Il Botswana (in italiano detta anche Beciuania), ufficialmente Repubblica del Botswana (pronuncia italiana: /bottswˈana/[4]; in inglese Republic of Botswana, in setswana Lefatshe la Botswana) è uno Stato dell'Africa del Sud.
Confina con il Sudafrica a sud, con la Namibia a ovest e a nord, con lo Zimbabwe a nord-est; non ha sbocchi sul mare. Lo stato è vasto 581 730 km² ed è abitato da 1 640 115 abitanti con una densità di 2,7 ab/km². La lingua ufficiale è l'inglese, ma è molto diffuso il tswana, lingua del popolo omonimo, che ha lo status di lingua nazionale. Col nome di Bechuanaland fu protettorato britannico fino al 1966, anno in cui ottenne l'indipendenza. Dal nome inglese deriva anche la trascrizione in italiano Beciuania (da cui l'aggettivo beciuano).
Il nome
Il nome può essere approssimativamente tradotto come la terra di coloro che parlano tswana, ovvero la terra del popolo tswana.[5] "Tswana" fu trascritto inizialmente in chuana dai britannici, da cui Bechuanaland.
Storia antica
Le prime popolazioni dell'odierno Botswana, come di gran parte dell'Africa australe, erano cacciatori-raccoglitori dei gruppi san e khoi (boscimani e ottentotti). La loro presenza è sicuramente molto antica, anche se il loro numero fu sempre molto basso, sia per la scarsità di risorse che il territorio offriva loro, sia per la loro mancata evoluzione in società sedentaria organizzata.
La colonizzazione bantu
Benché già avessero fatto sporadiche apparizioni in precedenza, intorno al XVII secolo giunsero massicciamente nella zona i bantu provenienti da nord. Queste genti, molto più evolute ed agguerrite di boscimani ed ottentotti, non ebbero difficoltà ad averne il sopravvento. Gli indigeni furono costretti così a ritirarsi nelle zone più impervie e desertiche della regione. I bantu erano agricoltori e allevatori e si insediarono con successo nella regione. Da questi coloni discende il gruppo etnico principale del Botswana moderno, quello degli Tswana.
La colonizzazione britannica
Verso la fine del XIX secolo iniziò un modesto afflusso di coloni bianchi provenienti dal Sudafrica, e nel 1885, alla Conferenza di Berlino, la regione venne dichiarata protettorato britannico col nome di Bechuanaland. A differenza di quanto avvenne ed avviene tuttora in altri paesi dell'area (specie in Zimbabwe e in Sudafrica), in Botswana i rapporti fra bantu e bianchi furono sempre sostanzialmente pacifici e distesi.
Dall'indipendenza ad oggi
Nel 1966 il Botswana divenne indipendente come stato membro del Commonwealth. I buoni rapporti fra bianchi e bantu furono ribaditi nella costituzione del nuovo paese, e la stessa bandiera rappresenta questa convivenza pacifica con due strisce una bianca e una nera, accostate all'azzurro dell'acqua.
Primo capo di Stato del Botswana fu Sir Seretse Khama, già re della tribù tswana dei Bangwato e capo del Partito Democratico del Botswana. Khama regnò a vita insieme alla moglie Ruth Khama (nata Ruth Williams), una bianca di origine anglosassone, e viene ricordato come padre della patria. Nel 1980 gli succedette Quett Ketumile Joni Masire, che nel 1998 abdicò a favore di Festus Mogae; questi a sua volta delegò subito gran parte dei poteri al figlio dei "Genitori della Patria", il primo ministro Seretse Jan Khama. Khama figlio è divenuto capo dello stato nel 2008 ed è stato confermato nelle elezioni del 2014 per altri cinque anni.
Geografia
Il Botswana è uno stato piuttosto esteso (600.370 km²) dell'Africa australe. È posto all'interno della zona compresa tra i meridiani 20°E e 30°E di longitudine ed è attraversato dal Tropico del Capricorno. Confina a nord con la Namibia (Dito di Caprivi) e lo Zimbabwe riuscendo a raggiungere lo Zambia per soli 150 metri; a est con lo Zimbabwe e in parte anche col Sudafrica; a sud con il Sudafrica; a ovest con la Namibia. Dalla conformazione abbastanza quadrangolare, il Botswana è dunque lontano dal mare, che è raggiungibile ad est seguendo il fiume Limpopo fino in Mozambico.
Etnie
I neri di ceppo bantu costituiscono la maggioranza della popolazione; i tre principali gruppi etnici bantu sono gli Tswana (66,8% della popolazione), gli Shona (14,8%) e i Ndebele (1,7%). Altri gruppi etnici neri non bantu sono quelli del gruppo Khoisan: boscimani (1,3%) e ottentotti (1,3%). Il restante 14,1% è spartito da varie altre etnie, tra cui altri gruppi bantu, bianchi (soprattutto di origine anglosassone) e gruppi a sangue misto (soprattutto mulatti, ovvero incroci tra bianchi anglosassoni e bantu tswana).
Lingue
La lingua ufficiale, l'inglese, è parlato da appena il 2,1% della popolazione. La lingua più parlata è il setswana (78,2%), che è, in base alla costituzione, la lingua nazionale. Seguono altri idiomi bantu, tra cui il kalanga (7,9%) e il sekgalagadi (2,8%).
Città principali
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Città del Botswana.
Il Botswana ha due centri abitati principali che hanno il titolo di "città":
Gaborone
Francistown
Seguono i "comuni", paesi discretamente abitati, e i "villaggi", più marcatamente rurali:
Molepolole
Selebi-Phikwe
Maun
Serowe
Kanye
Mahalapye
Mochudi
Mogoditshane
Lobatse
Palapye
Tlokweng
Ramotswa
Thamaga
Moshupa
Tonota
Jwaneng
Orapa
Letlhakane
Ordinamento scolastico
Al momento dell'indipendenza, solo una piccola parte della popolazione del Botswana possedeva i mezzi per accedere all'istruzione superiore e universitaria. La crescita economica ha permesso di istituire un sistema educativo che garantisce 10 anni di educazione di base. Circa metà della popolazione frequenta ulteriori due anni di scuola secondaria che permettono di conseguire il “Botswana General Certificate of Education” (BGCSE). Il BGCSE permette di accedere all'istruzione tecnica, fornita in sei istituiti in tutto il paese; a corsi professionali di insegnante e infermiere; all'Università del Botswana a Gaborone. L'Università conta oltre 10 000 studenti. Il sistema dell'istruzione si dimostra tuttavia ancora carente nelle risorse assicurate alle scuole primarie, soprattutto per quanto riguarda la remunerazione degli insegnanti. Nel gennaio 2006 dopo oltre 20 anni di scuola pubblica gratuita, il governo ha annunciato la reintroduzione di tasse scolastiche per far quadrare il bilancio dello Stato.