IL FARO DEI SOGNI

Kuwait

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view post Posted on 16/12/2017, 19:03     Top   Dislike
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Il Kuwait (pron. [kuˈwait][4]) è un emirato sovrano, situato nell'Asia sud-occidentale (Medio Oriente), in un'area particolarmente ricca di petrolio. Lo Stato si affaccia sul golfo Persico e confina con l'Arabia Saudita a sud e con l'Iraq a nord. Il nome è il diminutivo di una parola araba che significa piccola fortezza (lungo il litorale). L'antico nome della regione era Qurayn.



Kuwait city



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Storia

Nell'antichità classica l'isola di Failaka era certamente abitata ed una descrizione dell'Isola è contenuta nell'Anabasi di Alessandro, il testo classico che descrive le imprese di Alessandro Magno. Fino all'inizio del XVI secolo la zona corrispondente all'odierno Kuwait era un arido deserto scarsamente popolato.

Nel 1612 Barrak bin Ghurayf, shaykh della tribù dei Banu Khaled, costruì un piccolo fortino (Kut, da cui il nome - al diminutivo appunto - del paese) contro gli Ottomani[5].

Nel XVIII secolo i Banu Khāled accolsero tribù provenienti dall'Arabia centrale, allora devastata dalla siccità e dalla perdita di bestiame, da allora note come gli Utub del Qurayn (il nome della regione all'epoca). L'area iniziò a prosperare con il commercio di perle e spezie tra India ed Europa. Indeboliti dal conflitto con i Wahhabiti, i Banu Khāled persero influenza e nel 1756 gli Utub elessero Sabah I bin Jabir primo shaykh del Kuwait: da lui discende la dinastia emirale Al Sabah.



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Rioccupata la zona all'inizio del XIX secolo, nel 1897 l'Impero ottomano riconobbe al Kuwait e al suo shaykh lo status autonomo di cazà (suddivisione di un sanjak o sangiaccato) ma la regione il 23 novembre 1899 diventò un protettorato britannico per effetto dell'accordo segreto firmato dall'allora shaykh Mubarak Al Sabah. La protezione britannica del Kuwait divenne subito evidente quando gli ingegneri tedeschi del progetto ferroviario Berlino-Baghdad studiarono lo sbocco al mare della tratta Bassora-Kuwait. I britannici si opposero e, nel 1901, ci fu uno Scambio di Note diplomatiche con l'Impero ottomano sullo status quo del Kuwait.



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La Convenzione Anglo-Ottomana del 1913 riconobbe diplomaticamente lo Shaykh Mubarak Al Sabah come soggetto alla "suzeranity" ottomana, ma anche al Protettorato britannico. Tale accordo non fu peraltro mai ratificato a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, in cui il Kuwait si schierò con il Regno Unito contro l'Impero ottomano. La grande guerra disintegrò l'Impero ottomano ed i britannici invalidarono la Convenzione del 1913 dichiararono il Kuwait uno "sceiccato indipendente sotto protettorato britannico". Il Trattato di Uqayr del 1922 fissò il confine con l'Arabia Saudita e istituì la zona neutrale kuwaitiano-saudita, un'area di circa 5.180 km² a sud del Kuwait.

A partire dagli anni 30 del XX secolo per il Kuwait inizia l'età del petrolio. La prima concessione petrolifera fu concessa nel 1934 alla Kuwait Oil Company, una joint venture al 50/50 tra la Anglo-Iranian Oil Company e la Gulf Oil. L'effettiva scoperta dell'oro nero è del 1938, ma la produzione fu ritardata dalla seconda guerra mondiale ed iniziò solo nel 1946. La conferma di grandi giacimenti di petrolio ha trasformato il Kuwait in uno dei più ricchi Stati della Penisola e uno dei maggiori esportatori mondiali di petrolio (il maggiore del Golfo Arabico già nel 1952). In quell'anno, a causa della nazionalizzazione dell'industria petrolifera iraniana da parte di Mohammad Mossadeq e della successiva crisi di Abadan la produzione kuwaitiana sostituì quella persiana.



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Negli anni '50 in tutto il Vicino Oriente si sviluppò un forte nazionalismo arabo legato al carisma del leader egiziano Nasser e alla crisi di Suez ed il Kuwait non faceva eccezione. L'Emiro ʿAbd Allāh Āl Ṣabāḥ avviò allora un negoziato con i britannici arrivando ad ottenere l'indipendenza dal Regno Unito il 19 giugno 1961. Nel 1960, quando ancora non era pienamente indipendente, l'Emirato aderì all'OPEC. Il Kuwait concordò quindi con l'Arabia Saudita lo sfruttamento paritario delle riserve petrolifere della zona neutrale. Nell'ottobre 1963, dopo aver opposto resistenza, anche l'Iraq riconobbe formalmente l'indipendenza del Kuwait e i suoi confini.

