Il Kirghizistan (in chirghiso e russo Кыргызстан), in italiano anche Chirghisia[5][6][7][8][9], Kirghisia o Kirghizia,[10][11][12]), ufficialmente Repubblica del Kirghizistan è uno Stato indipendente dell'Asia centrale. Confina con Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan; non ha sbocco al mare.
Dal 1936, con il nome di Repubblica Socialista Sovietica Chirghisa, fu una Repubblica federata dell'Unione Sovietica fino al 1991, anno in cui divenne indipendente dall'Unione Sovietica, dal 1992 è membro delle Nazioni Unite. La superficie è poco meno di 200 000 km², la popolazione ammonta a 5 550 239 abitanti (stima 2010).
Prende il nome dal popolo dei Chirghisi. La capitale è Bişkek, chiamata "Frunze" durante il periodo sovietico, poiché è la città natale di un generale dell'Armata rossa, Michail Vasil'evič Frunze.
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Storia
Storia antica
I primi abitanti del Kirghizistan furono il popolo degli Sciti, che qui si stabilirono dal VI al V secolo a.C. Successivamente la zona sudorientale fu parte dell'Impero persiano achemenide, più precisamente della Satrapia della Sogdiana, che aveva come fulcro e capoluogo la città uzbeka di Samarcanda. La Sogdiana fu espugnata nel 327 a.C., quando anche la zona dell'odierno Kirghizistan cadde in gran parte sotto l'influenza del Regno di Macedonia di Alessandro Magno. Dunque passò al dominio della dinastia seleucide sino a che l'avvento dei Parti non pose fine completa all'età ellenica in queste zone. I Sogdiani, indigeni sciti della zona, noti per la loro tolleranza verso le religioni altrui. Il buddismo, il manicheismo, i nestoriani e i seguaci di Zoroastro avevano significative quantità di adepti e rimasero fra i principali attori del commercio sulla via della seta fino alle invasioni dei musulmani nell'VIII secolo.
Storia medioevale ed età moderna
Un passo importante nella storia kirghiza fu l'avvento dei Turchi, nel IV secolo, che diedero il nome ai Kirghizi (da "kyrgyz", "rosso"), e nell'VIII, quando sopraggiunsero gli Arabi, e nell'840, quando arrivarono gli Uiguri. Di conseguenza i popoli Kirghizi fin dall'età medievale furono incrocio di culture, religioni, tradizioni ed etnie differenti.
Nel 1207 la terra fu conquistata dall'Impero Mongolo di Gengis Khan, per essere parte del Khanato Chagatai. Nel 1510 per il popolo kirghizo arrivò la libertà, ma provvisoria, poiché furono frequenti le invasioni di Calmucchi, Manciù e Uzbeki. Questo periodo di forte instabilità durò per tre secoli, sino all'Ottocento, quando il Kirghizistan entrò anche formalmente ad essere parte dell'uzbeko Khanato di Kokand.
Età contemporanea
Il Khanato fu occupato nel 1876 dall'Impero Russo; iniziò così il lungo periodo egemonico russo sul Kirghizistan. I Kirghisi fecero parecchie insurrezioni, che durarono molto tempo, e molti emigrarono in Afghanistan, insofferenti al potere russo, o in Cina. La più forte ribellione avvenne nel 1916, repressa nel sangue.
L'oppressione russa dunque continuò, e fu nel 1918 che iniziò l'era dei Soviet. Per il Kirghizistan iniziò un'età di scolarizzazione e alfabetizzazione di massa, e di forte industrializzazione connessa all'urbanizzazione del territorio, arido e selvaggio. Ciò continuò per tutto il Novecento, nonostante la forte repressione di movimenti contrari al regime, ma nacquero dei movimenti culturali clandestini. Contemporaneamente, iniziò un periodo di conflitto etnico con la minoranza uzbeka dell'oblast di Osh.
Dal 1990 al 2010
I conflitti etnici non si fermarono nemmeno con l'indipendenza del Paese, nel 1990, in seguito allo scioglimento dell'URSS: nonostante la formale indipendenza, dal punto di vista economico vi era infatti ancora una stretta connessione con il governo di Mosca[13]. Venne eletto come primo Presidente Askar Akayev, che nel 1991 annunciò le dimissioni dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica, e il 31 agosto 1991 l'indipendenza diventò completa. Scandali politici di corruzione colpirono il Paese nel 1993, e Akayev cambiò il governo, ma rimase Presidente, prolungando la durata della sua carica con un referendum ove ricevette il 96,2% dei voti positivi. Akayev formò un nuovo Parlamento nel 1995 e rimase al potere sino al 2005, quando dopo elezioni considerate non trasparenti anche dall'OSCE (la CSI ebbe opinione contraria) si dovette dimettere in seguito alle violente proteste contro il suo potere, considerato un regime corrotto e autoritario. Questa fu la cosiddetta Rivoluzione dei Tulipani.
