IL FARO DEI SOGNI

Maestro Morya 4

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184 — Spesso i membri della comunità vogliono sapere da dove provengono gli attacchi di
angoscia che talvolta provano. Occorre sapere che senza questi spasmi di angoscia nessun progresso
è possibile. Superato un precipizio, sentite debolezza ai muscoli delle gambe. Durante l’espansione
della coscienza, attraversate molti precipizi invisibili. Gli sviluppi nodali della coscienza procedono
come salti, e spasmi psichici contraggono i centri nervosi. Questi spasmi non si devono temere: un
breve riposo rimedierà alle contrazioni. È più difficile seguire la crescita della coscienza che la
crescita di un capello. La coscienza conquista e svelle. I ponti passati e incendiati non rivelano i
segnali successivi, ma lasciano aperta una sola possibilità d’assalto. È pregevole non solo lottare
avanzando, ma distruggere anche i residui lasciati indietro. Proprio ora vi accorgete che la
maggioranza degli uomini avrebbe potuto progredire, ma è rimasta aggrappata a cose inutili,
vecchie di secoli. Custodite i Miei due segni — il segno del Servizio e il segno della Comunità.
L’uno rompe con ciò che è vecchio, l’altro è evoluzione.
L’aspirazione può essere scoperta — non chiudete la porta!
Se scrivete libri, badate che ognuno sia complementare agli altri, eppure indipendente. Così pure
nell’azione, badate che ogni membro, singolarmente, esprima il gruppo intero.
185 — È difficile valutare una manifestazione di lavoro. Noi sappiamo che la risposta sta nella
qualità, e non nel volume o nella quantità. Ma sovente i novizi non percepiscono la qualità, e per
loro il volume esteriore offusca la sostanza. Per leggerezza mentale si occupano solo di bolle di
sapone, e poi scambiano l’iridescenza della decomposizione per la luce dell’illuminazione. Perfino
menti alquanto esperte si danno da fare con i calcoli meccanici invece di affrontare la sostanza.
Come dir loro che solo dalla qualità avranno illuminazione e affermazione? Distinguete le grandi
opere dai cadaveri.
186 — Ogni comunità ha bisogno di risorse difensive. Noi non siamo conquistatori che usano la
forza, eppure teniamo un elenco dei Nostri nemici, e non Ci sbagliamo nel contarli. Raggi, gas,
vedette aeree sono le migliori difese esterne, ma le risorse più efficaci sono i prodotti dell’energia
psichica. Non vogliamo affatto offrire lo spettacolo di un gregge di pecore inermi! La vera
conoscenza è sempre pronta a replicare! A Noi non interessa spaventare nessuno, dobbiamo però
avvertire: “Badate a voi, o ignoranti!”. È ora di sussurrare a tutti coloro che si sono uniti in
comunità: “Siate consci dei vostri comandi psichici”. Ci sono e ci saranno casi in cui dovrete
assumere in piena consapevolezza la responsabilità di un ordine decisivo. Ma in quel momento
aguzzate bene la vista, per percepire chiaramente la circonferenza del vostro bersaglio. Da un ordine
mal diretto risulteranno conseguenze spiacevoli. Sul sentiero ci si può imbattere nelle
manifestazioni più inattese, e chi può controllare le conseguenze di una freccia mal diretta? Molto
tempo fa dissi al nemico: “Riceverò sul Mio scudo tutte le tue frecce, ma te ne manderò una sola”.
In queste parole sta tutto il Nostro Consiglio.
È necessario che ogni membro della comunità conosca la tecnica della battaglia, ed è
specialmente importante distinguere i membri falsi, per ricacciarli oltre il muro. Né la lunghezza
della barba, né il numero delle catene, né la zoppìa, né le promesse, né alcun segno casuale sono
testimoni validi. Solo la piena coscienza, limpida nella sua vigilanza quotidiana, sincera nel sonno,
può offrire l’espressione del vero desiderio ardente. Spesso il sonno è anche più sincero dello stato
di veglia. La sincerità ha il diritto di essere armata. E un comando inalterabile crea e colpisce.
187 — Com’è possibile sentirsi completamente protetti? Solo stabilendo un legame strettissimo
col Maestro. Solo la cooperazione attiva e il profondo rispetto conferiscono la possibilità migliore
di attraversare le sfere del pericolo. Il legame col Maestro è una vivente penetrazione nel futuro.
Vi sono antenati terrestri e antenati cosmici: talvolta questi concetti coincidono, ma a causa
dell’imperfezione sono spesso separati. Esiste dunque una catena di antenati terrestri e un
arcobaleno di antenati cosmici. Non è difficile capire quale sia il sentiero dell’evoluzione.
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Invero, ogni Maestro ha la Sua Guida, e il pensiero, valutando, sale fino ai mondi lontani. La
venerazione per il Maestro e lo sforzo costruttivo verso i mondi lontani sono come un arcobaleno
unificato dall’essenza della luce.
Imparate a capire com’è elevato il concetto di Maestro. Tracciatene la linea da orizzonte a
orizzonte, dall’arrivo alla partenza. Pensate come vi è stato rivelato l’Insegnamento di Luce, e
ricordate il filo d’argento del legame. Il legame col Maestro è leggero come l’ala dell’aquila; e
l’occhio dell’aquila guarda avanti. Che altro volete, se la vostra coscienza si è aperta? La
costruzione della comunità aiuta a raccogliere i pensieri. Giustamente nel paragone si è parlato di
aquile, e non di una carovana di somari.
La mano del Maestro invita alla soglia della comunità. E dai monti Noi vediamo dove vola la
ruota della necessità.
188 — Chi è entrato nella comunità spinto dalla disperazione, è stato chiamato vittima della
malasorte. Soffrendo di un completo fallimento, ha offerto la propria sventura, e la paga
dell’insuccesso è stata l’infelicità. Ma in verità chi viene con un fallimento, si considera come il
massimo offerente: ha sacrificato, ha perfino rinunciato, ha scelto, e ora presenta il conto e attende.
Noi preferiamo chi sacrifica il successo. Chi ha molto rinunciato si aspetta, meno di tutti, di
essere pagato. Disponete dunque la comunità secondo i capisaldi dei sacrifici.
189 — Il pescatore torna contento con la sua pesca preziosa. L’umanità non fu fatta per le
sventure. L’uomo è questo stesso pescatore allegro, che ha una pesca multiforme. È vero che la
pesca è differente, ma la gioia è la stessa ed è inalienabile — la gioia del pensiero del futuro. I
pesci, gli uccelli e gli altri animali non sanno del futuro. Ma l’uomo sa con certezza che il futuro è
inevitabile. Questo appello dello spazio contiene una gioia immensa. Chi paventa il futuro è ancora
nella condizione animale, e la festa del mondo non lo riguarda.
Imparare a incrementare e ad elevare il pensiero del futuro significa assumersi un ruolo che
crescerà assieme alla coscienza. Chi non si aspetta aiuto dall’esterno sa quanto vale il suo martello.
Chiunque conosce la via del futuro porta senza timore ciò che ha preso nella rete, mentre una parte
dell’umanità non vede neppure il filo del futuro. Come le foglie d’autunno, cadute e spazzate via,
essi sollevano la polvere di mercati lontani. Una nuvola di polvere nasconde le porte della
comunità, e i pensieri polverosi trasformano tutto in spazzatura.
Quando è scuro e minaccioso, serbate la coscienza sul futuro. Noi chiamiamo il futuro tappeto
volante. Insegnate ai fanciulli a volare in alto. Sostituite l’arca della leggenda con un vascello aereo.
190 — Si può chiedere come riconoscere un novizio. Certo non dalle parole. Meglio affidarsi al
vecchio metodo orientale — dagli occhi, dal portamento e dalla voce. Gli occhi non possono
ingannare, e se il portamento e la voce, con abilità speciale, possono nascondere la verità, la
combinazione dei tre è infallibile.
Possono davvero gli uomini credere ingenuamente di poter nascondere la falsità semplicemente
con parole arroganti? Le parole non valgono un cenno del capo. È il volo che denota l’uccello. I
rapaci si distinguono da lontano. Il grido dell’aquila non assomiglia al canto dell’usignolo.
Che fare dunque, dal momento che alcuni sostengono che tutti gli Indù si somigliano — e che è
impossibile distinguere un cinese, un mongolo e un arabo dall’altro? È possibile confidare che
questa gente sappia cogliere la differenza di sguardo e di portamento? Per loro tutti gli uomini
camminano su due gambe e hanno due occhi per vedere.
La mancanza di analisi può adontare la guida più paziente. Molti non saprebbero stabilire il
mestiere di un uomo neppure dalle peculiarità della sua casa. L’incapacità di osservare è enorme.
