L'India (hindi: भारत Bhārat), ufficialmente Repubblica dell'India (Hindi: भारत गणराज्य Bhārat Gaṇarājya), è uno Stato federale dell'Asia meridionale, con capitale Nuova Delhi.
Viaggio in India (Rajasthan 1)
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È il settimo Paese per estensione geografica al mondo (3.287.263 km²) e il secondo più popolato, con 1.335.250.000 abitanti (censimento 2017).[7] È bagnato dall'oceano Indiano a sud, dal mar Arabico a ovest e dal golfo del Bengala a est. Possiede una linea costiera che si snoda per 7.517 km.[8] Confina con il Pakistan a ovest,[9] Cina, Nepal e Bhutan a nord-est, Bangladesh e Birmania a est. I suoi vicini prossimi, separati dell'oceano Indiano, sono lo Sri Lanka a sud-est e le Maldive a sud-ovest.
Sede della civiltà della valle dell'Indo e regione di rotte commerciali storiche e di vasti imperi, il subcontinente indiano è stato identificato con il suo commercio e la ricchezza culturale per gran parte della sua lunga storia.[10] Quattro grandi religioni del mondo (l'induismo, il buddismo, il giainismo e il sikhismo) sono nate qui, mentre lo zoroastrismo, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam arrivarono entro il I millennio d.C. dando forma nella regione a una grandissima diversità culturale. Gradualmente annessa alla Compagnia britannica delle Indie orientali dai primi decenni del XVIII secolo e colonizzata dal Regno Unito dalla metà del XIX secolo, l'India è diventata un moderno Stato nazionale nel 1947, dopo una lotta per l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza non violenta guidata da Gandhi.
L'India è la dodicesima più grande economia del mondo in termini nominali e la quarta in termini di potere d'acquisto. Riforme economiche hanno trasformato il Paese nella seconda economia a più rapida crescita[11] (è uno dei cinque Paesi a cui ci si riferisce con l'acronimo BRICS),[12] ma nonostante ciò il Paese soffre ancora di alti livelli di povertà, analfabetismo e malnutrizione, oltre ad avere un sistema sociale basato sulle caste. Società pluralistica, multilingue e multietnica, l'India è inoltre ricca sul piano naturale, con un'ampia diversità di fauna selvatica e di habitat protetti.
Storia
Le più antiche testimonianze note di vita umana in India sono rifugi dell'età della pietra dipinti a Bhimbetka, nel Madhya Pradesh. I primi insediamenti permanenti conosciuti apparvero oltre 9000 anni fa e si svilupparono gradualmente nella Civiltà della valle dell'Indo[17], che risale al 3300 a.C. Seguì il periodo vedico, che gettò le fondamenta dell'induismo e di altri aspetti culturali che caratterizzarono gli albori della società indiana, e si concluse intorno al 500 a.C. A partire dal 550 a.C. si svilupparono nuove forme di aggregazione e sorsero in buona parte del paese un discreto numero di regni e repubbliche indipendenti note con il nome di Mahajanapadas[18]. La più importante di queste, che sarà egemone nelle vaste regioni orientali, sarà il regno del Magadha.
Nel III secolo a.C. la maggior parte dell'Asia meridionale venne unita sotto la guida dell'Impero Maurya del sovrano Chandragupta Maurya. Questo vastissimo impero, il primo ad unificare quasi l'intero subcontinente indiano, fiorì sotto l'imperatore Aśoka, una delle figure preminenti della storia antica dell'India.[19] L'impresa di unificare un territorio così vasto sarà emulata solo parecchi secoli dopo la caduta dell'Impero Maurya da un altro grande impero: l'Impero Gupta nel III secolo d.C., in un periodo definito come "l'età d'oro dell'India antica".[20][21] In quei secoli vi furono continui contatti commerciali con l'Impero Romano[22]. Con la caduta dell'Impero Gupta sorsero nuovi regni, soprattutto a meridione dove presero forma nuovi imperi, tra cui i principali furono quello delle dinastie Chalukya, Rashtrakuta, Hoysala, Pallava, Pandya, e Chola. Nell'epoca dei grandi imperi dell'antichità, la scienza, l'ingegneria, l'arte, la letteratura, l'astronomia e la filosofia fioriranno sotto il patrocinio dei vari re ed imperatori.
