IL FARO DEI SOGNI

Nepal

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726px-Flag_of_Nepal_1

Il Nepal (AFI: /neˈpal/[4]; in nepalese नेपाल, Nepāla, [neˈpaːl][?·info]) è una repubblica federale democratica dell'Asia meridionale di 147 181 km² con 29 959 364 abitanti al 2012, la cui capitale è Katmandu.



1024px-Emblem_of_Nepal

Confina a nord con la Cina (Tibet) e a sud con l'India ed è uno stato senza sbocco al mare. Il territorio dello stato himalayano, compreso tra la pianura del Gange e la catena montuosa dell'Himalaya, è prevalentemente montuoso e presenta un dislivello notevole (da 80 a 8 848 m dell'Everest, il punto più alto della Terra). Geograficamente è parte del subcontinente indiano.

La capitale Kathmandu è situata a circa 1 350 m d'altitudine, con una popolazione di 850 000 abitanti e circa 1 500 000 nell'intera area metropolitana[5] comprendente diverse città e villaggi fra cui Lalitpur e Bhaktapur. L'area si estende nella cosiddetta Valle di Kathmandu, corrispondente all'alto bacino del fiume Bagmati. La città di Pokhara invece, situata nella regione centrale ai piedi del massiccio dell'Annapurna, con i suoi 200 000 abitanti (circa 300 000 nell'area metropolitana)[5] è il secondo agglomerato urbano nepalese e precede poche altre città che superano i 100 000 abitanti (Dharan, Hetauda, Butawal, Biratnagar e Birganj). Circa la metà della popolazione del paese vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno[6].

Il 28 dicembre 2007 il parlamento nepalese ha approvato un emendamento costituzionale che ha sancito la transizione dalla monarchia alla repubblica, avvenuta il 28 maggio 2008 mediante la votazione quasi unanime dell'Assemblea Costituente. Il presidente è Bidhya Devi Bhandari. Il primo ministro è Khadga Prasad Sharma Oli. La lingua ufficiale è il nepalese[7].



IMG_0483_Kathmandu_Pashupatinath

Storia


«Qualcuno mi ha domandato che cosa interessa a noi del Nepal. Ed io rispondo: dove c'è un uomo, uno solo, lì siamo anche noi, dove c'è memoria di un passato lì troveremo la modulazione nuova delle stesse illusioni, l'inveramento diverso, ma non discordante, degli archetipi dello spirito umano.[8]»
(Giuseppe Tucci, Nepal: alla scoperta del regno dei Malla)

La storia del Nepal si perde anticamente nel mito. I primi abitanti documentati della valle di Kathmandu furono i Licchavi (VIII secolo a.C.), cui seguirono i Thakuri (IX-XII secolo d.C.) ed i Malla (XIII-XVIII secolo).

L'unificazione del paese avvenne nel 1768 ad opera di Prithvi Narayan Shah, capostipite dell'ultima dinastia regnante. Nel corso del XIX secolo il Nepal si scontrò sia con la Cina sia con l'India britannica, riuscendo a conservare l'autonomia in cambio di tributi e cessioni territoriali. Nel 1846 il generale Jang Bahadur Rana ordì un colpo di Stato che permise alla propria famiglia di tenere le redini del governo nepalese per oltre un secolo, confinando la dinastia Shah ai margini della politica nazionale.

Negli anni compresi tra il 1947 ed il 1951 il movimento democratico rovesciò la famiglia Rana con il supporto dell'India, consentendo al re Tribhuvan il ritorno dall'esilio. A questi succedette il figlio Mahendra che nel 1962 bandì i partiti politici ed instaurò il sistema di governo dei panchayat ("consigli dei cinque").



KaliGandaki

Il successivo monarca, Birendra, proseguì la politica del padre vedendosi costretto dopo le proteste popolari (Jana Andolan, movimento popolare) del 1990 a concedere le elezioni. Egli fu assassinato dal figlio Dipendra nel 2001 insieme ad altri membri della famiglia reale. In tale occasione Gyanendra, fratello minore di Birendra, fu tra i pochi sopravvissuti e salì al trono pochi giorni di seguito.

