IL FARO DEI SOGNI

Botswa

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view post Posted on 17/11/2017, 21:53     Top   Dislike
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Il Botswana (in italiano detta anche Beciuania), ufficialmente Repubblica del Botswana (pronuncia italiana: /bottswˈana/[4]; in inglese Republic of Botswana, in setswana Lefatshe la Botswana) è uno Stato dell'Africa del Sud.



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Confina con il Sudafrica a sud, con la Namibia a ovest e a nord, con lo Zimbabwe a nord-est; non ha sbocchi sul mare. Lo stato è vasto 581 730 km² ed è abitato da 1 640 115 abitanti con una densità di 2,7 ab/km². La lingua ufficiale è l'inglese, ma è molto diffuso il tswana, lingua del popolo omonimo, che ha lo status di lingua nazionale. Col nome di Bechuanaland fu protettorato britannico fino al 1966, anno in cui ottenne l'indipendenza. Dal nome inglese deriva anche la trascrizione in italiano Beciuania (da cui l'aggettivo beciuano).



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Il nome
Il nome può essere approssimativamente tradotto come la terra di coloro che parlano tswana, ovvero la terra del popolo tswana.[5] "Tswana" fu trascritto inizialmente in chuana dai britannici, da cui Bechuanaland.



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Storia antica
Le prime popolazioni dell'odierno Botswana, come di gran parte dell'Africa australe, erano cacciatori-raccoglitori dei gruppi san e khoi (boscimani e ottentotti). La loro presenza è sicuramente molto antica, anche se il loro numero fu sempre molto basso, sia per la scarsità di risorse che il territorio offriva loro, sia per la loro mancata evoluzione in società sedentaria organizzata.



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La colonizzazione bantu
Benché già avessero fatto sporadiche apparizioni in precedenza, intorno al XVII secolo giunsero massicciamente nella zona i bantu provenienti da nord. Queste genti, molto più evolute ed agguerrite di boscimani ed ottentotti, non ebbero difficoltà ad averne il sopravvento. Gli indigeni furono costretti così a ritirarsi nelle zone più impervie e desertiche della regione. I bantu erano agricoltori e allevatori e si insediarono con successo nella regione. Da questi coloni discende il gruppo etnico principale del Botswana moderno, quello degli Tswana.



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La colonizzazione britannica
Verso la fine del XIX secolo iniziò un modesto afflusso di coloni bianchi provenienti dal Sudafrica, e nel 1885, alla Conferenza di Berlino, la regione venne dichiarata protettorato britannico col nome di Bechuanaland. A differenza di quanto avvenne ed avviene tuttora in altri paesi dell'area (specie in Zimbabwe e in Sudafrica), in Botswana i rapporti fra bantu e bianchi furono sempre sostanzialmente pacifici e distesi.



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Dall'indipendenza ad oggi

Nel 1966 il Botswana divenne indipendente come stato membro del Commonwealth. I buoni rapporti fra bianchi e bantu furono ribaditi nella costituzione del nuovo paese, e la stessa bandiera rappresenta questa convivenza pacifica con due strisce una bianca e una nera, accostate all'azzurro dell'acqua.

Primo capo di Stato del Botswana fu Sir Seretse Khama, già re della tribù tswana dei Bangwato e capo del Partito Democratico del Botswana. Khama regnò a vita insieme alla moglie Ruth Khama (nata Ruth Williams), una bianca di origine anglosassone, e viene ricordato come padre della patria. Nel 1980 gli succedette Quett Ketumile Joni Masire, che nel 1998 abdicò a favore di Festus Mogae; questi a sua volta delegò subito gran parte dei poteri al figlio dei "Genitori della Patria", il primo ministro Seretse Jan Khama. Khama figlio è divenuto capo dello stato nel 2008 ed è stato confermato nelle elezioni del 2014 per altri cinque anni.



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Geografia

Il Botswana è uno stato piuttosto esteso (600.370 km²) dell'Africa australe. È posto all'interno della zona compresa tra i meridiani 20°E e 30°E di longitudine ed è attraversato dal Tropico del Capricorno. Confina a nord con la Namibia (Dito di Caprivi) e lo Zimbabwe riuscendo a raggiungere lo Zambia per soli 150 metri; a est con lo Zimbabwe e in parte anche col Sudafrica; a sud con il Sudafrica; a ovest con la Namibia. Dalla conformazione abbastanza quadrangolare, il Botswana è dunque lontano dal mare, che è raggiungibile ad est seguendo il fiume Limpopo fino in Mozambico.