In seguito alle invasioni provenienti dall'Asia centrale tra il X e il XII secolo, gran parte del nord India passò sotto il dominio del Sultanato di Delhi prima, e del più vasto Impero Moghul poi. Sotto il regno di Akbar il Grande l'India conobbe un periodo di armonia religiosa, e di fervore culturale ed economico.[23][24] Gli imperatori Moghul estesero gradualmente i loro regni fino a coprire gran parte del subcontinente. Tuttavia diversi regni indigeni, come ad esempio l'Impero di Vijayanagara indù resistettero in particolare nel sud, oltre al Regno Ahom nel nord-est. Tra il XVII e il XVIII secolo, la supremazia dei Moghul diminuì e l'Impero Maratha divenne la potenza dominante.[25] Dal XVI secolo diversi paesi europei, tra cui Portogallo, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito, iniziarono ad arrivare inizialmente come commercianti, ma approfittando poi delle spaccature fra i vari regni, si andarono imponendo con le loro colonie. Nel 1856 la maggior parte dell'India era sotto il controllo della Compagnia Inglese delle Indie Orientali.[26] Un anno più tardi un'insurrezione a livello nazionale chiamata Prima guerra di indipendenza indiana mise in serio pericolo il dominio della società britannica, ma alla fine la rivolta venne sedata. Come conseguenza, l'India passò interamente sotto il governo diretto della Corona britannica come colonia dell'Impero Britannico.
Mahatma Gandhi (destra) con Jawaharlal Nehru, 1937. Nehru sarebbe diventato il 1º Primo Ministro indiano nel 1947.
Nella prima metà del XX secolo fu lanciata una lotta per l'indipendenza a livello nazionale dal Congresso Nazionale Indiano e da altre organizzazioni politiche. Poi iniziarono anche le i sacrifici dei Sikh, il più noto dei quali fu Bhagat Singh, che giocarono un importante ruolo nella cacciata dei britannici.. Negli anni venti e trenta con il movimento guidato dal Mahatma Gandhi, milioni di persone furono impegnate in una campagna di disobbedienza civile di massa.[27] Il 15 agosto 1947 l'India ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna, ma venne divisa in due governi indipendenti tra il Dominion dell'India e il Dominion del Pakistan in conformità alla volontà della Lega Musulmana Panindiana.[28] Tre anni più tardi, il 26 gennaio 1950, l'India divenne una repubblica ed entrò in vigore una nuova costituzione.[29]
Dopo l'indipendenza furono portate avanti lotte di religione e fra le caste e insurrezioni in varie parti del paese, ma che si fu in grado di arginare attraverso la tolleranza e le riforme costituzionali.
Il terrorismo in India costituisce un grave problema: in particolare nel Jammu e Kashmir, nel nord-est dell'India, e, negli ultimi anni, anche nelle grandi città, ad esempio a Delhi e Bombay. Di particolare rilievo è l'attacco del 2001 al Parlamento indiano.
L'India ha sospeso le controversie territoriali con la Cina, che nel 1962 portarono alla guerra sino-indiana, e quelle con il Pakistan, che portarono a delle guerre nel 1947, 1965, 1971 e 1999.
L'India è un membro fondatore del Movimento dei Non-Allineati e delle Nazioni Unite (all'epoca come facente parte dell'India britannica).