Nel 2005 Gyanendra licenziò il governo ed assunse direttamente il potere esecutivo, cui rinunciò l'anno seguente per via di una nuova ondata di malcontento popolare (Loktantra Andolan, ossia movimento democratico). Da tali fatti scaturì la decisione di trattare con il movimento rivoluzionario di ispirazione maoista.



Nepal_landscape_1

Nel 2006 i maoisti e il Governo nepalese raggiunsero un accordo per una Costituzione provvisoria, aprendo la via del governo e del Parlamento anche ai ribelli.

La legislatura ad interim ha portato all'elezione di un'Assemblea Costituente in seno alla quale è stato discusso sia della forma di stato che della forma di governo che il Nepal dovrà adottare[9].

Nel 2007 è stato approvato dal parlamento un emendamento costituzionale che ha costituito di fatto il primo passo per la trasformazione del Nepal in una Repubblica federale[10].

Le ultime elezioni sono avvenute nel 2008 sancendo, con 220 seggi su 601, la netta vittoria del partito maoista.

Dopo 240 anni di monarchia, il 28 maggio 2008 è stata proclamata la Repubblica.

Il 25 aprile 2015, un violento terremoto di magnitudo 7,8 ha provocato 8617 vittime accertate[11].

il 28 ottobre 2015 il Parlamento elegge come secondo Presidente del Nepal una donna, Bidhya Devi Bhandari, che ha avuto un importante ruolo nella scrittura della nuova carta costituzionale ed in particolare nello stabilire in costituzione delle garanzie per le donne.

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Geologia

L'origine della catena himalayana, insieme all'altopiano del Tibet ed alle catene montuose minori, va ricercata nella collisione che avvenne all'incirca 60 milioni di anni fa tra la zolla indiana e la zolla euroasiatica (convergenti con subduzione dell'India). Durante questo processo i due continenti intrappolarono un intero mare preistorico, ed i sedimenti organici in esso presenti vennero coinvolti nel processo orogenetico, al punto che ancora oggi è possibile rinvenire ammoniti fossili nel letto del fiume Kali Gandaki, a 3 000 m di altitudine. Si possono inoltre notare altri fenomeni quali la presenza di sacche di gas naturale ad un'altitudine di 3 800 m (ad esempio il fuoco sacro di Muktinath, fiammelle che da tempo immemore ardono in alcuni anfratti nella roccia).

La teoria della collisione continentale risulta anche suffragata dal ritrovamento sulla catena Himalayana della tipica sequenza di rocce di tipo ofiolitico.
Clima

Il paese è caratterizzato da un clima tropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre) e la stagione secca (il resto dell'anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell'Asia meridionale e sudorientale.

Il monsone estivo spira dall'oceano indiano verso il continente caricandosi di umidità e portando la pioggia, mentre quello invernale spira dall'arido altopiano del Tibet verso l'oceano, dando origine ad un cielo terso e ad un clima secco.

Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate ed inverno ma, data la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un'altra.

Il mese più caldo è maggio, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l'autunno (all'incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate ed il clima è divenuto mite.



Etnie

In Nepal sono censiti ufficialmente più di 100 gruppi etnici o castali. Di questi, ben 11 superano il 2% della popolazione e le 500 000 persone, ma nessuno si avvicina al 20%[13].
Principali gruppi etnici del Nepal
Etnia Numero Percentuale Collocazione geografica Gruppo etnico
Chhetri 3 593 000 15,80 % tutto il Paese indo-arii e tibeto-birmani
Bahun 2 896 000 12,74 % tutto il Paese indo-arii
Magar 1 622 000 7,14 % colline centro-occidentali tibeto-birmani
Tharu 1 534 000 6,75 % Terai occidentale perlopiù tibeto-birmani, indo-arii e dravidici
Tamang 1 282 000 5,64 % Valle di Kathmandu e colline centrali tibeto-birmani
Newa 1 245 000 5,48 % Valle di Kathmandu tibeto-birmani
Musulmani nep. 971 056 4,27 % Terai e colline occidentali tibeto-birmani
Kami 895 954 3,94 % colline centrali, occidentali e orientali indo-arii
Yadav 900 000 3,9 % Valle di Kathmandu perlopiù indo-arii

Altri gruppi etnici sono: Rai, Gurung, Limbu, Bhote/Sherpa, Thakali, Kulung.

