IL FARO DEI SOGNI

Bangladesh

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Bangladesh



Il Bangladesh (pron. [banɡlaˈdɛʃ] o [ˈbanɡladɛʃ][4]; in bengali: বাংলাদেশ), ufficialmente la Repubblica Popolare del Bangladesh, è uno stato dell'Asia. Confina su tutti i lati con l'India ad eccezione di un piccolo tratto, nell'estremo sudest, in cui confina con la Birmania; a sud è bagnato dal golfo del Bengala. Assieme con lo stato indiano del Bengala Occidentale costituisce la regione etnico-linguistica dei bengalesi. Il nome Bangladesh significa in bengalese Paese del Bengala. Il Paese si estende su 147 570 km² (incluso i 10 090 km di acque), e conta una popolazione di 168 957 745 di abitanti.



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I confini dell'odierno Bangladesh sono stati stabiliti con la partizione del Bengala nel 1947, quando la regione divenne la porzione orientale del neocostituito Pakistan, sebbene separata dal resto dello stato da 1 600 km attraverso l'India. Discriminazioni linguistiche, politiche ed economiche condussero ad agitazioni popolari contro il Pakistan occidentale, che portarono alla guerra per l'indipendenza nel 1971 e la costituzione dello stato del Bangladesh. Tuttavia, la nuova nazione ha dovuto sopportare carestie, catastrofi naturali e la povertà diffusa, così come sconvolgimenti politici e colpi di stato militari. Il ripristino della democrazia nel 1991 è stato seguito da una relativa stabilità e progresso economico.



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Il Bangladesh è tra i paesi più densamente popolati del mondo e ha un elevato tasso di povertà. Geograficamente il paese è localizzato sulla fertile pianura del delta di Gange e Brahmaputra, ed è soggetto alle annuali inondazioni dei monsoni e cicloni. Il Bangladesh è membro di Commonwealth, SAARC, BIMSTEC, OIC, e D-8. Come rilevato dalla Banca Mondiale nel luglio 2005, il paese ha compiuto progressi significativi nello sviluppo umano nei settori dell'alfabetizzazione, nella parità di scolarizzazione e nella riduzione della crescita della popolazione.[5]



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Storia

I resti di antiche civiltà nella regione del Bengala risalgono ad almeno quattromila anni fa,[6] quando la regione era abitata da popolazioni dravidiche, tibeto-birmane e austro-asiatiche. L'esatta origine della parola "Bangla" o "Bengala" è sconosciuto, anche se si ritiene che possa derivare da "Bang", la tribù di lingua dravidica che si stabilì in questo territorio intorno all'anno 1000 a.C.[7]
Il Regno Magadha nel V secolo a.C.

Dopo l'arrivo degli indo-ariani, si andò formando il regno di Gangaridai intorno al VII secolo a.C., che poi venne unificato con il Bihar sotto il dominio del Regno Magadha prima e dell'Impero Maurya poi. Il Bengala è stato in seguito parte del vasto Impero Gupta dal III al VI secolo d.C. Dopo il collasso dell'impero, Shashanka fondò un regno che ebbe però breve vita. Shashanka è considerato il primo re indipendente nella storia del Bangladesh. Dopo un periodo di anarchia, la dinastia Pala, buddhista, dominò la regione per quattrocento anni, seguita da un breve regno della dinastia indù Sena. L'Islam venne introdotto nel Bengala nel XII secolo da missionari sufi e le successive conquiste musulmane contribuirono alla diffusione di questa religione in tutta la regione.[8] Bakhtiar Khilji, un generale turco, sconfisse Lakshman Sen della dinastia Sena e conquistò gran parte del Bengala. La regione venne governata da dinastie di sultani e signori feudali nei successivi cento anni. Con il XVI secolo, l'Impero Moghul stese i suoi domini Bengala, e Dacca divenne un importante centro provinciale dell'amministrazione dell'impero.



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I commercianti europei arrivarono nel tardo XV secolo, e la loro influenza crebbe fino a quando la Compagnia britannica delle Indie orientali acquisì il controllo del Bengala in seguito alla battaglia di Plassey nel 1757.[9] La sanguinosa ribellione del 1857 portò al trasferimento di autorità alla corona, con un viceré britannico.[10] Nel corso della dominazione coloniale la carestia colpì il subcontinente indiano molte volte, compresa la Grande carestia del Bengala del 1943 che affamò più di 3 milioni di persone.[11]

Tra il 1905 e il 1911, vi fu un fallito tentativo di separare la provincia del Bengala in due zone, con Dacca capitale della regione orientale.[12]



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Cultura

Il Bangladesh può essere definito come un nuovo Stato di una vecchia nazione, poiché la sua cultura comprende elementi sia antichi che moderni.