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Etnie
I neri di ceppo bantu costituiscono la maggioranza della popolazione; i tre principali gruppi etnici bantu sono gli Tswana (66,8% della popolazione), gli Shona (14,8%) e i Ndebele (1,7%). Altri gruppi etnici neri non bantu sono quelli del gruppo Khoisan: boscimani (1,3%) e ottentotti (1,3%). Il restante 14,1% è spartito da varie altre etnie, tra cui altri gruppi bantu, bianchi (soprattutto di origine anglosassone) e gruppi a sangue misto (soprattutto mulatti, ovvero incroci tra bianchi anglosassoni e bantu tswana).



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Lingue
La lingua ufficiale, l'inglese, è parlato da appena il 2,1% della popolazione. La lingua più parlata è il setswana (78,2%), che è, in base alla costituzione, la lingua nazionale. Seguono altri idiomi bantu, tra cui il kalanga (7,9%) e il sekgalagadi (2,8%).



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Città principali
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Città del Botswana.

Il Botswana ha due centri abitati principali che hanno il titolo di "città":

Gaborone
Francistown

Seguono i "comuni", paesi discretamente abitati, e i "villaggi", più marcatamente rurali:

Molepolole
Selebi-Phikwe
Maun
Serowe
Kanye
Mahalapye
Mochudi
Mogoditshane
Lobatse
Palapye
Tlokweng
Ramotswa
Thamaga
Moshupa
Tonota
Jwaneng
Orapa
Letlhakane



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Ordinamento scolastico
Al momento dell'indipendenza, solo una piccola parte della popolazione del Botswana possedeva i mezzi per accedere all'istruzione superiore e universitaria. La crescita economica ha permesso di istituire un sistema educativo che garantisce 10 anni di educazione di base. Circa metà della popolazione frequenta ulteriori due anni di scuola secondaria che permettono di conseguire il “Botswana General Certificate of Education” (BGCSE). Il BGCSE permette di accedere all'istruzione tecnica, fornita in sei istituiti in tutto il paese; a corsi professionali di insegnante e infermiere; all'Università del Botswana a Gaborone. L'Università conta oltre 10 000 studenti. Il sistema dell'istruzione si dimostra tuttavia ancora carente nelle risorse assicurate alle scuole primarie, soprattutto per quanto riguarda la remunerazione degli insegnanti. Nel gennaio 2006 dopo oltre 20 anni di scuola pubblica gratuita, il governo ha annunciato la reintroduzione di tasse scolastiche per far quadrare il bilancio dello Stato.



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Storia, Cultura e Tradizioni in Botswana
Informazioni utili e cenni storico-culturali riguardo Botswana





La cultura locale è multietnica, ciò deriva dal succedersi delle diverse ondate migratorie avvenute nel corso dei secoli. Testimonianza palese ne è la diversità linguistica: nell’intero paese vengono parlate infatti non meno di una ventina di lingue. Sono presenti differenti gruppi etnici, tra cui quello più importante risulta essere quello dei Tswana il cui idioma è lo setswana.

Molti secoli prima di diventare uno dei tanti “vivai” per il rifornimento di schiavi delle tratte negriere, il territorio era già popolato dalle tribù dei Boscimani o San, famosi cacciatori che costituivano la più antica etnia del Sudafrica. Al giorno d’oggi i pochi rappresentanti rimasti sono confinati nelle riserve, come quella del Kalahari centrale, dove conducono una vita poverissima, emarginati dal resto della società.

Tra il XVII e il XVIII secolo, in seguito al proliferare della tratta degli schiavi e del traffico dell’avorio si ebbe un incremento delle guerre tribali, incoraggiate dalle potenze europee coinvolte in tali traffici (in particolar modo dal Regno Unito), a cui succedette un periodo di protettorato inglese durato 80 anni, fino alla dichiarazione d’indipendenza, avvenuta il 1°ottobre 1966.

La vita politica è da allora dominata da un unico partito: il BDP, partito democratico del Botswana.

Nonostante siano ancora radicate alcune antiche credenze ed alcuni riti, come la danza della pioggia (gofethla pula), il Cristianesimo risulta essere ormai la religione la più diffusa, contando tra i suoi adepti più dei 2 terzi della popolazione totale. Tale religione, importata da missionari europei come Robert Moffat e David Livingstone, è entrata tanto profondamente nella vita culturale del paese da influenzarne le tradizioni, i costumi e le espressioni artistiche.


