IL FARO DEI SOGNI

Liberia

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La Repubblica di Liberia è uno Stato dell'Africa Occidentale, confinante a nord con Sierra Leone e Guinea, e ad est con la Costa d'Avorio. È stata recentemente afflitta da due guerre civili (1989–1996 e 1999–2003) che hanno reso profughi centinaia di migliaia di cittadini e distrutto l'economia liberiana. Il tasso di disoccupazione è del 2,8%.

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Storia


La storia della Liberia come entità politica comincia con l'arrivo dei coloni afroamericani che stabilirono una colonia di "liberi uomini di colore" sulle sue coste nel 1822 sotto il controllo della American Colonization Society. Le radici storiche in cui una maggioranza degli odierni liberiani ritrovano la loro identità, comunque, si trovano nelle differenti tradizioni dei numerosi gruppi tribali in cui si dividevano le tribù indigene: i coloni dovettero infatti affrontarle per guadagnare uno spazio sulla costa africana ed estendere successivamente il loro controllo sulle regioni interne.


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Il 26 luglio 1847 gli americo-liberiani dichiararono l'indipendenza della Repubblica di Liberia. I coloni vedevano nel continente africano, dal quale i loro avi erano stati deportati, la "terra promessa", ma non mostravano intenzione di reintegrarsi nella società e nel metodo tribale africano. Si riferivano a loro stessi come "americani" e furono riconosciuti come tali tanto dalle autorità tribali africane quanto dalle autorità coloniali britanniche della vicina Sierra Leone. I simboli dello stato (bandiera, motto e sigillo), come la forma del governo, riflettevano completamente l'esperienza di emigrazione negli Stati Uniti.

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I costumi e gli standard culturali degli abitanti vedevano il loro modello nello stile di vita del sud degli Stati Uniti. Questi ideali coloravano in modo preponderante le abitudini dei coloni verso gli autoctoni: il nuovo stato aveva l'estensione superficiale delle terre controllate dalla comunità dei coloni e da coloro che ne erano stati assimilati, per cui grandi porzioni della storia della Liberia trattano i tentativi, raramente coronati da successo, di una minoranza civilizzata di dominare una maggioranza considerata per tanti aspetti "inferiore". Il paese fu chiamato "Liberia", per darle il carattere di "terra degli uomini liberi".


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La fondazione della Liberia fu privatamente finanziata da gruppi filantropici e religiosi americani, ma la colonia godette del supporto e della cooperazione non ufficiale del governo statunitense. Il governo liberiano, modellato su quello degli Stati Uniti, era democratico nello stile, per quanto non sempre nella sostanza. Dopo il 1877 il True Whig Party monopolizzò l'intero potere politico del Paese, e la competizione per le cariche fu solitamente contenuta nel partito, dove essere nominati significava automaticamente entrare in Parlamento.

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Due problemi che le amministrazioni liberiane dovettero affrontare furono soprattutto le pressioni delle nazioni coloniali vicine, Gran Bretagna e Francia, e la minaccia di insolvenza finanziaria: entrambe le problematiche minacciarono seriamente la sovranità del Paese, poiché perse il controllo di alcune regioni all'interno che furono annesse alle colonie inglesi e francesi. Lo sviluppo economico fu poi pesantemente ritardato dal declino, alla fine del XIX secolo, dei mercati per le materie prime su cui si basavano le esportazioni liberiche, e dall'indebitamento per una serie di prestiti, il cui rientro prosciugò l'economia

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Il XX secolo


Due eventi furono di particolare importanza nel contrasto dell'isolazionismo liberico: il primo fu una larga concessione affidata nel 1926 alla statunitense Firestone Plantation Company, una mossa che fu il primo passo nella modernizzazione dell'impianto economico; il seguito fu durante la Seconda guerra mondiale, periodo in cui gli Stati Uniti fornirono un'assistenza economica e tecnica che permise progressi industriali e un cambiamento sociale.
William R. Tolbert Jr. (a sinistra) e la moglie con Nixon, nel 1973.
Tolbert col presidente USA Carter a Monrovia, 1978
Il golpe del 1980

Il 12 aprile 1980 un colpo di Stato militare fu organizzato da un gruppo di sottufficiali dell'esercito di lignaggio tribale, al comando del Sergente Maggiore Samuel Kanyon Doe, e uccisero il presidente in carica da nove anni, William R. Tolbert Jr. nella sua residenza. Doe e i suoi congiurati costituirono autonomamente il Consiglio di Redenzione del Popolo, presero possesso del governo e conclusero la "prima repubblica" di Liberia.

