IL FARO DEI SOGNI

Umberto Galimberti

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view post Posted on 14/8/2022, 17:13     Top   Dislike
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Ritornano le Riflessioni Inattuali del Prof. Galimberti.
Buona lettura!

3. Consumismo

La nostra cultura, che ha assunto il denaro come unico generatore simbolico di tutti i valori, si è iscritta per intero nel registro dell’economia, che sembra non abbia altro obbiettivo se non la crescita infinita, dimenticando che se le risorse della terra sono limitate, questo obbiettivo è destinato a naufragare.
Nel frattempo da questa cultura gli uomini sono percepiti unicamente come produttori e consumatori, in un circolo che non esito a definire vizioso, dove se non consumi non si produce, e se non si produce si perdono posti di lavoro: E siccome il lavoro è diventato l’unica legittimazione sociale, va da sé che chi non lavora non può evitare l’emarginazione e assaporare l’insignificanza della propria esistenza. Quindi: produzione e consumo a ritmi sempre più accelerati.
Qui fa la sua comparsa quel principio nichilistico intrinseco nel consumo che tende a portare le cose il più rapidamente possibile al niente. Da sempre le cose si consumano e diventano inutilizzabili, ma, nel ciclo produzione-consumo che non può interrompersi, esse sono pensate in vista di una loro rapida inutilizzabilità. La “data di scadenza” non riguarda solo i generi alimentari, ma anche i telefonini, i computer, gli iPad, che hanno nei loro ingranaggi il principio di autodistruzione, in modo che concludano il più rapidamente possibile la loro esistenza, per cui la fine delle cose è pensata sin dall’inizio come il loro fine.
In questo processo, dove il principio della distruzione è immanente alla produzione, l’uso delle cose deve coincidere il più possibile con la loro usura. E se questo non è possibile per l’intero prodotto perché nessuno l’acquisterebbe, è sufficiente che lo sia per i pezzi di ricambio, il cui costo deve essere portato a livelli tali che persino piccole riparazioni vengano a costare, se non di più, almeno come un nuovo acquisto.

Se questo non basta sarà la moda a persuaderci che anche se il nostro telefonino tecnicamente funziona ancora nel migliore dei modi, è il caso di sostituirlo, perché “socialmente inadatto” e in ogni caso “non idoneo al nostro prestigio”.
E se di tutte queste cose non ne sentiamo il bisogno? Allora la produzione non si limiterà a produrre beni, ma, con la pubblicità, provvederà a produrre anche nuovi bisogni, a proposito dei quali, il più grande pubblicitario del secolo scorso Frédéric Beigbeder, un giorno prese a riflettere sulla sua professione e scrisse: “Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché chi è felice non consuma.”
Si conferma così il tratto nichilista della nostra cultura economica che eleva il non-essere di tutte le cose a condizione della sua esistenza, il loro non permanere a condizione del suo avanzare e progredire. E allora come dar torto al filosofo Günther Anders per il quale: “L’umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via, finirà per trattare anche se stessa come un’umanità da buttar via”. E già ci siamo arrivati.
 
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view post Posted on 24/8/2022, 13:42     Top   Dislike
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UMBERTO GALIMBERTI: BASTA CON I PROMESSI SPOSI A SCUOLA

"[...] Siamo stati anche educati malissimo. Io sono del parere per esempio che bisogna far smettere di leggere ai ragazzi i Promessi Sposi. Ve lo dico sinceramente. Perché, cosa succede? È un romanzo bellissimo, scritto in una maniera folgorante, una grande letteratura, ma non puoi dare a un ragazzo, a un ginnasiale, il messaggio che quello che conta nella storia lo fa la Provvidenza e tu non conti un tubo. Ma che discorsi sono questi? Tu conti nella misura in cui agisci nel mondo e nella storia! Ecco, questo messaggio che c'è comunque un disegno superiore che risolve tutti i problemi, ma non c'è questo disegno: o ti dai da fare o ti dai da fare!

Io ho chiamato nichilisti attivi quei ragazzi, che sono splendidi, perché lo toccano tutti i giorni e fanno fatica a smentirlo, però si danno da fare, anche perché il futuro è biologicamente loro, il futuro gli compete per biologia. A me non compete il futuro, a loro sì. Ecco, allora ci devono credere, con la forza della biologia.

Però un conto è la verità, un conto è la salute. [...]

E allora se a te ti aiuta andare a Lourdes, se a te ti aiuta Padre Pio, se ti aiuta la speranza, se ti aiuta le fede, la credenza nell'immortalità, perché te la devo togliere? Ma io te le lascio tutte queste cose che ti aiutano a vivere! Però non posso negare che sono illusioni. Illusioni per vivere. Punto."

Umberto Galimberti
 
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view post Posted on 12/9/2022, 15:39     Top   Dislike
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I giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive ed orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. [...] Bisogna educare i giovani a essere se stessi, assolutamente se stessi.

Questa è la forza d'animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la propria ombra. Di forza d'animo hanno bisogno i giovani soprattutto oggi perché non sono più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell'esistenza e incerta s'è fatta la sua direzione. [...]

Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita.

