IL FARO DEI SOGNI

Turkmenistan

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Il Turkmenistan (turkmeno: Türkmenistan) è uno stato dell'Asia centrale confinante con l'Afghanistan, l'Iran, il Kazakistan e l'Uzbekistan. Si affaccia sul Mar Caspio. Fino al 1991 fece parte dell'Unione Sovietica. È ricco di giacimenti di gas.

La superficie è di 488.100 km². La capitale è Aşgabat.



Video



Storia

Il territorio corrispondente all'odierno Turkmenistan è stato abitato fin dall'antichità dalle tribù dei Turkmeni, probabilmente provenienti dai Monti Altai. I primi insediamenti umani nell'area sono databili tra il 7000 e il 5000 a.C.

Il territorio fu in seguito conquistato da numerose diverse civilizzazioni. I persiani achemenidi conquistarono il territorio nel VI secolo a.C., Alessandro Magno occupò il Turkmenistan nel IV secolo a.C. Dopo circa 150 anni il controllo macedone finì e nella regione nacque nel 247 a.C. l'Impero partico, la cui capitale fu stabilita a Nisa, a 25 km dalla moderna capitale Aşgabat.
La via della seta passava per Merv, capitale dell'antico Turkmenistan (detto Margiana ai tempi dei Romani)

Durante questo periodo il Turkmenistan assunse importanza come tappa della via della seta, la principale via per gli scambi commerciali tra Asia ed Europa.

L'Impero partico cadde tra il 224 e il 228, seguito dalla dominazione dei Sasanidi (III secolo) e successivamente degli Eftaliti (V secolo) quando il cristianesimo divenne la religione predominante.

La regione passò poi agli Arabi e fu islamizzata nel VII secolo. La dominazione araba durò fino al IX secolo, seguita da diverse dinastie locali (Tahiridi, Samanidi, Ghaznavidi) fino all'XI secolo, in cui l'area diventò parte dello sterminato impero dei sultani turchi selgiuchidi. Nel XII secolo nacque nell'area il regno del Khwārizm (antica Corasmia), che entrò in guerra con i mongoli di Gengis Khan nel XIII secolo. I mongoli dominarono l'area per circa 150 anni. In seguito il conquistatore Tamerlano prese il controllo dell'area verso la fine del XIV secolo. Nel corso del XV secolo tribù turcomanne appartenenti ai clan dei Qara Qoyunlu ("Montone nero") e degli Aq Qoyunlu ("Montone bianco") si disputarono il controllo dei territori della Persia stabilendovi un durevole dominio che avrà termine solo con l'avvento della dinastia dei Safavidi.

Dal XVI secolo in poi il territorio turcomanno fu prevalentemente controllato dal Khanato di Khiva, che fu spesso in dispute territoriali con il vicino Khanato di Bukhara a prevalenza uzbeka. Dopo varie vicende, nel XIX secolo la Russia pose sotto il proprio controllo i due khanati che divennero in un primo tempo stati vassalli dello Zar. In seguito, nel 1865, la Russia assunse il pieno controllo di questi territori creando una amministrazione speciale per il Turkestan, ovvero i territori centro-asiatici dell'impero popolati da etnie turche. Le tribù nomadi turkmene del deserto opposero una fiera resistenza all'occupazione russa ma nel 1885 dovettero soccombere come già avevano fatto i khanati locali. Dopo la Rivoluzione russa del 1917, il Turkmenistan divenne una delle repubbliche dell'Unione Sovietica (RSS Turkmena) nel 1924. Nel 1929 fu adottato l'alfabeto latino per la lingua turkmena sotto influenza della Turchia di Ataturk, ma Stalin re-impose il cirillico nel 1938. Il crollo dell'Unione Sovietica del 1991 diede la possibilità al Turkmenistan di ottenere l'indipendenza e tra le prime modifiche simboliche vi fu il ritorno all'uso dell'alfabeto latino usato dai popoli turchi.



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Politica

Il Turkmenistan è una repubblica presidenziale. Dopo il crollo dell'URSS e la conseguente indipendenza del paese, il potere fu preso dall'ex capo locale del sistema sovietico Saparmyrat Nyýazow, che ha detenuto la carica vitalizia di Presidente assoluto (Turkmenbashi, Padre dei Turkmeni) fino alla sua morte, avvenuta per infarto il 21 dicembre 2006.

