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| Il capro espiatorio è quella persona, quell'individuo, il quale all'interno di un nucleo familiare assorbe e catalizza tutte le paure, tutte le angosce, tutti disagi, tutte le paranoie, tutte le ombre degli altri membri.
A cosa serve una figura del genere? A 2 funzioni fondamentalmente.
Da una parte, gli altri membri riescono a mantenere un loro equilibrio interno, una loro omeostasi sistemica, che gli permette di andare avanti nella loro vita nel migliore dei modi possibili.
Cioè in tranquillità, senza scossoni.
Acquistano coesione e senso di controllo prendendosela con qualcuno, coalizzandosi contro di esso.
La famiglia mantiene un proprio centro attorno al quale continuare a ruotare.
Dall'altra, il fatto che qualcuno si prenda carico, volente o nolente, dei disturbi di tutti gli altri, fa sì che, automaticamente, gli altri non debbano occuparsene.
In questo modo la colpa ricade sempre sul capro espiatorio, sulla vittima: qualsiasi cosa avvenga all'interno della famiglia, un problema economico, una lite, un disturbo, una paranoia, ricade sulla vittima predestinata.
Essa serve in sostanza al lavaggio della coscienza di tutti gli altri membri, i quali si coalizzano al fine di scaricare su di lei, come se fosse una sorta di fogna o di canale di scolo, tutto ciò che di impuro, di scomodo, di vergognoso, di frustrante, accade loro quotidianamente.
Così come le loro ombre e ferite antiche irrisolte. Il loro senso di colpa defluisce sull'altro, sul capro espiatorio predestinato.
La vittima prescelta, si fa carico dei problemi di tutti e in questo modo diventa il perno sul quale ruota l'intero universo familiare, il quale può mantenere un equilibrio grazie alla condiscendenza tacita del capro espiatorio, della vittima di turno.
Finché la vittima, da pecora bianca, non diventa nera.
Omar Montecchiani
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