IL FARO DEI SOGNI

Trama dell'Odissea

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/3/2019, 22:13     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


image-5bfc7e4e173b1

Libro I

Dopo un'introduzione nella quale sono presentati in modo generico la tematica dell'opera e il suo protagonista,[F 1] e in particolare il fatto che Poseidone sia con questi irato,[F 2] la scena si apre sul consiglio degli dei. Essi decretano, dopo qualche allusione alla sorte di Egisto e in assenza di Poseidone, che sia giunta per Odisseo, trattenuto dalla ninfa Calipso sull'isola di Ogigia, l'ora del ritorno.[F 3][N 1] Dunque, è decretato Atena si rechi ad Itaca[F 4] e qui, sotto le mentite spoglie di un fantomatico Mente, re di Tafi, dopo essere stata accolta,[F 5] dialogando con Telemaco lo conforti,[N 2] invitandolo altresì a viaggiare alla volta di Pilo e Sparta per raccogliere notizie concernenti la sorte del padre.[F 6][N 3] Atena si allontana.[N 4] Frattanto, mentre i Proci,[F 7] pretendenti di Penelope,[N 5] banchettavano,[N 6] Femio, rapsodo alla corte d'Itaca, ha modo di esprimere la propria arte sul tema dei ritorni degli eroi greci dalla città d'Ilio: per via di ciò, è rimproverato da Penelope, alla quale si rivolge con fermezza Telemaco, che comunica ai Proci di aver l'intenzione di tener loro un discorso il dì seguente.[F 8] Quindi questi si ritira, dopo aver ricevuto dagli avversari (Antinoo e Eurimaco) alcune repliche.[F 9]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 24/3/2019, 15:04     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro II

Alla mattina presto, nel contesto del dibattito precedentemente annunciato,[F 10] dopo una breve introduzione di Egizio,[N 7] Telemaco, preso in mano lo scettro, accusa i Proci di sperperare le ricchezze di suo padre e di addolorare lui medesimo, che tanto soffre per non sapere la sorte del genitore,[F 11] ma il capo di quelli, Antinoo, accusando Telemaco di calunniare i pretendenti, ritorce l'accusa contro sua madre, che, rifiutandosi di scegliere un nuovo marito, di fatto permette ai Proci, e non a uno solo di loro, di rimanere a corte.[F 12][N 8] Dopo una veloce replica di Telemaco, nella quale afferma di non poter rimandare a casa la madre per il rispetto che ha nei confronti suoi, del padre di lei e di Odisseo, un messaggio divino[N 9] è mandato da Zeus sugli uomini intenti a discutere:[F 13] Aliterse, schernito e minacciato da Eurimaco che chiede la restituzione di Penelope al padre e le conseguenti nozze,[N 10] pronostica in virtù di quello un prossimo ritorno di Odisseo.[F 14][N 11] In seguito, Telemaco annuncia la sua intenzione di recarsi a Pilo e Sparta col fine di raccogliere notizie del padre. Si ha quindi una violenta discussione tra Mentore, cui era stata affidata la gestione della casa da parte di Odisseo al momento della partenza, e Leocrito. Il primo accusa il popolo di non aver custodito la famiglia regale dai pretendenti. Il progetto di Telemaco è concretizzato grazie al supporto di Atena, che gli appare sotto le mentite spoglie di Mentore al disperato figlio di Odisseo, che passeggia in riva al mare: gli profetizza la tragica fine dei pretendenti.[F 15] Mentore, che altri non è se non Atena, offre una nave a Telemaco.[F 16] Dopo essersi scontrato coi pretendenti che desiderano spartirsi i beni di Odisseo[F 17][N 12] e aver confidato alla nutrice Euriclea i suoi progetti, facendosi promettere che non avrebbe svelato nulla alla madre,[F 18] Telemaco si imbarca sul battello di Noemone accompagnato da Mentore, che altri non è se non Atena: in precedenza questa fingendosi Telemaco aveva raccolto molti Itacesi per la partenza e aveva fatto calare il sonno sui pretendenti.[F 19]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 1/4/2019, 16:25     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro III

Giunto Telemaco a Pilo, è accolto dal re di questa città, Nestore, che si trovava sulla spiaggia per effettuare un sacrificio a Poseidone in compagnia dei due figli.[F 20] Dopo che ha offerto agli ospiti un banchetto, Nestore interroga Telemaco in relazione allo scopo del suo viaggio e alla sua identità.[N 13] A questo punto Telemaco si presenta come figlio di Odisseo e domanda a Nestore che sia stato di suo padre poiché "nessuno sa dirci chiaro dov'è finito, se sulla terra fu ucciso da genti nemiche, oppure nel mare, tra l'onde d'Anfitríte".[F 21] Nestore, dopo un breve accenno al dolore connesso alla guerra, comincia a narrare gli eventi che la seguirono, nel ritorno che "Zeus meditò doloroso agli Argivi". Appena dopo la guerra erano scoppiati dissensi tra Agamennone, che vorrebbe rimanere lì per fare ecatombi per ingraziarsi Atena,[N 14] e Menelao, che vorrebbe fare ritorno subito: ciò provoca la divisione dell'esercito. Sia Nestore che Odisseo avevano fatto parte del contingente che aveva deciso di salpare, ma a causa di successive controversie, alcuni (tra i quali Odisseo) si erano separati dagli altri (tra i quali Nestore). Il figlio di Achille, Filottète, Idomeneo e Agamennone (poi ucciso da Egisto e vendicato da Oreste) erano stati gli unici a far ritorno per certo coi loro contingenti, limitatamente a quanto poteva sapere Nestore. Telemaco è avvilito ma prontamente viene confortato da Nestore e da Atena.[F 22] Telemaco pone a Nestore un'ultima domanda a riguardo della sorte di Agamennone, re di Micene. Nestore risponde dicendo che dapprima Clitennestra era rimasta fedele al marito ma che poi Egisto, allontanato colui che doveva sorvegliarla,[N 15] era riuscito a sedurla. Menelao, colpito da una tempesta nei pressi della Malea, era stato trasportato dalla corrente in Egitto ed era riuscito a far ritorno all'ottavo anno, quando Agamennone era già stato ucciso da Egisto. Sapendo Nestore di non essere la persona più idonea a dar testimonianza degli eventi capitati in sorte ad Ulisse, invia Telemaco da Menelao, il cui recente ritorno lo rende un testimone più accreditato. Nestore, dopo aver invitato i suoi ospiti a dormire nella propria dimora,[F 23] ricevuto un rifiuto di Mentore, comprende come quest'ultimo sia in realtà Atena e lo comunica a Telemaco, rincuorandolo: infatti, se gli dei si curano così tanto della sua sorte, ed Atena in particolare, non ha a suo giudizio da temere per il futuro.[F 24] Dopo la notte passata a casa del re,[F 25] La mattina seguente nella reggia di Pilo si innalza un sacrificio ad Atena, immolando una vacca:[F 26] dopo che è stato compiuto il rito, Pisistrato accompagna Telemaco alla volta di Sparta viaggiando per due giorni e trovando ospitalità per la notte a casa di Diocle.[F 27]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 9/4/2019, 13:46     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro IV