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Religione

Gli ultimi dati ufficiali relativi alla composizione percentuale della popolazione suddivisa per credo religioso risalgono al censimento ufficiale del 2001[13] e sono i seguenti:
Religioni del Nepal
Induisti 80,62%
Buddhisti 10,74%
Musulmani 4,2%
Kiranti 3,6%
Cristiani 0,45%
Giainisti 0,02%
Altri 0,37%

Va precisato tuttavia che si tratta di dati in continua evoluzione, che stanno portando ad un aumento dell'Induismo (ormai prossimo al 90%) a detrimento sia del Buddhismo, sia dell'Islam e dell'Animismo. Peraltro si sta assistendo ad un certo aumento della religione cristiana (cattolica e protestante), che in trent'anni è passata da 2.541 fedeli, secondo il censimento del 1971, a più di 100 000, secondo il censimento del 2001.

Il Nepal era fino al 2006 l'unico Stato al mondo ad adottare l'Induismo come religione ufficiale. In seguito è stata proclamata la laicità dello Stato con risoluzione parlamentare[14]. L'ex sovrano è tuttora considerato da alcuni tradizionalisti una manifestazione del dio Vishnu.

Anche se la maggioranza della popolazione professa l'Induismo, è diffuso anche il Buddhismo, in particolare della corrente tibetana Vajrayana. In alcune aree rurali si praticano anche il Bön (forma di sciamanesimo) e l'animismo (ad esempio la religione dei Kiranti).

Nessun culto (ad eccezione dei monoteismi) ne esclude automaticamente un altro, e talvolta risulta difficile distinguerne le singole caratteristiche. Il sincretismo è diffuso in particolar modo tra i culti Induisti, Buddhisti, animisti e sciamanici.
Società
Lingue e dialetti

In Nepal si contano 123 lingue di diversa matrice: indoeuropea, sinotibetana, austroasiatica e dravidica; mentre il Kusunda non ha alcuna relazione genetica con altri ceppi linguistici[15].

La lingua ufficiale è il Nepalese, parlato dal 48,61% della popolazione, affiancato da numerose altre lingue che possono essere ufficializzate a livello provinciale. Tuttavia l'inglese, pur non avendo un riconoscimento formale, si è imposto come lingua franca per motivi pratici legati al commercio e al turismo, ma è escluso dalle sedi istituzionali ufficiali[16].

Di seguito sono elencate le lingue principali parlate in Nepal.

Nepalese (Gorkhali), Maithili, Bhojpuri, Tharu, Avadhi, Rajbanshi, Hindi, Urdu, Tamang, Nepal Bhasa (Newari), Magar, Rai/Kiranti, Gurung, Limbu, Bhote/Sherpa, Sunuwar, Danuwar, Thakali, Satar, Santhal ed altre lingue minori[17].

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Città principali

Sono elencate le città superiori ai 50 000 abitanti. I dati relativi alla popolazione sono quelli del censimento 2001, anche se stime più recenti vedono mutate alcune posizioni.

Kathmandu (671 846 ab.)
Biratnagar (166 674 ab.)
Lalitpur (162 991 ab.)
Pokhara (156 312 ab.)
Birganj (112 484 ab.)
Dharan (95 332 ab.)
Bharatpur (89 323 ab.)
Mahendranagar (80 839 ab.)
Butwal (75 384 ab.)
Janakpur (74 192 ab.)
Bhaktapur (72 543 ab.)
Hetauda (68 482 ab.)
Dhangadhi (67 447 ab.)
Nepalganj (57 535 ab.)
Triyuga (55 291 ab.)
Siddharthanagar (52 569 ab.)



Turismo

Il turismo (specie quello montano e culturale) è una risorsa rilevante per il paese, soprattutto per le riserve di valuta convertibile. Dal 2000 in poi è aumentato il turismo sportivo e avventuroso (parapendio, rafting).

Il Nepal dispone di ingenti vestigia storico-artistiche (i centri storici delle principali località della valle di Kathmandu sono tutelati dell'UNESCO), tuttavia in buona parte distrutte dal sisma del 25 aprile 2015, e di un ambiente naturale ancora in gran parte non urbanizzato.

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Patan_temples

Cultura

Motto nazionale: जननी जन्मभूमिष्च स्वर्गादपि गरियसि - Jananī Janmabhūmiṣca Svargādapi Gariyasi (Madre e Madrepatria valgono più del Regno dei Cieli).