Doe strinse legami molto forti con gli USA nei primi anni 1980 e fece una politica assai autoritaria, chiudendo giornali, dichiarando fuorilegge i partiti d'opposizione e tenendo elezioni plebiscitarie.

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Le guerre civili del 1989 e del 1999


Nel tardo 1989 scoppiò una guerra civile, e nel settembre 1990 Doe fu ucciso dalle forze dell'INPFL (Indipendent National Patriotic Front of Liberia, Fronte Indipendente Nazionalpatriottico della Liberia), al comando di Yormie Johnson, e da elementi della tribù Gio. Come condizione per la fine del conflitto il presidente ad interim Amos Sawyer si dimise nel 1994, lasciando il potere al Consiglio di Stato.

Charles Taylor fu eletto presidente nel 1997. Il regime brutale di Taylor bersagliò molti attivisti di spicco dell'opposizione. Nel 1998 il governo cercò di assassinare l'attivista per i diritti dei minori Kimmie Weeks per un rapporto che, pubblicato, evidenziava le responsabilità di Taylor nell'addestramento dei bambini-soldato. Il governo autocratico e traballante di Taylor portò a una nuova ribellione nel 1999. In dieci anni di sollevazioni e rivolte morirono più di duecentomila persone. Il conflitto si intensificò nell'estate del 2003, quando i combattimenti si avvicinarono a Monrovia.

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Nell'agosto 2003 Accra (Ghana) ospitò la discussione e la firma degli accordi di Accra che hanno messo fine a quattordici anni di guerra civile. Mentre il potere del governo collassava e le pressioni dalla comunità internazionale (soprattutto gli USA) aumentavano affinché si dimettesse Charles Taylor accettò l'asilo politico offerto dalla Nigeria, ma giurò: «Con il volere di Dio, tornerò».

Con le elezioni presidenziali del novembre 2005 Ellen Johnson Sirleaf prende il posto di Gyude Bryant alla guida dello Stato. Nel 2006 la presidente Johnson Sirleaf sottopose al governo nigeriano un'ufficiale domanda di estradizione per l'ex-presidente liberiano Taylor. Il 28 marzo 2006, tre giorni dopo l'annuncio della Nigeria del suo intento di cedere Taylor alla Liberia, egli scomparve dalla villa sulla costa dove viveva in esilio.[6] Il giorno successivo fu tuttavia catturato dalle guardie di frontiera camerunensi mentre cercava di attraversare il confine su un'auto con targa diplomatica nigeriana. Fu quindi inviato in Liberia dove fu arrestato e consegnato alla Missione delle Nazioni Unite in Liberia (UNMIL). Soldati irlandesi dell'UNMIL scortarono quindi Taylor a bordo di un elicottero che lo portò a Freetown dove venne consegnato alla Corte Speciale per la Sierra Leone che, il 26 aprile 2012, lo condannò per tutti gli undici capi d'accusa a cinquanta anni di reclusione.[7] Pena confermata anche in appello dalla corte dell'Aja il 26 settembre 2013.[8]

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Geografia

Geografia fisica della Liberia.
Morfologia

L'ambiente fisico della Liberia è costituito da un altopiano che digrada in una pianura litoranea; un solo fiume di una certa importanza attraversa la regione, per il resto altri fiumi sono sparsi da nord-ovest a sud-est. Il punto più elevato è il monte Nimba, al confine con la Guinea e la Costa d'Avorio con i suoi 1.752 metri. Nel nord-ovest del paese è situato il Monte Wuteve che con i suoi 1.440 metri è la seconda vetta della Liberia. La costa è pianeggiante e orlata da cordoni litoranei.
Idrografia

