| «La costituzione della Rivelazione - riporta il monografico - mostra dei riferimenti a condizioniche permetterebbero di individuare una rivelazione ed una salvezza da parte di Dio al di fuori diquesta umanità, nel caso in cui si potrebbe provare incontestabilmente l'esistenza di altri mondi,abitati da esseri dotati di raziocinio e di libero arbitrio. [...] Dopo le sfortunate relazioni tra ilMagistero ecclesiastico e la scienza, come nel caso di Galileo, la Chiesa farebbe bene aprendere in considerazione i risultati della scienza (astronomia, biologia, chimica, fisica) sullaricerca di vita extraterrestre dotata di intelligenza. Con spirito analogo, pur se riferito allacomparsa dell'uomo, Karl Rahner (teologo alle Università di Monaco e di Miinster, scomparso nel1984, N.d.R.) sottolinea che oggi le scienze della natura hanno buoni argomenti per ammettere ilpoligenismo, mentre l'insegnamento classico della Chiesa sul peccato originale implicapalesemente la tesi del monogenismo. Ma il dogma della Chiesa non dipende da questa teoriascientifica che oggi non è più difendibile .L'enciclica "Fide set Ratio" non pone alcun limite allaricerca, anzi, l'incoraggia, sia che si tratti della Verità che delle scienze fisiche nel loro ambito piùappropriato. È dunque dovere della teologia conciliare, secondo i casi, queste nuove prospettivecon la fede, al fine di rendere sempre più profonda l'intelligenza della Rivelazione. [...] Lapresenza del Logos di Dio in altri mondi, ugualmente da lui creati, non è a priori teologicamenteimpossibile. Anzi è probabile, tenuto conto della volontà divina di salvezza universale. La venutadel Regno di Dio è una realtà che deve essere annunciata a tutti gli esseri viventi alieni che, peripotesi, siano stati preservati dal peccato originale.»Sempre in merito a "Dieu, l'Eglise et les extraterrestres" Lissoni nel suo volume riporta anche ilcontributo del prete diocesano Jean RigaI, docente all'Istituto Cattolico di Tolosa, il qual èaddirittura elabora una sorta di direttive, anche se per linee generali, tese alla realizzazione diuna "Chiesa cattolica interplanetaria":«I viaggi interplanetari - afferma RigaI - non sono più semplice fantascienza. Sono diventati unarealtà e, a parte alcuni incidenti di percorso, il fenomeno, meno lontano di quanto si pensi,sembra che proseguirà in misura sempre maggiore. Per questo la Chiesa cattolica romana sideve interrogare non solo sui problemi etici che ciò solleverà, ma anche sull'installazione di vitaecclesiastica in altre terre, abitabili come la Terra. Dobbiamo attendere che ciò accada, perriflettervi? O non è meglio valutare prima certe condizioni necessarie o semplicemente probabili?Sì, dato che la comunione dei cristiani non conosce frontiere, né storiche, né geografiche, nésocioculturali, ma si estende ad orizzonti impensabili, superando tutte le barriere, anche quelleche, non senza qualche imprudenza, le stesse Chiese si sono costruite. Le relazioniinterplanetarie proiettano lo sguardo dei credenti sulla comunione illimitata della vita, dellasolidarietà, della benevolenza e dell'amore che Dio stabilisce non solo con l'umanità presa nellasua universalità, ma con l'avventura umana nel suo sviluppo diacronico ed imprevisto dellastoria. Una concezione troppo gerarchica o eccessivamente giuridica della comunione, oggiancor troppo pregnante nell'Istituzione ecclesiale, non saprebbe uscire indenne da questoconfronto. [...] Il termine cattolico esprime tradizionalmente la dimensione universale dellaChiesa. Pur essendo dei piccoli gruppi dispersi, i primi cristiani sentivano di appartenere a uncorpo unico d'estensione universale: c'erano fratelli in tutta la terra abitata (l'ecumene), e,attraverso essi, si era un unico popolo, un'unica famiglia. L'eresia si distingue dalla vera Chiesaper il suo carattere parziale ed assai particolare; allo stesso modo, ciò che definisce una setta èessenzialmente la mancanza di riferimento ad una totalità. L'universo ha dunque un significativodi autenticità ecclesiale. È allo stesso tempo il segno e la condizione della vera Chiesa. Dal IVsecolo, il simbolo di Nicea-Costantinopoli proclama: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica,apostolica. Così, il fatto che altri pianeti siano abitati ricorda con insistenza che l'universalità nonè unicamente una necessità della missione (l'invio a tutte le nazioni) ma una qualità intrinsecaalla Chiesa. Essenzialmente, la cattolicità non è un affare di geografia o di cifre. Se è vero cheessa dovrà spandersi nello spazio e manifestarsi nei tempi agli occhi di tutti, ciò significa cheessa non è di natura materiale ma spirituale. È qualcosa di intrinseco alla Chiesa. Nel caso incui l'unità dei cristiani non si sarà ancora realizzata, gli astronauti di confessioni differentisaranno chiamati a vivere concretamente la dinamica cattolica delle differenti Chiese. Se nededuce, alla luce della cattolicità, che se gli orizzonti delle missioni spaziali sono immensi, gliastronauti porteranno nello spazio i loro valori ed il loro spirito agli abitanti di altri pianeti. Èlargamente riconosciuto che la missione ecclesiastica, sul nostro pianeta, non si pone problemiterritoriali. Questo vale anche per gli Alieni.»
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