IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Bielorussia

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Pagine nella categoria "Gruppi etnici in Bielorussia"

Questa categoria contiene le 4 pagine indicate di seguito, su un totale di 4.
B

Bielorussi

P

Polacchi

R

Rom russi
Russi





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Gr..._in_Bielorussia

 
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Bielorussi



I bielorussi (in bielorusso: беларусы, biełarusy) sono il gruppo etnico di maggioranza, di origine slava orientale, della Repubblica di Bielorussia e una delle minoranze presenti in Polonia (specialmente nel Voivodato di Białystok), Russia, Lituania e Ucraina. Altre comunità di bielorussi sono presenti negli Stati Uniti e in Canada, emigrati nel XX secolo.

Nonostante la creazione di uno stato bielorusso agli inizi degli anni novanta, il disegno di una riunificazione etnica delle genti di lingua bielorussa è andato scemando. Ad oggi, vi sono circa 8 milioni di persone che associano la loro discendenza al gruppo etnico bielorusso[senza fonte].

Etimologia

Il prefisso Bela- significa "bianco"; i bielorussi venivano denominati anche ruteni bianchi, da non confondere con il gruppo politico dei Russi Bianchi che si oppose ai bolscevichi durante la guerra civile russa. Questo nome fu in uso per alcuni periodi, insieme all'appellativo "ruteni bianchi" e forme similari. Usare il termine russi bianchi è, quindi, non solo etnologicamente scorretto ma è considerato offensivo dagli stessi bielorussi che si vedono associati a tutt'altro gruppo etnico. I bielorussi stessi rintracciano l'origine del proprio nome nel popolo dei Rus'[senza fonte].
Lingua e letteratura
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua bielorussa e Letteratura bielorussa.

Il linguaggio nativo nel territorio bielorusso è la lingua bielorussa; comunque la maggior parte dei bielorussi parla il russo e lo usano come lingua primaria (soprattutto a Minsk e nelle altre grandi città)[senza fonte].
Storia

L'origine culturale del popolo bielorusso può essere rintracciata nel Granducato di Lituania, e prima ancora nel Rus' di Kiev e nel Principato di Polock. Molti bielorussi sono discendenti delle tribù slave dell'est: kriviči, dregovichi e radimichi. Durante il Medioevo i bielorussi erano raggruppati nel popolo dei lituani, del Granducato di Lituania (Litva, Vialikaja Litva), del quale facevano parte le terre dei ruteni bianchi e dove il ruteno era una lingua ufficiale.

Alcuni bielorussi credono che il moderno stato bielorusso sia sorto sulle ceneri dell'antico Granducato di Lituania[senza fonte] proprio perché il ruteno ha dato origine poi alla lingua bielorussa.

Dopo la prima guerra mondiale, i bielorussi ottennero un proprio stato semi-indipendente, in varie fasi storiche: la Repubblica Popolare Bielorussa, sotto l'occupazione imperiale tedesca, e la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, dal 1919, inclusa poi nell'URSS nel 1922. La Bielorussia ottenne poi la piena indipendenza nel 1991, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Bielorussi

 
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Polacchi



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I polacchi (in polacco: Polacy) sono un popolo slavo occidentale, originario della Polonia, dove rappresentano il gruppo etnico di maggioranza con oltre il 96% della popolazione.

Non esiste una definizione univoca di "polacchi". Secondo la Costituzione polacca, la nazione di Polonia è composta da tutti i cittadini polacchi. Gli etnologi indicano con il gruppo etnico dei polacchi tutti coloro che sono di madrelingua polacca, sebbene esistano diversi sottogruppi che mostrano un retroterra culturale correlato alla storia polacca ma che non usano, come lingua primaria, il polacco. Si indicano come antenati dell'attuale gruppo etnico polacco la tribù di lingua lechitica dei Polani, che erano stanziati fino all'VIII secolo tra i fiumi Oder e Bug Occidentale, tra i Carpazi ed il Mar Baltico.



