IL FARO DEI SOGNI

IL PIANO ASTRALE: IL SUO SCENARIO, GLI ABITANTI ED I FENOMENI

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view post Posted on 29/1/2023, 10:25     Top   Dislike
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IL PIANO ASTRALE
INTRODUZIONE


Riferimenti al piano astrale, o Kamaloka come è
chiamato in Sanscrito, vengono frequentemente fatti dagli
scrittori Teosofici, e un grande quantitativo di informazioni di
questo genere su questo stesso aspetto della natura si può
trovare sparso qua e là nei nostri libri; ma non c'è, fino ad oggi,
per quanto ne so, un singolo libro nel quale si possa trovare un
riepilogo completo dei fatti a noi noti fino ad oggi su questo
interessante argomento. L'obiettivo di questo manuale è quello
di raccogliere e tentare di organizzare le informazioni
disseminate un po' ovunque, ed è anche quello di approfondire i
nuovi fatti di cui siamo venuti a conoscenza. Deve essere
chiaro che qualunque altra nuova aggiunta è soltanto il risultato
delle ricerche di pochi esploratori e non deve pertanto essere
presa in nessun modo come autorevole, ma accolta
semplicemente per il valore che può avere. D'altra parte
abbiamo preso ogni precauzione per assicurarne l'accuratezza, e
nessun fatto, vecchio o nuovo, è stato accolto in questo
manuale, senza che sia stato prima confermato da più testimoni
attendibili, o da almeno due esperti ricercatori indipendenti, e
che sia stato inoltre sottoposto a convalida da parte di studiosi
più esperti, i quali hanno in questo ambito conoscenze
sicuramente superiori alle nostre. Speriamo pertanto che la
descrizione del piano astrale, sebbene non possa essere
considerata del tutto completa, possa comunque essere ritenuta
il più possibile attendibile.
Il primo punto che è necessario chiarire nella
descrizione del piano astrale è la sua assoluta realtà.
Certamente nell'utilizzare questa parola, io non sto parlando dal
punto di vista metafisico, per il quale tutto, eccetto l'Uno Non
Manifesto, è irreale perché impermanente; sto usando la parola
nel suo significato semplice e quotidiano, volendo con questo
dire che gli oggetti e gli abitanti del piano astrale sono reali
esattamente come sono reali i nostri corpi, i nostri mobili, le
nostre case o i nostri monumenti- reali come Charing Cross,
per citare un'espressiva osservazione tratta da uno dei nostri
primi lavori Teosofici. Essi non sono eterni, più di quanto non
lo siano gli oggetti del piano fisico, ma dal nostro punto di vista
non sono meno reali; e non possiamo costringerci a far finta
che non esistano solo perché la maggior parte dell'umanità è
inconsapevole, o solo vagamente consapevole della loro
esistenza.
Vi è anche un considerevole fraintendimento fra gli
studenti di Teosofia sulla questione della realtà dei vari piani
dell'universo. Questo può forse essere parzialmente dovuto al
fatto che la parola “piano” è stata occasionalmente usata in
modo molto inesatto nella nostra letteratura da scrittori che
parlavano in modo impreciso del piano mentale, del piano
morale e così via; e questa imprecisione ha portato molte
persone a supporre che le informazioni sull'argomento, trattato
nei libri Teosofici, siano approssimative o congetturali- cioè
mere ipotesi non sostenute da prove definitive. Nessuno può
giungere ad una chiara comprensione degli insegnamenti della
Religione della Saggezza fino a quando non abbia colto a
livello intellettuale il fatto che nel nostro sistema solare
esistono piani perfettamente definiti, ognuno dei quali è di
differenti gradi di densità, e che alcuni di questi piani possono
essere visitati e osservati da persone che hanno addestrato se
stesse a questo lavoro, esattamente nello stesso modo in cui si
può visitare e osservare un paese straniero, e che, grazie al
confronto tra coloro che lavorano costantemente su questi
piani, la prova della loro esistenza e della loro natura può
essere ottenuta in modo altrettanto esauriente come quella che
la maggior parte di noi ha riguardo la Groenlandia e
Spitzbergen. I nomi usualmente dati a questi piani, elencandoli
in ordine di materialità, partendo dal più denso al più sottile,
sono il piano fisico, il piano astrale, il piano devachanico, il
piano sushuptico e il piano nirvanico. Al di sopra di questi ve
ne sono altri due, ma essi sono talmente lontani rispetto le
nostre attuali capacità di concepirli che per il momento
possiamo non prenderli in considerazione. Ora dovremmo
comprendere che la materia di ciascuno di questi piani
differisce da quella del piano sottostante nello stesso modo in
cui, portato ad un livello di differenza molto più elevato, il
vapore differisce dalla materia solida: infatti, gli stati della
materia che noi chiamiamo solido, liquido e gassoso sono
semplicemente le tre suddivisioni più basse della materia
appartenente a questo piano fisico.
La regione astrale che sto tentando di descrivere è il
secondo di questi grandi piani di natura – quello
immediatamente sopra e all'interno di quel piano fisico che ci è
familiare. Esso è stato spesso chiamato il regno dell'illusionenon perché esso stesso sia più illusorio del mondo fisico, ma a
causa dell'assoluta inattendibilità delle impressioni riportate su
di esso da osservatori inesperti. Ciò può essere spiegato
principalmente attraverso due importanti caratteristiche del
mondo astrale - in primo luogo, molti dei suoi abitanti hanno il
meraviglioso potere di mutare il loro aspetto con rapidità
proteiforme, e anche di lanciare un numero praticamente
illimitato di incantesimi su quelli con i quali decidono di
divertirsi; ed in secondo luogo, la vista su questo piano è una
facoltà molto diversa e molto più estesa rispetto alla vista
fisica. Un oggetto viene visto come esso è, da ogni lato nello
stesso tempo, e l'interno di un solido è altrettanto chiaramente
accessibile alla vista quanto il suo esterno; è pertanto ovvio che
un osservatore inesperto di questo nuovo mondo si trovi in
considerevole difficoltà nel cercare di capire che cosa egli stia
realmente vedendo, e le difficoltà diventano ancora più grandi
quando tenta di riferire le sue visoni con il linguaggio
ordinario, che è assolutamente inadeguato a questo scopo. Un
buon esempio del tipo di errore nel quale facilmente si incorre
è la frequente inversione dei numeri che l'osservatore ha letto
nella luce astrale, cosicché egli potrebbe riportare, diciamo, 139
al posto di 931, e così via. Per uno studente di occultismo,
preparato da un Maestro esperto, questo errore sarebbe
impossibile, a meno che agisca con negligenza o spinto da
eccessiva fretta , poiché un tale allievo deve attraversare un
lungo e articolato corso di preparazione nell'arte di vedere
correttamente. Il Maestro, o in certi casi alcuni degli allievi più
avanzati, lo pongono prima, più e più volte, di fronte a tutti i
tipi possibili di illusioni, domandandogli “Cosa vedi?”
Qualsiasi sua risposta sbagliata viene quindi corretta e le cause
dell'errore vengono spiegate, fino a che, gradualmente, il
neofita acquisisce una tale sicurezza e una tale confidenza nei
confronti dei fenomeni del piano astrale da superare
ampiamente qualsiasi insicurezza possibile anche nella vita
fisica. Ma egli deve imparare non solo a vedere correttamente,
ma anche a riportare da un piano all'altro con accuratezza i
ricordi di quello che ha visto; e per aiutarlo in questo, viene
allenato a portare la sua coscienza senza discontinuità dal piano
fisico all'astrale o al devachanico e ritorno; fino a che non
raggiunge questa capacità, infatti, esiste sempre la possibilità
che i suoi ricordi possano venire parzialmente persi o distorti
durante l'intervallo buio che separa i suoi periodi di coscienza
sui vari piani. Quando il potere di trasportare la sua coscienza
sarà perfettamente acquisito, l'allievo avrà il vantaggio di poter
usare tutte le facoltà astrali, non solo mentre è fuori dal suo
corpo durante il sonno o la trance, ma anche quando è
completamente sveglio, alle prese con la vita fisica.
