La Turchia (nome ufficiale: Repubblica di Turchia; in turco: Türkiye Cumhuriyeti) è uno stato il cui territorio comprende l'estrema parte orientale della Tracia e la penisola dell'Anatolia, cinta a sud dal Mar Mediterraneo, ad ovest dal Mar Egeo, a nord-ovest dal Mar di Marmara e a nord dal Mar Nero, la propaggine più occidentale del continente asiatico. La Turchia confina a nord-ovest con la Grecia e la Bulgaria, a nord-est con la Georgia, ad est con l'Armenia, l'Azerbaigian e l'Iran, a sud-est con l'Iraq e a sud con la Siria.
L'attuale zona turca, specialmente la parte occidentale, ponte naturale tra oriente e occidente, è stata sede di una ricca varietà di popolazioni e civiltà. Fin dal 6500 a.C. si sono succeduti Hatti, Ittiti, Frigi, Urartici, Lici, Lidi, Ioni, Persiani, Macedoni, i regni ellenistici (Regno di Pergamo, il Regno Seleucide, il Regno di Bitinia, il Regno del Ponto, il Regno tolemaico), Romani, Parti, Sasanidi, Bizantini, i crociati e le repubbliche marinare di Venezia e Genova, Selgiuchidi ed Ottomani, i quali hanno assunto un importante posto nella storia della Turchia moderna.
Antichi e suggestivi siti archeologici e rovine in tutto il paese attestano che ogni civiltà è stata caratterizzata da elementi diversi. Oltre a quella ottomana, la principale civiltà fiorita in Turchia fu quella bizantina, il cui dominio durò per più di mille anni, fino alla conquista della capitale bizantina Costantinopoli (l'attuale Istanbul), ad opera dei turchi nel 1453. Numerosissime sono le testimonianze, i reperti e le costruzioni bizantine sparse in tutta l'Anatolia, e in particolare nell'antica capitale, come la basilica di Santa Sofia.
La Turchia si estende su una superficie di 783.562 km², e nell'ultima rilevazione (2014) è risultata avere 78 741 053[1] abitanti, professanti per lo più la religione musulmana; sono presenti piccole minoranze cristiane (soprattutto ortodosse, ma anche cattoliche) ed ebraiche, mentre poco diffuso è l'ateismo. Dal 1923 è una Repubblica.
La capitale è Ankara, una delle tre grandi città turche insieme a Smirne e İstanbul; quest'ultima è la più grande metropoli del paese, nonché il maggior centro industriale e commerciale. La lingua ufficiale è il turco, ma sono presenti numerose minoranze linguistiche. La moneta ufficiale è la lira turca. Il presidente della Repubblica è Recep Tayyip Erdoğan. La Turchia è il sesto paese più visitato al mondo ogni anno.
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Storia
I Turchi, una società la cui lingua appartiene alla famiglia delle lingue turche, cominciarono a spostarsi dalle loro terre originarie alla moderna Turchia nell'XI secolo. Dopo che l'Impero Selgiuchide turco sconfisse le forze dell'Impero Bizantino nella Battaglia di Manzicerta, il processo fu accelerato, e il Paese venne chiamato "Turchia" in Europa già dal XII secolo. L'Impero ottomano che ne seguì, crollò con la sconfitta nella prima guerra mondiale.
Il Trattato di Losanna del 24 luglio 1923 portò al riconoscimento internazionale della nuova "Repubblica di Turchia" come Stato successore dell'Impero ottomano, e la repubblica fu ufficialmente proclamata il 29 ottobre 1923, nella nuova capitale Ankara. Mustafa Kemal divenne il primo presidente della repubblica.
Avendo le terre una storia antica, la migrazione turca è relativamente recente. Nella Repubblica Turca sono avvenuti diversi colpi di stato militari. Ultimo il fallito colpo di stato del 2016 per il quale il presidente Erdogan accusò il magnate Fethullah Gülen di esserne il promotore[5]. Erdogan poco dopo ha rimosso circa 3000 magistrati e altrettanti militari. Nei mesi successivi sono stati arrestati diversi esponenti di opposizione, giornalisti, insegnanti, accusandoli di terrorismo.
