IL FARO DEI SOGNI

DOSSIER UFO E VATICANO

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La Chiesa si prepara ad un contatto alieno ?PADRE BALDUCCI: GLI ALIENI ESISTONO!"La fede in Cristo non è incompatibile con Ufo edextraterrestri" così titolava l'articolo, scritto da GiovanniGiacchi, pubblicato il 30 agosto del 1998 dal quotidiano "IlGiornale". L'articolo in quell'occasione riportò alcunedichiarazioni rilasciate da Balducci in un'intervista cheavrebbe fatto da appendice a un suo nuovo libro e chevenne pubblicata quale anticipazione dal quotidianolondinese "The Times".Balducci, riporta Giacchi, sostiene che è sbagliato asserireche i racconti fatti su incontri ravvicinati con gliextraterrestri sono poco credibili.



«È invece ragionevole credere e affermare che gli alieni esistono - racconta nell'intervistaBalducci - le loro esistenze non possono essere negate più a lungo, perché ci sono troppeevidenze dell'esistenza degli extraterrestri e dei dischi volanti... Fatti come l'esistenza dei dischivolanti indicano che gli alieni si sono evoluti più rapidamente degli esseri umani. Ma anche se siscoprisse che gli extraterrestri sono in qualche modo superiori agli umani, questo nonmetterebbe in dubbio gli insegnamenti del Cristianesimo. Questo significa che ogni cosanell'Universo, compresi gli extraterrestri, sono conciliabili con Dio.»L'anno successivo monsignor Balducci in occasione del 2° Convegno Ufologico città di Ancona"Civiltà Aliene tra dubbio e ragione", svoltosi il 17 Aprile 1999, rilasciò un'intervista ad AdrianoForgione ed in seguito pubblicata sul bimestrale UFO Network (n3/4 Lug-Ago 1999 "Esistonoaltri esseri intelligenti"). Ecco alcuni passaggi salienti della conversazione:"In diverse occasioni - osserva Forgione - ha dichiarato che gli ET potrebbero esserespiritualmente più evoluti di noi."«Devo premettere che è da escludersi che gli angeli si servano di astronavi. Quali esseripuramente spirituali, essi sono dove vogliono essere e, nei rari casi in cui si manifestassero, nonavrebbero alcuna difficoltà ad assumere forme visibili. Pertanto, quando si parla di extraterrestri,si deve pensare o ad esseri come noi oppure, preferibilmente, ad altri tipi di viventi, che ad unaparte spirituale associano sempre una parte materiale, un corpo, sebbene in un rapporto diversorispetto a noi umani terrestri.»"La scienza oggi accetta l'esistenza di forme di vita nel Cosmo, nonostante non voglia prenderein considerazione il fatto che tali intelligenze possano trovarsi già nel nostro ambito planetario,almeno in forma manifesta. La Teologia come affronta il problema?"



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«A favore dell'abitabilità di altri mondi non esistono solo le opinioni di scienziati laici, ma anche diteologi e di persone morte in concetto di santità come Padre Pio. Nel libro del sacerdote NelloCastello, "Così parlò Padre Pio", del 1974, è scritto che il beato, alla domanda di un suoconfratello "padre, ho pensato che la Terra è un niente di fronte agli astri e tutti agli altri pianeti"rispose "Sì e noi se usciamo dalla Terra siamo nulla. Il Signore non ha certo ristretto la sua gloriaa questo piccolo pianeta. In altri pianeti ci saranno degli esseri che non avranno peccato". Possomenzionare anche il Cardinale Niccolò Cusano (1401-1464) che scrisse "non c'è stella dallaquale siamo autorizzati ad escludere l'esistenza di esseri sia pure diversi da noi". Il gesuita eastronomo, Padre Angelo Secchi (1818-1866) scriveva "È assurdo considerare i mondi che cicircondano come deserti inabitati". E potrei continuare a lungo. Certo, non si ha ancora unaconferma scientifica su questo particolare punto. Tuttavia nell'ambito teologico e scritturale sipossono fare alcune considerazioni. Non essendoci limiti alla potenza di Dio, che esistanopianeti abitati non è solo possibile, ma anche verosimile. Esiste infatti eccessiva diversità tra gliangeli, esseri puramente spirituali, e noi, formati di spirito e materia e la cui anima è vincolatanell'agire dalle capacità del corpo stesso. E questo si spiega con l'assioma che "la natura non fasalti". Per cui è verosimile che la distanza tra noi e gli angeli venga ridotta dalla presenza diesseri che, avendo comunque un corpo, magari più perfetto, posseggano un'anima che vengameno condizionata nel suo agire evolutivo. Probabilmente questo non solo è possibile everosimile ma, a mio parere, anche desiderabile. In un futuro nemmeno tanto remoto, infatti, taliesseri potrebbero esserci di aiuto, specie nel nostro cammino spirituale.»"Alcuni studiosi credono che questo sia già avvenuto in passato."«Interessante punto di discussione. È arguibile che questi esseri, già da tempo, potrebberoesserci di protezione e di aiuto. Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che alcuni disastri sianostati evitati grazie a loro. Qualora esistessero realmente esseri intelligenti di altri pianeti sitroverebbe la soluzione di come conciliare la loro esistenza con la redenzione del Cristo. SeCristo è centro e capo della intera creazione, non esistono mondi che non facciano riferimento aCristo, essendo tutti sotto l'influsso del Verbo divino e della sua gloria. E nessuna gloria èpossibile senza l'esistenza di esseri intelligenti che possano comprenderla. In ogni caso èassurdo pensare che l'unica forma di intelligenza sia la nostra. Che esistano forze intellettualidiverse da quella umana, costruite su un tipo differente di struttura, non solo è possibile, maestremamente probabile.»"Quali possono essere le possibili implicazioni del fenomeno sulla civiltà attuale o nel prossimofuturo, ammettendo un'interazione tra l'uomo ed intelligenze extraterrestri?"«È una domanda che mi induce a pensare che sarebbe meglio sapere come sono fatti questiesseri. Mi sono già spinto in questo campo e ho motivato la mia opinione con un"verosimilmente". Quello che lei vorrebbe sapere dipende dal fatto se sono inferiori o superiori anoi. Se sono come noi, non ci sarebbero grandi implicazioni, in quanto potrebbero avere unaciviltà allo stesso grado della nostra. Diverso il caso in cui si tratti di esseri superiori. Allorapotrebbero mutare molti presupposti.»



