L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/[6]; anche trascritto come Afganistan in italiano[7]) è uno Stato di 652 864 km² e di 33 332 025 abitanti stimati nel 2016.[8] La sua capitale è Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan).
Tra la caduta dei Talebani in seguito all'arrivo delle forze alleate e la riunione del gran consiglio per la stesura della nuova costituzione, l'Afghanistan veniva indicato dall'Occidente come Stato provvisorio islamico dell'Afghanistan. Con la sua nuova Costituzione il paese viene ora ufficialmente chiamato "Repubblica Islamica dell'Afghanistan". L'attuale presidente è Ashraf Ghani, in carica dal settembre 2014.
Le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari.[9]
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Dalle origini storiche (2000 a.C. - 650 d.C.)
Kabul, in passato nota come il "crocevia dell'Asia centrale", si trova in un punto di connessione davvero unico nel quale numerose civiltà eurasiatiche hanno interagito e spesso combattuto e che fu un importante teatro delle prime attività della storia. Attraverso le epoche, la regione oggi nota come Afghanistan è stata invasa da numerose potenze, tra cui gli Indoariani, i Medi, i Persiani, i Greci, i Maurya, l'Impero Kusana, gli Unni bianchi, i Sasanidi, gli Arabi, i Mongoli, i Turchi, i Britannici, i Sovietici e più recentemente gli Stati Uniti. Raramente però queste potenze sono riuscite a esercitare il completo controllo della regione. In altre occasioni, entità statali originarie dell'Afghanistan hanno invaso le regioni circostanti creando dei propri imperi.
Si pensa che tra il 2000 e il 1200 a.C. ondate di Arii che parlavano lingue indoeuropee abbiano dilagato nell'odierno Afghanistan, creando una nazione che prese il nome di Aryānām Xšaθra, o "Terra degli Arii".
Si ipotizza che lo Zoroastrismo abbia avuto probabilmente origine in Afghanistan, tra il 1800 e l'800 a.C. Le antiche lingue dell'Iran orientale, come la lingua avestica, potrebbero essere state usate in Afghanistan all'incirca nello stesso periodo dell'ascesa dello Zoroastrismo. Nella zona orientale, la civiltà vedica indoariana potrebbe aver avuto una certa importanza, anche se questo deve essere ancora dimostrato definitivamente. Nella prima metà del VI secolo a.C. l'Impero Persiano soppiantò i Medi e incorporò l'Ariana all'interno dei propri confini.
Intorno al 330 a.C. Alessandro Magno invase la regione. Dopo la breve occupazione macedone, gli stati ellenistici dei Seleucidi e della Battriana controllarono l'area, mentre i Maurya provenienti dall'India si annetterono per un certo periodo la parte sudorientale e introdussero il Buddhismo nella regione, che in seguito tornò sotto il dominio battriano.
Durante il I secolo d.C. i Kushan Tocari occuparono la regione. In seguito, l'Ariana cadde in mano a diverse tribù eurasiatiche - tra cui i Parti, gli Sciti e gli Unni, senza dimenticare i Sasanidi persiani e alcuni governanti locali come gli Shahi indù di Kabul - fino al VII secolo, quando gli eserciti degli Arabi musulmani invasero la regione.
Dal 650 d.C al 1919 d.C.
Quando nacque il califfato arabo-islamico, l'Afghanistan non era conosciuto con questo nome (assai recente) e l'area era vista come una realtà tutt'altro che omogenea, su cui gravitavano regioni come lo Zābulistān (attuale Afghanistan centrale), il Badakhshān, il Khorāsān e così via.
Il califfato inizialmente annetté nel 652 alcune parti dell'Afghanistan occidentale e in seguito, tra il 706 e il 709, conquistò quasi tutto il resto del paese, amministrando la regione con il nome di Khorasan. Con il passare del tempo gran parte della popolazione si convertì all'Islam, anche se minoranze manichee e buddhiste sono testimoniate fino a oltre l'anno 1000. L'Afghanistan diventò successivamente il centro di importanti regni locali, come quello ghaznavide (962-1050 circa), fondato da un ex-schiavo e poi governante turco originario di Ghazni, noto come Mahmud di Gazna, destinato a diventare celebre in tutto il mondo islamico per le sue campagne di conquista nell'India Nord-Occidentale. Il suo posto fu preso, verso la metà del XII secolo dai turchi Selgiuchidi (che conquistarono Baghdad nel 1055) dando forma all'ultimo grande impero dell'islam classico. Più tardi, col disgregarsi del potere selgiuchide, fu la volta dalla dinastia Ghuride (1151-1219), fondata da un altro governante locale, stavolta di estrazione tagika, Muhammad Ghori, i cui domini costituiranno in India la base del Sultanato di Delhi.
Nel 1219 la regione fu invasa dai Mongoli di Gengis Khan, che devastarono il paese e lo tennero tra varie vicende per circa un secolo. Una seconda invasione fu quella del celebre Tamerlano, alla fine del XIV secolo I suoi figli daranno origine ai floridi regni dell'era timuride tra cui spicca quello afgano di Herat che fu, a cavallo tra il XV e il XVI secolo, un centro culturale fondamentale per comprendere gli sviluppi successivi della storia letteraria (persiana e turca-chagatay), artistica (arte miniaturistica e architettura) e religiosa (misticismo sufi) del mondo islamico centro-asiatico. Successivamente l'Afghanistan entrerà nell'orbita di Babur, discendente sia di Tamerlano sia di Gengis Khan, che fondò agli inizi del Cinquecento l'Impero moghul, destinato a svilupparsi soprattutto in India. Più tardi i Safavidi persiani sfidarono il potere dei Moghul e nella prima metà del XVII secolo si impadronirono della regione. Nella prima metà del XVIII saranno scorrerie devastanti in terra d'Iran da parte di tribù afgane a por termine all'impero safavide. Quest'ultimo troverà il suo ultimo difensore nel generale Nader Shah (1730-47) che, deposto l'ultimo Safavide e proclamatosi imperatore, respingerà le tribù afgane riuscendo in seguito – grazie a un'abilissima politica di conciliazione sunnita/sciita – a ottenere la loro leale collaborazione e il controllo di gran parte dell'Afghanistan.