Giunti Telemaco e il compagno Pisistrato alla ricchissima corte di Menelao ove si stanno celebrando le nozze di Megapente, figlio del re, con la figlia di Alettore e di Neottolemo con Ermione, figlia del sovrano, quest'ultimo accoglie i suoi ospiti in modo fastoso facendoli giungere al suo cospetto per mezzo di araldi. Dopo un lauto banchetto, inizia il dialogo tra il re di Sparta e i suoi ospiti[F 28] con una prima rimembranza di Menelao dei fatti concernenti la guerra e al proprio ritorno, suscitata involontariamente da Pisistrato alludendo alle ricchezze della casa, che Menelao aveva ricondotto in patria dopo otto anni di vagabondaggi[N 16] ma che non sono per lui fonte di felicità. Menelao conclude il suo breve discorso con un'allusione a Odisseo, pur ignorando di trovarsi al cospetto di suo figlio,[F 29] e riconoscendolo solo per la sua commozione dinanzi a questa narrazione, come poco dopo Elena per le sue fattezze. Un'ennesima rievocazione delle gesta di Odisseo e dei suoi straordinari meriti[F 30] provoca la commozione dei presenti, arrestata da Elena versando nel cratere del vino un farmaco prelevato in Egitto: dopo un veloce intervento di Pisistrato che fa riferimento al fratello Antiloco,[N 17] la discussione è rimandata al giorno successivo. Il banchetto prosegue accompagnato dalla narrazione di Elena della conclusione della guerra combattuta ad Ilio: poco prima della caduta della rocca aveva incontrato Odisseo, che era riuscito ad intrufolarsi nella città vestito da mendicante.[N 18] Dopo che Menelao fa un rapido riferimento all'episodio del cavallo, Telemaco viene condotto a letto.[F 31] Dopo la notte passata a palazzo, si tiene un dialogo tra Telemaco e colui che lo ospita, durante il quale il primo, esortato dal secondo, riporta a quest'ultimo la sua richiesta (cioè di avere informazioni sul padre) e la narrazione di quali soprusi stiano compiendo i Proci;[F 32] l'anfitrione, dopo essersi dispiaciuto per la sorte della reggia d'Itaca, narra in risposta all'ospite le vicende relative al suo ritorno in patria. In particolare egli, trattenuto in Egitto per non aver innalzato sacrifici agli dei, per mezzo di un inganno escogitato da Eidotea, figlia del dio marino Proteo, quest'ultimo capace di trasformarsi in ogni cosa, era riuscito a costringere il di lei padre a svelargli la modalità per ritorno a casa (ossia effettuare ecatombi), travestendosi da foca assieme a tre compagni ed imprigionandolo. Dopodiché, domandando al dio quali dei compatrioti avevano fatto ritorno in patria, era venuto a sapere le loro sorti (Odisseo era bloccato in mare; Aiace Oileo o Locrese, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all'intervento di Poseidone, era stato da quello ucciso poiché aveva affermato "d'aver sfuggito a dispetto dei numi l'abisso grande del mare"; Agamennone, tornato in patria nonostante qualche piccolo contrattempo, era stato ucciso da Egisto) e gli era stato pronosticato che non sarebbe morto in patria.[N 19] Nonostante il re di Sparta proponga a Telemaco di trattenersi nella sua reggia,[F 33] questi rifiuta la sua offerta poiché deve raggiungere i compagni; Menelao gli consegna un cratere finemente decorato come dono.[F 34] Contestualmente, mentre si stanno dilettando, i pretendenti alla mano di Penelope apprendono da Noemone (l'uomo che aveva volente prestato la barca a Telemaco) che il figlio del sovrano è partito in compagnia di un nume nascosto sotto le mentite spoglie di Mentore: di conseguenza, Antinoo con venti compagni parte per tendergli un agguato nello stretto tra Itaca e Same.[F 35] L'araldo Medonte, che ha sentito il discorso, informa però Penelope, ignara della partenza del figlio, del fatto che i pretendenti vogliono attentare alla vita di Telemaco:[F 36] quella si dispera, si sfoga contro le ancelle, sgridandole per non averla informata, si propone di mandare (cosa che non farà, dissuasa da Euriclea) un servo da Laerte per informarlo e si ritira per innalzare ad Atena una preghiera.[F 37][N 20] Dopo la partenza dei pretendenti,[F 38] Penelope parla in sogno col fantasma di Iftime, sua sorella, che la rassicura a riguardo della sorte del figlio ma non le rivela se Odisseo è vivo o meno.[F 39] La narrazione si conclude con lo sbarco dei pretendenti ad Asteride, isoletta posta al largo di Itaca.[F 40]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 16/4/2019, 17:49     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro V

Dopo che in un secondo consiglio degli dei Zeus ha evidenziato, sollecitato dalle proteste di Atena, la necessità di concedere ad Odisseo il ritorno in patria, il Cronide invita Ermes a recarsi sull'isola di Calipso per sollecitare quest'ultima a rilasciare il suo prigioniero.[F 41][N 21] Viene quindi descritto l'incontro tra Ermes e la ninfa Calipso, ambientato sulla lussureggiante isola di Ogigia, durante il quale il primo invita la seconda a rilasciare Odisseo, sottoponendosi al volere degli dei olimpi; ella risponde, dopo aver affermato che si sente vittima di un'ingiustizia, al pari delle altre dee che non si videro approvare i loro amori con mortali, che consentirà ad Odisseo il ritorno, agevolandolo con consigli e rinunziando al suo progetto di renderlo immortale.[F 42][N 22] Dopo che Calipso si è recata da Odisseo proponendogli di partire e dopo aver vinto la sua perplessità con un giuramento solenne fingendo il suo sia un atto di generosità, Odisseo spiega alla dea che, a dispetto delle prove che dovrà affrontare per tornare in patria, sempre vorrà recarvisi per amore di Penelope.[F 43] Odisseo si costruisce una zattera in cinque giorni, seguendo per quanto concernente la scelta dei legnami i consigli di Calipso, che gli fornisce pure gli attrezzi, le vele,[F 44] le cibarie, l'appoggio del vento e alcune indicazioni a riguardo di che rotta seguire, orientandosi con le stelle.[F 45][N 23] Quando già era in prossimità della terra dei Feaci, è scorto da Poseidone che scatena una violenta tempesta per farlo naufragare, facendogli rimpiangere il fatto di essere scampato da Ilio per il sol apparente fine d'un'ingloriosa morte.[F 46] Dopo che ha fatto naufragio e è stato sbalzato in mare, a fatica risale sulla zattera ed è raggiunto da Ino, che gli consegna il suo velo magico che gli impedirà di annegare: egli però non si fida d'indossarlo, poiché teme sia un inganno.[F 47] Distrutta la nave definitivamente, deve saltare in acqua e, regolati i venti da Atena, riesce a proseguire nuotando per tre giorni.[F 48] Temendo di venir spinto verso gli scogli o al largo, dopo essere stato spinto contro le rocce ma esser di nuovo precipitato in mare, nuota alla ricerca di una spiaggia: risale un fiume supplicandolo di fermare la sua corrente.[F 49] Tormentato da mille dubbi, bacia la terra e si intrufola nella selva, andando a dormire sotto un cespuglio di oleandro e olivo dove è fatto addormentare da Atena.[F 50]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 22/4/2019, 09:35     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro VI