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Nello stesso mese di aprile un altro prelato, proprio sul tema della vita extraterrestre, si espressein termini quasi simili a quelli usati da monsignor Balducci.Il 23 aprile a Parma si svolse un convegno ufologico del Centro Studi Galileo a cui partecipòmonsignor James Schianchi, Canonico della Cattedrale di Parma e docente di teologia morale, enel corso del quale affermò che:«...Non c'è contrasto tra la dottrina cristiana e l'eventuale esistenza di intelligenze extraterrestri.Non possiamo certo precludere alla grandezza di Dio la possibilità di avere creato altri mondi ecreature. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di questa ipotesi sarebbe per lo menoprovinciale: se pensiamo alle scritture, ma anche all'archeologia babilonese, abbiamo numerosisegni della possibile esistenza di intelligenze intermedie tra Dio e gli uomini. Nella Lettera aiFilippesi, S.Paolo parla di Gesù come signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Signore,non redentore. È quindi ipotizzabile che creature di Dio diverse dall'uomo non si siano macchiatedel peccato di Adamo ed Eva.»Singolare ma decisamente interessante il riferimento fatto da Schianchi all'archeologiababilonese quale fonte di indizi della possibile esistenza di intelligenze extraterrestri (N.d.R. Atale proposito rimando il lettore alla visione della precedente Terza Parte).Tra l'altro proprio Schianchi insieme a Balducci, stando a quanto riportato da Alfredo Lissoni nelvolume "Gli enigmi del Vaticano" (pubblicato nel 2004 dal gruppo Editoriale Olimpia), sono stati iprotagonisti di un interessante confronto pubblico sul tema UFO ed Extraterrestri avvenuto nel2002 e trasmesso addirittura dal canale satellitare del Vaticano SAT 2000 (N.d.R. L'emittente,nata nel 1998, è il network radio televisivo via satellite dei cattolici italiani nel mondo di proprietàdella Conferenza Episcopale Italiana).L'incontro avvenuto nel cinema parrocchiale President di Piacenza e a cui presenziò lo stessoLissoni venne riportato sulle pagine del quotidiano piacentino "Libertà" del 4 aprile in un articoloredatto dalla giornalista Ilaria Molinari.«Ci troviamo di fronte - scrive la giornalista - a un numero di testimonianze sempre crescente. Ele persone che ne fanno esperienza sono sempre più colte, qualificate e inizialmente incredule.Tra queste migliaia di testimonianze è ragionevole pensare che qualcosa di vero ci sia. La Bibbianon esclude la possibilità di altri pianeti con esseri intelligenti e volitivi con anima e corpo, diceMonsignor Corrado Balducci, uno dei massimi esperti di demonologia e membro dellaCongregazione per l'evangelizzazione dei popoli del Vaticano. Di spessore il talk show diattualità cristiana de La terra di mezzo, al President la scorsa sera, andato in onda su Sat 2000."Una posizione di scetticismo integrale - dichiara Balducci - è fuori luogo. Anche la religionecristiana si basa su una testimonianza. L'esistenza di altri esseri viventi è possibile anche dalpunto di vista teologico: 'bonum est diffusium suis' è un concetto largamente ripetuto nellaBibbia, il fine della creazione è la gloria divina. E creature, anche aliene, dotate di intelligenza evolontà, possono contribuire alla sua maggior diffusione. Difficile pensare che nella creazionedell'intelligenza e della volontà Dio si sia limitato alla terra. L'abitabilità di altri pianeti può essereanche desiderabile. In un futuro remoto potrebbero anche esserci d'aiuto nel nostro camminospirituale". E conclude con un salmo della Bibbia pluricitato nelle scritture: "Del Signore è la terrae quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti". Presente anche Don James Schianchi, docente diteologia all'Università cattolica, che ribadisce: "Nessuna contraddizione tra teologia e presenzeextraterrestri". "Ma - si chiede - c'erano altri viventi oltre a noi che avevano bisogno diredenzione?" "A ciò non esiste alcuna obiezione sostanziale - risponde. E Monsignor Balducciconclude la serata citando alcune parole di Padre Pio: "Vorresti che non ci fossero altre creatureche amano il Signore? Il Signore non avrà certo ristretto la sua gloria a questo pianeta".»



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L'UNIVERSO: UNA FORESTA DI ALBERI DELLA VITA



Sempre nel 1999 uscì un interessante volume scritto dal Cardinale Carlo Maria Martini edintitolato "Orizzonti e limiti della scienza" pubblicato da Raffaello Cortina Editore (Milano) efacente parte della collana "Scienza e Idee" diretta dal filosofo Giulio Giorello.Martini, gesuita laureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958 e inScrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, nei primi anni 60 è stato Rettore del Pontificio IstitutoBiblico dal 1969 al 1978 e Rettore della Pontificia Università Gregoriana dal 1978 al 1979.Nel dicembre del '79 Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo di Milano divenendo vescovo nelgennaio del 1980; divenuto cardinale nel 1983 si è ritirato nel luglio 2002 (da allora arcivescovoemerito di Milano) trascorrendo fino al 2007 gran parte del tempo a Gerusalemme dedicandosiagli studi biblici.Nel 2008 è rientrato definitivamente in Italia stabilendosi presso l'Aloisianum di Gallarate.Nel 2005, quale cardinale, ha partecipato al conclave che ha eletto pontefice il cardinale JosephRatzinger (papa Benedetto XVI) a cui contese, anche se per poco, insieme al cardinaleBergoglio, l'elezione al soglio di Pietro.La candidatura di Martini era stata sostenuta da coloro che speravano nell'elezione di un Papapiù aperto alla modernità.Nel volume il Cardinale Martini s'interroga sui presunti "limiti" della scienza e sui nuovi orizzontidella ricerca, come l'esistenza di eventuali altri universi e la possibilità della presenza forme divita extraterrestri, avvalendosi del supporto di eminenti figure del mondo accademico quali: ilcosmologo Francesco Bertola e l'astrofisico padre George Coyne, l'astrobiologo Julian Chela-Flores ed altri



