IL FARO DEI SOGNI

Angola

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/10/2017, 11:13     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


ao



L'Angola è uno Stato dell'Africa centrale. Confina a nord con la Repubblica Democratica del Congo, a est con lo Zambia, a sud con la Namibia e a ovest si affaccia sull'oceano Atlantico. Fa parte del paese anche l'exclave di Cabinda situata al confine fra Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del Congo.



Video



Il nome
ll nome del paese deriva dal termine Ngola, attributo di rispetto dei sovrani Ndongo corrispondente all'italiano "Maestà". I portoghesi diedero questo nome ufficiale al paese nel XVI secolo proprio in onore di quei sovrani, loro fedeli alleati[4].



angola_640



Storia antica
Le prime tracce di presenza umana in questa regione risalgono sicuramente alla preistoria. Non si conosce molto sulle popolazioni che in epoca primitiva abitavano sul territorio. In proposito vi sono varie teorie: fino a non molto tempo fa si pensava che popolazioni di lingua bantu provenienti da occidente si fossero insediate nella regione introducendo l'agricoltura e la lavorazione del ferro. Alcune prove sul DNA delle popolazioni Cabinda dell'Angola hanno invece dimostrato l'assoluta estraneità della popolazione indigena con le altre popolazioni limitrofe.



480px_Pyrenees_Mountains_view_from_satellite



L'inizio della colonizzazione portoghese

La venuta dei portoghesi in questo territorio è molto remota, specialmente sulla costa, già fiorente di traffici addirittura in epoca medievale. Nel 1483 si ha notizia di una prima penetrazione anche nell'entroterra. Inizialmente vi furono ostilità con i numerosi regni neri presenti sul territorio, in particolare col regno del Congo, con quello di Ndongo e con quello di Benguela. Tuttavia già nel XVI secolo si addivenne a lunghi periodi di pace, intervallati da guerre occasionali, dovute spesso a scontri di carattere personale tra i vari sovrani e governatori. In particolare il Regno di Ndongo costituì un'alleanza abbastanza stabile con i portoghesi, intrattenendo con essi un fiorente commercio di schiavi, molti dei quali furono trasportati in Brasile. Nel frattempo i portoghesi avviarono la costruzione di numerosi e floridi insediamenti nella regione, conquistando via via autonomia dalla madrepatria.



jpg



Il consolidamento della colonizzazione portoghese
Con l'avvento del XVII secolo, una nuova tribù si impose in parte del territorio angolano: la tribù degli Imbangala. Queste genti erano caratterizzate da un notevole ardimento bellico e da una forte intraprendenza, sicché in breve tempo sottomisero molte altre tribù dell'area, vendendo un'ingente quantità di schiavi ai portoghesi. Il Governatore Luis Mendez de Vasconcelos, apprezzandone assai lo spirito combattivo, ne arruolò buona parte nelle sue truppe. Si consolidò così il fenomeno del meticciamento sia propriamente detto (incroci tra razze), sia spirituale (fusione di costumi e tradizioni), che fu sempre caratteristico dell'impostazione coloniale portoghese, al contrario ad esempio di quella britannica. Intanto i portoghesi dovettero fronteggiare l'intraprendenza della regina ndongo Njinga Mbandi, con cui parzialmente nel 1624 e definitivamente nel 1639, furono firmati trattati di pace e cooperazione. Un altro problema che la colonia portoghese dovette presto affrontare fu il tentativo di penetrazione effettuato dagli olandesi della Compagnia delle Indie Occidentali. Tuttavia nella seconda metà del secolo i portoghesi, guidati dal condottiero Salvador Correia de Sa, riuscirono a scongiurare il pericolo.