Gli uomini non sono capaci di notare gli oggetti che minacciano le loro teste. Non sono in grado di
elencare dieci cose a loro vicine. Non sanno indicare i dettagli più semplici del loro ambiente. Per
loro tutto è nulla — vuoto, zero e in nessun posto. Non è neppure uno stadio d’indifferenza, è la
stupidità dell’ignoranza. Alla larga da simili bipedi!






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La capacità di osservare dovrebbe essere coltivata nei bambini fin dai primissimi giorni. Infatti,
la coscienza dei fanciulli è viva fin dalla prima ora, ma non in coloro per cui tutti gli Indù si
assomigliano.
La capacità di osservazione, o meglio l’acutezza della visione, è il principio dell’occhio d’aquila,
di cui già sapete. Per alcuni, sentire parlare di acutezza di visione significa già prevedere, e
prevedere significa scorgere il sentiero del mondo verso la comunità.
191 — Analisi, diagnosi, controllo, cooperazione, prognosi, sembra siano i temi favoriti in
occidente. Anche Noi usiamo questi termini. Ci si può chiedere dove stia la differenza. La
differenza è grande, poiché in occidente questi sono argomenti di conversazione e, tutt’al più,
accordi che nessuno osserva; nella Nostra Comunità non si pronunciano questi termini, ma li si
applica in ogni ora della vita.
I suddetti concetti sono forse applicabili nella vita di città? Poco fa dicevamo quanto difetti la
capacità di osservare, senza la quale è impossibile la diagnosi. Abbiamo parlato della mancanza di
pazienza, il che rende impossibile l’analisi. L’assenza di coraggiosa perseveranza esclude il
controllo. La falsità e l’ipocrisia non ammettono la cooperazione. La paura annebbia qualsiasi
prognosi. Non resta che imbandire tavole sempre più lunghe e ripetere in coro parole comprese a
metà.
Meglio lasciare alle città corrotte questo privilegio scimmiesco; non per nulla certi cittadini
s’innestano ghiandole di scimmia. Invero, ciascuno ha quello che si merita. Nessuno ha mai
indicato loro un mezzo più appropriato al fine di ristabilire le forze, che consiste nel sottoporre il
paziente a un bagno prolungato, esponendolo al passaggio di corrente alternata e a una certa
composizione di acqua minerale, accompagnando il trattamento da una precisa opera di
suggestione. Metodi razionali saranno rivelati quando la comunità avrà un carattere cosciente, senza
nulla prendere a prestito dalle scimmie.
Quando la bandiera della comunità si dispiega perché se ne comprende la necessità, la vita mette
le ali in ogni azione quotidiana. Finché si pensa alla comunità come a un esperimento, essa non
uscirà dalla fiala dell’alchimista. Solo la ferma comprensione della sua necessità storica introdurrà
la comunità nella vita.
Pensate, meditate seriamente sull’immutabilità della comunità. Dall’austerità irradia la gioia
migliore.
192 — Lo sviluppo della capacità di osservazione renderà attenti alle condizioni ambientali.
Tutti capiscono che se le pareti di una camera fossero ricoperte di una sostanza a base di arsenico, o
di un preparato a base di zolfo, o di resine, o di mercurio, o di musco, tali coperture influirebbero
sulle condizioni dell’organismo — è un esempio grossolano. Ma chiedete ora ai vostri biochimici
ed esperti di tecnologia quale influsso esercitino sulla struttura fisica e psichica i materiali delle
abitazioni. Che differenza esiste fra una casa in mattoni e una di basalto, fra una di granito e una di
marmo, fra una in ferro e una in legno, fra una di quercia e una di pino? A quale organismo si
addice meglio un letto di ferro, e a quale uno di legno? Chi ha bisogno di un tappeto di lana, e chi di
un pavimento di legno? Riguardo a molti punti la tecnologia è disinformata quanto lo si era all’età
della pietra. Eppure chi non sarà d’accordo che il legno e i minerali hanno un importante significato
medico? Ciò significa che, per mancanza di osservazione, l’analisi essenziale è a un punto morto.
L’indagine segue schemi consueti, e per i ricercatori troppo zelanti è sempre pronto un rogo in
qualche luogo. Siate certi che la mentalità dell’inquisizione non è molto lontana; la differenza sta
solo nei modi e nei mezzi per sradicare le nuove ricerche.
193 — Il Maestro Milarepa conversava sovente con gli animali. Presso il suo rifugio
nidificavano le api, le formiche erigevano città, volavano i pappagalli, e una scimmia era solita
sedersi imitando il Maestro. Il Maestro diceva alle formiche: “Contadini e costruttori, nessuno vi
conosce, eppure voi elevate grandi comunità”. Diceva alle api: “Voi raccogliete il miele della
conoscenza e delle forme migliori; che nessuno interrompa il vostro dolce lavoro”. E diceva al
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pappagallo: “Dal tuo gracchiare mi accorgo che ti prepari a diventare un giudice o un predicatore”.
E ammoniva la scimmia maliziosa: “Hai distrutto il formicaio e rubato il miele altrui. Forse hai
deciso di diventare un usurpatore”.
Chi, infatti, se non l’usurpatore, si appropria della fatica altrui e con noncuranza calpesta le
costruzioni? Molti secoli sono trascorsi dai tempi del Maestro Milarepa, ma gli usurpatori, dalla
psicologia scimmiesca, continuano come prima. Alla base di tale stato vegetativo sta
un’irresponsabilità spaventosa. Cosa c’è allora alla base dell’irresponsabilità? Esattamente
l’ignoranza e la paura del futuro. Castighi e divieti non servono per correggere l’ignoranza.
Usurpatori grandi e piccoli, è indispensabile che impariate a riconoscere il potere curativo del
miele e del sudore delle formiche. Sembra che sia un pensiero piuttosto vecchio, eppure certe
articolazioni della coscienza umana si sono tanto arrugginite che decine di secoli non basteranno a
smuoverle.
Dopo il dolce parlerete di prognosi, ma le stelle che si vedono dalla finestra non attirano la vostra
attenzione più di una falena vicino alla candela.
Distruggete lo spregevole dovunque si nasconda. Scoprite l’ignoranza sotto qualsiasi maschera.
Il mondo si divide secondo la qualità della coscienza, e il grado di ignoranza è l’unità di misura. In
verità voi sapete che l’ignoranza non si cura sfogliando i libri, ma con la sintesi del contenuto.
194 — Visitando i vostri paesi, ho notato che la parola “controllo” è molto temuta. Noi invece
accettiamo questo concetto molto volentieri. La mano che conosce il proprio lavoro non teme di
spartirlo con un amico. Ciò significa che occorrono conoscenza e buona volontà, e si può capire
facilmente che la psico-meccanica può esercitare un controllo su ogni azione nascosta. È già
possibile vedere attraverso i muri, è già possibile registrare ogni sorta di suoni e di pensieri. Per
nascondere occorre un insolito coraggio di coscienza, ed è impossibile ottenerlo senza una lunga
preparazione. L’equilibrio delle condizioni si raggiunge solo elevando la qualità del lavoro. Allora
chiunque potrà praticare il controllo di sé. Allora chiunque potrà chiedere un controllore esterno che
mostri personalmente come far meglio. Il controllore volontario deve egli stesso saper lavorare con
più perfezione. Pertanto abbiamo deciso che per Noi ogni critica deve essere basata su una
conoscenza migliore. Questa esperienza crea una convinzione che si diffonde in lungo e in largo.
Sapete anche voi cos’è una missione. L’autenticità è fonte di potenza, l’autenticità non ha paura.
Attenendosi all’autenticità si può esser certi della tempestività delle decisioni e dell’ampiezza dei
mezzi.
Misera è quella guida che esegue il suo piano solo per un giorno o una notte. Non si può
avanzare con fiducia pensando che la guida è mediocre. La sicurezza può essere verificata, perché
la Comunità non teme i controlli. La soluzione necessaria non giunge sprofondandosi nelle tenebre,
ma nel sorriso dell’attesa, incuranti delle apparenze.
La conoscenza pone termine alla paura.
195 — Scrivete dell’infezione psichica. È un vecchio argomento, finora mai applicato nella vita.
Come sempre gli uomini temono fino all’eccesso le infezioni fisiche, senza pensare al canale
principale di tutti i contagi. Possibile che si continui a uccidere, maledire e arrabbiarsi, senza che ne
risultino stratificazioni nello spazio? Tutto precipita, solidamente e pesantemente, formando sul sito
di un evento una coltre simile a gas tossici. È forse pensabile che radiazioni velenose dell’energia
maligna vadano disperse? Al contrario, esse si condensano e influiscono sul prana. Non stabilitevi
mai dove si è sparso del sangue.
Le opere nuove si devono avviare in luoghi nuovi.
196 — Le manifestazioni si devono accettare con totale realismo. Questa condizione è d’obbligo
soprattutto per i materialisti. I materialisti, invece, più degli altri tingono le varie manifestazioni con
il loro stesso colore, e così intralciano il processo evolutivo. Come Costruttori realisti esperti, Noi
vediamo il male dell’intolleranza che nasce dalla crassa ignoranza. Dov’è la realtà, se si reprime il
pensiero? Invece di mille formule se ne conoscono solo cinque!