Il canto si apre con una breve descrizione della società e della storia del popolo dei Feaci.[N 24] Atena arriva nel palazzo regale ed entra nella camera della principessa Nausicaa, figlia d'Alcinoo, di straordinaria bellezza,[F 51] e le parla fingendosi la figlia di Dimante, sua amica: la invita a recarsi ai lavatoi quella mattina stessa per preparare le vesti che dovrà indossare all'ormai prossimo matrimonio.[F 52] La mattina, senza accennare minimamente al sogno né alle imminenti nozze, chiede al padre un carro con mule per poter andare a lavar le vesti sue e dei suoi parenti: quello, comprendendo tutto, decide di fornirglielo.[F 53] Uscita dalla città con delle ancelle, si reca sulle rive del fiume, dove si trovano i lavatoi: dopo che hanno adempito al comando della dea, le fanciulle si lavano e, sfamatesi, iniziano a giocare a palla attendendo che le vesti si asciughino.[F 54] Le fanciulle cominciano però a gridare, svegliando Odisseo, quando il pallone, lanciato da Nausicaa ma non preso da alcuna ancella, va a cadere nel fiume. Dopo che Odisseo, meditando a riguardo della provenienza di quel grido, si avvicina alle fanciulle spaventandole per l'aspetto orrendo,[F 55] Atena induce Nausicaa a trattenersi. Vedendo la ragazza, dopo aver pensato se sarebbe stato meglio supplicarla o parlarle da lontano e preferendo quest'ultima ipotesi, Odisseo le si rivolge complimentandosi per l'eccezionale bellezza, accennando ai tragici eventi del suo passato e chiedendo se poteva a lui indicare la via per la città e donare un panno con cui vestirsi, ottenendo una risposta affermativa.[F 56] Nausicaa, richiamate le ancelle, fa dare all'ospite cibo, bevande e vestiti e comanda loro di lavarlo; quello rifiuta quest'ultima proposta e, lavatosi e reso più maestoso nell'aspetto da Atena, è servito dalle ancelle e notato nella sua bellezza da Nausicaa.[F 57] Quando stanno per far ritorno alla reggia, Nausicaa chiama a sé Odisseo invitandolo sì a seguirla, ma a lasciare che lei e le ancelle entrino per prime nella città, trattenendosi in un pioppeto sacro ad Atena, affinché non sorga il rischio che qualcuno, vedendo al suo fianco Odisseo, possa, forse anche legittimamente, sospettare tra loro ci sia una relazione, compromettente per la dignità della futura sposa.[N 25] Dopo che Nausicaa gli ha dato alcune informazioni a riguardo di come comportarsi a corte, raccomandandogli di presentarsi al cospetto della coppia regale come supplice abbracciando le ginocchia della regina,[N 26] il gruppetto costituito dalla principessa, dalle ancelle e dal loro ospite parte dalla riva del fiume[F 58] per poi separarsi una volta nei pressi della città: supplica Atena ma questa non gli appare, temendo l'ira di Poseidone.[F 59]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 29/4/2019, 14:57     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro VII

Nausicaa fa ritorno a palazzo, senza nulla svelare al padre e ritirandosi nelle proprie stanze.[F 60] Contemporaneamente Odisseo, circondato dalla nebbiolina che Atena gli ha fatto scendere attorno, si muove verso la città e qui, incontratala, domanda alla dea sotto mentite spoglie di condurlo alla reggia, ottenendo risposta affermativa e venendo così condotto di nascosto per la città.[F 61][N 27] Dopo che ha brevemente riassunto la storia del popolo dei Feaci e ha fatto ad Odisseo alcune raccomandazioni,[F 62] Atena sparisce lasciando l'eroe ad ammirare la bellezza e la ricchezza della reggia. Dopo alcune considerazioni sulle virtù e le attività tipiche dei Feaci (tessitura e navigazione)[N 28] e dopo la descrizione della tenuta che circonda il palazzo, nella quale mai gli alberi cessano di dare frutto,[F 63] viene descritto l'accesso di Odisseo nel palazzo: passato di nascosto per la sala grazie alla nebbia versatagli addosso da Atena, si palesa solo quando si trova presso Arete, la regina, pregandola e abbracciandole le ginocchia. Presentatosi come supplice, Odisseo prega Arete di fornirgli un compagno col quale tornare ad Itaca: concessogli sotto suggerimento di Echeneo di sedersi su di un trono, al pari dei commensali, viene lavato e ha modo di sfamarsi.[F 64] Dopo che i principi hanno libato a Zeus protettore dei supplici, Alcinoo tiene un discorso proponendo di far precedere la partenza di Odisseo da un banchetto.[N 29] Dopo che Odisseo ha rassicurato i commensali a riguardo del fatto di non essere una divinità e ha alluso alla sua sorte avversa, tutti si ritirano approvando le parole di Odisseo.[F 65] La scena del banchetto viene sostituita da quella di un dialogo a tre, nella quale i protagonisti sono Odisseo, Arete e Alcinoo. Dato che ha riconosciuti gli abiti come da lei tessuti, pur non sapendo ciò che era accaduto a sua figlia e che ci sia un nesso tra l'ospite e quella, domanda a Odisseo donde venga, ottenendo come risposta un breve sunto delle sue ultime avventure trascorse negli otto anni seguiti al naufragio presso l'isola di Ogigia: è solo in questa occasione che la coppia regale viene messa al corrente dell'incontro intercorso tra i due. Per proteggere Nausicaa dal biasimo paterno dovuto al fatto che non ha condotto seco l'ospite, Odisseo si addossa la responsabilità della scelta di arrivare solo in un secondo momento: Alcinoo, apprezzando il suo essere di giudizio, lo invita, pur non volendolo forzare, a rimanere tra di loro e a sposare sua figlia, fissando comunque la partenza via mare per il giorno successivo.[F 66] Il canto si conclude con la scena in cui la coppia regale e l'ospite si coricano.[F 67]

 
Web  Top
view post Posted on 6/5/2019, 13:36     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro VIII

