IL FARO DEI SOGNI

Guatemala

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/5/2019, 21:27     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


1280px-Flag_of_Guatemala

Il Guatemala (AFI: /ɡwateˈmala/[4]) è uno Stato (108.809 km², circa 12.700.000 abitanti stimati[5]) dell'America Centrale con Città del Guatemala come capitale.

Confina a nord e nordovest con il Messico, ad nordest con il Belize a sud e sudest confina con El Salvador e con l'Honduras. Si affaccia a ovest sull'Oceano Pacifico e a est sul golfo dell'Honduras, ampia insenatura del Mar dei Caraibi.

Coat_of_arms_of_Guatemala

Il Guatemala è una repubblica presidenziale. Da qualche anno la situazione politica è abbastanza stabile, ma nel recente passato vi sono stati diversi colpi di stato e periodi di guerra civile. L'ultimo capo di Stato, in carica dal 2012 al 2015, è stato un ex-generale durante il regime militare, Otto Pérez Molina; attualmente il presidente in carica, sino al 2020, è Jimmy Morales.

La lingua ufficiale è lo spagnolo.

LocationGuatemala

Storia
Etimologia

Le origini del nome Guatemala non sono chiarissime. Potrebbe essere stato coniato dai soldati aztechi scesi dal Messico al seguito dei conquistatori spagnoli, e in lingua nahuatl significherebbe "paese dei tanti santi" (cuauhtemalan), un riferimento ai “tanti alberi” delle foreste tropicali della penisola dello Yucatán.
Epoca pre-colombiana (18/12.000 a.C. - 1521)
Templi della città maya di Tikal (IV secolo a.C.) emergono dalla giungla del Guatemala settentrionale. Tikal era la capitale di uno dei più potenti regni dell'epoca maya

Antigua_guatemala_ruins_2009

I primi insediamenti umani in Guatemala vengono fatti risalire ad un periodo compreso tra il 18.000 e il 12.000 a.C., in seguito alla migrazione umana dall'Asia nord-orientale. I primi abitanti erano cacciatori e raccoglitori. Intorno al 3500 a.C. l'area entra nella fase neolitica, con la nascita e la diffusione dell'agricoltura del mais (circa seimila anni dopo la rivoluzione neolitica in Medio Oriente).

Ai tempi in cui Roma si espandeva nel Mediterraneo (VI-I secolo a.C.), la città maya di El Mirador, oggi sepolta nella foresta tropicale del Guatemala settentrionale, era la più popolosa dell'America pre-colombiana, con una popolazione di circa 100.000 abitanti e piramidi di 250.000 metri cubici (come El Tigre e Monos). Quello del Mirador fu il primo Stato politicamente organizzato dell'America, comprendente un complesso di 26 città e conosciuto nei testi antichi come Regno di Kan.

Fields_in_Quetzaltenango

Mentre in Europa il mondo antico entrava in crisi e si viveva l'Alto Medioevo in Guatemala la civiltà maya visse la sua fase classica e raggiunse il suo culmine (250-900 d.C.). All'inizio del X secolo d.C. la civiltà crollò afflitta tra l'altro da siccità e invasioni barbariche, e l'Impero Maya si frazionò in numerose città-stato sparse per gli altopiani centrali.
Epoca coloniale (1521 – 1821)

Tikal_temples_1_2_3_5_2009



La conquista
Il conquistatore del Guatemala, Don Pedro de Alvarado y Contreras

Dopo la distruzione della capitale azteca Tenochtitlán (1521), nel 1523 Hernán Cortés diede a due luogotenenti, i fratelli Alvarado, il permesso di conquistare l'attuale Guatemala. Gli Alvarado, famiglia nobile di Badajoz, nell'Estremadura spagnola, guidati dal fratello maggiore Pedro, si allearono inizialmente con il gruppo Maya dei Kaqchikel e con essi sottomisero i rivali del gruppo Quiché. In seguito sottomisero anche i propri alleati. Tra il 1524 e il 1527 i Maya del Guatemala vennero soggiogati e la conquista proseguì più a sud nell'attuale El Salvador. Il carattere violento di Pedro de Alvarado è testimoniato da numerose fonti: “impiccava o bruciava vivo qualunque capo locale che osasse opporsi a lui”[6]. Pare fosse sua abitudine anche quella di dare gli indigeni in pasto ai suoi cani[7]. Dopo il suo passaggio la popolazione indigena chiamò quella terra Xoaticol, la terra “sotto il sangue”, il nome con cui il Guatemala è ancora oggi chiamato dalla popolazione autoctona.

GuatemalaWeavings79

Nel 1524 Alvarado fondò Santiago de los Caballeros de Guatemala ufficializzando così il potere spagnolo nella nuova regione. Venti anni dopo Santiago era il quinto capoluogo del Nuovo Mondo, e la Capitaneria generale del Guatemala (Capitanía General de Goathemala) la più grande provincia del Vicereame della Nuova Spagna, comprendente gli attuali Guatemala, Chiapas, Nicaragua, Honduras e Costa Rica.[8] Santiago era la città centroamericana più importante dopo Città del Messico, perché era lì che i Maya avevano costruito la loro gloriosa civiltà, e lì avevano lasciato un grande patrimonio e una discreta popolazione, che tradotti in spagnolo significavano oro e manodopera, i fattori necessari per soddisfare l'ambizione degli avventurieri del Cinquecento, ovvero “raggiungere un nobile status acquisendo ricchezza, terra e signoria sugli uomini”[9]. Gli spagnoli restarono comunque molto delusi dal Guatemala: quando partivano per cercare l'Eldorado molti di loro scomparivano, inghiottiti dalla giungla, e di giacimenti aurei non si vide l'ombra. L'impatto tra la civiltà europea e quella autoctona fu drammatico, con un calo della popolazione locale del 70% circa.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 31/5/2019, 22:10     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


La società coloniale

La società del Guatemala coloniale era divisa sostanzialmente in tre gruppi: gli indios, i ladinos e l'élite spagnola.