E' abitudine di alcuni Teosofi parlare con disprezzo del
piano astrale, e trattarlo come se fosse assolutamente non
meritevole di attenzione; ma questa mi sembra un'opinione
piuttosto scorretta. Sono sicurissimo che ciò a cui noi
dobbiamo aspirare è il puro piano spirituale, e sarebbe
assolutamente disastroso per qualsiasi studente disdegnare tale
evoluzione, accontentandosi del raggiungimento della
coscienza astrale. Il Karma di alcuni è tale per cui essi sono in
grado di sviluppare, prima di tutte, le pure facoltà spiritualisaltando momentaneamente, a piè pari, al di là del piano
astrale; e quando successivamente fanno la conoscenza dello
stesso, essi hanno, se il loro sviluppo spirituale è stato perfetto,
l'immenso vantaggio di immergervisi dall'alto, con il sostegno
di una visione spirituale che non può essere tratta in inganno e
una forza spirituale alla quale nulla può resistere. E',
comunque, un errore supporre, come alcuni scrittori hanno
fatto, che questo è il solo, o addirittura il metodo comunemente
adottato dai Maestri della Saggezza con i loro allievi. Quando è
possibile questo ci risparmia molti problemi, ma per la maggior
parte di noi tali progressi a passi da giganti vengono impediti
dai nostri falli e dalle nostre follie del passato: tutto quello che
noi possiamo sperare è di conquistare la nostra strada,
lentamente, passo dopo passo, e poiché il piano astrale si
estende vicino al nostro mondo, fatto di materia più densa, è
abitualmente nelle connessioni con esso che possono avere
luogo le nostre prime esperienze extracorporee. Questo piano è
perciò interessante per quelli come noi che non sono
principianti in questi studi, e per i quali una chiara
comprensione dei suoi misteri può spesso essere di grande
importanza, non solo perché ci mette in grado di capire molti
dei fenomeni presenti nelle sedute spiritiche, nelle case
stregate, etc, che sarebbero altrimenti inesplicabili, ma anche
perché ci mette in grado di proteggere noi stessi e gli altri da
possibili pericoli.
Il primo contatto con questa straordinaria regione
avviene in vari modi. Alcuni, soltanto una volta nella loro vita,
sotto l'azione di influssi particolari divengono sufficientemente
sensitivi da riconoscere la presenza di uno dei suoi abitanti, e
forse, poiché questa esperienza non si ripete, arrivano col
tempo a credere che in quell'occasione furono vittime di
allucinazioni; altri si trovano sempre più frequentemente a
vedere o sentire cose alle quali quelli attorno a loro sono sordi
o ciechi; altri ancora - e questa forse è l'esperienza più comune
di tutte, incominciano a ricordarsi con sempre maggiore
chiarezza quello che hanno visto o sentito sugli altri piani
durante il sonno. Tra coloro che studiano questi argomenti,
alcuni cercano di sviluppare la visione astrale tramite le sfere
di cristallo o altri metodi, mentre quelli che hanno
l'inestimabile vantaggio di essere sotto la guida diretta di un
maestro qualificato, saranno condotti la prima volta in quel
piano sotto la sua speciale protezione, che continuerà fino a
che, attraverso l'utilizzo di vari test, egli si sarà accertato che
l'allievo è protetto da quei pericoli e da quelle esperienze
terrifiche che potrebbe probabilmente incontrarvi. Ma, in
qualsiasi modo accada, la prima percezione reale che tutti noi
siamo nel mezzo di un grande mondo pieno di vita attiva, della
quale la maggior parte di noi ciò non di meno è completamente
inconsapevole, non può tuttavia che essere l'inizio di un'epoca
memorabile nella vita di un uomo.
Così abbondante e così multiforme è la vita del piano
astrale che la prima impressione che se ne ha è assolutamente
stupefacente per il neofita; e anche per il più esperto
investigatore non è un compito facile tentare di classificarla e
catalogarla. Se ad un esploratore di qualche sconosciuta foresta
tropicale venisse richiesto non solo di dare un resoconto
completo del paese che ha attraversato, con i dettagli accurati
delle piante e dei minerali del luogo, ma anche di specificare il
genere e le specie di ogni miriade di insetti, uccelli, animali e
rettili che egli ha visto, egli potrebbe ben ritrarsi, spaventato
dalla grandezza dell'impresa: eppure anche questo non fornisce
un adeguato confronto con la difficoltà dell'investigatore
psichico, perché nel suo caso la materia è ancora più
complicata, prima di tutto per la difficoltà di riportare
correttamente i ricordi, da quel piano a questo, di ciò che egli
ha visto, in secondo luogo per l'assoluta inadeguatezza del
linguaggio comune ad esprimere la gran parte di quello che ha
da riferire. Comunque, proprio come un esploratore del piano
fisico comincerebbe probabilmente il suo resoconto di un paese
attraverso una qualche sorta di descrizione generale del suo
scenario e delle sue caratteristiche, così sarà bene iniziare
questo inadeguato schizzo del piano astrale cercando di dare
qualche idea dello scenario che costituisce lo sfondo di queste
attività meravigliose e in continuo cambiamento. Anche qui, al
principio, ci confrontiamo con una difficoltà pressoché
insuperabile, rappresentata dalla estrema complessità
dell'argomento. Tutti coloro che vedono pienamente questo
piano concordano che il tentare di fornire, a quelli i cui occhi
sono ancora chiusi, una vivida immagine di questo scenario
astrale, sia come parlare ad un cieco della meravigliosa varietà
di colori di un tramonto – dato che, per quanto dettagliata ed
elaborata possa essere la descrizione, non vi è alcuna certezza
che il concetto offerto alla mente dell'ascoltatore sia una
adeguata rappresentazione della realtà.




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SCENARIO
Prima di tutto bisogna sapere che il piano astrale ha
sette livelli, ognuno dei quali ha il suo corrispondente piano di
materialità e i suoi corrispondenti tipi di materia. Enumerandoli
dall'alto verso il basso dal più alto grado di materia al più
basso, troviamo che essi ricadono naturalmente in tre classi, i
livelli 1,2 e 3 appartengono ad una stessa classe, i 4, 5, e 6
un'altra, mentre il settimo, che è il più basso di tutti, sta da solo.
Le differenze tra la materia di una di queste classi e quella
vicina potrebbe essere paragonata alla differenza tra un solido e
un liquido, mentre la differenza tra la materia delle suddivisioni
di una stessa classe potrebbe piuttosto essere paragonata a
quella tra due tipi di solidi, come, ad esempio, l'acciaio e la
sabbia. Mettendo da parte, per il momento, il settimo, possiamo
dire che i livelli 4,5 e 6 del piano astrale hanno per loro sfondo
il mondo fisico dove viviamo ed i suoi, per noi familiari,
complementi. La vita sul sesto livello è semplicemente la
nostra vita comune su questa terra, eccettuato il corpo fisico ed
i suoi complementi; mentre come si sale attraverso il quinto ed
il quarto livello essa diventa sempre meno materiale, ed è
sempre più lontana dal nostro mondo inferiore e dai suoi
interessi.