La scena si apre con la descrizione della mattutina assemblea dei capi dei Feaci, che si tiene presso le navi: Atena aggirandosi per la città sotto le mentite spoglie di un araldo diffonde la notizia dell'arrivo di un naufrago e versa straordinarie bellezza e forza su di lui. Alcinoo pianifica i successivi eventi,[F 68] che vengono diffusamente descritti in seguito: dopo che cinquantadue giovani hanno preparato la nave per la partenza, si apparecchia il pranzo e viene condotto nella sala il cantore Demodoco.[F 69] Il tema del canto, che segue il banchetto e commuove profondamente l'ospite, riguarda strettamente la guerra combattuta presso Ilio: si tratta dell'epica contesa tra Achille ed Odisseo.[N 30] Notata la sospetta commozione di Odisseo, Alcinoo indice i giochi in onore dell'ospite:[F 70] la gara di corsa è vinta da Clitoneo, quella di lotta da Eurialo, quella di salto da Anfialo, quella di lancio del disco da Elatreo, quella di pugilato da Laodamante, figlio d'Alcinoo;[F 71][N 31] Eurialo propone all'ospite di prendere parte ai giochi, ottenendo da lui un rifiuto e controbattendo offendendolo, provocando una reazione irritata da parte di Odisseo che a sua volta lo offende, affermando che è "vuoto di mente" e accetta la sfida, ottenendo una decisiva vittoria nel lancio del disco e i complimenti di Atena. Dopo che Odisseo ha ricordato la sua eccezionale abilità nel tiro coll'arco[N 32] e col giavellotto, pur affermando di non essere pari agli antichi eroi,[F 72] Alcinoo prende la parola e gli risponde, elencando le attività in cui i Feaci eccellono. La scena successiva descrive il ballo di alcuni giovani che eccellono in quest'arte tra tutti i Feaci, accompagnati nella loro attività dal canto di Demodoco, che celebra nella sua arte l'amore clandestino di Ares e di Afrodite, scoppiato in casa di Efesto ma a questi svelato dal Sole: preparate delle catene per imprigionare i due amanti, Efesto era riuscito a catturarli, provocando il riso di tutti gli dei ma lo sdegno di Poseidone, che aveva promesso di pagare un riscatto per la libertà dei due.[F 73] Dopo che Odisseo si è complimantato con Alcinoo per l'abilità dei danzatori,[F 74] quest'ultimo decide di fargli un dono:[N 33] Eurialo, che prima aveva offeso Odisseo, si scusa donandogli uno spadone pregiato. Dopo che la scena si è spostata nel palazzo regale, Odisseo riceve abbondanti doni, viene lavato[F 75] e ha modo di salutare Nausicaa, riconoscendosi come suo debitore.[F 76] Donato a Demodoco un grosso pezzo di carne di maiale, Odisseo dopo il banchetto serale si rivolge all'aedo, complimentandosi con lui e pregandolo di riportare le vicende relative allo stratagemma del cavallo, che aveva dato origine a reazioni contrastanti tra i Troiani che avevano deciso alla fine di tenerlo, permettendo così la caduta di Ilio. Dato che Odisseo risulta ancora una volta commosso dalla narrazione di questi eventi attirando l'attenzione di Alcinoo,[F 77] quest'ultimo parlando ai Feaci chiede che il cantore taccia e che Odisseo sveli definitivamente il suo nome e la sua identità, affinché le navi, che riescono a comprendere da sé il volere degli uomini, possano condurlo in patria, provocando, secondo un'antica predizione, la fine della civiltà feacia; chiede inoltre che Odisseo narri le proprie avventure e spieghi perché i fatti relativi alla guerra combattuta presso Ilio gli provochino tanta commozione. La risposta è rimandata al canto successivo.[F 78]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 13/5/2019, 21:10     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro IX

Dopo un breve elogio all'arte del cantore, Odisseo si rivela e presenta l'obiettivo finale del proprio viaggio, ossia il ritorno in patria:[F 79] segue la narrazione delle sue avventure. Sconfitti i Ciconi (stanziati in Tracia orientale, che avevano aiutato i Troiani) con una battaglia che aveva visto la presa della loro città, Ismara, diviso il bottino e distribuito tra i compagni, Odisseo aveva proposto, non ascoltato dai compagni, di partire. Mentre i compagni continuavano a far razzia e a gozzovigliare, i Ciconi avevano raggiunto altri membri della propria tribù e, coalizzati, avevano respinto gli invasori dopo una breve resistenza, causando la morte di sei compagni per ciascuna delle dodici navi. Questo è l'unica tappa del viaggio nel quale Odisseo incontra un popolo storicamente esistente.[F 80] Dopo aver ricordato il nome dei caduti e aver passato due giorni attendendo la fine di una tempesta, le navi di Odisseo erano state trascinate "oltre Citera",[F 81] raggiungendo dopo nove giorni di viaggio la terra dei mangiatori di loto che avrebbero poi offerto ai compagni di Odisseo inviati da questi come ambasciatori di mangiare del frutto che loro coltivavano, causando negli ospiti la perdita del desiderio di tornare a casa e costringendo Odisseo a portarli alle navi per forza, legandoli poi ai banchi.[F 82] Prima di narrare la successiva avventura, Odisseo fa una breve presentazione del popolo dei Ciclopi, l'avventura vissuta coi quali sarebbe stata narrata poco dopo:[N 34] evidenzia come essi non coltivino piante, vivendo quali raccoglitori, e non abbiano vita comunitaria e quindi leggi per regolarla, vivendo ciascuno in una grotta lontana dalle altre e non praticando il commercio poiché non dispongono di navi. L'ambientazione che accoglie l'avventura di Odisseo coi Ciclopi è quella di un eccezionalmente fertile e verdeggiante arcipelago, su una delle cui isole vivono allo stato brado infinite capre: approdati nel porto naturale di questa, Odisseo aveva fatto passare la notte ai compagni sulla riva del mare, per andare a cacciare il giorno successivo, prendendo nove capre per ognuna delle navi. Dato che durante la caccia avevano avuto prova del fatto che l'attigua isola fosse abitata,[F 83] il giorno successivo Odisseo era partito con la sua nave alla volta di quella, lasciando tutte le altre come presidio sull'isola abitata dalle capre selvatiche. Arrivato in prossimità della costa, scorgendo la grotta di un Ciclope, che altri non era se non Polifemo, aveva invitato i suoi compagni a rimanere sulla nave, mentre lui coi dodici più fidati avrebbe raggiunto quell'antro, portando seco un grande otre di vino che poi gli sarebbe tornato utile, donatogli da un sacerdote d'Apollo a Ismara per averlo risparmiato dalla razzia.[F 84] Ostante il fatto che i compagni chiedessero di fuggire, rapiti i lattonzoli e i formaggi presenti nella spelonca in cui erano penetrati, Odisseo era rimasto dentro auspicando di poter ricevere doni dall'ospite[F 85] che, tornato, senza curarsi di loro, aveva cominciato a mungere i propri animali per far del loro latte formaggio e bibita per la cena. Notatili e interrogatili riguardo alla loro identità, il Ciclope, sentitosi rispondere che erano guerrieri achei capitati lì per avventura, che gli si presentavano come supplici, aveva risposto in modo irriverente. Odisseo, pur mentendo e affermando di aver fatto naufragio, non era riuscito a intenerire il Ciclope che anzi aveva afferrato due dei compagni per nutrirsene. Quest'ultimo addormentatosi, Odisseo si era trattenuto dall'ucciderlo perché ciò avrebbe causato anche la loro morte, considerato che la bocca della caverna era chiusa con un masso.[F 86] Uccisi anche altri due compagni per farne la sua colazione, il Ciclope era uscito dalla grotta e Odisseo, cominciando a pensare come fosse per loro possibile fuggire, aveva elaborato un espediente: avrebbero accecato il mostro per poi fuggire.[F 87][N 35] Imperciocché il mostro, uccisi due uomini, stava apparecchiando la cena, gli era stato offerto da Odisseo del vino, ottenendo risposta positiva. Ubriacato il Ciclope, Odisseo gli si era rivelato sotto le mentite spoglie di Nessuno, ottenendo come promessa che verrà divorato per ultimo[F 88] e accecandolo appena crollato a terra, vinto dal vino e dal sonno. Urlando selvaggiamente, il Ciclope aveva chiamato aiuto, facendo accorrere tutti i Ciclopi, che, domandando a quello chi gli desse noie, si erano sentiti dire che fosse Nessuno, rispondendo così che l'unico modo per eliminare questo genere di fastidi era pregare il padre Poseidone, immaginando che si trattasse di un male mandato dal cielo.[F 89] Ostante che l'ormai cieco Ciclope facesse la guardia all'uscio, Odisseo era riuscito a far fuggire i compagni facendoli aggrappare alle pecore condotte al pascolo.[F 90] Dopo che Polifemo aveva tenuto un breve discorso al montone cui era aggrappato Odisseo, credendo che il suo star in fondo fosse un modo per compiangere il padrone,[F 91] dopo che Odisseo e i suoi compagni avevano fatto ritorno alla nave e dopo che vi erano state caricate le pecore, questa era salpata alla volta dell'isola delle capre. Discostatasi un poco la nave dalla costa, Odisseo s'era quindi rivolto a Polifemo, provocando l'ira di questi che, lanciando in mare la cima d'un monte, per mezzo della risacca aveva fatto tornare la barca a riva. Ritornata la nave al largo, nuovamente Odisseo s'era rivolto a quello, ostante la volontà dei compagni: svelato il suo nome, Odisseo si era inimicato in perpetuo Poseidone, padre del Ciclope, previa preghiera di quest'ultimo, che vedeva nella sua sorte il concretizzarsi d'un'antica profezia. Lanciato da Polifemo un secondo masso, questo aveva però spinto in avanti la nave fino all'isola delle capre,[F 92] dove Odisseo, prima di ripartire, aveva sacrificato a Zeus il montone che l'aveva tratto in salvo, senza che il sacrificio fosse risultato ben gradito al dio.[F 93]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 21/5/2019, 21:02     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro X

