IL FARO DEI SOGNI

AREA 51, fine di un “mistero”?

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(((claudio)))
view post Posted on 14/3/2018, 14:02 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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I testimoni che dopo anni hanno deciso di rompere il silenzio, non sono addetti alla manutenzione o frequentatori occasionali del luogo, bensì il Colonnello Hugh Slater (87 anni), comandante dell’Area 51 nel 1960.
Edward Lovick (90 anni) che ha passato trent’anni a provare radar su alcuni dei più famosi aerei del mondo tra cui l’U-2, l’A-12 OXCART e l’F-117.
Kenneth Collins (80 anni) pilota sperimentale della CIA, decorato con la croce d’argento.
Thornton Barnes (72 anni) ingegnere presso l’Area 51 per progetti speciali e infine Harry Martin (77 anni) incaricato del mezzo milione di galloni di carburante che ogni mese rifornivano gli aerei sperimentali della base.

“Nessuno sapeva realmente che esistessimo” – afferma Thornton Barnes – “Neanche le nostre mogli sapevano dove andavamo quando lunedì mattina partivamo da casa per fare ritorno solo il venerdì sera.“

Barnes, specializzato nella tecnologia radar e nei caccia MIG sovietici, venne contattato dalla CIA per unirsi ad un pool selezionato di esperti, per lavorare su qualunque tipo di progetto militare.
In qualità di ingegnere elettronico per la NASA, ha potuto lavorare sul primo aereo-razzo esistente l’X-15, sulla capsula spaziale dell’Apollo e sui veicoli di ricerca del modulo di atterraggio lunare.
Presso l’Area 51 invece ha contribuito allo sviluppo dell’A-12 OXCART un aereo spia super-segreto, costruito dalla Lockheed Corporation.

Barnes e i suoi colleghi hanno condotto ben 2.850 voli di prova con l’A-12 OXCART fuori dall’Area 51.
Il velivolo poteva viaggiare a 2.200 miglia orarie, a 90.000 piedi di altezza. Nulla avrebbe potuto individuarlo, ma qualcuno ha visto dei flash luminosi, cosa che secondo l’ingegnere ha dato il via al mito degli UFO associati all’Area 51, contribuendo in questo modo a nascondere quelle che erano le vere finalità del sito.
“L’abbiamo considerata una cosa positiva” – commenta Barnes – “La cosa ci ha reso più facile nascondere cosa stavamo facendo veramente.“



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