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L’affermazione viene distorta dalle
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convenzioni stereotipe foggiate in precedenza. Il sorriso della conoscenza spazza via lo sbarramento
dalle ostruzioni deliberate. Il costruttore non può avere idee fantasiose sul terreno dove poggia
l’edificio. Sarebbe un atteggiamento criminale, dal momento che l’aspetto materiale consente
possibilità legittime a non finire.
Il feticismo è per sua stessa natura limitato. Ma proprio la materia finisce per trionfare grazie alla
comprensione di cos’è la libertà. I realisti devono essere liberi, altrimenti la luce del realismo si
estingue nel buio del feticismo. Comprendere l’essenza di spirito-materia quale radiante corona
dell’umanità, crea il gioiello della vita.
Affrettatevi a gettar via le cose logore!
197 — Domanderanno: “Come vi comportate con le comunità già stabilite?”. Consideriamo la
più recente. Cosa possiamo dire per il suo anniversario? Nessuno si è ritirato, eppure i risultati
generali sono scarsi. La cooperazione a salti e a scatti impedisce che si comprenda la commensura.
Un granello di polvere desta più attenzione che una roccia. Il conflitto per le precedenze è intenso,
quindi è meglio che il presidente scelto sia temporaneo. La questione di attrarre i nuovi è ancora
peggio. Non si trovano parole dall’Insegnamento, e non c’è difesa contro la calunnia. Certo si può
aprire a chi bussa, ma la spada dello spirito deve essere sempre affilata. Si possono rimpiangere i
compagni perduti. È necessario lavorare più compatti, altrimenti rimanderete le scadenze. Sarei
lieto di chiamarvi più vicino — create l’occasione. La Mia Mano è con voi in ogni azione
coraggiosa.
198 — In tempi recenti, seguendo il piano del Mio Amico, abbiamo sovente visitato città
occidentali. In quel periodo incontrammo sporadici individui che sospettavano qualcosa di Noi. Ci
furono rivolte le domande più insistenti — sui metodi della psico-meccanica, e richieste di
precisissime formule biochimiche. Ma con la presunzione dell’Occidente, quegli uomini non
s’interessarono mai della loro coscienza, né tentarono di verificare se almeno possedessero le
qualità fisiche corrispondenti. Fu penoso vedere che questa opportunità non si accompagnava con
alcuna aspirazione al bene della società. Come l’uomo delle caverne, armato di clava, si affrettava a
raccogliere le conchiglie colorate per sua proprietà esclusiva, così quegli abitanti in palazzi di pietra
cercavano di far proprie qualità a loro estranee. Ma mentre il cavernicolo si adornava con le
conchiglie, i saccenti contemporanei degradavano la conoscenza al rango di conversazione da
salotto — indegno spettacolo di leggerezza mentale.
ConformandoCi al piano del Mio Amico, avemmo abbastanza pazienza da dedicare tempo
perfino alla corrispondenza. Ma non si poté indurre nessuno a un lavoro costruttivo.
Meno fra tutti cura la propria coscienza chi la ripone nella borsa assieme ai soldi. Ma come
dimenticarsi dello stato di coscienza, quando si entra in contatto con le energie più sottili? In verità
Noi non ignoriamo i metodi della scienza occidentale, ma prendiamo per base l’energia psichica.
Dopo aver accertato la necessità dell’energia psichica, sia per l’operatore che per il procedimento
sperimentale, Noi badiamo soprattutto a creare le condizioni favorevoli per il suo accumulo.
Chi vuole arare deve avere un aratro. Chi vuole conseguire qualcosa deve conoscere le sue armi.
Gli occidentali hanno adombrato la loro coscienza con i pensieri più pesanti, e la gioia della
conoscenza è diventata qualcosa d’indecente. La gioia della realizzazione deve diventare la
prerogativa del Nuovo Mondo.
199 — Si potrebbe domandare: “Come mai antiche strutture e antichi libri hanno posto nella
Vostra Comunità? Quelle antichità non finiranno per condizionare la lotta per il futuro?”. Le ragioni
sono due: primo, la coscienza proiettata avanti non guarda indietro; secondo, le strutture furono
create e gli oggetti raccolti solo per avanzare nel futuro. Tutta l’esistenza della Comunità è pervasa
dalle stratificazioni della lotta per il futuro. L’intera attrazione degli oggetti è sommersa dalla
corrente dell’aspirazione. Le colonne di basalto non evocano eventi passati, ma con la loro stabilità
dimostrano di essere adatte al futuro. I libri antichi non riportano il pensiero indietro, al passato, ma
testimoniano proprio il futuro. Trasferendo l’intera coscienza nel futuro si afferma l’esistenza della
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Comunità. Non Mi stancherò di ripetere che la comunità deve essere accettata in coscienza. Le
assicurazioni esteriori non Ci convincono. Indispensabile è quella qualità di coscienza che nel sonno
e nella veglia parla allo stesso modo; poiché qualunque altra soluzione e inammissibile, neppure per
scherzo.
Il futuro dell’umanità, il futuro del Cosmo — che c’è di più sacro? Ma questa esultanza sacra
non è chiusa in una cornice d’oro, è nella freccia della lotta, nella punta del rombo per cui la
completezza del quadrato si lancia nel futuro.
Fra gli aeroliti c’è un solo metallo che ha la proprietà di condensare l’energia elettrica. Chi
possiede questo metallo ha la possibilità di ricevere forti getti di scintille e anche una fiamma.
Questa fiamma saturata deve accendere la coscienza, che ne resta rafforzata e diviene sempre più
luminosa. Non serve comprare fuochi artificiali per l’illuminazione. Meglio essere pochi che falsi
nel nome del futuro dell’umanità.
200 — Comunità — cooperazione — ecco l’unico mezzo razionale degli umani per vivere
insieme. La solitudine è la soluzione al problema della vita al di fuori della comunità. Tutte le
manifestazioni intermedie sono differenti gradi di compromesso destinati a sparire. Gli uomini
parlano di potere teocratico ereditario — un’assurdità vera e propria. I termini Theos ed eredità
sono incompatibili. E chi definisce il grado di Theos? Solo la cooperazione cosciente — la
comunità — asseconda l’evoluzione del processo biologico.
Chi desidera dedicarsi alla vera comunità agisce secondo i principi fondamentali dell’Esistenza.
La comunità cosciente esclude due nemiche della società: la disuguaglianza e la successione
ereditaria. La disuguaglianza conduce alla tirannia. La successione ereditaria è un compromesso che
porta alla corruzione delle basi. Occorre invece costruire con chiarezza, provare avversione per le
convenzionalità e aver fede nei fanciulli quali simboli del progresso dell’umanità.
Solo dall’interno della comunità possiamo pensare al futuro. Indirizziamo la coscienza a
migliorare tutta la vita, e la lotta per l’esistenza sarà sostituita dalla conquista delle possibilità.
Pensate in tal modo alla comunità. Migliorate la vostra coscienza.
201 — Si incontrano ore difficili anche quando la coscienza è già notevolmente profonda. Può
sembrare che il legame col Maestro non esista, e che il Maestro stesso non esista, ma chi sa, dice:
“Maya, vattene via! Io conosco il legame che mi unisce al Maestro”. Possono apparire molte cose in
forma di idee personali estranee all’Insegnamento, ma chi sa, dice: “Maya, vattene via! Io conosco
le basi dell’Insegnamento”. Può sembrare di essere privati di tutti i collaboratori proprio quando si è
costretti a tentare di portare un grave peso, ma chi sa, dice: “Maya, vattene via! Io so che i veri
collaboratori sono sparsi sulla superficie della Terra!”.
Maya di ogni tempo sa quando sfiorare il cervello. Dalle profondità di esperienze precedenti,
Maya evoca un tenue filo di esitazioni, copre la realtà con l’evidenza e cancella le tracce del
conseguimento. Maya dai mille colori, è tempo di conoscerti, e dirti con piena autorità: “Maya,
vattene via!”.





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202 — Spesso si accusa la comunità di usare violenza alla libertà dell’individuo. Quest’accusa si
può applicare a ogni compromesso, ma non alla comunità. In una comunità cosciente c’è posto per
ogni lavoro. Chiunque vi può scegliere liberamente il proprio compito, poiché ogni lavoro è
perfezionato da nuove conquiste. La noia dell’esecuzione meccanica non esiste, perché l’operaio è
nello stesso tempo uno sperimentatore. Egli comprende quanto sia importante il problema di
introdurre il perfezionamento nel lavoro, senza disturbare il ritmo del complesso generale.
