IL FARO DEI SOGNI

Laozi fondatore del taoismo

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(((claudio)))
view post Posted on 23/3/2024, 10:44 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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La visita di Confucio

Laozi è anche all’origine di un altro tema, quello della visita che gli avrebbe fatto Confucio (551‑479, secondo le date tradizionali). Questa visita ha avuto luogo veramente? Dove? Quando? Che cosa si sono detti, esattamente? Mistero.

Lo storico Sima Qian ci illumina al riguardo. Ma non dimentichiamo che essendo egli funzionario alla corte della dinastia Han, era probabilmente confuciano, e resta il fatto che i due sistemi non erano per nulla compatibili.

Confucio si sarebbe recato a interrogarlo a proposito dei Riti, e Laozi lo avrebbe tacciato. “Abbandona la tua arroganza e la tua aria di sufficienza” gli avrebbe detto, prima di esporgli i propri dubbi sul valore dell’intelligenza, della pietà filiale e della dedizione, ovvero i principi essenziali esaltati da Confucio. “In quanto ai riti”, aggiunse, “rappresentano soltanto un sottilissimo strato di dedizione e di fede, e sono l’inizio dell’anarchia. II razionalismo, scienza discorsiva, e il rispetto dei valori sociali illusori, sono soltanto atteggiamenti artefatti, pericolosi, nocivi. Rifiutiamo la giustizia, e il popolo ritroverà le autentiche virtù familiari”.

In breve, erano discordi su tutto, e da questa gara oratoria Confucio sarebbe uscito sconfitto. Si trattava già del dibattito sull’uomo che vive “secondo natura”, e sull’uomo “civilizzato”. Ma tutto ciò è indubbiamente apocrifo. Laozi è “come il drago” avrebbe detto Confucio, “non sono in grado di capirlo”. Durante la dinastia Han, quest’incontro divenne una vera e propria leggenda popolare, e i pittori fecero a gara per riprodurla sulle pareti delle camere funerarie (nello Shandong, nel II secolo a.C.).

Lo storico Sima Qian fonte principale su Laozi

In effetti, apprendiamo dallo storico Sima Qian (145-86 a.C.) – il primo grande storico della Cina e uno dei maggiori della storiografia mondiale e certamente la principale fonte d’informazioni inerenti alla persona di Laozi – che quest’ultimo, rinunciando al proprio posto d’archivista alla corte reale della dinastia Zhou, si sarebbe ritirato ad occidente, viaggiando su un carro trainato da un bue verde. Arrivato al Passaggio di Hangu che si apre sul mondo dei Barbari e, ancora oltre, sul paese di Daqin (il Vicino Oriente), trasmise a Yin Xi, il guardiano del Passaggio, dietro sua richiesta, l’opera che aveva scritto allora, in 5.000 caratteri, a in cui esprimeva le proprie idee in modo oscuro ed enigmatico, sul Dao (Tao) e sul De.

Quindi, prosegue Sima Qian, “andarono insieme al di là delle sabbie mobili, e convertirono i Barbari, nutrendosi di semi di sesamo (pianta che a quel tempo non era cinese, ma straniera e che si riteneva avesse virtù straordinarie). Nessuno sa che cosa capitò loro in seguito”. Yin Xi, il guardiano del Passaggio, è diventato un importante personaggio del taoismo, il principale discepolo di Laozi, e gli è anche stata attribuita un’opera.

Indubbiamente anche lui è una figura leggendaria. Laozi è morto in Occidente? O nel suo paesino natale, che secondo Sima Qian sarebbe nel distretto di Lai (l’odierna città di Luyi, nello Henan, a 200 km in linea d’aria a sud est di Zhengzhou)? Un’altra tradizione locale situa la sua tomba a Huaili, a ovest di Xi’an. La questione non è chiara. “Nessuno potrebbe dirlo con esattezza”, deplora il nostro vecchio storico, “perché Laozi era un savio nascosto”, cioè voleva vivere nell’oscurità, lontano dal “pantano” della vita pubblica. Per questo motivo il suo destino resta oscuro.

All’inizio della nostra era, mentre il buddhismo si diffondeva in Cina, i taoisti, per farvi fronte, pensarono di “recuperare” il fenomeno e di fare della nuova religione venuta dall’India un derivato della propria. Immaginarono che Laozi fosse andato a convertire gli occidentali, tra cui gli indiani. Cosi questi ultimi non facevano altro che rendere ai cinesi la propria religione, quella di Laozi! Ed è vero che durante i primi secoli il buddhismo in Cina veniva considerato una variante del taoismo, da cui questo tema della conversione dei barbari occidentali da parte di Laozi, una tesi che poggiava su un libro apocrifo spuntato all’improvviso e messo in evidenza al momento opportuno. Questo argomento sarà il pomo della discordia per secoli, tra taoisti e buddhisti, indignati per l’audacia di una tale pretesa... che in effetti è decisamente contraria alla verità storica.

Questa leggendaria versione dei fatti, che faceva di Laozi l’iniziatore delle Tre grandi religioni cinesi – abbiamo già visto come fece capitolare anche Confucio! – sarà colpita d’anatema in occasione della grande persecuzione del taoismo, nel 1281, al momento dell’avvento della dinastia Yuan, i mongoli adepti del buddhismo tantrico. Perciò è essenzialmente grazie a Sima Qian che possiamo avvicinarci al personaggio di Laozi. Lo storico del II secolo a.C. fu il primo a raggruppare i diversi resoconti e le tradizioni leggendarie che giravano da quattro secoli (?) a proposito del mistico, il “Vecchio Maestro”. Il suo vero nome era Li er o Li Dan, racconta l’autore, e fu archivista all’interno dell’amministrazione durante la dinastia Zhou, ma nessuno sa nulla di certo. È possibile che venga confuso con l’astrologo Dan del IV secolo a.C.? Non c’è nulla che lo dimostri. Fatto sta che durante la dinastia Han – Sima Qian scrive verso il 100 a.C. – il personaggio era già privo di consistenza storica, ma questo si spiega facilmente, commenta Sima Qian, Laozi non aveva forse deciso di vivere come un savio nascosto, da recluso, lontano dal “rumore e dalla passione”?



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