La dittatura di Niyazow è stata caratterizzata da un'impronta peculiarmente filosofica, basata sul Ruhnama, il Libro d'Oro, ove Niyazow scrisse le proprie teorie filosofiche e politiche, il cui studio è obbligatorio per accedere a qualsivoglia carica pubblica. In base a detti precetti, il popolo turcomanno deve preservare al massimo i propri costumi da eventuali corruzioni esterne. Da ciò derivano le leggi che vietano le acconciature di capelli e barbe non tipiche del Turkmenistan, le norme che vietano la diffusione di musiche e libri non turkmeni (tra cui l'opera lirica) e tante altre prescrizioni specifiche.



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Il culto della personalità del Presidente è stato coltivato in modo massiccio, attraverso varie iniziative pubbliche. Tra queste: la costruzione in ogni città del Paese di statue d'oro raffiguranti il capo che indica il sole (attraverso congegni ad orologeria le statue sono in grado di seguire i movimenti solari); la modifica del calendario utilizzando nuovi nomi per giorni e mesi, tratti dai nomi della famiglia e della corte del Presidente; la diffusione capillare e iperbolica di immagini raffiguranti il Capo; l'esaltazione dei concetti di famiglia e clan del Presidente, anche attraverso l'inaugurazione di una politica matrimoniale (matrimoni d'alleanza) tra famiglie di alto rango dell'area.

Il 26 dicembre 2006 il Consiglio del Popolo del Turkmenistan annunciò in un primo tempo che a Nyýazow sarebbe succeduto Durdy Durdyýew, allora vice ministro dello sport e del turismo, ma successivamente la nomina andò a Muhammetnazar Gurbanow, che l'11 febbraio 2007 fu sostituito da Gurbanguly Berdimuhammedow, che da allora è il nuovo Presidente.

Berdimuhammedow fissò nuove elezioni invitando gli oppositori politici in esilio a rientrare in patria. Le elezioni presidenziali si tennero il 12 febbraio 2012.[6]

A dicembre del 2013 si tennero le prime elezioni parlamentari multi-partitiche, facendo terminare così i circa 21 anni di monopartitismo da quando il Turkmenistan è indipendente.[7]



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Geografia

Il paesaggio del Turkmenistan è spettacolare e ben più vario di quanto non ci si aspetterebbe da un paese dove il deserto del Karakum occupa quasi il 90% dell'intero territorio. A est ci sono i canyon e le lussureggianti montagne della Riserva Naturale di Kugitang, mentre a sud la catena del Kopet Dag svetta in direzione del Caspio. Il territorio a ridosso del Mar Caspio è particolarmente insolito: i canyon a nord di Türkmenbaşy, le montagne multicolori e il paesaggio lunare di molte zone lo rendono uno degli angoli più belli del paese.
Natura

L`animale più famoso[senza fonte] tra i tanti interessanti che popolano il Turkmenistan è l'Akhal-Teke, un cavallo dalle sfumature dorate considerata l'antenato dei moderni purosangue. I dromedari sono diffusi ovunque ed è possibile vederli vagabondare tra i villaggi e le città. Nel Karakum sono presenti: la lucertola zemzen, l'ormai raro coccodrillo del deserto o varano grigio. È facile anche avvistare volpi del deserto, gufi e il comunissimo scoiattolo del deserto.

Tarantole e vedove nere sono entrambe specie indigene in Turkmenistan, sebbene s'incontrino difficilmente. La stagione dei serpenti è limitata ai mesi di aprile e maggio. Nel deserto è possibile imbattersi in cobra, vipere e scorpioni. Un detto folcloristico turcomanno sostiene che una volta che un serpente ti ha guardato negli occhi, sei destinato a morire di lì a poco se non sarai tu il primo a ucciderlo.
Tutela dell'ambiente
La presenza dell'industria pesante è minima in Turkmenistan, pertanto la qualità dell'aria è decisamente buona; fa eccezione Aşgabat, avvolta da un velo quasi permanente di smog.



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Popolazione
Crescita demografica dal 1992 al 2003

Secondo una stima ONU del luglio 2013, la popolazione del Turkmenistan è di 5.240.072 persone, mentre il censimento ufficiale del 2002 contava poco più di 4.800.000 abitanti. Sin dalla sua indipendenza il Turkmenistan ha avuto una crescita demografica costante ma moderata, senza incrementi molto alti. Oggi la crescita demografica è dell'1,6%, nonostante un tasso di natalità relativamente alto (25%) ed uno di mortalità ridotto (6%). Infatti pesa molto la mortalità infantile, ancora elevata anche se in diminuzione: ogni mille nati vivi ne muoiono più di 53 nel giro dei primi anni di vita. La densità è di quasi 10 abitanti per chilometro quadrato, tra le più basse del mondo e la più bassa dell'Asia Centrale, dopo quella del Kazakistan. L'aspettativa di vita è di 68 anni nel 2007, in notevole rialzo (nel 2006 sfiorava solo i 62 anni).