15838244_304



L'organizzazione moderna della colonia
Il XVIII e il XIX secolo coincisero con una più precisa organizzazione amministrativa e giuridica della colonia. Se continuarono sovente conflitti interni tra gli esponenti delle varie tribù, è anche vero che iniziò a delinearsi una più chiara struttura socio-politica del paese, con una sempre più marcata suddivisione dei compiti amministrativi e militari. L'attività economica più prospera rimase il commercio degli schiavi (pur abolito nel 1830), che si protrasse fino a tutto l'Ottocento, finché l'ormai consolidata rivoluzione industriale, permise alle potenze più avanzate di fare a meno di questa forza lavoro. I portoghesi aspirarono nella seconda metà dell'Ottocento a riunire i loro dominii di Angola e Mozambico, ma l'azione di Cecil Rhodes impedì questo sogno coloniale. Il dominio portoghese nel XX secolo fu caratterizzato da grandi iniziative economiche e infrastrutturali, tra cui la costruzione di imponenti ferrovie. Furono altresì sviluppate estese piantagioni molto produttive, che contribuirono all'affermazione del Portogallo come potenza di un certo peso mondiale.



Angola_donna_himba



Verso l'indipendenza
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: guerra coloniale portoghese e guerra d'indipendenza dell'Angola.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Portogallo, governato sin dagli anni trenta da Antonio de Oliveira Salazar, si oppose strenuamente al concetto di decolonizzazione. Secondo il pensiero politico di Salazar infatti, la decolonizzazione avrebbe creato semplici avamposti economico-politici per le potenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti attraverso le multinazionali economiche, l'URSS attraverso le multinazionali politiche. Un graduale e costante processo di evoluzione politica con una partecipazione attiva delle popolazioni nere al sistema coloniale avrebbe invece permesso il vero sviluppo socio-economico dell'Africa[5



angola



Tuttavia apparve sempre più oneroso il mantenimento delle colonie e verso la fine degli anni cinquanta nacquero altresì vari movimenti indipendentisti più o meno collegati ad analoghi movimenti esteri, finanziati dalle due superpotenze. In particolare due movimenti si fecero strada: il Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola (MPLA), fondato nel 1956 e appoggiato dall'URSS, che addirittura organizzò scuole e università a Mosca per formare i capi; l'Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola (UNITA), guidata da Jonas Savimbi, sostenuto inizialmente dalla Cina, si avvicinò in seguito agli Stati Uniti. Il Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA) guidato da Holden Roberto, inizialmente consistente, perse via via di importanza. La lotta armata tra le varie fazioni e il governo portoghese divenne infuocata negli anni settanta. Nel 1974, in seguito alla Rivoluzione dei Garofani in Portogallo, cessarono le ostilità e venne instaurato un governo di coalizione fra i movimenti indipendentisti, che ebbe però breve durata. L'11 novembre 1975 il Portogallo riconobbe l'indipendenza del paese; il MPLA proclamò la Repubblica Popolare dell'Angola, mentre il FNLA e l'UNITA proclamarono nelle zone da loro controllate una repubblica separata con capitale Huambo. Il MPLA prevalse sugli altri due movimenti e nel febbraio 1976 le sue truppe conquistarono Huambo.



angola_0



La guerra civile

Agostinho Neto, capo dell'MPLA, divenne il primo presidente (1975) del paese e tale rimase fino alla morte (1979), allorché gli successe José Eduardo dos Santos. Dal luglio 1975 il paese fu afflitto da una lunga guerra civile nella quale erano in campo non solo contrasti etnici e interni ma forze straniere interessate alle risorse (petrolio e diamanti in particolare) dell'Angola e alla sua posizione strategica.



angola



angola1

angola_1

angola_7

angola_politics

Angola_Press

GBIF_Angola_2015_6a

himba_girl_20075793

images_97

images_98

RTXQA4H

Spiaggia_di_Tigres_in_Angola

traduzioni_angola

 
Web  Top
view post Posted on 11/1/2019, 16:22     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Cultura angolana

L'Angola , in quanto la grande maggioranza dei paesi indipendenti dell'Africa è uno stato multi e transculturale. Ciò significa che ospita nel suo territorio diverse culture, con lingue, costumi e origini diverse, che spesso estrapolano i confini politici stabiliti dagli europei nel secolo XIX. Un paese socialista dalla sua indipendenza fino all'inizio degli anni '90, e tormentato da decenni di indipendenza e guerra civile, l'Angola sta vivendo un periodo di prosperità determinato dallo sfruttamento del petrolio.

