IL FARO DEI SOGNI

Costa Rica

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La Costa Rica (o Costarica,[4] ufficialmente Repubblica di Costa Rica) è uno Stato dell'America centrale. Si estende per 51.100 km² e nel 2012 ha una popolazione di 4 805 000 abitanti. La capitale San José conta 884 253 abitanti.

La Costa Rica è situata fra gli 8° 03' e gli 11° 13' di latitudine nord e gli 82° 32' e gli 85° 57' di longitudine ovest. Includendo l'area insulare (Isola del Cocco), si estende su una superficie di 51 100 km². Confina a nord con il Nicaragua, a est con il mar dei Caraibi e Panama, a sud e a ovest con l'oceano Pacifico.

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Le coste si estendono per 1 228 km, dei quali 1 016 si affacciano sul versante del Pacifico e 212 km sul Mare dei Caraibi. La costa pacifica è caratterizzata da numerosi promontori e penisole che danno luogo a golfi e baie, spiagge di sabbia bianca che hanno favorito l'installazione, seppure in maniera non aggressiva per l'ambiente, di infrastrutture turistiche. La costa atlantica, al contrario, sebbene sia più regolare, è meno adatta allo sviluppo del turismo balneare.

La Costa Rica è una repubblica presidenziale. La lingua più usata è lo spagnolo, ufficialmente plurilingue a partire dal governo di Luis Guillermo Solís. La nazione è stata classificata al primo posto per la felicità media della popolazione nella classifica della graduatoria Happiness in nations 2000-2009.[5]

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Storia

L'origine della colonizzazione umana della Costa Rica risale presumibilmente al periodo delle glaciazioni del Pleistocene, quando probabilmente lo Stretto di Bering si congelò e iniziarono le prime migrazioni dal continente eurasiatico. I primi abitanti si dedicavano alla caccia, alla pesca e alla raccolta dei frutti, ma ben presto si andarono sviluppando due tipi di agricoltura di sussistenza: la prima basata sulla coltivazioni dei tuberi (yucca) e l'altra, che prevalse nell'area centroamericana, basata sulla coltivazione del mais e dei fagioli. Grazie a questo tipo di coltivazioni fioriscono nel continente americano le tre grandi civiltà Maya, Azteca (Messico, Guatemala) e Inca (Perù).

Arenal-Volcano

La scoperta

La scoperta europea della Costa Rica avvenne nel 1502 a opera di Colombo che la battezzò Castilla del Oro durante il suo quarto viaggio. Ma la prima penetrazione nell'interno ebbe luogo soltanto nel 1563, quando J. Vásquez de Coronado conquistò il paese e fondò la città di Cartago, capoluogo della Costa Rica fino al 1823, mentre già nel 1519-20 G. de Espinosa e J. Ponce de León avevano esplorato la costa del Pacifico.
Colonia spagnola

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Nel 1540 la Costa Rica fu definita nella sua costituzione territoriale che coincise con il governatorato di Cartago, che a sua volta faceva parte della Capitanía general del Guatemala.
Indipendenza

L'indipendenza del Messico coinvolse tutti i paesi dell'America centrale, che il 15 settembre 1821 proclamarono la loro indipendenza. I liberali centroamericani, riuniti in assemblea costituente a Città del Guatemala il 5 giugno 1823, non accettarono l'unione con il Messico; il 1º luglio successivo nacque la federazione delle Province Unite dell'America Centrale, scioltasi nel 1839. Ne seguì una guerra conclusasi soltanto nel 1842.[senza fonte]

Palazzo_Poste_San_Jose

Nel 1855 e 1856 tutta la regione fu invasa dai filibustieri statunitensi di William Walker; furono necessarie due battaglie, la prima a Santa Rosa, Guanacaste, e la seconda a Rivas, Nicaragua,

Playa_Jaco

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Etnie

L'89% sono bianchi di origine europea, il 6% meticci (tra spagnoli e nativi), il 2% neri, il 2% cinesi, l'1% indios (amerindi).

Nel 1821 erano presenti circa 800 000 abitanti. Da allora l'immigrazione europea, principalmente spagnola, ha contribuito all'aumento e alla multietnicità della popolazione. A causa delle politiche antisemite del regno spagnolo, molti marranos (ebrei convertiti) si sono trasferiti qui, dando origine alla seconda comunità ebraica dell'America Latina dopo quella argentina.