Prendiamo ad esempio la Nostra Comunità. Il chimico V., Amico Nostro, vuole occuparsi di
un’analisi di raggi — nessuno glielo impedisce. Il Nostro Amico K. vuole perfezionare la radio
mediante l’uso di nuove onde luminose — nessuno lo ostacola. La Nostra Sorella P. si dedica ai
problemi sociali di un paese limitrofo — nessuno interferisce. La Nostra Sorella U. si interessa di
agricoltura e introduce molti adattamenti — nessuno la intralcia. Sorella O. ama le piante medicinali
e i problemi dell’educazione — nessuno la ostacola. Fratello H. ha inventato un telaio degno di
nota, e inoltre si dedica a riorganizzare le comunità. Fratello M. svolge ricerche storiche. Il Nostro
calzolaio scrive notevoli trattati di filosofia. Ciascuno trova liberamente il lavoro che gli aggrada e
può cambiarlo, se lo vuole. Sono dunque necessarie la voglia di lavorare e la coscienza aperta, per
cui ogni lavoro diviene attraente, poiché si lavora per il futuro e ciascuno porta la sua pietra
migliore. Qui e ora, al cospetto delle montagne, Noi parliamo per il futuro. E voi trasmetterete
queste parole agli abitanti delle valli, che di nuovo ricordino che la Comunità può esistere.
203 — Avete già sentito dire da viaggiatori degni di fede che le guide si sono rifiutate di condurli
in certe direzioni. Si sarebbero lasciate uccidere piuttosto che proseguire. È vero, le guide sono state
trattate psichicamente da Noi. Ma se ciononostante un viaggiatore incauto volesse proseguire, una
frana rovinerebbe dai monti a sbarrargli il cammino. Se poi il viaggiatore sormontasse
quest’ostacolo, una pioggia di sassi lo porterebbe via, poiché chi non è benvenuto non giungerà a
destinazione.
204 — La segretezza è segno di scarsa conoscenza. Si incolpa talvolta la Nostra Comunità di
stare appartata e di essere riluttante ad aiutare gli uomini. Ma voi Ci conoscete, Ci avete visto in
vari luoghi e avete incontrato i Nostri agenti.
I Nostri invii materiali non sono stati pochi. Voi sapete che le Nostre lettere sono veloci, e i
Nostri messaggeri non tardano. Ditelo ai giovani amici.
Se un legame materiale è a malapena visibile, la causa va cercata nella discordanza della
coscienza. Se non Ci affrettiamo a certe manifestazioni, vuol dire che non vogliamo nuocere con
atti prematuri. Noi non sciupiamo mai un solo colpo dove manca la volontà. Non usiamo mai parole
il cui significato non sia comprensibile. Ci asteniamo sempre dallo spendere in modo insulso
l’energia, perché sappiamo per esperienza quanto sia preziosa ogni freccia di energia. State pur certi
che oltre i limiti della materia ponderabile, Noi siamo sommersi dalle interazioni delle energie più
sottili, e l’uso di un solo grano di questi preziosi tesori deve essere razionale. Per secoli abbiamo
riempito le Nostre biblioteche, e sarebbe del tutto logico difenderle dal fuoco. Su certi simboli
appaiono due spirali; così com’è possibile salire lungo una di esse, è altrettanto possibile discendere
sull’altra. Che lo ricordino, quelli che non esitano a dire: “Siamo già arrivati”. Ma chi dubita che la
Nostra Comunità sia inattiva, è semplicemente male informato.
205 — Non abbiamo bisogno di quei Nicodemi bene intenzionati che vengono di notte, e
tacciono di giorno nel Sinedrio. Ciascuno deve custodire il segreto che gli è affidato, ma anche
avere pronta una parola riguardo a Noi. Le parole decise possono stordire gli avversari. Dite che è
strano sentir parlare di ciò che non si conosce. Se parla contro i tesori nascosti, ditegli che anche il
mare è pieno di bottiglie tappate. Se parla contro la Comunità, dite che chi venera il Cristo, o il
Buddha o Mosè, non osa levare la voce contro la Comunità del Bene. La calunnia è la cosa
peggiore, poiché in essa c’è menzogna, maldicenza, tradimento e ignoranza. Dite: “Dal momento
che esiste il Maestro perché non seguire i Suoi saggi consigli? Voi non li seguite perché non sapete
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riceverli. Affrettatevi a prendere coscienza dei Mahatma, non nella storia, ma nella vita, e nel
frattempo tenetevi la vostra ignoranza”.
206 — In verità, la battaglia è contro l’evidenza. La realtà non è ciò che è ovvio. L’evidenza
presentata dai segni esteriori non raffigura la realtà. I vecchi insegnamenti positivisti sostituivano
l’autenticità con l’evidenza, ed avevano una sola attenuante: non avevano microscopi né telescopi
— né per le cose basse né per le alte. Ma la mente indagatrice non s’interessa all’evidenza
convenzionale; vuole la realtà nel quadro delle leggi cosmiche. Sa che la perla è invisibile nelle
profondità, e che gli strati dell’aria possano celare alla vista un volo di aquile.
Abbiamo detto, non molto tempo fa, che la realtà va difesa. Ricordate che contro la realtà non
s’infurieranno gli illetterati, ma proprio i meschini “letterati”, che difenderanno violentemente la
loro evidenza dalla vista corta. Essi pensano che il mondo vero è quello delimitato dal loro
orizzonte, e che tutto ciò che resta loro invisibile è un’invenzione perniciosa. Qual è la radice di
questa misera grettezza? È un aspetto alterato del concetto stesso di proprietà personale. Questo è il
mio porcile, e quindi tutto ciò che sta fuori non è necessario ed è pericoloso. Questo è ciò che mi
appare, e quindi niente esiste tranne esso. La nota favola dell’elefante e dei sette ciechi è un
esempio sufficiente.
In verità, come Noi diciamo, la Comunità si batte per la realtà. Avete un altro tipo di alleato:
coloro che lottano per la verità, per cui l’evidenza non è che un vetro sporco. Se l’evidenza chimica
e biologica è complessa, ancor più complessa è l’evidenza dei piani che riguardano la struttura della
vita e delle azioni. Senza lo sviluppo della coscienza dimoreremo in un continuo miraggio, e come
in catalessi, saremo avvolti in un gelido terrore.
Vattene via, Maya! Noi vogliamo conoscere, e conosceremo la realtà!
207 — Non incoraggiamo le discussioni sulla cosmogonia finché la coscienza non si è affermata.
L’istruzione nelle scuole deve essere adeguata al fine. Date a chi è veloce l’occasione di avanzare
rapidamente. Se una nave veloce deve ridurre la velatura per uniformarsi al resto del convoglio, non
è come soffocarne le possibilità? Sapete come si è creata l’armonia per lo sforzo di navigazione
della nave? E non è stata forse costruita per resistere ai pericoli estremi? Perché usarla per
trasportare verdure congelate? Salvaguardate sempre le possibilità di progresso responsabile. Che
fin dal primo anno di scuola l’andatura lenta non ostacoli chi ha il passo veloce. Che il maestro
distingua con acume quelli che camminano svelti. Non è necessario lodarli, ma si deve spianare loro
la via. Si creino corsi intermedi; quelli svelti saliranno di corsa questi scalini. Non allontanate da
loro le difficoltà. Per un certo tipo di coscienza, ogni mossa verso il conseguimento è già occasione
di luce e di gioia.
All’insegnante spetta anche di accertare rapidamente la direzione del pensiero dell’allievo,
poiché un corredo inadatto è assai deplorevole, e può fare allontanare i migliori. Ogni programma
rigido è come un cadavere, insopportabile sotto il sole della conoscenza. Bisogna al più presto dare
stabilità alla scuola indagando nella coscienza dell’insegnante. Create per lui condizioni migliori, se
volete affidargli la responsabilità per la coscienza di chi lavora nella comunità.
Sarebbe imperdonabile se le scuole del futuro, come già quelle che hanno mutilato le ultime
generazioni, ricordassero le stalle. Fanatismo e divieti vengono sostituiti dalle possibilità.
Introducete lo studio del lavoro manuale, consentite libertà di scelta e richiedete la qualità del
lavoro. Ma a tal fine ogni insegnante deve comprendere il significato della qualità.
208 — È auspicabile radunare molti giovani collaboratori. Il Maestro preferirebbe vedere
un’intensa ricerca piuttosto che chiacchiere insignificanti. Le tenebre si trovano in chi ha paura; un
pericolo reale è meno visibile per lui di un capello nuovo sulla testa del vicino. Come si può pensare
alla comunità quando si è indaffarati a blaterare? Ma la difficoltà diminuisce quando sappiamo che
si possono tenere i soldati della calunnia oltre le mura delle nuove città.
Che i diffamatori ripassino l’elenco di ciò che hanno calunniato. Non è forse la lista delle
scoperte evolutive dell’uomo?





