IL FARO DEI SOGNI

Armenia

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view post Posted on 23/10/2017, 16:56     Top   Dislike
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L'Armenia (in armeno: Հայաստանի Հանրապետություն?, traslitterato: Hayastani Hanrapetouṭyoun) è uno Stato eurasiatico indipendente del Caucaso meridionale, con capitale Erevan. Il nome ufficiale è Repubblica di Armenia.

L'Armenia confina con la Turchia ad ovest, la Georgia a nord, l'Azerbaigian e la repubblica de facto del Nagorno Karabakh ad est, l'Iran e l'exclave azera del Nakhchivan a sud. È quindi uno stato senza sbocco al mare.



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Etimologia del nome

Il nome originario del paese era Hayq, divenuto più tardi Hayastan, traducibile come "la terra di Haik" (stan è un tipico suffisso persiano per indicare un territorio). Secondo la leggenda, Haik era un discendente di Noè (essendo figlio di Togarmah, che era nato da Gomer, a sua volta nato dal figlio di Noè, Yafet) e, secondo la tradizione cristiana, antenato di tutti gli armeni. Haik si stabilì ai piedi del monte Ararat, partì poi per assistere alla costruzione della Torre di Babele e, ritornato, sconfisse il re assiro Nimrod presso il lago di Van, nell'attuale Turchia.

Il termine Armenia fu coniato dai popoli confinanti a partire dal nome della più potente tribù presente nel territorio (gli armeni, appunto) e deriva da Armenak (o Aram), un discendente di Haik e un grande condottiero del popolo armeno. Fonti precristiane riportano invece la derivazione dal termine Nairi (cioè "terra dei fiumi") che è l'antico nome della regione montuosa del paese e che è usato sia da alcuni storici greci sia dall'iscrizione di Behistun, ritrovata in Iran e risalente al 521 a.C.



Armenia: una terra lontana tra sacro e profano



Video



Storia

Secoli dopo i conflitti con la civiltà degli Ittiti, il primo impero armeno fu la civiltà di Urartu, che fiorì nel Caucaso e nell'Asia Minore orientale tra l'800 a.C. e il 600 a.C. Nel I secolo a.C., durante il regno di Tigrane II d'Armenia, l'Armenia costituiva un impero regionale che si estendeva dalle coste del mar Nero al mar Caspio e a quelle del Mediterraneo, ma nel 66 a.C. venne sconfitta dai Romani guidati da Pompeo; da quella data fu per secoli una delle poste in gioco prima fra Romani e Parti e poi fra Bizantini e Sasanidi.



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Nel 301 l'Armenia fu il primo stato al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato, precedendo così di alcuni decenni l'impero romano, e con san Gregorio Illuminatore istituì la propria Chiesa Apostolica Armena, che si separò dalle altre chiese cristiane dopo il Concilio di Calcedonia del 451. Con il succedersi delle dinastie e delle occupazioni di parti, romani, arabi (dal 645), mongoli e persiani, lo stato armeno fu notevolmente indebolito.



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Quando l'Armenia fu di nuovo un regno indipendente (884-1045), visse un rinascimento culturale, politico ed economico. Venne fondata una nuova capitale, Ani, ora in Turchia. Con la costruzione di Ani, l'Armenia divenne una popolosa e prospera nazione che ebbe influenza politica sulle nazioni vicine. Sebbene la nativa dinastia dei Bagratidi, alla quale gli Arabi avevano affidato la corona d'Armenia, si trovasse in circostanze favorevoli, il sistema feudale indebolì gradualmente il paese erodendo il sentimento di lealtà nei confronti del governo centrale.



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Nel 1071, dopo la sconfitta di Bisanzio da parte dei Turchi Selgiuchidi guidati da Alp Arslan nella Battaglia di Manzikert, anche l'Armenia Maggiore venne conquistata. Migliaia di famiglie cristiane, guidate da un familiare dell'ultimo re di Ani, lasciarono l'Armenia e si insediarono in terre straniere, come la Cilicia. La situazione diede ai Curdi l'opportunità di espandersi nel territorio dell'Armenia in Anatolia. Dal 1080 al 1375, il centro politico della nazione armena si spostò verso sud, come Regno Armeno di Cilicia, con i suoi stretti legami con gli Stati crociati, primo fra tutti la contea di Edessa, per i comuni interessi anti-bizantini ed anti-islamici; finché i Mamelucchi d'Egitto non lo conquistarono.