Lo scenario di questi livelli inferiori, poi, è quello della
terra come noi la conosciamo: ma è anche molto più di questo;
poiché quando viene guardato da questa differente posizione,
con l'aiuto dei sensi astrali, anche gli oggetti puramente fisici
presentano un aspetto molto diverso. Come è già stato detto,
essi vengono visti da persone i cui occhi sono completamente
aperti, e quindi osservati non da un solo punto di vista come di
solito, ma da tutti i lati contemporaneamente - un'idea già di per
sé sufficientemente sconcertante; e quando poi aggiungiamo a
questo che tutti i particolari, all'interno di un corpo solido, sono
altrettanto chiaramente e pienamente visibili, come quelli
esterni, è comprensibile che in queste condizioni anche
l'oggetto più familiare inizialmente possa apparire totalmente
irriconoscibile. Anche una rapida valutazione evidenzierà che
una tale visione si avvicina molto più alla vera percezione di
quanto possa fare la vista fisica. Guardando sul piano astrale,
per esempio, i lati di un cubo di vetro apparirebbero tutti
uguali, come realmente sono, mentre sul piano fisico noi
vediamo il lato più lontano in prospettiva-cosicché, esso appare
più piccolo rispetto al lato più vicino, il che è, ovviamente, una
mera illusione. E' questa caratteristica della visione astrale che
l'ha portata talvolta ad essere definita come la vista della quarta
dimensione- una frase molto espressiva e suggestiva. Ma, in
aggiunta a queste possibili fonti di errore, le cose sono
ulteriormente complicate dal fatto che le forme della materia
conosciute nella visione astrale, per quanto puramente fisiche,
sono tuttavia invisibili nelle situazioni comuni. Tali, per
esempio, sono le particelle che compongono l'atmosfera, tutte
le varie emanazioni che vengono sempre esalate da tutto ciò
che ha vita, e anche i quattro gradi di un ordine ancora più
sottile della materia fisica che, per quanto si vogliano
utilizzare nomi più distintivi, deve tutta essere descritta come
eterica. Queste ultime costituiscono già di per se stesse un tipo
di sistema, interpenetrando liberamente tutta l'altra materia
fisica; e l'investigazione delle loro vibrazioni e del modo nel
quale le varie forze più elevate le interessano, costituisce di per
se stesso un vasto campo di interessanti e approfondite ricerche
per alcuni uomini di scienza che possiedono la vista necessaria
per studiarla.
Anche quando la nostra immaginazione ha pienamente
afferrato tutto quello che è compreso in ciò che è appena stato
detto, noi non abbiamo ancora afferrato nemmeno la metà della
complessità del problema; per di più dobbiamo ancora
occuparci di tutte quelle nuove forme di materia fisica con le
loro numerose suddivisioni di materia astrale che ci lasciano
perplessi. Dobbiamo per prima cosa renderci conto che ogni
oggetto materiale, anche la singola particella, ha la propria
controparte astrale; e questa controparte è essa stessa non un
corpo semplice, ma una struttura estremamente complessa,
essendo composta da vari tipi di materia astrale. Inoltre, ogni
creatura vivente è circondata da un'atmosfera sua propria,
chiamata aura, e nel caso degli esseri umani quest'aura forma
già di per se stessa una branca di studio molto affascinante.
Essa è visibile come una massa ovale luminescente di struttura
altamente complessa, e a causa della sua forma è stata talvolta
chiamata l'uovo aurico. I lettori di Teosofia udranno con
piacere che fin dai primi stadi del suo sviluppo l'allievo
comincia ad acquisire questa vista astrale, ed egli è in grado di
confermare a se stesso, attraverso l'osservazione diretta, la
precisione dell'insegnamento datoci dalla nostra grande
fondatrice, Madame Blavatsky, riguardo almeno alcuni dei
sette corpi dell'uomo. Per quanto riguarda gli esseri umani suoi
simili, egli non vede più solo il loro aspetto esteriore; egli ne
distingue il doppio eterico come una estensione esatta del corpo
fisico; esso in letteratura Teosofica viene chiamato la Linga
Sharira: mentre la Jiva, che è sia assorbita che contenuta nel
Prana, sia circolante in forma di luce rosa all'interno del corpo,
sia irradiata dalle persone sane nella sua forma trasformata, è
anch'essa perfettamente evidente. La più brillante e la più
facilmente visibile di tutte, forse, per quanto appartenga
completamente ad una differente classe di materia – l'astrale - è
l'aura kamica, che manifesta attraverso i suoi vividi lampi di
colore in continuo cambiamento le differenti passioni che
attraversano la mente dell'uomo momento per momento.
Questo è il vero corpo astrale. Al di là di questo, e composto da
una materia di grado più fine – quella dei livelli rupa del
Devachanico- si trova il corpo devachanico o aura del Manas
inferiore, i colori del quale, cambiando solo molto
gradualmente mentre l'uomo vive la sua vita, rispecchiano la
disposizione e il carattere della personalità; mentre ancora più
elevata e infinitamente più bella, dove si rivela in tutta la sua
chiarezza, è la luce vivente del Karana Sharira, l'aura o il
veicolo del Manas superiore, che mostra il grado di sviluppo
del vero Sé nei suoi passaggi di nascita in nascita. Ma per
vedere queste l'allievo deve aver sviluppato qualche cosa di più
della semplice visione astrale.
Lo studente si risparmierà molte difficoltà se imparerà da
subito a considerare queste aure non come mere emanazioni,
ma come la vera manifestazione del Sé nei suoi rispettivi piani
– comprendendo che il vero essere umano è l'ovoide aurico, e
non il suo corpo fisico, che è solo una sua cristallizzazione in
mezzo a questo piano. Considerando che il Sé che sta
reincarnandosi rimane sul piano che è la sua vera casa nei
livelli arupa del Devachanico, il corpo che egli abita è il Karana
Sharira, ma quando egli discende nei livelli rupa egli deve, per
poter essere in grado di funzionare, vestire se stesso con la loro
materia; e la materia che egli perciò attrae a sé fornisce un
corpo devachanico o mentale. Similmente, scendendo nel piano
astrale, egli forma il suo corpo astrale o kamico traendolo dalla
sua materia, e così via ovviamente ancora costituisce tutti gli
altri suoi corpi, nella sua lunga discesa fino a questo piano, che
è il più basso di tutti, il corpo fisico è costituito nel centro del
ovoide aurico, il quale perciò contiene l'uomo nella sua
interezza.
Spiegazioni più dettagliate dei corpi aurici potranno essere
trovate in Transaction No. 18 del London Lodge, e in uno dei
miei recenti articoli su The Theosophist, ma qui è già stato
detto abbastanza per dimostrare che tutti essi occupano lo
stesso spazio (che incidentalmente essi condividono con l’aura
fisica), il più sottile compenetrando il più grossolano, e questo
obbliga il neofita ad attenti studi ed a molta pratica, per
arrivare ad essere in grado di distinguerli chiaramente l'uno
dall'altro. Tuttavia l'aura umana, o più comunemente una parte
sola di essa, rappresenta non di rado uno dei primi oggetti
astrali visti dalle persone non addestrate, sebbene in questi casi
sia naturale che la sua visione venga verosimilmente fraintesa.