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Proprio nel '99 Martini, a Milano, ebbe un interessante confronto, riportato nel suo volume, con loscienziato venezuelano Julian Chela-Flores in merito alla possibilità di forme di vita extraterrestree del rapporto tra scienza e fede.Chela-Flores è un biofisico e astrobiologo che opera da tempo in Italia, presso l'"IntemationalCentre for Theoretical Physics" (ICTP) dell'Unesco, a Trieste.L'astrobiologo, che nel secondo capitolo intitolato "Le Origini della Vita - Gli alberi della Vita"affronta tra l'altro le possibili implicazioni scientifiche, filosofiche, religiose di un'eventualescoperta di vita su Marte, sostiene che il darwinismo, a suo avviso, non sarebbe incompatibilecon l'esistenza di Dio e si accorderebbe probabilmente anche con realtà biologiche "aliene", perquanto differenti da quelle terrestri.«Quanto la scienza ci insegna - scrive Chela-Flores - sull'origine della vita ha un'indubbiarisonanza filosofica e ne possiamo trarre un insegnamento etico. Per ragioni di onestàintellettuale mi pare opportuno esporre in primo luogo le ragioni che mi inducono a negare chesussista un conflitto tra impegno religioso e ricerca scientifica. Ciò premesso vorrei trattare, insecondo luogo, il problema dell'origine, dell'evoluzione e della distribuzione della vitanell'Universo, insistendo su quella che a mio avviso è la questione principale: la relazione vita-Universo. Ma, poiché non abbiamo ancora una risposta sull'origine della vita in termini di teoriadell'evoluzione, cercherò in terzo luogo di delineare una possibile via alternativa: la mia tesi saràche l'esplorazione del Sistema solare, alla ricerca di altre forme di vita, sia prima o poi in gradodi fornire un considerevole aiuto per risolvere il "mistero dell'origine" tramite il confronto fradifferenti forme di vita. [...] Non va dimenticato che, nel 1996, durante una sessionedell'Accademia Pontificia, Giovanni Paolo Secondo ha dichiarato che "la teoria dell'evoluzione èpiù che una ipotesi". Possiamo interpretare questo riconoscimento come un incoraggiamento alprocesso di convergenza della scienza con la filosofia e la teologia. Ma, al di là dell'importanzadella teoria darwiniana, non si può tacere del fallimento, almeno sino a oggi, della ricercamirante a esplorare il meccanismo chimico che sarebbe alla base dell'origine della vita.Un'alternativa praticabile per dissiparne il mistero può essere quella di cercare vita fuori dallaTerra, poiché ciò ci permetterebbe di confrontare forme di vita indipendenti, giungendo così auna comprensione più ampia e più profonda dell'origine della vita. Tale ricerca dovrebbeestendersi anche oltre i confini del Sistema solare. È mia personale convinzione che ciò possaportare a risultati positivi nei prossimi decenni. Oggi sappiamo che su alcuni pianeti orbitantiattorno a stelle della nostra Galassia, abbastanza vicine a noi, sussiste la possibilità di trovarenuovi organismi. Ma anche senza spostarci così lontano, l'esplorazione del nostro Sistemasolare, grazie al lavoro di molti ricercatori, potrebbe offrirci una visione più chiara di come sonoandate le cose all'origine, e quindi, dell'evoluzione della vita sulla Terra. [...] Inoltre, ritengo che laricerca della vita fuori dalla Terra ci ponga di fronte a una nuova domanda fondamentale: qual èla nostra collocazione nella "foresta della vita"? Tale domanda ci porta direttamente al cuoredell'astrobiologia, poiché potremmo essere ben presto in grado di identificare "altri" alberi dellavita, localizzati in corpi celesti diversi dal nostro. In altre parole, infatti, in futuro potremmo avereesperienza di evoluzioni parallele, in ambienti differenti da quello terrestre. Con le potenzialitàtecniche di cui disponiamo, saremmo comunque in grado di continuare il fecondo dialogo frateoria ed esperimento iniziato con Galileo Galilei (1564-1642). Restiamo all'immagine dellaforesta: la ricerca della vita nel sistema solare ci permetterà di scoprire se alcuni alberi sianoabbastanza vicini tra loro. Il sistema gioviano sembra per ora il luogo più probabile dove cercareun "secondo albero della vita". Con il suo "occhiale" (1610) Galileo scoprì quattro "lune" di Giove,i "pianeti medicei". Tra questi, il satellite più vicino a Giove è lo, le cui dimensioni sono di pocomaggiori di quelle della nostra Luna. Mentre sulla Luna non si ha alcuna attività vulcanica, lo èinvece il corpo di tutto il sistema solare in cui tale attività è più intensa. Il secondo satellitegalileiano è Europa, di dimensioni minori della Luna e con la caratteristica principale d'esserericoperto da una crosta di ghiaccio. Proprio Europa è oggi il candidato principale, fra i corpicelesti diversi dalla Terra, per ospitare forme di vita; il primo, dunque, che potrebbe rivelare un"secondo albero della vita". [...] Tuttavia, anche se la ricerca di un altro "albero della vita" fallissesia su Europa sia su ogni altro corpo del Sistema solare, altri alberi della vita potrebberocomunque esistere abbastanza vicini al nostro "villaggio cosmico", accanto a quelle stelleprossime al Sole attorno alle quali oggi sappiamo che orbitano sistemi planetari. Forse, solo cosìsi potrà far luce sul meccanismo dell'origine della vita. In ogni caso, mi sembra importanteriflettere sulle implicazioni che la scoperta di vita extraterrestre avrebbe sulla nostra cultura, e inparticolare sulla scienza, sulla filosofia e sulla teologia. Basti solo ricordare quale impatto ebbesulla società e sulla cultura del Vecchio Continente la scoperta dell'America, in particolarel'incontro con i nativi americani



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"Quali sono - domanda Martini - le conoscenze consolidate e quali, invece, i problemi apertirelativamente all'origine della vita sulla Terra, e gli indizi a favore dell'origine extraterrestre dellavita?"«Ciò che conosciamo abbastanza bene - afferma Chela-Flores - è come la chimica organicaabbia fatto i primi passi verso la vita, là dove si parla di "evoluzione chimica". Ciò che restaancora insoluto è il passaggio dall'evoluzione chimica a quella biologica. Per quanto riguarda gli indizi di vita extraterrestre possiamo solo dire che per ora si basano esclusivamentesull'universalità delle leggi della natura. L'oggetto principale di quella nuova disciplina indicatacome "astrobiologia" o anche "esobiologia" è proprio lo studio dell'origine, evoluzione edistribuzione della vita nell'Universo. Le risposte, che si dovrebbero ottenere nei prossimidecenni, potranno aprire nuove prospettive anche sulla comparsa e sull'evoluzione della vita sullaTerra" [...].»"Lei ha anche ventilato la possibilità che in qualche parte dell'Universo si scopra la presenza diun secondo albero, o addirittura di una foresta di alberi della vita. Quali conseguenze neverrebbero per la consapevolezza che l'uomo ha di sé e per la coscienza del credente, seemergesse una foresta di alberi della vita con cui doversi confrontare?"«È noto come sia in atto una missione per cercare vita sotto il ghiaccio di Europa e le grandiagenzie a livello mondiale sponsorizzino il programma di ricerca della vita fuori della Terra.Credo che prima o poi verrà il momento del confronto a cui Lei allude. E a questo punto, comeha già sottolineato George Coyne, l'onere sarà del teologo. Da parte mia spero che un'eventualescoperta di forme di vita in un qualche senso intelligenti, se mai vi sarà, possa svolgersi daentrambe le parti in un quadro di ben minore aggressività di quello che ha visto i coloni europeiimpadronirsi delle risorse del Nuovo mondo.»"Ma come un'evenienza del genere, secondo Lei, potrebbe influire sul delicato equilibrio traspregiudicatezza scientifica e apertura alla fede?"«È già stato ricordato come l'eventuale scoperta di altre specie di animali e di altre stirpi di"uomini" (cioè di "esseri intelligenti") in mondi lontani possa venir invocata contro l'idea di unaprovvidenza divina (era così in Lucrezio, "De Rerum Natura", II, v.v. 1067-1076 e 1090-1104,vedi del resto questo volume, p.16). Se "tutto" si replica, seppur in "luoghi" e "tempi" diversi, chesenso può avere l'argomento del Progetto o Disegno di Dio? Eppure, io non sono disposto atrarre questa conclusione Vorrei ricordare che Lucrezio, nei passi sopra richiamati, dalla pluralitàdei mondi e dalla considerazione di una eventuale "foresta della vita" perviene alla celebrazionedi una "natura libera", anzi "priva di padroni superbi" ("dominis privata superbis", "De RerumNatura", II, v. 1091) - ma il Dio in cui io personalmente credo, il Dio "cristiano" è tutto tranne che"un padrone superbo"! Come dice bene John Polkinghorne, il fisico britannico che si è fattopastore anglicano, l'Universo in cui viviamo è un universo "cui Dio ha concesso di essere séstesso" ("Quark, caos e Cristianesimo", trad. it. Claudiana, Torino 1997, p. 99): dunque, in essola vita (e l'intelligenza) può "comparire" secondo le modalità che sono "ammesse" dalla strutturadi tale universo (cioè dalle sue "leggi"). Certo, la scoperta di una "foresta" della vita ol'individuazione di qualche "intelligenza" cosmica, ben lontano dalla nostra "piccola" Terra,darebbe ai teologi non pochi problemi su cui misurare la "loro" intelligenza! [...].»