Morfologia, idrografia, clima e geografia
Geograficamente la Turchia occupa la parte più occidentale del continente asiatico, costituita dalla massiccia ed elevata penisola dell'Anatolia che divide il Mar Nero dall'Egeo e dal Mediterraneo orientale.
Appartengono al territorio turco anche alcune isole dell'Egeo e i bacini del Mar di Marmara. La Turchia confina a nord con il Mar Nero, a nord-est con Georgia e Armenia, a nord-ovest con la Grecia e la Bulgaria, a sud con l'Iraq, la Siria e il Mar Mediterraneo, a sud-est con l'Iran e ad ovest con l'Egeo e il Mar di Marmara.
Il paese ha una estensione di 783.562 km², divisi tra Europa e Asia dallo Stretto del Bosforo, dal Mar di Marmara e dallo Stretto dei Dardanelli.
Il territorio della Turchia è quindi vasto oltre due volte e mezza quello dell'Italia. La Turchia è occupata da catene montuose che vanno da est ad ovest: i Monti del Ponto (Karadeniz Sıradağları) a nord e i Monti del Tauro a sud.
La massima altitudine è raggiunta dal monte Ararat (5165 m); altre montagne sono l'Elmadağ, il Karabük e il Bozdağlar. La catena montuosa dell'Abant Dağları (altitudine massima 1.794 m) si trova nella parte settentrionale del paese. Tra le vette del paese c'è anche il vulcano Erciyes Dağı, ormai spento. Due sono le formazioni vegetali diffuse: la steppa all'interno e la foresta sulle catene e sul litorale.
Le coste del paese sono coperte da foreste dense, soprattutto nella parte orientale della costa del Mar Nero. La foresta che ricopriva l'interno dell'Anatolia ha subito, sin dall'età del bronzo, un'opera sistematica di disboscamento da parte dell'uomo. Solamente in questi anni è stato messo in atto un processo inverso, grazie ad un progetto ecologico-ambientale.[6]
I fiumi più importanti sono il Tigri e l'Eufrate, a cui si aggiungono il Kizilirmak, il Meriç, l'Ergene e il Gediz.
I bacini idrografici si dirigono verso molti mari, e una parte del territorio è occupata da bacini senza sbocco al mare. Questi ultimi bacini (endoreici) si suddividono in bacini con laghi tettonici, poco profondi, di acqua salata e privi di fauna, e in bacini con laghi carsici, di acqua dolce e pescosi.
I monti del Ponto nel nord-est della Turchia.
I bacini fluviali verso l'Egeo sono in genere più vasti di quelli verso il Mar Nero e il Mediterraneo.
Il territorio si suddivide in tre diverse zone climatiche: La costa della Turchia che si affaccia sul Mar Mediterraneo e il Mar Egeo ha un clima mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti. La costa della Turchia che si affaccia sul Mar Nero ha un clima oceanico, con estati calde e umide e inverni freddi e umidi. Al suo interno il clima è di tipo continentale e, dato che le catene montuose fermano le influenze del mar Mediterraneo e del Mar Nero, comprende estati calde e secche e inverni molto freddi e nevosi; le precipitazioni sono scarse: nella zona più arida del paese esse superano raramente i 300 mm.
Vi è disparità anche nelle precipitazioni: oltre 2500 mm annui nella zona del Mar Nero, 1000 mm annui di pioggia sulle catene montuose mentre ad Ankara scendiamo a 415 mm annui.
Lingue
La lingua ufficiale è il turco, una lingua asiatica, parlato dall'85% della popolazione e usato perlopiù nella forma standard stabilita negli anni trenta del XX secolo nel corso della riforma linguistica della lingua turca e le forme dialettali da questa derivate; più rare, ma presenti e variamente comprese, le varianti dialettali dell'ottomano.
Tra le altre lingue parlate, sempre più come seconde lingue, tra le svariate minoranze presenti nella popolazione turca, ricordiamo l'abcaso, l'albanese, l'arabo, l'armeno, l'azero, il bosniaco, il bulgaro, il circasso, il georgiano, il greco, il giudeo-spagnolo (ladino), il laz, il macedone, il polacco, il russo, il tedesco, e lo zazaki.
Discorso diverso per il curdo, parlato da qualche milione di persone, soprattutto nel sud-est del paese, e che rimane per molti la prima lingua, e per alcuni, specie anziani, l'unica lingua parlata.