Fu eletto nel luglio dello stesso anno Kurmanbek Bakiyev con l'89% dei voti, con la speranza di un cambiamento per il Paese. Ma, per gli oppositori, la speranza fu vana: secondo i giudizi su di lui negativi egli non avrebbe mantenuto le promesse di dare più potere al Parlamento, di non limitare la libertà di manifestazione del pensiero e di opposizione, di estirpare la corruzione e di risolvere i problemi economici. Bakiyev fu rieletto nel 2009 col 76,12% dei voti. Le elezioni non furono considerate trasparenti dall'OSCE, che le considerò macchiate da brogli, nonché circondate da un contesto tutto favorevole al presidente Bakiyev, con un'informazione totalmente controllata a suo favore.
Gli oppositori considerarono dunque Bakiyev alla stregua di un semi-dittatore, e ciò portò a continue proteste, che arrivarono al culmine nell'aprile del 2010. Il 6 aprile grandi folle di oppositori si riversarono nelle strade, per chiedere le dimissioni del Presidente. Le proteste si fecero sempre più violente (almeno 75 furono i morti). I manifestanti occuparono la sede dei servizi segreti, e infine, la TV di Stato. Una donna, Roza Otunbayeva, a capo degli oppositori, divenne Presidente del Kirghizistan con un colpo di Stato, ad interim, con la promessa di nuove elezioni democratiche a fine anno, per riportare il Paese alla democrazia.
Ma le violenze non cessarono nemmeno dopo la fuga di Bakiyev in Kazakistan, e si aprirono su altri fronti. Nel giugno 2010, nella città di Osh, si arrivò, per l'instabilità anche politica del Paese, a un culmine di sanguinose violenze, che rischiano di far sfociare il tutto in un vero e proprio conflitto civile, violenze etniche tra kirghisi e minoranza uzbeka. Ora[quando?] i profughi sono 200 000 con 191 decessi accertati, ma la Otumbayeva ha dichiarato che probabilmente i morti sono almeno 2 000, e ha chiesto l'aiuto russo e internazionale. Il 3 luglio 2010 Roza Otunbayeva ha giurato come Presidente della Repubblica e anche come Capo di governo; Nel 2011 la Otunbayeva non si è ripresentata alle elezioni spianando la strada a Almazbek Atanbayev.
Geografia
Il Kirghizistan ha una superficie di circa 198 500 km² (circa due terzi dell'Italia) di cui il 94% montuoso. L'altitudine media del paese è di 2750 m s.l.m. Circa il 40% della regione kirghisa supera i 3000 m e per tre quarti è coperta da nevi e ghiacci perenni.
La caratteristica morfologica principale è la catena del Tien Shan nella parte sud-orientale del paese. Le sue cime, il suggestivo gruppo del Kokshal-Tau, formano uno splendido confine naturale con la Cina che culmina nel Pik Pobedy (7439 m), il punto più alto del Kirghizistan nonché la seconda vetta della ex Unione Sovietica. La catena del Fergana, che taglia il paese a metà, e gli Alay del Pamir a sud formano una sorta di tenaglia intorno alla valle di Fergana.
In una grande insenatura al margine del Tien Shan si trova il lago Ysykköl, profondo quasi 700 m, che non ghiaccia mai. Uno dei gioielli del patrimonio lacustre kirghiso è il piccolissimo Songköl, che si apre in una rientranza più piccola a sud-ovest. Le uniche zone di pianura di una certa rilevanza sono le valli del Chui e di Talas, adiacenti al Kazakistan. I fiumi principali sono il Naryn, che percorre quasi l'intera lunghezza del paese fino a confluire nel Syr-Darya nella valle di Fergana, e il Chui che scorre lungo il confine col Kazakistan. I fiumi Ak Shyrak, Inylchek e Sary Jaz, dal montagnoso sud-est del paese confluiscono nel bacino del Tarim, in Cina. Il Kyzyl-Suu, nell'estremo sud della repubblica, è l'unico corso d'acqua che alimenta le acque dell'Amu-Darya.
Ogni anno il Kirghizistan offre rifugio a migliaia di uccelli migratori, tra cui rare specie di gru e oche selvatiche. Si ritiene inoltre che il paese ospiti la seconda più nutrita popolazione al mondo di leopardo delle nevi, sebbene il numero degli esemplari stia rapidamente diminuendo. I laghi Issyk-Kul e Saryčelek sono riserve della biosfera dell'UNESCO.
Di notevole importanza paleontologica è la zona della formazione Madygen in cui sono stati ritrovati numerosi fossili di pesci e rettili, inconsueti per altre zone.
Etnie
I kirghisi costituiscono il 65% della popolazione, per il resto formata da russi (22%), che vivono principalmente nella capitale e in altri centri industriali e sono la minoranza più numerosa, uzbeki (13%), concentrati perlopiù nella valle di Fergana, ucraini, tatari e tedeschi. Le tensioni fra uzbeki e kirghizi per la distribuzione di terre e case sfociò, nel 1990, in violenti scontri che causarono la morte di oltre 200 persone, nonché nel 2010, ufficialmente 191, ma almeno 2000 secondo la presidentessa ad interim Roza Otunbayeva.
religione
La religione maggioritaria è quella musulmana seguita dall'80% circa della popolazione. Circa il 17-20% della popolazione è cristiana per un totale di fedeli che si aggira intorno ai 700.000 - 1.100.000 costituiti soprattutto da cittadini di etnia russa ed ucraina.