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Edited by (((claudio))) - 23/10/2017, 18:13
 
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INTRODUZIONE ALLA CULTURA ARMENA DI ANNA SIRINIAN


Intervento in occasione del Convegno "Armenia: genocidio dimenticato" . Iniziativa culturale
proposta dagli studenti dell' "Azione Universitaria"
della "Sapienza" di Roma.
Spetta a me il gradito, ma difficile compito, di presentarvi in breve tempo l'Armenia, il suo popolo,
la sua cultura. L'Armenia può sembrare, ad una prima impressione, un paese lontano e dal sapore
esotico. In realtà, è un paese più vicino di quanto non si
creda, e presente nella realtà italiana. Nel
passato, antichi, lunghi e assidui contatti hanno legato l'Armenia all'Italia, a cominciare dall'età
romana, continuando nel medioevo e nell'età moderna. Per quanto riguarda la realtà odierna, vorrei
indicare s
olo alcuni dati:
-
ricordo che esiste in Italia un piccolo pezzo di terra armena, un'isola per la precisione
-
che vi
invito a visitare perché fa parte degli itinerari turistici veneziani
-
che si trova di fronte a Venezia,
nella laguna veneta: è l'isola d
i San Lazzaro, definita "faro" della cultura armena in Occidente, sede,
dal 1717, dell'illustre Congregazione Armena dei Padri Mechitaristi, i quali hanno svolto e svolgono
un fondamentale compito di salvaguardia e diffusione della loro cultura nazionale;
-
esistono poi comunità armene in Italia, non così numerose come altrove nel mondo, ad esempio in
Francia e negli Stati Uniti, ma ugualmente attive e laboriose, in particolare a Milano, Venezia e
Roma. Esistono diverse chiese armene (non può esserci comuni
tà armena senza una chiesa): per
parlare solo di Roma, la chiesa di San Biagio della Pagnotta e quella di San Nicola da Tolentino, cui
è annesso il Pontificio Leoniano Collegio Armeno, deputato alla formazione dei giovani seminaristi
armeni cattolici. A Ro
ma sorge, inoltre, la casa madre della Suore Armene dell'Immacolata
Concezione;

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-

esiste dal 1995, con sede a Roma, un'Ambasciata della Repubblica Armena in Italia;
-
la cultura armena, poi, è presente nelle Università italiane con due cattedre di lingua e
letteratura
(una a Bologna, l'altra a Venezia), e un lettore di lingua armena all'Università Statale di Milano.
L'Università di Bologna, in particolare, ha stretto ormai da diversi anni una convenzione con
l'Università Statale di Erevan che prevede recipr
oci scambi di studio. Accanto a questi Atenei,
vanno ricordati tanti altri docenti di altre Università italiane che si interessano alla cultura armena,
in particolare nel settore dell'architettura (Roma e Milano, in particolare), della letteratura, della
l
inguistica e della storia.
E perché tanto interesse per l'Armenia? Perché la sua cultura è profonda e antica, e presenta
addentellati con tanti e tanto vari ambiti di studio, ed ogni volta che gli studiosi si imbattono in essa,
sembra che ne restino affasc
inati, continuando a farne oggetto delle proprie ricerche. Soprattutto
negli ultimi anni, l'interesse verso l'Armenia è cresciuto considerevolmente, tanto da potersi
annoverare, sparsi in diverse città italiane, una quindicina tra associazioni e centri cul
turali
armenistici.
Tornando al tema assegnatomi, la presentazione dell'Armenia, c'è da dire subito che la conoscenza
di un popolo e del suo Paese si compone di tanti settori: c'è la geografia, la storia, la lingua, la
letteratura, la religione, la liturgi
a, la musica e così via. È impossibile adesso considerarli tutti come
meriterebbero. Procederò dunque seguendo un filo, un po' sentimentale e un po' ragionato, che
passa per alcuni dati relativi a questi aspetti (storia, geografia, lingua, religione, lette
ratura ecc.), ma
anche per alcune immagini, evocate, queste, con la lettura di una poesia di un famoso poeta armeno,
Paruyr Sevak, vissuto in epoca sovietica.