Statistiche
Mappa che mostra la diaspora polacca nel mondo

I polacchi sono secondi tra le genti slave dopo i russi in termini di popolazione, prima degli ucraini, ed hanno il maggior numero di appartenenti alla Chiesa cattolica. Le stime variano, attestandosi sui 50 milioni. Ci sono 38 milioni di polacchi in Polonia così come minoranze negli Stati vicini, quali Germania, Lituania, Ucraina, e Bielorussia. Ci sono alcune minoranze meno rilevanti in altri Stati come Moldavia e Lettonia. Da notare anche una minoranza polacca in Russia, dove in passato fu trasferita forzatamente. Il numero totale di polacchi residenti nell'ex Unione Sovietica è stimato attorno ai 3 milioni. I risultati del censimento ufficiale del governo polacco sono rappresentati a destra.

Il termine "Polonia" è di solito usato in Polonia per riferirsi alle persone di origine polacca che vivono al di fuori dei confini polacchi, stimate ufficialmente tra i 10 e i 20 milioni. C'è una notevole diaspora polacca negli Stati Uniti, in Canada, e in Brasile (vedi polacchi brasiliani). Negli Stati Uniti c'è un notevole numero di immigrati polacchi stanziati a Chicago, Detroit, New York e Buffalo. In anni recenti, da quando la Polonia è entrata a far parte dell'Unione europea, molti polacchi sono emigrati in Paesi come l'Irlanda, dove circa 150 000 polacchi sono entrati nel mercato del lavoro e nel Regno Unito, dove ne sono entrati in un quarto di milione.

Una piccola comunità di origine polacca, denominata poloné, vive dal XIX secolo nell'isola caraibica di Haiti, principalmente nei villaggi di Cazale e Fond-des-Blancs. Essa discende da militari dissidenti polacchi che si unirono alla rivoluzione haitiana e furono quindi risparmiati dal massacro dei bianchi del 1804. Stabilitisi definitivamente in loco, sposarono donne locali e nella costituzione dell'anno seguente si videro riconosciuto il diritto di possedere terra[1].





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Tribù medioevali polacche

Questa che segue è una lista di tribù stanziate nell'attuale territorio polacco durante il medioevo e che hanno tutte contribuito alla formazione dello stato polacco e di un gruppo etnico che può essere ad esso correlato. Alcune di esse si sono sviluppate dando origine a gruppi etnici separati mentre altre hanno contribuito maggiormente alla creazione di una identità nazionale polacca.

Mazuriani
Polani
Silesiani
Warmiak
Pomerani
Casciubi
Slovinzi
Kociewiacy
Borowiacy
Bieżuńczanie
Bobrzanie
Dziadoszanie
Golęszyce
Goplani
Lędzianie
Masoviani
Opolanie
Kujawianie
Pyrzyczanie
Ślężanie
Trzebowianie
Vistulani





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Polacchi

 
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Rom russi


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I rom russi (in russo: Руска́ Рома́?), noti anche come Ruska roma o Xaladitka roma (in russo: Халадытка Рома?), cioè soldati rom)[2] sono il principale sottogruppo romanì in Russia e Bielorussia[3], ma anche in Ucraina centrale e orientale, Francia, Canada e Stati Uniti.

La lingua dei rom russi, anche detta Ruska Romanì, contiene alcune parole tedesche, polacche e russe, nonché una parte di grammatica ucraina e russa. La maggior parte dei rom russi sono cristiani ortodossi, mentre quelli che vivono in aree prevalentemente musulmane (come il Caucaso) tendono ad essere musulmani[3].

Le loro professioni tradizionali sono il commercio di cavalli e le arti (musica, danza)[3]. Nel 2016 la maggior parte dei cantanti, attori, ballerini e musicisti romanì in Russia erano (ovviamente) di origine rom russa. La loro cultura musicale è considerata la principale cultura rom in Russia, ed è presa ad esempio da altri rom.

L'abbigliamento tradizionale dei rom russi si basa sull'abbigliamento tradizionale russo e Kalderash[4] ed è utilizzato spesso da cantanti e ballerini.