Gli indios del Guatemala, dopo il massacro e le vittime dei primi decenni, poterono sopravvivere proprio perché quella terra era povera di beni ambìti dagli spagnoli: la regione non offriva né metalli né condizioni climatiche favorevoli alle grandi piantagioni e grazie a questo gli indios del Guatemala non si estinsero, come accadde a tanti altri, per fatica e malattie nelle miniere e nelle grandi piantagioni di canna da zucchero. La mancanza di importanti centri minerari o prodotti da esportazione rafforzò l'esigenza degli spagnoli di trarre le loro risorse direttamente dal lavoro della comunità indigena: “poiché gli spagnoli riuscivano a trovare pochi lucrosi utilizzi della terra e del lavoro indigeno, sfruttarono la popolazione rurale attraverso tasse, rendite e servizi”[10]. Nel XX secolo la comunità maya del Guatemala era una delle comunità indigene più consistenti dell'intera America latina.[11]

Nel corso dei secoli lo status indigeno di “subordinazione e soggiogamento fu costantemente rinforzato”[12]. Questo a sua volta rafforzò la tendenza delle comunità locali a chiudersi 'a riccio', nel tentativo di difendere la propria identità. La sussistenza di questa identità fu in effetti accettata dall'élite spagnola che non aveva alcun interesse a distruggere le comunità Maya visto che da essa e dal lavoro di quest'ultima traeva le sue risorse.

La Chiesa da una parte tendeva a cancellare la cultura indigena per convertire i Maya al cristianesimo, dall'altra la proteggeva dagli attacchi delle élite spagnole, quanto bastava per tenerla in vita, nel tentativo di "applicare" la nuova cultura cristiana su quella tradizionale. Ciò permise al clero di mantenere con le comunità indigene un rapporto migliore rispetto a quello esistente con le élite spagnole.

Il termine ladinos si riferiva in origine agli indigeni che avevano perso i legami con la comunità ed erano andati a vivere presso i conquistatori, ovvero indios parlanti lingua spagnola. Successivamente incluse anche alcuni bianchi economicamente decaduti e soprattutto i meticci, spesso prodotti di una coercizione fisica piuttosto che di un volontario accoppiamento, dato che gli spagnoli erano “più riluttanti a sposare le donne indigene che a violentarle”[13].

I ladini andavano a coltivare terre non reclamate (numerose soprattutto nel Guatemala orientale), facevano i piccoli artigiani, vendevano cianfrusaglie nelle città, oppure diventavano gli scagnozzi dei signori della terra. Erano legalmente distinti dagli indios, ma non avevano uno status sociale né economico-politico superiore rispetto ad essi nel periodo coloniale. Spesso subivano le stesse discriminazioni razziali a cui erano soggetti gli indios.

L'élite spagnola era indebolita dalle lotte per il potere tra i peninsulares e i creoles: i primi erano spagnoli nati in Spagna e avevano posti di comando nel sistema governativo imperiale; i secondi erano spagnoli nati in America, non gestivano l'impero, ma detenevano un effettivo potere locale, ottenuto in vari modi e basato sul loro radicamento nel territorio. Il crescente attrito tra i due gruppi fu una delle cause della corrosione del sistema imperiale spagnolo e quindi dell'indipendenza latinoamericana[14].
L'economia coloniale

L'economia locale precolombiana, con villaggi proprietari di terre coltivate in comune, era inaccettabile sia per gli spagnoli sia per la Chiesa. Si deportarono le popolazioni di vari villaggi dentro uno solo, per controllarle meglio, e la terra abbandonata andava alla Corona (in media una ventina di villaggi vennero fusi in uno). A una cinquantina d'anni dalla conquista gli spagnoli avevano già rilevato tutte le migliori terre situate attorno agli insediamenti. Solo una piccola frazione della terra dell'intera regione trovò tuttavia un proprietario, e lontano dagli insediamenti gran parte del territorio rimase inesplorato, disabitato o ancora popolato da indigeni non-tributari.[15]

Durante Seicento e Settecento vennero avviate modeste produzioni di zucchero e di cacao e il maggior prodotto d'esportazione fu l'indaco, un colorante coltivato nelle pianure del centro e dell'est.

I Quechì soffrivano molto le condizioni climatiche delle pianure: quando l'impero maya era entrato in decadenza, per sfuggire alle "invasioni barbariche" i Maya si erano rifugiati negli altipiani e nel corso dei secoli si erano disabituati alle condizioni ambientali della giungla tropicale e delle afose e umide pianure. Quelli che scendevano a lavorare nelle pianure per le piantagioni dei conquistadores spesso si ammalavano gravemente e a volte trovavano la morte. La maggior parte tentava sempre di ritornare al proprio villaggio alla fine di una commessa signorile, ma in alcuni casi gl'indios, per volontà o per costrizione, si stabilivano nei pressi del latifondo, perdevano i contatti con la comunità e col tempo si ladinizzavano. Alla fine dell'esperienza coloniale la distribuzione etnica del Guatemala era la seguente: i ladini erano più numerosi nella fascia costiera pacifica, nella capitale e soprattutto nell'est, ovvero nelle zone più pianeggianti del paese; la popolazione indigena risiedeva prevalentemente negli altopiani, in particolare quelli occidentali, che erano più elevati e quindi meno accessibili, e da lì scendeva per rendere i propri servigi ai padroni bianchi.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 3/6/2019, 17:47     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


I primi cinquant'anni di indipendenza (1821-1871)

L'indipendenza del Guatemala dalla Spagna fu il frutto di un movimento anti-colonialista e non nazionalista: i creoli non si facevano portatori di un programma di redistribuzione del potere, ma volevano semplicemente tagliare fuori la Spagna. Anzi è stata più la paura di una sollevazione della popolazione che non un vero e proprio progetto di acquisizione del potere, a muovere gran parte dell'élite creola. Negli anni del crollo del Vicereame della Nuova Spagna (1812-1821), i creoli del Guatemala fecero perlopiù da spettatori, e proclamarono l'indipendenza solo quando ormai era chiaro che la Spagna non avrebbe più potuto intervenire.[16]