I corsi d'acqua della Liberia assumono in prevalenza un andamento verso sud-ovest, seguendo la morfologia del terreno, che dagli altopiani dell'interno li conduce a sfociare nell'oceano Atlantico. Il confine nord-occidentale è attraversato dal fiume Mano mentre quello sud-orientale è delimitato dal fiume Cavally. I tre fiumi più lunghi del paese sono il Saint Paul che sfocia vicino Monrovia, il Saint John e il Cestos.
Clima

Il clima è di tipo tropicale, caratterizzato da una piovosità stagionale elevata (circa 169 giorni di pioggia all'anno, quasi 4000 mm) e da una temperatura la cui media supera i 25 gradi centigradi.
Popolazione
Demografia

Il 43,6% della popolazione è composto dai ragazzi fino ai quattordici anni (maschi 765.662, femmine 751.134), il 52,8% da persone dai quattordici ai sessantaquattro anni (maschi 896.206, femmine 940.985) e per il restante 3,7% da persone che hanno superato i sessantacinque anni d'età (maschi 64.547, femmine 63.667).
Etnie

Oggi la popolazione è composta per lo più da neri sudanesi e varie tribù locali (Kpelle, Bassa, Gio, Krumen, Grebbo, Mano, Krahn, Gola, Gbandi, mende, mandingo e viau).
Lingue

Le lingue mande sono utilizzate nelle zone settentrionali e occidentali del paese, mentre le lingue Kru in quelle orientali e meridionali. L'inglese è la lingua madre del 2,5% della popolazione rientrata nel paese dagli Stati Uniti d'America. L'inglese è comunque la lingua ufficiale della Liberia. Altre lingue utilizzate nel paese sono il Gola e il Kpelle.
Religione
La religione maggiormente diffusa è quella cristiana (66% circa della popolazione, soprattutto protestanti), il 15% circa ha come religione l'Islam, mentre il resto della popolazione è animista (19%).

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Ordinamento dello Stato
Suddivisione amministrativa
La Liberia è suddivisa in 15 Contee:

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Città principali



La città più importante e popolosa del paese è la capitale Monrovia, di poco sotto il milione di abitanti. Il secondo centro cittadini della Liberia è Gbarnga, che nel 2008 contava 34.046 abitanti.



Politica



La Liberia è una Repubblica presidenziale; l'attuale presidente è George Weah, in carica dal 22 gennaio 2018.

È uno dei pochi stati che concede la propria cittadinanza in base alle origini etniche.



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Economia

Nel 2012 il PIL (PPA) era pari a 2.645 milioni di dollari USA mentre il PIL pro capite (PPA) ora è pari a 665 dollari.[3] Il tasso annuale di crescita del PIL nel 2013 è dell'8,1%.[13] In Liberia viene usato il Dollaro liberiano (anticamente veniva usata la Kissi money).

L'agricoltura è nettamente ripartita tra quella di sussistenza, retta da forze locali dedite al riso, alle banane, alla manioca, alla patata, e quella commerciale, sostenuta da compagnie statunitensi e rivolta ai prodotti di piantagione: palme da cocco, caffè, raphia vinifera (da cui si ricava il vino di palma). Notevoli le risorse di legname (15% della foresta), soprattutto caucciù, azobè e palma oleifera; modesto invece l'allevamento. Le risorse del sottosuolo sono eccellenti: ematite, magnetite, ferro, bauxite, oro e diamanti. Tuttavia le attività industriali ed estrattive sono quasi completamente condotte da gruppi statunitensi.

Per la bassa imposizione fiscale attuata e, in particolare, per l'assenza di norme e misure restrittive di controllo sul versante delle transazioni finanziarie, la Liberia è annoverata tra i cosiddetti "paradisi fiscali". Essa, infatti (unitamente a Filippine, Isole Cook, Isole Marshall, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Vanuatu, Brunei, Costa Rica, Guatemala e Uruguay) è una delle 14 giurisdizioni che, in base all'ultimo Rapporto del giugno 2010 dell'OCSE, ancora figurano nella cosiddetta lista grigia sotto la voce tax haven e centri finanziari[14]. Anche il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, l'ha inserita tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, cosiddetta Black List o lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico-commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tali territori.