Dopo che Odisseo, giunto alla sua isola, è stato trattenuto da Eolo affinché gli narrasse gli eventi della guerra combattuta presso Ilio, il condottiero gli aveva chiesto di partire e quello gliel'aveva concesso. Al momento della partenza Odisseo aveva ricevuto da Eolo un otre di cuoio che conteneva quasi tutti i venti del mondo, fatta eccezione per Zefiro, che soffiava in direzione di Itaca, suscitando il sospetto dei compagni, che ritenevano dentro si trovassero enormi ricchezze: quando, dopo nove giorni di navigazione, l'eroe aveva quasi fatto ritorno in patria, si era addormentato e gli altri marinai avevano liberato i venti aprendo l'otre, causando un uragano e tornando nei pressi dell'isola di Eolo. Nonostante Odisseo si fosse recato dall'ospite per chiedere soccorso, quest'ultimo aveva rifiutato di fornirglielo, affermando Odisseo fosse malgradito agli dei: gli Itacesi erano salpati e avevano ripreso il mare navigando.[F 94] Giunti dopo sei giorni di navigazione nella cittadina di Lamo, terra degli antropofagi Lestrigoni, tutti i marinai erano approdati nel porto, eccezion fatta per Odisseo che, spinto dalla prudenza, era rimasto al largo. Mandati però due compagni e l'araldo in esplorazione, questi avevano interrogato la figlia del re, che li aveva mandati a palazzo dove uno di loro era stato sbranato dal sovrano. Dopo che questi aveva chiamato a raccolta il suo popolo, i Lestrigoni avevano fatto affondare la flotta itacese lanciando pietre contro tutte le navi ancorate nel porto, lasciando sì che Odisseo partisse, ma con una sola nave.[F 95] Tappa successiva del viaggio era stata l'isola di Eèa,[N 36] dove viveva Circe: qui Odisseo e i suoi compagni, sbarcati, si erano riposati per due giorni. Andato in esplorazione, scorta la presenza di tracce tradenti la presenza di un qualche abitante sull'isola e ucciso un enorme cervo, Odisseo aveva fatto ritorno alle navi.[F 96] Tenendo il giorno successivo un discorso ai compagni, aveva affermato l'isola fosse abitata e risultasse necessario mettersi in contatto con gli abitanti: divisi i compagni in due gruppi, si erano mandati in esplorazione ventidue marinai guidati da Euriloco, scelti per estrazione. Giunti i compagni alla casa di Circe e incontrati animali selvatici dall'insolitamente affettuoso atteggiamento,[N 37] i marinai erano entrati nella casa della maga ad eccezione dell'accorto capo, Euriloco. Dopo che i marinai incauti erano stati dotati da Circe di un aspetto da porci,[F 97] Euriloco aveva fatto ritorno alla nave per avvisare Odisseo. Dopo il racconto dello sconvolto Euriloco, Odisseo, sconsigliato da quello, aveva deciso di partire per la dimora di Circe,[F 98] ricevendo da Ermes, sotto le mentite spoglie di un giovane eroe, un'erba magica, che l'avrebbe preservato dagli artifici della maga, e numerosi consigli riguardo a come comportarsi con lei, che prontamente avrebbe seguito.[F 99] Giunto al palazzo di Circe e puntatale contro la spada dopo aver bevuto la sua pozione riuscendo però a salvarsi grazie all'erba magica di Ermes, Odisseo, invitato da Circe a giacere assieme a lei, aveva accettato dopo che quella gli aveva giurato non tramasse alcuna cosa contro di lui. Lavato e onorato dall'offerta di un banchetto, Odisseo era rimasto sospettoso:[F 100] chiesto a Circe che liberasse i compagni, questa aveva obbedito.[F 101] Tornato Odisseo alla nave, aveva invitato i compagni a recarsi da Circe, vincendo la perplessità d'Euriloco che aveva sfruttato quel momento per accusare Odisseo delle molte perdite subite durante il viaggio: gli Itacesi erano rimasti là per un intero anno.[F 102] Dopo che Odisseo aveva pregato Circe di concedergli la partenza, quella gli aveva risposto che prima sarebbe dovuto discendere agli inferi per consultare l'indovino Tiresia, al quale Persefone aveva concesso di non diventare un'anima vacua dopo la morte, riguardo al ritorno;[N 38] gli aveva quindi fornito informazioni riguardo a dove attraccare, a come effettuare le libagioni per accedere, a come ringraziare l'anime dei defunti una volta tornato in patria e a come contattare l'indovino respingendo le anime degli altri morti.[F 103] Al momento della partenza, dopo che Elpenore, ubriaco, era precipitato giù dal tetto della reggia di Circe, Odisseo aveva avvisato gli altri che non alla volta di Itaca si stava partendo, ma in direzione dell'Ade, provocando lo sconforto nei marinai.[F 104]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 29/5/2019, 17:25     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro XI