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Etnie

La composizione etnica turkmena è meno articolata che negli altri paesi dell'Asia Centrale: infatti il gruppo nazionale, quello dei turkmeni ("turchi meridionali" anticamente "Turcomanni"), riunisce più dell'80% degli abitanti, permettendo così l'esistenza di minoranze solo ristrette, perlopiù uzbeki e russi. Altre minoranze sono quelle di kazaki, azeri, persiani, armeni e tartari. Questa relativa uniformità etnica ha un'importanza da non sottovalutare, poiché ha assicurato pace e stabilità molto meglio che in gran parte degli stati confinanti. In Asia Centrale la caduta dell'Unione Sovietica, e quindi il collasso di ciò che teneva unite le innumerevoli etnie della regione, ha lasciato una notevole frammentazione che ha naturalmente causato tensioni sociali fortissime, a volte sfociate in conflitti civili.

Segue la composizione etnica del Turkmenistan, secondo i dati dell'ultimo censimento dei gruppi etnici, effettuato nel 2003:

Turkmeni 85%
Uzbeki 5%
Russi 4%
Altri gruppi 6%



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Società
Lingue e dialetti
La lingua ufficiale è il turkmeno[1][2] (lingua altaica "turco meridionale"), parlato come unica lingua dal 72% degli abitanti, mentre il russo è riconosciuto nella costituzione come lingua per la comunicazione tra diversi gruppi etnici. Quindi la lingua russa è molto conosciuta all'interno del paese, ed è da considerarsi la seconda, anche se non ufficiale, dopo il turkmeno. L'uzbeko è parlato abbastanza correntemente dalla comunità locale proveniente dall'Uzbekistan, ma anche presso altre popolazioni che abitano il paese. Altri idiomi sono correntemente parlati dal 7% degli abitanti.



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Cultura
Religione

Attualmente nel Turkmenistan restano pochi cristiani, che erano la maggioranza ai tempi dell'Impero sasanide quando l'antica capitale Merv era centro del manicheismo e del cristianesimo nestoriano[9]. Infatti la minoranza religiosa più consistente è quella cristiana ortodossa, della quale fa parte soprattutto la componente russa del Turkmenistan.

L'Islam è la religione più praticata dai turkmeni, in maggioranza sunniti. Non mancano consistenti comunità sciite, ma questo non crea problemi o tensioni di alcun tipo: i riti sciiti delle minoranze curde o azere non vengono politicizzati in nessun caso.

Avdy Kuliyev, primo Ministro degli esteri del paese, ha detto che il Turkmenbashi Saparmyrat Nyyazow avrebbe permesso ai musulmani di praticare la loro religione solo se questo avesse compreso il suo culto della personalità. Kuliyev ha aggiunto che i turkmeni non sono molto religiosi, ma che lo sarebbero diventati grazie alle politiche di Nyyazow stesso. In effetti, l'Islam non viene sempre praticato nella sua forma pura: ciò è dovuto alla dimenticanza o forzata trascuratezza della religione connesse con il lungo periodo della repressione sovietica. Difficilmente tra i turkmeni si trova chi abbia letto interamente il Corano, o possa affermare di vivere secondo le autentiche tradizioni islamiche. Infatti sul substrato islamico si è aggiunta, dopo la lunga stagione sovietica, la nuova filosofia di vita del Paese creata da Nyiazow, cosicché più che il Corano è il Ruhnama ad essere il libro spirituale dei turkmeni. Forse anche per questo il Turkmenistan appare meno esposto, rispetto ad altri paesi vicini come il Kazakistan, al rischio della diffusione del fondamentalismo islamico.

