IL FARO DEI SOGNI

Oman

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Il Sultanato dell'Oman (‘Omān), pronuncia Araba [ʕumaːn] pronuncia italiana "omàn" [ɔm'an][5], è uno stato asiatico situato nella porzione sud-orientale della penisola arabica. Confina con gli Emirati Arabi Uniti a nord-ovest, con l'Arabia Saudita a ovest e con lo Yemen a sud-ovest. Si affaccia sul mar Arabico a sud e a est, sul golfo dell'Oman a nord-est. All'Oman appartengono anche le exclavi di Madha e Musandam, che confinano con gli Emirati Arabi Uniti; la seconda è bagnata dallo stretto di Hormuz e dal golfo dell'Oman.



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Dal XVII secolo l'Oman ha avuto un proprio impero coloniale, in competizione con Portogallo e Regno Unito per il controllo del Golfo Persico e dell'Oceano Indiano. Nel XIX secolo, periodo del massimo splendore, l'influenza politico-economica di questo impero arrivò in Iran, Pakistan e, a sud, Zanzibar[6]. Il Novecento vide invece il forte declino economico del sultanato, la cui prosperità si era basata sul fatto di essere un fiorentissimo mercato di armi e schiavi, attività entrate in crisi.
A causa di questa decadenza l'Oman cadde sotto la pesante influenza del Regno Unito, diventando parte del suo Impero come protettorato fino al 1971. Tradizionalmente il sultanato è vicino a Regno Unito e Stati Uniti, ma ha sempre conservato la sua sovranità e mantiene oggi una politica estera indipendente.

L'Oman è una monarchia assoluta governata dal sultano Qābūs, al potere dal 1970, ma il suo parlamento ha alcuni poteri legislativi e di controllo[7]. Nel novembre 2010 l'UNDP, su 135 paesi considerati, ha classificato l'Oman come lo Stato che ha avuto il maggior sviluppo socio-economico negli ultimi 40 anni[8]; il sultanato è considerato uno dei più sviluppati e stabili tra i paesi arabi[9].



Il mondo insieme - I viaggi: Oman



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Storia

Antichità

Nella lingua dei Sumeri l'Oman si chiamava Magan ed era noto per esportare rame. La sua annessione all'impero persiano achemenide avvenne in data imprecisata. Compare tra le province soggette ai Persiani nelle iscrizioni di Dario I con il nome di Makā, a partire dal 524 a.C. Per secoli il paese, che dai Sasanidi era detto Mazūn, ha fatto parte dei domini persiani pur con fasi alterne. Gli Arabi vi arrivarono in ondate diverse a partire, sembra, dal I secolo a.C. per stanziarsi, inizialmente, in modo particolare nelle zone interne del paese. Secondo la tradizione araba i Banu Azd, come altre tribù, arrivarono in Oman a seguito del crollo della diga di Ma'rib in quel grande movimento che determinò la dispersione degli Arabi nel Vicino Oriente.

Fra il 627 e il 632 d.C., con l'espansione dell'Islam l'Oman venne sottratto al controllo persiano, entrando a far parte del Califfato degli Omayyadi. Già prima del 700 molti oppositori degli Omayyadi si rifugiarono in Oman. Fra questi si distinsero in primo luogo coloro che appartenevano a una corrente dell'Islam detta ibadita.

Con il crollo della dinastia omayyade nel 751 fu fondato un imamato che, con alterne vicende, durò fino alla metà del XX secolo. Per molti secoli la storia dell'Oman è assai complessa proprio per il continuo contrasto con il potere centrale del Califfo, ma anche per i contrasti interni che si sono susseguiti sia fra diverse tribù che fra diversi gruppi di potere primo fra tutti quello fra gli imam e i sultani.



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Clima
Il clima è tropicale arido, nel periodo estivo da maggio a settembre caldo torrido (fin oltre 45 gradi la temperatura massima media dei deserti) nelle zone più interne, tendente all'afoso man mano che ci si avvicina alla costa per via dell'accentuata evaporazione dell'acqua marina e dell'assenza di piogge che stemperi l'estrema intensità dei raggi solari, perdurante per mesi (un esempio è il clima estivo di Mascate). Qui si contemplano temperature massime medie tra i 35 e i 40 gradi ma la percezione può superare i 60 °C , nel corso di alcuni periodi. L'inverno è ovviamente molto mite poiché il paese è latitudinalmente quasi interamente compreso nella fascia tropicale propria. Le precipitazioni atmosferiche sono quindi irrisorie e il periodo fortemente consigliato per visitare il paese va da metà ottobre alla prima settimana di marzo proprio nel momento delle pochissime piogge e del sole meno intenso dell'anno (comunque è un sole ben presente).