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Letteratura

La lingua bengalese vanta un ricco patrimonio letterario, che condivide con lo Stato indiano del Bengala Occidentale. Il primo testo letterario è il Charyapada che risale all'VIII secolo. La letteratura bengalese in età medievale fu spesso a carattere religioso (ad esempio Chandida), o adattamenti da altre lingue (ad esempio Alaol). La letteratura maturò nel corso del XIX secolo. Le più grandi icone sono i poeti Rabindranath Tagore e Kazi Nazrul Islam. Altri poeti importanti sono Shamsur Rahman, Suneel Gangopadhay, Jibonanondo Das, Michael Modhushodon Dutta. Il Bangladesh possiede una lunga tradizione nella letteratura popolare, evidenziata da Maimansingha Gitika, Thakurmar Jhuli o storie legate a Gopal Bhar. Tra le scrittrici Taslima Nasreen, costretta all'esilio per le sue critiche della condizione della donna nel mondo musulmano.[61]



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Musiche e danze

La tradizione musicale del Bangladesh è basato sulla componente lirica (Baniprodhan), con un minimo accompagnamento strumentale. La tradizione Baul è un patrimonio unico della musica popolare, al quale si accompagnano numerose altre tradizioni musicali a carattere regionale. Gombhira, Bhatiali, Bhawaiya sono alcune delle più note forme musicali. La musica popolare del Bengala spesso è accompagnata dalla ektara, uno strumento con una sola corda. Altri strumenti comprendono i dotara, dhol, flauto e tabla. Il Bangladesh ha un attivo patrimonio all'interno della musica classica dell'India settentrionale. Allo stesso modo, le forme di danza traggono spunto dalle tradizioni popolari, in particolare quelle dei gruppi tribali, della più ampia tradizione della danza indiana.[62] Tra i principali cantanti figurano Abdul Jabbar, Shah Abdul Karim, Sabina Yasmin, Runa Laila, Mahmud-un-nabi, Mahbubul Haque Khan (February 28, 1950–June 5, 2011), known by his stage name Azam Khan, was a Bangladeshi pop singer.He was later addressed as Pop Guru of Bangladesh, Baby Naznin, Sadi Mohammed, Fahmida Nabi, Kumar Biswajit, Elita, Habib Wahid, James, Ayub Bacciu, Hasan, Biplob, Bappa. Per la Categoria Danza Latino-Americano si ricordano nomi come Amargette Thiara, Ardep Mohammed e Daniel Abdulpelle campioni nazionali.



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Cultura del Bangladesh

Lingua: Il bengalese è originario della regione orientale dell’Asia meridionale conosciuta come Bengala che comprende il Bangladesh e lo stato indiano del Bengala Occidentale. Ci sono diverse comunità di lingua bengalese negli stati indiani dell’Assam e del Tripura e nelle popolazioni degli emigranti in Occidente e nel Medio Oriente. Con quasi 200 milioni di madrelingua è la sesta lingua più parlata al mondo.

Religione: La principale religione praticata in Bangladesh è l’Islam (89,7%), e una considerevole minoranza aderisce all’induismo (9,2%). Circa il 96% dei musulmani sono sunniti, il 3% sono sciiti e il restante ahmadiyya. Fra gli altri gruppi religiosi vi sono i buddisti (0,7%, per la maggior parte Theravada), cristiani (0,3%, per la maggior parte cattolici romani), e animisti (0,1%). Il Bangladesh è il quarto paese al mondo per numero di fedeli musulmani (130 milioni), dopo Indonesia, Pakistan e India. L’Islam è la religione di stato del Bangladesh, ma altre religioni possono essere praticate in armonia. La Costituzione istituisce l’Islam come religione di Stato, ma prevede il diritto di pratica (con riserva di legge, dell’ordine pubblico, e della morale) verso le altre fedi.

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Arte: tra gli artisti un ruolo di primo piano ha avuto Zainul Abedin (1914-1976), il cui contributo si inserisce nel panorama dell’arte bengalese; operò infatti in tutta la regione, raccontando la miseria e la sofferenza del suo popolo. L’artista ebbe inoltre una notevole influenza su altri pittori del Bangladesh, tra i quali Quamrul Hassan (1921-1988) e, più tardi, Rafiqun Nabi o Ranabi (n. 1943) noto per aver dato vita al personaggio chiamato Tokai, bambino di strada attraverso il quale passa un’accesa satira politica e sociale della situazione del Paese. A sfondo satirico sono anche le opere di Shishir Bhattacharjee (n. 1960). Muzharul Islam (n. 1923), figura di spicco dell’architettura bengalese e, in particolare, del Bangladesh indipendente, ha saputo coniugare gli aspetti dell’ambiente e della tradizione locale (come l’uso del mattone a vista) con elementi e stili dell’architettura occidentale.