Le province guatemalteche formarono, insieme alle zone più meridionali della regione, le Province Unite dell'America Centrale (o Federazione Centro-Americana). La capitale rimase Città del Guatemala. Le Province Unite ebbero vita breve, quindici anni. Anni politicamente instabili, aggravati dal crollo del prezzo sui mercati mondiali dell'indaco, un importante prodotto di esportazione verso l'Europa. Crisi economica e particolarismi politici favorirono la separazione di tutte le province, e la nascita di Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua e Costa Rica (1838).
I regimi liberal-conservatori e lo sviluppo dell'economia da esportazione (1871-1944)

Intorno al 1850 la storia del Guatemala subì una profonda svolta: prodotti tipici come indaco e cocciniglia diventarono definitivamente obsoleti per il mercato internazionale, ma soprattutto, l'America Centrale scoprì di essere il luogo ideale per la produzione di caffè. Il caffè, a differenza delle tradizionali colture di coloranti, richiedeva grandi piantagioni e grandi quantità di manodopera. Dopo la fine del governo di Rafael Carrera (1840-1865), che dopo una rivoluzione era riuscito a gestire il potere con il sostegno di indios e ladini (senza peraltro danneggiare troppo le élite), i latifondisti più conservatori ripresero il potere, sotto la bandiera liberale, sostenuti dal boom della domanda di caffè in Europa. I liberali, che un tempo avevano a modello il sistema statunitense della piccola proprietà e del mercato libero, acquisirono una mentalità più pratica ed erano disposti a chiudere un occhio su certe questioni “intellettuali”: la piccola conduzione non poteva portare alcun giovamento alle grandi esportazioni di caffè, il mercato mondiale chiedeva grosse quantità ad un costo basso. Per coltivare caffè servivano molta terra e molte braccia. Nel 1871 Justo Rufino Barrios, uno dei maggiori proprietari terrieri dell'epoca e membro dell'élite creola, inaugurò la nuova era liberale, che avrà termine dopo più di settant'anni con la rivoluzione democratico-borghese del 1944.

Il successo di alcune piantagioni centro-americane aveva spinto delle imprese straniere a investire massicciamente nella regione: francesi e americani fecero costruire una linea ferroviaria, mercanti inglesi e tedeschi aprirono canali commerciali e coltivatori tedeschi misero in piedi con successo efficienti piantagioni di caffè. Il nuovo governo liberale tra il 1871 e il 1883 vendette quasi 100.000 acri di terra. La terra finì velocemente nelle mani dei grandi latifondisti locali e di una manciata di imprese tedesche e nordamericane, dando origine ad un'economia d'esportazione strutturata su grandi tenute agricole e a una delle “più piccole e più potenti oligarchie del caffè del Centroamerica”. Nel 1940 lo storico Chester Lloyd Jones descriveva il Guatemala come una terra caratterizzata da "un'eccezionale concentrazione della proprietà in poche mani".[17]

Nel 1877 una nuova legge agraria abolì ogni forma di proprietà comunale e aprì la strada all'espropriazione della terra delle comunità indigene. Questa mossa da un lato favorì l'acquisizione di terre per le coltivazioni di caffè e al contempo, togliendo mezzi di produzione e di sostentamento alla popolazione india, si tradusse in un maggior afflusso di forza-lavoro verso le piantagioni. I latifondisti erano soliti acquistare, più o meno per vie coatte, terre indigene per poi affittarle ai proprietari originari in piccoli lotti in cambio del lavoro nelle loro piantagioni.

Lo storico Greg Grandin ha mostrato con dei dati questo processo di espropriazione: “Nel 1870 la grande maggioranza di Maya del Verapaz risiedeva in liberi villaggi sparsi. Nel 1921 il 40% della popolazione totale dell'Alta Verapaz viveva nelle piantagioni sotto forma di lavoratori a giornata residenti (mozos colonos), che scambiavano il loro lavoro per il diritto di vivere e coltivare.[…]. Nel 1888, novantasette maya dell'Alta Verapaz possedevano tenute agricole abbastanza grandi da essere ritenute fincas (piantagioni). Nel 1930 erano diventati nove. Nel 1949 non ce n'era più nessuno”.[18]

I regimi liberali si garantirono la manodopera necessaria ricorrendo, oltre che all'espropriazione delle terre, al lavoro salariato forzato.[19] Nel corso dei successivi decenni, l'apparato “coercitivo” sarebbe stato “basilare per il funzionamento del mercato del caffè” fino al 1945.[20]

Gli introiti del lavoro nelle piantagioni non compensavano l'individuo né la sua comunità per la perdita di forza lavoro. Il bilancio negativo si fece sempre più grave negli effetti a lungo termine sull'economia indigena e su quella del paese in generale.[21].

Le condizioni di lavoro erano dure: molti “davano il fiore della loro giovinezza solo per finire disabili o alcolizzati e ancora in debito”.[22]

I contadini protestavano e si lamentavano con reverenza:

«Signor Presidente: Noi, gente di Xenacoj, … imploriamo il vostro aiuto. Da molti anni ci sacrifichiamo andando a lavorare nelle piantagioni ‘Los Cerritos', ‘Torola', ‘Mauricio', ‘El Baùl', ‘Pantaleòn', ‘Los Diamantes' e ‘Garcia'. Molti uomini sono morti facendo questo lavoro, lasciando numerose vedove e orfani tra noi. Adesso ci hanno ordinato di andare a ‘Naranjo'. In base a quale diritto gli indiani possono essere forzati a lavorare per qualunque retribuzione il proprietario desideri? Questa è una schiavitù alla quale il governo dovrebbe porre fine»
(abitanti di Xenacoj al Presidente della Repubblica, 21 dicembre 1885, Sacatepequez)

segue

 
Web  Top
view post Posted on 5/6/2019, 18:16     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Il "fallimento" della modernizzazione economica

A partire dalla metà del XIX secolo grandi flussi di capitale straniero affluirono nella regione e presero a controllare i processi di produzione preparando il paese all'ingresso nell'economia mondiale: nel corso dell'Ottocento la domanda di caffè si fece sempre più insistente e la possibilità di averne in gran quantità a basso costo attirò l'attenzione del capitale estero quanto quella dell'élite locale. I primi avevano i soldi per produrre le necessarie ferrovie e i porti e i secondi avevano il potere radicato sul territorio.