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Principali città

Mascate
Seeb
Salalah
Sohar
As Suwayq
Ibri
Saham
Barka
Rustaq
Nizwa



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Religione

Il governo omanita non stila statistiche sull'appartenenza religiosa dei suoi abitanti, ma sicuramente la religione maggiormente professata è l'Islam[26], i cui fedeli costituiscono all'incirca il 75% della popolazione[27]. I musulmani sono per lo più Ibaditi, fatta eccezione per le regioni costiere dove si trova una comunità sunnita piuttosto consistente.
L'Oman è l'unico paese del mondo in cui gli ibaditi sono la maggioranza; peraltro, i seguaci di questo particolare ramo della religione islamica sono presenti solo in questo paese e in poche regioni dell'Africa settentrionale.

Le confessioni non islamiche presenti nel paese sono molto varie: induismo, giainismo, buddismo, zoroastrismo, sikh, bahai e cristianesimo. Queste religioni sono professate in pratica soltanto da una parte degli immigrati, peraltro solo quelli che non vengono a loro volta da paesi islamici. Le comunità cristiane sono animate per lo più dai lavoratori indiani, filippini e del sudest asiatico; sono presenti soprattutto nelle maggiori aree urbane del sultanato, cioè quelle di Mascate, Sohar e Salalah. Nell'area metropolitana della capitale ci sono comunità cristiane di oltre 50 confessioni diverse, tra cui cattolici, ortodossi e varie congregazioni protestanti. Tra questi gruppi la differenza spesso è anche etnica, e si basa sui paesi di provenienza degli immigrati.

La Legge Fondamentale dell'Oman dichiara l'islam religione di Stato e la sharia principale fonte della legislazione nazionale; tuttavia al suo interno è anche affermata la libertà di religione, unitamente al divieto di discriminazioni su base confessionale. Il governo ha generalmente garantito la libertà religiosa per tutte le numerose fedi presenti nel paese, anche se con qualche ufficiosa limitazione per i non islamici, specie in materia di proselitismo e luoghi di culto, questi ultimi spesso insufficienti per i fedeli. Comunque, l'apostasia non è un crimine e non si ha notizia di detenuti per motivi religiosi.



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Oman



Lingue e dialetti
La lingua ufficiale è l'arabo. Vi sono alcune minoranze che parlano altre lingue originarie. Nel Dhofar si parlano alcune lingue sudarabiche, come il Mahri, che appartengono a un ramo delle lingue semitiche ma diverso da quello dell'arabo. Il balochi è diffusamente parlato[28]; molto ampia è anche la conoscenza dell'inglese, al punto che insegne e indicazioni stradali sono riprodotti sia in arabo sia in inglese[15].



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Cultura
Letteratura

Ben poco sappiamo della letteratura dei primi secoli dopo l'egira probabilmente anche a causa di incendi che, nel tempo, hanno distrutto diverse importanti biblioteche come quella di Rustaq in cui erano raccolti manoscritti di testi riguardanti i diversi saperi.

Vari sono i poeti che hanno cantato in versi episodi e personaggi della storia omanita secondo quanto era in uso nella poesia araba fin dal periodo preislamico. Così la tradizione ricorda i versi composti da Malik b. Fahm che canta le gesta sue e dei Banu Azd da lui condotti in Oman a seguito della dispersione delle tribù da Ma'rib determinando la prima arabizzazione del Paese[29]. In epoca abbaside visse Ibn Durayd (838-933), poeta oltre che grammatico e storico che trascorse però gran parte della sua vita fra Baghdad e la Persia[30]. Numerosi sono gli Imam prima e i sultani dopo appartenenti alle diverse dinastie succedutesi fra il secolo XI e il XVIII che hanno composto versi in cui cantano le conquiste fatte e le loro gesta. A partire dal XII secolo si è diffusa anche la poesia araba d'amore ed encomiastica secondo i canoni tradizionali arabi. Poesie in gran parte pubblicate in numerose raccolte, i diwan[31].