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Cominciamo dai dati:
La geografia: dov'è l'Armenia?
-
L'Armenia, oggi, è una delle quindici r
epubbliche sorte
all'indomani del crollo dell'Unione sovietica, agli inizi del 1990. Si trova "incastonata"
-
vien voglia
di dire così soprattuttoperché non ha sbocco sul mare
-
fra quattro paesi: a Nord la Georgia e
l'Azerbaigian, a Sud la Turchia e l'Ira
n. Per collocarla in un panorama più ampio, immaginiamo una
cartina geografica con l'Europa al centro. Volgiamo lo sguardo verso destra, osservando i due grandi
mari vicini, il Mar Nero e il Mar Caspio, e, tra di essi, la catena montuosa del Caucaso, che i
n un
certo senso li lega. Ecco, sotto questa catena, circondata nel modo che vi ho detto, si trova
l'Armenia di oggi.
Ma questa Armenia è solo piccola parte di un'Armenia più grande, la cosiddetta Armenia
storica, grande almeno dieci volte più di questo pi
ccolo ma importante pezzo di terra, per
immaginare la quale dobbiamo pensare alla penisola anatolica, alla sua parte centro
-
orientale,
dove spiccano i tre laghi di Van, Sevan e Urmia. Ecco, la zona che circonda questi tre laghi
racchiude l'Armenia storica,
cioè quel territorio abitato per millenni da Armeni fino ad
arrivare alla data più terribile per questo popolo, quella segnata dall'anno 1915, l'anno del
genocidio, che in breve tempo spazzerà via la presenza armena dall'Anatolia.
L'Armenia ex
-
sovietica p
orta dunque con sé, oggi, agli occhi degli Armeni e del mondo, l'eredità di
tutta l'Armenia storica, il cui territorio ha funto, nel corso della storia, da grande strada di
collegamento tra l'Occidente e l'Oriente: e "ponte tra Occidente e Oriente", "croce
via di civiltà"
sono, infatti, alcune delle definizioni più usate dell'Armenia, che mettono in evidenza le due
componenti fondamentali di questa cultura e insieme il suo ruolo di tramite fra le varie civiltà
appartenenti ai due orizzonti europeo e asiatico


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La storia: chi sono gli Armeni?.
-
Gli antenati degli
Armeni si affacciarono sulla scena del mondo
intorno al 1.000 a.C. Venivano dall'Occidente (gli storici greci li dicono "imparentati" con la stirpe
indeuropea dei Frigi), e si stabilirono sull'alt
opiano dell'Ararat, dove incontrarono una civiltà
autoctona già alfabetizzata, fatta di abili costruttori e guerrieri, la civiltà dell'Urartu, con la quale si
fusero, dando origine al popolo armeno nella sua fisionomia storica. Questo popolo, in tremila an
ni
di storia, è stato soggetto a continue invasioni, e solo
poche volte, e per breve tempo, ha formato
un regno o una compagine statale a sé. Ciononostante,
gli Armeni hanno sempre conservato
gelosamente la propria identità etnica grazie a un attaccamento
fortissimo alla propria
cultura, e reso possibile da tre elementi fondamentali
-
la lingua, la religione, l'alfabeto
-
che
ora passo a considerare.
La lingua: al cuore del sistema linguistico indoeuropeo.
-
La lingua armena è indoeuropea
. Essa
fa parte
di quel grande gruppo di lingue parlate dall'India all'Europa (da qui il nome), tra le quali
figurano fra le altre
il sanscrito, il persiano, il greco, il latino, l'antico slavo, l'antico tedesco. Tutte
queste lingue, lo ha dimostrato la linguistica, ris
algono geneticamente a un'unica matrice linguistica
comune (l'indoeuropeo, appunto) non attestata ma ricostruibile nei suoi meccanismi fonetici e nelle
sue radici, proprio attraverso il confronto tra elementi del lessico, della fonetica, della morfologia
d
elle lingue storicamente
attestate. L'armeno, in particolare, si presta molto a ricostruzioni di
questo tipo ed è particolarmente amato e considerato dai glottologi, che talvolta trovano proprio in
esso la chiave di volta per le loro ricostruzioni linguis
tiche.
L'armeno è dunque una lingua indeuropea, parente, per citare le lingue a noi più note, del greco e
del latino; e dunque, in un certo senso, anche dell'italiano, che dal latino deriva.