L'esempio perfetto di questo è l'estremo nord e sud. A nord, abbiamo Cabinda, oggi un'enclave dell'Angola tra Congo-Kinshasa e Congo-Brazzaville, e precedentemente conosciuta come Congo Portoghese. La sua popolazione è del gruppo etnico Kongo, che usa una lingua con lo stesso nome. I Kongo sono ancora presenti nell'area costiera dei due Congos e nelle province angolane di Uíge e Zaire. Cabinda, perché aveva una storia diversa da quella dell'Angola (fu occupata dai portoghesi solo nel 1885, mentre la costa dell'Angola era già occupata dal XVII secolo), coesiste con un movimento separatista, il FLEC (Fronte di liberazione dell'Enclave di Cabinda), che ha lottato per l'indipendenza dagli anni '60.

segue

 
Web  Top
view post Posted on 15/1/2019, 17:54     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Nel sud dell'Angola, in diverse tasche ci sono i khoisan (o coissã), che formano un gruppo a parte il popolo bantu e il resto del popolo africano. Il suo nome è la congiunzione del nome di due gruppi, Khoi e San, noti anche come boscimani o ottentotti. Si crede che i Khoisan siano discendenti dei popoli nomadi che hanno abitato in Africa migliaia di anni fa e siano stati sfollati con l'occupazione Bantu. Le lingue di Khoisan sono uniche, conosciute come "lingue di clic", caratterizzate da diversi suoni che non esistono in altre lingue e che hanno il suono caratteristico di un clic. Il film "Gli dei devono essere pazzi" ha come protagonisti i membri di questo gruppo etnico.

Oltre al portoghese, lingua ufficiale dello stato, l'Angola ha 42 altre lingue regionali. Il paese è un'eccezione all'interno del continente africano, poiché la lingua europea sta guadagnando sempre più spazio nell'ambiente quotidiano a scapito delle lingue nazionali, il contrario di ciò che accade nel resto del continente.

SEGUE

 
Web  Top
view post Posted on 18/1/2019, 17:12     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Nella letteratura, il nome di Agostinho Neto è tradizionalmente citato come esempio, ma l'Angola produsse altri importanti scrittori, tra cui Pepetela , Luandino Vieira e Viriato da Cruz. L'Angolan Writers 'Union era un gruppo importante dagli anni '70 agli anni '80, aiutando un certo numero di nuovi autori a modificare i loro libri.

La musica angolana è stata importante nella composizione di diversi ritmi a Cuba e nel sud-est del Brasile. All'interno del continente africano, tuttavia, è stato necessario molto tempo per essere pubblicato su dischi, in particolare gli artisti degli anni '60 e '70, che hanno sviluppato semba, rumba congolese e merengue angolano, utilizzando chitarre elettriche e un'intensa percussione.

Nella religione, la santeria cubana e la macumba brasiliana sono in gran parte basate sulle credenze religiose tradizionali del popolo angolano.

fonte https://translate.google.com/translate?hl=...na/&prev=search

 
Web  Top
view post Posted on 30/10/2019, 17:37     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Generalità

L'Angola occupa una posizione di cerniera tra l'Africa centrale e l'Africa australe: si affaccia all'oceano Atlantico per ca. 1600 km, tra la foce del fiume Cunene a S e quella del Congo a N, al di là del quale si trova l'exclave di Cabinda (7270 km²), posta tra la Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo.Il nome di Angola trae origine dal titolo dinastico ngola, che aveva il capo di una chefferie costituitasi nel corso del sec. XV tra le popolazioni stanziate nelle regioni del Ndongo tra i fiumi Bengo e Cuanza, a ridosso di Luanda. La lunga presenza portoghese non ha inciso in modo determinante sull'Angola, che fu peraltro il più vasto e ricco territorio lusitano in Africa; fu una presenza limitata essenzialmente alla fascia costiera, anche per l'obiettiva impossibilità per il Portogallo di operare un effettivo sfruttamento del Paese e una sua riconversione economica e politica in chiave neocoloniale. Teatro di tensioni derivanti dalle divisioni etniche, dai contrasti politici interni, ma anche dalle interferenze straniere dovute alle sue potenziali risorse economiche e alla sua posizione strategica, dopo l'indipendenza proclamata nel 1975, il Paese precipitò per decenni nella guerra civile. Diretta conseguenza fu la quasi totale scomparsa dell'agricoltura, i cui prodotti, soprattutto il caffè, venivano in gran parte esportati; per risollevare economicamente il Paese il governo puntò allora sulla liberalizzazione dell'economia, favorendo l'iniziativa privata e gli investimenti stranieri, che si concentrarono sul petrolio, scoperto e sfruttato inizialmente nell'exclave di Cabinda sull'estuario del fiume Congo e, in seguito, nella fascia litoranea settentrionale. Il processo di pacificazione avviato nel 2002 appare più consolidato di quanto non fosse quello del 1991 e potrebbe finalmente permettere all'Angola di dedicare le proprie risorse allo sviluppo, anzitutto quello umano, per il quale il Paese si trova agli ultimi posti nella classifica mondiale.