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IL TERZO MILLENNIO, LA CHIESA E GLI EXTRATERRESTRI



In seguito alle solenni celebrazioni legate al Grande Giubileo del 2000 (iniziato con l'aperturadella porta santa della basilica di San Pietro qualche istante prima della Messa di Mezzanotte il24 dicem- (In attesa "Errata Corrige" della rivista...)giornalista scientifico Franco Foresta Martin e pubblicate il 13 dal Corriere della Sera in unservizio intitolato: "L'astrofisico del Vaticano: 'Gli extraterrestri esistono e sono nostri fratelli'".Padre Funes, già allora membro del VATT (Vatican Advanced Technology Telescope) di stanzaa Tucson in Arizona, dichiarò che:«In una tipica galassia, un ammasso di cento miliardi di stelle, ci potrebbero essere moltitudini dipianeti gemelli della Terra, con esseri viventi come noi. Se, come io credo, essi esistono,possono essere considerati fratelli della creazione. lo penso che negli altri pianeti del sistemasolare esistono solo forme molto primitive, come batteri o virus. Le civiltà evolute sono lontane,per ora invisibili e irraggiungibili, come gli angeli, anche essi fratelli della creazione.»Quello stesso anno e a riprova che la questione UFO-Alieni è sempre stata presa in seriaconsiderazione dalla Chiesa si apprese che questa addirittura avrebbe approntato una sorta dimanuale d'istruzione per gli UFO.Manuale che in base a quanto riportato dall'ufologo Alfredo Lissoni nel suo volume "Gli enigmidel Vaticano" (pubblicato nel 2004 dal gruppo Editoriale Olimpia) è stato redatto dai principaliastronomi-teologi del pianeta e racchiuso in uno speciale monografico della rivista francese"Question"(n. 122, 2000) diretta dal(In attesa "Errata Corrige" della rivista...)solo spazio, è stata approntata anche una dottrina con la quale evangelizzare costoro,attraverso un lavorio che ricorda un po' il "Russycum", la scuola d'addestramento per missionariche un giorno avrebbero dovuto catechizzare la Russia, in previsione di una eventuale cadutadel comunismo. Con la differenza che quei sacerdoti conoscevano alla perfezione lingua, usi ecostumi del "nemico" da convertire; ma in questo caso, quale lingua mai dovranno imparare i sacerdoti dello spazio? Nel manuale non viene specificato.»Tra l'altro sempre nel monografico francese viene riportato il risultato di un questionario rivoltoalle università cattoliche nel mondo sulla questione che il magistero ecclesiastico possa opporsiall'idea dell'abitabilità dei mondi



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«La costituzione della Rivelazione - riporta il monografico - mostra dei riferimenti a condizioniche permetterebbero di individuare una rivelazione ed una salvezza da parte di Dio al di fuori diquesta umanità, nel caso in cui si potrebbe provare incontestabilmente l'esistenza di altri mondi,abitati da esseri dotati di raziocinio e di libero arbitrio. [...] Dopo le sfortunate relazioni tra ilMagistero ecclesiastico e la scienza, come nel caso di Galileo, la Chiesa farebbe bene aprendere in considerazione i risultati della scienza (astronomia, biologia, chimica, fisica) sullaricerca di vita extraterrestre dotata di intelligenza. Con spirito analogo, pur se riferito allacomparsa dell'uomo, Karl Rahner (teologo alle Università di Monaco e di Miinster, scomparso nel1984, N.d.R.) sottolinea che oggi le scienze della natura hanno buoni argomenti per ammettere ilpoligenismo, mentre l'insegnamento classico della Chiesa sul peccato originale implicapalesemente la tesi del monogenismo. Ma il dogma della Chiesa non dipende da questa teoriascientifica che oggi non è più difendibile .L'enciclica "Fide set Ratio" non pone alcun limite allaricerca, anzi, l'incoraggia, sia che si tratti della Verità che delle scienze fisiche nel loro ambito piùappropriato. È dunque dovere della teologia conciliare, secondo i casi, queste nuove prospettivecon la fede, al fine di rendere sempre più profonda l'intelligenza della Rivelazione. [...] Lapresenza del Logos di Dio in altri mondi, ugualmente da lui creati, non è a priori teologicamenteimpossibile. Anzi è probabile, tenuto conto della volontà divina di salvezza universale. La venutadel Regno di Dio è una realtà che deve essere annunciata a tutti gli esseri viventi alieni che, peripotesi, siano stati preservati dal peccato originale.»Sempre in merito a "Dieu, l'Eglise et les extraterrestres" Lissoni nel suo volume riporta anche ilcontributo del prete diocesano Jean RigaI, docente all'Istituto Cattolico di Tolosa, il qual èaddirittura elabora una sorta di direttive, anche se per linee generali, tese alla realizzazione diuna "Chiesa cattolica interplanetaria":«I viaggi interplanetari - afferma RigaI - non sono più semplice fantascienza. Sono diventati unarealtà e, a parte alcuni incidenti di percorso, il fenomeno, meno lontano di quanto si pensi,sembra che proseguirà in misura sempre maggiore. Per questo la Chiesa cattolica romana sideve interrogare non solo sui problemi etici che ciò solleverà, ma anche sull'installazione di vitaecclesiastica in altre terre, abitabili come la Terra. Dobbiamo attendere che ciò accada, perriflettervi? O non è meglio valutare prima certe condizioni necessarie o semplicemente probabili?Sì, dato che la comunione dei cristiani non conosce frontiere, né storiche, né geografiche, nésocioculturali, ma si estende ad orizzonti impensabili, superando tutte le barriere, anche quelleche, non senza qualche imprudenza, le stesse Chiese si sono costruite. Le relazioniinterplanetarie proiettano lo sguardo dei credenti sulla comunione illimitata della vita, dellasolidarietà, della benevolenza e dell'amore che Dio stabilisce non solo con l'umanità presa nellasua universalità, ma con l'avventura umana nel suo sviluppo diacronico ed imprevisto dellastoria. Una concezione troppo gerarchica o eccessivamente giuridica della comunione, oggiancor troppo pregnante nell'Istituzione ecclesiale, non saprebbe uscire indenne da questoconfronto. [...] Il termine cattolico esprime tradizionalmente la dimensione universale dellaChiesa. Pur essendo dei piccoli gruppi dispersi, i primi cristiani sentivano di appartenere a uncorpo unico d'estensione universale: c'erano fratelli in tutta la terra abitata (l'ecumene), e,attraverso essi, si era un unico popolo, un'unica famiglia. L'eresia si distingue dalla vera Chiesaper il suo carattere parziale ed assai particolare; allo stesso modo, ciò che definisce una setta èessenzialmente la mancanza di riferimento ad una totalità. L'universo ha dunque un significativodi autenticità ecclesiale. È allo stesso tempo il segno e la condizione della vera Chiesa. Dal IVsecolo, il simbolo di Nicea-Costantinopoli proclama: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica,apostolica. Così, il fatto che altri pianeti siano abitati ricorda con insistenza che l'universalità nonè unicamente una necessità della missione (l'invio a tutte le nazioni) ma una qualità intrinsecaalla Chiesa. Essenzialmente, la cattolicità non è un affare di geografia o di cifre. Se è vero cheessa dovrà spandersi nello spazio e manifestarsi nei tempi agli occhi di tutti, ciò significa cheessa non è di natura materiale ma spirituale. È qualcosa di intrinseco alla Chiesa. Nel caso incui l'unità dei cristiani non si sarà ancora realizzata, gli astronauti di confessioni differentisaranno chiamati a vivere concretamente la dinamica cattolica delle differenti Chiese. Se nededuce, alla luce della cattolicità, che se gli orizzonti delle missioni spaziali sono immensi, gliastronauti porteranno nello spazio i loro valori ed il loro spirito agli abitanti di altri pianeti. Èlargamente riconosciuto che la missione ecclesiastica, sul nostro pianeta, non si pone problemiterritoriali. Questo vale anche per gli Alieni.»