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La religione: un popolo di antichissima fede cristiana.
-
L'Armenia è un paese cristiano, anzi, se
così si può dire, cristianissimo; e ora vi spiego il senso del superlativo. L'Armenia è stato il primo
paese del mondo afare del Cristianesimo la propria religione ufficiale, nell'anno 301, venendo a
precedere così la data dell'Editto di Milano, del 313, con il quale il Cristianesimo fu ufficialmente
accettato nell'Impero romano, e tanto più quella dell'Editto di Teodosio (del 380), con cui l'Impero
riconobbe il Cristianesimo come religione di Stato.
Ma torniamo alla storia più antica. Artefice del passaggio dall'Armenia pagana all'Armenia cristiana
fu san Gregorio l'Illuminatore, che riuscì, dopo diverse vicissitudini e lunghi anni di prigionia, a convertire, appunto nel 301, il re armeno Tiridate e la sua corte.

L'alfabeto: una creazione unica e originale
.
-
Dicevo prima che tra i fattori di unione e di identità
del popolo armeno va annoverato senz'altro l'alfabeto, meraviglioso strumento
-
che gli Armeni
considerano divino perché elargito loro da Dio
-
ancor oggi ammirato dai linguisti per la sua
funzionalità. È stato proprio l'alfabeto che ha consentito agli Armeni di conservare nel tempo la loro
lingua e i loro testi. Senza l'invenzione, o meglio la creazione dell'alfabeto armeno, la cultura
armena non avrebbe potuto certamente essere tramandata. È forse
questo il motivo per cui gli
Armeni sono così
profondamente legati al loro alfabeto, unitamente al fatto che esso è stato creato
appositamente ed esclusivamente per la lingua armena: non fissa, infatti, nessuna altra lingua al di fuori di essa

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Inventore dell'alfabeto nei primi anni del V secolo (tradizionalmente,nell'anno 404 ca.), fu il monaco Mesrop Mashtotz che operò con esso, dopo san Gregorio, una seconda illuminazione del Paese. Questo perché Mesrop comprese che il popolo armeno, nonostante si fosse già da un secolo convertito al Cristianesimo, non era realmentein grado di comprendere il messaggio cristiano finché i testi sacri erano letti in altre lingue, in greco o in siriaco. Dopo una lunga ricerca, segnata anche da insuccessi, dopo patimenti, suppliche e preghiere rivolte a Dio, la richiesta del monaco fu, ci dicono le fonti, esaudita. Per seguire le parole di uno storico armeno del tempo, Lazzaro di P‘arp, nel momento culminante della sua ispirazione il santo Mesrop vide "non un sogno nel sonno, né una visione nella veglia, ma nel laboratorio del suo cuore (i srtin gorcaranin), una mano che, apparendo agli occhi dell'anima, tracciava le lettere...". Nacque così l'alfabeto armeno, che un altro scrittoredel V secolo, Koriwn, discepolo prediletto di Mashtotz e suo biografo, ha definitoastuacapargew, cioè "dono di Dio".Una volta reperito, il nuovo strumento fu immediatamente impiegato per tradurre la Sacra Scrittura e le opere dei padri, ponendo così, al contempo,le basi della letteratura armena. Leggiamo le parole di giubilo, ancora una volta di Koriwn, che commentano l'avvenuta traduzione in armeno della Bibbia: "A quel tempo l'Armenia divenne beata e straordinariamente mirabile, quando, per opera diquei due [cioè Mesrop e Sahak, l'allora capo [Catholicos] della Chiesa armena, che aiutò il monaco nell'impresa], Mosé con lo stuolo dei profeti, e Paolo, con l'intera schiera degli apostoli e con il Vangelo di Cristo salvezza del mondo, parlarono in armeno e si espressero nella lingua nazionale".Da questo momento in poi gli Armeni si diedero con fervore all'arte della scrittura e al culto del libro. Essi produssero così, fra l'altro, e tramandarono sino a noi, una quantità davvero notevole di manoscritti, in rapporto alla loro esiguità numerica: solo nella principale biblioteca di manoscritti armeni del mondo -ilMatenadaranche si trova a Erevan, la capitale della Repubblica armena -si conservano circa 14.000 manoscritti armeni.