Segue la composizione religiosa del paese:

Musulmani 89%
Cristiani Ortodossi 9%
Altro 2%



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Letteratura

Storicamente le letteratura turkmena si inserisce nel più vasto alveo delle letterature in lingue turche del ceppo oguz, di cui la maggiore fu senza dubbio la letteratura in turco ottomano, ampiamente influenzate da generi e stilemi della letteratura persiana. Perciò scrittori e poeti di etnia turkmena sin dal Medioevo si espressero prevalentemente in una di queste due lingue dalla grande tradizione letteraria, ossia il persiano e il turco ottomano. Al XV secolo risale probabilmente la prima redazione scritta di una grande saga epica in prosa: il Dede Korkut, che circolava oralmente da almeno due secoli, rivendicata peraltro come epos nazionale anche dagli attuali azeri e dai turchi della repubblica turca. Il XVIII secolo è dominato dalla figura del poeta-filosofo Magtymguly Pyragy, leader spirituale turkmeno. Comunque solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, con l'aumento dell'influenza europea (russa e francese soprattutto), si avrà gradualmente un processo di acquisizione-formazione identitaria che porterà alla creazione della moderna letteratura nazionale turkmena, processo che si consoliderà e giungerà a piena maturazione nel successivo periodo sovietico.

Con la costituzione della Repubblica Socialista Sovietica del Turkmenistan si avrà il passaggio dall'alfabeto arabo all'alfabeto cirillico, e non pochi scrittori adotteranno il russo o saranno bilingui. Nel 1929 fu adottato ufficialmente l'alfabeto latino, ma dal 1938 fino al 1991 fu reinserito il cirillico.

A livello estetico e tematico, la letteratura turkmena di epoca sovietica si troverà ampiamente sintonizzata con i dettami del "realismo socialista". Con la recentemente riacquistata indipendenza, dopo la caduta dell'URSS, si sono messe in moto altre complesse dinamiche di distanziamento dalla cultura russa e di contemporaneo rinsaldamento del legame con la tradizione letteraria turco-ottomana persiana e islamica da un lato, e con il patrimonio folklorico-culturale panturco dall'altro. Il passaggio all'indipendenza non ha invece significato maggior libertà di espressione per gli scrittori come prova emblematicamente il caso del noto romanziere Rahim Esenov (n. 1927), arrestato e ancora alle prese con gli strali della censura per un suo romanzo storico (The crowned Wanderer, scritto nel 1994, ambientato nel XVI secolo) sgradito alle autorità. Dal 1991 viene usato solo l'alfabeto latino, con alcune modificazioni.
Il Culto della Personalità di Nyýazow e la nascita del Ruhnama

Nel 2001, nel contesto del culto della personalità del presidente turkmeno Saparmyrat Nyýazow si afferma un libro, scritto dallo stesso presidente Nyýazow, dal titolo Ruhnama (il libro dell'anima): in due volumi, si caratterizza per una visione della vita e della storia, anche turkmena, vista dallo stesso Nyýazow : per lungo tempo il libro sacro dei turkmeni, lo è stato in un certo senso anche dopo la morte di Nyýazow.
Arte
L'arte preislamica del territorio turcomanno va inquadrata nella storia dell'arte delle grandi formazioni storico-culturali succedutesi nell'area: achemenide, greco-battriana, partica, sasanide. L'arte turkmena contemporanea si inserisce nella grande tradizione dell'arte islamica cui, dal XIX secolo, si sono via via aggiunti gli influssi di correnti occidentali soprattutto attraverso la mediazione della cultura russa zarista e, più tardi, sovietica (realismo socialista, "forme nazionali" di arte ecc.). Tre Beni del Turkmenistan sono stati iscritti come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO: il Parco storico e culturale di Stato "Antica Merv" (1999), il sito di Kunya-Urgench (2005), la Fortezza parta di Nisa (2007)