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Nella stessa direzione sembrano orientarsi le dichiarazioni, rilasciate nel 2001 da padreGiuseppe Tanzella-Nitti (teologo e astronomo, docente di teologia alla Pontificia Università dellaSanta Croce a Roma), in un'intervista concessa alla rivista "Focus Extra" (Numero 7 autunno2001).Alla domanda sulle possibili conseguenze sul cristianesimo legate alla possibile scoperta di altreforme di vita intelligente il teologo rispose che:«La fede dell'uomo nell'essere una creatura di Dio, nell'essere stato redento da Cristo enell'essere destinato a una vita di eterna comunione con Dio, non verrebbe contraddetta da. uncontatto con civiltà extraterrestri. D'altronde, la tradizione ebraica e cristiana sull'esistenza degliangeli ci mostra che il senso della creazione non si gioca tutto sul rapporto fra l'uomo e Dio, maresta aperto su altre creature, le quali hanno una storia di salvezza distinta da quella del genereumano.»Inoltre il teologo, in risposta alla domanda sull'eventualità che la rivelazione del Signore sulmonte Sinai valesse pure per esseri di altri mondi, affermò:«Non conosciamo a priori i piani di Dio. Nel club della galassia potrebbe forse toccare ai terrestriil compito di parlare di un creatore.»Tra l'altro proprio Tanzella-Nitti, notoriamente interessato ai complessi rapporti tra Scienza eFede, collabora con il Centro Studi Interdisciplinari della Specola Vaticana (laureato inAstronomia all'Università di Bologna è membro della Intemational Astronomical Union e dellaSocietà Astronomica Italiana) e con il Pontificio Consiglio della Cultura. Inoltre, è membrodell'area di ricerca del SEFIR (Scienza e Fede nell'Interpretazione del Reale) presso la PontificiaUniversità Laterana e direttore del portale web DISF (Documentazione Interdisciplinare diScienza e Fede).Per quanto riguarda il DISF il teologo ha curato l'opera "Dizionario Interdisciplinare di Scienza eFede. Cultura scientifica, filosofia e teologia" (pubblicato nel 2002 dalla Urbaniana UniversityPress - Città Nuova Editrice, Roma).Il teologo, proprio nel Dizionario, in merito alla questione Extraterrestri vi ha dedicato ampiospazio alla voce "Vita Extraterrestre" di cui riporto brevemente solo alcune righe iniziali:«L'osservazione del cielo stellato ha sempre suscitato molti interrogativi. La domanda sullapossibilità che altri pianeti ospitino forme di vita simili a quelle che si sono sviluppate sulla terra èstata forse una delle più comuni. Tuttavia, sotto il profilo storico, l'interrogativo sulla presenzadella vita nel cosmo pare sorgere in un contesto diverso da quello delle grandi questionisull'origine e sul tutto che caratterizzano il "problema cosmologico" (DIO, 1,1). Se è vero che giàle antiche teogonie predisponevano a riconoscere la presenza di divinità antropomorfe in regionidiverse dalla terra (CIELO, 1), il tema della pluralità dei mondi e della loro abitabilità acquistavigore solo in concomitanza di nuove visioni speculative o di nuove scoperte che mutano lacomprensione del posto dell'uomo nell'universo. Tematica tradizionalmente non centrale per ilpensiero filosofico, il suo ingresso nell'ambito delle scienze naturali, e più recentemente in quellodella tecnologia spaziale, ha influenzato vari settori della cultura (letteratura, costume, cinema),reclamando una ricaduta significativa anche in ambito religioso e teologico. Valutata inprospettiva storica, l'idea di ipotizzare la vita su mondi diversi dalla terra attraversa la culturaumana dall'epoca classica fino ai nostri giorni. Considerata nella sua oggettività, la possibilità ditrovare forme di vita su altri pianeti e, soprattutto, quella di entrare in contatto comunicativo conintelligenze extraterrestri, rappresenterebbe senza dubbio una delle esperienze più straordinariedi tutta la storia dell'umanità.»



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Aspetto, quest'ultimo, ribadito anche in un'intervista rilasciata al quotidiano cattolico Avvenire epubblicata il 5 marzo del 2004 in un servizio, curato da Luigi Dell'Aglio, intitolato "Quale teologiaper ET" e di cui riporto alcuni passaggi:"Quali implicazioni teologiche avrebbe la scoperta di vita fuori dalla Terra?"«Al momento attuale, non abbiamo questa notizia; sappiamo soltanto che le condizionifavorevoli allo sviluppo della vita sono più diffuse di quanto si prevedesse in passato. Certo, seavessimo notizia dell'esistenza di altre forme di vita, ci troveremmo di fronte a un orizzontenuovo, a un panorama molto più ampio. Per la teologia sarebbe certamente un fattointeressante. La Rivelazione ci dice che la vita appartiene pienamente a Dio. E quindi la vita èsempre un dono. Avremmo la consapevolezza che si tratta di un dono molto più diffuso nelcosmo. [...]»"L'esistenza di altre forme di vita intelligente e un contatto con loro rafforzerebbero o no la fededel genere umano in Dio?"«Le verità di fede sulla storia della nostra salvezza e sulla verità dell'Incarnazione manterrebberoinalterata tutta la loro forza. L'esistenza di altri esseri razionali non obbliga assolutamente arinunciare a queste verità. Non dimentichiamo che la Rivelazione ci parla di altri esseri intelligentidiversi dalla persona umana: gli angeli. Hanno avuto una loro storia, o meglio una loro economiasalvifica, diversa da quella dell'uomo, e sappiamo che Cristo esercita anche su di loro la suaregalità. Cristo è signore e re anche degli angeli, pur possedendo una natura umana.»"Un contatto con extraterrestri non sarebbe sconvolgente, dal punto di vista religioso?"«Noi terrestri, da questo punto di vista, non ci siamo comportati sempre bene. Negli anni '70, dalradiotelescopio di Arecibo (Portorico), fu rivolta verso il cosmo una trasmissione di circa treminuti, con molte informazioni sulla Terra, sull'umanità e sulla vita. Neanche un cenno al fatto che la maggioranza degli esseri umani crede in un Dio Creatore. Neanche le immagini collocatesulle sonde Pioneer che negli anni '70 si sono spinte al di là del nostro sistema solare,contenevano qualcosa che lasciasse pensare a una dimensione spirituale dell'essere umano.Dunque, noi terrestri, da questo punto di vista, non l'abbiamo detta tutta.»