La cultura nepalese può risultare, a seconda del gruppo etnico considerato, assai simile alla cultura indiana o tibetana. Le affinità si possono notare nell'abbigliamento, nel cibo e nella lingua. La cultura tradizionale trova inoltre espressione nella danza e nella musica, in particolar modo durante le festività religiose.

Il calendario ufficiale è il Vikram Samvat, in anticipo di 56,7 anni rispetto al calendario gregoriano.
Media

L'emittente radiofonica pubblica Radio Nepal, fondata nel 1951, trasmette in modulazione di frequenza, onde medie ed onde corte. Vi sono inoltre decine di stazioni radio private, molte delle quali trasmettono solo localmente.

La televisione è stata introdotta nel 1980 e attualmente vi sono sei canali: due gestiti dal trasmettitore pubblico Nepāla ṭelibhijana (NTV 1 e NTV 2 Metro) e quattro privati (Kantipur Television, Image Channel, Channel Nepal e Nepal 1).
Arte
Il centro storico di Patan

Le prime testimonianze artistiche Nepalesi risalgono all'epoca dei Lichhavi (secoli IV-VI d.C.) ma la maggior parte delle vestigia della valle di Kathmandu risale al periodo Malla (secoli XIV-XVIII d.C.), ed i centri storici di Kathmandu, Patan e Bhaktapur sono buoni esempi della corrente artistica di quel periodo.

Generalmente le figure di stile Nevari risultano flessuose, floreali, tondeggianti e quasi "barocche" secondo l'occhio europeo. Esse sono rigidamente codificate e trovano le loro lontane radici nello stile Gupta indiano.
Architettura
Una particolarità architettonica del Nepal è la pagoda, struttura che è anche comune a molti paesi dell'Asia orientale come Cina o Giappone anche se in forme diverse. Secondo la tradizione, si tramanda che il suo inventore fu l'architetto nepalese Araniko, vissuto nel XIII secolo, e che la sua arte fu poi esportata con fortuna in gran parte dell'estremo oriente.

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Patrimoni dell'umanità

La Repubblica del Nepal, grazie anche al suo importante bagaglio di beni culturali, dispone di 4 dei suoi siti entrati a far parte della Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO:

Valle di Katmandu (1979-2006)
Parco nazionale di Sagarmatha (1979)
Parco nazionale di Chitwan (1984)
Lumbini, il luogo natale di Buddha (1997)

Produzione letteraria

La produzione letteraria nepalese del xx secolo si afferma con autori come Bishweshwar Prasad Koirala e Manjushree Thapa, autrice di romanzi aventi come tema lo sfondo sociale e politico nepalese.
Tradizioni
Festività nazionale

29 maggio: गणतन्त्र दिन: Ganatantra Diwas: Anniversario della istituzione della Repubblica Nepalese, nel 2008
Altre festività

Le festività nepalesi sono legate perlopiù alle religioni indù e buddhista: di seguito ve ne sono alcune fra le più significative, tenendo conto che l'anno nepalese (calendario Vikram Samvat) inizia verso la metà di aprile.