UMBERTO GALIMBERTI, Il nichilismo e i giovani
 
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view post Posted on 21/9/2022, 04:42     Top   Dislike
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L’intimo è ciò che si nega al pubblico per concederlo solo a chi si vuol far entrare nel proprio segreto profondo. Il pudore, che difende la nostra intimità, difende anche la nostra libertà. Ma contro tutto ciò soffia il vento del nostro tempo che vuole la pubblicizzazione della propria intimità, perché in una società consumista, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, si propaga un costume che contagia anche il comportamento degli uomini, i quali hanno la sensazione di esistere solo se si mettono in mostra.

Ciò produce una metamorfosi dell’individuo che ormai si riconosce solo nella propria immagine, e perciò non cerca più se stesso. I nostri vissuti emotivi, che abitavano il segreto della nostra interiorità, dove domina il raccoglimento e il silenzio, ma forse anche la solitudine, le parole di preghiera, le parole d’amore, le parole d’amicizia, le parole di rabbia, le parole umane, hanno dovuto esteriorizzarsi come la pelle rovesciata di un serpente.

Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni. Se vi piace ciò che pubblico, Potete seguirmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: bit.ly/ilprofessorx

#società #emozioni #cultura
 
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view post Posted on 21/10/2022, 05:05     Top   Dislike
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"Diventa ciò che sei nel senso che, nella nostra vita, noi continuiamo a seguire modelli che sono necessari perché si cresce per processi imitativi. I bambini crescono perché vedono, imitano, ma poi bisogna staccarsi da questa imitazione e diventare quello che propriamente si è. E se riesci a far fiorire ciò per cui sei nato, se davvero diventi te stesso, aldilà dei modelli che vuoi imitare, aldilà delle belle cose che ti vengono fatte vedere, se riesci a diventare te stesso raggiungi la felicità” Umberto Galimberti
 
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view post Posted on 27/10/2022, 13:52     Top   Dislike
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#filosofia « Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l’intelligenza, la cultura, l’arte, la forza, la bellezza, l’amore, per l’avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro che, a questo punto, si presenta agli occhi dell’avaro come la forma astratta di tutti piaceri che tuttavia non vengono goduti. Ma allora perché essere avari? Da quale angoscia si difende l’avaro? L’avaro ha il terrore del futuro, da cui si protegge scegliendo un tipo di potere che non si esprime in ciò che è disponibile nel presente (come accade ad esempio al potere politico), preferendogli un potere più raffinato, un potere che non si esercita nel presente, ma che nel futuro può essere esercitato in qualsiasi momento. Di questa possibilità gode l’avaro e la protrae fino al giorno della sua morte, che è sempre una morte disperata, non perché l’avaro in quell’occasione è costretto a separarsi dal suo denaro, ma perché è costretto a separarsi dal futuro, per garantirsi il quale ha accumulato denaro per tutta la vita. Quindi l’avaro ha paura della morte, non accetta la condizione di mortale che è propria dell’uomo, per questo il suo vizio è davvero un “vizio capitale. »

Umberto Galimberti “I vizi del nostro tempo”
 
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view post Posted on 15/11/2022, 07:00     Top   Dislike
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"Nelle scuole milanesi non si fa più il tema in classe. Al posto del tema si fa la comprensione di un testo scritto. Ora, io dico che nel tema vien fuori la soggettività dello studente.
Nella comprensione di un testo scritto, io ti do dieci parole, tu mi dai il significato di queste dieci parole. Ogni parola che sbagli è un punto in meno a partire da dieci. Ma in questo modo non so niente della soggettività dello studente. Misuro solo la sua prestazione. Ma questa è tecnica, la tecnica ti considera solo per le tue prestazioni. Della soggettività non importa niente. Non mi si dica che la scuola educa. La scuola italiana non educa. Non ha neppure l’alba dell’educazione.
Al massimo istruisce, cioè fa passare dei contenuti mentali da chi conosce le cose a chi le deve ricevere, senza nessuna partecipazione emotiva. " Umberto Galimberti
 
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view post Posted on 29/11/2022, 16:31     Top   Dislike
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La morte noi cristiani facciamo fatica a concepirla per la semplice ragione che non abbiamo interiorizzato il modello greco: che l’uomo è mortale. In Grecia avevano due parole per dire uomo, all’epoca di Omero usavano la parola brotos, che vuol dire: colui che è destinato a morire; e all’epoca di Platone thnetos: il mortale.

I greci la morte la prendono sul serio, i cristiani invece non ci credono alla morte perché pensano che dopo questa vita ce ne sia un’altra, per cui da qui derivano le figure della speranza, della consolazione, che si traducono in: “sopporto tutti i dolori della vita tanto poi ce n'è un’altra” e ciò porta all’accettazione incondizionata della sofferenza. Se noi entriamo nelle chiese e guardiamo l’iconografia che caratterizzano i vari altari, vediamo solo scene di dolore, di sofferenza, di crocifissioni, di cuori infranti.

Ma è anche vero che le grandi domande sull'esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo.

Umberto Galimberti. (Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classico, mi trovate a questo link: bit.ly/ilprofessorx

#filosofia #morte
 
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