SEGUE

 
Web  Top
view post Posted on 1/11/2019, 18:12     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Territorio: geografia umana

Se si esclude una piccolissima percentuale di bianchi (1%) e di meticci (2%), la popolazione angolana è composta quasi esclusivamente da neri (97%), bantu, che si sono insediati nell'Angola in epoca non lontana ricacciando verso S o in particolari aree di rifugio i gruppi autoctoni, tra cui boscimani e ottentotti. Importante è stata anche l'immissione di genti pastorali d'origine orientale, come gli herero, anch'essi insediati nelle zone meridionali. I gruppi bantu sono rappresentati da popoli numericamente rilevanti come gli ovimbundu (25%) e i kimbundu (23%), i kongo (13%), i lwena (8%) e i chokwe (5%); altri gruppi rappresentano il 23%. L'Angola è stato forse il Paese che più ha risentito delle razzie effettuate dai portoghesi alla ricerca di schiavi da utilizzare nelle piantagioni brasiliane: all'arrivo degli europei, nel sec. XVI, sembra che la popolazione fosse il doppio di quella attuale. Alla fine del sec. XX gli sviluppi demografici sono consistenti (3,3% è il coefficiente di accrescimento annuo nel periodo 1993-98), ma non così forti come in altri Stati africani; le capacità di contenimento del Paese, solo parzialmente sfruttato, sono però notevoli, mentre la densità media è di 15 ab./km². Ormai oltre la metà della popolazione vive in aree urbane. Luanda è il centro di maggiore consistenza demografica: nella parte centrale ha un aspetto interamente moderno ed europeo, con alti grattacieli e ampie strade, ma la sua periferia urbana si è allargata in modo incontrollato, progressivamente invasa da degradate baraccopoli dette mucheques, in stridente contrasto con l'aspetto moderno del centro cittadino, un temposede di una cospicua cominità portoghese e poi di quella cubana. Tutti gli altri centri dell'Angola non hanno mai assunto una fisionomia urbana di rilievo. Lobito e Benguela, lontani poche decine di chilometri l'uno dall'altro, sono uniti da una linea ferroviaria che nasce a Lobito e che ha accresciuto l'importanza di tale porto marittimo, sbocco oceanico dello Shaba e della Zambia, rispetto alla famosa Benguela, il cui antico sviluppo era legato alla tratta degli schiavi. Lungo la costa sorge anche Cabinda, lo scalo marittimo dell'omonimo exclave, importante per l'imbarco di prodotti petroliferi. Nell'interno il centro maggiore è Huambo, ex Nova Lisboa, posto in una fiorente area agricola.



segue

 
Web  Top
view post Posted on 3/11/2019, 13:31     Top   Dislike
Avatar

Blogger

Group:
Administrator
Posts:
66,876
Reputation:
+1,781
Location:
Da casa mia🏠

Status:


Territorio: ambiente


La notevole estensione in latitudine della fascia costiera, nonché le sue differenti condizioni climatiche, fanno sì che sia piuttosto vivo il contrasto tra le folte formazioni di mangrovie del tratto settentrionale e le aride distese sabbiose di quello meridionale.