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Ambiente

La foresta pluviale copre gran parte del territorio liberiano e in particolare tutta la fascia costiera. Essa inizia compatta già a pochi chilometri dalla costa succedendo alle mangrovie che risalgono per buon tratto le foci fluviali. Notevolmente estese sono però le zone dove la foresta risulta degradata dall'uomo o quelle in cui trovano posto le piantagioni di caffè, di palma oleifera, di Hevea, di banani e ananas.

Le essenze della foresta liberiana sono rappresentate da varie specie di mogano e da palme varie, tra cui la Raphia vinifera, che cresce però nelle zone degradate della foresta primaria. Tra le altre piante ricordiamo lo strofanto, il pepe, da cui la costa liberiana (Costa del Pepe) derivò il suo nome. Man mano che si risalgono le pendici che portano all'altopiano, la foresta sempreverde con alberi d'alto fusto e fitto sottobosco si addensa lungo i fiumi (foresta a galleria) inframezzandosi a formazioni di boscaglia ad alberi tropofili e cespugli e, più a nord, a distese di savana ad alberi radi dal fogliame caduco, con ricca copertura di erbe, verdi ed altissime durante le piogge, secche durante la stagione arida.

Nelle zone più interne a boscaglia ed a savana vivono i grandi carnivori, come il leone, ed erbivori quali le gazzelle, le antilopi, le zebre, gli elefanti. Numerosi sono i felidi tra cui il serval ed il leopardo, molto frequente in tutta la Liberia, e le viverre, rappresentate in particolare dal linsango. La foresta è invece il regno delle scimmie: lo scimpanzé, il cercocebo dal collare, il babbuino, la proscimmia galagone. Nei fiumi sono numerosi gli ippopotami ed i coccodrilli, numerosi i serpenti e i loro secolari avversari, le manguste.

Ricchissima è l'avifauna, rappresentata specialmente da nettarinie e da fagiani azzurri; vastissima la gamma degli insetti tra cui la pericolosa mosca tse-tse.


Arte

Soprattutto nella zona orientale della Liberia (similarmente alla Costa d'Avorio occidentale e nelle zone di confine della Guinea) domina la società segreta Poro che, grazie al suo potere di coesione, impone agli adepti e agli indigeni una certa uniformità artistica, influenzando la forma e determinando l'uso di una vasta gamma di maschere. Inoltre, da sottolineare l'importanza della tribù Dan-Ngere che ha adottato come forma d'arte prevalente la maschera lignea che si presenta in moltissime tipologie (dal naturalismo ritrattistico fino ad arrivare alla forma cubista astratta).

fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Liberia

 
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Generalità

La storia della Liberia è stata intimamente segnata, sin dalle origini, dalla presenza degli Stati Uniti. Infatti la sua vicenda geopolitica ha origine dalla lotta allo schiavismo condotta da associazioni filantropiche statunitensi, con l'appoggio del loro governo. Nel 1822 una di tali associazioni, l'American Colonization Society, costituì presso capo Mesurado una prima colonia di neri liberati in America. Il nome della capitale, Monrovia, venne scelto in onore del presidente James Monroe. Il gruppo di ex schiavi divenne la classe dirigente del nuovo Stato, risultando però del tutto estranea a un Paese che, pur assai povero, era omogeneamente inserito in un'arcaica struttura agraria a base tribale; successivamente gli Stati Uniti si assicurarono, mediante colossali concessioni di sfruttamento agricolo e minerario, il potere economico e politico. Paese dotato di straordinarie risorse naturali, nel secondo dopoguerra si era avviato un processo di crescita economica che ne aveva fatto uno dei più ricchi del continente. Ma negli anni Ottanta del Novecento una terribile guerra civile intervenne a devastare ciò che si era costruito. Solo nel 2005 la situazione si è normalizzata con l'elezione alla presidenza di Ellen Johnson-Sirleaf, prima donna a rivestire tale carica nel continente africano.