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Per quanto riguarda la prosa bisogna premettere che molti studiosi omaniti dei primi secoli dell'egira operarono in realtà in Iraq, in modo particolare a Basra. In questa città, al tempo sede di una delle principali scuole di pensiero islamico, molti si recavano a studiare e molti vi restavano a svolgere le proprie attività di studiosi scrivendo anche importanti opere. Nel IX secolo si svilupparono anche in Oman alcune scuole di pensiero (in arabo: مدرسة‎) legate alla corrente islamica degli Ibaditi. Si tratta di scuole in cui si studiava la giurisprudenza e la teologia, (in arabo: ﻓﻗﻪ ‎, fiqh ), il tafsīr (تفسير), cioè l'esegesi coranica, la shariʿa (شريعة), gli ʾaḥādīth (حديث) e la lingua araba letteraria. In particolare le prime scuole videro la luce a Sohar e a Izki e, nel secolo seguente, a Bahla. A partire dal secolo XI si imposero le scuole di Nizwa e di Rustaq mentre altre sono state fondate in seguito in diverse città dell'Oman come quella di Mascate fondata nel XIX secolo.Connesse a queste scuole si costituirono biblioteche a cui se ne affiancavano altre di studiosi i cui manoscritti sono in parte andate perduti mentre altri sono stati recentemente pubblicati e altri ancora sono in attesa di essere stampati[32]. Nel IX secolo iniziarono a essere redatte alcune opere appartenenti a qual genere letterario arabo peculiari dei primi secoli dell'Islam, i siyar (pl. di sïrah), cioè biografie di personaggi illustri. Si tratta quindi di opere dedicate a singoli personaggi e, al massimo, alla loro epoca con le sue problematiche politiche e dottrinali. La prima visione di insieme della storia omanita, dal periodo preislamico fino a quello omayyade, a noi giunta è il Kitāb al-ansāb di al-ʿAwtabī scritto nel secolo XI. Dopo alcuni secoli di cui non abbiamo alcun testo storico, nella prima metà del secolo diciottesimo al-Izkawī (1650-1737) potrebbe aver scritto il Kašf al-ġumma ripreso da Ibn Razīq intorno al 1860, opera questa che tratta della storia dell'Oman dalle origini fino al 1728[33]. Questo testo scritto in maniera discorsiva è stato ripreso dagli storici omaniti seguenti fra cui ricordiamo al-Sālimī (1869-1914) e la sua Tuḥfa al-aʿyān[34] divenuta la principale opera di riferimento per gli storici moderni.



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Generalità

Stato dell'Asia, affacciato sulle coste orientali della Penisola Arabica, e bagnato per una lunga striscia di terra dalle acque del Mar Arabico, non ancora confluite nel vicino Oceano Indiano, l'Oman si spinge sulla terraferma fin nel cuore degli Emirati Arabi Uniti, entro i cui confini sorgono due territori soggetti alla sua giurisdizione: Madha, un minuscolo agglomerato di case, e la penisola di Musandam, l'estrema enclave settentrionale che domina lo stretto di Hormuz. Oltre al passato coloniale, alla commistione tra tradizione e modernità, alla scoperta dei giacimenti petroliferi e a una ricchezza diffusa di recente acquisizione, l'Oman condivide con i vicini Stati arabi una parte di quello che viene chiamato il “Quarto vuoto”: la sezione sudorientale dell'Ar-Rub' al-Khālī, il deserto che occupa quasi un quarto dell'intera Penisola Arabica e che ne influenza morfologia, clima e organizzazione degli insediamenti. Famoso nell'antichità per la produzione e il commercio dell'incenso, l'Oman ha attraversato diversi secoli di isolamento prima di abbracciare la fede islamica, subire la dominazione portoghese, interessata alla posizione del Paese nelle rotte commerciali, e rifiorire sotto la dinastia degli Ya' aruba, prima, e del sultanato di Said bin Sultan (a metà dell'Ottocento) poi. Sotto la sua guida, infatti, il Paese raggiunse in breve tempo dimensioni e prestigio imperiali, fino a controllare alcuni territori africani della costa orientale e l'isola di Zanzibar. Tuttavia, i successivi passaggi di potere non riuscirono a far fronte alle profonde divisioni etniche e politiche interne, sottolineando nel contempo quanto l'abbandono delle pratiche tradizionali e l'apertura verso la modernità fosse un processo solo parzialmente compiuto. Alla fine del XX secolo, la salita al potere di Qabus ibn Saʽīd, che da quasi quarant'anni regna in Oman, ha segnato finalmente l'inizio della rinascita, grazie alla quale il Paese è gradatamente uscito dall'isolamento e dall'arretratezza che lo aveva connotato per buona parte del secolo. Modernizzazione economica, investimenti infrastrutturali, valorizzazione della formazione professionale, diffusione dell'istruzione, crescita culturale sono solo alcuni degli interventi che hanno caratterizzato l'amministrazione illuminata del governo. In equilibrio tra la salvaguardia della tradizione e del ricco passato culturale e la lusinga esercitata dalle potenzialità di un'economia florida e di una società avanzata, l'Oman vive dunque una condizione di stabilità sociale e politica, pur se in un contesto non ancora contrassegnato da una piena democratizzazione, come testimonia per esempio la partecipazione solo parziale dei cittadini al governo della cosa pubblica.