L'immigrazione italiana, in particolare alla fine del XIX secolo, aiutò a costruire il Teatro Nacional e parte della ferrovia dell'Atlantico. Il primo sciopero in Costa Rica fu organizzato da italiani. San Vito di Coto Brus è la principale città fondata da italiani. L'immigrazione europea (dall'Italia, Francia, Inghilterra e Germania) fu intensa, così come quella americana, dagli Stati Uniti d'America, Nicaragua, Colombia e Cile, e contribuì allo sviluppo del paese.
Lingue

La lingua ufficiale è lo spagnolo. Nel paese si riscontrano due accenti diversi: uno, il più diffuso, può essere definito l'accento costaricano standard; l'altro, detto nicoyano, dalla penisola a nord-ovest del paese, è molto simile a quello nicaraguense. Una delle principali differenze tra lo spagnolo parlato nella Costa Rica rispetto a quello usato in molti altri stati è rappresentata dal fatto che il fonema /r/ è realizzato come un'apicoalveolare vibrante sonora multipla all'inizio di parola e anche all'interno, ma solo quando è doppio, e quindi suona più simile alla pronuncia inglese o siciliana. Il dialetto locale (e anche la popolazione del paese) viene spesso definito tico per l'uso eccessivo dei diminutivi.[7]

Abbastanza conosciuta è la lingua inglese. Un caso particolare è costituito dai discendenti di alcuni immigrati giamaicani nella provincia di Limón, che, giunti nel Paese nel XIX secolo, portarono un dialetto inglese evolutosi poi nella lingua creola nota come mekatelyu, che si potrebbe definire come una combinazione di inglese giamaicano (patois) con spagnolo costaricano.
Religione

Religione ufficiale del paese, in base alla Costituzione del 1949, è il cattolicesimo: i cattolici rappresentano il 70,5% della popolazione e, secondo uno studio dell'Università della Costa Rica, solo il 45% è praticante. Il 13,8% è protestante, l'11,3% non dichiara alcuna appartenenza religiosa.

Il movimento rastafari è molto diffuso, soprattutto nella Valle Centrale e nella Provincia di Limón. Sebbene molti pratichino questa fede e siano realmente credenti, altri la intendono soltanto come una moda oppure uno stile di vita.[8]

La comunità ebraica è insediata soprattutto nella capitale, concentrata nella zona del parco di La Sabana, dove è presente una sinagoga. A seguito di un'immigrazione recente (seppure modesta) dall'Asia, si sono diffuse anche altre religioni, tra cui l'Islam, il bahaismo, l'induismo e soprattutto il buddhismo (quest'ultimo praticato dalla comunità cinese). Insieme coinvolgono il 4,3% della popolazione.
Ordinamento dello stato
Suddivisione amministrativa
La Costa Rica è suddivisa in 7 province, a loro volta divise in 81 cantoni, e questi in 459 distretti.

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Sport
Calcio e calcio a 5

Soccerball.svg Selezione Nazionale di Calcio
Soccerball.svg Selezione Nazionale di Calcio a 5

La Nazionale di calcio della Costa Rica ha raggiunto, nel corso degli anni, buoni risultati: è stata, tra l'altro, per ben tre volte Campione nella CONCACAF Gold Cup.
Nuoto

Ottimi risultati sono stati raggiunti dalla campionessa Claudia Poll, quattro volte oro mondiale ai Campionati mondiali di nuoto in vasca corta

Ai Giochi olimpici di Atlanta 1996 Claudia Poll fu, inoltre, vincitrice del primo oro olimpico per il suo paese.
Altri sport

È molto presente il surf: con longboard e con bodyboard, praticato non solo dai turisti che accorrono da tutto il mondo per gli svariati beachbreak presenti in tutta la costa, ma anche e soprattutto dai locali.
Tradizioni
Gastronomia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina costaricana.

I piatti tipici della Costa Rica sono il gallo pinto (gallo colorato), piatto a base di riso colorato e fagioli neri, e il casado (sposato), una mescolanza di carne o pesce, verdure, legumi, riso e plàtano (banana amilacea da cottura) fritto.