Infatti tutte le zone più umide del Paese sono occupate dalla foresta pluviale, che tende a concentrarsi lungo i corsi dei fiumi.

Vi si trovano in abbondanza tutte le specie della flora equatoriale, soprattutto mogani, palme e i musuemba (un genere di Albizia), usati per i lavori di conceria, oltre al singolare Trymotococcus africanus che cresce esclusivamente nell'Africa occidentale.

Latifoglie sempreverdi si trovano ovunque fino a un'altezza di 350 m, dove compare la foresta tropicale di montagna, ricca anche di alberi a foglie persistenti (palma dum, banani ecc.).

Al di sopra dei 1000 m prevale la savana, con erbe alte (euforbie) e un'abbondante vegetazione arborea (baobab e acacie).

La fascia costiera meridionale è ricoperta da una steppa sparsa di euforbie, Aloe e Sansevieria; più all'interno e a S la steppa si fa ancora più rada.

L'Angola è un territorio privilegiato per quanto riguarda la fauna, poiché ospita quasi tutte le specie dell'ambiente equatoriale e di quello tropicale, salvaguardati in sei parchi naturali. La superficie di aree protette copre complessivamente il 8% del territorio.

Vi si trovano, tra i grandi mammiferi, l'elefante, l'ippopotamo, la giraffa, la zebra, il rinoceronte, il leone, il bufalo, il leopardo, la iena e l'antilope (tra cui vari rarissimi generi in via d'estinzione), oltre a migliaia di tipi di uccelli e una grande varietà di insetti.

Purtroppo guerra civile, uso eccessivo dei pascoli, erosione del suolo, sovrappopolazione e il mercato del legname pregiato hanno portato alla perdita di biodiversità, all'inquinamento delle acque e alla sedimentazione dei fiumi e degli argini.

Segue

 
Web  Top
view post Posted on 5/11/2019, 13:17     Top   Dislike
Avatar

Blogger

Group:
Administrator
Posts:
66,876
Reputation:
+1,781
Location:
Da casa mia🏠

Status:


Economia


L'Angola è un Paese potenzialmente assai ricco, sia per quel che riguarda le risorse agricole sia per quel che riguarda le risorse minerarie, anche se ancora non abbastanza valorizzato; ciò soprattutto per le scarse possibilità che lo stesso Portogallo ebbe, in passato, di attuare profondi interventi nell'economia angolana.

Il governo di Lisbona realizzò comunque le prime infrastrutture (strade, ferrovie ecc.), creò le prime piantagioni e diede inizio dell'attività estrattiva; più modesta, ma non esigua nel contesto africano, la presenza portoghese nell'industria di trasformazione, che a partire dagli anni Sessanta del Novecento registrò un buon incremento.

Ciò però comportò una crescente dipendenza dall'estero, con il risultato di rendere ancora più drammatica la situazione venutasi a creare dopo il crollo, nella madrepatria, del regime salazariano (1974) con la conseguente fuga di capitali e di quadri tecnici portoghesi e l'internazionalizzazione della guerra di liberazione.

La vittoria di Neto e l'instaurazione di un regime socialista portarono ad alcuni profondi mutamenti: la confisca e la nazionalizzazione delle terre, la creazione di grandi aziende di Stato e di cooperative, la nazionalizzazione delle banche e delle industrie; tuttavia, lo scarso successo di questa politica costrinse, sul finire degli anni Ottanta del Novecento, il Paese a liberalizzare l'economia.

Con la fine della guerra civile nel 2002 la situazione macroeconomica è migliorata.

Il settore petrolifero, insieme alla produzione di diamanti, è diventato la risorsa principale del Paese e ha cominciato a favorire una crescita economica anche nel settore delle costruzioni, nella riabilitazione delle infrastrutture e nel commercio: Il PIL, negli ultimi dieci anni è cresciuto di oltre il 10% e nel 2009 si attestava sui 68.755 ml $ USA. Il PIL pro capite era di 3.972 $ USA (2009).

Il Paese continua comunque a dipendere dagli aiuti internazionali e la disoccupazione rimane elevata, ma l'inflazione è in diminuzione.