Storia
Festival romanì a Tjumen', 2018

All'inizio del XIX secolo esistevano già diversi cori romanì costituiti da rom russi che erano servi; considerati così talentuosi che i loro proprietari li tenevano in considerazione. I cori romanì di Mosca e San Pietroburgo erano molto popolari durante il XIX secolo e i nobili russi a volte sposavano le ragazze del coro[5]

I rom in Russia furono principalmente mercante di cavalli nomadi e cantanti. Viaggiavano durante l'estate e alloggiavano nei cottage dei contadini russi durante l'inverno. Pagavano il loro alloggio con denaro o prendendosi cura dei cavalli. I rom russi erano molto popolari tra i contadini che amavano la loro musica e le loro danze[6].

Nel 1812, quando Napoleone invase la Russia, la diaspora rom di Mosca e San Pietroburgo donò ingenti somme di denaro e cavalli all'esercito russo. Molti giovani romanì presero parte alla guerra come ulani. Alla fine del XIX secolo, Nikolai Shishkin, di etnia rom russa, creò una compagnia teatrale rom, mettendo in scena pièce in lingua romanì[7].
Il teatro rom di Mosca (Teatro Romen)

Dopo la rivoluzione di ottobre, alcune famiglie rom abbandonarono la Russia e diversi giovani romanì presero parte alla guerra civile. Negli anni '20 e '30, i rom dell'Unione Sovietica produssero una grande quantità di letteratura in lingua romanì basata su un dialetto dei rom russi. Nacque così la letteratura e la stampa romanì sovietica; la maggior parte dei poeti, scrittori e giornalisti rom provenivano dall'etnia dei rom russi. Nel 1925 l'Unione dei Rom residenti nella Repubblica Socialista Sovietica iniziò la pubblicazione della rivista "Nevo Drom" (nuovo cammino) in lingua romanì, che segna l'avvio del movimento letterario romanò in Russia. Radio Mosca incluse trasmissioni in lingua romanì, mentre a Uzhoron venne fondata una scuola in lingua romanì e pubblicato un sillabario romanès[8]. Negli anni '30 i rom dell'URSS furono sottoposti a repressioni di massa, e la stampa e la letteratura rom furono proibite.

Durante la seconda guerra mondiale alcuni rom russi entrarono nell'esercito, di leva e come volontari. Presero parte alla guerra come soldati, ufficiali, fanti, alla guida dei carri armati, artiglieri, aviatori, autisti, paramedici e medici. Alcuni adolescenti, adulti, ma anche anziani diventarono partigiani. Attori, cantanti, musicisti e ballerini romanì (soprattutto donne) si sono esibirono per i soldati in prima linea e negli ospedali. Un gran numero di rom, compresi molti rom russi, morirono o furono assassinati in territori occupati dal nemico, in battaglie e nell'assedio di Leningrado.

Dopo la seconda guerra mondiale la musica dei rom russi divenne molto popolare, il teatro rom, i cantanti e gli ensemble romanì prosperarano, e la cultura rom russa iniziò ad essere percepita come la cultura rom di base. Dopo il decreto sull'interdizione della vita nomade (1956), i rom russi iniziarono a vivere in abitazioni fisse in modo permanente[9].

Negli anni '80 alcuni rappresentanti delle famiglie artistiche dei rom russi dettero un notevole contributo alla musica "informale": jazz (Valentina Ponomaryova), rock (Valentina Ponomaryova, Mikhail Zhemchuzhny Junior), chanson russo (Alexei Dulkevich Junior). Negli anni '90, la loro musica perse la popolarità e attualmente ha un pubblico piuttosto limitato, ma è ancora popolare nei matrimoni e nelle feste di compleanno.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Rom_russi

 
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Russi



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I russi (in russo: русские?, traslitterato: russkie) sono il gruppo etnico di maggioranza della Russia, dove rappresentano l'80% della popolazione totale con quasi 116 milioni di individui.[1]

Con il termine russi ci si riferisce di solito al popolo della Russia nella sua globalità, a discapito, molto spesso, delle numerose minoranze etniche presenti nel paese.[32] Russo nel senso di "abitante della Russia" si dice in lingua russa rossijanin (россиянин, plurale: россияне, rossijane), mentre a un russo etnico ci si riferisce con il termine russkij (русский, plurale: русские; russkie). Secondo Henri Pirenne, "russi" deriva da "rus", nome con cui erano chiamati gli invasori vichinghi che stabilirono la capitale a Kiev nel IX secolo.[33] Il termine è imparentato con l'indo-iranico ruxs/roxs, "chiaro".[34]