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Territorio: geografia umana

La popolazione è formata in prevalenza da arabi, ma numerosi sono anche gli indiani, i pakistani e gli iraniani di antica immigrazione, qui giunti per organizzare fiorenti commerci e oggi rappresentanti di una casta sociale privilegiata. Numerosi sono anche i neri africani, fatti affluire come schiavi e di cui l'Oman fu a lungo importante mercato. È presente inoltre una piccola minoranza di egiziani. Negli anni Ottanta del Novecento, di fronte alla massiccia presenza di lavoratori provenienti da altri Paesi, soprattutto asiatici, le autorità hanno varato leggi per la promozione dell'occupazione tra i cittadini omaniti. Nell'interno del Paese si hanno gruppi piuttosto esigui di nomadi o seminomadi, dediti all'allevamento, che per lo più si spostano stagionalmente dal deserto ai centri pedemontani. La maggior parte degli Omaniti è però, sedentaria e vive nei maggiori centri urbani, in oasi o in villaggi agricoli. La densità demografica media è molto bassa, 9 ab./km², a causa delle difficili condizioni climatiche. Tuttavia la popolazione si ripartisce in modo differenziato: infatti gli abitanti si concentrano soprattutto nel Masqaţ e, in particolare, nella fascia costiera, dove sorgono tutti i centri maggiori come As-Sīb, Maṭraḥ, Bawshar, Ṣuḥār e Mascate. La capitale fu sede di un vero e proprio impero marittimo in gran parte basato sulla tratta degli schiavi dell'Africa orientale; ancor oggi è dominata da antiche torri e fortezze, sui picchi rocciosi che coronano il porto. Altri attivi centri sono Ṣūr e, nel Dhufar, Ṣalālah; tra le maggiori oasi dell'interno è quella di Nazwá, posta sulle pendici meridionali del Al-Jabal Al Akhḍar e i cui abitanti si dedicano in prevalenza ad attività tessili e alla lavorazione dei metalli.

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Cultura: generalità

L'Oman è, come i suoi vicini della Penisola Arabica, un Paese profondamente islamico. Tuttavia, benché questo comporti, per esempio, l'applicazione di molte limitazioni sociali che discriminano la figura femminile, l'interpretazione dei precetti coranici è qui meno oppressiva rispetto alla limitrofa Arabia Saudita. Se, da un lato, in molti villaggi si vive ancora secondo usanze tradizionali, se non tribali, di contro nelle città lo sviluppo e la modernità hanno trovato, più che altrove, un alto grado di integrazione con l'eredità storica. Nell'architettura, in primis, che ha utilizzato soluzioni in cui molti elementi classici sono stati mantenuti e inseriti in costruzioni moderne, evitando il contrasto e l'ostentazione presenti in altri centri urbani mediorientali. Proprio l'equilibrio estetico tra storia e innovazione fa di Mascate, la capitale, un luogo piacevole in cui poter entrare in contatto con le diverse anime del Paese. Qui hanno sede le istituzioni culturali più importanti, riunite sotto la supervisione del Ministero dell'eredità nazionale e della cultura: vi sono il Museo dell'Oman, fondato nel 1974, in cui sono conservati molti oggetti di arte islamica, il Museo nazionale (1978), il Museo di storia naturale (1983). Nella capitale si trovano anche tre forti del XVI secolo, Mutrah, Jalali e Mirani (in tutto l'Oman ne restano diverse centinaia, di epoche diverse, così come molti sono i castelli nel deserto) e la suggestiva residenza del sultano. I siti culturali omaniti dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità sono il Forte di Bahla (1987); le Aree archeologiche di Bat, al-Khutm e al-Ayn (1988); la Via dell'incenso (2000); i Sistemi di irrigazione Aflaj (2006). Tra gli eventi culturali di primo piano si ricordano la Fiera internazionale del libro di Mascate, importante appuntamento annuale dell'editoria araba, e le esibizioni dell'Orchestra sinfonica reale.