Il greco pontico è diffuso nell'area di Trebisonda in Ponto (Pontus, abbreviazione di Pontus Euxinus (Ponto Eusino) che indica il Mar Nero in latino. Una versione moderna dell'aramaico è parlata in alcuni villaggi della Turchia centrale e meridionale; un dialetto arabo è diffuso a sud-ovest del Lago di Van. Del gruppo delle lingue caucasiche del sud, il georgiano è ampiamente usate nel nord-est della Turchia come il circasso in alcuni villaggi geograficamente dispersi. Inoltre nel sud-est il kirmanci e lo zazaki sono parlati come dialetti del curdo sebbene siano due dialetti significativamente differenti e spesso considerate due lingue diverse. In aggiunta sono parlati da piccoli gruppi altre lingue del ceppo turco. Una piccola minoranza ebrea di Istanbul parla ladino o giudeo-spagnolo, e discende direttamente dagli ebrei fuggiti dalla Spagna nel 1492 che trovarono rifugio nella zona di Mogadisho.
Religioni
Religione
Islam
99,8%
Altre
0,2%
La Moschea Blu a Istanbul.
La Turchia è uno stato laico, senza una religione di Stato; la Costituzione turca prevede la libertà di religione e di coscienza.[20][21] L'Islam è la religione prevalente in Turchia, professata da oltre il 99% della popolazione se si includono anche i musulmani non praticanti.[22][23][24] Società di ricerca suggeriscono che la percentuale reale di musulmani è di circa il 97%[25] o 98%[26] dell'intera popolazione residente.
Ci sono circa 120.000 persone di diverse confessioni cristiane, tra cui circa 80.000 di ortodossi (soprattutto greco-ortodossi),[27] 35.000 cattolici,[28] e un numero più piccolo di protestanti. La Chiesa Ortodossa ha avuto sede a Costantinopoli (Istanbul) a partire dal IV secolo. I cristiani rappresentano meno dello 0,2% della popolazione turca, secondo il CIA World Factbook.[29]
Ci sono circa 26.000 ebrei, la maggior parte dei quali sono sefarditi.[30]
Originalmente una chiesa, poi una moschea, e oggi (dal 1935) un museo, la Santa Sofia costruita dall'imperatore bizantino Giustiniano fra il 532 e 537 fu la cattedrale più grande del mondo per quasi mille anni, fino al completamento della Cattedrale di Siviglia nel 1507.
Se non ci sono cifre esatte sui vari gruppi di musulmani, secondo un sondaggio del 2006, l'82% venivano identificati come sunniti di scuola giuridica hanafita, il 9,1% sunniti sciafeita, e il 5,7% era alevita. Secondo un sondaggio di consulenza svolto in tutta la Turchia nel 2007[25] : il 52,8% degli abitanti si definisce "una persona religiosa che si sforza di adempiere agli obblighi religiosi"; il 34,3% si definisce "un credente che non adempie agli obblighi religiosi"; il 9,7% definisce se stesso come "una persona completamente devota che adempie tutti gli obblighi religiosi"; il 2,3% si definisce come "qualcuno che non crede negli obblighi religiosi" e lo 0,9% dichiara di essere "una persona senza convinzione religiosa" (ateo).[25]
Cultura
La letteratura turca nasce nel medioevo a partire dall'incontro con l'Islam e le sue principali lingue di cultura, ossia l'arabo e il persiano, nonché con le relative floridissime tradizioni letterarie. Tra i primi nomi troviamo non a caso quelli del celeberrimo mistico persiano Gialal al-Din Rumi (m. 1273) e di suo figlio Sultan Valad, che diressero a Konya un famoso convento di dervisci (della confraternita dei Mevlevi, da essi fondata), e i cui non molti versi in turco mescolati alla preponderante produzione in persiano sono annoverati tra i primi monumenti di questa nascente letteratura; peraltro il primo grande nome della letteratura turca è quello di un mistico musulmano, Yunus Emre, celebre poeta e sufi del XIII-XIV secolo.