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Territorio: geografia umana

Si ritiene che i primi abitatori della Liberia , paleonegritici dediti essenzialmente alla caccia e alla pesca, si stabilissero nell'altopiano verso la fine del Neolitico; furono poi sospinti nelle più insalubri zone costiere dai sopraggiunti popoli sudanesi, coltivatori, scesi dalle savane settentrionali. La Liberia fu tra le terre africane più colpite dalla tratta degli schiavi trasportati in America, e proprio dagli Stati Uniti ritornò un primo nucleo di ex schiavi che pose le basi di quella che sarebbe diventata, venticinque anni dopo, la prima repubblica africana. Tuttavia assai debole fu la corrente migratoria dall'America alla Liberia (ca. 20.000 persone in un secolo); non di meno sono i discendenti della comunità afro-americana a costituire tuttora l'élite culturale e politica del Paese. Essi formano, quindi, una vera e propria casta, per molti aspetti analoga a quella rappresentata dai bianchi che hanno governato per secoli con spirito coloniale le regioni a loro soggette. Numerosissime sono le altre etnie: kpelle (19%), bassa (13%), grebo (10%), gio (7%), kru (7%), mano (6%), loma (5%), kissi (4%) e altre (29%); complessivamente formano la larghissima maggioranza della popolazione, ma a lungo non riconobbero l'autorità del governo di Monrovia, creando così una decisa e pericolosa frattura nel tessuto sociale dello Stato, e precludendosi, peraltro, la possibilità di opporsi efficacemente all'egemonia dei più evoluti africani nati o cresciuti in America. La stessa lingua adottata, l'inglese, non rispecchia la realtà culturale di uno Stato in cui i gruppi etnici si distinguono tra loro per l'idioma usato. Fondamentale è in particolare la ripartizione tra popolazioni di lingua kwa, stanziate sulla fascia costiera e comprendenti i Bassa, i Kru, i Grebo, i Gola, e di lingua mande, nell'interno, tra cui prevalgono i Kpelle, i Vai, i Dan. La Liberia non è molto popolata, benché abbia registrato un discreto incremento demografico negli ultimi anni, passando da 1.016.443 ab. al censimento del 1962 ai 2.101.628 del 1984 e ai 3.154.000 del 2000; la densità è di 31 ab./km². La popolazione vive per lo più distribuita in villaggi o addensata intorno alle piantagioni di Hevea, in particolare nella striscia di territorio che va da Monrovia ai monti Nimba. Le città accolgono ormai quasi il 60% della popolazione (2005), e la capitale ne accoglie quasi un quarto. La città, sorta sulla penisola di Mesurado, si è sviluppata secondo una pianta squadrata. Nel centro si affiancano gli edifici che ospitano le sedi del governo, dell'amministrazione e dei corpi diplomatici, nonché le residenze della classe dominante; nei sobborghi, invece, si sono insediate le classi sociali meno abbienti, in dimore di fortuna, costruite spesso con materiali di recupero. Dal 1948 porto franco, la capitale è il principale sbocco marittimo del Paese. Altri centri di rilievo sono: Buchanan, per il porto attraverso il quale passano minerali di ferro e caucciù in esportazione; Greenville e Harper, in qualità di scali riservati al traffico del legname.