L'avvio di un capitalismo agrario non comportò una transizione verso un sistema capitalistico di stampo europeo: anzitutto il capitale si riversò solo laddove poteva far crescere il caffè e non migliorò le condizioni dell'agricoltura locale; l'economia locale risultò fortemente indebolita dalle esigenze di quella da esportazione, a causa dell'inasprimento della politica di estrazione di surplus dalle comunità indigene. Mandamientos (coscrizioni di lavoro presso le piantagioni) e schiavitù per debiti indebolirono inesorabilmente gli indios: nel 1907 la municipalità di Nentón (Huehuetenango) lamentava che pur essendo rimasti solo 100 uomini abili al lavoro, 75 di essi avevano ricevuto un ordine di mandamiento.[24]

L'economia indigena precapitalistica era essenziale per “mantenere i lavoratori temporaneamente improduttivi del sistema capitalista”. Infatti all'élite locale serviva una gran quantità di forza lavoro solo in alcune stagioni, e nel resto dell'anno l'economia locale avrebbe dovuto mantenersi da sola e mantenere i lavoratori stagionali. Ma l'economia indigena era progressivamente indebolita da quella della grande piantagione, che le toglieva risorse e mezzi. Ne consegue che le comunità agricole locali furono “minacciate e perpetuate allo stesso tempo, sviluppando una prolungata crisi e non una transizione al capitalismo”[25]

Smith, dopo aver descritto le manovre del nuovo governo liberale volte a garantire la forza lavoro per le proprie piantagioni, conclude che “essenzialmente, lo stato capitalista guatemalteco ha creato nel Guatemala occidentale due classi non-capitaliste: quella dei lavoratori coatti (indios) e quella dei coercitori di lavoro (ladini). Queste relazioni di produzione non-capitalistiche erano più forti nel 1944 di quanto non lo fossero state nel 1844 ”.[26] Allo stesso modo McCreery, dopo aver descritto le relazioni di produzione feudali del Guatemala coloniale, scrive che “il movimento dell'economia nord-atlantica da un predominante capitalismo commerciale ad uno industriale, lungi dall'aver indebolito questo sistema produttivo [feudalistico] o dall'aver diffuso in Guatemala moderne relazioni capitalistiche, ha avuto l'effetto di rafforzare le precapitalistiche forme di sfruttamento e di estenderle ad aree del paese precedentemente non intaccate”.[27]

Nei primi venti anni del XX secolo il lungo governo di Manuel Estrada Cabrera (1898-1920) consolidò il sistema dell'economia d'esportazione e lo espanse favorendo lo sviluppo delle grandi piantagioni di banane e l'ingresso del capitale nordamericano. Cabrera (1900-1920) sarebbe stato ricordato dalla storia locale come l'uomo che vendette il Guatemala agli Stati Uniti, avendo concesso vasti tratti di terra, il sistema ferroviario, il sistema telegrafico, la compagnia elettrica, le comunicazioni aeree, i porti e i canali di comunicazione marittimi ad alcune grandi imprese americane, prima fra tutti la United Fruit Company, una società di proprietà statunitense che commerciava banane.

Gli stranieri aumentarono la capacità produttiva del paese ma al prezzo di una progressiva “denazionalizzazione” delle industrie d'esportazione: nel 1935 i coltivatori stranieri erano 804, ovvero un undicesimo del totale (8104), ma ognuno di loro possedeva in media una quantità di terra venticinque volte superiore a quella dei colleghi locali.[28]

Nel frattempo, lo stipendio reale del contadino si era ormai ridotto all'osso: McCreery, Woodward, e Handy stimano che negli anni venti la paga giornaliera espressa in termini di costo del grano fosse solo tra il 30 e il 50 % di quella che era stata nel periodo 1853-66[29]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 8/6/2019, 17:47     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


L'Operation PB Success, la "restaurazione" oligarchica e la guerra civile (1954-1996)

La storia del Guatemala è stata significativamente marcata dalla Guerra fredda tra gli Stati Uniti e l'URSS. La CIA, con un piccolo gruppo di guatemaltechi formato prevalentemente da delinquenti ed ex carcerati, rovesciò il governo democraticamente eletto presieduto da Jacobo Arbenz Guzmán nel 1954, dopo che il governo aveva espropriato della terra (incolta) dai grandi possedimenti fondiari dell'élite economica, per redistribuirla alle masse più povere cui la terra era stata tolta nei secoli precedenti: parte di queste terre erano possedute dalla United Fruit Company, una società statunitense. All'epoca il Segretario di stato degli USA era John Foster Dulles (avvocato e socio della United Fruit Company) e il capo della CIA era suo fratello Allen Dulles. Il nome in codice di questa operazione della CIA fu Operazione PBSUCCESS.

Il conseguente regime militare, iniziato dal dittatore Carlos Castillo Armas, un condannato a morte evaso quattro anni prima, causò 30 anni di guerra civile che, dal 1960, portarono alla morte di 200.000 civili guatemaltechi. Secondo la Commissione per la verità sponsorizzata dall'ONU, le forze del governo e i paramilitari furono responsabili del 90% delle violazioni di diritti umani durante la guerra. Durante i primi 10 anni, le vittime del terrore di stato furono principalmente studenti, lavoratori, professionisti e personalità dell'opposizione di qualsivoglia tendenza politica, ma negli ultimi anni vi furono migliaia di vittime fra i maya contadini e non-combattenti. Più di 450 villaggi maya vennero distrutti e oltre un milione di persone diventarono rifugiati. Questo è considerato uno dei più tremendi casi di pulizia etnica verificatisi nell'America Latina moderna. In certe aree, come Baja Verapaz, la Commissione per la Verità concluse che lo Stato guatemalteco avviò intenzionalmente una politica di genocidio contro determinati gruppi etnici. Nel 1957 la Columbia University di New York conferì al dittatore sanguinario Carlos Castillo Armas la laurea honoris causa.

