IL FARO DEI SOGNI

Anche in Yemen c’è una guerra per il petrolio

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view post Posted on 17/11/2018, 21:43     Top   Dislike
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Migliaia di truppe delle forze yemenite appoggiate da Emirati Arabi Uniti e dalle truppe d’élite degli Stati Uniti stanno avanzato contro le postazioni di Al Qaeda nel sud dello Yemen, nella provincia di Al-Shabwa. Si tratta della più grande operazione militare delle forze regolari contro i combattenti di Qaeda in Yemen all’interno della regione, dopo aver liberato nel 2016 la maggiore città portuale della zona. La ripresa delle operazioni belliche nell’area è la dimostrazione che la nuova amministrazione americana a guida Trump non ha per nulla perso di mira l’obiettivo per il quale il suo predecessore, Barack Obama, decise di autorizzare il dispiegamento di forze nel conflitto yemenita. L’appoggio al governo e agli alleati del blocco sunnita restano punti fermi nella geopolitica statunitense, e l’eliminazione di Al Qaeda resta, insieme a quella dei ribelli Houti, lo scopo fondamentale della campagna. Un sostegno chirurgico agli alleati che sembra piacere al presidente Trump, desideroso di ridurre il numero di conflitti in cui è coinvolto l’esercito americano, ma incline a sostenere i partner regionali impegnati sul campo.

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view post Posted on 19/11/2018, 17:10     Top   Dislike
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Dall’inizio della guerra in Yemen, è subito apparso chiaro che ci si trovasse di fronte a un conflitto oscuro. Per certi versi non troppo dissimile, quanto a chiarezza, a quello avvenuto nella non troppo distante Somalia. È una guerra che si combatte nel Paese più povero della Penisola Arabica, e che per ora non ha raggiunto alcuna svolta né alcun obiettivo, se non quello di produrre migliaia d morti e la più grande epidemia di colera che si ricordi. Un disastro umanitario che è divenuto l’ennesimo caso di proxy-war fra i contendenti regionali in Medio Oriente – Iran e Arabia Saudita – e dei loro partner strategici. Tanto è oscura e complessa questa guerra, che l’Arabia Saudita non solo ha impegnato un numero enorme di soldi e di armi, ma ha anche imposto ai suoi alleati africani di inviare truppe a sostegno della coalizione saudita, lasciando così fare il lavoro sporco sul campo agli eserciti satelliti del Sudan e del Senegal e di altri partner.

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view post Posted on 21/11/2018, 15:48     Top   Dislike
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In molti si domandano come sia possibile che sia sorta una guerra di tale portata in un Paese così povero. Al netto delle differenze politiche, religiose ed etniche che possono aver creato il sostrato per la fuoriuscita di una ribellione armata, ci devono essere motivi concreti che spingono Riad a investire miliardi di dollari in un conflitto, così come spingono a fare lo stesso Abu Dhabi e addirittura Washington. I fattori chiave di questa guerra sono sicuramente tre: bloccare la possibile ascesa di una fazione filo-iraniana; controllare un Paese povero ma strategicamente fondamentale per il controllo del traffico marittimo che collega l’oceano Indiano e l’Africa orientale al Mediterraneo; e infine, come sempre in Medio Oriente, il petrolio, anche se uno Stato fondamentalmente abbastanza povero di questo prezioso elemento.

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view post Posted on 23/11/2018, 23:40     Top   Dislike
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E il petrolio sembra essere effettivamente la chiave per comprendere la più recente avanzata delle forze yemenite, supportate da Emirati e Stati Uniti, ad Al- Shabwa. Secondo la denuncia del governatore di Al-Shabwa, Mohamad Ahmad Abu Harba, all’agenzia SABA, la presenza della coalizione anti-houti avrebbe quale obiettivo primario la conquista delle riserve petrolifere della regione. In particolare, gli Emirati Arabi Uniti avrebbero raggiunto un accordo per il quale, in cambio di addestramento ai militari e supporto sul campo, il governo dello Yemen avrebbe facilitato l’acquisizione delle concessioni per lo sfruttamento petrolifero della provincia, una delle più ricche di giacimenti di oro nero. Un regione non solo ricca di petrolio rispetto al resto del Paese, ma anche vicino al Golfo di Aden e dunque con il mercato africano facilmente raggiungibile attraverso il terminale portuale di Bir Ali. Una denuncia che ha avuto eco anche negli Stati Uniti, tanto che lo stesso New York Times ha citato le concessioni petrolifere come una delle motivazioni principali delle recenti operazioni nella regione di Al-Shabwa. Una conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come troppo facilmente si parla di guerre al terrore o di conflitti religiosi quando in realtà è solo il controllo economico di una regione a fare la differenza. Tutto il resto è solo la base da cui partire e la cornice che si vuole dare.

fonte www.occhidellaguerra.it/anche-yemen-ce-guerra-petrolio/

 
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