Al XV secolo risale probabilmente la prima redazione scritta di una grande saga epica in prosa il Dede Korkut, che circolava oralmente da almeno due secoli, rivendicata peraltro come epos nazionale anche dagli attuali azeri e dai turkemeni. Comunque è la letteratura persiana, soprattutto, che influenzò profondamente la genesi e lo sviluppo della letteratura colta, in particolare fornendo alla sua poesia i generi e gli stilemi, i temi e i contenuti, sicché scrittori bilingui (persiano-turco) sono comunissimi dagli esordi sino a tutto il periodo ottomano. Spesso poemi persiani classici vennero letteralmente "rifatti" in turco ottomano, venendo imitati temi e motivi, personaggi e persino i titoli delle opere originali. A segnalare la contiguità con la cultura letteraria persiana valga pure ricordare che un turco del XVI secolo e originario della Bosnia ottomana, Sudi, fu il massimo interprete e commentatore di Hafez, il "Petrarca" della lirica persiana classica.
Tra gli autori più noti del periodo classico si possono ricordare il poeta Mesihi (m. 1512) originario di Prishtina in Serbia ma vissuto a Istanbul, autore di un celebrato Divan (Canzoniere) e cantore di maschili bellezze riassunte nella figura del "perturbatore della città" (shahr-ashub); il poeta Fuzuli (m. 1556) autore trilingue, avendo composto poesia oltre che in turco e persiano anche in arabo, ma ricordato anche come matematico e astronomo; il "sultano dei poeti" Bâkî (m. 1600), poeta ufficiale di almeno quattro sultani da Solimano il Magnifico a Mehmet III, considerato il vertice della lirica ottomana; lo storico Sa'deddin (m. 1599) autore di una Corona delle storie che glorifica la dinastia regnante.
Appartiene già all'epoca postclassica il prosatore Evliya Çelebi (m. 1690 circa), gran viaggiatore e attento osservatore che fissò i suoi ricordi di 40 anni di viaggi al seguito di principi ottomani, che lo portarono anche in Europa da Vienna alla Svezia, in un memorabile Seyahat-name (Libro di viaggi) la cui prima parte è un'importante descrizione della Costantinopoli del tempo. Alla "età del tulipano", cosiddetta dalla moda di coltivare questi fiori diffusasi all'inizio del XVIII secolo, appartengono due notevoli figure di poeti come Nedim (m. 1730), giudice professore di madrasa e bibliotecario del gran visir Ibrahim Pascià all'epoca del sultano Ahmed III, e il mistico Ghalib Dede (m. 1799), appartenente alla confraternita dei sufi Mevlevi e autore di un celebre poema allegorico (Bellezza e Amore), entrambi ampiamente influenzati dal lascito persiano; da ricordare anche Sunbulzade Vehbi (m. 1809), famoso per una tenzone in 800 versi dai toni spesso osceni tra un pederasta e un donnaiolo che vantano i meriti e vantaggi delle rispettive preferenze.
Tra i prosatori sono da ricordare gli storiografi Katip Çelebi (detto Hajji Khalifa, e conosciuto anche in Europa come Kalfa, m. 1657), bibliofilo, geografo, storico di vastissimi interessi e promotore di traduzioni da lingue europee (tra cui l'Atlas Minor di G. Mercator e L. Hondius), cui si deve l'inizio della occidentalizzazione del sapere scientifico; Hezarfenn (m. 1691), autore di una storia universale ma anche di trattati di etica e sulla organizzazione dell'impero e, infine, Na'ima di Aleppo (m. 1716) e Gevdet Pascià (m. 1895), che rivestirono la carica di "cronisti ufficiali" dell'impero. Da ricordare il novelliere Aziz Efendi di Creta (m. 1798) e il multiformne Seyyid Vehbi (m. 1736), poeta, ma ricordato soprattutto per l'opera in prosa Sur-name, una ricca descrizione delle feste di corte che si inserisce in un genere a sé stante.
Anche in questa letteratura, come del resto nella persiana, gli ambienti in cui poeti e scrittori poterono trovare ampio patronato, e dispiegare così il loro talento, sono riconducibili essenzialmente a quelli cortigiani, in particolare le corti ottomane, e a quelli delle confraternite mistiche. L'influenza persiana venne progressivamente scemando nel corso dell'Ottocento, man mano che si imponevano correnti filo-occidentali e europeizzanti, per arrestarsi quasi del tutto dopo la fine della prima guerra mondiale con l'avvento della Repubblica e la riforma della lingua (abbandono dell'alfabeto arabo a favore dell'introduzione di un alfabeto latino, ampia "de-persianizzazione" del lessico). Questo evento, che si coniugò con una svolta fortemente laica e marcatamente anticlericale, determinò un autentico trauma non solo nella storia letteraria, ma anche più in generale in quella culturale del paese.