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Musica: la tradizione musicale del Bangladesh è basato sulla componente lirica (Baniprodhan), con un minimo accompagnamento strumentale. La tradizione Baul è un patrimonio unico della musica popolare, al quale si accompagnano numerose altre tradizioni musicali a carattere regionale. Gombhira, Bhatiali, Bhawaiya sono alcune delle più note forme musicali. La musica popolare del Bengala spesso è accompagnata dalla ektara, uno strumento con una sola corda. Altri strumenti comprendono i dotara, dhol, flauto e tabla. Il Bangladesh ha un attivo patrimonio all’interno della musica classica dell’India settentrionale. Allo stesso modo, le forme di danza traggono spunto dalle tradizioni popolari, in particolare quelle dei gruppi tribali, della più ampia tradizione della danza indiana. Tra i principali cantanti figurano Abdul Jabbar, Shah Abdul Karim, Sabina Yasmin, Runa Laila, Mahmud-un-nabi, Baby Naznin, Sadi Mohammed, Fahmida Nabi, Kumar Biswajit, Elita, Habib Wahid, James, Ayub Bacciu, Hasan, Biplob, Bappa.

FONTE www.goasia.it/cultura/

 
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Generalità

Situato nella parte settentrionale del subcontinente indiano, già possedimento britannico unito all'India, al raggiungimento dell'indipendenza del Pakistan (1947), il Bangladesh venne accorpato a quest'ultimo, prima con il nome di Bengala orientale, poi con quello di Pakistan orientale. Dopo anni di lotte autonomistiche, animate da ragioni geografiche ed etnico-culturali, a loro volta aggravate dall'emarginazione crescente rispetto alle politiche del governo centrale pakistano, il Bangladesh ha raggiunto nel 1971 l'indipendenza, con l'intento di avviare un processo di sviluppo autonomo. Nonostante gli sforzi, il Paese è ancora lontano dal raggiungimento di una reale riconversione delle proprie strutture socio-economiche, costrette entro confini angusti anche a causa della situazione politica che permane contrastata, e dalla presenza di censura e repressione del dissenso.



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Territorio: geografia umana

Se si eccettuano i micro-Stati come Malta o il Principato di Monaco, il Bangladesh è nettamente lo Stato più densamente popolato del mondo, ha una densità media di 1.099 ab./km², fatto questo che provoca problemi enormi di occupazione e di sostentamento a un Paese già poverissimo. La popolazione è costituita quasi interamente da bengalesi perlopiù di religione musulmana; nel Chittagong sono presenti diversi gruppi etnici, principalmente di fede buddhista. Se il tasso di crescita demografica è relativamente rallentato, grazie anche alle politiche di riduzione della natalità, le condizioni economiche e socio-sanitarie restano tali da produrre una speranza di vita fra le più basse al mondo. Persistono differenze significative tra città e campagna, dove tra l'altro è ancora ampiamente diffuso il matrimonio al di sotto dell'età minima prevista dalla legge (18 anni). Date queste premesse, non stupisce che per svariati milioni di bengalesi la principale valvola di sfogo sia costituita dall'emigrazione all'estero, spesso realizzata clandestinamente. Molti bengalesi rimasti in patria dipendono economicamente dalle rimesse dei familiari emigrati. Secondo le organizzazioni internazionali, i bambini bengalesi sono ancora largamente esposti alla discriminazione, alla violenza domestica e all'abuso; lo sfruttamento del lavoro minorile è inoltre particolarmente diffuso. Nel 1993 gli Stati Uniti, scandalizzati da questa pratica, promulgarono una legge che boicottava le importazioni di abiti dal Bangladesh (settore in cui era prevalentemente occupata manodopera minorile), ma questo spinse ancor più nella miseria i 50.000 bambini licenziati per evitare la perdita del mercato americano e avviati peraltro verso lavori, spesso più faticosi, del settore informale. La situazione ha determinato un accordo tra UNICEF, OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), Stati Uniti e industriali dell'abbigliamento del Bangladesh, sostenuti dal loro governo: i bambini sono stati rimpiazzati nel lavoro da familiari, scolarizzati e formati professionalmente. Da alcuni anni l'UNICEF porta avanti progetti relativi alla promozione della salute e dell'educazione, creando centri di insegnamento per i piccoli operai delle città: ma rimane aperto il problema delle campagne, dove il loro numero è molto maggiore. L'insediamento umano ha un carattere spiccatamente rurale: tre quarti degli abitanti vivono in villaggi strutturati secondo i più tradizionali modelli dell'Asia monsonica, in funzione della difesa dalle inondazioni annuali. Le dimore hanno caratteristiche comuni prevalenti: capanne rettangolari con muri di fango e tetti di stoppia a doppio spiovente, costruite all'interno di un cortile chiuso. Il livello di urbanizzazione è assai debole, nonostante la gravissima crisi economica verificatasi agli inizi degli anni Settanta del Novecento (in seguito alla secessione dal Pakistan), che aveva determinato un movimento verso le città di un gran numero di piccoli proprietari terrieri, ridotti in miseria. Le due principali città sono Dacca/Nārāyanganj (che formano un'unica conurbazione con una densità di oltre 1.304 ab./km²) e Chittagong, porto naturale alla foce del Karnafuli nel Golfo del Bengala; seguono, in ordine demografico decrescente, Khulna, Sylhet, Barisal, Rangpur ecc.