Popolazione

I russi sono il più grande gruppo etnico europeo ed uno dei più grandi del mondo, con una popolazione totale di circa 137 milioni di persone sparse per il globo. Di queste, circa 116 milioni vivono in Russia, mentre altri 18 milioni vivono nelle regioni adiacenti. Una significativa porzione di russi (circa 3 milioni) si è stabilita in Nord America e in Europa Occidentale ma la maggioranza vive in Europa dell'Est e in Asia (anche in Cina, dove fanno parte dei 56 gruppi etnici riconosciuti ufficialmente dalla Repubblica Popolare Cinese).
Religione
Matrimonio secondo la tradizione rodnovara russa.
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Religione in Russia.

In Russia una percentuale stimata del 43,5% della popolazione si dichiara non religioso secondo il censimento del 2010.[35] Il cristianesimo ortodosso della Chiesa ortodossa russa è la fede predominante tra coloro che professano una religione con il 41% (c. 58 milioni) di aderenti sul totale della popolazione.[35] Esso ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della identità nazionale russa. Il 6,5% della popolazione russa (c. 9 milioni) è di fede islamica; si tratta soprattutto di popoli rossijane (cittadini russi) turco-mongolici, e non di russkie (russi etnici slavi).[35] A partire dagli ultimi anni dell'Unione Sovietica e specialmente dopo il suo crollo, dagli anni 1990, si è diffuso rapidamente tra i russi un movimento di ritorno alla religione pre-cristiana, la rodnoveria, cui aderisce circa l'1,2% (c. 2 milioni) della popolazione.[35]
I russi al di fuori della Russia

I russi etnici migrarono attraverso l'area dell'Impero russo prima e dell'Unione Sovietica poi, a volte incoraggiati a stanziarsi nelle terre di frontiera. Alcune comunità di russi etnici, come i Lipovani stanziati presso il delta del Danubio o i Doukhobor in Canada, sono il risultato delle ondate migratorie di gruppi di dissidenti religiosi che si opposero al governo centrale. Oggi le più grandi comunità di russi etnici del mondo si trovano in Ucraina (circa 8 milioni), Kazakistan (4 milioni), Bielorussia (1,2 milioni), Israele (1,1 milioni), Lettonia (700.000), Uzbekistan (650.000), e Kirghizistan (500.000). Nelle isole Svalbard, appartenenti alla Norvegia, sebbene siano in poche centinaia, rappresentano la principale minoranza insieme agli ucraini. Vi sono anche piccole comunità di russi nei Balcani, o in nazioni dell'Europa Centrale come la Repubblica Ceca; o anche in Cina e nell'America Latina. I componenti di queste comunità possono identificare loro stessi come membri dell'etnia russa o di etnie di altri paesi, oppure di entrambe, a seconda dell'influenza culturale delle proprie origini.

I governi e la maggioranza della pubblica opinione in Estonia e Lettonia, dove è raccolta la più grande fetta di russi tra i paesi baltici, sono del parere che i russi etnici siano arrivati in questi paesi come parte delle ondate migratorie dell'era sovietica e che abbiano imposto una sorta di "russificazione" ai residenti storici come conseguenza della "colonizzazione" imposta da Mosca, cambiando gli equilibri etnici della regione. Tra i russi che migrarono nei paesi baltici, molti scelsero queste regioni per meri motivi economici, mentre a molti altri questo spostamento fu imposto.

Le persone che arrivarono in Lettonia e in Estonia durante l'era sovietica, in larga parte russi, avevano spesso un'unica scelta: quella di acquisire la cittadinanza dopo aver superato un test per dimostrare la conoscenza della lingua nazionale e degli usi e costumi del paese ospitante. La questione della lingua è una questione dibattuta ancora oggi, particolarmente in Lettonia, dove i russi hanno spesso protestato contro i piani governativi che avallano l'uso della lingua nazionale al posto del russo. Sin dal 1992, l'Estonia ha naturalizzato circa 137.000 residenti di cittadinanza non definita, in larga parte russi. 84.000, o il 7% della popolazione totale, resta senza cittadinanza.