Dagli anni cinquanta agli anni novanta (con un periodo di pausa tra il 1977 e il 1982), il governo USA sostenne direttamente l'esercito del Guatemala con addestramenti, armi e finanziamenti. Le Forze armate speciali degli Stati Uniti ("Berretti verdi") arrivarono nel Guatemala con l'obiettivo di formare l'esercito come "forza moderna anti-insurrezione" e ne fecero il più sofisticato dell'America Centrale. Nel 1999, il presidente statunitense Bill Clinton affermò che gli Stati Uniti ebbero torto a supportare le forze militari guatemalteche che presero parte alle brutali uccisioni di civili. Il coinvolgimento della CIA incluse l'addestramento di 5.000 cubani oppositori di Fidel Castro e la realizzazione di aeroporti per organizzare quella che sarebbe diventata la fallimentare invasione della Baia dei Porci.

Dopo il colpo di Stato appoggiato dagli Stati Uniti nel 1954, in Guatemala si è instaurata una dittatura che ha combattuto con metodi spietati la guerriglia armata, condotta soprattutto dagli indios. Nel 1985 i militari hanno ceduto il potere ai civili ed è stato avviato un processo di democratizzazione.

Nel 1982, quattro gruppi marxisti formarono l'organizzazione di guerriglia (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca - URNG). La guerra sanguinosa durata 36 anni terminò nel 1996 con un accordo di pace tra la guerriglia e il governo del presidente Álvaro Arzú, negoziata dalle Nazioni Unite. Entrambe le parti acconsentirono a dei compromessi. L'esercito avrebbe dovuto controllare i centri urbani, mentre URNG avrebbe dovuto mantenere una forte presenza nelle campagne. A causa dell'uso brutale della forza, delle sparizioni e della tecnica militare di fare "terra bruciata", il paese si trasformò intenzionalmente in uno "stato paria". Nel 1992 il premio Nobel per la pace venne assegnato a Rigoberta Menchú, un'attivista indigena per i diritti umani, grazie ai suoi sforzi per portare l'attenzione internazionale sul genocidio perpetrato dal governo nei confronti della popolazione indigena.

Dagli accordi di pace il Guatemala ha potuto beneficiare di elezioni democratiche. Comunque la corruzione è ancora pervasiva a tutti i livelli di governo. Nel dicembre del 2005 è stata scoperta una grande quantità di documenti della Polizia nazionale, che rivelavano i metodi che gli ufficiali per la sicurezza pubblica utilizzavano durante la guerra civile guatemalteca.

L'economia, anche per i trattati commerciali sottoscritti, resta largamente legata a quella degli USA. Gli USA assorbono, per esempio, dieci volte l'importo delle esportazioni verso il confinante Messico. Un riflesso di questa dipendenza è anche nella grande presenza di imprese nordamericane nel paese.

Il Guatemala è uno dei paesi latinoamericani dove le differenze e sperequazioni sociali e culturali sono più accentuate. Nonostante l'impulso alla partecipazione dei popoli indigeni dato dall'assegnazione del premio Nobel alla Menchú, il ruolo delle donne e il concorso in politica degli indigeni, più del 50% della popolazione, restano largamente emarginati dal controllo sociale ed economico delle élite locali.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 10/6/2019, 18:05     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Member
Posts:
28,509
Reputation:
+368
Location:
Centro

Status:


Geografia


Morfologia

Il territorio del Guatemala è essenzialmente montuoso fatta eccezione per la zona costiera meridionale e per la parte settentrionale, corrispondente al dipartimento di Petén, una vasta zona pianeggiante ricca di foreste tropicali continuazione delle piane dello Yucatan (Messico).

I sistemi montuosi che attraversano il paese sono due, la Sierra Madre e la catena di Cuchumatanes.

La Sierra Madre si estende dal confine con il Messico e attraversa il paese parallelamente alla costa occidentale fino al confine con El Salvador. Di origine vulcanica è lunga 380 km, tra le sue vette vi sono tutti i 37 vulcani del paese (4 dei quali sono attivi); il più elevato è il Tajumulco (4.220 m s.l.m.). Il versante occidentale e gli altopiani della Sierra Madre nonostante l'intensa attività vulcanica sono la parte più densamente popolata del paese: gli insediamenti sono stati favoriti dal clima più gradevole rispetto al clima tropicale delle pianure costiere e dalla fertilità dei terreni lavici.

La catena settentrionale dei monti Cuchumatanes si estende dal confine con il Messico e in direzione orientale fino al Mar dei Caraibi, i rilievi sono interrotti dall'ampia vallata del fiume Motagua.

Idrografia

Il fiume Usumacinta

I fiumi del versante occidentale, come l'Acomé sono corti e poco profondi, ma più adatti allo sfruttamento idroelettrico, quelli sul versante orientale sono invece più lunghi e profondi, tra i più lunghi vi sono il Polochic (in cui confluisce il Cahabón) che alimenta il Lago Izabal dal quale defluisce il Río Dulce, il Motagua (fiume più lungo del paese) e il fiume Usumacinta, che delimita il confine tra lo Stato messicano del Chiapas e il dipartimento di Petén.


Clima


Il clima, tendenzialmente tropicale, varia a seconda dell'altitudine delle diverse zone del paese. La zona costiera è caratterizzata da un periodo secco in inverno (da novembre ad aprile) e da un periodo piovoso in estate. Sul finire dell'estate la costa orientale è a rischio uragani: nel 1998 il paese fu colpito dall'uragano Mitch e nel 2005 dall'uragano Stan con oltre 1500 vittime dovute alle alluvioni.
Nelle zone costiere e nelle pianure la temperatura media oscilla tra i 21 e i 27 °C mentre sui rilievi e sugli altopiani il clima è più temperato con medie che vanno dai 10 ai 16 °C ed escursioni sensibili nel corso della giornata.


segue

 
Web  Top
view post Posted on 12/6/2019, 18:10     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Etnie

Secondo i dati del censimento nazionale (2002) il 42% della popolazione è di origine meticcia (mestizos); questi sono chiamati ladinos e il 18% è composta da discendenti degli europei (soprattutto spagnoli ma anche tedeschi, francesi, inglesi, italiani e scandinavi).