A causa della forte minoranza palestinese che viveva nel Paese, il Kuwait risentì delle conseguenze delle guerre arabo-israeliane, della creazione nel 1968 dell'OLP e delle tensioni tra palestinesi ed altri Paesi arabi (come il settembre nero giordano del 1970 e la guerra civile libanese iniziata nel 1975).

Gli investimenti nell'industria petrolifera e la conseguente crescita economica attirarono nel nuovo Stato numerosi lavoratori stranieri (soprattutto dall'Egitto e dall'India) di cui solo pochi riuscirono ad ottenere la cittadinanza. Negli anni settanta il Kuwait nazionalizzò la Kuwait Oil Company (Q8), terminando la partnership con British Petroleum e Gulf Oil.





L'invasione irachena e la liberazione del Kuwait

Dopo essere stato alleato dell'Iraq durante la guerra Iran-Iraq, concedendo prestiti per 65 miliardi di dollari, e dopo un breve conflitto economico, il Kuwait fu invaso e annesso dall'Iraq il 2 agosto 1990. La monarchia fu deposta e fu insediato un governatore iracheno (Ali Hassan al-Majid). La comunità internazionale tuttavia non tollerò questa flagrante violazione del diritto internazionale non riconoscendo l'annessione; il Kuwait formò un governo in esilio basato a Ta'if, in Arabia Saudita.
Blindato (IFV) iracheno distrutto nel deserto

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizzò una coalizione di 34 paesi, guidata dagli Stati Uniti, a intervenire militarmente. Il 27 febbraio 1991 si concluse la Guerra del Golfo con la liberazione del Kuwait e il reinsediamento dell'Emiro Jābir Āl Ṣabāḥ[6].

L'esercito iracheno in ritirata appiccò il fuoco a circa 600 pozzi petroliferi e danneggiò i 100 restanti, provocando una catastrofe ambientale ed economica in tutto il Golfo: oltre ai versamenti in mare, il 5% del territorio del Kuwait fu coperto da laghi di petrolio e furono necessari più di nove mesi per spegnere gli incendi. Inoltre, il Kuwait pagò 17 miliardi di dollari come rimborso spese alla coalizione.

La guerra di liberazione del Kuwait segna anche un punto di svolta nella storia dei media e segna l'avvento dell'era della CNN o della cosiddetta "TV globale". Per la prima volta infatti i telespettatori di tutto il mondo poterono vedere immagini da tutti i fronti di guerra, dai bombardieri al decollo in Arabia Saudita alle bombe che cadevano a Baghdad. Se poche persone prima del 2 agosto 1990 avrebbero saputo localizzare il Kuwait su di un atlante geografico, con la prima guerra del Golfo la guerra è entrata nei salotti di casa di tutti. Sembrava allora avverata la profezia di Marshall McLuhan sulla TV che avrebbe ridotto il mondo ad un "villaggio globale".



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Geografia

Il territorio del Kuwait, uno dei più piccoli paesi del mondo e l'unico senza riserve d'acqua naturali, è costituito principalmente da deserto (solo lo 0,84% della superficie è coltivabile), con lievi differenze di altitudine (la massima è 306 m s.l.m.). Il clima tropicale è secco (127 mm all'anno) e caldo (anche oltre i 45 °C in estate). Sulla costa, lunga 499 km e dotata di un porto naturale nella baia di Kuwait, sono situate nove isole, di cui solo una (Faylaka) è abitata e la più grande (Bubiyan) è collegata alla terraferma con un ponte. Le città sono Madinat al-Kuwait, Jahrah, Salmiya, Hawalli e Shuwaikh. Più di 363 specie di uccelli sono state registrate in Kuwait.[7] Ogni anno passano dal Kenya dai 2 ai 3 milioni di uccelli.[8] Le isole del paese sono importanti zone di riproduzione per quattro specie di Sterninae e per il Socotra cormorant.[8] Nel paese sono presenti tre principali impianti di trattamento delle acque reflue.[9]



