IL FARO DEI SOGNI

Poesia come terapia

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view post Posted on 27/1/2024, 06:55     Top   Dislike
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(Testo in endecasillabe)
IN QUESTA NOTTE
In questa notte, tu guardami adesso,
io fermo, ascoltando questo cuore
senza respirare e fare rumore,
in questa notte, tutti i miei pensieri
il gelido e il buio, se l’inghiotte,

è una notte di malinconia
un’ansia che non passa, non va via,
adesso che il mio pensiero per te
vorrebbe essere solo melodia….

Questa notte, non ti posso chiamare
non ti posso cercare per parlare,
di questa mia sublime follia
stanotte pensarti, costa fatica.

Noi due che fino a ieri, abbiamo avuto
gli stessi lividi neri nel cuore,
sai, quelli non sono mai andati via,
noi due ingenui, ma così simili,
stessa tristezza e la stessa allegria.

In questa notte di malinconia
con quel bisogno di una poesia,
che mi prende e dopo, mi porta con sé
non c’è più quella bella emozione,
la fantasia, non c’è pensiero,

senza di te, scompare quell’armonia,
un amore che non credi, ma vedi…
Sai io ti ho veramente amato
con sincerità, l’ho dimostrato…

Noi due che fino a ieri, abbiamo avuto
gli stessi lividi neri nel cuore,
sai, quelli non sono mai andati via,
noi due ingenui, ma così simili,
stessa tristezza e la stessa allegria.

Questa notte buia, ha solo un bel sogno,
che adesso non posso lasciare andare
non posso, non voglio buttare via,
questa notte è una poesia
questa è una notte di follia,

tu che mi illumini tutti i sogni miei,
adesso non chiedermi spiegazioni,
questa notte è quella sensazione
che sai, mi puoi dare solamente tu,
stanotte non togliermi questo incanto
perché senza te non ho soluzioni…
By Parigi Simone
[Diritto d'Autore Artt. 2575-2583, c.c. l. n. 633 del 22.04.1941 (Legge sul diritto d'autore)] SongWriting.

 
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Jacques Prévert PRIMA COLAZIONE

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.

Buongiorno POETI NELL'ANIMA

 
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FERMARSI OGNI TANTO

Ogni tanto fermati a guardare quello che ti circonda e pure le persone che ti circondano, non correre come se avessi sempre fretta di arrivare da qualche parte. Rischi di correre e correre e usare tutto il tuo tempo a correre senza mai gustare quello che hai, quello che sei e quello che ti circonda.
Ogni tanto fermati a guardare le nuvole che hai sopra la testa, il colore del cielo, le forme dei fiori, il movimento dell'acqua nel fiume o nel mare. Fermati a percepire i profumi dei fiori, dei boschi, delle piante.
Ogni tanto fermati e lascia correre quelli che hanno paura di fermarsi. Ti guarderanno sorridendo, orgogliosi di oltrepassarti e convinti che la corsa sia infinita. Poveri illusi... si illudono che la vita sia infinita e che correndo si possa correre per sempre, ma non è così.
Quindi ogni tanto fermati e anche se non rallenterai il tempo, almeno lo vivrai completamente.

-- Autore sconosciuto

buon pomeriggio poeti❤

 
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Solo dopo la notte più buia si farà giorno.
Coprite dunque i lumi e restate in silenzio, affinché la notte divenga buia e silente.
Il sole sorge senza il nostro aiuto.
Solo chi conosce l’errore più nero sa che cos’è la luce.

(Carl Gustav Jung - da "Libro Rosso")

buonanotte poeti ❤️

Immagine: Opera di Sinisha Kashawelski

 
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FERMARSI OGNI TANTO

Ogni tanto fermati a guardare quello che ti circonda e pure le persone che ti circondano, non correre come se avessi sempre fretta di arrivare da qualche parte. Rischi di correre e correre e usare tutto il tuo tempo a correre senza mai gustare quello che hai, quello che sei e quello che ti circonda.
Ogni tanto fermati a guardare le nuvole che hai sopra la testa, il colore del cielo, le forme dei fiori, il movimento dell'acqua nel fiume o nel mare. Fermati a percepire i profumi dei fiori, dei boschi, delle piante.
Ogni tanto fermati e lascia correre quelli che hanno paura di fermarsi. Ti guarderanno sorridendo, orgogliosi di oltrepassarti e convinti che la corsa sia infinita. Poveri illusi... si illudono che la vita sia infinita e che correndo si possa correre per sempre, ma non è così.
Quindi ogni tanto fermati e anche se non rallenterai il tempo, almeno lo vivrai completamente.

-- Autore sconosciuto

buon pomeriggio poeti❤

 
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Giorgio Gaber

Quando sarò capace d’amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

Un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare.

Buonanotte POETI NELL'ANIMA

 
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Alda Merini

Amale vestite, che a spogliarsi sono brave tutte.
Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi
di una donna possono trovare scudo dietro un velo di mascara.

Amale addormentate, un po' ammaccate quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che non ne hanno bisogno, sanno bastare a se stesse.
Ma appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.

Buonanotte POETI NELL'ANIMA

 
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view post Posted on 15/3/2024, 14:04     Top   Dislike
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Il modo in cui
si dice qualcosa,
l'intonazione sonora
della disposizione d'animo
attraverso cui
una parola vibra e parla,
determina il valore
e l'intima verità
di quel che viene detto.