Nel 1974 l'India ha condotto un test nucleare sotterraneo,[30] a cui hanno fatto seguito altri cinque test nel 1998, divenendo una potenza dotata di bomba atomica.[30] A partire dal 1991 importanti riforme economiche hanno trasformato l'India in uno dei paesi con tassi di crescita economica fra i più alti del mondo,[31] il che ha contribuito molto, sia a livello regionale che globale, ad aumentarne il peso specifico.[32]
Geografia
Geograficamente rappresenta la maggior parte del subcontinente indiano, ed è poggiata sopra la placca indiana, che a sua volta fa parte della placca indo-australiana.[33]
La geografia dell'India odierna deriva da processi geologici iniziati 75 milioni di anni fa, quando il subcontinente indiano, allora parte della sponda meridionale del supercontinente Gondwana, iniziò una deriva in direzione nord-est durata 50 milioni di anni, attraversando tutto l'Oceano Indiano (il quale era ancora in via di formazione).[33] La collisione del subcontinente con la placca eurasiatica e la successiva subduzione sotto ad essa, ha dato forma all'Himalaya (che culmina limitatamente al territorio indiano nel Kanchenjunga con i suoi 8.586 metri), la più alta catena montuosa del pianeta, che ora cinge l'India a nord e a nord-est.[33] Negli antichi fondali marini immediatamente a sud delle emergenti cime himalayane, il movimento tettonico creò un vasto avvallamento, che successivamente venne progressivamente riempito con i sedimenti dei fiumi,[34] dando vita all'odierna pianura Indo-Gangetica.[35] A ovest di questa pianura, separata dai monti Aravalli, si trova il deserto di Thar.[36] La pianura originaria del subcontinente continua a sopravvivere nella parte peninsulare dell'India, nella regione più antica e geologicamente più stabile che si estende dal nord fino ai monti Satpura e Vindhya nell'India centrale. Queste catene corrono parallelamente al Mar Arabico nella costa del Gujarat, e più a sud si trova un ampio territorio che prende il nome di altopiano del Deccan, fiancheggiato a occidente dalle catene costiere dei Ghati Occidentali, e a oriente dai Ghati orientali.[37] L'altopiano del Deccan contiene alcune delle rocce indiane di più antica formazione (anche più di un miliardo di anni).
Le Isole Andamane.
L'India si trova a nord dell'equatore, compresa tra i 6°44' ed i 35°30' di latitudine nord e tra i 68°7' ed i 97°25' di longitudine est.
La costa indiana si estende per 7.517 km di lunghezza; 5.423 km dei quali corrono lungo la penisola, mentre 2.094 km appartengono alle isole Andamane, Nicobare, e Laccadive. Secondo le carte idrografiche navali dell'India, la costa è costituita per il 43% da spiagge di sabbia, l'11% da costa rocciosa e scogliere, e il 46% da distese fangose o paludose.
La catena himalayana dà origine a grandi fiumi che attraverso il nord dell'India, tra cui il Gange e il Brahmaputra, si gettano nel Golfo del Bengala.[38] Importanti affluenti del Gange includono lo Yamuna e il Kosi, la cui bassa pendenza dei territori che attraversa è causa di disastrose inondazioni ogni anno. I grandi fiumi della penisola comprendono il Godavari, il Mahanadi, il Kaveri, e la Krishna, che si gettano nel Golfo del Bengala;[39] e il Narmada e il Tapti, che si gettano nel Mar Arabico.[40] Tra le più caratteristiche coste indiane si segnalano le paludose Rann di Kutch nell'India occidentale, e il delta alluvionale Sundarbans, condiviso con il vicino Bangladesh.[41] L'India ha due arcipelaghi: le Laccadive, atolli corallini vicino alla costa sud-occidentale e le Andamane e Nicobare, di origine vulcanica situate nel mar delle Andamane.[42]
Religione
In base ai dati del censimento del 2011, la popolazione indiana è a grande maggioranza di religione induista (79,8%), compresi gli ayyavazhi che sono considerati una setta induista e sono presenti soprattutto nell'India meridionale; la seconda comunità religiosa della nazione è quella dei musulmani che assommano al 14,23% della popolazione totale dell'India (è la seconda comunità musulmana mondiale dopo l'Indonesia). Sono presenti inoltre altre minoranze religiose: cristiani 2,3%, sikh 1,72%, buddisti 0,7% e poi giainisti e altre comunità religiose (religioni tradizionali tribali, bahai, ebrei e parsi).[53]
I musulmani costituiscono la maggioranza nel Jammu e Kashmir e nelle Laccadive, mentre formano grosse minoranze negli Stati di Uttar Pradesh (30 milioni, circa un quinto della popolazione), Bihar (13 milioni e mezzo, un: sesto della popolazione), Bengala Occidentale (un quarto della popolazione), Assam (poco meno di un terzo) e Kerala (un quarto).
I sikh costituiscono la maggioranza in Punjab e formano significative minoranze nel territorio di Delhi (mezzo milione) e nell'Haryana (oltre un milione). I buddisti formano la maggioranza nello Stato del Sikkim e nella regione del Ladakh e sono diffusi tra i paria grazie alle conversioni di massa iniziate dal dr. Ambedkar negli anni cinquanta. I giainisti si trovano soprattutto negli Stati di Rajasthan (650.000), Gujarat (525.000), Maharashtra (1.300.000) e Karnataka (400.000), i parsi sono concentrati a Bombay.[54]
Gli ebrei, ora molto ridotti, erano presenti storicamente con le comunità di Cochin, del Maharashtra (Bene Israel), di Bombay (Baghdadi), nel Mizoram (Bnei Menashe, indiani convertiti) e nell'Andhra Pradesh (Bene Ephraim, anch'essi indiani convertiti).