Nonostante l'aura Kamica, a causa della brillantezza dei
suoi lampi colorati, possa essere spesso più cospicua, l'etere
nervoso e il doppio eterico sono di un tipo di materia molto più
densa, parlando strettamente entro i limiti del piano fisico,
anche se invisibili alla vista ordinaria. E' stata abitudine nella
letteratura Teosofica descrivere il Linga Sharira come la
controparte astrale del corpo umano, dato che la parola
“astrale” è stata comunemente adoperata per indicare tutto
quello che c'è oltre i nostri sensi fisici. Poiché ricerche più
approfondite ci consentono di essere più precisi nella nostra
terminologia, ci troviamo obbligati ad ammettere che molta di
questa materia invisibile è puramente fisica, e quindi a definire
il Linga Sharira non più come il doppio astrale, ma come il
doppio eterico. Questo sembra un nome appropriato per esso,
poiché è costituito da vari tipi di materia che gli scienziati
chiamano “etere”, nonostante questo venga provato non essere
una sostanza separata, come è stato generalmente supposto, ma
uno stato di suddivisione ancora più sottile del gassoso, al
quale qualsiasi tipo di materia fisica può essere ridotto,
applicando le forze opportune. Il nome “doppio eterico”sarà
perciò usato in futuro negli scritti teosofici al posto di “Linga
Sharira”: e questo cambiamento non ci darà solo il vantaggio di
avere un nome nella nostra lingua, che è chiaramente
esplicativo delle caratteristiche del corpo che definisce, ma
anche ci libera dai frequenti fraintendimenti che sorgono dal
fatto che in tutti i libri Orientali viene dato un significato
completamente differente al nome che abbiamo usato finora.
Ciò non deve comunque far supporre che nel realizzare questo
cambiamento di nome stiamo proponendo un nuovo
significato; stiamo semplicemente correggendo, per amore di
una maggiore precisione, l'etichetta precedentemente attaccata
a certe realtà naturali. Se noi esaminiamo con le facoltà
psichiche il corpo di un bimbo appena nato, lo troveremo
permeato non solo dalla materia astrale di ogni grado di
densità, ma anche dai diversi gradi di materia eterica; e se ci
prendiamo la briga di risalire alle origini di questi corpi segreti,
troviamo che è di quest'ultimo alla fine che il doppio eterico, il
modello sul quale il corpo fisico è costruito, è formato dagli
agenti del Signore del Karma; mentre la materia astrale è
aggregata insieme dal Sé discendente – ovviamente non
consapevolmente, ma automaticamente- quando egli attraversa
il piano astrale. (Manuale No. IV.).
Nella composizione del doppio eterico deve entrare una
parte di tutti i gradi differenti di materia eterica; ma le
proporzioni possono variare grandemente, e sono determinate
da parecchi fattori, come la razza, la sotto-razza, il tipo di
uomo, come pure il suo karma individuale. Ricordandoci che
queste quattro suddivisioni della materia sono fatte di
numerose combinazioni, che a loro volta, formano aggregazioni
che entrano nella composizione dell'”atomo” dei cosiddetti
“elementi” della chimica, sarà evidente che questo secondo
corpo dell'uomo è molto complesso, e che il numero delle sue
possibili combinazioni è praticamente infinito, cosicché, per
quanto complicato e inusuale il Karma di un uomo possa
essere, i LIPIKA sono in grado di dare un modello in conformità
del quale può essere formato un corpo esattamente appropriato.
Un altro punto merita di essere menzionato riguardo
all'aspetto della materia fisica quando viene vista dal piano
astrale, e cioè che la visone astrale possiede il potere di
ingrandire a volontà le più minute particelle fisiche fino alla
dimensione desiderata, come attraverso un microscopio, anche
se il suo potere di ingrandimento è enormemente più grande di
quello di qualsiasi microscopio mai fatto o che si possa fare.
L'ipotetica molecola o l'atomo postulati dalla scienza sono
quindi realtà visibili allo studente di occultismo, anche se
quest'ultimo le riconosce come molto più complesse nella loro
natura di quanto l'uomo di scienza abbia ancora scoperto che
esse siano. Questo pure è un vasto campo di studio
interessantissimo al quale potrebbe essere facilmente dedicato
un intero volume; e un ricercatore scientifico che acquisisse
perfettamente la vista astrale, non scoprirebbe soltanto che i
suoi esperimenti sui fenomeni conosciuti sarebbero da ciò
estremamente facilitati, ma vedrebbe anche aprirsi davanti a sé
panorami di conoscenza completamente nuovi che
richiederebbero più di una vita intera per essere pienamente
investigati. Per esempio, una novità curiosa e molto bella
portata alla sua attenzione dallo sviluppo di questa visione,
sarebbe l'esistenza di altri colori, completamente differenti,
oltre i limiti dello spettro comunemente visibile, essendo i
raggi infrarossi e ultravioletti, che la scienza ha scoperto con
altri mezzi, chiaramente visibili con la vista astrale. Non
dobbiamo, tuttavia, permetterci di seguire queste affascinanti
deviazioni, ma dobbiamo recuperare il nostro obiettivo di dare
una idea generale dell'aspetto del piano astrale.
Sarà a questo punto ovvio che. sebbene, come sopra
stabilito, gli oggetti ordinari del mondo fisico formino lo
sfondo per la vita di certi livelli del piano astrale, il poter
vedere molto di più del loro aspetto reale e delle loro
caratteristiche farà si che l'effetto generale differisca
profondamente da quello che ci è familiare. Per esempio,
prendiamo una pietra come modello della classe più semplice
di oggetti. Quando la osserviamo con la vista allenata essa non
è più una semplice inerte massa di roccia. Prima di tutto, viene
vista l'interezza della materia fisica della pietra invece che solo
una piccola parte di essa; secondariamente le vibrazioni delle
sue particelle fisiche divengono visibili; in terzo luogo diviene
visibile la sua controparte astrale formata da vari tipi di materia
astrale, le cui particelle sono in continuo movimento; in quarto
luogo, si vede la Jiva o vita universale che circola attraverso
essa e si irradia da essa; in quinto luogo, si vedrà un'aura che la
circonda, sebbene questa, ovviamente, sia meno estesa e
variegata rispetto a quella degli appartenenti ai regni superiori;
in sesto luogo, la si vede permeata dalla sua appropriata
essenza elementale, sempre attiva e sempre fluttuante. I regni
vegetale, animale e umano sono naturalmente più complicati.
Alcuni lettori potrebbero obiettare che le descrizioni
fornite dalla maggior parte delle persone psichiche che
occasionalmente percepiscono sprazzi del mondo astrale non
sono così complesse, e neppure sono riportate in tal modo dalle
entità che si manifestano nelle sedute spiritiche; ma questo è
prontamente spiegato. Poche persone non preparate a muoversi
su quel piano, durante la vita o la morte, vedono le cose come
esse sono realmente se non dopo una pratica molto lunga;
anche quelle che vedono pienamente sono spesso troppo stupite
e confuse per comprendere o ricordare: e anche in quella
piccola minoranza di coloro che riescono sia a vedere che a
ricordare, vi è difficilmente qualcuno che possa tradurre i
ricordi in un linguaggio sul nostro piano inferiore. Molte
persone psichiche non allenate non esaminano affatto in modo
scientifico le loro visioni: loro semplicemente ottengono una
visione che può essere completamente corretta, ma può anche
essere per metà falsa, o anche completamente errata.
Quest'ultima ipotesi diventa la più probabile quando
prendiamo in considerazione i frequenti scherzi giocati dai
gioviali abitanti dell'altro mondo, contro i quali le persone non
allenate, abitualmente, sono assolutamente prive di difese.
Deve anche essere ricordato che gli abitanti del piano astrale,
siano essi umani o elementali, sono in circostanze ordinarie
consapevoli solo degli oggetti di quel piano, essendo la materia
fisica completamente invisibile a loro, così come la materia
astrale lo è per la maggioranza degli esseri umani incarnati.