(Hartmut Buchner)

buon pomeriggio poeti ❤️

Immagine: Opera di Galya Popova

 
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Alda Merini AMORE

“L’amore è sofferenza,
pianto, gioia, sorriso.
L’amore è felicità,
tristezza e tormento.
Non si ama con il cuore,
si ama con l’anima
che si impregna di storia.
Non si ama se non si soffre
e non si ama
se non si ha paura di perdere.
Ma quando ami vivi,
forse male, forse bene, ma vivi.
Allora muori
quando smetti di amare,
scompari quando non sei più amato.
Se l’amore ti ferisce,
cura le tue cicatrici
e credici, sei vivo…
Perché vivi per chi ami
e per chi ti ama.”

Buongiorno POETI NELL'ANIMA

 
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Vorrei portarti in un luogo raro ...
Donarti tutto ciò che non ho ancora sognato.
Essere poesia, o ciò che vorresti io sia. Desidererei fossi qualcosa di speciale per te, più del tramonto in riva al mare.
Sei una perla rara, nel mezzo del deserto.
La serenità del mio cuore, emana calore di te ...
Incisa nella mia serenità, è la tua indentità, ovunque andrai, sarò lì con te.
Col cuore in mano, sotto la pioggia, d'amore danzo del mio più grande tesoro.

 
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Vorrei portarti in un luogo raro ...
Donarti tutto ciò che non ho ancora sognato.
Essere poesia, o ciò che vorresti io sia. Desidererei fossi qualcosa di speciale per te, più del tramonto in riva al mare.
Sei una perla rara, nel mezzo del deserto.
La serenità del mio cuore, emana calore di te ...
Incisa nella mia serenità, è la tua indentità, ovunque andrai, sarò lì con te.
Col cuore in mano, sotto la pioggia, d'amore danzo del mio più grande tesoro.

 
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Rainer Maria Rilke

La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,
sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l’un l’altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.

Buonanotte POETI NELL'ANIMA

 
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"Scendeva dalla soglia d’un di quegli usci, e veniva inverso il convoglio una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata, e offuscata, ma non guasta, da una gran pena e da un languor mortale; quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. L’andar suo era faticoso, ma non cascante; gli, occhi non davano lagrime, ma portavan segno di averne tante versate; v’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che indicava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, fra tante miserie, la segnasse così particolarmente alla commiserazione, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco, ammortito nei cuori. Tenevasi ella in fra le braccia una fanciulletta di forse nove anni, morta; ma composta, acconcia, con le chiome divise in su la fronte, in una veste bianca, mondissima, come se quelle mani l’avessero ornata per una festa promessa da tanto tempo, e conceduta in premio. Nè la teneva a giacere; ma sorretta, assettata in su l’un braccio, col petto appoggiato al petto, come cosa viva; se non che una manina bianca a guisa di cera penzolava da un lato con una tale inanimata gravezza, e il capo posava sull’omero della madre con un abbandono più forte del sonno: della madre, chè, se anche la somiglianza di quei volti non ne avesse fatto fede, l’avrebbe detto chiaramente quello dei due che dipingeva ancora un sentimento.

Ed ecco un turpe monatto avvicinarsi alla donna, e far vista di torre il peso dalle sue braccia, ma pure con una specie d’insolito rispetto, con una esitazione involontaria. Ma quella, ritraendosi alquanto, in atto però che non mostrava nè sdegno nè dispregio, “no!” disse: “non la mi toccate per ora; deggio riporla io su quel carro: prendete.” Così dicendo, aperse una mano, mostrò una borsa e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poscia continuò: “promettetemi di non torle un filo dattorno, nè di lasciar che altri s’attenti di farlo, e di porla sotterra così.”

Il monatto si recò la destra al petto; indi, tutto premuroso, e quasi ossequioso, più pel nuovo sentimento, ond’era come soggiogato, che per la insperata mercede, s’affaccendò a far sul carro un po’ di piazza alla picciola morta. La donna, dato a questa un bacio in fronte, la collocò ivi, come sur un letto, ve la compose, vi stese sopra un panno lino candido, e disse le ultime parole: “addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch’io pregherò per te e per gli altri.” Poi, rivolta di nuovo al monatto, “voi,” disse, “ripassando di qui in sul vespro, salirete a prender me pure, e non me sola.”

Così detto rientrò in casa, e dopo un istante, comparve alla finestra, tenendo in braccio un’altra più tenera sua diletta, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima, fino a che il carro si mosse, finchè rimase in vista; poi sparve. E che altro ebbe a fare, se non deporre sul letto l’unica che le rimaneva, e corcarsele allato, a morire insieme?; come il fiore già rigoglioso in su lo stelo cade in un col fiorellino ravvolto ancora nel calice, al passar della falce che agguaglia tutte l’erbe del prato.

“O Signore!” sclamò Renzo: “esauditela! pigliatela con voi, lei e quella sua creaturina: hanno patito abbastanza! hanno patito abbastanza!"

Alessandro Manzoni/ I Promessi Sposi/ Cap. XXXIV // La madre di Cecilia (Promessi Sposi), opera di Giorgio Scarpati

 
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