Anche se non in modo massiccio come altri gruppi etnici, molti russi sono emigrati in passato in varie parti del mondo, in particolare in Canada, Stati Uniti d'America e Australia. Brighton Beach, nella zona di Brooklyn, New York, è un esempio di comunità di immigrati russi. Un altro è Sunny Isles Beach, un sobborgo a nord di Miami. Al contempo, molti russi etnici sono emigrati dai territori della ex Unione Sovietica a quelli dell'odierna Russia fin dai primi anni novanta. Molti di loro divennero rifugiati di molti stati dell'Asia Centrale e del Caucaso (così come i rifugiati russi della Cecenia, costretti ad emigrare dalla politica ostile ai russi condotta dalle autorità cecene negli anni passati). A tal proposito, sia l'Unione europea che il Consiglio d'Europa, così come il governo russo, hanno espresso le loro preoccupazioni per i diritti delle minoranze in parecchi paesi europei, principalmente in Lettonia.
Cinesi russi





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Cinesi russi

In Cina, i russi (俄罗斯族, pinyin: Èluósī zú) sono una delle 56 etnie ufficialmente riconosciute dalla Repubblica popolare Cinese. Vi sono all'incirca 15.600 russi etnici in Cina, molti dei quali stanziati a nord della provincia di Xinjiang, nella Mongolia Interna e in Heilongjiang.
I russi come gruppo etnico

I primi antenati dei russi furono le tribù dei primi Slavi orientali che migrarono verso le regioni orientali europee nell'alto medioevo. Le principali tribù slave stanziate all'epoca nelle regioni dell'odierna Russia europea sono i Vjatič, i Krivič, i Severiani e gli Slavi dell'Ilmen. Dall'XI secolo gli Slavi orientali assimilarono le tribù ugrofinniche dei Merja e dei Muromiani.

I russi etnici sono indicati anche come "Grandi Russi", in relazione ai Russi Bianchi, cioè i bielorussi e ai Piccoli Russi, ossia gli ucraini; definizioni correlate ai toponimi Grande Russia, Piccola Russia e Russia Bianca e all'appellativo degli zar come sovrani "di tutte le Russie". Essi cominciarono a riconoscersi in un'etnia separata e distinta nel corso del XV secolo, quando cominciò a diffondersi l'appellativo di "Russi Moscoviti", durante il consolidamento della Moscovia.

Tra il XII e il XVI secolo i russi conosciuti come "Pomori" migrarono verso nord e si stanziarono sulle coste del Mar Bianco. Come conseguenza delle migrazioni e delle conquiste russe (dopo la liberazione dal dominio del Khanato dell'Orda d'Oro mongolo) durante i secoli XV e XVI, molti gruppi di russi si stanziarono nelle regioni degli odierni circondari federali del Volga, degli Urali e Meridionale. Tra il XVII e il XIX secolo, si spostarono poi verso le interminabili distese della Siberia e dell'Estremo Oriente. Un ruolo determinante in queste espansioni territoriali ed ondate migratorie fu giocato dai Cosacchi.

Secondo la maggior parte degli etnologi, i russi etnici sono i discendenti del popolo dei Rus' (slavi orientali della Rus' di Kiev); gradualmente si sono evoluti in una etnia separata separandosi dai gruppi che sono poi diventati bielorussi e ucraini. Altri etnologi affermano invece che i russi erano un gruppo di origine slava distinto già prima dell'avvento della Rus' di Kiev. Altri ancora credono che il momento storico della distinzione di un gruppo etnico russo non si colloca nel periodo della separazione di questi dai Rus' occidentali e che l'etnia russa sia un misto di tribù slave orientali e tribù non slave (come per esempio i popoli finno-ugrici, i baltici e i turchi). In ultima analisi, l'origine stessa dei popoli slavi non è chiara e non vi può quindi essere un consenso definito sull'origine di una etnia russa.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Russi#Cinesi_russi

 
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