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Cultura: tradizioni

In Oman, e soprattutto nelle regioni dell'entroterra, sono ancora vive molte delle tradizioni locali. Le usanze e le pratiche indigene trovano espressione privilegiata nell'abbigliamento, nella grande varietà di danze e canti che accompagnano le celebrazioni religiose o civili e nei prodotti tipici dell'artigianato. Gli uomini spesso indossano il tradizionale dishdashah, una sorta di camicione, accompagnato da un turbante, il muzzar; le donne portano ampi pantaloni (sirwal), una lunga veste dai colori sgargianti (thawb), e una sorta di foulard sul capo (hijab). La danza e il canto sono vere e proprie arti, praticate da uomini e donne in tutto il Paese ma con alcune differenze da zona a zona. Nella regione di Ash Sharqīyah, per esempio, i canti sono divisi in tre categorie, con scopi diversi: vi sono canti del mare, del deserto e della città. La razha, diffusa invece in quasi tutto il sultanato, è un tipo di danza in cui i protagonisti recitano versi e utilizzano le tradizionali e bellissime spade, la cui lavorazione è tra le più pregiate e apprezzate del Medio Oriente. Nella penisola di Musandam, viceversa, i balli e le coreografie sono accompagnati molto spesso dai ritmi incalzanti delle percussioni. Nell'artigianato le eccellenze dell'Oman sono, oltre alle già menzionate spade, gli altrettanto famosi pugnali ricurvi, i khanjar dai foderi in argento decorato, le sculture in legno, i tessuti impreziositi da pietre e gioielli. A metà strada fra la produzione artigianale e quella industriale sta la realizzazione di imbarcazioni (le più note sono i sambuchi o dhow), attività locale di antica origine legata allo stretto rapporto fra questo popolo e il mare. La cucina nazionale non riserva particolarità che si differenzino dai tipici cibi arabi. Riso, carne (cucinata in molte maniere e con spezie diverse, come la shuwa, la cui preparazione richiede da 24 a 48 ore) e pesce costituiscono la base della gastronomia omanita, solitamente non piccante e contornata da dolci e bevande a base di latte o yogurt. Le principali festività sono quelle previste dall'Islam, a cui si sommano ricorrenze civili quali il National Day, che celebra la cacciata dei portoghesi nel XVII secolo, o il giorno del compleanno del sultano. Tra le attività sportive tradizionali si ricordano le corse con i cammelli e con i cavalli; da molti anni sono peraltro diffusi sport occidentali quali calcio o rugby.

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Cultura: letteratura

Anche in Oman, come nel resto dei Paesi della Penisola Arabica, la produzione letteraria più sviluppata è quella poetica. Tra gli altri spicca il nome di ʽAbd ar-Raḥmān Rafī (n. 1938), che scrive sia poesie tradizionali dalle rigide regole stilistiche sia, come la maggior parte dei poeti arabi contemporanei, poesie moderne dal verso libero, e di Sheikh Abdullah bin Ali Alkhalili (1922-2000), autore di sei raccolte di poemi che spaziano dai temi religiosi alle istanze nazionalistiche, dall'epica all'elegia. Tra i poeti della nuova generazione emerge Sayf al-Riḥābī (n. 1956), scrittore e giornalista Sayf al-Riḥābī scrive i suoi versi nel genere della cosiddetta poesia in prosa, e le sue poesie parlano dell'unità della cultura araba contemporanea e dell'aspirazione degli intellettuali arabi alla libertà. Ha pubblicato diverse raccolte tra cui Nawras al-ğunūn (1981; Il gabbiano della follia) e al-Ğabal al-ahḍar (1982; La Montagna Verde). Nel genere del racconto breve citiamo Sa‘ūd al-Muzaffar che pubblica le raccolte Yawm qabla šurūq al-šams (1987; Il giorno prima del sorgere del sole) e Wa ašraqat al-šams (1987; Il sole è sorto).

fonte www.sapere.it/enciclopedia/Oman.html

 
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