Zülfü Livaneli
Nel giro di una o due generazioni i turchi furono separati dalla loro ricca e variegata tradizione letteraria di epoca ottomana, semplicemente perché non più capaci di leggere una lingua che si era espressa in un altro alfabeto, quello arabo. La nuova letteratura turca di epoca repubblicana -preparata da un vasto movimento letterario ispirato al nazionalismo, in cui emersero il poeta Ziya Gökalp (m. 1924) e il novelliere Ömer Seyfettin (m. 1920) - ha certamente risentito di questa cesura con un passato che i padri della Repubblica avevano voluto cancellare con un decreto dall'alto. Per contrasto con la tradizione e il passato islamico, essa ha programmaticamente accentuato la rivalutazione del folklore turco preislamico (e panturco) e ha oltremodo enfatizzato il rapporto della Turchia con le correnti letterarie europee, soprattutto francesi. Il problema della conciliazione delle "due anime" della Turchia contemporanea -quella volta all'Europa e alla Modernità e quella che guarda nostalgica al passato islamico e prerepubblicano- latente per decenni, è tornato prepotentemente alla ribalta a partire dagli anni '80 del XX secolo con il revival dell'Islamismo militante. Queste tematiche sono ben presenti in numerosi autori contemporanei, tra cui è d'obbligo citare almeno Yakup Kadri (Terra matrigna, Mondadori, Milano 1941), Yaşar Kemal, İrfan Orga (Una famiglia turca, Passigli, Milano 2007) e soprattutto Orhan Pamuk (Premio Nobel 2006) che è, con il poeta Nazim Hikmet (m. 1963), forse il più famoso e tradotto scrittore turco contemporaneo. Presso Einaudi è uscita quasi tutta l'opera di Pamuk; tra i romanzi più importanti, Il mio nome è rosso, Neve, Il castello bianco, La casa del silenzio, Il libro nero.
Orhan Pamuk, vincitore del Premio Nobel 2006.
Elif Şafak
Altro importante poeta turco affermatosi agli inizi del xx secolo fu Mehmet Akif Ersoy.
Anche le tematiche di genere hanno conosciuto notevole sviluppo negli ultimi decenni, basti citare qui, tra le autrici note anche in traduzioni in lingue europee, Latife Tekin[60], Perihan Magden (Due ragazze, Lain, Roma 2005), Buket Uzuner (Ada d'Ambra, Sellerio, Palermo 2003); pur tra difficoltà e autocensure, cominciano anche a essere tematizzati i delicati problemi interetnici, riconducibili essenzialmente alla questione della tragedia armena del primo Novecento (si veda il romanzo di Fethiye Cetin, Heranush, mia nonna, Alet, Milano 2007, oppure quello di Elif Şafak, (La bastarda di Istanbul, Rizzoli, Milano 2007), e alla più questione dell'irredentismo curdo (per cui si veda Zülfü Livaneli, Felicità, Gremese, Milano 2007). Non va infine dimenticato che, a seguito della forte emigrazione turca sin dagli anni '60 in Europa e segnatamente in Germania (oltre tre milioni di turchi), esiste ormai una notevole leva di scrittori turco-tedeschi, di formazione europea, tra cui ad esempio Feridun Zaimoğlu (Schiuma, Einaudi, Torino 1999) o Yadé Kara (Salam Berlino, Edizioni e/o, Roma 2005) che si esprimono preferibilmente nella lingua di Goethe, trattando nuove tematiche connesse ad esempio con i problemi dell'emigrazione, dell'integrazione, dei rapporti interculturali e interreligiosi.
Musica
Il più diffuso genere di musica tradizionale e folklorica in Turchia è il türkü, che viene suonato con il saz.
Il 24 maggio 2003 la Turchia vinse l'Eurovision Song Contest che si tenne a Riga in Lettonia con la canzone Everyway That I Can di Sertab Erener.