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Istruzione

Il Kuwait ha il più alto tasso di alfabetizzazione nel mondo arabo.[36] Il sistema di istruzione generale comprende quattro livelli: Scuola dell'infanzia (della durata di 2 anni), scuola primaria (della durata di 5 anni), livello intermedio (della durata di 4 anni) e scuola secondaria (della durata di 3 anni).[37] La scolarizzazione a livello primario e intermedio è obbligatoria per tutti gli studenti di età compresa tra i 6 e i 14 anni. Tutti i livelli di istruzione statali, tra cui l'istruzione superiore, sono facoltativi.[38] La mobilità internazionale degli studenti del Kuwait ha quasi raggiunto livelli record.[39][40][41][42] Il sistema scolastico pubblico è in fase di rinnovamento grazie a un progetto in collaborazione della Banca Mondiale.[43]



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Cultura

Il Kuwait è ampiamente considerato la capitale culturale della regione del Golfo persico,[44][45] spesso soprannominato l'"Hollywood del Golfo" grazie alla popolarità delle sue soap opera televisive e alle sue opere teatrali.[46][47][48][49][50][51][52][53][54][55][56][57][58][59][60][61][62][63]
Soap opera

Le soap opera del Kuwait sono le più viste nella regione del golfo Persico.[64][65] La maggioranza delle soap opera prodotte nella regione del golfo sono girate proprio in Kuwait.[66][67]
Arte

Il Kuwait possiede il più antico movimento di arte moderna della penisola arabica.[68] A partire dal 1936, il Kuwait è il primo paese del golfo Persico a concedere borse di studio nel campo delle arti.[68] Nel paese sono presenti più di 20 gallerie d'arte.[69][70][71]
Sport
L'hockey sul ghiaccio in Kuwait è monopolizzato dalla Kuwait Ice Hockey Association. Il Kuwait è entrato a far parte dell'International Ice Hockey Federation nel 1985, ma è stato espulso nel 1992, visto che lo sport non era praticato quasi per nulla.[72] Nel maggio del 2009 è stato riammesso nell'IIHF.[73] Nel 2015 il Kuwait ha vinto il Torneo di I divisione dell'IIHF Challenge Cup of Asia.[74][75] La pallacanestro è uno degli sport più popolari del paese.[76] Il miglior piazzamento della Nazionale di pallacanestro del Kuwait nei Campionati asiatici è stato nel 1983, quando è arrivata quarta. Il calcio è lo sport più popolare nel paese, ed è monopolizzato dalla KFA (Federazione calcistica del Kuwait).



kuwait



Kuwait_Banner

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Generalità

Situato nel punto di congiunzione tra la Penisola Arabica e il continente asiatico, nonostante le condizioni geografico-ambientali non particolarmente favorevoli (soprattutto per aridità di suolo e clima) il Paese ha ricoperto in passato un ruolo economicamente strategico legato al sistema di traffici tra Oriente e Occidente, quale tappa intermedia nei collegamenti tra la Gran Bretagna e le Indie. Crogiolo di etnie (palestinese, egiziana, irachena, libanese ancor prima che araba e kuwaitiana), dopo la scoperta dei giacimenti petroliferi avvenuta intorno agli anni Trenta del Novecento il Kuwait si è scoperto possessore di circa un decimo delle riserve di greggio del pianeta e ha vissuto una straordinaria crescita economica che ha investito e modificato le strutture sociali politiche e culturali preesistenti nel Paese. Tra i primi cinque produttori mondiali di petrolio, il Kuwait si è così trasformato in modo eccezionalmente rapido da area semidesertica abitata da pastori nomadi, in terra di incessante attrazione demografica, diventando uno degli Stati economicamente e socialmente più progrediti del mondo. A questa eccezionale crescita si è affiancato anche un poderoso processo di secolarizzazione: i proventi del petrolio sono stati reinvestiti, infatti, nella trasformazione delle aree urbane e nell'attuazione di un avanzato sistema di welfare, almeno per quanto riguarda la popolazione indigena. L'estensione dei diritti di cittadinanza agli stranieri e la loro integrazione non è avvenuta tuttavia di pari passo con il progressivo consolidamento dei diritti e delle libertà dei kuwaitiani. Questa disparità, amplificata dal fatto che l'acquisizione della piena cittadinanza politica da parte delle donne è stata conquistata solo in anni recenti e unita alla persistenza di un legame ancora molto stretto con la tradizione araba, testimonia quanto il processo di democratizzazione sia ancora di là dall'essersi concluso.