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Usanze enogastronomiche in Botswana:

La cucina tradizionale è davvero genuina, prelibata anche se estremamente semplice. Il legame col passato è stato preservato e ancora oggi è possible gustare pietanze da noi sconosciute. Nelle grandi città la cucina è occidentalizzata e a dire il vero non è nulla di speciale, nei piccoli villaggi invece troverete perle per il palato...

La cucina è composta essenzialmente da da carne bovina e caprina. Largo utilizzo di cereali come il mais, il sorgo ed il riso. Fra gli oratggi più amati ci sono le (patate dolci e i pomodori.

Non potreva mancare la frutta, con lo squisito melone.

Fra i cibi della tradizione segnaliamo il morama, una pianta contenente elevate quantità d'acqua e la noce mongongo.

Quanto alle bevande è da provare il vino di palma noto col nome di mokolane.

fonte www.paesionline.it/panoramica-botswana/gastronomia

 
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Generalità

Situato nella parte più inospitale e desertica dell'Africa meridionale, privo di accesso al mare a seguito della definizione coloniale dei suoi confini e tradizionalmente soggetto al Sudafrica, il Botswana mostrava al momento dell'indipendenza (1966) ben poche possibilità di autentico sviluppo; ma la scoperta di ingentissimi giacimenti minerari e i mutamenti istituzionali verificatisi un po' in tutta l'Africa australe hanno consentito al Paese un'evoluzione sensibilmente positiva, tanto che è diventato uno dei più ricchi del continente. Oltre allo sfruttamento delle risorse minerarie (rame, nichel e diamanti), esistono altri fattori alla base del suo successo economico: l'omogeneità etnica che ha evitato conflitti interni, la stabilità politica e la conservazione delle istituzioni democratiche. La fine del regime dell'apartheid in Sudafrica ha poi rafforzato e intensificato i rapporti con quel Paese, resi difficili in passato per l'avversione del Botswana a ogni forma di segregazione razziale. I proventi minerari e i cospicui finanziamenti provenienti dall'Occidente hanno consentito poi la modernizzazione dei settori economici tradizionali (agricoltura e allevamento), l'incremento delle infrastrutture e la crescita edilizia urbana.



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Territorio: geografia umana

La popolazione è quasi interamente rappresentata da genti bantu, agricoltori sedentari di stirpe tswana (66,8%). I boscimani (1,3%), i più antichi abitanti della regione, sono rappresentati da sparuti gruppi di nomadi raccoglitori e cacciatori che vivono nel deserto del Kalahari; altre etnie presenti sono gli shona (14,8%), ottentotti (1,3%) e altri (14,1%). Gli tswana sono tra loro divisi in diverse tribù, le maggiori delle quali sono i ngwato, i kwena, i ngawatse, i tawana, i rolong, i kgatla, i thlaro, i malete. Sono alcune decine di migliaia le persone emigrate nella Repubblica Sudafricana, spinte dalla necessità di trovare un'occupazione. La seconda metà del sec. XX ha visto una rapida crescita della popolazione, che è più che triplicata. Il Paese, dopo l'indipendenza è così passato da 570.000 ab. del 1971, a circa un milione nel 1981, per superare, in una stima del 2006, 1.700.000. La densità media è estremamente bassa: 3 ab./km². L'insediamento è irregolare: la maggior parte della popolazione è concentrata in una stretta fascia longitudinale, resa più ospitale dalla disponibilità di risorse idriche e dalla presenza di importanti assi di comunicazione, tra cui la linea ferroviaria che collega la Repubblica Sudafricana allo Zimbabwe. In questa area si è andata sviluppando anche una rete urbana, formata da centri preesistenti e da nuovi agglomerati posti intorno alla capitale. Nei primi anni del Duemila il tasso di crescita è calato, mentre la struttura demografica è costituita da quasi il 40% da giovani sotto i 15 anni, mentre solo il 5% ha più di 60 anni. La speranza di vita, inoltre, è ulteriormente calata: le stime sono diverse, ma di solito non si arriva a 50 anni. Questo a causa della diffusione del virus dell'HIV (l'AIDS colpisce circa un quinto della popolazione). Più della metà della popolazione vive nelle aree urbane; molti centri agricoli, borghi minerari o insediamenti di mercato, dislocati lungo le vie di comunicazione o lungo il Limpopo, si sono in questo modo trasformati in cittadine di piccola e media entità; ma appena cinque di questi centri superano i 40.000 abitanti. La capitale, Gaborone, è situata nella valle del Limpopo ed è il principale centro amministrativo e commerciale del Paese. La seconda città per grandezza è Francistown, favorita dalla sua posizione prossima al confine con lo Zimbabwe, assai attiva per gli scambi commerciali. Selebi-Phikwe, a S di Francistown, è il più importante centro di produzione di rame, ed è servita dalla ferrovia, mentre Orapa è nota per il suo importante giacimento diamantifero.