Il rimanente 40% circa della popolazione è suddiviso fra diverse etnie:

K'iche: 9,1%,
Kaqchikel: 8,4%,
Mam: 7,9%,
Q'eqchi: 6,3%,
altre etnie maya: 8,6%,
indigeni di origine non maya: 0,2%,
altro: 0,1%

Fra le etnie di tipo ladino vi sono i garifuna, discendenti da schiavi di origine africana residenti nell'area di Livingston e di Puerto Barrios e altri gruppi di colore o mulatti per un totale compreso fra l'1% e il 2% della popolazione. Circa il 3% dei ladinos è di origine araba (libanese e siriana) e asiatica (cinesi); in crescita la comunità coreana a Città del Guatemala e nella vicina Mixco (circa 50.000 persone).
Religione
Mappa linguistica del Guatemala secondo la Comisión de Oficialización de los Idiomas Indígenas de Guatemala. L'area viola rappresenta lo spagnolo

In epoca coloniale l'unica religione era quella cattolica, in epoche recenti, in seguito alla dittatura del generale Efraín Ríos Montt vi è stato un progressivo aumento della componente protestante, attualmente circa il 40%[30] dei guatemaltechi è di religione protestante, soprattutto pentecostale.

Un'esigua percentuale (intorno all'1% della popolazione) pratica religioni tradizionali maya, spesso mediante riti tradizionali incorporati in cerimonie cristiane. Tale fenomeno è indice del forte sincretismo tra cultura ispanica e amerindia.
Lingue

Benché la lingua ufficiale sia lo spagnolo questo non è uniformemente diffuso tra la popolazione nativa tra la quale è diffuso il monolinguismo in idiomi indigeni. Specialmente nelle aree rurali sono parlate 21 diverse lingue maya e diverse lingue indigene amerindie non maya come lo xinca, e il garifuna, una lingua arawak parlata sulla costa caraibica. Secondo il Decreto Número 19-2003, 23 lingue sono riconosciute come lingue nazionali.[31]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 14/6/2019, 22:03     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Screenshot_2019-06-14_Guatemala_-_Wikipedia

segue

 
Web  Top
view post Posted on 17/6/2019, 14:31     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Istituzioni

Il Guatemala è una Repubblica presidenziale. Il parlamento è monocamerale composto da 158 deputati.

Presidenti del Guatemala

Ordinamento scolastico

Il sistema scolastico è organizzato in due cicli, un ciclo primario obbligatorio di sei anni e due cicli secondari di tre anni. Le scuole, benché siano gratuite, sono di fatto poco frequentate soprattutto dalla popolazione indigena residente in zone rurali. Da un lato vi è il problema dei costi di trasporti, libri e materiali, dall'altro gli esigui fondi statali non sono in grado di garantire l'insegnamento nelle lingue nazionali diverse dallo spagnolo, il tasso di abbandono nel ciclo primario è molto elevato.

Il sistema scolastico, sempre per questioni di scarsi fondi, soffre per la scarsa qualifica degli insegnanti, i problemi citati si riflettono in uno dei tassi di analfabetismo più elevati dell'America Centrale (solo il 69,1 per cento della popolazione sopra i 15 anni sa leggere e scrivere)[32]

Vi sono numerose scuole private la cui frequenza è riservata ad una ristretta minoranza di popolazione. La formazione superiore viene effettuata in un'università pubblica (Universidad de San Carlos de Guatemala) e 9 università private.
Università

La più antica e grande università del Guatemala è la Universidad de San Carlos de Guatemala, fondata da re Carlo II di Spagna il 31 gennaio 1676.
Sistema sanitario
Il sistema sanitario pubblico non è funzionale a causa del sistema politico e delle condizioni ambientali (la mancanza di acqua potabile e le dure condizioni di vita). C'è un alto tasso di mortalità infantile e le malattie a trasmissione sessuali e l'HIV sono molto diffuse tra la popolazione.

Politica
Nel febbraio del 2007 Rigoberta Menchú (Premio Nobel per la pace nel 1992) si è candidata come leader della sinistra alle elezioni presidenziali del 9 settembre. La Menchú era a capo di un'alleanza comprendente una nuova coalizione di leader indigeni e alcune formazioni di contadini (in caso di vittoria, sarebbe stata la prima donna indigena a capo del governo nel suo paese). I risultati però non la premiarono e fu eletto presidente il socialdemocratico Álvaro Colom Caballeros.


segue

 
Web  Top
view post Posted on 19/6/2019, 21:12     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Screenshot_2019-06-19_Guatemala_-_Wikipedia_0

segue

 
Web  Top
view post Posted on 21/6/2019, 21:20     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Patrimoni dell'umanità

Al Guatemala sono stati inseriti tre siti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO:

Antigua Guatemala (1979)
Parco nazionale di Tikal (1979)
Parco archeologico e rovine di Quiriguá (1981)

Letteratura
Miguel Ángel Asturias è uno scrittore, poeta e drammaturgo guatemalteco che il 19 ottobre 1967 è insignito del premio Nobel della Letteratura che riceve a dicembre, a Stoccolma, dalle mani del re Gustavo VI Adolfo di Svezia.

Musica

La musica del Guatemala comincia a fiorire nel Cinquecento, con la musica rinascimentale spagnola di Hernando Franco, Pedro Bermúdez e Gaspar Fernández. Compositori della musica barocca sono i maestri di cappella Rafael Antonio Castellanos e Manuel José de Quirós. La musica strumentale guatemalteca ha visto un periodo di fioritura colle sinfonie di José Eulalio Samayoa, compositore classico romantico di importanza epocale. Lo strumento nazionale è la marimba. Il compositore contemporaneo, direttore d'orchestra e musicologo Dieter Lehnhoff, conosciuto soprattutto per il suo lavoro di trasmissione della musica classica dell'America Centrale, ha studiato a lungo la musica rinascimentale e barocca del Guatemala.
Sport
Calcio

La Nazionale di calcio del Guatemala ha ottenuto buoni risultati, tra cui un titolo di Campione della CONCACAF Gold Cup, nel 1967. Capocannoniere attuale della Nazionale guatemalteca con ben 68 reti è Carlos Ruiz.
Giochi olimpici

L'unica medaglia olimpica del Guatemala vinta finora è la medaglia d'argento nei 20 km di marcia vinta da Erick Barrondo, ai Giochi olimpici di Londra 2012.
Tradizioni
Gastronomia

Il Fiambre è un piatto tipico del Guatemala che viene consumato abitualmente nei giorni di Ognissanti e dei Defunti (1° e 2 novembre), al culmine di un ciclo di festività religiose.