 
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Generalità

Situato nell'Asia centrale, di cui occupa la parte sudorientale, il Turkmenistan è costituito, per oltre tre quarti del territorio, dall'arido e sabbioso deserto del Karakum. La vicinanza con il mar Caspio e la scoperta di enormi giacimenti di minerali e gas naturali, ha tuttavia costituito nell'ultimo secolo un binomio vincente per la trasformazione del Paese, diventato mira degli interessi energetici ed economici degli Stati limitrofi e di quelli occidentali. Detentore di risorse indispensabili per i consumi crescenti delle economie di mercato e soprattutto passante strategico del fitto reticolo di oleodotti e gasdotti ramificati in tutta la regione, il Turkmenistan ha saputo sfruttare a fondo questa concomitanza di risorse e di bisogni, offrendo il suo territorio anche come base militare internazionale per le operazioni nelle problematiche zone di confine, a cominciare da quelle afghane e pachistane. L'interesse estero per il mantenimento di questa situazione non è stato scalfito nemmeno di fronte alla particolare situazione politica interna del Paese, governato da quello che è stato da molti paragonato a un vero e proprio faraone moderno, padre-padrone del Turkmenistan: il presidente Niyazov, ininterrottamente al potere a partire dalla proclamazione di indipendenza successiva allo scioglimento dell'URSS. Oppresso da una delle più autoreferenziali amministrazioni politiche che la storia contemporanea abbia conosciuto, il Paese ha vissuto gli ultimi vent'anni all'ombra del suo leader e del culto della personalità di cui si è fatto in tutti i modi promotore. Inoltre i risvolti che attengono alla vita reale del Paese hanno denunciato la presenza, per tutti questi anni, di un monopolio politico, culturale ed economico pressoché totale, con il completo azzeramento della libertà di stampa, la riduzione al silenzio dell'opposizione e la chiusura dei luoghi della cultura e dello scambio del sapere, a partire dalle biblioteche e dai teatri. E se anche a fare da contraltare a queste profonde limitazioni è stato per molto tempo un paternalistico tentativo di blandire la popolazione locale con facilitazioni economiche, sgravi fiscali e veri e propri “regali”, il cammino che attende il Paese, dopo la morte del suo leader avvenuta nel 2006, per il ripristino delle più basilari condizioni democratiche appare per moltissimi aspetti ancora difficile.



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Lo Stato


Ex repubblica federata dell'URSS, il Turkmenistan è diventato indipendente nel 1991 dopo il dissolvimento dell'Unione Sovietica. In base alla Costituzione emanata nel 1992, nel Paese è in vigore un sistema presidenziale a partito unico e il presidente della Repubblica, che è anche capo dell'esecutivo, viene eletto con mandato quinquennale a suffragio diretto.

Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento bicamerale, formato dall'Assemblea nazionale (composta da 50 membri) e dal Consiglio del popolo (costituito da 65 membri) anch'essi rinnovati ogni 5 anni.

Il sistema giuridico in uso nel Paese si basa su una commistione tra la legge islamica e il diritto civile; la giurisdizione della Corte Internazionale non è accettata.

Il massimo organo preposto all'amministrazione della giustizia all'interno del Paese è la Corte Suprema, i cui membri sono nominati dal presidente.

Il sistema di difesa dello Stato prevede i tre corpi armati tradizionali: esercito, marina e aviazione. La leva è obbligatoria: il servizio militare si effettua a partire dai 18 anni d'età e ha una durata di 24 mesi.

Il sistema scolastico ha ricevuto grande impulso sotto il regime sovietico. I segni di quel passato si registrano ancora oggi nel bassissimo tasso di analfabetismo registrato nel Paese (0,5% nel 2007). Se fino alla metà degli anni Novanta l'insegnamento era impartito in russo, dopo la proclamazione dell'indipendenza è stata introdotta una nuova legislazione anche in ambito linguistico. L'istruzione è obbligatoria e gratuita e dura 11 anni: la scuola primaria è costituita da un ciclo di 4 anni, a partire dai 7 anni d'età, la scuola secondaria ha invece una durata di 7 anni. Gli studi superiori vengono svolti nei diversi istituti e università presenti.

Tra questi, si ricordano l'Università internazionale turca del Turkmenistan, l'Istituto nazionale turkmeno di Lingue (1984), l'università di Stato turkmena (1931), tutti con sede nella capitale. Sempre ad Ašgabat ha sede l'Accademia di Scienze turkmena (1951).

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Territorio: geografia fisica


Il territorio si estende su un vasto tavolato limitato a S dagli allineamenti montuosi del Kopet-Dag e del Paropamiso, le cui propaggini interessano anche il Turkmenistan sudorientale; la regione pianeggiante è in gran parte interessata dal deserto del Karakum.

Sul Mar Caspio si presenta con una costa piatta e dunosa, articolata da vaste insenature, e in buona parte sotto il livello del mare. Non vi sono molti corsi d'acqua, i principali fiumi sono l'Amudar'ja, l'unico che riesce ad attraversare il Karakum, e il Murgab.

Il clima è di tipo continentale, con forti escursioni termiche: d'inverno le temperature minime assolute toccano anche i -30 °C mentre d'estate si superano regolarmente i 40 °C e si raggiungono spesso i 50 °C; scarse sono le precipitazioni (100-200 mm annui).