La narrazione di Odisseo prosegue: giunto nel paese dei Cimmeri e compiute le dovute cerimonie, comportandosi nel modo indicatogli da Circe e tenendo a distanza le "teste dei morti" affollantesi attorno a lui,[F 105] era sceso agli Inferi dove gli sarebbero poi apparsi gli spiriti di vari defunti e di vari personaggi mitologici. La prima anima che avevano incontrata era stata quella di Elpenore, poiché il suo corpo giaceva insepolto a casa di Circe e quindi non aveva il diritto di accedere all'Ade:[N 39] questa gli avrebbe chiesto di seppellirlo secondo precise modalità, una volta ritornato all'isola di Circe, ossia piantando sul suo tumulo il remo che usava.[F 106] Dopo aver scorto l'anima della madre Anticlea, alla quale comunque non si era potuto avvicinare,[F 107] Odisseo aveva interrogato Tiresia, ottenendo una predizione secondo la quale se i suoi compagni avessero mangiato le vacche del Sole egli sarebbe sì potuto tornare in patria, ma su nave altrui, solo, e trovando gente ostile ad accoglierlo, e dovendo quindi sostenere fatiche per vincere i suoi oppositori, trovandosi alla fine a morire in mare dopo essersi ingraziato Poseidone che gli sarebbe stato perpetuamente nemico. Dopo aver domandato a Tiresia come fare a mettersi in contatto coi morti e in particolare con la madre, avendo in conseguenza di ciò ricevuto il dono di parlare ai defunti,[F 108] Odisseo, ritiratosi Tiresia, era stato riconosciuto da Anticlea, che l'aveva interrogato sui motivi per i quali lì si trovasse, ottenendo come riposta da parte di Odisseo un'allusione alla necessità di contattare l'indovino tebano. Avendo Odisseo domandato alla madre le cause della sua morte e di descrivere in che situazione versasse la sua famiglia, si era sentito descrivere le sofferenze di Laerte.[N 40] Dopo aver compreso dalla madre che ella è morta a causa del crepacuore provocatole dalla sua partenza, Odisseo per tre volte aveva invano tentato d'abbracciarla[F 109] e si era visto circondato dalle mogli di molti personaggi famosi, che avrebbe poi interrogato:[N 41] attorno al sangue versato per terra sgozzando gli animali da sacrificio si erano radunate la sposa di Creteo e quella di Aloeo, amanti di Poseidone, Antiope e Alcmena, amanti di Zeus, Megare, figlia di Creonte, Epicaste, madre di Edipo, Clori, sposa di Neleo, Leda, sposa di Tindaro e madre di Castore e Polluce, Fedra, Procri, Arianna, figlia di Minosse, Maira, Climene, Erifile e varie altre.[F 110] Terminato di narrare questo episodio, Odisseo si rivolge alla sua platea, chiedendo di potersi interrompere e ottenendo i complimenti d'Arete e di Echeneo e sentendosi proporre da Alcinoo di trattenersi un giorno in più e di riferire se nell'oltretomba avesse incontrato alcuni dei suoi compagni di guerra. Accettata la proposta del sire e volenteroso di rispondere alla sua domanda,[F 111] Odisseo riprende la narrazione riferendo dell'incontro coll'anima di Agamennone, che gli s'era presentata circondata da quelle di quanti assieme a lui erano morti vittime di Egisto: dopo che i due s'erano riconosciuti, non potendosi abbracciare, Agamennone, rispondendo a una domanda di Odisseo, aveva spiegato cosa avesse causato la sua morte descrivendo con toni patetici la scena dell'agguato d'Egisto e raccomandando all'interlocutore di non dar confidenza alle donne, nonostante riconoscesse Penelope fosse dotata di senno. Dopo che Agamennone aveva raccomandato ad Odisseo di sbarcare di nascosto e questi non aveva saputo dargli notizie del figlio Oreste,[F 112] ai due si erano avvicinati altri prodi: Achille, Patroclo, Aiace Telamonio. Riconosciuto da un incredulo Achille, Odisseo aveva spiegato i motivi della sua visita evidenziando contestualmente l'imperitura gloria del Pelide il quale per risposta aveva a lui chiesto notizie dei suoi parenti, ottenendo solo qualche notizia a riguardo del figlio Neottolemo. Concluso il dialogo con Achille,[F 113] mentre Odisseo conversava con gli altri caduti, Aiace Telamonio s'era rifiutato di parlargli poiché le armi di Achille dopo la morte di quello erano state assegnate non a lui ma al condottiero itacese, fuggendo quando Odisseo aveva tentato la riappacificazione.[F 114] Dopo questo episodio, Odisseo aveva visto vari eroi mitologici: Minosse amministrante la giustizia tra i morti, Orione cacciante delle fiere, Tizio torturato da due avvoltoi, Tantalo immerso in acqua, Sisifo reggente per castigo un'enorme rupe, Eracle, o meglio la sua forza, scoccante una freccia.[N 42] Dopo un brevissimo monologo di Eracle,[F 115] Odisseo, spaventato dall'accorrere di molti morti e dal sospetto che Gorgona stesse sopraggiungendo, si era allontanato spaventato, comandando ai compagni di salpare.[F 116]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 6/6/2019, 14:38     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro XII