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VuoI dire che anche noi potremmo non sapere nulla di una loro fede?"«Non abbiamo dato nessuna informazione sulla nostra. Perciò, se loro entrassero in contatto connoi e non ci dicessero nulla di Dio, questo silenzio non significherebbe che non hanno fede.»"La Rivelazione sarebbe valida anche per gli extraterrestri?"«Non lo sappiamo. Di certo è valida, e più che sufficiente, per noi. La Rivelazione che abbiamoavuta è diretta all'uomo, è una Rivelazione nella quale Dio invita l'uomo a una comunione conLui e ad accogliere l'offerta della sua alleanza e del suo amore. In ogni caso, noi cristiani siamocostituzionalmente disposti ad accogliere il dono della vita, anche in luoghi diversi dalla Terra.Perché abbiamo fede nel fatto che la vita è un dono di Dio. Saremmo subito pronti ad accoglierequeste forme di vita come creature di uno stesso Dio. Sarebbe questa la nostra prima reazione.Il non credente potrebbe forse avere un atteggiamento diverso, chissà, perfino conflittuale.»I GESUITI ALLA RICERCA DI ETA conferma della netta e sempre maggiore apertura da parte degli ambienti ecclesiastici verso ilfenomeno UFO Alieni, a partire dal 2002, diversi esponenti dell'Ordine dei Gesuiti legati allaSpecola Vaticana, dichiarano pubblicamente non solo di ritenersi convinti dell'esistenza di mondiabitati ma di collaborare anche a progetti per la ricerca di vita intelligente extraterrestre.Il 7 gennaio del 2002 il "Corriere della Sera" pubblicò un'intervista, redatta da Giovanni Caprara,dal titolo "Non possiamo essere un'eccezione", rilasciata dall'allora Direttore della SpecolaVaticana di Castel Gandolfo, padre George Coyne, in cui dichiara di credere alla possibilità divita su altri mondi.In risposta alla domanda sulla posizione della Chiesa e sul suo pensiero di fronte alla possibilitàdi vita su altri pianeti, il gesuita americano dichiarò:«È una prospettiva che appassiona, ma bisogna andarci cauti. Per il momento non c'è alcunaevidenza scientifica della vita. Ma stiamo accumulando osservazioni che indicano tale possibilità.L'universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l'eccezione. Il dibattito èaperto e complesso. Immaginiamo dunque che ci sia. Questo ci dimostrerebbe che Dio haripetuto altrove ciò che esiste sulla terra e nello stesso tempo toglierebbe dalla fede quelgeocentrismo, quell'egoismo, se posso dire, che ancora la caratterizza. Se io incontrassi unessere intelligente di altri mondi e mi rivelasse una sua vita spirituale e mi dicesse che anche ilsuo popolo è stato salvato da Dio mandando il suo unico figlio, mi domanderei come è possibileche il suo "unico" figlio sia stato presente in luoghi diversi. Pensieri simili sono una grande sfida.Un'eresia dopo l'altra ha cercato di negare l'umanità di Dio nei secoli. Gesù Cristo è vero Dio evero uomo. E questo vero uomo può apparire anche su un altro pianeta? Non so, non so negarema nemmeno affermare. La possibilità di vita extra terrestre intelligente e spirituale ci presentamolte domande. La scienza per un credente, comunque, non demolisce la fede ma la sprona.»Anche nel 2005, un altro esponente dell'ordine gesuita, Padre Guy Consolmagno, anch'egliastronomo della Specola Vaticana, ribadì grosso modo gli stessi concetti espressi in precedenzada Padre Coyne.Nel novembre di quell'anno Consolmagno pubblicò un piccolo volume tascabile intitolato"Intelligent Life in the Universe? Catholic Belief and the Search for Extraterrestrial Intelligent Life"("Vita Intelligente nell'Universo? Fede cattolica e la ricerca di Vita Intelligente Extraterrestre")edito dalla "Catholic Truth Society", un gruppo cattolico della Gran Bretagna.Lo scienziato-gesuita americano, specialista della Specola Vaticana sul Monte Graham inArizona dove studia gli asteroidi e le comete della Cintura di Kuiper, è autore di testi didivulgazione e proprio in questo breve tascabile del 2005 confessa di credere agli extraterrestri espiega che ciò non è una scelta incompatibile con la fede.Nonostante il testo fosse disponibile solo in lingua inglese (N.d.R. A tutt'oggi il testo sembra nonessere disponibile in italiano) il quotidiano "La Stampa" lo recensì in un articolo intitolato "Ilgesuita astronomo crede agli extraterrestri", a firma del vaticanista Marco Tosatti.«Padre Consolmagno - scrive Tosatti - è convinto che se un giorno uno scenario da fantascienzasi avverasse, scopriremmo che non solo "tutto quello in cui crediamo non è sbagliato, ma anzivedremmo che è più vero, in modi e forme che non saremmo mai stati in grado di immaginare".E certo il suo "status" di grande esperto del settore rende più affidabili le sue rassicurazioni.Spesso gli astronomi sono persone speciali, e spesso anche i gesuiti lo sono; Consolmagno, cheper diciotto anni si è occupato di astri, prima di decidere di entrare nella Compagnia di Gesù,sembra confermare entrambi gli assunti. Per il suo contributo allo studio dei corpi celesti è statoonorato con il "battesimo" di un asteroide con il suo nome; ed è il curatore della raccolta vaticanadi meteoriti, una delle più grandi del mondo.




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In ogni caso anche se l'articolo del quotidiano cattolico non sembra aver destato una certaattenzione, decisamente diversa fu la reazione, sia tra i fedeli che non, scaturita dall'articolopubblicato dall'"Osservatore Romano", l'organo d'informazione ufficiale del Vaticano, il 14 maggiodel 2008.Quel giorno il quotidiano della Santa Sede uscì con un articolo intitolato "L'extraterrestre è miofratello" contenente l'intervista al nuovo direttore della Specola Vaticana (nominato da BenedettoXVI il 19 agosto) il gesuita argentino padre José Gabriel Funes, il quale già nell'agosto 2006 inun'intervista all'agenzia di stampa ANSA si era espresso in termini favorevoli alla probabileesistenza di forme di vita extraterrestre.L'articolo pubblicato "dall'Osservatore Romano", a firma di Francesco M. Valiante, anche seincentrato sul rapporto tra astronomia e fede, affronta il tema della possibilità dell'esistenza di vitaintelligente in altri mondi e di come ciò si concili anche con la fede in Dio. Ecco alcuni passaggisalienti dell'intervista:"La teoria del "big bang" avvalora o contraddice la visione di fede basata sul racconto biblicodella creazione?"«Da astronomo, io continuo a credere che Dio sia il creatore dell'universo e che noi non siamo ilprodotto della casualità ma i figli di un padre buono, il quale ha per noi un progetto d'amore. LaBibbia fondamentalmente non è un libro di scienza. Come sottolinea la "Dei verbum", è il librodella parola di Dio indirizzata a noi uomini. È una lettera d'amore che Dio ha scritto al suopopolo, in un linguaggio che risale a duemila o tremila anni fa. All'epoca, ovviamente, era deltutto estraneo un concetto come quello del big bang. Dunque, non si può chiedere alla Bibbiauna risposta scientifica. Allo stesso modo, noi non sappiamo se in un futuro più o menoprossimo la teoria del big bang sarà superata da una spiegazione più esauriente e completadell'origine dell'universo. Attualmente è la migliore e non è in contraddizione con la fede. Èragionevole.»"Ma nella Genesi si parla della terra, degli animali, dell'uomo e della donna. Questo esclude lapossibilità dell'esistenza di altri mondi o esseri viventi nell'universo?"«A mio giudizio questa possibilità esiste. Gli astronomi ritengono che l'universo sia formato dacento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle. Molte diqueste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si può escludere che la vita si siasviluppata anche altrove? C'è un ramo dell'astronomia, l'astrobiologia, che studia proprio questoaspetto e che ha fatto molti progressi negli ultimi anni. Esaminando gli spettri della luce cheviene dalle stelle e dai pianeti, presto si potranno individuare gli elementi delle loro atmosfere - icosiddetti biomakers - e capire se ci sono le condizioni per la nascita e lo sviluppo della vita. Delresto, forme di vita potrebbero esistere in teoria perfino senza ossigeno o idrogeno.»"Si riferisce anche ad esseri simili a noi o più evoluti?"