Biskhet Jatra: si celebra l'anno nuovo con processioni e riti sacri.
Rato Machhendranath: festa che si svolge a Patan in onore di Machhendranath "rosso"; si prega affinché il dio porti un monsone copioso e raccolti abbondanti.
Buddha Jayanti: anniversario della nascita del Buddha, fine maggio.
Naga Panchami: festività dedicata ai Nāga, le potenze sotterranee con aspetto di serpente.
Janai Purnima (o Raksha Bandhan): i bramini sostituiscono il loro cordone sacro e la gente comune indossa al polso una fascia gialla che scaccia la sfortuna.
Gai Jatra: si celebra poco dopo la metà di agosto.
Krishna Jayanti: anniversario della nascita di Krishna, fine agosto.
Teej: si celebra ad inizio settembre, coinvolge perlopiù le donne, che si recano in processione ai templi.
Indra Jatra: metà settembre. È la fine della stagione delle piogge, e si ringrazia il dio Indra per la sua munificenza. In questa occasione viene innalzato il grande palo in Durbar Square a Kathmandu, e la Kumari (manifestazione divina in terra) benedice il capo dello Stato.
Dasain: La festa dura in totale quindici giorni ad inizio ottobre. Il giorno d'inizio è chiamato Ghatasthapana, e nei primi nove (nava ratri) si venerano vari aspetti terrifici della Grande Dea. Le celebrazioni trovano il culmine nei tre giorni dopo il sesto (Fulpati, Maha Astami e Navami): la notte tra questi ultimi due è Kala Ratri (notte nera), durante la quale inizia il rito dei sacrifici animali.
Tihar: seconda metà di ottobre. Durante Dipavali, il terzo giorno della festa, i templi e le case vengono illuminati degnamente in attesa della venuta di Lakshmi, dea della fortuna e dell'abbondanza. Gai Puja è il quarto giorno, inizio del nuovo anno secondo il calendario Nevari (Nepal Sambat). Bhai Tika è il quinto, durante il quale avviene la cerimonia del Tika (il punto sacro sulla fronte).
Chaitra Dasain: "piccolo" Dasain, fine marzo.
Sveto Machhendranath: festa che si svolge a Kathmandu in onore di Machhendranath "bianco".

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Gastronomia

La cucina nepalese varia in base ad ogni etnia, che conserva le proprie tradizioni culinarie. Alcuni cibi che vengono consumati indifferentemente a livello nazionale, come il dal bhat (lenticchie e riso), spesso accompagnato dalla verdura a vapore (tarkari). È diffuso il consumo di carne di bufalo e di volatili da cortile, anche se gli indù ed i buddhisti osservanti sono tendenzialmente vegetariani.

La bevanda per eccellenza è il tè (चाय cāya, pron. It.:"ciai"): in Nepal si beve frequentemente quello di produzione nazionale, molto fermentato e seccato in piccoli grani. Si consuma anche il latte, base per la produzione del lassi (bevanda rinfrescante) e dello yogurt.

Nelle zone himalayane prevale invece la cucina tibetana, ovvero tsampa (farina d'orzo impastata con tè o acqua), momo (ravioli di farina d'orzo ripieni di carne, patate o verdura) e chang (birra d'orzo).
Sport

Gli sport più popolari sono il cricket, il calcio di cui è organizzato anche un campionato nazionale ed il kabaddi.
La prima scalata dell'Everest
Il 29 maggio 1953 per il Nepal è una data memorabile: l'alpinista neozelandese Edmund Hillary assieme allo sherpa nepalese Tenzing Norgay riuscirono a raggiungere per primi la vetta del monte Everest, la montagna più alta del mondo: dopo questa impresa, tra l'altro, Tenzing Norgay venne celebrato in Nepal con glorie e onori.

FONTE https://it.wikipedia.org/wiki/Nepal

 
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Generalità

Piccolo Stato di frontiera, appoggiato sulla dorsale meridionale dell'Himalaya, il Nepal si estende nell'intersezione tra i due colossi asiatici: Cina (N) e India (S). La catena montuosa che lo attraversa, una delle più giovani del pianeta, racchiude in sé alcune delle cime più imponenti del mondo. La grandiosità di questa architettura naturale ha informato la vita del Paese, nel corso di tutta la sua storia, per quanto riguarda molteplici aspetti: climatici (estrema varietà di climi, conseguenti alle differenti altitudini presenti sul territorio), economici (apertura di valichi e passaggi di transito nelle valli per le comunicazioni e i traffici commerciali tra i Paesi confinanti), culturali (permeabilità alle influenze artistiche e religiose dei Paesi di confine). Terra pressoché inaccessibile, permeato di silenzi e di musiche antiche, custode di pratiche tradizionali e templi ispirati a un'originale commistione di induismo e buddhismo, il Nepal esercita da secoli un fascino particolare, attirando sui sentieri delle montagne himalayane uomini provenienti da ogni angolo del pianeta, che guardano le sue cime come la meta del viaggio per antonomasia, insieme spirituale e spaziale. La chiusura del Paese, mutuata dall'isolamento geografico, venne favorita in epoca coloniale anche dalla politica della Gran Bretagna, che aveva assegnato al Nepal il ruolo di Stato cuscinetto a salvaguardia dei propri possessi indiani. Nonostante la politica estera del Nepal fosse governata dai dettami britannici, il Paese mantenne un certo grado di autonomia per le questioni relative alla politica interna. Intorno alla metà del XX secolo, anche in questa terra così isolata giunsero, tuttavia, le istanze del mondo moderno, tese a una maggior democratizzazione della vita economica e sociale. Nel nuovo millennio questo processo ha portato il Paese, lentamente e, in maniera non del tutto pacifica, a ricercare soluzioni democratiche nell'ottica di un passaggio da una monarchia centralizzata a una forma di governo repubblicana.