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Le calunnie non hanno effetto sull’evoluzione. Ma la calunnia divora
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il combustibile vitale, e poiché non è conforme alla meta, deve essere distrutta. Le parole assurde e
offensive sono raramente accompagnate da pensieri chiari e netti, ma la calunnia, per sua natura, è
affine a tutto ciò che vive nelle tenebre, e il pensiero la trasporta silenziosa come il volo del gufo.
Qualcuno domanda: “Perché riservare tanta attenzione alla calunnia?”. Chi lo chiede non sa cosa
significhi economizzare l’energia.
Non è il caso di rattristarsi se la strada è coperta di sporcizia, ma guai a chi la sparge!
209 — Avete già sentito quali domande faccio a un novizio. Dalle risposte è possibile farsi
un’opinione delle sue qualità. Ciascuno di voi dovrà insegnare a quelli che si presentano. Se questi
si presentano con una domanda, rispondete con un’altra domanda. Sapete che la qualità di una
domanda serve a orientare la seguente. È inammissibile permettere che l’inesattezza s’insinui
nell’essenza della domanda. Sovente quest’iniziale prolissità è come una macchia d’olio su un
copriletto, e rimane indelebile. Verrà il giorno che insisterete tenacemente perché il vostro
interlocutore ponga le sue domande. Ma la prima domanda deve essere vostra. E innanzi tutto
domandategli cosa l’ha condotto fino a voi. Poi chiedetegli di raccontare quando si accorse per la
prima volta dell’inutilità della vita contemporanea; e che dica come sorse nella sua coscienza la
prima idea del Maestro. Fatevi dire cosa intende per conseguimento. Percepisce la differenza fra
realtà ed evidenza? Sa realizzare la comunità in coscienza? Così bisogna scoprire le erbacce dei
desideri e dei sogni. Non temete di apparire severi; sono certo assai peggiori i cuscini morbidi e
spiegazzati. La severità fa germinare le radici, e se poi vi fosse anche un poco d’intensità, apparirà il
ponte.
Dovete escludere ogni domanda sulla vita familiare precedente. Una sola di esse può ricacciare
nella banalità, mentre è necessario preservare ad ogni costo il carattere inconsueto della realtà.
La realtà prepara il sentiero in un lampo.
210 — Non si può accusare la Nostra Comunità di essere dottrinaria. L’inesperto sarebbe invece
colto dallo stupore per l’intensità del ritmo e l’apparente immediatezza. La vita stessa rende agile la
Comunità. Scaturiscono nuove combinazioni, che richiedono partenze immediate e rapidi ritorni.
Dalle Nostre vecchie lettere sapete come fu esatta la Nostra previsione degli eventi sociali.
Anche oggi trovate conferma dello stato di coscienza del Mondo. La sensibilità del Nostro
congegno consente di leggere le onde dei pensieri incauti presenti nel mondo. È proprio come una
sala di redazione.
È errato rappresentare la Nostra Comunità come seduta all’ombra a cantare lodi a un Creatore
invisibile. Ogni costruzione deve essere commensurata alle condizioni della fase evolutiva. Noi
comprendiamo la tensione di ritmo richiesta dal presente.
Chi cerca di lavorare con ordine armonioso, può giungere fino a Noi. Può venire, se trova la via.
211 — La gratitudine è la cornice della giustizia. La comunità deve conoscere l’essenza della
gratitudine. Ogni azione adeguata al fine non si annulla, ma tramanda gratitudine. L’essenza della
gratitudine si aggiunge alla più intima armonia della coscienza.
La cooperazione non si stabilisce per effetto di un esame formale. Solo con l’azione e la
fermezza ci si può accostare al cuore della Comunità. Insegnate a non lasciar fuggire le possibilità.
Se l’azione e la fermezza conducono alla gratitudine, l’imprudenza e la negligenza creano un
ostacolo duro a rimuoversi. Il collaboratore che trascura l’azione per inerzia, viene lasciato a se
stesso. Non è una punizione, ma il mezzo pratico per mostrargli il suo errore. È purtroppo raro che
egli riconosca il suo fallimento, e allora gli viene assegnato un piccolo esercizio indipendente:
qualcosa procede a fatica, qualcosa stride e non riesce. Non è il caso di pensare a misure di magia;
semplicemente, l’attenzione della Comunità si ritrae per qualche tempo, e i trampoli
dell’inesperienza oscillano al vento. La reazione del collettivo, che rappresenta la Comunità, sarà in
ogni caso potente, e senza questa concentrazione sarà difficile procedere per chi abbia già tentato
una volta il sentiero del bene della Comunità.
58
L’umanità per sua natura ascolta ogni minima notizia sulla Comunità. Alcuni tentano di dire che
la comunità è impossibile, ma nessuno osa affermare che sia nociva. Noi invitiamo all’assoluto,
proponiamo azioni incontestabili, vogliamo vedere volontà e indipendenza. Nessun dubbio deve
potersi insinuare nella coscienza di chi lavora. Noi abbiamo accumulato grandi riserve di
conoscenza e le usiamo non per il sé, ma per la Verità. E l’“io”, rozzo, è già stato sostituito dal
“Noi” creativo.
Insegnate a far capire che la Comunità è una fonte ribollente di possibilità!
212 — Chi afferma la Comunità contribuisce ad accelerare l’evoluzione del pianeta. Ogni
processo che immobilizza e pietrifica è un ritorno alle forme primitive.
Fate attenzione alla storia del passato; vi scorgerete chiari salti di progresso, e vedrete
graficamente che questi balzi coincidono col manifestarsi dell’idea di comunità — cooperazione.
Governi dispotici sono stati abbattuti, conquiste scientifiche raggiunte, scoperti nuovi metodi di
lavoro, e si è irradiato un coraggio benefico quando si è issata la bandiera della cooperazione.
Se solo l’umanità avesse pensato più spesso alla cooperazione, già da molto tempo avrebbe una
comprensione generale del Bene Comune.
213 — Dite ai contemplatori ipocriti che se contemplare significa tendere l’energia e raccoglierla
per un balzo, allora dal “Leone” viene l’ordine di una tale azione. Ma se contemplazione è
indolenza e indifferenza, è impossibile presentare quel passatempo vergognoso come un grande
Precetto.
Molto deve essere rimosso dal sentiero. Occorre esaminare tutto ciò che vi si è incastrato. Ci
siamo abituati ad accettare ceppi occasionali come capisaldi di riferimento ma, quali membri degni
di una società razionale, siamo tutti responsabili di ogni stolta sopravvivenza del passato. Non ci si
dovrebbe considerare vittime della generale mancanza di senno.
Non ci si dovrebbe rassegnare al pensiero che la colpa è di altri. Sarebbe bene calcolare a mente
lucida i propri sentimenti. Sarebbe bene considerare, senza falsi sorrisi, che la riforma può
cominciare oggi, vagliando la qualità di ogni propria azione. A tal fine si dovrebbe iniziare
esaminando le questioni più banali. Avete dormito troppo? Come avete parlato con chi vi è attorno?
Avete differito un compito urgente? Avete parlato di date false? Avete trascurato la sollecitudine al
Bene Comune? Interrogatevi in questo modo, senza ipocrisia.
214 — Esaminando le proprie azioni, è più facile osservare con chiarezza il comportamento
altrui. Sapete quanto Noi siamo avversi ai pregiudizi e alle sopravvivenze del passato. Infatti, da
questo punto di vista, Noi consigliamo di trattare con prudenza i costumi altrui. Molte volte alla loro
base sta una conoscenza matura, e se come realisti dobbiamo spazzare via ogni sedimento, sarebbe
però ingiustificato frantumare il significato della base razionale.
Se un architetto scopre una fondazione solida, ne fa uso per la nuova costruzione. Bisogna
risparmiare energia in senso mondiale. Il lusso della distruzione è ben lontano ormai, nelle pagine
della storia. Al mondo non occorrono elementi nuovi, ma nuove combinazioni. E oggi la via del
nuovo conquistatore non è più illuminata dal bagliore rosso degli incendi, ma dalle scintille di
energia ri-attirata. Le correnti delle possibilità si sono unite inseparabilmente. Grande è il pericolo
se si disturba la corrente dell’energia. Si è parlato di cautela non solo per risparmiare energia, ma
anche a scanso di pericoli. È facile tagliare un condotto sotterraneo e privare di luce tutta la città.
Può essere facile distruggere una fondazione utile e spargere una confusione pericolosa di lunga
durata. Dunque, Noi raccomandiamo prudenza risoluta, e deploriamo il lusso della distruzione.
215 — Il raggio solare secca e distrugge, ma la sua luce ristora. È necessaria la saturazione, non
il colpo brusco. I costruttori devono saper saturare l’atmosfera. La garanzia di successo sta nella
saturazione dell’atmosfera, che risana tutto ciò che esiste.