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Il manoscritto è, dunque, uno dei manufatti più significativi che gli Armeni hanno lasciato nel corso della loro storia. Spesso prezioso, di pergamena, abbellito da legature in argento e pietre preziose, di frequente miniato, esso è stato oggetto di cure infinite da partedegli Armeni, ed è fonte inestimabile per gli eventi della loro storia. Già, perché questi codici non solo trasportano e trasmettono le opere in esso contenute, ma sono letteralmentecostellati diyishatakaran, ovvero memoriali, vergati il più delle volte dalla mano dello scriba o di successivi possessori, che ci tramandano preziose notizie sul manoscritto stesso, su chi lo ha commissionato, scritto, decorato, restaurato, riscattato da mani di infedeli, ecc., insieme con un'infinità di nomi (ad esempio quelli dei genitori, spirituali o naturali, dei personaggi nominati, o quelli dei loro fratelli o confratelli, ecc.), con l'indicazione del monastero nel quale è avvenuta la copia del libro e delle condizioni storiche (invasioni, eventi bellici, terremoti) che l'anno accompagnata, fino a giungere a particolari minimi di vita quotidiana (difficoltà dello scriba nel reperire l'inchiostro o la carta, il freddo, la scarsa luce, ecc.).E concludendo questo mio troppo rapido schizzo di alcuni aspetti della cultura armena, terminerò,come ho anticipato, leggendo una bella lirica che un famoso poeta armeno,Paruyr Sevak(1924-1971), rivolge appassionatamente alla sua terra. La poesia, il cui titolo èHayastan("Armenia"), è una fedele rappresentazione in versi di questo Paese, tutta un susseguirsi di immagini che evocano i suoi paesaggi scabri e al contempo dolci, la sua storia, le sue tradizioni millenarie. Forse ritroverete in essa alcuni dei concetti ed immagini che son venuta introducendo sinora.

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ArmeniaEcco il mio paese dal dolce nome,il mio paese dal nome solenne,il mio paese tormentato,la mia gloria.Tra i vecchi, tu hai i capelli bianchi,tra i giovani, sei nuova e vigorosa.Tu, vite sorretta da sostegni,i tuoi dolori sono l'acqua, e tu la sabbia.Tu, pioppo dalle fitte foglie,tu, olivo selvatico disteso sopra il ruscello.Tu, fortezza e castello semidiroccato,foglio di manoscritto di pergamena.Tu, chiesa in rovina di Zvartnotz,"Albero di albicocche" di Komitas.Tu, mulino nella valle profonda,tu, cantilena dolcemente modulata,bagliore di vomere d'argento.Tu, freccia, arco, rozza lancia,tu, fumo del focolare dei padri,tu, poema orale, tu "folle di Sasun"...Mia gloria,mio paese tormentato,mio paese dal nome solenne,mio paese dal dolce nome.Tu, deposito di frutta,cantina di vino dei tralci dorati.Tu, pesca vellutata, tu, pane spumeggiante appena cotto,uva dagli occhi neri di Artashat.Tu, onda ribollente di Sevan,colonna e capitello di Erevan.Tu, porto, faro che chiama a sé,tu, stemma e sigillo armeno.Testimone parlante della strage,e occhi limpidi di pianto estinto,severa corte di giustizia,fodero di spada,libro d'amore,sempre antica e nuova, terra mia d'Armenia.Paruyr Sevak(1924-1971)

fonte https://www.homolaicus.com/storia/contempo...esentazione.pdf

 
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Generalità

Paese di tradizioni antichissime, compreso all'interno della vasta regione caucasica, l'Armenia (Hayastan, dal nome del mitico eroe fondatore Haykh) ha alle spalle una millenaria storia segnata da conflitti e invasioni, favorite nel tempo anche dagli esigui confini del territorio. Le controverse questioni politiche, etniche e religiose (gli armeni furono uno dei primi popoli a essere evangelizzati, a partire dal II sec. d. C., anche se al cristianesimo delle origini, religione di stato già nel 300 d. C., fecero seguito divergenze dottrinali e divisioni scismatiche a loro volta causa di notevoli contrasti) hanno provocato intensi flussi migratori e vere e proprie diaspore. A questi si sono aggiunti i cruenti massacri perpetrati nell'intera regione armena prima dagli Ottomani (1894-96), poi dai Giovani Turchi (1909; 1915-20): questo genocidio, parte fondamentale di quella che è passata alla storia come la questione armena, non è mai stato ammesso ufficialmente dal governo turco e continua a costituire un delicato tema sia a livello internazionale sia a livello dei rapporti tra i due Paesi interessati. A oggi si stima che gli armeni residenti in patria siano circa un terzo di quelli che vivono all'estero. Dopo il dissolvimento dell'impero sovietico, il Paese ha mantenuto legami di tipo economico-militare con l'ex grande potenza europea. Questo interscambio ha contribuito a incrinare i rapporti con le vicine repubbliche caucasiche, resi difficili anche a causa delle spinte autonomistiche di alcune province di confine come il Nagorno-Karabah. Da tempo il Paese è impegnato nel difficile cammino verso il raggiungimento di una stabilità politico-economica, caratterizzato nel corso degli ultimi decenni da tendenze di opposta natura come il drammatico crollo industriale degli anni Novanta del Novecento e la sorprendente ripresa economica di inizio millennio.