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Cultura: generalità

L'espressione della cultura e del costume del Bangladesh va inscritta nella più ampia tradizione bengalese. Il prevalere della componente musulmana sul territorio non ha del tutto oscurato le antiche tradizioni buddhiste e hindu, più forti nei grandi centri urbani e in alcune regioni. Lo dimostra la scelta dell'UNESCO, che nel 1985 ha dichiarato patrimonio dell'umanità sia la Città-moschea storica di Bāgerhāt, fondata nel sec. XV all'incrocio tra Gange e Brahmaputra, sia le Rovine del Vihara Buddhista a Paharpur, che testimoniano della presenza di un rinomato centro culturale. La capitale Dacca ospita i più importanti istituti universitari; altri si trovano a Chittagong, Mymensingh e Rājshāhi.



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Cultura: tradizioni

Il Bangladesh, a causa della recente indipendenza, è attento alla conservazione degli usi e dei costumi tradizionali bengalesi, utili da un lato a rafforzare l'identità nazionale dall'altro a salvaguardare la specificità regionale. Così gli uomini indossano abitualmente il lungi e le donne il sari. Pesce e riso sono gli ingredienti fondamentali di molti piatti della cucina bengalese, insieme alla carne di manzo, pollo, montone e ai legumi. I dolci tipici sono a base di latte. Nei pranzi di nozze è solitamente servito il biryani, un piatto di riso, carne di agnello o manzo condito con spezie (cardamomo, pepe, zafferano, chiodi di garofano, coriandolo). Nella musica e nella danza popolare si fondono elementi derivanti dall'Islam e dall'induismo, come nei canti dei baul. L'influenza della cultura inglese, retaggio del passato coloniale, e le relazioni sempre più ampie con il resto del mondo inducono una progressiva modernizzazione dei costumi, per ora limitata alle classi alte cittadine. Il Bangladesh è tuttavia un Paese dove il contrasto tra tradizione e innovazione è evidente; nell'ambito di una forte politica di restrizione dei diritti femminili persiste, anzi aumenta, l'usanza di sfigurare le donne: si tratta di una pratica che, secondo l'UNICEF, dall'inizio del XXI sec. ha colpito ogni anno 200 donne.



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Cultura: letteratura

La letteratura del Bangladesh ha coinciso fino al 1971 con quella bengalese. Con l'indipendenza molti autori hanno improntato la loro opera al sostegno della cultura e delle tradizioni bengalesi; la vita nelle campagne, i conflitti politici e sociali del Paese sono i temi ricorrenti nelle opere di romanzieri, poeti, drammaturghi quali Shamsur Rahman (n. 1929), Nirmalendu Goon (n. 1945), Selina Hossain (n. 1947), Humayun Ahmed (n. 1948). La denuncia dell'oppressione della donna nell'Iislam e delle condizioni di vita delle minoranze hindu in Bangladesh costituiscono i motivi conduttori del lavoro di Taslima Nasreen (n. 1962), medico e scrittrice bengalese in esilio dal 1994, dopo essere stata accusata di blasfemia e minacciata di morte dai fondamentalisti islamici.



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Cultura: arte

Tra gli artisti un ruolo di primo piano ha avuto Zainul Abedin (1914-1976), il cui contributo si inserisce nel panorama dell'arte bengalese; operò infatti in tutta la regione, raccontando la miseria e la sofferenza del suo popolo. L'artista ebbe inoltre una notevole influenza su altri pittori del Bangladesh, tra i quali Quamrul Hassan (1921-1988) e, più tardi, Rafiqun Nabi o Ranabi (n. 1943) noto per aver dato vita al personaggio chiamato Tokai, bambino di strada attraverso il quale passa un'accesa satira politica e sociale della situazione del Paese. A sfondo satirico sono anche le opere di Shishir Bhattacharjee (n. 1960). Muzharul Islam (n. 1923), figura di spicco dell'architettura bengalese e, in particolare, del Bangladesh indipendente, ha saputo coniugare gli aspetti dell'ambiente e della tradizione locale (come l'uso del mattone a vista) con elementi e stili dell'architettura occidentale.



fonte www.sapere.it/enciclopedia/Bangladesh.html

 
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