Il "Tamal" è un piatto tipico che si prepara con la masa di mais.
Ricorrenza nazionale

15 settembre: Día de Independencia: Giorno dell'indipendenza dalla Spagna, nel 1821
Affermazione a Miss International

Nel 1984 il Guatemala ha avuto un'importante affermazione, in campo internazionale, nel concorso di bellezza Miss International, con l'incoronazione della modella guatemalteca Ilma Urrutia a Miss International 1984 a Yokohama, in Giappone.

fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Guatemala

 
Web  Top
view post Posted on 23/6/2019, 21:30     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Generalità

Stato dell'America Centrale istmica, il più settentrionale della regione, ha confini politici che sono, in linea di massima, quelli designati nel sec. XIX nell'ambito della Federazione centramericana. Al pari delle altre repubbliche istmiche resesi indipendenti dal dominio spagnolo, il Guatemala ha continuato a risentire delle pesanti eredità coloniali, con una popolazione socialmente divisa tra classi dominanti, oligarchiche, e una massa di indios e meticci povera e sottomessa. In questa struttura si è innestata alla fine del sec. XIX l'ingerenza delle grandi società statunitensi, che hanno influenzato il corso della vita politica del Paese, limitandone gli sviluppi in senso socialmente più aperto. Nonostante questo, risulta essere il Paese americano che ha resistito maggiormente alle invasioni straniere, dove gli antichi abitanti rappresentano più della metà della popolazione che ancora oggi conserva le tradizioni e lo spirito della cultura e della lingua indigena. Affacciato su due oceani, costellati da numerosi vulcani che lo rendono un terreno fertile, adatto sia alla coltivazione sia al pascolo, esso possiede una grande ricchezza ecologica e una preziosa diversità biologica. Tuttavia una lunga storia di tensioni e di guerre, causate dal precario equilibrio del potere tra le diverse popolazioni, l'ultima delle quali, durata oltre 30 anni, si è conclusa soltanto nel 1996, rende il Guatemala un Paese ancora alla ricerca di una soluzione ai problemi sociali che lo affliggono.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 25/6/2019, 17:36     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Territorio: geografia umana

La popolazione india del Guatemala è formata dai discendenti dei maya che, in diverse ondate, occuparono il Paese a partire dal sec. III d. C., sovrapponendosi ai preesistenti caribi. Uno dei principali gruppi maya fu quello dei quiché, che occuparono il Petén; gli altri gruppi preferirono le tierras templadas. All'arrivo degli spagnoli le alteterre erano ben popolate; lo divennero ancor più dopo che i conquistadores ne fecero la loro area d'insediamento, attratti dal clima mite e salubre, dai terreni fertilissimi, dall'abbondante disponibilità di manodopera india. Antigua divenne la capitale di tutta l'area istmica e il perno dell'intera organizzazione territoriale imposta dal dominio coloniale tra il Messico e la Colombia. Tuttavia non si ebbe, nel Guatemala, una grande immigrazione di spagnoli, e ciò sia perché le risorse minerarie non sembravano abbondanti, sia perché la popolazione india era già numerosa. Ciò spiega perché la percentuale di indios puri sia in Guatemala più elevata che nel resto dell'America istmica (39,5% del totale nel 2013). Esigua è invece la frazione creola – discendente dei conquistadores e di quegli encomenderos che imposero un regime aristocratico e latifondista nel Paese – così come quella europea. I ladinos, cioè i meticci, che detengono in larga misura le leve della vita pubblica, sono ca. il 60,4%. Minoranze di zambos (incroci di neri e indios), neri e mulatti si hanno sulle coste, specie caribiche. Queste percentuali non sembrano mutare molto nel tempo: tuttavia i ladinos risultano il gruppo demograficamente più vivace, mentre gli indios, che pure registrano un'elevata natalità, sono soggetti a maggiori tassi di mortalità. Le comunità indigene, già provate dagli anni della guerra civile, non hanno mai ottenuto un pieno e reale riconoscimento dei loro diritti e continuano a rimanere oggetto di discriminazione sociale e politica. Nonostante la risonanza internazionale della questione indigena guatemalteca, passata attraverso l'opera di sensibilizzazione del premio Nobel per la pace R. Menchú, a livello nazionale gli indios incontrano ostacoli nell'espressione della loro religione, sono esclusi dal sistema giudiziario e le loro terre vengono regolarmente espropriate in favore delle industrie minerarie. Il 75% dei bambini e degli adolescenti di queste comunità vive in situazione di povertà e i valori relativi alla malnutrizione (che è cronica per quanto riguarda l'infanzia) sono più alti rispetto alla media nazionale. Nel XIX sec. il Paese non contava più di 400.000 ab.; nel 1921, anno del primo censimento, si registrarono meno di 2 milioni di ab., divenuti 2,8 milioni al censimento del 1950. Nel 1960 però gli abitanti erano aumentati di quasi la metà, per poi salire a 5,4 milioni nel 1975. Secondo stime del 2006, il Paese, che supera di poco i 12 milioni di ab., presenta un tasso di natalità molto elevato e una forte mortalità infantile. Il Guatemala è uno dei Paesi americani con la popolazione più giovane (il 41% circa degli abitanti ha meno di 15 anni) ma una vera e propria legislazione sull'infanzia non è presente; tra i dati più preoccupanti vi sono quelli relativi al lavoro minorile e alla mortalità in età giovanile: si calcola che oltre 500.000 bambini tra i 7 e i 14 anni lavorino mentre la maggiore causa di morte tra gli adolescenti sono le armi da fuoco. Retto per quarant'anni da governi militari, il Guatemala è stato interessato dagli inizi degli anni Sessanta da una guerriglia che ha trovato largo seguito e consenso soprattutto fra la popolazione india. La durissima repressione da parte dei militari ha provocato oltre 200.000 morti e 1 milione di profughi. Nei lunghi anni di guerra civile migliaia di guatemaltechi hanno trovato rifugio in altri Paesi, in particolare Messico, Stati Uniti e Canada. Alla fine degli anni Novanta del Novecento alcuni di loro, insieme a molti dei profughi dislocati in altre aree del Paese, hanno fatto ritorno nei propri luoghi d'origine. Tuttavia il saldo migratorio resta negativo (-2,26‰, stima 2008) nonostante il Guatemala abbia accolto in passato gruppi di rifugiati provenienti da El Salvador e Nicaragua. La popolazione urbana non raggiunge il 50% ed è costituita per lo più da ladinos. Sulle alteterre i contadini sono quasi tutti indios, che vivono su piccole o piccolissime proprietà. La densità media della popolazione è di 142 ab./km², però le differenze tra zona e zona sono notevoli. Assai popolati sono i bacini delle alteterre vulcaniche, dove sorgono anche i centri maggiori: Guatemala, il dipartimento della capitale, quello di Sacatepéquez, quello di Quetzaltenango. La fascia costiera del Pacifico, un tempo poco popolata, è ora soggetta a una valorizzazione più estesa e negli ultimi decenni del XX sec. ha visto crescere notevolmente i suoi abitanti; tuttora poco popolato resta tutto il versante che digrada verso il golfo dell'Honduras; ciò vale ancor più per il Petén. Centro nettamente coordinatore della geografia e dell'economia guatemalteche è la capitale, (città di ampie proporzioni considerando l'agglomerato urbano), ricca di edifici storici, soprattutto religiosi; essa è sorta nel 1776 non lontano dall'antica capitale spagnola, Antigua, distrutta dal vulcano Agua, in favorevole posizione in un bacino assai fertile, ben collegata sia con il golfo dell'Honduras sia con la costa pacifica. I suoi sobborghi hanno inglobato altre municipalità popolose come Mixco e Villa Nueva. Fulcro della sezione nordoccidentale dell'altopiano è Quetzaltenango, allacciata alla Carretera Panamericana che unisce il Guatemala al Messico. Città in continua crescita, per le sue vivaci attività industriali e commerciali, è Escuintla, che fa da centro mediatore tra la capitale e la costa del Pacifico. Su questa si affacciano diversi porti; il maggiore è Puerto San José, collegato con ferrovia a Guatemala. Sulla costa caribica lo sbocco principale è Puerto Barrios anch'esso unito con ferrovia alla capitale. In questa maglia di città maggiori, gerarchizzate da Guatemala, si trovano cittadine e grossi centri con funzioni più o meno ampie, spesso capoluoghi distrettuali, in genere con 10-20.000 abitanti. Ancora al di sotto vi sono centri rurali con poche migliaia di ab., perni di territori agricoli disseminati di pueblos, villaggi indios.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 28/6/2019, 21:53     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Cultura: generalità

