Esciti ovunque, ma rientra sempre in te.Fai pure tardi con il mondo fuori se ti serve per fare presto dentro.Non smettere di conoscerti meglio, continua a presentarti a te stessa..Che dentro te ci sono voci così profonde che devi ancora sentire.Mangia il cibo che ami, bevi vicino al mare.Non fare sempre quello che vuoi.Ma non fare mai quello che non ti risuona💎
Concediti un bel taglio di capelli.Lavati il cuore prima di toccare una persona.Piangi se ne hai bisogno,non ridere mai per finta.Prenditi il tempo per leggere un libro e parti per una vacanza,Meglio ancora se un bel viaggio.Brinda sempre ai tuoi obiettivi,Festeggia i tuoi intuiti.Getta "grazie" dappertutto,Ricordati di celebrare le vittorie degli altri,Fai ciò di cui hai bisogno.Prenditi cura dei tuoi umori.

Ricorda di maneggiare con cuore ogni forma di vita,Perché alla fine di ogni giornata, tu Sei tutto ciò che ti rimane del mondo🌊🌊🌊💙

Siamo fatti per esserci insieme,
soli ma non troppo
lune piene da condividere
cielo da contenere
terra da decidere

siamo un incastro troppo buono
per investire sulla geometria solitaria,
abbiamo un collo che si incastra con l'altra scapola
la schiena che pareggia il piano
con il petto di un altro,
con quattro braccia facciamo linee rette,
salti mortali per parallele di pelle,
con le gambe possiamo diventare treccia,
creare nodi
restare legati
sciogliersi mai

siamo fatti per allontanarci ma non troppo
siamo fatti per esserci insieme,
per starci,
creare corpi di ballo
creare corpi da ballo

siamo fatti per solitudini non troppo marcate,
il cuore deve ritornare, prima o poi
alla parata del mondo,battere insieme a tutti,
dare il tempo all'eternità, che anche se non crede nel tempo
ha comunque bisogno di un metronomo
per non sbagliare ritmo

siamo fatti per salvarci a vicenda
per accompagnarci insieme fuori dalla guerra,
fatti per il confronto, fatti per il conforto,
per sostenerci, s.o.s tenerci, tenerci in aiuto,
per riprenderci ma non per rimproverarci
per lasciarci non essere più
tutte le cose che non vogliamo essere più

siamo fatti per accettare
questa nostra meravigliosa debolezza,
che quando cadiamo a pezzi
solo un abbraccio
riesce a tenere uniti i frammenti.

[Gio Evan]

disegno Comic blues

ho capito che la guarigione a volte
è un atto minuscolo di ribellione,
un piccolo punto di vista che si scosta
dal confortevole panorama
per cercare orientamenti inediti

ho capito che a volte
basta una piccola presa di posizione,
perfino il nostro sogno più grande
all'inizio non è che un'idea da coltivare,
e anche una grandissima idea
all'inizio non è altro che
un pensiero sottile

ho capito che la guarigione a volte
è un gesto minuscolo di rivoluzione
un'azione invisibile inserita nel nostro quotidiano,
la mossa più piccola della grammatica:

quelli come me soffrono,
quelli come me s'offrono.

[gio evan]

disegno alev.neto

Delle cose che ho perso
non rimpiango la dissolvenza,
non sgrido le assenze
non impreco i miei fallimenti

del mio perduto
non addito l'insuccesso,
non rimarco sulle distrazioni,
ci capito
ma senza ricapitarci
ci ripenso
ma senza ripensamenti

della vita che mi è sfuggita
non rimordo l'evento,
non rincorro la nostalgia
non ripercorro la strada andata,
non ferisco nuovamente i miei incidenti,
non rimprovero i miei errori

mantenere gli occhi brillanti
è un compito quotidiano,
passare la cera allo sguardo
smettere di passare il c'era al pensiero
passare la meraviglia al pavimento
del nostro respiro,
mettere il lucida cuore

delle cose che ho perso
non rimpiango l'errore,
ne conservo la bellezza.

[gio evan]

disegno ryota

tu non fai tutto da sola
perché pensi che gli altri non valgano niente,
non lo fai per paura di chiedere
non c'entra la vergogna,
la timidezza è un altro discorso

non per non sentirti debole,
non è nemmeno paura di disturbare,
nemmeno per non mostrare agli altri
le inondazioni di cui sei capace,
le onde che bevi
gli abissi che indossi

non chiedi mai niente a nessuno,
ascolti i consigli
che ti vengono appoggiati all'ascolto
ricevi pareri, senti voci estere al tuo cuore,
ma non sei tu a chiedere,
accogli ma non forzi,
nasci tua di natura, come le creature di savana
che camminano appena dopo la nascita
con l'istinto fermo
di educarsi al volo, in solitudine

non sei capace di chiedere aiuto,
la parola del soccorso non ti germoglia in bocca,
non sboccia voce, non frutta parola,
sei più deglutizione che discorso, tu,
non è orgoglio, l'orgoglio non c'entra

tu fai tutto da sola
senza togliere niente a nessuno,
fai tutto da sola perché è nella tua natura
sei fatta così, è più forte di te,
devi essere ogni volta più forte di te.

[Gio Evan]

Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale,
lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi.

Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Con l’età ci si ammorbidisce,
merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.

Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via
dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi,
tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.

Non forzo più, non forzo più niente,
adesso scorro. Segni particolari: fiume.»

[gio evan]

disegno liliwood