IL FARO DEI SOGNI

L'ODISSEA

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view post Posted on 11/11/2017, 23:32     Top   Dislike
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L'Odissea (in greco antico: Ὀδύσσεια, Odýsseia) è uno dei due grandi poemi epici greci attribuiti all'opera del poeta Omero. Narra delle vicende riguardanti l'eroe Odisseo (o Ulisse, con il nome latino), dopo la fine della Guerra di Troia, narrata nell'Iliade. Assieme a quest'ultima, rappresenta uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale e viene tuttora comunemente letto in tutto il mondo sia nella versione originale che nelle sue numerose traduzioni.



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Descrizione
Nome
L'etimologia del nome "Odisseo" è ignota. Lo stesso Omero cerca di spiegarla nel libro XIX connettendola al verbo greco "ὀδύσσομαι", il cui significato è "essere odiato". Odisseo, quindi, sarebbe "colui che odia" (in questo caso i Proci, che approfittano della sua assenza per regnare su Itaca) oppure "colui che è odiato" (in questo caso da tutti coloro che ostacolano il suo ritorno a Itaca). L'origine del nome, però, non viene dalla Grecia, ma da una regione dell'Asia Minore, la Caria. In questa regione, Odisseo era il nome di un dio marino, il quale, in seguito all'invasione delle popolazioni indoeuropee, è stato assimilato nella figura di Poseidone. Ciò, dunque, fa intuire che l'Odissea trae le sue radici in antichi racconti marinari.



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Il nome, in definitiva, può avere il significato di "Colui che odia ed è odiato". Il nome Odisseo presenta tuttavia assonanze interessanti con altri concetti: `οδός che significa "viaggio" e ουδείς che significa "nessuno" (che si collega con il passo in cui Odisseo, per ingannare Polifemo, gli dice di chiamarsi appunto nessuno. Bisogna comunque notare bene che la parola usata da Omero nel passo è ούτις, una variante arcaica del pronome ουδεις). Il nome Ulisse (Ulixes in latino, Ulixe in etrusco e Oulixes in siculo), datogli da Livio Andronico nella sua traduzione dell'opera, la prima in assoluto al di fuori dal greco, significa "Irritato" ed è stato scelto dal traduttore perché era abbastanza diffuso nel mondo latino e per l'assonanza con l'originale, a differenza di Odysseùs che suonava tipicamente straniero. Altri teorici però ritengono che "Ulisse" sia un soprannome e significhi, al pari dell'etrusco Clausus da cui Claudio, "Zoppo", e sia più antico dell'opera di Andronico, in riferimento ad una ferita alla gamba riportata da Odisseo.



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Datazione

L'opera, così come l'Iliade, viene presumibilmente composta nella Ionia d'Asia intorno al IX secolo a.C., anche se alcuni autori pensano che sia nata intorno al 720 a.C.

L'originale più antico dell'opera risale alla fine dell'VIII secolo a.C., ed è questo che il tiranno ateniese Pisistrato usa quando, nel VI secolo a.C., decide di uniformare e dare forma scritta ad un poema che fino ad allora si era tramandato quasi esclusivamente per forma orale.

Quest'ultima forma, però, continuerà fino al III secolo d.C. in Egitto, con tutti i cambiamenti e le mutazioni inevitabili nella forma orale. L'Odissea appartiene al ciclo dei cosiddetti "poemi del ritorno", in greco nòstoi (da νόστος, ritorno).



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Lingua e stile

La lingua dell'Odissea mescola forme appartenenti a diversi dialetti greci. Le forme attiche sono decisamente minoritarie e si possono probabilmente spiegare come modificazioni effettuate nella redazione di Pisistrato, le forme eoliche e ioniche, invece, sono entrambe molto presenti, anche se con una predominanza delle seconde. Il dialetto ionico è tradizionalmente la lingua dell'epica, quindi le molte proposte avanzate hanno tentato di spiegare soprattutto la consistente presenza dell'eolico: quella con più seguito accademico sostiene che le forme eoliche possano essere spiegate da ragioni quasi esclusivamente metriche e poetiche.



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L'Odissea è ricca di formule, ovvero espressioni usate in sedi metriche fisse per esprimere un'idea essenziale, secondo la definizione di Milman Parry (gli esempi tipici potrebbero essere l'astuto Odisseo o Aurora dalle dita rosate). Queste formule, oltre ad essere poetiche, ci mostrano l'originaria natura orale dei poemi: sembra infatti che aiutassero gli aedi a comporre i loro canti improvvisandoli su richiesta dell'uditorio.