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Territorio: geografia umana

Il popolamento del Kuwait è del tutto recente: infatti fino al 1940 la popolazione era meno di un decimo di quella del 2000. Questo repentino incremento demografico è proceduto di pari passo con la rapida espansione economica del Paese ed è dovuto sia a un alto tasso di accrescimento naturale, sia soprattutto a una fortissima immigrazione. I kuwaitiani costituiscono meno della metà della popolazione; stranieri sono in gran parte tecnici statunitensi ed europei, giunti soprattutto nel periodo prebellico, oltre a una numerosa manodopera proveniente dai altri Paesi arabi e, più di recente, dal Sud-Est asiatico. Dopo l'invasione con dell'Iraq numerose persone, sia kuwaitiani sia immigrati, hanno preferito riparare all'estero rendendo difficile una valutazione precisa della consistenza demografica. Il ritorno in patria successivo alla fine del conflitto (1991) ha rappresentato per il governo l'occasione di aumentare il peso della componente nativa della popolazione, incentivando i rientri dei kuwaitiani e ostacolando quelli di altri gruppi. A complicare il quadro, si è aggiunta la questione della naturalizzazione richiesta dai beduini, da lungo tempo residenti in Kuwait e pienamente integrati nello Stato: una legge del 2000 ha concesso, infatti, la possibilità di acquisire la cittadinanza ad alcuni di loro ma è ancora alto il numero di nomadi arabi che non l'hanno ottenuta. Occorre tenere presente che il Kuwait garantisce ai propri cittadini una “copertura” sociale molto estesa (servizi sociali e culturali gratuiti, sostegni finanziari ecc.) e che qualsiasi aumento del numero di cittadini di pieno diritto porta a un aumento immediato della spesa pubblica improduttiva. La densità media del Kuwait è di 148 ab./km², ma la distribuzione non è omogenea: la maggior parte degli abitanti è stanziata nelle grandi città dei governatorati situati intorno alla capitale. In particolare, oltre la metà della popolazione vive ad Al-Kuwayt. Durante i sette mesi dell'occupazione irachena, la città ha subito danni così gravi da rimanere a lungo inabitabile. Attivo centro di traffici aerei e marittimi, Al-Kuwayt è un grande polo finanziario, nonché rinomata sede universitaria. Altre località rilevanti sono Al-Aḥmadī con il suo porto, Salmya, estesa località commerciale e residenziale e Hêawallī, prevalentemente residenziale.

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Cultura: generalità

Benché siano ormai trascorsi molti anni dall'avvio del processo di modernizzazione del Paese, seguito alla scoperta e allo sfruttamento delle risorse petrolifere, in Kuwait la vita quotidiana evidenzia ancora una serie di contraddizioni molto evidenti. Accanto ad aspetti tipicamente tradizionali e conservatori, che in molti casi rivelano condizioni sfavorevoli soprattutto per le donne, si incontrano situazioni tipicamente occidentali e moderne, legate al benessere e all'apertura internazionale: dall'ingresso nel mondo del lavoro proprio della componente femminile alla diffusione di alcuni comportamenti deteriori propri delle società industrializzate, come la delinquenza o il traffico di droga, facilitati dalla maggior circolazione del denaro. Il passato, comunque, non si traduce solo in aspetti negativi o anacronistici. Esso rivive anzi in molti ambiti ed è preciso obiettivo dello Stato cercare di preservarlo in ogni sua espressione, che sia manifestazione di arte, cultura o patrimonio umano. L'impegno del governo per la salvaguardia di questa ricchezza si concretizza in una serie di istituzioni situate per lo più nella capitale. Ad Al-Kuwayt i luoghi in cui è possibile vivere ancora appieno la dimensione storico-culturale sono il National Museum of Kuwait, che dopo essere stato gravemente danneggiato dalla guerra contro l'Iraq, ha in parte ripreso attività ed esposizioni, riallestendo alcune delle collezioni salvate; il Tareq Rajab Museum, una collezione etnografica privata di notevole valore e importanza, sopravvissuta alle distruzioni irachene e ricca di preziosi esempi di arte islamica; la Beit Al-Sadu, dove si tramandano le tecniche di tessitura tradizionali e altre forme di artigianato di origine beduina. Esempio e simbolo dell'Islam è ovviamente la Grand Mosque, costruzione recente ma di grande impatto, con una estensione di 20.000 m², circondata da giardini e fontane. Caratteristico, e utile per esplorare un'altra delle tradizioni tipiche locali come la costruzione di barche, è il Museo Marittimo Al-Hashemi. Ruolo importante è, inoltre, quello svolto dall'associazione culturale Dar al-Athar al-Islamiyyah, che ospita un museo con migliaia di oggetti d'arte ed è promotrice di numerose iniziative per la conservazione e la diffusione della cultura islamica a 360 gradi, con seminari, mostre, spettacoli teatrali e musicali, viaggi. Anche dal punto di vista architettonico risulta evidente la doppia anima del Paese: alle moschee, alle case tradizionali, ai suk, i tipici mercati all'aperto, si affiancano, infatti, moderne costruzioni avveniristiche, frutto di tecnologia e budget stellari, come le Kuwait Towers.