Di norma il pinto si mangia la mattina, gli ingredienti sono naturali ed è semplice da preparare. È usato il riso a chicco lungo e fragrante e fagioli mescolati con una salsa; si può avere il pinto con uovo (huevo) o anche con carne in salsa. Come contorno è servito platano fritto o bollito, un frutto di aspetto simile alla banana, ma di gusto e consistenza molto diverse.

Il casado, che si mangia a pranzo, a differenza del pinto viene servito con i fagioli separati dal riso; può essere aggiunta anche della pasta. Nel casado si trova l'insalata tagliata a fili, con pezzi di pesce o carne, a scelta.

Come bevande si possono ordinare molti "batido" di frutta fresca come tamarindo, papaya, guanabana, anguria, che possono essere preparati o con acqua o con latte.


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Generalità

Erede di un prospero possedimento spagnolo, la cui economia fu sin dalle origini basata sull'attività agricola degli stessi colonizzatori, la Costa Rica, conseguita l'indipendenza nel 1821, non subì gravi ripercussioni dal passaggio dallo stato coloniale a quello di libera repubblica; seppe conservare una forte stabilità di regime politico, fatto del tutto inconsueto in un'area funestata da continui colpi di stato qual è quella centroamericana, e in larga misura sottrarre la propria economia dalle dipendenze dall'estero. Numerose sono in realtà le caratteristiche socio-economiche, oltreché politiche, che distinguono la Costa Rica dai Paesi vicini: la quasi totale assenza di analfabetismo, la mancanza di contrasti etnici e la relativamente omogenea distribuzione del reddito nazionale. I processi di crescita quindi hanno trovato un terreno più favorevole che altrove, tanto che la Costa Rica è stata definita la "Svizzera dell'America centrale". Il Paese ha saputo guadagnarsi la considerazione e il rispetto dei vicini proprio grazie all'equilibrio istituzionale e sociale. Questa considerazione e questo rispetto rappresentano una dote che i governi costaricensi possono spendere e spendono, infatti, per promuovere modalità di integrazione economica e politica.

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Territorio: geografia umana

La Costa Rica non è eccessivamente popolata (86 ab./km²); ha registrato però un fortissimo incremento nel XX sec., passando dai 300.000 ab. del 1900 ai ca. 4 milioni del 2000; ciò è il risultato di un costante abbassamento dell'indice di mortalità, mentre quello di natalità si mantiene su valori assai alti. Nei primi anni del XXI sec., tuttavia, si è verificato un calo del tasso di crescita annua, passato dal 3,1% degli anni Ottanta del Novecento all'1,5% del periodo 2000-2005. Gli abitanti sono quasi interamente d'origine europea; furono infatti gli spagnoli a popolare effettivamente il Paese, nel quale l'elemento indio è stato e rimane estremamente scarso: si calcola che gli amerindi rappresentino il 2% della popolazione, mentre i creoli sono il 77%, i meticci il 17% e i mulatti il 3%. La minoranza mulatta è il frutto dell'immigrazione della manodopera giamaicana che giunse in Costa Rica per lavorare nelle piantagioni di banane delle compagnie statunitensi. Ancora oggi è rilevante il numero dei clandestini, soprattutto nicaraguesi, che sono penetrati in Costa Rica dapprima per sfuggire alle precarie condizioni politiche del loro Paese e, in secondo luogo, attirati dalla richiesta di manodopera a basso costo, provocando, però, tensioni fra Costa Rica e Nicaragua. Molto numerosi sono anche gli immigrati salvadoregni, cubani e peruviani mentre a partire dal 2001 si è registrato un aumento considerevole di rifugiati e richiedenti asilo colombiani. Le fasce costiere, per le loro sfavorevoli condizioni ambientali, sono sempre state le aree meno popolate: oltre il 70% degli ab. si concentra nell'esiguo territorio della Meseta Central, dove la provincia di San José supera i 300 ab./km². La popolazione è per ca. il 40% considerata rurale; la capitale è d'altronde l'unica vera città del Paese (352.366 ab. nel 2008), centro commerciale e industriale di rilievo, grazie alla posizione sulla ferrovia transistmica e sull'autostrada panamericana. Il suo agglomerato urbano, che si è esteso verso E e verso W poiché le catene montuose ne hanno ostacolato l'espansione verso mezzogiorno, conta oltre 1 milione di abitanti. Nessun'altra città raggiunge i 70.000 ab.; i due maggiori centri della Meseta sono Cartago, assai fiorente in epoca coloniale ma progressivamente decaduta per il succedersi di rovinosi terremoti, e Alajuela, mercato agricolo e accogliente città-giardino. Importanti centri costieri sono, agli opposti capilinea della ferrovia transistmica, Puntarenas e Limón (o Puerto Limón), sul Mar delle Antille, seconda città per numero di abitanti (70.166 ab. nel 2008).