Poiché, come prima sottolineato, ogni oggetto fisico ha la sua
controparte astrale, che sarebbe visibile a loro, si potrebbe
pensare che la distinzione sia insignificante, eppure è una parte
essenziale della concezione simmetrica del soggetto. Se,
tuttavia, una entità astrale lavora costantemente attraverso un
medium, i suoi più fini sensi astrali possono essere
gradualmente persi fino a diventare insensibile ai più alti gradi
della materia di quel suo stesso piano, ed includere nella sua
vista il mondo fisico come invece noi lo vediamo; ma solo il
visitatore preparato proveniente da questa vita, che sia
pienamente cosciente di entrambi i piani, può contare sulla
chiara visone di entrambi simultaneamente. Si capirà, quindi,
che la complessità esiste, e che solo quando essa è pienamente
percepita e scientificamente chiarita vi è totale sicurezza contro
gli inganni e gli errori.
Per la settima o la più bassa suddivisione del piano
astrale anche questo nostro mondo fisico potrebbe esserne detto
lo sfondo, sebbene ciò che si vede sia solo una visione distorta
o parziale dello stesso, poiché tutto quello che è luce, buono e
bello sembra invisibile. Esso venne così descritto quattromila
anni fa nei papiri egizi dello Scriba Ani: “che tipo di posto è
questo dove io sono arrivato? Non vi è acqua, non vi è aria;
esso è profondo, insondabile; è nero come la notte più scura, e
gli uomini vagano all'interno senza aiuto; in esso un uomo non
può vivere nella pace del cuore.” Per le sfortunate entità di quel
livello è di fatti vero che “tutta la terra è piena di oscurità e di
crudeli dimore,” ma è un'oscurità che irradia da dentro loro
stessi e fa sì che la loro esistenza venga trascorsa in una notte
perpetua di male e orrore- un inferno molto reale, anche se,
come tutti gli altri inferni, interamente creato dall'uomo.
La maggior parte degli studenti trova che
l'investigazione di questa sezione sia un compito sgradevole,
per la sensazione di densità e di materialità grossolana che la
riguarda che è di una sgradevolezza indescrivibile per il libero
corpo astrale, determinando su di sé la sensazione di essere
spinto attraverso un fluido nero e viscoso, mentre gli abitanti e
gli influssi che vi si incontrano sono abitualmente
assolutamente indesiderabili.
La prima, la seconda e la terza suddivisione appaiono
molto lontane da questo mondo fisico, e corrispondentemente
meno materiali. Le entità che abitano questi livelli hanno perso
la capacità di vedere la terra e le cose che le appartengono; esse
sono abitualmente molto assorte in se stesse, ed in larga misura
impegnate a creare la realtà che le circonda, anche se questa
non è unicamente soggettiva, come nel piano Devachanico, ma
al contrario abbastanza oggettiva da essere percepita da altre
entità e anche da persone chiaroveggenti. Questa regione è
senza dubbio la “terra promessa” della quale sentiamo molto
parlare nelle sedute spiritiche, e le entità che discendono da
questi livelli e li descrivono stanno dicendo la verità
limitatamente a quanto sanno. Su questi piani si trova quello
che gli “spiriti” chiamano ad esistere temporaneamente: le loro
case, le scuole e le città, giacché questi oggetti sono spesso
transitoriamente abbastanza reali, anche se ad una visione più
chiara esse talvolta sono pietosamente diverse da quello che i
loro incantati creatori pensano che siano. Ciononostante, molte
delle cose immaginarie che qui prendono forma sono
realmente, anche se transitoriamente, belle, e un visitatore che
non conosca niente di più elevato potrebbe vagare lì con
sufficiente soddisfazione tra foreste e montagne, amabili laghi
e piacevoli giardini fioriti, o potrebbe anche costruire taluni
ambienti per soddisfare le proprie fantasie.
Può essere detto incidentalmente che la comunicazione
sul piano astrale è limitata dal sapere delle entità, proprio come
qui sulla terra. Una persona in grado di muoversi liberamente
su quel piano può comunicare con qualsiasi entità umana più
prontamente e più rapidamente che sulla terra, per mezzo della
comunicazione mentale, mentre gli abitanti stessi non
sembrano abitualmente in grado di esercitare questa capacità,
ma appaiono essere condizionati dagli stessi limiti che regnano
sulla terra, anche se forse meno rigidi. Il risultato di questo è
che essi si trovano associati, come qui, in gruppi riuniti da
fattori comuni, quali simpatie, credenze e linguaggio.
Un resoconto dello scenario del piano astrale sarebbe
incompleto senza menzionare quelli che sono chiamati i
Record della Luce Astrale, la rappresentazione fotografica di
tutto quello che è mai accaduto. Questi record sono realmente e
permanentemente impressi sopra quel mezzo più elevato
chiamato l'Akashico, e vengono riflessi in modo più o meno
spasmodico nella luce astrale, cosicché una persona la cui
capacità di vedere non salga oltre questo piano, sarà in grado
verosimilmente di ottenere solo immagini occasionali e
discontinue del passato, invece di una narrazione coerente. Ma,
ciò nonostante, immagini di tutti i tipi di eventi del passato
vengono costantemente riprodotti sul piano astrale e formano
una parte importante delle condizioni ambientali in cui si
muove l'investigatore.




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GLI ABITANTI
Avendo disegnato sommariamente, sebbene lievemente,
lo sfondo del nostro quadro, dobbiamo tentare di riempire le
illustrazioni – descrivendo gli abitanti del piano astrale.
L'immensa varietà di queste entità rende eccessivamente
complicato ordinarle e catalogarle. Forse il metodo più
conveniente è dividerle in tre grandi classi, gli umani, i non
umani e gli artificiali.
I. GLI UMANI
Gli abitanti umani del Kamaloka ricadono naturalmente
in due gruppi, i vivi e i morti, o per esprimersi in modo più
appropriato, quelli che hanno ancora un corpo fisico e quelli
che non lo hanno.
1 I VIVENTI
Le entità che si manifestano sul piano astrale durante la vita
fisica possono essere suddivise in quattro classi:
1. L'Adepto o Chela nel Mayavirupa. Questo corpo è il
veicolo artificiale usato nei quattro livelli più bassi o nelle
quattro divisioni rupa del piano devachanico da coloro che
sono capaci di muoversi qui durante la vita terrena, e sono
formate con la materia del corpo mentale. Gli allievi sono
inizialmente incapaci di costruirselo, e devono perciò
accontentarsi del loro corpo astrale ordinario formato dalla
meno raffinata materia dell'aura kamica: ma ad un certo punto
della sua crescita il Maestro stesso forma per lui il suo
Mayavirupa per la prima volta, e successivamente lo istruisce e
lo assiste fino a che egli non è in grado di farselo da solo
facilmente e rapidamente. Quando questa capacità viene
raggiunta questo veicolo è abitualmente usato al posto del più
grossolano corpo astrale, poiché esso permette il passaggio
istantaneo dal piano astrale al devachanico e ritorno senza
limitazioni, e permette sempre l'uso dei più alti poteri inerenti
il piano in cui ci si muove. Dobbiamo tener presente,
comunque, che una persona che sta viaggiando con il
Mayavirupa non è percepibile con la semplice visione astrale a
meno che ella non scelga di raggruppare attorno a se particelle
di materiale astrale, creandosi così un corpo temporaneo adatto
a quel piano, però una tale creazione temporanea può solo
rassomigliare ad un corpo astrale normale come una
materializzazione rassomiglia ad un corpo fisico: in ogni caso
essa è una manifestazione di un entità superiore su un piano
inferiore con lo scopo di rendersi visibile a coloro i cui sensi
non possono trascendere quel piano. Ma che sia nel
Mayavirupa o nel corpo astrale, l'allievo introdotto sul piano
astrale sotto la guida di un insegnante competente ha sempre la
maggiore consapevolezza possibile, ed è infatti se stesso
esattamente come i suoi amici lo conoscono sulla terra, senza
però i quattro corpi inferiori nel primo caso ed i tre corpi
inferiori nel secondo, avendo in più i poteri e le facoltà
addizionali della sua condizione più elevata, che lo mettono in
grado di portare avanti con maggior facilità e maggior
efficienza su quel piano, durante il sonno, il lavoro Teosofico
che occupa così tanto i suoi pensieri quando è sveglio. Se poi
ricorderà pienamente e accuratamente nel piano fisico quello
che egli ha fatto o appreso negli altri piani dipende
grandemente, come già detto, da quanto egli è in grado di
trasferire da uno stato all'altro la sua coscienza libera da
interferenze.