A pochi chilometri di distanza in Guatemala convivono stili di vita e tradizioni completamente differenti. Da un lato i villaggi maya, con i ritmi e i cerimoniali ereditati dalle civiltà che qui si stanziarono secoli addietro; dall'altro il modello occidentale, rumoroso e consumistico delle città. In realtà non si tratta di una vera e propria dicotomia quanto piuttosto di due estremi, in mezzo ai quali trovano posto le sfaccettate forme in cui si presenta la cultura guatemalteca, modificatasi nel corso del tempo per i contatti con i missionari, i conquistadores, gli schiavi deportati, le multinazionali statunitensi. La capitale è sintesi perfetta delle contraddizioni e delle diverse anime del Paese; tra le istituzioni più interessanti ci sono il Museo Nacional de Arqueología y Etnología, dedicato all'arte maya, e il Museo Nacional de Arte Moderno, che ospita l'arte guatemalteca del XX secolo. Mercati, piazze enormi ed edifici coloniali completano il quadro di una metropoli classicamente “centroamericana”. L'antica capitale del Paese, Antigua, a circa 50 chilometri da quella attuale, dal 1979 fa parte del patrimonio dell'umanità UNESCO, insieme al Parco Nazionale di Tikal (1979, sito naturale e culturale) e al Parco archeologico con le rovine di Quiriguá (1981).

segue

 
Web  Top
view post Posted on 1/7/2019, 21:42     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Cultura: tradizioni

La conquista e la colonizzazione spagnola dell'attuale Guatemala non poterono distruggere del tutto la cultura indigena dei maya, anche perché la grande maggioranza della popolazione non subì il processo di annientamento praticato altrove, e riuscì a mantenere la propria lingua e i propri costumi. Gli spagnoli si sovrapposero semplicemente a questi; mentre i missionari predicavano il cristianesimo con successo, i conquistatori edificavano la capitale, dotandola anche di alcuni centri d'istruzione. All'inizio del Duemila grande importanza continuano a rivestire per tutti i gruppi etnici le festività nazionali e religiose: donne e uomini indossano i vestiti tradizionali (di diversa foggia e dotati spesso di precisi significati) si mangia il fiandre, cibo a base di pesce e verdure, o la diffusissima carne alla griglia, oltre a empanadas, molletes, alfajor, e si bevono birra, rhum e il tipico liquore quetzalteca. Tra i prodotti artigianali, oltre ai già citati costumi, nei mercati delle città o nelle botteghe dei villaggi si trovano tappeti, oggetti ornamentali, monili. Diverse anche le tradizioni musicali presenti in Guatemala: da quella maya, con i caratteristici strumenti a fiato e a percussione, a quella colta, discendenza diretta della musica liturgica cattolica, a quella popolare, risultato della composizione di sonorità afro, caribiche e indie. Lo sport più amato è il calcio.

segue

 
Web  Top
19 replies since 29/5/2019, 21:27   101 views
  Share