§ L'agricoltura aveva, alla fine del periodo coloniale, il suo punto di forza nel caffè, importanti erano anche le piantagioni di sisal, manioca, mais, canna da zucchero, banane, palme da olio e da cocco e cotone. Il comparto agricolo però perse la sua importanza con la guerra civile e la successiva nazionalizzazione del settore non riuscì a risollevare il comparto.

Le colture di sussistenza (manioca, mais, ortaggi, miglio e sorgo) non garantiscono l'autosufficienza alimentare e nonstante il 71% della popolazione nel 2006 fosse impiegata nell'agricoltura, essa contribuiva solo per l'8,3% alla creazione del PIL.

§ Cospicuo è il manto forestale (pari al 18,7% della superficie territoriale), che viene sfruttato commercialmente nei distretti di Cabinda e Moxico: se ne ricavano esserze pregiate come ad esempio il mogano.

§ L'allevamento (bovini soprattutto) è diffuso sull'altopiano, specie nell'Angola meridionale, dove rappresenta la risorsa fondamentale anche se, a causa della mosca tsè-tsè, non supera la misura della mera sussistenza.

§ L'importanza della pesca, che alimenta industrie conserviere e di trasformazione, dopo aver subito un duro contraccolpo con il ritiro di gran parte del naviglio europeo (1975-76), è ripresa grazie ai progetti di risanamento degli anni Ottanta; porti pescherecci sono Benguela, Porto Alexandre e Porto Amboim.

§ L'industria, sprofondata nell'oblio dopo la partenza dei portoghesi all'indomani dell'indipendenza, annovera oltre al settore alimentare, cementifici, raffinerie di petrolio, acciaierie e stabilimenti di assemblaggio di autovetture.

§ La risorsa principale dell'Angola è il petrolio che rappresenta il 50% del PIL (2007) e che non ha risentito della crisi economica protrattasi per tutta la guerra civile.

Per i diamanti, di bellissima qualità, l'Angola si pone quale quarto produttore mondiale: le principali miniere si trovano nella regione di Luanda.

Esistevano anche giacimenti di ferro ma le miniere furono distrutte durante la guerra. § Limitato è il commercio interno, mentre quello estero è attivo soprattutto grazie al petrolio e ai prodotti petroliferi.

Il principale partner commerciale per le importazioni è il Portogallo e il maggiore mercato di esportazione sono gli Stati Uniti, seguiti dalla Cina e dalla Francia.

Il Paese è fortemente dipendete dall'importazione di prodotti agricoli: ingenti sono, infatti, le uscite destinate all'acquisto di derrate, vista l'impossibilità per il settore agricolo di garantire l'autosufficienza alimentare.

§ Gravissime sono state le ripercussioni del conflitto sulle vie di comunicazione, in seguito peraltro riattivate e potenziate. Le ferrovie collegano le piantagioni e le aree minerarie ai porti atlantici; un ruolo fondamentale svolge la linea detta del Benguela, che attraverso l'Angola conduce nella Repubblica Democratica del Congo e nella Zambia.

La rete stradale (51.429 di cui 5349 asfaltate nel 2001) è gravemente insufficiente e solo la zona attorno a Luanda è ben servita; in sviluppo sono i servizi aerei, con principali aeroporti a Luanda, Huambo, Lubango e Cabinda.

Segue

 
Web  Top
view post Posted on 7/11/2019, 10:18     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Cultura: generalità