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Territorio: geografia umana

La composizione etnica del Nepal è assai complessa dato che in epoca storica vi si sono insediate popolazioni di cultura e origini diverse, giunte in ondate successive praticamente da tutte le regioni vicine. Solo i discendenti delle più antiche popolazioni nepalesi appartenenti al ceppo mongoloide, tra cui soprattutto i newari, da tempo immemore diffusi nella valle di Kathmandu, possono essere considerati autoctoni. Al di sopra dei 3000 m lungo la frontiera tibetana e nelle alte valli himalayane predominano altri gruppi mongoloidi indicati come bhotia (o bhote), che usano linguaggi tibeto-birmani, ai quali si deve l'introduzione della cultura tibetana e del buddhismo lamaista; a essi si possono riallacciare i famosi sherpa, formidabili camminatori e portatori la cui abilità è stata spesso provata durante le ascensioni ai massicci himalayani. Sempre mongoloidi e di religione buddhista sono altri gruppi tribali come i gurung a W, i magar e i thakali al centro, e i kirati, comprendenti i rai nel bacino del Sun Kosi e i limbu a contatto con il Sikkim, nella parte più orientale del Nepal. Nella zona mediana del territorio, oltre alle antiche tribù autoctone, sono stanziate popolazioni di origine indoeuropea venute dalla piana del Gange, alcune prima dell'era cristiana come i khasi, altre in tempi più recenti per l'incalzare delle invasioni musulmane dei sec. XII e XIII. Queste popolazioni non si sono insediate oltre i 2500 m perché incapaci di adattarsi alla dura vita di montagna e perché prive delle tecniche necessarie per praticare le attività proprie dei montanari. Si deve loro l'introduzione dell'induismo, che contempla la suddivisione della popolazione in caste, e di idiomi indoeuropei come il nepālī, la lingua diffusa a livello nazionale da un gruppo etnico appartenente ai khasi, i gorkhali, famosi guerrieri che sovente furono impiegati come soldati mercenari dagli inglesi e dagli indiani e che nella seconda metà del sec. XVIII conquistarono il Nepal. Il risultato dell'incontro di popolazioni indoeuropee e mongoloidi è la presenza nel Nepal di due aree culturali, buddhista a N e induista a S, che si fondono nel Medio Himalaya, soprattutto nella valle di Kathmandu, cuore del Paese. Il Nepal è il più popolato degli Stati himalayani; oltre il 90% della popolazione abita le regioni delle colline e delle valli e il terai. L'incremento demografico è stato notevole: la popolazione è praticamente quadruplicata nel giro di settanta anni. La popolazione, la cui densità è di 183 ab./km², vive in prevalenza in piccoli villaggi (nel 2008 solo il 17% si poteva classificare urbana) ed è distribuita in modo ineguale a seconda delle situazioni ambientali: più addensata nelle aree pianeggianti e nei fondovalle , sparsa nelle zone più elevate, poca e isolata in alta montagna. Così, le aree più densamente popolate risultano la regione centrale, dove si trova la capitale, e la zona di Lumbinī, nella regione occidentale. Tra i molti piccoli centri, rivestono maggiore importanza per dimensioni, testimonianze del passato e peso culturale le tre città della valle di Kathmandu: la capitale, Kathmandu, centro commerciale e nodo di comunicazioni, famosa per monumenti e santuari, che attirano un discreto flusso turistico; Lalitpur, dove pure si concentra un incredibile numero di templi e pagode di estrema bellezza ; infine, Bhaktapur, terza città del Paese, con una varietà di edifici sacri non minore rispetto alle prime due. Superano i 100.000 abitanti anche le città di Birātnagar, seconda città più popolosa, collocata a SE nei pressi del confine indiano, Pokharā, nella regione occidentale, città base per il turismo d'alta quota, e Wīrgañj (o Bīrgañj), città di frontiera e porta d'ingresso per coloro che provengono dall'India.