Lingue
Lingue indoarie e dravidiche nel sub-continente indiano.
L'India è la seconda entità geografica per diversità culturale, linguistica e genetica dopo l'Africa.[52]
L'India è la patria di due grandi famiglie linguistiche: indoariana (parlata da circa il 74% della popolazione) e dravidica (parlata da circa il 26%). Altre lingue parlate appartengono alle famiglie austroasiatiche e tibeto-birmana.
La Costituzione non riconosce una lingua nazionale, ma diverse lingue ufficiali: l'hindi è lingua ufficiale del governo (art.343) e da una a tre lingue sono designate come lingue ufficiali dei singoli stati (art.345). In India si parlano ben 179 lingue diverse. L'hindi è la lingua più parlata[55] oltre ad essere la lingua ufficiale dell'Unione.[56]
L'inglese, che viene ampiamente utilizzato in economia e nelle gestioni aziendali, ha lo status di "lingua ufficiale sussidiaria".[57]
La Costituzione riconosce inoltre altre 21 lingue che vengono abbondantemente parlate e utilizzate nei documenti pubblici dei vari stati, fra cui l'assamese (Assam), il bengalese (Bengala Occidentale), il gujarati (Gujarat), il kannada (Karnataka), il malayalam (Kerala), il marathi (Maharashtra), l'oriya (Orissa), il panjabi (Punjab, Haryana), il tamil (Tamil Nadu), il telugu (Andhra Pradesh). Kannada, malayalam, tamil e telugu sono lingue dravidiche, le altre indoarie.
Il numero di dialetti in India è di ben 1.652.[58]
Disuguaglianze sociali e problemi alimentari
Anche se l'economia indiana è cresciuta costantemente nel corso degli ultimi due decenni, la sua crescita è stata irregolare e diseguale fra i diversi gruppi sociali, gruppi economici, regioni geografiche, e tra zone rurali e zone urbane.[99]
La disparità di reddito in India è relativamente piccola (coefficiente di Gini: 36,8 nel 2004), anche se è aumentata ultimamente. Ma la distribuzione della ricchezza è maggiore, con il 10% della popolazione che possiede il 33% della ricchezza. Malgrado i significativi progressi economici, un quarto della popolazione della nazione si trova sotto la soglia di povertà individuata dal governo in 0,40 $ al giorno. Nel 2004-2005, il 27,5% della popolazione viveva sotto tale soglia.
La percentuale di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà internazionale di 1,25 dollari al giorno è comunque diminuita dal 60% nel 1981, al 42% nel 2005.[100] L'85,7% della popolazione viveva con meno di 2,50 $ (PPP) al giorno nel 2005, rispetto all'80,5% dell'Africa sub-sahariana.[101]
In tutte le statistiche FAO non c'è nessun dato che faccia presumere che a questa massa di popolazione, specialmente quella sotto la soglia di povertà, corrisponda un analogo problema dal punto di vista dell'approvvigionamento alimentare. Ciononostante da parte di alcuni studiosi, in convegni dedicati allo specifico tema, si è avanzata l'ipotesi che i dati ufficiali siano reticenti e nascondano una realtà molto più grave di quanto asserito dal governo e comunicato alla FAO.[102]
Cultura
In campo culturale l'India è contrassegnata da un elevato grado di sincretismo[118] e pluralismo culturale.[119] Il subcontinente è riuscito a preservare le proprie antiche tradizioni, assorbendo nel frattempo nuovi costumi, tradizioni e idee portati da popoli invasori e immigrati, diffondendo la propria influenza culturale verso altre parti dell'Asia.
Architettura
L'architettura rappresenta la diversità della cultura indiana. Molti monumenti di rilievo, come ad esempio il Taj Mahal, o altri esempi di architettura dell'epoca Moghul o dell'India meridionale, si compongono di una miscela che assomma le antiche tradizioni locali e idee provenienti da diverse parti del paese e dall'estero. L'architettura vernacolare mostra al pari notevoli varianti regionali.