2. Le Persone Psichicamente sviluppate che non sono
sotto la guida di un Maestro. La persona può essere o non
essere spiritualmente evoluta, poiché i due tipi di crescita non
procedono necessariamente insieme, e l'essere nato con poteri
psichici è il semplice risultato di sforzi fatti durante una
precedente incarnazione, che può essere stata contraddistinta da
un carattere nobile e altruista, o al contrario da un carattere
ignorante ed egoista o anche assolutamente indegno. Una
persona così è perfettamente conscia quando è fuori dal suo
corpo, ma per mancanza di un allenamento appropriato è
esposto ad essere grandemente ingannato da quello che vede.
Egli spesso sarà capace di spostarsi attraverso le differenti
suddivisioni del piano astrale altrettanto pienamente come le
persone appartenenti alla classe precedente; ma talvolta è
particolarmente attratto da una suddivisione e raramente
viaggia al di fuori della sfera d'influenza di questa. I ricordi di
quello che ha visto possono variare a seconda del grado di
sviluppo da lui raggiunto, attraverso tutti i gradi, dalla perfetta
chiarezza, alla completa distorsione, all'oblio totale. Egli
appare sempre nel corpo astrale, secondo l'ipotesi che egli non
sappia come formare il Mayavirupa.

3. Le Persone Comuni – che sono le persone senza
alcuno sviluppo psichico- fluttuano nel loro corpo astrale in
una condizione di maggior o minor inconsapevolezza. Nel
dormiveglia profondo i corpi superiori nel loro veicolo astrale
invariabilmente fuoriescono dal corpo, e si librano nelle sue
immediate vicinanze, praticamente addormentate almeno
quanto quest'ultimo. In alcuni casi, tuttavia, questo veicolo
astrale è meno letargico, e fluttua sognante tra le varie correnti
astrali, occasionalmente riconoscendo altre persone nelle stesse
condizioni, e imbattendosi in esperienze di ogni sorta, piacevoli
e spiacevoli, le memorie delle quali, irrimediabilmente confuse
e spesso trasformate in grottesche caricature di quello che è
realmente accaduto, faranno sì che la mattina dopo egli pensi a
quale notevole sogno abbia fatto. Questi corpi astrali estrusi
sono piuttosto informi e molto poco definiti nel profilo in caso
di razze o di individui meno evoluti, ma via via che l'uomo si
sviluppa nell'intelletto e nella spiritualità il suo fluttuante
astrale diviene meglio definito e rassomiglia di più al suo
involucro fisico. Poiché le facoltà psichiche dell'umanità sono
in via di sviluppo, questa classe svanisce naturalmente con una
velocità impercettibile nel gruppo precedente.

4. I maghi Neri e i loro Allievi. Questa classe
corrisponde strettamente alla prima, eccettuato il fatto che lo
sviluppo è per il male invece che per il bene, e i poteri acquisiti
sono usati per puri fini egoistici invece che per il bene
dell'umanità. Tra i loro ranghi più bassi troviamo membri della
razza nera che praticano gli spaventosi riti delle scuole Obeha o
Voodoo, e gli uomini-medicina di molte tribù selvagge. Mentre
quelli intellettualmente più elevati e perciò i più riprovevoli,
sono i maghi neri tibetani, che sono spesso, anche se in modo
errato, chiamati dagli europei Dugpas – un titolo propriamente
spettante, come piuttosto correttamente spiegato dal Maggiore
Chirurgo Waddell nel suo recente lavoro su Il Buddismo Del
Tibet, solo alla sottodivisione Bhotanese della grande setta
Kargyu, che è parte di quella che può essere chiamata la scuola
semi-riformata del Buddismo Tibetano. I Dugpas senza alcun
dubbio trattano di magia tantrica, ma la setta interamente non
riformata del berretto rosso è quella dei Nin-ma-pa, anche se
ben al di là di loro, ad un livello ancora inferiore, ci sono i Bonpa, i devoti della religione originaria che non hanno mai
accettato nessuna forma di buddismo. Questo non deve,
comunque, far supporre che tutte le sette tibetane, eccetto la
Gelupga, siano necessariamente e interamente malvagie; un
punto di vista più veritiero potrebbe essere che, poiché le regole
delle altre sette permettono un grande lassismo nella vita e
nella pratica, la proporzione di coloro che perseguono fini
egoistici sia più alta tra loro che tra i riformisti più stretti. Il
ricercatore potrà occasionalmente incontrare sul piano astrale
studenti di occultismo da ogni parte del mondo (appartenenti a
logge completamente scollegate dai Maestri conosciuti dai
Teosofi) che sono a dire il vero in molti casi i più onesti e più
altruisti cercatori della verità. E' notevole, comunque, che
tutte queste grandi logge sono alla fine informate dell'esistenza
della grande Fratellanza Himalayana, e riconoscono che essa
accoglie tra i suoi membri gli Adepti più evoluti che si siano
conosciuti fino ad oggi sulla terra.






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2. I MORTI
In primo luogo, naturalmente questa parola “morti” è
un'assurda denominazione inappropriata, poiché la
maggioranza delle entità classificate sotto questo titolo sono
piene di vita tanto quanto lo siamo noi stessi; il termine deve
essere inteso col significato di coloro che per il momento sono
staccati da un corpo fisico. Essi possono essere suddivisi in
nove classi principali, come qui di seguito esposto:

1. I Nirmanakaya. Questa classe è menzionata con il
solo scopo di dare una catalogazione completa, ma è
naturalmente molto raro che esseri così elevati manifestino se
stessi su di un piano così basso come questo. Quando per
qualche ragione connessa con il loro sublime lavoro, trovano
desiderabile farlo, essi possono probabilmente creare un corpo
astrale temporaneo per lo scopo, proprio come farebbero gli
Adepti in Mayavirupa, dal momento che il più raffinato
rivestimento sarebbe invisibile alla visione astrale. Ulteriori
informazioni circa la condizione ed il lavoro dei Nirmanakaya
possono essere trovate in Theosophical Glossary e in The
Voice of the Silence di madame Blavatsky.