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Cultura: generalità

La relativa uniformità etnica e le favorevoli condizioni socio-economiche e politiche che contraddistinguono il Paese hanno fatto in modo che non venisse disgregato il patrimonio culturale della popolazione, in favore di una modernità di solito opprimente. La musica, i balli, i costumi e le credenze persistono e informano gran parte della vita dei costaricensi. Nelle arti il Paese non conta personalità di rilievo mondiale, ma non mancano artisti e scrittori che hanno saputo comunicare le caratteristiche peculiari della vita e della storia nazionali. In letteratura molto si deve alla fase modernista e realista, comune a tutto il Centro e Sud America, che ha permesso un salto di qualità nella produzione sia in prosa sia in poesia. Anche le discipline figurative sono fiorite nel corso del XX sec. e, in particolare, dopo la creazione, negli anni Settanta, del Ministero della cultura, evento che ha dato nuovo slancio alla produzione e alla ricerca artistica. Di grande valore restano le bellezze archeologiche di epoca precolombiana. La maggior parte delle istituzioni culturali di Costa Rica si concentra a San José, dove hanno sede numerosi musei: il Museo Nacional, il Museo del Oro Precolombino, con oggetti precolombiani in oro, e il Museo de Jade, con la maggiore collezione di sculture precolombiane in giada al mondo; va segnalata, inoltre, Cartago quale importante centro di arte coloniale. Di grande importanza anche il Teatro Nacional, sempre nella capitale, per la rappresentazione di opere, concerti, balletti, oltre che per il valore intrinseco dell'edificio (del 1897) e dei capolavori che ospita. In Costa Rica lo sport nazionale è il calcio, ma sono diffusi anche il nuoto, il surf e la pallavolo.

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Cultura: tradizioni

Unico Paese dell'America Centrale ad avere una fisionomia pressoché etnicamente omogenea, la Costa Rica è abitata da creoli (o ladinos) discendenti da coloni giunti al tempo della Conquista prevalentemente dalla Galizia e dalla Castiglia. Del contesto etnico fanno parte le minoranze dei meticci, dei neri e dei mulatti. I pochi Indios sopravvissuti, che appartengono alle tribù dei Talamanca, vivono ancora in condizioni quasi primitive di pesca, caccia e agricoltura. La loro religione ha subito influssi cristiani, ma non si è snaturata nelle sue strutture essenziali. Fuori da queste minuscole isole aborigene, la vita dei costaricensi è segnata soprattutto dall'impronta data dalle principali attività economiche: le colture del caffè e delle banane. La vita popolare è profondamente imbevuta di tutti i ritualismi connessi con le operazioni richieste dal lavoro. Grandi fiestas coronano gli intensi lavori di raccolta nelle piantagioni: si intrecciano sulle aie i tipici passi del baile suelto, variazione di danze popolari inframmezzata da estemporanee dizioni poetiche; a banchetti e libagioni si accompagnano canti e balli di vario tipo. Corride incruente si tengono diverse volte all'anno con la partecipazione di tutta la popolazione. La cucina ha accolto infiltrazioni francesi e italiane e si basa sullo sfruttamento della banana, usata per zuppe, pane, burro, farina, purea, biscotti e torte, aceto, salsa e persino vino e spumante.