Letterature indiane
Rabindranath Tagore, Premio Nobel per la letteratura nel 1913.
L'India è un vero arcipelago di lingue e dialetti, alcuni dei quali hanno espresso letterature fiorenti e di assoluto valore artistico. Accanto alle lingue indiane principali (hindi, urdu, tamil, maratha ecc.) autori indiani, spesso bi o tri-lingui, hanno scritto sin dal medioevo in persiano; a partire dal XX secolo, è emersa pure una sempre più consistente letteratura indiana in lingua inglese. Per questo è fuorviante, e storicamente errato, parlare di "letteratura indiana" al singolare.
Le prime opere di letteratura indiana - strettamente legate alla cultura religiosa - sono state trasmesse per via orale e solo in epoca più tarda messe per iscritto. Si tratta di opere letterarie in lingua sanscrita come i Veda, le opere epiche del Mahabharata del Ramayana e dei Purana, che hanno il rango di Sacre Scritture; a queste si aggiunge poi il dramma, la poesia, il teatro e, soprattutto, una ricchissima trattatistica religiosa e filosofica alimentata dalle diverse scuole e dottrine in seno all'Induismo e al Buddismo, ma anche all'Islamismo, al Giainismo e alle altre fedi presenti nel subcontinente. Questa ampia letteratura filosofica e religiosa, che continua nel medioevo con i grandi maestri (Gaudapada, Shankara, Ramanuja e le loro scuole ecc.), ha conosciuto un crescente successo anche in Occidente a partire dagli studi degli orientalisti dall'800 in poi, in virtù di mode e tendenze culturali che guardano all'India come al serbatoio inesauribile di ogni saggezza.
Nel medioevo, a seguito della lunga dominazione musulmana (Sultanato di Delhi XIII-XV sec., quindi Impero dei Moghul) protrattasi fino a metà '800, la letteratura colta si espresse soprattutto in lingua urdu e in persiano, le lingue dell'intellighenzia musulmana che gravitava intorno alle corti. Esemplare è la figura di Amir Khusraw di Delhi (m. 1301), plurilingue prolifico autore di masnavi (poemi di tono romanzesco o epico) che appartengono sia ai capolavori della letteratura persiana che a quelli della letteratura in lingue indiane. La letteratura religiosa medievale è quantomai varia. Oltre alla trattatistica su menzionata, si può citare la ricca tradizione poetica di ispirazione religiosa opera di santi induisti. Si va dagli Inni degli Alvar, dodici leggendari poeti-santi dei secoli VI-IX che vagavano di tempio in tempio nell'India meridionale e scrissero in lingua tamil, ai cosiddetti "Sant", poeti mistici dei secoli XIII-XVII che, scrivendo in lingua hindi o maratha, rielaborarono in chiave di eros mistico il patrimonio delle dottrine tradizionali. Si presentano inoltre interessanti casi di sincretismo religioso come ad esempio il Canzoniere del mistico Kabir di Benares vissuto nel XV sec., o il poema in lingua avadhi Padmavat definito "un immenso affresco... della luminosa civiltà hindu-musulmana" (G. Milanetti), opera di M.M. Jayasi della prima metà del XVI sec. - due autori che, superando le barriere etnico-religiose e linguistiche, anticipano il clima di "ecumenica tolleranza" religiosa dell'imperatore moghul Akbar (1542-1605) e si impongono all'ammirazione di tutti gli indiani. La letteratura in lingua hindi è gradualmente cresciuta nel subcontinente, soprattutto a partire dal periodo coloniale britannico e si è imposta definitivamente con la decolonizzazione dopo che l'urdu era divenuto la lingua ufficiale del Pakistan. Accanto ad essa ha continuato a svilupparsi la letteratura in lingua persiana, raggiungendo soprattutto in poesia con il grande Bidel (o Bedil, m. a Delhi 1721), notissimo anche in Asia Centrale, e con Ghalib (m. a Delhi 1869), poeta bilingue che apre la grande stagione moderna della lirica nella letteratura urdu, risultati estetici unanimemente ammirati.