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Cultura: generalità

La sanguinosa parentesi della guerra civile ha bruscamente interrotto il progresso del Paese, che dopo il 2003 sta lentamente riprendendo la vita quotidiana, con le sue abitudini e i suoi ritmi. Tutte le etnie sono patrilineari; l'ideologia portata dai neri americani era spiccatamente patriarcale, per cui alle donne erano assegnati i compiti domestici e la cura dei figli. Tuttavia la suddivisione del lavoro agricolo in base ai sessi dà di fatto alla donna un discreto potere, nonostante questo non sia riconosciuto in maniera formale. La fatica delle donne viene comunque valorizzata, come si può vedere dall'istituzione della dote che accompagna il matrimonio. Tra i cosiddetti 'civilizzati', sia indigeni sia di discendenza americo-liberiana, il ruolo che hanno le donne nella gestione della casa e della famiglia ha un grande valore. Una donna istruita (quasi sempre di origine americo-liberiana) che abbia un lavoro fuori casa, per esempio, non può occuparsi delle normali attività che spettano alla donna negli ambienti rurali (allevamento, commercio, trasporto di legna e acqua), senza minacciare la propria posizione. Nella cultura tradizionale i ruoli maschili e femminili sono nettamente divisi; l'insegnamento delle regole e delle usanze delle varie tribù viene tramandato attraverso le società segrete, che si chiamano Poro quelle degli uomini e Sande quelle delle donne. Le società segrete hanno anche lo scopo di ripartire il potere e amministrare la comunità, suddividendo i compiti fra uomini e donne. Anche a livello nazionale la donna può rivestire incarichi politici di rilievo: prima delle elezioni del 1997, l'ultimo leader del governo di transizione fu una donna, la prima capo di stato africana, Ruth Sando Perry. Anche la candidata alla vicepresidenza, con Charles Taylor presidente, era una donna. Lo sport più popolare nel Paese è il calcio; il campione nazionale, George Weah, dopo aver ricevuto l'ambito riconoscimento del Pallone d'oro nel 1995, è tornato nel suo Paese dove, oltre a occuparsi di calcio, lavora anche come ambasciatore per la pace. Il cibo principale è il riso, insaporito da salse. Carne o pesce fanno da contorno, o vengono proposti all'inizio del pasto, sempre accompagnati da salse. Nelle zone rurali la colazione consiste in un avanzo di riso o di manioca bollita condita con salsa del giorno precedente. A seconda della stagione o del periodo dell'anno il pasto principale viene consumato a mezzogiorno o alla sera. Gli spuntini durante la giornata sono a base di frutta, come banane, manghi, manioca, zucchero di canna, cocco. Il riso viene utilizzato anche come offerta agli antenati o ai parenti morti di recente, così come a una persona importante alla quale si deve chiedere un favore.


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Cultura: letteratura



Alla fine del sec. XIX, alla letteratura tradizionale, orale, in lingua vernacolare (bassa e mande), si affiancarono scritti in lingua inglese.

Dominante fu la figura di E. W. Blyden (1832-1912), originario delle Indie occidentali ma liberiano di adozione, che, in molti saggi (African Life and Customs, 1908; Christianity, Islam and the Negro Race, 1887), lottò per la difesa e rivalutazione della cultura africana, affermando l'importanza dell'apporto africano, d'ordine spirituale, alla costruzione di una civiltà universale, e propose un'unione panafricana degli Stati dell'Africa occidentale.


Nel sec. XX la poesia ebbe dapprima carattere religioso o patriottico. Nel 1947 l'opera collettiva Echoes from the Valley rivelò tre poeti di buon livello: H. T. Carey, R. T. Dempster (1910-1965), aedo del regime, e Bai T. Moore (1916-1988), che è stato anche autore di romanzi, di una raccolta di canti tradizionali e di poesie in lingua Vai.

Negli anni Settanta e Ottanta, i versi di K. Khasu (n. 1942), che è anche romanziere e affermato autore teatrale, danno un'immagine pessimistica della vita liberiana. Notevole la produzione saggistica, soprattutto storico-biografica, che ha però avuto una battuta d'arresto con la guerra civile.

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Cultura: arte



La Liberia è conosciuta come la patria della maschera "classica" di legno africana; l'abilità artistica dei suoi scultori è ampiamente riconosciuta.


Molte maschere vengono commissionate dalle società segrete Poro e Sande per utilizzarle nei vari riti di iniziazione; alcune possono essere viste e usate solo dagli iniziati, altre vengono portate nelle manifestazioni pubbliche.

La varietà di forme prodotte dagli scultori è impressionante, come lo è la continuità di alcuni stili nel tempo.

Altre forme artistiche interessanti sono le pitture murali e la ceramica.



Fonte: www.sapere.it/enciclopedia/Lib%C3%A8ria+%28Stato%29.html

 
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