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Territorio: geografia umana


La densità è di 12 ab./km², con concentrazioni ancora minori nella parte centrale e desertica del territorio. Il Paese è in forte espansione numerica: il coefficiente di accrescimento era del 2,6% annuo nel quinquennio 1987-92 e si è mantenuto alto anche dopo l'indipendenza.

La popolazione, di lingua turkmena e di religione musulmana, è costituita per il 79,2% da turkmeni (o turcomanni), poi da russi (3%) e uzbechi (9%); sono inoltre presenti piccole comunità di kazachi, armeni, ucraini, tatari, azeri e bielorussi.

Intorno alla metà degli anni Novanta del Novecento sono giunti in Turkmenistan gruppi di etnia turkmena prima residenti in Tagikistan e Afghanistan, in seguito ai conflitti esplosi nei due Paesi.

Meno della metà dei turkmeni vive in città; il resto degli abitanti è stanziato nelle zone rurali, dove ancora diffusa è l'organizzazione tribale. Le città principali, oltre alla capitale, sono Čärjew (Čardžev), Dašhovuz, Mary e Nebitdag, solo la prima delle quali supera i 200.000 ab.


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Territorio: ambiente


La parte centrale del Paese, desertica, ospita una fauna tipica, con gazzelle, ratti della sabbia, gatti selvatici, serpenti nonché i cervi di Bukhara, prede della iena striata, specie protetta presente nel Turkmenistan meridionale e avvistata di recente anche nel parco di Amudar'ja, a NE; sulle montagne, a S, si trovano boschi di castagni, la vite selvatica, il pistacchio, il mandorlo, il fico e animali quali il leopardo delle nevi, il ghepardo, la capra selvatica, il caracal. La fauna marina del Mar Caspio e gli uccelli che popolano le coste sono minacciati dall'inquinamento.

Alcune organizzazioni, in particolare il WWF, hanno stabilito progetti che coinvolgono il Turkmenistan insieme ad altri Paesi dell'area al fine di affrontare le questioni ambientali della regione: desertificazione, perdita della biodiversità e contaminazione dei terreni e delle falde acquifere a causa dell'uso di prodotti chimici per l'agricoltura.

Questi progetti riguardano il coordinamento e il collegamento, tra i diversi Paesi, delle aree protette, che in Turkmenistan coprono il 2,5% del territorio.


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Cultura

Terra di antiche tradizioni nomadi e oggetto di conquista di molti grandi condottieri, da Alessandro Magno a Gengis Khān, il Turkmenistan è oggi un Paese di grande fascino, nonostante le tormentate vicende sociopolitiche di cui è stato protagonista, soprattutto dopo l'indipendenza. A quel passato e alla componente religiosa dell'islamismo sunnita, vanno fatte risalire le espressioni artistiche e i costumi che ancora caratterizzano i turkmeni, soprattutto quelli inseriti nei contesti rurali. La tradizione vive ancora nelle yurte disseminate lungo le steppe desertiche, negli abiti che, in alcuni casi, sono emblema dello status sociale della persona (le ragazze con le trecce e con una sciarpa sono nubili), nell'artigianato dei tappeti e dell'oreficeria, nell'allevamento dei cavalli e nelle discipline che a questi animali sono legate (dalla caccia allo sport), nelle danze popolari, nei piatti come il diorama, fatto di pane, carne e cipolle. Di antica origine è anche la tradizione letteraria delle poesie e dei canti popolari, tramandati oralmente, e, solo nel Novecento, trasformati in opere scritte. Il più importante poeta turkmeno è considerato Magtymguly Pyragy (1733-1783). A lui sono seguite figure meno rilevanti, come Berdi Kerbabayev (1894-1974), ma, a cavallo del millennio, sulla letteratura, così come sull'intera cultura e sulla società turkmena, si è posata l'ingombrante mano dell'ex presidente a vita Niyazov, che le ha monopolizzate sotto il proprio segno. Fortunatamente nei musei e nei bazar restano preziose opere d'arte e di cultura popolare che il delirio di onnipotenza del presidente non ha cancellato. In Turkmenistan hanno sede tre siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO: il Parco nazionale storico e culturale dell'antica Merv (1999), antica città sulla Via della Seta Kunya Urgench (2005) e la fortezza dei Parti di Nisa (2007).


fonte www.sapere.it/enciclopedia/Turkmenistan.html

 
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