Il giorno successivo allo sbarco sull'isola di Circe erano state eseguite le esequie di Elpenore, secondo le modalità da lui indicate. Venuta Circe a conoscenza del ritorno dell'eroe, si era recata da lui e, invitandolo a banchetto, gli aveva promesso che il giorno seguente gli avrebbe dato istruzioni su cosa compiere durante il viaggio.[F 117] Di notte, Circe e Odisseo avevano poi avuto occasione di dialogare: il secondo aveva riportato alla sua ospite i risultati del suo recente viaggio, mentre la maga aveva dato seguito alla sua promessa, raccomandandogli di non sbarcare sull'isola delle sirene, turando le orecchie dei compagni e facendosi legare all'albero della nave e riportando quali percorsi avrebbe potuto seguire per il ritorno: sarebbe incappato nelle rocce erranti, dalla quali solo gli Argonauti erano sfuggiti, e sarebbe passato, dopo aver transitato vicino all'isola delle sirene, per lo stretto tra gli scogli ospitanti Scilla e Cariddi e nei pressi dell'isola sulla quale si trovavano le mandrie sacre al dio Sole, che per nessuna ragione Odisseo avrebbe dovuto far mangiare ai compagni, pena la morte di tutti questi.[F 118] Dopo la partenza, favorita da un gagliardo vento inviato da Circe, Odisseo aveva riportato ai compagni le raccomandazioni fattele da Circe,[F 119] che ben presto sarebbero divenute operative causa l'incontro con le Sirene: turate le orecchie di tutti i compagni con dei pezzi di cera, Odisseo era stato legato all'albero dai marinai e non ne era stato sciolto fino a che la nave si fosse allontanata a sufficienza, nonostante l'avesse richiesto, ottenendo come unico risultato l'esser stretto con ancor maggior vigore.[F 120] Giunta la nave nello stretto circondato dagli scogli ospitanti Scilla e Cariddi, i marinai erano stati terrorizzati dalla presenza di onde altissime: rincuorati da Odisseo, i compagni avevano continuato a navigare guardando terrorizzati il vortice, che non sapevano essere provocato da Cariddi poiché non erano stati informati della presenza dei due mostri dal condottiero che, armatosi, si era posto sulla prora, non potendo però evitare che Scilla ghermisse sei dei marinai.[F 121] Sfuggiti dallo stretto, i marinai, spinti da Euriloco, erano sbarcati sull'isola di Trinacria, che ospitava e i bovi e le pecore sacri al dio Sole, nonostante Odisseo, ricordando quanto raccomandatogli da Tiresia e da Circe, avesse tentato di dissuaderli. Nonostante tutti avessero giurato ad Odisseo che non si sarebbero nutriti degli animali presenti sull'isola, mangiando solo ciò che si erano portati dietro dall'isola di Circe,[F 122] i marinai non erano stati fedeli al patto, essendo l'imbarcazione bloccata sull'isola per via dei venti avversi e soffrendo tutti la fame causa l'esaurimento delle scorte alimentari: mentre Odisseo era stato addormentato da una qualche divinità,[F 123] quelli, incitati da Euriloco, avevano ucciso le vacche per far sacrifici agli dei e per nutrirsene.[F 124]Dopo che il Sole, informato da Lampetie, aveva avvisato gli dei del misfatto chiedendo vendetta e minacciando di scomparire dal cielo, questi ultimi avevano inviato degli strani prodigi ai compagni di Odisseo, che nel frattempo il generale stava sgridando: le pelli di mucca avevano cominciato a muoversi e s'era udito il verso dei bovini provenire dagli animali cotti allo spiedo; Odisseo precisa che questi fatti gli erano stati riferiti poi da Calipso, che li aveva uditi a sua volta da Ermes.[F 125] Dopo un banchetto durato sei giorni, dato che il vento era cessato, la nave era salpata ma era stata ben presto fatta affondare da Zeus per mezzo d'una violenta tempesta, causando la morte di tutti i marinai, eccetto che di Odisseo,[F 126] che, aggrappato a un pezzo del relitto, aveva cominciato a vagare per il mare, raggiungendo Cariddi che avrebbe ingoiato i suoi mezzi di fortuna per poi rigettarli in mare ma scampando dall'ira di Scilla, che non l'avrebbe visto. Dopo nove giorni di navigazione, era giunto all'isola di Ogigia, dalla quale sarebbe partito dopo sette anni: con la rimembranza di questo fatto Odisseo conclude la sua narrazione.[F 127]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 14/6/2019, 20:52     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Member
Posts:
28,497
Reputation:
+368
Location:
Centro

Status:


Libro XIII



Terminata la narrazione, Alcinoo propone con successo agli altri principi di fare ulteriori donativi all'ospite itacese prima che questi torni a casa. Dopo che sono stati portati nella nave con cui Odisseo salperà tutti i doni, viene indetto nel palazzo regale un banchetto di commiato, successivamente al quale Odisseo chiede di poter partire, ottenendo risposta positiva e salutando la regina,[F 128] che gli avrebbe fornito i viveri per il viaggio. Dopo che la nave è salpata ed Odisseo si è profondamente addormentato, questa viaggiando speditamente raggiunge Itaca poco prima dell'alba: entrata la nave in un porticciolo vicino a una grotta frequentemente visitata dai numi, i Feaci trasportano Odisseo dormiente a terra assieme alle sue ricchezze.[F 129] Questo loro fare irrita alquanto Poseidone, che si rivolge a Zeus affermando di sentirsi indignato perché neppure i mortali lo rispettano: il Cronide gli risponde che può vendicarsi come preferisce: l'Enosictono quindi si reca a Scheria, meditando vendetta, e, trasformando la nave in pietra quando è già prossima all'isola, la fa affondare. Alcinoo, per evitare che un'antica profezia fatta al padre trovi completezza nella sua interezza, decide di sacrificare a Poseidone dodici tori perché la loro isola non venga coperta da un monte, riproponendosi altresì di non aiutare altri viandanti.[F 130] La scena si sposta quindi ad Itaca. Dopo che si è risvegliato non riconoscendo la patria, Odisseo si lamenta credendo di essere stato duplicemente frodato dai Feaci, che gli avrebbero sottratto alcune delle sue ricchezze conducendolo in terra straniera.[F 131] Mentre cammina sulla riva del mare, è raggiunto da un pastorello, che altri non è se non Atena: questo, interrogato, gli rivela che è giunto sino ad Itaca, provocando la sua gioia. Per non svelarsi, Odisseo afferma di essere un mercante cretese abbandonato da quanti lo avevano ospitato sulla propria nave dopo una tempesta che lì li aveva fatti giungere, fuggitivo dalla sua terra poiché assassino d'Orsiloco, figlio di Idomeneo, col quale dice di aver avuto una contesa dovuta al fatto che quello voleva privarlo delle ricchezze accumulate presso Ilio poiché affermava che non s'era comportato correttamente durante la battaglia.[F 132] Dato che Atena non è stata ingannata, si svela come dea e si rivolge ad Odisseo, dicendogli che è lì venuta per aiutarlo a nascondere i tesori e a tornare a palazzo vendicandosi dei principi. Dopo che Atena, sollecitata da Odisseo, ha spiegato che non l'aveva potuto assistere durante il ritorno per una sorta di rispetto nei confronti di Poseidone, sicura che sarebbe riuscito comunque a far ritorno, Odisseo si fa mostrare da Atena la terra itacese per convincersi definitivamente d'essere giunto a casa e prega le Naiadi che vivono nell'antro.[F 133] Dopo che i due hanno posto nell'antro tutti i beni e l'hanno chiuso con un masso,[F 134] cominciano a dialogare riguardo al ritorno di Odisseo alla reggia, riassumendo Atena cosa fosse accaduto negli ultimi anni.[N 43] Dopo che Atena ha promesso ad Odisseo che lo aiuterà nella sua vendetta, esortata da Odisseo, espone il suo piano secondo il quale l'avrebbe reso irriconoscibile, trasformandolo in un mendicante e invitandolo a raggiungere Eumeo, il porcaio: lei contestualmente si sarebbe recata a Sparta per far ritornare in patria Telemaco.[F 135][N 44]


segue

 
Web  Top
view post Posted on 22/6/2019, 10:21     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro XIV