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Cultura: letteratura

Territorio povero, isolato e perciò scarsamente abitato, la Costa Rica non conobbe una cultura precolombiana importante e restò al margine anche durante l'epoca coloniale; la stessa indipendenza (1821) non portò in letteratura nomi di rilievo. La guerra contro l'avventuriero Walker (1856-57) è l'unica “epopea” del piccolo Paese. Dell'epoca coloniale si ricorda solo un frate, Antonio de Liendo y Goicochea (1735-1814), che lasciò prose in castigliano e versi in latino; del periodo dell'indipendenza, il vescovo Del Castillo, che fu deputato alle Cortes di Cádice. Il romanticismo ispirò la narrativa di costume e storica di Manuel Argüello Mora (1834-1902), i versi di Pío Víquez (1850-1899) e di José M. Alfaro Cooper (1861-1938) e gli studi storici di Manuel M. de Peralta (1847-1930). Altri buoni narratori furono poi Ricardo Fernández Guardia (1867-1950) e Manuel de J. Jiménez (1854-1916); mentre con Manuel Gonzáles Zeledón (1864-1936) la narrativa si rinnova in senso “modernista”. Poeti di una certa personalità sono, nei modi modernisti, Aquileo J. Echeverría (1866-1909) e Roberto Brenes Mesén (1874-1949), noto anche come educatore e saggista. Figura di valore continentale fu Joaquín García Monje (1881-1958), narratore, critico e direttore (1919) per vari decenni di una delle più belle riviste ispano-americane, il Repertorio americano. Con Moisés Vincenzi (1895-1965) nasce il romanzo moderno, realista, psicologico e fantasioso (Rosalía, Atlanta, ecc.); un rinnovamento poetico è legato ai nomi di Rafael Cardona, Julián Marchena, Francisco Amighetti, Alfonso Ulloa, Alfredo Cardona Peña (n. 1917), noto anche come critico e saggista, e di numerosi altri fino ai più giovani Eduardo Jenkins, Mario Picardo, Virginia Grutter, Enrique Mora Salas, Ana Antillón, Julieta Dobles, Rodrigo Quirós e Alfonso Chase. Fra i narratori, emergono Carmen Lyra, Luis Dobles, Rafael Angel Herro, il notevole José Marín Cañas, Max Jiménez, Julieta Pinto, della quale citiamo il romanzo El eco de los pasos (1979), sulla guerra civile del 1948, El lenguaje de la lluvia (Premio Aquileo J. Echeverría, 1996) Tata Pinto (2005), Joaquín Gutiérrez, e alcuni marxisti, impegnati nella protesta socio-politica, come Carlos L. Fallas e Fabián Dobles. Tentativi teatrali sono legati ai nomi di H. Alfredo Castro, Manuel C. Escalante, Alfredo L. Sancho, Daniel Gallegos e Alberto F. Cañas.

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Cultura: arte

I centri archeologici situati nell'area del fiume Diquís vanno menzionati per la scultura litica, per l'arte fittile, che chiaramente si richiama a quella Chiriquí (Panamá) , e soprattutto per l'oreficeria (vedi culture circumcaribiche), i cui prodotti esprimono una sensibilità artistica non comune. La scultura su pietra trova tuttavia il suo optimum nella Peninsula de Nicoya, celebre per le monumentali rappresentazioni di personaggi che recano sulla schiena un alter ego; interessanti anche i vasi modellati e dipinti e soprattutto gli oggetti in giadeite, certo i più raffinati di tutta l'area circumcaribica. Da segnalare infine la scultura litica ,l'arte fittile e la glittica dell'area di Linea Vieja, manifestazioni tuttavia di un livello nettamente inferiore. In epoca contemporanea le arti figurative hanno avuto uno sviluppo notevole grazie alla creazione sia del Ministero della cultura sia alla creazione, nel 1992, di un acclamato International Arts Festival. Centri di interesse si sono rivelati, negli anni recenti, Escazu, con artisti quali Christina Fournier, i quattro fratelli Mena, Dinorah Bolandi, Roberto Lizano, e Santa Ana, con la presenza del Centro creativo. Qui nacque anche uno dei primi importanti movimenti della pittura costaricense, legato alla rappresentazione dei paesaggi, a inizio Novecento, per merito di pittori come Teodorico Quiros, Luisa de Saenz, Manuel de La Cruz.

fonte www.sapere.it/enciclopedia/Costa+Rica.html

 
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