Tra gli scrittori indiani moderni (attivi sia in lingue indiane, che in inglese) universalmente noto è Rabindranath Tagore, autore di poesie romanzi saggi e racconti, che vinse il Premio Nobel nel 1913; da ricordare anche Muhammad Iqbal (m. 1939), scrittore e riformista religioso, che scrisse poesia in urdu e in persiano, raggiungendo nelle rispettive letterature vertici di assoluto rilievo. A partire dal secondo dopoguerra sono emersi numerosi autori che esprimono l'incontro/scontro dell'India arcaica con la modernizzazione, come ad esempio il longevo R.K. Narayan (1906-2001) e la letterata, linguista, sociologa e scrittrice in lingua marathi Durga N. Bhagvat (1910 - 2002); a partire dagli anni ottanta hanno riscosso fama mondiale alcuni narratori di espressione inglese e di origini indiane come Anita Desai, H. Kureishi, Wikram Seth, Arundhati Roy e soprattutto Salman Rushdie e V.S. Naipaul (Premio Nobel 2001), perlopiù residenti in Occidente, che insieme hanno costruito quello che è definita "letteratura anglo-indiana", il ramo più consistente della letteratura post coloniale di area inglese. Tra le scrittrici ricordiamo inoltre Mahasweta Devi, che fu anche attivista e tra le più note scrittrici indiane in lingua bengali.
Teatro
Il teatro in India spesso incorpora elementi musicali e di danza, con dialoghi sia improvvisati che scritti. Spesso trova le sue basi nella mitologia induista, ma anche da romanzi medievali, e da notizie di interesse sociale ed eventi politici. Il teatro indiano comprende: bhavai dello Stato del Gujarat, jatra del Bengala Occidentale, nautanki e ramlila dell'India settentrionale, tamasha del Maharashtra, terukkuttu del Tamil Nadu, e yakshagana del Karnataka.
Cinema
L'industria cinematografica indiana è la più grande al mondo.[120] Bollywood, con sede nella città di Bombay, possiede la più prolifica industria cinematografica del pianeta: secondo il Central Board of Film Certification of India - l'ufficio che si occupa di visionare e approvare i film - solo nel 2003 sono stati prodotti 877 film e 1177 cortometraggi.[121] Gran parte della produzione corrisponde al cinema regionale nelle varie lingue ufficiali dell'India. Tra il cinema regionale si evidenzia quello in lingua tamil prodotto a Chennai. Tuttavia, il cinema regionale ha scarsa rilevanza in tutto il paese, e i grandi successi sono generalmente filmati in lingua hindi, che costituisce un quinto della produzione totale.
Il 73% dei biglietti in Asia e zona del Pacifico è venduto in India, e sempre il Central Board of Film Certification of India dichiara che ogni tre mesi un miliardo di persone - cioè l'intera popolazione indiana - si reca al cinema.[122]
Musiche e danze
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Musica classica indiana.
Il bharatanatyam.
La musica indiana è un'altra componente culturale che copre una vasta gamma di tradizioni e stili regionali. La musica classica in gran parte comprende i due generi: al Nord la musica industani, al Sud la musica carnatica e le loro varie forma di musica folk regionale. Le forme regionali di musica popolare comprendono il filmi e la musica folk (di cui una forma nota è il baul).
Anche la danza indiana ha altresì esempi di forma folk e classica. Tra le principali danze folcloristiche vi è il bhangra del Punjab, bihu dell'Assam, chhau del Bengala Occidentale, Jharkhand e Orissa, thumka dance e il ghoomar del Rajasthan. Otto forme di danza, con molte elementi narrativi e mitologici hanno ottenuto lo status di danza classica dal Sangeet Natak Akademi (l'Accademia Nazionale di Musica, Danza e Teatro), e alcune di queste sono: bharatanatyam dello Stato del Tamil Nadu, kathak in Uttar Pradesh, kathakali e mohiniyattam nel Kerala, kuchipudi dell'Andhra Pradesh.[123]. Una delle figure più rilevanti che diede un grande contributo alla danza tradizionale indiana fu Rukmini Devi (1904-1986)
Scienza
L' apporto scientifico dato dall'India fu notevole: nel xx secolo ricordiamo la figura di Subrahmanyan Chandrasekhar (1910-1995), naturalizzato statunitense, Nobel per la fisica nel 1983, ricordato soprattutto per il Limite di Chandrasekhar.
Inoltre è da ricordare, nel corso del xx secolo, la figura di Shakuntala Devi (1929-2013), bambina prodigio, definita spesso computer umano, per la eccezionale rapidità nell'eseguire complicate operazioni in ambito matematico in pochi secondi.