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Cultura: tradizioni

Costumi e pratiche tradizionali di grande valore si riscontrano oggi in una serie di elementi preservati nonostante le influenze e le dinamiche sociali entrate nel Paese con lo sviluppo economico. Alcune di queste consuetudini sono legate al ruolo centrale che la famiglia continua a rivestire nella società, altre permettono di assicurare vitalità ad alcuni mestieri o arti, quali le antiche tecniche di tessitura o di lavorazione dei monili, tipiche delle tribù beduine; tali usanze sono evidenti nella presenza, invariata nella cucina del Paese, di alcuni cibi classici come il ful o il felafel. A livello gastronomico un posto di rilievo è occupato dal pesce, eredità della grande tradizione marinaresca del Paese. Di origini remote anche molte danze (come la ‘ardah) e musiche, che vengono riproposte per merito di alcune compagnie itineranti, supportate da progetti e fondi messi a disposizione dallo Stato. Una pratica rimasta intatta nei secoli è certamente la diwaniyyah, incontro riservato agli uomini che si svolge in una tenda o in un locale appartato in cui si trascorre il tempo parlando e sorseggiando il tè. La corsa con i cammelli e quella con i cavalli sono discipline ancora molto praticate ed entrate anche nel folclore a uso dei turisti. A queste, negli ultimi decenni si sono affiancati sport più occidentali, quali il calcio e il golf. Anche se molto recente, grande importanza ha assunto la Festa della Liberazione, celebrata ogni anno il 26 febbraio in ricordo della fine della guerra contro l'Iraq.

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Cultura: letteratura

Il Kuwait, vivacizzato anche dalla presenza di molti intellettuali palestinesi qui rifugiati dopo il 1948, è diventato, soprattutto in ambito letterario, un mondo di grande fermento culturale. Importanti riviste letterarie, tra cui ʽAlam al-Fikr (Il mondo del pensiero) e al-ʽArabī (L'arabo), entrambe pubblicate dal Ministero dell'Informazione, hanno seguito costantemente la produzione letteraria di tutto il mondo arabo. Il poeta Fahd al-ʽAskar (1914-1951) fu tra i primi a liberare la poesia dalle forme rigide della qaṣīda classica, seguito da Sulaymān al-Fulayyiḥ (n. 1953) e dalla poetessa Suʽād al-Mubārak aṣ-Ṣabāḥ (n. 1942) che nelle sue raccolte esprime le sue preoccupazioni per temi come la libertà di opinione e il rispetto dei diritti umani. In questi e in altri poeti, come Khalīfa al-Wuqayyān (n. 1941), si avverte la nostalgia per il periodo precedente il boom petrolifero e la preoccupazione per un mondo che cambia troppo in fretta. Tra i narratori spiccano i nomi di Ismaʽīl Fahd Ismaʽīl (n. 1940), che si occupa anche di drammaturgia e cinematografia, di Sulaymān ash-Shaṭṭī (n. 1943) e Walīd ar-Ruǧaib (1954), la cui opera è incentrata sui problemi della classe operaia. La letteratura femminile ha trovato un notevole spazio all'interno della produzione artistica del Kuwait: nel 1993 viene creata la prima rivista femminile dal titolo Samrà diretta dalla scrittrice Fat.ma H.usayn. Tra le voci emergenti si segnala la scrittrice Fawzia Dorai (n. 1953), formatasi negli Stati Uniti. La sua raccolta di racconti L’amore sotto l’occupazione (1991) descrive l'occupazione irachena del Kuwait basandosi su fatti realmente accaduti ed è stata censurata dal Ministero dell'informazione del suo Paese. Ma è soprattutto il teatro che si impone nel panorama artistico letterario di tutto il mondo arabo. Tra i drammaturghi si ricordano Ṣaqr ar-Rushūd (1944-1978), Saʽd al-Faraǧ, Muḥammad an-Nashmī, ʽAbd al-ʽAzīz as-Sarī. Molti di questi autori mettono l'accento sull'inevitabile trasformazione della società tradizionale kuwaitiana nell'era del petrolio.

fonte www.sapere.it/enciclopedia/Kuwait.html

 
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