| Territorio: geografia umana
La composizione etnica del Nepal è assai complessa dato che in epoca storica vi si sono insediate popolazioni di cultura e origini diverse, giunte in ondate successive praticamente da tutte le regioni vicine. Solo i discendenti delle più antiche popolazioni nepalesi appartenenti al ceppo mongoloide, tra cui soprattutto i newari, da tempo immemore diffusi nella valle di Kathmandu, possono essere considerati autoctoni. Al di sopra dei 3000 m lungo la frontiera tibetana e nelle alte valli himalayane predominano altri gruppi mongoloidi indicati come bhotia (o bhote), che usano linguaggi tibeto-birmani, ai quali si deve l'introduzione della cultura tibetana e del buddhismo lamaista; a essi si possono riallacciare i famosi sherpa, formidabili camminatori e portatori la cui abilità è stata spesso provata durante le ascensioni ai massicci himalayani. Sempre mongoloidi e di religione buddhista sono altri gruppi tribali come i gurung a W, i magar e i thakali al centro, e i kirati, comprendenti i rai nel bacino del Sun Kosi e i limbu a contatto con il Sikkim, nella parte più orientale del Nepal. Nella zona mediana del territorio, oltre alle antiche tribù autoctone, sono stanziate popolazioni di origine indoeuropea venute dalla piana del Gange, alcune prima dell'era cristiana come i khasi, altre in tempi più recenti per l'incalzare delle invasioni musulmane dei sec. XII e XIII. Queste popolazioni non si sono insediate oltre i 2500 m perché incapaci di adattarsi alla dura vita di montagna e perché prive delle tecniche necessarie per praticare le attività proprie dei montanari. Si deve loro l'introduzione dell'induismo, che contempla la suddivisione della popolazione in caste, e di idiomi indoeuropei come il nepālī, la lingua diffusa a livello nazionale da un gruppo etnico appartenente ai khasi, i gorkhali, famosi guerrieri che sovente furono impiegati come soldati mercenari dagli inglesi e dagli indiani e che nella seconda metà del sec. XVIII conquistarono il Nepal. Il risultato dell'incontro di popolazioni indoeuropee e mongoloidi è la presenza nel Nepal di due aree culturali, buddhista a N e induista a S, che si fondono nel Medio Himalaya, soprattutto nella valle di Kathmandu, cuore del Paese. Il Nepal è il più popolato degli Stati himalayani; oltre il 90% della popolazione abita le regioni delle colline e delle valli e il terai. L'incremento demografico è stato notevole: la popolazione è praticamente quadruplicata nel giro di settanta anni. La popolazione, la cui densità è di 183 ab./km², vive in prevalenza in piccoli villaggi (nel 2008 solo il 17% si poteva classificare urbana) ed è distribuita in modo ineguale a seconda delle situazioni ambientali: più addensata nelle aree pianeggianti e nei fondovalle , sparsa nelle zone più elevate, poca e isolata in alta montagna. Così, le aree più densamente popolate risultano la regione centrale, dove si trova la capitale, e la zona di Lumbinī, nella regione occidentale. Tra i molti piccoli centri, rivestono maggiore importanza per dimensioni, testimonianze del passato e peso culturale le tre città della valle di Kathmandu: la capitale, Kathmandu, centro commerciale e nodo di comunicazioni, famosa per monumenti e santuari, che attirano un discreto flusso turistico; Lalitpur, dove pure si concentra un incredibile numero di templi e pagode di estrema bellezza ; infine, Bhaktapur, terza città del Paese, con una varietà di edifici sacri non minore rispetto alle prime due. Superano i 100.000 abitanti anche le città di Birātnagar, seconda città più popolosa, collocata a SE nei pressi del confine indiano, Pokharā, nella regione occidentale, città base per il turismo d'alta quota, e Wīrgañj (o Bīrgañj), città di frontiera e porta d'ingresso per coloro che provengono dall'India.
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