| Cultura: letteratura
Della cultura precolombiana del Paese rimangono poche tracce nel folclore e scarse sembrano essere state anche le manifestazioni culturali del periodo coloniale. Del primo Ottocento si ricordano Miguel Álvarez Castro (1775-1856), più noto come uomo politico, e José Batres Montúfar (1809-1844), che però visse e scrisse nel Guatemala. Il romanticismo, introdotto da Isaac Ruiz Araujo (1850-1881) e dallo spagnolo Fernando Velarde, diede vari poeti, fra cui eccelle Juan J. Cañas (1826-1918), mentre Román Mayorga Rivas (1864-1925) fu pubblicista e prosatore di fama. La prima personalità letteraria veramente importante fu quella di Francisco Gavidia (1863-1955), poeta modernista, maestro e amico del nicaraguense Rubén Darío, narratore, storico, critico e fondatore del teatro salvadoregno, con drammi storico-romantici (Ursino, Velázquez), leggende sceneggiate (Cuento de marinos, 1947) e drammi moderni (Júpiter, Ramona). Modernista fu anche il poeta e prosatore Alberto Masferrer (1868-1932), che fondò e diresse il quotidiano Patria. Narratore di un certo vigore fu Arturo Ambrogi (1875-1936), di cui resta specialmente El libro del trópico (1907-18), mentre in J. M. Peralta Lagos (1873-1944) e in H. Alvarado (1845-1928) culmina una corrente di narratori di costume, folcloristici e vernacolari. Salvador J. Carazo e Luis Lagos (1870-1914) si distinsero come umoristi e commentatori satirici dell'attualità. Fra i lirici del Novecento vanno menzionati anche J. E. Ávila e R. Contreras; fra i prosatori emergono M. Andino, Alberto Rivas Bonilla, il vigoroso “indianista” Salarrué (Salvador Salazar Arrué, 1899-1975), autore di Cuentos de barro (1933; Racconti di fango), Hugo Lindo (1917-1985) e A. Menéndez Leal (1931-2000); e fra i drammaturghi J. Emilio Aragón (1887-1938) e José Llerena (1895-1943). Le generazioni post-moderniste e avanguardiste in poesia sono rappresentate, tra gli altri, da A. Guerra Trigueros e Claudia Lars (1899-1974), autrice di numerose raccolte in versi e a lungo alla guida della rivista Cultura, Vicente Rosales, A. Espino, C. Lovato, P. Geoffroy, Claribel Alegría, W. Chávez. Una menzione va riservata a Roque Dalton (1935-75), poeta impegnato politicamente, più volte esiliato, e oggi fra i capisaldi della letteratura nazionale novecentesca. Il teatro, in complesso, langue; ma sono da segnalare notevoli tentativi, specialmente a opera di Walter Bénecke (n. 1928), autore di formazione europea. Fra i più giovani appaiono particolarmente dotati David Escobar (n. 1943), autore di versi significativi (Extrano mundo del amanecer, 1970; Sonetos penitenciales, 1979) e di suggestivi libri di racconti (Vos sobrevivientes, 1980); Alonso Quijada Urías (n. 1940), poeta di tensioni mistiche (Sagradas escrituras); e il drammaturgo Roberto A. Menéndez, segnalatosi col dramma biblico La ira del cordero.. Le voci più importanti della narrativa più recente, rinata negli ultimi anni del Novecento, annoverano Ferman Cienfuegos, anche sociologo e impegnato in prima linea nella guerra civile, Horacio Moya (n. 1960), noto per le sensibili introspezioni psicologiche dei suoi personaggi, Manlio Argueta (n. 1935), poeta oltre che narratore, più legato, anche per motivi anagrafici, a tematiche come l'esilio, il viaggio, la nostalgia per la patria, Carlos Castro (n. 1950), per lo più autore di romanzi storici (Los desvarìos del general, 1997).
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