Come nella maggior parte dell'arte africana, le maschere e le sculture angolane hanno un importante ruolo nei rituali: rappresentano la vita e la morte, i passaggi dall'infanzia all'età adulta, la celebrazione del raccolto e l'inizio della stagione della caccia. Gli artigiani angolani lavorano il legno, il bronzo, l'avorio, la malachite e la ceramica. Ogni etnia ha i suoi tratti artistici peculiari. Forse l'opera angolana più famosa è il pensatore Cokwe, un capolavoro di simmetria e di armonia. I lunda-cokwe, nella parte nordorientale del Paese, sono conosciuti anche per la grande abilità nelle arti plastiche. Altre maschere importanti sono la maschera femminile Mwnaa-Pwo indossata dai danzatori maschi nella cerimonia della pubertà; le maschere policromatiche Kalelwa vengono usate durante le cerimonie della circoncisione; molte figure scolpite evocano personaggi mitologici, come la principessa Lweji e il principe Tschibinda-Ilunga. Il più grande mercato artigiano del Paese è quello di Futungo, presso Luanda, dove per attirare il maggior numero di turisti i mercanti organizzano musica con gli strumenti tradizionali, per creare un'atmosfera da festa di villaggio: uomini vestiti da guerrieri, che indossano pelli di antilope, bracciali e collane di conchiglie danno una nota di colore ai profumi del mercato. Il teatro non è ancora riuscito a creare una propria produzione: in passato si limitava a riprodurre riti e miti originali delle aree rurali, dove gli stessi personaggi riproducevano le medesime situazioni. Non esistono gruppi professionisti e gli unici che riescono ad avere una certa continuità sono il Gruppo Sperimentale di Teatro del Ministero della Cultura, l'Elinga Teatro, il gruppo Oasis, i Makotese e il gruppo Horizonte Njinga Mbande. Per la danza, la Compagnia di Danza Contemporanea di Ana Clara Guerra Marques propone spettacoli dove la musica tradizionale si mescola a quella contemporanea. Tra le mainifestazioni, molto sentita e variopinta è il Carnevale, organizzato nel mese di febbraio a Luanda, sul lungomare.


segue

 
Web  Top
view post Posted on 9/11/2019, 19:03     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,904
Reputation:
+1,695

Status:


Cultura: letteratura

Si può parlare di una letteratura scritta africana solo verso la fine del sec. XIX. La prima opera angolana apparve a Luanda nel 1849: era la raccolta lirica Espontaneidades de minha alma, del meticcio José M. da Silva Maia. Una vera angolanità si formò attraverso il giornalismo, che con Aurora presentò la prima rivista letteraria d'Africa Nera (1856), a cui collaboravano europei, meticci e neri. Nel 1881, con L'Echo de Angola, apparve il primo giornale esclusivamente africano con testi in kimbundu. Si distinsero allora Joaquim Dias Cordeiro de Mata (1857-1894) che con le liriche Delirios (1887) prefigurò l'esaltazione della razza africana tipica del movimento della Négritude, e fuse kimbundu e portoghese. Con lui si schierò José de Nascimento che, con l'opuscolo collettivo Voz de Angola clamando no deserto (1901), denunciò il razzismo e il colonialismo. Gli anni Venti, con l'instaurarsi del fascismo in Portogallo, misero fine a questo periodo di fermento intellettuale. La letteratura si rifugiò nel folclore e nell'esotismo del “lusotropicalismo”, ma vide affermarsi alcuni scrittori di transizione, come il mulatto Geraldo Bessa Victor (n. 1917), poeta e narratore, e Oscar Ribas (1909-1961), scrittore ed etnologo, e il romanziere nero Assís Júnior (n. 1934). Il miglior scrittore di questo periodo fu il romanziere portoghese Castro Soromenho (1910-1968), che espresse coraggiosamente la realtà angolana. Nel 1948 nacque il movimento Vamos a descubrir Angola diretto dallo scrittore Viriato da Cruz (1928-1973), propugnante l'identificazione con le aspirazioni popolari; movimento di intellettuali ripreso nel dopoguerra dalle riviste Mensagem (1950-52) e Cultura (1945-51), portavoci entrambe delle rivendicazioni sociali e anticolonialiste. Frattanto, si era costituito a Lisbona un centro di studi africani che si prefiggeva di risvegliare la coscienza nazionale, di promuovere i contatti con le élites delle varie colonie e di accogliere gli apporti afro-brasiliani, pubblicando un Quaderno di poesia negra di espressione portoghese (1953). Grandi nomi di autori neri e bianchi illustrarono allora il nazionalismo angolano in campo letterario: Mario Fernandez de Oliveira, detto Mario António (1934-1989), António Cardoso (n. 1933), Mario de Andrade (1928-1990), Arnaldo Santos (n. 1935), Agostinho Neto (1922-1979), Luandino Vieira (n. 1935), Henrique Guerra (n. 1937). Rifiutando l'assimilazione, essi approfondirono lo studio dei valori nero-africani, immisero nella letteratura la realtà sociale, usarono spesso parlate locali e si ispirarono ai ritmi della musica popolare. Nacque così una letteratura di rivolta, vibrante, tesa e diretta, con vertici di acceso lirismo. Durante la guerra di liberazione la letteratura segnò una battuta d'arresto, benché apparissero opere clandestine, soprattutto poesie militanti. Alcuni autori subirono il carcere: António Jacinto (1924-1991), i già citati Vieira e Cardoso. L'esempio più alto di questa letteratura di lotta, di cui Mario de Andrade ha dato un esauriente panorama in una celebre antologia, è Agostinho Neto, che con Sagrada Esperança (1974) ha dato la biografia di un uomo e di una nazione, esprimendone l'anelito alla giustizia e all'affermazione della dignità umana. Le opere di questi autori, scritte in carcere o in esilio, furono pubblicate dopo l'indipendenza e influenzarono profondamente la giovane generazione. Domina presso quest'ultima la novella che tratta temi attuali e presenta novità sul piano linguistico, con l'introduzione del linguaggio parlato e del kimbundu, e sul piano formale con una maggiore attenzione allo stile e alla prosa ritmata dei narratori orali. Fra questi scrittori eccellono il bianco Luandino Vieira e Arnaldo Santos, Jofre Rocha (n. 1941), David Mestre, Bobela Mota, Boaventura Cardoso, Jorge Macedo e Manuel Rui (n. 1941) che con Sim, camarada! rende con tenera umanità la tragedia della guerra. Fra i romanzieri si segnalano tre autori di sicuro talento, testimoni appassionati della realtà umana della guerra: Manuel dos Santos Lima con As Lagrimas e o Vento (1975; Lacrime e Vento); Pepetela (n. 1941) soprattutto con Mayombe (1980), interrogazione sull'uomo, la società e la politica, che supera il contesto angolano, nel quale è pur radicata, per aprirsi sull'universale; lo stesso Vieira, autore dallo stile forte e incisivo. Il mondo letterario appare sempre vivace e rivela parecchi autori, come Ruy Duarte (n. 1941), Arlindo Barbeitos (n. 1940) e Uanhenga Xitu (alias A. A. Mendes de Carvalho, n. 1924), ma l'intervento dello Stato sulla vita intellettuale si rivela sfavorevole alla libera espressione. Esiste una produzione di dissidenti, pubblicata in Portogallo o in Brasile. La rivista Angolé, aperta alla collaborazione di tutti gli scrittori africani e occidentali, ha rivelato nuovi talenti. Fra i poeti vanno citati Paula Tavares (n. 1952), Augusto Rui, Lopito Feijó K. Le “Brigate giovani della letteratura”, formatesi nelle città, si compongono di giovani scrittori la cui arte, ancora militante, si apre ad apporti esterni e propone una critica costruttiva. Scarso invece il teatro, dove tuttavia si segnala il bel dramma storico-didattico, dalla lezione brechtiana, A revolta da casa dos idolos (1980) di Pepetela. In campo saggistico è nota l'opera Kijila-Per una filosofia bantu (1985) di Pedro F. Miguel. Negli anni Novanta la narrativa propone nomi come Boaventura Cardoso (n. 1944), che è stato anche ministro della cultura fino al 2002, J. Eduardo Agualusa (n. 1960), José Sousa Jamba, Fernando Fonseca Santos, Cikakata Mbalundo (n. 1955), Fragata de Morais (n. 1941), Jacinto de Lemos (n. 1961), Roderick Nehone (n. 1965); questi scrittori mantengono viva la tradizione della letteratura angolana, arricchendola allo stesso tempo con la diversità dei loro temi e la crescente qualità della loro scrittura.



fonte www.sapere.it/enciclopedia/Ang%C3%B2la.html

 
Web  Top
9 replies since 28/10/2017, 11:05   82 views
  Share