2. I Chela in attesa di reincarnarsi. E' stato
frequentemente dichiarato nella letteratura Teosofica che
quando l'allievo raggiunge un certo livello è in grado, con
l'assistenza del suo Maestro, di sfuggire all'azione di quella che
sarebbe nei casi normali la legge di natura che porta un essere
umano dopo la morte nella condizione devachanica, lì a
ricevere la dovuta ricompensa nella piena elaborazione di tutte
le forze spirituali che le sue più alte aspirazioni hanno messo in
movimento mentre era sulla terra. Essendo l'allievo, secondo
questa ipotesi, un uomo dalla vita pura e dagli alti pensieri, è
probabile che in questo caso queste forze spirituali saranno di
una energia enorme, e quindi se egli, per usare l'espressione
tecnica, “prendesse il suo Devachanico” è probabile che
sarebbe un periodo estremamente lungo; ma se invece di
prenderlo egli sceglie il Sentiero della Rinuncia (iniziando in
questo modo a seguire, anche al suo basso livello e nella sua
umile strada, i passi del Grande Maestro della Rinuncia,
GAUTAMA IL BUDDHA), egli è in grado di spendere quella riserva
di forze in tutta un'altra direzione - usandola per il bene del
genere umano, e così, per quanto infinitesimale la sua offerta
possa essere, prendere parte nel suo piccolo al grande lavoro
dei Nirmanakayas. Per intraprendere questa via egli non esita a
sacrificare secoli di intensa beatitudine, guadagnando d'altro
canto l'enorme vantaggio di poter continuare la sua vita di
lavoro e di progresso senza interruzione. Quando un allievo
,che ha deciso di fare questo, muore, esce semplicemente dal
suo corpo, come ha spesso fatto prima, e aspetta sul piano
astrale fino a che una incarnazione adatta può essere
predisposta per lui dal suo Maestro. Essendo questa una
partenza notevolmente differente rispetto alle normali
procedure, bisogna ottenere il permesso di una autorità molto
elevata prima che il tentativo possa essere fatto; però, anche
quando questo viene accordato, è così forte la legge naturale,
che si dice che l'allievo deve stare attento a relegarsi all'interno
del Kamaloka mentre la materia viene preparata, per timore che
se egli una volta, anche solo per un momento, tocca il piano
devachanico, possa essere spazzato via da una corrente
inarrestabile dentro le linee dell'evoluzione comune. In alcuni
casi, anche se raramente, gli è consentito di evitare le fatiche di
una nuova nascita, venendo collocato direttamente nel corpo di
un adulto il cui precedente proprietario non ne ha più bisogno,
ma naturalmente non capita così spesso che sia disponibile un
corpo adatto. Più frequentemente, egli deve attendere sul piano
astrale, come detto prima, fino a che non si presenta
l'opportunità di una nascita idonea. Nel frattempo, comunque,
egli non perde tempo, perché egli è pienamente se stesso come
è sempre stato, ed è in grado di andare avanti con il lavoro
assegnatoli dal suo Maestro in modo anche più rapido ed
efficiente di quando è in un corpo fisico, perché non è più
ostacolato dalla possibilità di stancarsi. La sua consapevolezza
è naturalmente completamente conservata ed egli si aggira
liberamente attraverso tutte le divisioni del Kamaloka con
eguale destrezza. I chela in attesa di reincarnazione sono ben
lungi dall'essere presenze comuni del piano astrale, ma tuttavia
possono essere incontrati occasionalmente, e pertanto formano
una delle nostre classi. Non c'è nessun dubbio circa il fatto che
via via che l'evoluzione del genere umano procede, e che una
proporzione sempre maggiore entra nel Sentiero della Santità,
questa classe diventerà sempre più numerosa.
3. Le Persone Comuni dopo la morte. Non c'è bisogno
di dire che questa classe è milioni di volte più grande di quelle
di cui abbiamo appena parlato, e che le caratteristiche e le
condizioni dei suoi membri variano entro limiti estremamente
ampi. Entro limiti altrettanto ampi può variare anche la
lunghezza della loro permanenza sul piano astrale, perché
mentre ci sono quelli che trascorrono lì solo pochi giorni o
poche ore, ce ne sono altri che rimangono su questo piano per
molti anni o addirittura per secoli. Un uomo che abbia
condotto una vita pura e buona, le cui più forti aspirazioni sono
state altruistiche e spirituali, non avrà attrazione per questo
piano. E, se lasciato completamente solo, troverà poco che lo
trattenga lì, o che lo coinvolga in attività anche durante il
periodo relativamente breve della sua permanenza qui. Per ciò
bisogna sapere che dopo la morte l'uomo reale si ritira dentro
sé stesso, e come primo passo del processo si spoglia del corpo
fisico, successivamente del doppio eterico e del Prana, ed è poi
previsto che si spogli il più presto possibile anche del corpo
astrale o kamico, per passare nella condizione devachanica,
dove solo le sue aspirazioni spirituali possono trovare la loro
piena realizzazione. L'uomo nobile dalla mente pura è in grado
di fare questo, perché egli ha sottomesso tutte le passioni
terrene durante la sua vita; la forza della sua volontà sarà stata
diretta verso canali più elevati, e ci sarà perciò solo un poco di
energia dei desideri più bassi che deve essere elaborata nel
Kamaloka. La sua permanenza lì sarà di conseguenza molto
breve, e molto probabilmente egli avrà poco più una sognante
mezza consapevolezza dell'esistenza fino a sprofondare nel
sonno durante il quale i suoi più alti principi libereranno se
stessi dall'involucro kamico ed entreranno nel beato riposo del
Devachanico.
Per la persona che non è ancora entrata nel percorso
della crescita occulta, quello che è stato descritto è lo stato
ideale delle cose, ma esso naturalmente non è raggiunto da
tutti, e nemmeno dalla maggioranza. L'uomo medio è ben lungi
dal liberare se stesso dai bassi desideri prima della morte, e
necessita di un lungo periodo di vita più o meno pienamente
consapevole sul piano astrale prima di permettere alle forze che
ha generato di esaurirsi, liberando così l'Ego superiore. Il corpo
che occupa durante questo periodo è il Kamarupa, che può
essere definito come un riordinamento della materia del suo
corpo astrale; ma è molto meglio definito nei contorni e c'è
anche questa importante differenza tra i due – che mentre il
corpo astrale se sufficientemente risvegliato durante la vita per
funzionare del tutto liberamente, potrà essere in grado di
visitare tutti, o almeno la maggioranza, delle suddivisioni del
suo piano, il Kamarupa non ha questa libertà, ma è strettamente
confinato a quel livello cui le sue affinità lo hanno condotto.
C'è, comunque, un certo grado di progresso connesso con esso,
perché accade generalmente che per esaurire appropriatamente
le forze che un uomo ha messo in movimento durante la vita
terrena egli ha bisogno di soggiornare su più divisioni e non
unicamente su quella del Kamaloka, e quando questo è
necessario si segue un percorso regolare, cominciando dal
livello più basso; cosicché quando il Kamarupa ha esaurito la
sua attrazione per quel livello, la maggior parte delle sue
particelle grossolane si staccano, ed egli sente se stesso affine a
qualche altro stato di esistenza più elevato. Il suo peso
specifico, è come se fosse, in costante decremento e perciò
risale costantemente dagli strati più densi a quelli più leggeri,
fermandosi solo quando è esattamente bilanciato per un po'.
Questa è evidentemente la spiegazione di una osservazione
frequentemente fatta delle entità che appaiono durante le sedute
spiritiche riguardo al fatto che stanno sollevandosi a una sfera
più alta, dalla quale sarà impossibile, o non così facile,
“comunicare” attraverso un medium; e di fatto è vero che per
una persona che si trova sulle più alte suddivisioni di questo
piano è quasi impossibile relazionarsi con un medium
ordinario.





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Forse deve essere qui spiegato che la definizione del
contorno che distingue il Kamarupa dal corpo astrale è di
natura completamente diversa dalla definizione che è stata
descritta come un segno di progresso nel piano astrale
dell'uomo prima della morte. Non può esserci alcuna possibilità
di confusione tra le due entità, perché mentre nel caso
dell'uomo collegato ad un corpo fisico i differenti livelli delle
particelle astrali sono tutte mescolate in modo indivisibile e
cambiano di continuo la loro posizione, dopo la morte la loro
attività è molto più circoscritta, dal momento che infatti si
raggruppano in base al loro grado di materialità, e diventano
come una serie di guaine o gusci che lo circondano, trovandosi
le più grossolane sempre all'esterno e dissolvendosi così prima
delle altre. Questo dissolvimento non è necessariamente
completo, essendo l'estensione al quale esso è portato
governato dal potere del Manas per liberare se stesso dalle sue
connessioni con qualsiasi dato livello; e da questo dipende
anche, come si vedrà dopo, la natura delle “ombre”.