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«È possibile. Finora non abbiamo nessuna prova. Ma certamente in un universo così grandenon si può escludere questa ipotesi.»"E questo non sarebbe un problema per la nostra fede?"«lo ritengo di no. Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero essercialtri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché nonpossiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo lecreature terrene come ''fratello'' e "sorella", perché non potremmo parlare anche di un "fratelloextraterrestre"? Farebbe parte comunque della creazione.»"E per quanto riguarda la redenzione?"«Prendiamo in prestito l'immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia lenovantanove nell'ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questouniverso possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi cheapparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori chehanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistesseroaltri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebberoessere rimasti nell'amicizia piena con il loro Creatore.»"Insisto: se invece fossero peccatori, sarebbe possibile una redenzione anche per loro?"«Gesù si è incarnato una volta per tutte. L'incarnazione è un evento unico e irripetibile.Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere dellamisericordia di Dio, così come è stato per noi uomini" [...].»Quello che lascia riflettere dell'Intervista di padre Funes è, in effetti, l'ufficialità con cui l'organo distampa del Vaticano abbia affrontato pubblicamente l'argomento Extraterrestri attraverso un suoautorevole esponente quale appunto il Direttore della Specola.Nel 2008, proprio in merito al probabile impatto sulla religione di una possibile vita extraterrestre,negli Stati Uniti il CTNS (Center for Theology and the Natural Sciences) ha realizzato epubblicato uno studio interreligioso, che ha analizzato proprio una tale possibilità.Il CTNS è un centro affiliato del (GTU) "Graduate Theological Union" di Berkeley, California, unCentro teologico interconfessionale frequentato da riformatori e da cattolici.Quella del CTNS è un'organizzazione internazionale non-profit la cui missione è "promuoverel'interazione creativa e reciproca tra la teologia e le scienze naturali" (fisica, cosmologia, biologiamolecolare ed evoluzionistica, la tecnologia e l'ambiente), inoltre offre corsi e seminari di livellouniversitario a futuri ministri ecclesiastici e a laici.In base a quanto riportato nella notizia del CTNS, pubblicata in Italia lo scorso ottobre dal gruppodi studio "Scienza e Religione nei Media", nell'agosto 2008 è stato pubblicato il sondaggio"Peters ETI Religious Crisis Survey of 2008", un sondaggio realizzato dal dr. Ted Peters(professore al "Pacific Lutheran Theological Seminary").Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 1325 credenti sparsi in tutto il mondo, tra cuicattolici, protestanti, ortodossi, mormoni, ebrei, musulmani e perfino buddisti.«Lo studio - riporta la news - era diretto a comprendere il possibile impatto, sulla fede dellepersone, della eventuale scoperta di forme di vita extraterrestre. L'80% degli intervistati harisposto che una simile ipotesi non metterebbe in discussione la propria fede, contraddicendol'idea di una generale "debolezza" nel sentimento religioso delle persone, e il parere espressoinvece proprio dalla maggioranza dei non credenti intervistati. Questi ultimi, infatti, pensano chel'esistenza di altre forme di vita intelligente metterebbe in crisi le religioni attuali.»Sempre il neo direttore della Specola Vaticana, a inizio 2009, tornò nuovamente sul rapportoChiesa ed Extraterrestri nel corso di una breve intervista, concessa al giornalista e vaticanistadella Rai Aldo Maria Valli, e andata poi in onda in prima serata durante l'edizione del TG1 delleore 20,00, lo scorso 13 gennaio.Ecco la trascrizione del servizio curato da Valli:«"I Cieli narrano la Gloria di Dio" ha detto giorni fa il Papa, ricordando il 2009 annointernazionale dell'astronomia, ma per il Vaticano non è solo un'immagine poetica. Da secoli cisono astronomi che proprio a nome e per conto del Papa scrutano lo spazio infinito. Perverificarlo basta venire qui alla Specola Vaticana di Castel Gandolfo uno degli osservatori piùantichi al mondo. "Un argomento - dichiara Funes - molto interessante di ricerca è la ricercaproprio dei pianeti simili alla Terra. E questa possibilità apre delle domande molto interessantiche riguardano la scienza ma anche riguardano la filosofia e la teologia". Astrobiologia, si chiamacosì la scienza che studia la possibilità di vita intelligente extraterrestre e Padre Funes inproposito non ha prevenzioni: "Siamo aperti a quello che si scoprirà e non comporta nessunadifficoltà, penso io, per la teologia cattolica la possibilità dell'esistenza di altri esseri intelligenti



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Il mese successivo il gesuita argentino ribadì grosso modo lo stesso concetto in una breve intervista rilasciata al mensile "Focus", uscito il 20 Febbraio scorso.«Si calcola - afferma Funes - che esistano 100 miliardi di galassie, ognuna con 100 miliardistelle. Molte di queste hanno intorno pianeti. Sono insomma alte le possibilità che ve ne sia unosimile al nostro. È anche possibile che esistano nell'universo altre forme di vita, magariintelligenti. Se dovessero esistere extraterrestri intelligenti, e mettete per favore questo "se", nonci sarebbero contraddizioni. Questi esseri sarebbero già fuori dal peccato e in accordo con Dio.L'umanità terrena andrebbe vista quindi come l'evangelica pecorella smarrita che Cristo vuoleriportare all'ovile per farla stare con le altre 99. Nelle Sacre Scritture non mancano passi che sipossono accordare con le nuove scoperte scientifiche.»IL VATICANO SI PREPARA A UNA FUTURA RIVELAZIONE ALIENA?Memori di quanto è stato scritto nella prima parte del dossier (in riferimento ai risultati del"Brookings Report" e del documento dell'NSA "UFO Hypothesis and Survival Questions") e diquanto accennato all'inizio, sul cambiamento di strategia adottata dall'establishment sulfenomeno UFO, soprattutto nell'ultima decade del secolo scorso, risulta più che evidentel'attuazione progressiva di una mirata strategia di "rivelazione" finalizzata ad un vastoprogramma di "acclimatazione" delle masse.Programma al quale sembra, a questo punto, ragionevole ritenere essersi orientata, viste leprofonde implicazioni del fenomeno, la stessa Chiesa da alcuni anni, pur senza esporsiufficialmente se non indirettamente attraverso le parole e le opinioni di alcuni dei suoi esponenti.A tale proposito vorrei evidenziare come l'eventualità non debba apparire azzardata in quantogià in passato diversi ufologi, e non solo, sono giunti grosso modo alla medesima conclusione.Riporto quanto asserito dallo stesso Roberto Pinotti nel volume "La Guerra di due Mondi",pubblicato nel 2005, dal Gruppo Editoriale Olimpia.«Dunque - scrive Pinotti - gli USA avrebbero sostanzialmente "blindato" il problema degli UFO.Solo che il persistere della loro presenza, rilevata comunque dalla gente, avrebbe dovutocomportare, alla lunga, la massiccia applicazione del previsto Programma di Acclimatazione delPubblico e financo la messa in circolazione delle dichiarazioni dei Rivelatori. Così, in ogni caso,fra le tante incredibili, alcune informazioni credibili, ma che nessuna autorità potrebbeufficialmente ammettere, finiscono con l'entrare in circolo e il pubblico le assimila comunque esenza scosse, acquisendo un grado di consapevolezza tale da essere potenzialmente in gradodi reggere sempre meglio allo shock di una eventuale rivelazione improvvisa della realtàextraterrestre. Questa, in fondo, sarebbe l'unica cosa da fare da parte di autorità desiderose ditentare di mantenere la situazione sotto controllo nonostante tutto. Ma non è così semplice. [...]Nell'eventualità di una effettiva presa di contatto (che poi comporterebbe inevitabilmente unconseguente confronto) con una cultura differente e comunque tecnologicamente superiore,l'umanità (anche se in parte indirettamente preparata) non potrebbe non subire un vero e propriotrauma: quello che gli antropologi chiamano "shock culturale" e che corrisponde, a livellopsicosociologico, ad una valutazione conseguente della maggior parte dei valori di riferimentodella nostra civiltà, in termini non troppo diversi da quanto vissuto dagli Aztechi e dagli Incas aconfronto con gli Spagnoli. Nel linguaggio degli addetti ai lavori i sociologi chiamano questocrollo dei valori di riferimento "anomia", ed è proprio per evitare di innescare tale processo psico-sociologico incontrollabile di destabilizzazione delle strutture portanti della nostra cultura(scienza e tecnica, politica ed economia, religione e filosofia, costume e società ecc.) che è stataimposta sul tema UFO-Alieni la "politica dello struzzo", dominata dalla censura e dalla "congiuradel silenzio", da Roswell in poi. Ma cosa accadrebbe in concreto con un incontro di massa e allaluce del sole con esseri extraterrestri? Il primo schiaffo sarebbe indubbiamente tecnicoscientifico e non potrebbe ridimensionare (e anche non di poco) l'arrogante certezza di tantenostre conoscenze, rivelando fatalmente cognizioni e conquiste al di là del nostro orgogliotecnologico. Di più. La comunità scientifica sarebbe sfiduciata e derisa come se i suoi esponenti,in precedenza stimati e onorati, fossero divenuti ai nostri occhi gli stregoni di una tribù dell'Africanera, e solo chi avesse dimostrato precedenti aperture alla "nuova realtà" avrebbe forse qualchechance di essere ascoltato. Nella migliore delle ipotesi constateremmo di avere un know-how daTerzo Mondo rispetto ai nuovi venuti. Il secondo shock sarebbe fatalmente politico-economico, eben più dirompente. [...] Tale crollo di autorità sarebbe inevitabile e totale, e la genterimuoverebbe con un atto quasi liberatorio l'egemonia globale USA, non prestando alcunulteriore credito alla loro già non troppo popolare autorità "imperiale". Ma non solo. Le stesseautorità di potenze minori (Unione Europea, Federazione Russa, Cina, India, Brasile, Australia,Giappone) sarebbero in crisi, e ovunque la gente chiederebbe lumi e risposte a moltepliciinterrogativi. E va da sé che molti capi politici e militari, imbelli e impreparati, sarebbero travoltianch'essi, mentre la gente guarderebbe ad altri leader in grado di essere credibili con i nuoviinterlocutori e di fornire risposte alle loro legittime istanze. [...] Un terzo impatto notevole sarebbequello religioso-filosofico. In effetti, in teoria, oggi cristiani, islamici, ebrei, induisti e buddisti nontroverebbero eccessivamente inconciliabile con il loro credo religioso l'esistenza di extraterrestri.I problemi sorgerebbero però con i gruppi integralisti, sul tipo di chi vorrebbe "convertire" glialieni o, peggio, tendere ad omologarli ad esseri divini o demoniaci. Basti ricordare che variteologi della Chiesa cattolica hanno già accettato dagli anni Cinquanta la possibile realtà di UFOpilotati da alieni. Questi ultimi, è stato detto, dovrebbero comunque esistere, in quanto la loronon esistenza costituirebbe un assurdo e impossibile limite alla onnipotenza creatrice di Dio