Lingue
Il Kirghizistan è una delle due ex repubbliche sovietiche dell'Asia Centrale (assieme al Kazakistan)[22] ad aver mantenuto il russo come lingua ufficiale dopo l'indipendenza, affiancandogli il chirghiso[1] - appartenente al gruppo delle lingue turche - e rendendo il Kirghizistan un paese bilingue. Questa decisione fu un chiaro segnale di benvenuto nel nuovo paese indipendente per i russi etnici residenti, uno sforzo per ridurre l'inevitabile fuga di cervelli.
Il chirghiso appartiene al gruppo delle lingue turche e fino al XX secolo veniva scritto in alfabeto arabo. Nel 1928 si passò all'alfabeto latino, che ebbe vita breve: nel 1941 venne rimpiazzato dal cirillico.
In generale, la popolazione in tutto il paese capisce e parla il russo, eccetto in alcune aree remote di montagna; il russo è la lingua madre della maggior parte degli abitanti di Bişkek, e la maggior parte degli affari economici e politici sono condotti in questa lingua. Fino a poco tempo fa, il chirghiso era una lingua da parlare in ambito familiare e veniva usato raramente durante meeting o altri eventi. Tuttavia oggi la maggior parte degli incontri parlamentari sono condotti in chirghiso, con traduzione simultanea per chi non conosce questa lingua.
A grande linee si può affermare che il russo è predominante nel nord e nel nord-est, il chirghiso nel sud-est e l'uzbeko nel sud, nel sud-ovest e nelle zone di Oš e Žalalabad).
Ambiente
L'uranio destinato alla macchina militare nucleare sovietica veniva estratto in Kirghizistan (che per questo si era guadagnato il titolo di «fortezza atomica del Tian Shan») e almeno 50 siti minerari abbandonati nel solo Kirghizistan potrebbero diffondere scorie radioattive instabili o contaminare le falde acquifere circostanti.
Nel 1998 quasi due tonnellate di cianuro di sodio destinate alla miniera d'oro kirghisa di Kumtor si sono incidentalmente riversate nel fiume Barskoön e, di conseguenza, nelle acque dell'Issyk-Kul.
Arte
Letteratura
Il capolavoro della letteratura popolare kirghiza è l'epica del Manas, nome di un leggendario condottiero kirghiso che guida il suo popolo nelle guerre contro i mongoli calmucchi. L'opera ebbe per secoli una tradizione essenzialmente orale, in alcune versioni raggiunge i 400 000 versi e, fatto più sorprendente, ha continuato a venire recitata, mimata e ampliata da aedi specializzati (detti "akyn") almeno da cinque secoli a questa parte, venendo parzialmente trascritta e studiata solo a partire dal XIX secolo.
Nell' '800 abbiamo anche akyn che compongono o raccolgono e cantano saghe di tono filosofico o politico (anti-zarista) come ad es. Toktogul Satylganov, Barpy Alikulov, Togolok Moldo, tutti personaggi che godettero di grande popolarità e in generale cominciarono a trascrivere le proprie composizioni solo dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
Una letteratura kirghiza colta si sviluppa soprattutto a partire dall'era sovietica allorché la lingua adottò l'alfabeto cirillico: negli anni Trenta vengono introdotti il dramma e la novella su modelli europei, e si comincia a tradurre molto dal francese e dal russo; diversi scrittori si esprimono in russo o sono comunque bilingui. A livello estetico e tematico, la letteratura kirghiza di epoca sovietica si sintonizza ampiamente con i dettami del "realismo socialista" e l'estetica delle "forme nazionali" dell'arte. Tra gli autori emerge soprattutto Čyngyz Ajtmatov, già ministro del governo Gorbachov e ambasciatore della Kirghizia a Bruxelles, che si afferma anche sul piano internazionale con il racconto Jamila e con i romanzi Il battello bianco e Patibolo (il quale ultimo, riprende un po' il tema de Il maestro e Margherita di Bulgakov). Con la recentemente riacquistata indipendenza, dopo la caduta dell'URSS, si sono messe in moto altre complesse dinamiche di distanziamento dalla cultura russa e di contemporaneo rinsaldamento del legame con la tradizione islamica da un lato, e con il patrimonio folklorico-culturale panturco dall'altro.
Da ricordare infine che esistono nel paese altre tradizioni letterarie (russa, uzbeka) legate alle due minoranze più importanti.
Tradizioni
Come tutti i paesi orientali, il Kirghizistan è famoso per i suoi costumi e per le sue tradizioni, in particolar modo per la sua ospitalità. Tradizionalmente i kirghizi sono sempre stati un popolo nomade, e ciò ne ha influenzato l'alimentazione, l'abbigliamento, i costumi. Questo stile di vita viene trasmesso da una generazione ad un'altra.
La cultura del Kirghizistan è costituita dalle canzoni e dal ballo nazionale.