L'idea poetica della morte come una livellatrice universale è
una semplice assurdità generata dall'ignoranza, perché, nella
grande maggioranza dei casi, la perdita del corpo fisico non fa
alcuna differenza nel carattere e nell'intelletto della persona, e
ci sono tuttavia così tanti differenti tipi di intelligenza tra
coloro che chiamiamo morti come ce ne sono tra quelli che
chiamiamo vivi. Il comune insegnamento della religione
nell'occidente riguardo gli accadimenti del post mortem
nell'uomo è stato per tanto tempo cosi ampiamente inaccurato
che anche le persone intelligenti sono spesso terribilmente
confuse quando, dopo essere morte, recuperano la coscienza
nel kamaloka. La condizione nella quale i nuovi arrivati
trovano se stessi differisce così radicalmente da quella che
sono stati portati ad attendersi, che non è raro che inizialmente
essi si rifiutino completamente di credere che hanno
attraversato il portale della morte; in verità, di così piccolo
valore pratico è la nostra presunta fede nella immortalità
dell'anima che la maggior parte della gente ritiene il fatto che
essi siano ancora coscienti una prova assoluta che non sono
morti. Anche l'orribile dottrina della punizione eterna è
grandemente responsabile della maggior parte del deplorevole
e totalmente infondato terrore tra coloro che sono appena
arrivati nel Kamaloka, i quali, in molti casi, trascorrono lunghi
periodi di acute sofferenze mentali prima di potersi liberare
dalla fatale influenza di quell'odiosa bestemmia, e comprendere
che il mondo non è governato secondo il capriccio di qualche
demone che gode degli umani tormenti, bensì secondo la
benevolente e prodigiosamente paziente legge dell'evoluzione.
Molti membri della classe che stiamo prendendo in
considerazione realmente non hanno un apprezzamento
intelligente di questo fatto, ma si lasciano trasportare attraverso
il loro interludio astrale senza alcuno scopo, nello stesso modo
nel quale hanno trascorso la porzione fisica della loro vita. Così
nel Kamaloka, esattamente come sulla terra, ci sono pochi che
capiscono qualcosa della loro condizione e che sanno come
trarne il meglio, e molti che non hanno ancora acquisito questa
consapevolezza; e là, proprio come qua, gli ignoranti sono
raramente pronti a far tesoro degli avvertimenti e degli esempi
dei saggi.
Ma di qualsiasi grado possa essere l'intelligenza
dell'entità, essa è sempre una quantità fluttuante e nel
complesso in graduale diminuzione, perché il Manas inferiore
viene attratto in direzioni opposte dalla Triade superiore che
agisce sopra il suo livello e dal Kama che opera dal basso; e
perciò essa oscilla tra due poli d'attrazione, con una sempre
maggiore tendenza verso la prima giacché le forze kamiche si
esauriscono. E qui arriva nell'inferno di quello che è chiamato
nelle sedute spiritiche lo “sviluppo” di uno spirito attraverso un
medium – un processo il cui obiettivo è di intensificare la
trazione verso il basso esercitata dal Kama, per risvegliare la
parte inferiore dell'entità (essendo ciò tutto quello che può
essere raggiunto) dalla naturale e desiderabile
inconsapevolezza che sta attraversando, e prolungare così in
modo innaturale la sua permanenza nel Kamaloka. Il
particolare pericolo di questo è evidente se pensiamo che
l'uomo reale sta tutto il tempo ritirandosi fortemente dentro se
stesso ed è perciò col passare del tempo sempre meno capace di
influenzare o guidare questa porzione più bassa, che ciò
nonostante, finché la separazione non è completa, ha il potere
di generare karma, e in queste circostanze è altamente più
probabile che aggiunga del male piuttosto che del bene ai suoi
record. Cosicché il danno fatto è triplice: il primo è il ritardo
nella separazione tra Manas e Kama, ed il conseguente spreco
di tempo e il prolungamento dell'intervallo tra due
incarnazioni; il secondo è l'estrema probabilità (per non dire la
certezza) di aver determinato un grosso aumento del karma
negativo dell'individuo, che dovrà essere espiato nelle nascite
future; il terzo è il terribile pericolo che questa anormale
intensificazione delle forze del Kama possa alla fine mettere in
grado queste ultime di ingarbugliare in modo inestricabile
l'intero Manas inferiore, causando così la perdita completa di
un'incarnazione. Tuttavia un risultato come quest'ultimo
menzionato è fortunatamente eccezionale; certo, è una cosa che
è accaduta più di una volta, ma anche se in moltissimi casi il
male non è stato in grado di determinare questa ultima
possibilità, ciò nonostante l'individuo ha perso molto più del
suo Manas inferiore per questo addizionale ingarbugliamento
con il Kama di quanto ne avrebbe perso se fosse stato lasciato
libero di ritirarsi dentro se stesso secondo il percorso naturale.
Non si può negare che una certa quantità di bene può essere
occasionalmente fatta da entità molto degradate, a circoli
spiritualistici; ma l'intenzione della natura ovviamente è che
tale assistenza dovrebbe essere data, come frequentemente lo è,
da studenti di occultismo che sono in grado di visitare il piano
astrale durante la loro vita terrena, e che sono stati addestrati da
insegnanti competenti a trattare con qualunque metodo possa
essere il più utile a seconda dei vari casi che incontrano. Si
vedrà prontamente che un tale schema di aiuto, portando con
sé, come di fatto fa, la possibilità di far immediato riferimento
alle più alte autorità in caso di situazioni dubbie, è
infinitamente più sicuro di qualsiasi assistenza casuale ottenuta
attraverso un medium che può essere (e in genere lo è)
totalmente ignorante delle leggi che governano l'evoluzione
spirituale, e che è soggetto tanto al dominio del male o di
influenze moleste quanto di quelle buone.
Completamente a parte da qualsiasi questione di
sviluppo attraverso un medium, c'è un'altra influenza, molto più
frequentemente esercitata che può seriamente ritardare una
entità disincarnata durante il suo cammino verso il
Devachanico, ed è l'intenso e incontrollato lutto dei suoi amici
o parenti viventi. E' uno tra i molti tristi risultati della
terribilmente inaccurata e perfino irreligiosa visione della morte
che abbiamo avuto per secoli in occidente, che non solo causa a
noi stessi una immensa quantità di dolore completamente
inutile circa questa temporanea separazione dai nostri cari, ma
spesso causa anche seri danni a coloro verso i quali portiamo
un affezione così profonda, per mezzo di questo grande
rimpianto che sentiamo così acutamente. Come ci ha
recentemente detto uno dei nostri più abili scrittori, quando il
nostro fratello trapassato sta immergendosi serenamente e
naturalmente nello stato di incoscienza pre-devachanica “un
risveglio può essere causato dal dolore appassionato e dai
desideri degli amici lasciati sulla terra, e questi, facendo vibrare
violentemente gli elementi kamici nella persona disincarnata,
possono causare vibrazioni nel Kamarupa del disincarnato,
giungendo così e risvegliare il Manas inferiore che non si è
ancora allontanato e riunito con la sua fonte, l'intelligenza
spirituale. Così egli può essere risvegliato dal suo stato
sognante e ricondotto al vivido ricordo della sua vita terrena
appena lasciata





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