Così si deve costruire, in modo che tutto il passato si conformi al futuro





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Tutto ciò che è erroneo e fortuito viene distrutto, ma il filo della conoscenza deve restare
inviolato. Non è una concessione al passato, ma la corrente dell’eternità.
Se gli uomini imparassero a sentire l’onda di “santana”, potrebbero sentire la coscienza del
Cosmo.
Quando il viandante sosta su un’altura, non sente forse che il suo corpo viene elevato, come se
egli unificasse i mondi? In verità, non separandosi dalla Terra, ma la capacità di unificare è quella
maestria che rende l’uomo un creatore.
Un insegnamento estraneo insiste sulla sottomissione, ma la comunità è talmente satura di
possibilità che la sola Gerarchia sarà la scala della conoscenza. Nessuno elegge il Gerarca, ma chi
ascolta e comprende, riconosce questa scala. Il Maestro sarà la guida naturale.
Il concetto di Maestro è pienamente legittimo in Asia. Per la regola del Buddha, ogni Maestro
futuro è venerato in modo speciale. In questa rivelazione della possibilità sta tutta la garanzia del
futuro.
La saturazione dell’atmosfera farà crescere la prossima soluzione del mondo.
216 — Attenti a coloro che non hanno tempo. L’essere affaccendati falsamente è soprattutto
indizio di non saper usare il tesoro del tempo e dello spazio, e uomini consimili possono compiere
solo forme di lavoro primitive. È impossibile attirarli a costruire. Abbiamo già detto di quelli che
falsano le date, che rubano il tempo altrui; parliamo ora di quegli indolenti, inutili e ottusi, che
intralciano il sentiero della vita. Sono indaffarati come la scatola del pepe, sempre intrisi di
amarezza contro il lavoro, tronfi come tacchini, spandono un gran fetore con il fumo, riducono il
luogo di lavoro in uno stato di torpore. Escogitano centinaia di pretesti per sigillare le crepe del
lavoro corrotto. Non sanno trovare un’ora per la questione più urgente. Nella loro stoltezza sono
lesti a farsi arroganti e a negare le cose più essenziali per loro. Sono improduttivi come chi ruba il
tempo altrui. Li si deve escludere dalle nuove strutture. Possono servire soltanto per trasportare
mattoni.
Noi conosciamo molti che trovano sempre un’ora per ciò che è importante: a loro non sembra
mai di essere troppo occupati. Chiunque non si lagni del proprio lavoro sarà ricompensato in
abbondanza. La virtù di lavorare contenti è indispensabile per espandere la coscienza. Che altro può
sostituire la gioia della crescita della coscienza?
Nelle Nostre scritture Indù avete visto che il concetto di “gioco” è riferito a concetti cosmici. Il
gioco della Grande Madre del Mondo — non è visibile alla coscienza illuminata? E il dramma di
sangue — non si tramuta nella luce della materia radiante? Ma per questo gioco radiante bisogna
disporre di tempo.
217 — Ci sono due tipi di scetticismo: benevolo, di colui che cerca una conferma; e codardo,
come del possidente che si oppone alle innovazioni. Quest’ultimo è consueto negli ambienti di
scarsa cultura. Non cominciate a discutere con questo tipo di persone. Proponete loro di leggere e di
migliorare la loro educazione. La prima specie di scettici Ci è gradita, perché dalle loro file
provengono collaboratori efficienti, di solito molto più colti e ricchi di esperienze precedenti. Sanno
quindi comparare più facilmente elementi di campi diversi di conoscenza. Sono invero già pronti ad
accettare la comunità, e i confronti servono loro solo per rimuovere una cataratta temporanea.
Quali realisti, Noi conosciamo la realtà, e Ci rallegriamo quando qualcuno cerca il sentiero della
realtà. La realtà non consente di dare importanza all’ignoranza. La neve sciolta dal sole della
primavera non merita attenzione, ma se crea un pantano si trasporta il campo più in alto.
218 — L’individuo umano che coscientemente dia vita a un processo di individuazione è
composto da un certo stato di materia, e da quell’istante inizia il conflitto contro la comunità.
Quando, come suole dirsi, si risveglia la bestia che è nell’uomo, proprio allora l’individuazione, non
alimentata dalla coscienza, diventa egoismo crudele. Allora comincia una campagna contro
l’illuminazione e la cooperazione. Quell’egoismo non diventa una nobile realizzazione della
personalità, ma segna un ritorno allo stato animale, e allo stesso tempo si perdono anche i valori di
60
gruppo degli animali. Un uomo siffatto è peggio di una bestia. Come formare una comunità con
persone simili a bestie che non hanno un linguaggio comune? I costruttori devono allora
riesaminare le basi dell’individualità umana. Ogni struttura, ogni programma convenzionale sono da
controllare, ma questa verifica possono farla solo uomini coraggiosi, che si scuotano dalle catene
delle convenzionalità. Dunque è necessario difendere i conseguimenti della personalità umana.
Esistono uomini che hanno vinto la bestia, ma non cercateli con formule vecchie. Se l’ambiente
vi incitasse a un modo di pensare superato, sarebbe meglio per voi bruciarlo, piuttosto che divenirne
gli schiavi.
Abbiamo conosciuto quei costruttori seduti in vecchie poltrone; abbiamo visto quei profeti col
libretto degli assegni, e quei chiassosi dirigenti alle cene ufficiali. Né muri antichi, né tesori bancari
servono a rafforzare la coscienza della comunità. Se un membro della comunità sogna di somigliare
al capitalista, anche solo in modo esteriore, vuol dire che le basi della sua comunità sono corrotte.
Distruggete l’uomo-bestia. Uomini con la coda e centauri non servono all’evoluzione. È
indispensabile una realizzazione attiva della comunità.
219 — Ogni costrizione è da condannare. La schiavitù, il matrimonio imposto, il lavoro coatto,
incitano alla rivolta e al biasimo. Ma la più colpevole e orrenda fra tutte le forme di coercizione è la
comunità forzosa. Ogni coercizione suscita una reazione, e la peggiore forma di coercizione è
destinata alla reazione più terribile.
Ma la comunità del mondo è decretata — ciò significa che gli elementi che non afferrano il
concetto di comunità, vanno convinti della sua immutabilità. Sono forse le parole che persuadono?
Non le parole, ma il pensiero convince e rigenera la coscienza. Il pensiero può essere affilato solo
con l’energia psichica. Lo sviluppo di questa energia offrirà uno sbocco ai costruttori della
comunità. Se si convinceranno che la comunità è immutabile, nessuno potrà impedire loro di
lanciare poderosi pensieri per convincere gli oppositori.
Bisogna capire l’importanza dell’energia psichica nella prossima evoluzione, e studiarne
scientificamente le manifestazioni. Non è il caso di darne prova con artifici spettacolari. Bisogna
accostarsi alla scoperta di questo tesoro dell’umanità con tutta la sollecitudine e la responsabilità.
Non c’è molto tempo per trasformare i molti oppositori in collaboratori efficienti. In verità, se
rivolgeste loro moniti minacciosi, fareste cosa grossolana e indegna dei veri membri della comunità.
Pensieri luminosi, capaci di conquistare tutto, sono invece pienamente conformi alle condizioni
della futura Nuova Era di cooperazione.
Pensate che ciò sia un’Utopia? Venite da Noi, e vi convincerete come opera il pensiero umano
cosciente!
220 — Se parliamo della bellezza dell’evoluzione futura, siamo chiamati ottimisti utopistici. Se
indichiamo gli orrori della vita contemporanea, siamo detti pessimisti visionari. Ma invero non
siamo né ottimisti né pessimisti, Noi siamo realisti-attualisti.
Immaginate quanti si sforzano di giungere alla Nostra Comunità. Quante testimonianze, quanti
atteggiamenti d’approvazione; ma alla base dei giudizi sta solo la realtà. Comportatevi così quando
fondate comunità nuove. Badate che non si dia importanza ai legami familiari. Badate che le
amicizie e le avversioni precedenti siano vagliate con scrupolo; che nessuna testimonianza possa
influenzare una risoluzione — esami, prove e responsabilità devono essere personali. Vi consiglio
di iniziare la prova proponendo di riposare, non di lavorare. Chiunque sia contento di non lavorare,
non è un vostro collaboratore. Domandate ai novizi se i servizi resi siano riconosciuti dall’umanità
ingrata. Chiunque se ne lamenti, non è un vostro collaboratore. Domandategli se si ritiene
responsabile del proprio passato, o se altri lo sono. Il vero collaboratore non accolla ad altri la
responsabilità del suo passato. Notate se, lasciato solo, sposta gli oggetti che si trova intorno. Chi è
pervaso dall’importanza di ciò che lo circonda, non disturba alcun processo a lui ignoto. Chi sa
qualcosa dell’essenza degli oggetti, è premuroso nei confronti della vostra disposizione. Osservate
con acume particolare i taciturni.