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Cultura: generalità

Le forme della cultura nepalese sono molte e diverse per un doppio ordine di motivi: da un lato, lo stratificarsi di influenze e tradizioni legate ai popoli e alle religioni qui insediatisi; dall'altro, la divisione della popolazione in caste, introdotta dall'induismo, e causa di divisioni che trovano riscontro anche e soprattutto nei costumi e nei modi di vita. Il ricco patrimonio culturale proprio delle due grandi religioni diffuse, induismo e buddhismo, presenta, quindi, al proprio interno sfaccettature e impronte particolari a seconda delle caratteristiche geografiche, etniche, economiche che contraddistinguono le varie regioni del Paese. Suggestioni molto presenti nella cultura nepalese sono poi quelle di derivazione tibetana: nelle opere pittoriche della cultura Thangka, nelle arti manuali della tessitura dei tappeti e della lavorazione della ceramica, del ferro o dell'argilla, e ancora nella musica e nella letteratura. Oltre ai moltissimi templi disseminati in tutto il Paese, vi sono diverse mete interessanti dal punto di vista culturale. La capitale, che sorge nell'omonima valle di Kathmandu, sito inserito nel patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1979 e riconfermato nel 2006, è un vero esempio del sincretismo, non solo religioso ma anche, in un più ampio significato, culturale, che regna in Nepal. Suggestiva la Durbar Square, cuore della città con circa 50 templi e costruzioni architettoniche in stile Newari. Lumbinī, luogo natale di Buddha (dal 1997 secondo sito culturale UNESCO del Paese), è meta di numerosi pellegrinaggi, ed è al centro di un ampio programma di ristrutturazione e valorizzazione dell'intera area monastica e archeologica. La musica tradizionale deve le proprie origini ai componimenti in sanscrito antico contenuti in uno dei testi sacri dell'induismo, i Veda. Questi testi si trasformarono poi in una serie di inni recitati in forma di mantra, con un forma musicale acquisita nel tempo e furono tramandati di generazione in generazione nel corso dei secoli. Oggi sono i musicisti tradizionali, i gaines, a portare in giro per il Paese queste forme musicali, con strumenti a corde, a fiato e a percussione, accompagnati da ballerini e danzatrici con maschere di demoni dalle fogge piuttosto inquietanti.



continua

 
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Cultura: tradizioni

L'espressione più notevole del costume in Nepal si può trovare nello spirito che contraddistingue la partecipazione degli abitanti alle feste popolari. La scansione delle ricorrenze è strutturata sul calendario nepalese, la cui base di partenza è il calendario indiano Bikram Sambat, e che ha inizio con il mese di Baishakh (il capodanno corrisponde approssimativamente al 13-14 aprile del calendario gregoriano). In queste celebrazioni, che, sommando quelle religiose, storico-leggendarie, agricole, stagionali o di impronta regionale, arrivano a formare un numero pari quasi ai giorni di un intero calendario, tutto è omaggio alla tradizione: vi si ritrova la cucina classica, l'abbigliamento più tipico, le musiche e le danze delle origini, i riti secolari rimasti intatti. Tra le molte si ricordano il Nawabarsha (il capodanno nepalese), il Buddha Jayanty (la nascita di Buddha), il Dashain (il più lungo, 15 giorni, e coreografico degli appuntamenti, dedicato a Durga, la dea-madre universale), il Tihar (5 giorni dedicati a Yama, il dio della morte). A queste feste si sommano poi le ricorrenze private o familiari, con il loro corredo di pratiche e di peculiarità dai toni più o meno colorati e folcloristici, matrimoni, nascite, funerali. L'eterogeneità culturale del Nepal caratterizza anche altri ambiti dello stile di vita, come l'alimentazione: solo alcuni, infatti, sono i piatti uguali in tutto il Paese (dal, zuppa di lenticchie, bhat, riso, tarkari, verdure al curry). Tratto distintivo della storia e della cultura nepalesi è, infine, la grande importanza attribuita alla cura della mente, concretizzatasi nell'ampia varietà di arti meditative, anch'esse di origine religiosa, qui sviluppatesi. Dallo yoga alla meditazione fino all'ayurveda, la “scienza della vita”, queste attitudini, più che pratiche, segnano ancora le vera differenza tra l'Oriente e l'Occidente del mondo.