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Certo, le dispute teologiche infurierebbero, generando fatalmente anche nuovi culti e non poche sette. Quanto alla filosofia, l'antropocentrismo sarebbe definitivamente accantonato, portandocosì a termine anche a livello di coscienza collettiva quella "rivoluzione copernicana" finoracompletata solo dall'intellighenzia scientifica, mentre la gente continuava ancora a ritenerestupidamente l'uomo il centro dell'universo. Una quarta batosta non indifferente sarebbe sulfronte del costume e delle società, e non è affatto da escludere che i vecchi schemi tradizionalipossano e debbano essere superati, abbandonati o scardinati, rivedendo atteggiamenti,comportamenti, schemi e ruoli a livello di gruppi e dei singoli. Va da sé che non potremmo nonsubire l'influenza del modus vivendi dei nuovi arrivati. Quanto sopra comporta una necessariapresa di coscienza del fatto che da un contatto di massa scaturirebbe comunque un confronto, eda tale confronto un ineluttabile cambiamento. Per i nuovi arrivati che scendessero in mezzo anoi, forse non troppo. Per noi, invece, tanto e certamente. Ma forse poi non sarebbe neanche ungran male, se questo ci aiutasse a crescere e a migliorarci.»Inoltre, a ulteriore riprova di quanto finora formulato ritengo opportuno citare alcune dichiarazionifatte, in tempi non sospetti, dal celebre e controverso contattista americano George Adamski nel1959 e che sembrano risuonare in un certo senso quasi profetiche.Quell'anno Adamski, grazie all'interessamento del Console Alberto Perego, giunse a Roma perpartecipare a una conferenza pubblica tenutasi presso l'uditorio della sala di Palazzo Marignoli ealla quale assistette il ricercatore romano Francesco Polimeri.Polimeri fu l'ideatore e direttore di quella che poteva definirsi in un certo senso la prima rivistaufologica italiana ovvero il mensile "Spazio e Vita"; un giornale, formato tabloid e composto daquattro pagine, nato nel maggio del 1958 e che nel dicembre del '59, dopo appena un annod'attività, chiuse in seguito a difficoltà economiche.Proprio nell'ultimo numero di dicembre Polimeri scrisse un articolo-reportage intitolato "Acolloquio con George Adamski" in cui vi erano riportate alcune delle dichiarazioni fatte dalcontattista americano nella conferenza tenutasi a Roma.Ecco alcuni passaggi del testo, contenuti nel paragrafo "Le religioni e lo Spazio", scritto daPolimeri:«Adamski, anche lui cattolico, mi ha fatto un'interessante rivelazione: anni fa fu avvicinato daesponenti della Chiesa Anglicana, che presero da lui ampie informazioni sui suoi straordinaricontatti con extraterrestri. Inoltre lo stesso Adamski è in contatto con varie autorità cattolichedegli Stati Uniti, che sono perfettamente convinte della verità delle sue asserzioni. "Certo -conclude - la prima chiesa che rivelerà ufficialmente al mondo la verità dei mondi abitati, siguadagnerà lo stragrande consenso delle masse: perché i mondi SONO veramente abitati [...]Se una chiesa, qualunque essa sia, avrà dichiarato in precedenza qual è la realtà dei cieli, igiovani continueranno a dare ad essa la loro fiducia. E che ne sarà di quei culti ufficiali chehanno ignorato il messaggio di tutti quegli uomini che hanno ignorato il messaggio di tutti quegliuomini che hanno avuto contatti con la gente dello spazio? Se fossi un 'autorità religiosa miaffretterei a precedere le altre chiese nel rivelare al pubblico la verità, che già serpeggia inmezzo alle masse... Giacché, come le nazioni della terra fanno la corsa allo spazio, anche lereligioni più sveglie, non appena cominceranno ad aversi, nelle comunicazioni ufficiali deigoverni, i primi sentori velati di una vita constatata nello spazio, le religioni più sveglie, dico,faranno tra di loro la gara al cielo, faranno a chi ne sa di più... faranno a chi annuncia prima chispiega prima che spazio e cielo sono la stessa cosa, e che gli angeli del linguaggio sacro sonola versione sommaria, con cui passarono alla storia, in tempi remoti, uomini di civiltà superiore,che visitavano la terra provenendo da altri mondi, uomini inoffensivi, uomini che insegnavano,uomini che in ogni tempo sono saliti e scesi dal cielo, dagli spazi. Si, beata quella religione chesi sveglierà per prima a dir questo alle masse... Di essa sarà la gioventù. I giovani volteranno lespalle a quei preti che non li avranno istruiti sulle cose del cielo. Diserteranno le loro chiese, sirivolgeranno alle chiese sveglie: a quelle chiese, cioè, che avranno dimostrato di essere quelloche devono essere: scuole, fonti di verità per le masse.»



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