L'Odissea è anche stata vista come l'archetipo del romanzo, in quanto racconta dall'inizio alla fine la vicenda scelta, senza lasciarsi troppo distrarre, per così dire, da eventi secondari e non strettamente correlati alle avventure di Odisseo.

È da segnalare, infine, che la suddivisione in 24 libri non risale alla redazione di Pisistrato. Furono infatti i filologi alessandrini a suddividere i due poemi omerici in 24 capitoli e ad assegnare ad ogni capitolo una lettera dell'alfabeto greco (composto da 24 lettere, appunto) maiuscole per l'Iliade e minuscole per l'Odissea.



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I temi dell'Odissea

Lo spazio è differente rispetto all'Iliade in quanto nell'Iliade è circoscritto alla città di Troia e dintorni, mentre nell'Odissea è ambientato nell'area mediterranea in luoghi reali e fantastici. Lo spazio domestico sede degli affetti famigliari è ben presente nell'Odissea a differenza dell'Iliade. Motivo conduttore del poema è il ritorno al quale è connesso quello del viaggio in cui sono inseriti elementi meravigliosi e fantastici: esseri prodigiosi, giganti cannibali e mostri, bacchette magiche, erbe miracolose, riti per evocare i morti. Questi aspetti appartengono al patrimonio delle credenze popolari e dei saperi magici delle antiche civiltà. Il finale eroico, cioè la vendetta di Odisseo sui Proci, riafferma, come nell'Iliade, la concezione di vita dell'aristocrazia guerriera. Gli dei invece sono presentati diversamente nei due poemi omerici. Gli dei dell'Odissea infatti sono meno capricciosi di quelli dell'Iliade e più consapevoli del loro ruolo di difensori della giustizia e dei valori posti alla base del vivere civile.[2]



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La geografia dell'Odissea

L'Odissea si svolge principalmente nel Peloponneso, nelle isole ioniche e nel mediterraneo occidentale, ma identificare esattamente i luoghi visitati da Ulisse appare quasi impossibile, anche perché il testo offre in genere assai pochi spunti per identificare geograficamente i luoghi. Gli studiosi non sono nemmeno unanimemente concordi nell'identificare l'Itaca di Odisseo con la moderna Itaca, poiché le descrizioni geografiche e il numero di isole dell'arcipelago non corrispondono.

Tradizionalmente si identifica nella Sicilia la terra dei Ciclopi e dei Lestrigoni, in una delle isole Eolie l'isola in cui Ulisse incontrò il dio Eolo, e in Corfù la terra dei Feaci, Scheria. Secondo uno studioso tedesco, il professor Armin Wolf, i Feaci erano invece ubicati in Calabria, più precisamente nei pressi di Catanzaro.[3]

Successivamente sono stati proposti molti altri luoghi, la maggior parte di questi situati nell'area mediterranea, ma alcuni studiosi sono anche arrivati ad ipotizzare che Ulisse abbia raggiunto l'Oceano Atlantico, oltre i confini rappresentati dalle cosiddette colonne d'Ercole (lo stretto di Gibilterra), o addirittura che tutta la sua vicenda si sia svolta nel Mar Baltico (la cosiddetta "teoria dell'Omero nel Baltico", avanzata da Felice Vinci nel 1995, fa riferimento a somiglianze toponomastiche e geografiche tra i luoghi descritti da Omero e le terre del Nord Europa).



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La società nell'Odissea

L'Odissea è lo specchio di una nuova epoca nella storia del mondo greco, un periodo di transizione dal regime monarchico, ormai privo di prestigio e potere, a quello oligarchico della polis, la città-stato in formazione. La presenza violenta ed invadente dei Proci segna il contrasto fra il potere assoluto del re e l'aristocrazia. D'altronde nella polis i nobili rivendicano il proprio ruolo politico-militare ed economico e mirano a limitare il potere del monarca. Questo poema omerico è anche testimonianza di una più stratificata e complessa struttura sociale rispetto a quella dell'Iliade: oltre agli aristocratici sono ricordati anche aedi (Femio e Demodoco), indovini (Tiresia), servi (la nutrice Euriclea e il fedele servo Eumeo), artigiani, mercanti, predoni. Il viaggio di Odisseo rappresenta inoltre la nuova epoca in cui i Greci si spingono in terre lontane e poco conosciute per avviare attività commerciali.[4]



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