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view post Posted on 12/1/2020, 09:32     Top   Dislike
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Cultura: arte

Appendice della civiltà indiana, la cultura artistica nepalese assimilò da questa componenti stilistiche (arte Maurya, Gupta e Pāla) per alimentare le proprie tradizioni e per sviluppare verso l'area tibetana un'attività di irradiazione che la configura come tramite tra l'arte indiana, quella tibetana e quella cinese del periodo Yüan (sec. XIII-XIV). Veicoli fondamentali di questi complessi incontri furono l'induismo e soprattutto il buddhismo tantrico, quale fu introdotto nel Tibet verso il sec. VII-VIII, dal quale derivano le manifestazioni più singolari dell'arte genuina nepalese. Al di là dei più vistosi e immediati raggiungimenti figurativi dell'arte plastica e di quella pittorica originati dalla suggestione iconografica del pantheon tantrico con il suo affollato repertorio di immagini terrifiche di divinità a più teste e a più braccia, l'originalità dell'arte nepalese è documentata soprattutto dall'architettura dei suoi monumenti religiosi e dalla scultura lignea che ne abbellisce e ne integra le strutture mediante la decorazione di architravi, frontoni e cornici ispirata a forme e motivi stilizzati del repertorio ornamentale indiano. La tradizione plastica nepalese si formò sugli apporti dell'arte classica dell'India Gupta (sec. V-VI), poi alimentata da quella della tradizione Pāla-Sena, che incrementò lo sviluppo della bronzistica, che talvolta supera la stessa scultura in pietra, tanto che bronzisti nepalesi sono documentati attivi nel sec. XIII sia in Mongolia sia in Cina, oltre che nel Tibet. Qui furono anche attivi pittori nepalesi, portatori delle convenzioni estetiche della pittura indiana classica, prima e dopo le tradizioni della miniatura Pāla, fino agli stili dell'arte Moghūl e rājpūt (sec. XVII-XVIII). Le due epoche più antiche, importanti e storicamente documentate dell'arte nepalese sono quelle della dinastia dei Licchavi (sec. IV-VII ca.), nel corso della quale hanno origine e si sviluppano un'arte e un'architettura tipicamente indigene, e della dinastia dei Malla, la cui storia e documentazione artistica coprono, dopo una parentesi di oltre cinque secoli, il periodo che va dal sec. XI al sec. XIV, secondo la genealogia dei sovrani Malla tramandataci dalle iscrizioni del tempo rinvenute da G. Tucci a Dullu nella zona occidentale del Nepal, ricca di monumenti e di opere d'arte di questa dinastia. L'architettura civile dell'antico Nepal adottò la tipologia edilizia dei santuari e dei complessi monastici del buddhismo, dalle ampie proporzioni e dall'armonico schema compositivo costituito dal tempio principale e da una costellazione di templi minori, stūpa e altri piccoli edifici (cappelle, monumenti vari), oltre che dagli edifici destinati all'alloggio della comunità monastica. Distruzioni belliche e calamità naturali furono causa di gravi distruzioni del patrimonio artistico nepalese, specie nel sec. XIV. Gran parte di esso fu riedificato nel secolo successivo dopo il periodo di grande fioritura artistica realizzatasi sotto il regno del settimo sovrano Malla Jayastithi (1382-95). Oggi i maggiori monumenti artistici esistenti si trovano nelle città che furono sede di distinti regni nepalesi, quelle cioè di Bhadgaon, Lalita-Pāttana (Lalitpur) e Kathmandu, oltre ai numerosi santuari e reliquiari che sorgono in varie altre località. I più caratteristici (a Svayambhūnātha, Bodhinātha, Lalitpur, Kīrtipur) ripropongono le antiche forme a tumulo degli esempi di epoca Maurya e mostrano dipinti sulla zona cubica, la cosiddetta harmikā, quattro paia di occhi stilizzati, orientati verso i quattro punti cardinali, immagine protettiva del Buddha Vairocana.



FONTE www.sapere.it/enciclopedia/Nepal.html

 
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