Il canto si apre col ritratto della scena in cui Odisseo si sta recando dal porcaro Eumeo poiché ha saputo che questi gli è ancora fedele: dopo una breve descrizione del contesto in cui vive l'uomo e del suo rapporto coi pretendenti, il narratore fa giungere Odisseo al suo cospetto. Dopo che sono stati scacciati i cani, che in un primo momento avevano attaccato Odisseo, Eumeo, rivolgendosi al viandante, esprime il proprio dolore per l'assenza del padrone, dimostrando la lealtà che lo caratterizza. Entrati in casa, Odisseo ringrazia Eumeo per la squisita ospitalità[F 136] e si vede offerti dei maialini poiché gli animali da ingrasso erano stati tutti riservati per i pretendenti, parallelamente a tutto ciò che di meglio i vasti possedimenti di Odisseo offrissero.[F 137] Nonostante Odisseo proponga a Eumeo di render noto il nome dell'amatissimo suo padrone, affinché avendo molto viaggiato possa riportare agli Itacesi qualche sua notizia, questi gli risponde con un netto rifiuto, affermando che il re è morto e che in ogni caso, essendo già molti spacciatori di menzogne passati per la corte coll'unico fine di ricever doni ed onori, nessuno gli crederebbe più. Ricordato come Odisseo amasse Eumeo al pari di un figlio e pronosticati dal viandante il ritorno del re e la vendetta di questi sui pretendenti, Eumeo, dopo aver ricordato come Telemaco fosse partito alla ricerca di notizie del padre e i pretendenti gli stessero facendo un agguato, domanda a Odisseo di svelare la sua identità.[F 138] La risposta che però Odisseo fornisce è menzognera: dopo aver premesso che ha molto sofferto, si descrive come figlio cadetto di un nobile cretese, abile nella guerra ma diseredato, che aveva partecipato alla guerra di Troia facendo ritorno in patria ma ripartendo poco dopo per l'Egitto, dove i suoi compagni si sarebbero dati ai saccheggi, provocando la reazione degli abitanti che si sarebbero rivalsi facendo strage degli aggressori e costringendolo a presentarsi al re come supplice: sarebbe ripartito per la Fenicia e poi per la Libia al seguito di un mercante, facendo naufragio al largo di Creta e venendo accolto, dopo essersi salvato con mezzi di fortuna, dai Tesproti, dai quali avrebbe appreso notizie a riguardo di Odisseo. Schiavizzato da quanti avrebbero dovuto riaccompagnarlo in patria, era giunto nei pressi di Itaca ed era riuscito a fuggire, raggiungendo Eumeo.[F 139] Dopo aver compianto l'ospite per il suo triste destino, Eumeo ribadisce, a dispetto delle solenni promesse fattegli da Odisseo, il suo esser convinto che il re non sia più vivo e che nessuno possa portargli notizie veritiere a suo riguardo, poiché era stato più volte ingannato. Tornati a casa gli altri porcai, i servi mangiano con quello che non sanno essere il loro padrone.[F 140] Scesa la notte, che si rivela tempestosa, il viandante chiede agli ospiti di fornirgli un mantello, ricordando che la stessa cosa aveva richiesto in tempo di guerra, ottenendola da Toante: dopo che gliene ha fornito uno, gettando presso il focolare anche delle pelli, Eumeo esce per far la guardia ai maiali, dimostrando ancora una volta la sua buona volontà e passando la notte in una spelonca.[F 141]

segue

 
Web  Top
view post Posted on 30/6/2019, 18:29     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,848
Reputation:
+1,695

Status:


Libro XV

Giunta Atena nella reggia di Menelao a Sparta, invita Telemaco, che dorme in compagnia di Pisistrato, a partire per Itaca sostenendo che il matrimonio di Penelope con Eurimaco sarebbe ormai prossimo, essendo questa forzata dalla volontà dei parenti: dopo averlo messo in guardia dall'agguato dei pretendenti, gli raccomanda di non tornare subito in città una volta sbarcato, ma di farsi precedere dai compagni passando la notte dal fedele Eumeo. Nonostante Telemaco voglia partire seduta stante, è impedito da Pisitrato, che lo invita ad attendere l'aurora per un ufficiale commiato dell'anfitrione.[F 142] Accordata da Menelao la partenza, questi indice un banchetto in onore dei due e fa portare loro ricchi doni,[F 143] pregandoli di salutargli pure Nestore: nel frangente della partenza, volando sul gruppo d'uomini accomiatantisi un'aquila che aveva ghermito una grassa oca, Elena, prima che il marito, interrogato da Telemaco, possa rispondere, profetizza che Odisseo dopo aver molto viaggiato sarebbe ritornato a casa, come aveva fatto quell'aquila che, discesa dal monte dove aveva sede e stirpe, stava per farvi ritorno portando il frutto delle sue avventure.[F 144] Dopo un giorno di viaggio e il pernottamento a casa di Diocle, quando i due giungono a Pilo, Telemaco, ben sapendo che Nestore l'avrebbe trattenuto molto a lungo, riesce a ripartire evitando di passare dalla reggia,[F 145] sacrificando ad Atena e accogliendo a bordo, dopo una breve reciproca presentazione, Teoclimeno,[F 146] che gli avrebbe narrato le sue avventure, riportando di essere nipote di Melampode, l'indovino che, nativo di Pilo, ritolse a Ificle, figlio di Filaco, il bestiame che questi aveva sottratto a Neleo e che quest'ultimo esigeva per dare sua figlia Però in moglie a Biante, fratello di Melampode: secondo la propria narrazione, Teoclimeno, Argivo, stava fuggendo dalla patria poiché assassino. Mentre la nave è in viaggio, Odisseo si trova a casa di Eumeo e domanda ai suoi ospiti di condurlo il giorno successivo in città, dandogli così modo di mantenersi da sé o coll'elemosina o offrendo i propri servigi ai pretendenti per non pesare economicamente su di loro: ottenuti un netto rifiuto dovuto al fatto che i servitori dei nobili sono molto più giovani e la promessa che sarà invece Telemaco a prendersi cura di lui,[F 147] ringraziando, Odisseo domanda a Eumeo notizie a riguardo dei propri genitori, sentendosi raccontare che Laerte, vecchio e stanco per la morte della moglie e l'assenza del figlio, vive in uno stato misero, pregando gli dei di farlo morire. Il ricordo di Eumeo va tuttavia soprattutto alle mogli di Larte e Odisseo: della prima si dice confidente in quanto era stato da lei cresciuto, mentre è visibilmente dispiaciuto per le condizioni nelle quali la seconda è costretta a vivere.[F 148] Interrogato a riguardo della sua origine da Odisseo, Eumeo risponde quindi di esser originario di Siria, l'isola dove gli uomini non si ammalano, su cui sorgono due borghi dei quali era re suo padre: erano là giunti i Fenici che, ripartendo, avevano seco portato una donna loro compatriota che la viveva, e al suo seguito alcuni calici preziosi e lui stesso, col fine di rivenderlo come schiavo. Dopo la morte della donna con cui stava viaggiando, Eumeo era stato comprato da Laerte, il che per uno sventurato come lui, secondo Odisseo, costituiva un avvenimento positivo, poiché quegli era in sua analisi un uomo buono e pietoso.[F 149] Promettendo un banchetto per il giorno successivo, Telemaco, appena sbarcato, convince i suoi uomini a precederlo in città[F 150] e Teoclimeno a pernottare a casa di Eurimaco non potendo essere ospitato a palazzo poiché Penelope stava chiusa nelle sue stanze e il padrone di casa avrebbe passato la notte dai servi.[N 45] Dopo che un falco è volato tra Telemaco e la nave tenendo tra gli artigli una colomba e Teoclimeno, spiegando l'oracolo, ha affermato che la dinastia di Odisseo si sarebbe reinsediata al trono, Telemaco si augura che ciò possa avvenire, affida l'ospite al caro amico Pireo e esorta i compagni a partire per il porto di Itaca, dirigendosi contestualmente verso la casa di Eumeo.[F 151]

segue

 
Web  Top
26 replies since 18/3/2019, 22:13   1925 views
  Share