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Cultura: generalità

Gli abitanti del Paese conservano una forte identità nazionale e hanno una grande fiducia nel loro governo e nella loro Patria. La loro storia, che testimonia la loro intelligente capacità nello schivare i peggiori aspetti della colonizzazione, li ha resi fieri e orgogliosi di loro stessi. La straordinaria ricchezza data dai diamanti ha inoltre permesso che venissero stanziati grossi investimenti nell'educazione, nella salute pubblica e nelle infrastrutture. Restano ben stabiliti i ruoli sociali di ognuno e la tradizione del kgotla (il caratteristico luogo di incontro e di riunione del villaggio dove si dibattono le questioni nel più grande rispetto reciproco) rafforzano una struttura sociale ben definita e coesa. L'evento più interessante è il Maitisong Festival, che si tiene nella capitale nei mesi tra marzo e aprile, caratterizzato da canti, danze e spettacoli tradizionali. Il deserto del Kalahari ospita l'unico sito del Paese designato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, Tsodilo (2001); si tratta di una delle più alte concentrazioni di arte rupestre che si trovino al mondo, tanto da meritare il nome di "Louvre del deserto": in circa 10 km², infatti, si trovano circa 4500 disegni. Il miglio e il sorgo sono la base dei piatti principali, a cui si sta affiancando rapidamente il mais; cibi particolari consumati dagli abitanti delle regioni più remote sono il morama, un grosso tubero che cresce sottoterra e che è anche fonte di acqua, e i grossi bruchi che si cibano delle foglie di un albero detto mopane: vengono fritti o arrostiti sulla brace.



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Cultura: letteratura

La pubblicazione del primo romanzo tswana risale agli anni Quaranta del Novecento; l'autore era D. P. Moloto e vi era trattato il tema del potere tribale. In quegli stessi anni apparvero le poesie di S. Mofoyane e un romanzo di Michael O. M. Seboni, scrittore dalla vasta produzione, che tradusse in tswana l'Enrico IV di Shakespeare. Bisogna però arrivare agli anni Sessanta per trovare rappresentati tutti i generi letterari: la narrativa, ancora con Moloto e D. P. Monyaise; la poesia, con G. C. Motlhasedi; il teatro, con L. D. Raditladi e S. A. Moroke. Le tematiche si ispirano al quotidiano, alla vita nei ghetti delle città sudafricane, alla difficoltà a rompere i legami con il passato. Negli anni Settanta e Ottanta sono emersi sempre nuovi scrittori e poeti, come N. C. Phalane, Z. S. Kosokoane, B. M. Malefo, mentre è da registrare la nascita, nell'ambito dell'Università di Gaborone, di diverse riviste letterarie che rendono vivace il dibattito culturale. Scarsa invece la letteratura in inglese; tra le voci più interessanti si può citare Bessie Head (1937-1986), di origine sudafricana, trasferitasi nel Paese come rifugiata, le cui opere sono state pubblicate anche in Italia (la raccolta di racconti La donna dei tesori, 1987; il romanzo Una questione di potere, 1994). Lo scrittore americano N. Rush, invece, ha utilizzato il Botswana come sfondo per i suoi romanzi e racconti; il suo romanzo Whites (Bianchi; 1986) è stato tra i finalisti del Premio Pulitzer.



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Cultura: arte

L'unica produzione artistica degna di rilievo è costituita dalle grandi pitture policrome, eseguite dalle donne dei bantu beciuana, che ornano i muri delle abitazioni; si tratta di un'arte molto recente, dovuta probabilmente a influssi coloniali. L'artigianato è abbastanza evoluto, specie la ceramica: grandi vasi, usati per conservare i viveri, sono elegantemente dipinti in rosso e in nero. Per quanto riguarda l'arte del passato, si hanno ritrovamenti scarsi e di limitato pregio soprattutto nella zona di confine con lo Zimbabwe.



fonte www.sapere.it/enciclopedia/Botswana.html

 
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