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Territorio: geografia umana

L'Armenia appare densamente popolata con 109 ab./km²; circa un terzo degli abitanti vive nella capitale e più della metà si concentra nelle zone pianeggianti ai piedi del monte Ararat, in un raggio di circa 60 km da Erewan. Anche se la concentrazione urbana è piuttosto elevata (c. i tre quinti della popolazione) la rete urbana è piuttosto debole; i principali nuclei, dopo la capitale, sono Gyumri e Vanadzor. La composizione etnica del Paese comprende quasi esclusivamente armeni (97,9%) e minoranze di yazidi (1,3%), russi (0,5%), curdi (0,1%), assiri (0,1%) e altri (0,1%).



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Cultura

Le tradizioni artistico-culturali armene hanno origini antiche e nell'arco del tempo hanno trovato espressione in forme diverse. Per una trattazione relativa alla storia dell'arte, della letteratura e della musica armena, si rimanda al lemma Armenia, regione. Per quanto riguarda l'epoca contemporanea, il panorama culturale del Paese annovera diversi fenomeni e movimenti che, pur non disegnando un quadro unitario, rivelano comunque una particolare vitalità. Tra gli autori di origine armena, di cui molti residenti o vissuti all'estero, si segnalano lo scrittore Wiliam Soroyan (1908-1981) e il poeta e scrittore Peter Balakian (n. 1951) autore di diverse raccolte poetiche e del volume The Burning Tigris: The Armenian Genocide and America’s Response (2004). Anche il panorama musicale attuale è piuttosto vivo: tra i compositori si ricorda Aram Ilič Chačaturjan (1903-1978), autore anche dell'inno nazionale armeno; tra i musicisti folk, eredi moderni di un repertorio popolare sorprendentemente ampio e composito, si ricorda il più famoso artista armeno, Djivan Gasparian (n. 1928), maestro del duduk, uno strumento a fiato simile all'oboe, collaboratore di numerosi artisti europei e americani e autore di decine di brani per pellicole famose (come L’ultima tentazione di Cristo, del 1988, di Martin Scorsese o il più recente Syriana, del 2005, di Stephen Gaghan); tra gli interpreti contemporanei emergono la cantautrice Lilit Pipoyan (n. 1955) e il compositore per chitarra folk Vahan Artsruni (n. 1965). Tra i gruppi, la scena musicale è divisa tra l'Armenian Navy Band, la formazione jazz di dodici elementi di Arto Tuncboyaciyan (n. 1957) e i Time Report, attivi nella capitale; all'estero, riscuotono un buon successo anche i System of a Down, gruppo new metal formatosi a Los Angeles nel 1995. Tra i cantanti di fama mondiale, di origine armene, i più noti sono la celebre attrice e cantante Cher (n. 1946) e Charles Aznavour (n. 1924). Anche per quanto riguarda le nuove arti, l'Armenia ha espresso ottime prove: nel cinema, con le pellicole di Sergei Paradjanov (1924-1990), apprezzato cineasta punto di riferimento per numerosi autori e con le opere del regista armeno-canadese Atom Egoyan (n. 1960); nella fotografia, con Yousuf Karsh (1908-2002), divenuto famoso per un celebre scatto al premier britannico Winston Churchill. In Armenia sono inoltre presenti tre siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità UNESCO: i Monasteri di Haghpat e Sanahin (1996, 2000), la cattedrale e le chiese Echmiadzin, e il sito archeologico di Zvartnots (2000); il monastero di Geghard e Alta Valle di Azat (2000).



FONTE www.sapere.it/enciclopedia/Arm%C3%A8nia+%28Stato%29.html

 
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Cosa fu il genocidio degli armeni
Storia delle terribili violenze compiute dall’impero ottomano contro gli armeni a partire dal 1915, di cui si riparla grazie a Joe Biden
www.ilpost.it/2021/04/25/cosa-fu-il-genocidio-degli-armeni/
 
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