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Si può dire che molti attualmente sono pronti ad accogliere la comunità, e molti sono in grado di
coltivare la loro energia psichica. Siate capaci di indicare loro che per prima cosa devono
apprendere a riconoscere la presenza di questa energia. Si può coltivare ed accrescere solo ciò di cui
si è consapevoli.
Non agisce bene chi vuole provare la propria energia psichica ancora prima di sentirne la
presenza. Non è realistico.
221 — Quando diciamo di usare l’energia psichica come arma cosciente, si può domandare: “Da
dove cominciare?”. Bisogna cominciare col rendersi conto della sua presenza. A tal fine è
necessario partire da uno dei concetti fondamentali. Talvolta lo si è impropriamente chiamato fede,
ma è meglio indicarlo come fiducia. La fede corrisponde all’auto-ipnosi. La fiducia all’auto-analisi.
La fede è per essenza indefinita. La fiducia sancisce l’infallibilità. Noi seguiamo il cammino
dell’infallibilità. Non è superstizione riconoscere il potere dell’organismo umano. Basta riflettere
sui processi del pensiero, o sui riflessi nervosi, o anche sulla digestione. Si può facilmente notare
l’attività dei centri nervosi, eppure qualcosa unifica coscientemente la loro attività, senza invadere
la sfera della ragione. A quest’organo si dà il nome di spirito, ma anche questo termine non è
chiaro, perché non contiene l’idea di lotta ardente.
Il grande “Aum” è energia psichica alimentata di prana. Lo si può considerare come un organo
fisico, poiché è soggetto a mutamenti. La percezione di tale organo, capace di connettere ogni cosa,
deve riempire di gioia ogni membro della comunità. Questa cooperazione consente di pensare in
dimensioni universali. Quando ci si rende conto di ciò, si inizia ad avvertire la possibilità di
padroneggiare l’energia psichica.
L’affermazione favorisce il desiderio di impiegare l’organo che si è scoperto, e una volta
compresane la responsabilità, il desiderio conduce alla scoperta del Maestro. Tutto sta nella qualità
e nell’ampiezza della coscienza.
Ho detto: “È possibile”, e non ho mai proibito. Se cercherete il correlato più prossimo
dell’energia psichica, troverete che è l’azione.
222 — Perfino durante un pranzo, la gente esita se le stoviglie hanno forma non familiare.
Sarebbe dunque errore irreparabile inviare un pensiero senza considerare la qualità di chi lo riceve.
Da lungo tempo si è detto che bisogna parlare un linguaggio intelligibile all’ascoltatore, ma nella
vita lo si fa di rado.
Per convincere con l’impiego dell’energia psichica, bisogna ricorrere alla parlata di chi si vuole
persuadere. Molte volte avrete notato che il linguaggio del Maestro è conforme alle espressioni dei
discepoli. Da questo ne sono derivate supposizioni assurde di contraffazioni, poiché a qualcuno è
parso strano che le espressioni caratteristiche del discepolo fossero presenti nella parlata del
Maestro. Ma pochi hanno pensato che così l’assimilazione ne era facilitata. Bisogna inoltre capire
che durante un lavoro in comune, le modalità di espressione si generalizzano — il geroglifico della
comprensione si approfondisce. Ma l’ignorante continua a calunniare parlando di contraffazioni, e
non si dà la pena di guardare se stesso e ricordare le diverse espressioni cui ricorre quando tratta con
altri. Noi non facciamo che estendere lo stesso principio, e proponiamo di adottare il linguaggio
dell’ascoltatore in tutte le sue caratteristiche. A Noi non importa se le menti normali Ci accusano;
tutto ciò che vogliamo è solo un buon risultato. Se dovete usare anche le espressioni più strane per
salvare qualcuno da un pericolo, non indugiate a farlo. È la condizione indispensabile per
perfezionare la trasmissione del pensiero.
Soprattutto verificate le vostre risorse e la capacità di adattarvi alle condizioni più diverse. La
scioltezza nei metodi mentali darà ali al vostro pensiero. Iniziate con l’espressione più tipica del
vostro ascoltatore. Quella frase abituale fa presa facilmente sulla sua coscienza, ma per farlo
bisogna osservare con simpatia ogni caratteristica. Bisogna avere mille occhi!
62
223 — In fatto di trasmissione del pensiero i metodi dell’Est e dell’Ovest differiscono.
L’Occidente, per indurre suggestione, ricorre all’azione diretta e aggressiva: tocco, fissità di
sguardo, pronuncia udibile di un comando; per essere così primitiva essa ricorda gli incantatori
dell’India meridionale. Nel migliore dei casi quel comando si distingue per la brevità temporale, e
di solito coinvolge la coscienza in una sola azione definita. L’Oriente invece cerca soprattutto il
contatto interiore con lo stato di coscienza, il che consente di pervadere la coscienza con più
fermezza e maggiore durata. L’Occidentale vorrebbe perforare con lo sguardo, mentre l’Orientale,
quando invia un pensiero, in realtà non guarda nessuno, perché l’effetto dello sguardo smusserebbe
l’acutezza del comando. I suoi occhi in effetti sono aperti, ma si costruisce una rappresentazione del
suo corrispondente, e in quell’immagine mentale può coglierne l’essenza con perfezione maggiore.
Non è la tensione che rafforza l’effetto, ma solo l’immutabilità della coscienza e la precisione di
tono del suono psichico. Le rocce si spaccano non solo sotto i colpi, ma anche al fragore di una
detonazione. Si riesce facilmente nelle cose più difficili se la coscienza è adeguata e la tranquillità
indisturbata. Il problema è che gli uomini considerano la tranquillità come inattività.
Azione — energia — luce!
224 — Quante volte si è ripetuto — imparate a trovare gioia nel lavoro eterno e nella vigilanza
eterna. Nella Nostra Comunità avete sentito musica e canti. Questi si devono considerare come
parte del lavoro. Sotto l’influsso dei suoni, gli uomini cadono di solito nell’inerzia psichica e
divengono perfino incapaci di creare delle forme. Questo deriva dall’abitudine di intendere il riposo
come un torpore. Ci si deve abituare invece a usare l’arte come un condensato di forze. Una bella
opera non solo può intensificare l’attività, ma anche affinare le forze. Ma questo fatto lo si deve
accettare coscientemente, e imparare a usare le emanazioni della creatività.
Come concepire la struttura di una comunità senza cristalli di suoni e di colore? Non sarebbe che
una tana di talpe! Chi ha in sé suono e colore porti nella comunità vasi ricolmi. Conoscenza e
capacità creativa saranno l’Amrita della Comunità.
È impossibile saziarsi di conoscenza; incalcolabili sono le ascese della creatività. Quest’infinità
stimola al lavoro eterno. Se chi lavora è saturo, la guardia è per lui solo la gioia della vigilanza
cosciente. Il proprio essere freme in spirali di luce, e la luce risuona.
Invero, la capacità creativa è diffusa in tutto il lavoro, e scintille del grande “Aum” dirigono la
corrente vitale. La manifestazione di questo potere creativo forma i nodi dell’evoluzione, e
ormeggia il filo della Madre del Mondo a un lavoro eternamente attivo.
Non bisogna deridere il Nostro linguaggio simbolico orientale. Quei simboli offrono la
complessa descrizione delle proprietà della materia. Non vediamo alcuna utilità nell’abolire un
geroglifico conciso e intelligibile a centinaia di milioni di uomini; tanto più se questi segni brevi
sono belli. E voi, occidentali, avete il diritto di trarre anche da ciò che è prolisso solo il bello.
Colore e suono saranno l’Amrita della Comunità. La conoscenza svelerà un’eternità di lavoro. Il
grande Aum è circondato dall’azione.
225 — Lo studio dell’energia psichica è favorito dal fatto che le leggi fondamentali sono
identiche. Come le condizioni fisiche esterne, così anche le psichiche sono soggette al processo
analogico di formazione ed effetto. Prendiamo l’esempio più semplice di un uomo che va nella
direzione del vento o della corrente e risparmia molta energia. Quando entra nella giusta corrente
dell’evoluzione, l’uomo supera gli ostacoli con facilità prodigiosa. Si tratta semplicemente di
accertare con cura come opera l’evoluzione.
Procedere nel senso dell’evoluzione non significa affatto essere trascinati nella scia della
maggioranza. Tutta la storia dell’umanità mostra che è la minoranza a divinare l’evoluzione. E quei
pochi hanno pur tratto da qualche parte la forza di vincere gli ostacoli.
“La trasformazione cosmica a contatto dell’energia psichica crea le condizioni di una corrente
favorevole”. Così disse il Buddha. Egli indicò la distinzione tra evidenza e realtà: paragonò
l’evidenza a un miraggio, e ciò è valido ancor oggi in qualsiasi discorso.





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Come discernere la corrente reale dell’evoluzione se l’evidenza accecante scherma la realtà, e il
pregiudizio regna come stabile opinione? Quando mai gli uomini capiranno il miraggio dei
pregiudizi? Ogni pregiudizio contiene un disegno malvagio sull’essenza umana. Questo non è un
monito etico, ma pratico. Che sorta di comunità può concepire chi è affetto da pregiudizi? È assurdo
parlargli di una libera espansione di coscienza, poiché non sa cosa sia la libertà; ma senza libertà
non si trova quel canale in cui scorre il successo.
Meditate sulle leggi dell’energia psichica.
226 — Quando un uomo si trova in una comunità imperfetta, si getta impaurito all’opposizione
— è un errore. Chi si accorge di un’imperfezione deve dedicarsi al perfezionamento. Che le nuove
comunità sorgano come nuove fonti nel deserto. Attorno a ciascuna fonte l’erba tenera inverdirà, e i
ruscelli delle fonti finiranno per unirsi in una sola corrente. Il fallimento di una singola comunità
deve essere la base su cui edificare nuove strutture comuni. Così si deve pensare alle nuove
possibilità.
Noi siamo realisti e amministriamo liberamente lo spazio. Il grande Aum chiama all’azione!
Noi restiamo tenacemente consapevoli dei luoghi nuovi, e per noi il viaggio non è mai lungo.
Saliamo in cima alla collina attraverso le spire del serpente. Abbiamo accumulato la nostra riserva
di energia psichica, e nulla può dissuaderci.
L’invitato che trova chiusa una porta, prima di andarsene gira attorno alla casa ed esamina tutti
gli ingressi.
Imparate a scoprire le possibilità celate nelle imperfezioni!
227 — Una coscienza morta è come il guscio di un seme perduto. Il concetto della dissoluzione
totale, cioè la morte, è uno dei prodotti dell’energia psichica. Figuratevi l’atrofia di una coscienza
non nutrita dalla lotta ardente, e che si disintegra impercettibilmente nella corrente delle energie più
sottili — in modo impercettibile e senza possibilità di recupero.
Gli uomini parlano della necessità di alimentare la mente con i libri — questa è un’azione
esteriore. Se l’aspirazione manca, quel cibo della mente è solo un processo formale e senza frutto.
La lotta ardente deve insorgere dall’interno, senza cause esterne. Gli ostacoli frapposti dalla vita
non possono influire sulla qualità dell’aspirazione. Quell’impulso fondamentale che ha tratto il
genere umano dalla cellula minerale, non deve diminuire proprio quando la cellula della pietra è
salita sui trampoli. Si prova allora sazietà per tutto ciò che fu, e interviene l’impulso irreprensibile a
lottare. Se l’aspirazione viene meno, l’uomo non è più un essere cosciente.
I periodi di disgregazione della coscienza si riflettono in modo peculiare sulla radiazione fisica.
Vi si possono scorgere come sbuffi di vapore grigio che scendono dal plesso solare; il che conferma
che si tratta di un’energia — in breve, il grande Aum è stato incenerito. Già nell’infanzia si può
osservare l’aspirazione ridotta in cenere.
Vieni giardiniere, e con un sorriso allontana la polvere dai petali. Il sorriso è come l’ala del
grande Aum. Tu, giardiniere, hai voluto dedicarti ai fiori, e il fiore dell’alba risuona nella gioia dei
suoni dello spazio. È possibile pensare ai mondi lontani.
228 — Per Noi è giunto il tempo di dire a ogni lavoratore: “Sei Nostro!”. Per Noi è giunto il
tempo di riesaminare i sentieri e i segni, a partire da quelli stellari; di abbreviare i linguaggi e le
espressioni del pensiero; di rileggere i versi antichi per l’ultima volta.
Si è suddivisa la vita in periodi e stili, in omaggio a misure di giorni imperfetti. Chi ha distribuito
le costellazioni? Chi ha ripartito i dialetti? Ha pensato qualcuno alle eredità di tutti i popoli? Lo stile
ha determinato le caratteristiche di un’epoca. Gli intagli esterni di un disegno illustrano i pregiudizi
e le convenzionalità della menzogna. È tempo di classificare le eredità in base al solo potenziale
interiore. È necessario conoscere gli accumuli della vita. Bisogna lasciare le bare ai morti. È vero
che si devono rintracciare le fasi della cultura, ma senza badare ai ghirigori degli effeminati. La
codardia rinchiusa in una goffa armatura non ha mai condotto alla gioia pan-umana, mentre
l’obiezione di un modesto alchimista è stata spesso illuminata dal Bene Comune. Dobbiamo
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esaminare senza superstizioni le pietre miliari che segnano la crescita dell’umanità, sotto l’insegna
della comunità. Dobbiamo esaminare com’è cresciuta la vittoria della comunità, nei fuochi
stimolanti della conoscenza e della bellezza. La vera conoscenza e bellezza hanno in sé la comunità
migliore.
Scegliamo il meglio e affermiamo che chi conosce ciò che è meglio diventa un membro della
comunità.
229 — Fermezza, calma, ingegno, rapidità — sono doti da cercare in chiunque si professi devoto
alla comunità. Ma si può essere calmi nel sonno, fermi nell’ozio, ingegnosi nell’ora di pranzo, e
svelti nel procurarsi denaro.
Nella comunità le prove sono continue. Neppure le più nuove forme di vita sono escluse dalla
prova. Sapete che Noi siamo contrari agli esami scolastici annunciati in anticipo, e ugualmente
riteniamo che non si debbano preavvertire i periodi di prova. Quelle acquisizioni superficiali di
conoscenza e quelle ipocrite linee di condotta non affrettano, ma ritardano lo sviluppo. Non ricordo
alcun eminente personaggio pubblico la cui educazione sia passata per quelle condizioni ipocrite.
Cominciate a edificare la comunità come una dimora di conoscenza e di bellezza. In questa
dimora, non vi sia posto per le misure convenzionali. Ciascuno deve conquistarsi il sapere ed
esprimere la sua conoscenza. Solo la cognizione continua dà giovamento, solo il lavoro intenso
impedisce il ritorno negli angoli oscuri. Noi attendiamo chi combatte strenuamente per liberarsi
dalla vita di un tempo. Niente è peggio che portare con sé residui secchi. Tali residui tolgono la
gioia.
La nuova struttura dovrà stare appartata dalle abitazioni, affinché le funzioni quotidiane non
tocchino l’edificio dove si forgia il futuro dell’umanità. Conveniamo che i membri della comunità
non diano grande importanza alla vita: in tal modo affermano la continuità dell’esistenza. Ma la loro
sollecitudine deve intensificare la qualità della coscienza. È d’obbligo insistere sulla coscienza,
poiché gli uomini non sono abituati a percepirla.
Spesso l’emotività è scambiata per compassione, l’ira per indignazione e l’istinto di autoconservazione per coraggio.
Bisogna capire la profonda necessità di purificare i propri concetti non solo nella mente, ma
anche nell’azione.
230 — Sembrerebbe che due invenzioni occidentali: misticismo e metafisica, siano finite per
sempre. Qualsiasi laboratorio, pur modestamente attrezzato, basta a spiegare le proprietà dell’unica
e sola materia. Ma non appena gli uomini escono dai limiti dell’esperimento di ieri, cominciano a
ricoprire la loro impotenza con una nomenclatura polverosa e indefinita. Con gli spauracchi della
“metafisica” e del “misticismo” si oppongono a tutte le possibilità scientifiche del domani. La
metafisica di ieri è diventata il sapere scientifico dell’uomo odierno di media istruzione. Il
misticismo si è dimostrato un fatto storico, e le pareti dei sepolcri hanno convinto molti, quelli dalla
coscienza più ampia.
Noi dunque domandiamo: “Perché mai l’uomo della strada, così scettico, non cessa di filare
leggende e tessere miti?”. Mille anni bastano a rifinire il mito più squisito, ed ecco un uomo di
buona condizione sociale innalzato in un Olimpo di carta. Nuovi scettici si appendono allora
all’orlo della sua veste e persuadono i loro compagni a porre sul trono nuovi abitatori del cielo.
Viene un altro sarto, cuce il nuovo mantello, e il mito è nato. Non parliamo di queste fenici solo per
riderne. Bisogna pure assimilare la realtà come si manifesta. E qualsiasi manifestazione di
ignoranza deve essere smascherata realisticamente, ed espulsa dalla comunità. La costruzione
collettiva dei miti non si addice alla comunità.
Alla Nostra Comunità si affianca chi capisce la realtà e il vero materialismo. È impossibile
figurarsi un mistico o un metafisico nel Nostro recinto. Il metafisico, se viene colpito, si lamenta:
“Sono ferito nel fisico!”. Il mistico, scorgendo la radianza della vita, si stropiccia gli occhi,
incredulo.
Perché vivete? Per conoscere e perfezionare voi stessi. Nulla di nebbioso deve soddisfarvi.





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