IL FARO DEI SOGNI

I sentieri della filosofia

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view post Posted on 24/5/2023, 04:49     Top   Dislike
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"Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta."

Spinoza

 
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L'uomo non ama il cambiamento, perché cambiare significa guardare in fondo alla propria anima con sincerità mettendo in contesa se stessi e la propria vita. Bisogna essere coraggiosi per farlo, avere grandi ideali. La maggior parte degli uomini preferisce crogiolarsi nella mediocrità e fare del tempo lo stagno della propria esistenza.

Erasmo da Rotterdam

 
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“La morte; noi cristiani facciamo fatica a concepirla per la semplice ragione che non abbiamo interiorizzato il modello greco: che l’uomo è mortale. In Grecia avevano due parole per dire uomo, all’epoca di Omero usavano la parola brotos, che vuol dire: colui che è destinato a morire; e all’epoca di Platone thnetos: il mortale.

I greci la morte la prendono sul serio, i cristiani invece non ci credono alla morte perché pensano che dopo questa vita ce ne sia un’altra, per cui da qui derivano le figure della speranza, della consolazione, che si traducono in: “sopporto tutti i dolori della vita tanto poi ce n'è un’altra” e ciò porta all’accettazione incondizionata della sofferenza. Se noi entriamo nelle chiese e guardiamo l’iconografia che caratterizzano i vari altari, vediamo solo scene di dolore, di sofferenza, di crocifissioni, di cuori infranti.

Ma è anche vero che le grandi domande sull'esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo.”

Umberto Galimberti

 
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La filosofia è un'alta strada alpina, a essa conduce solo un ripido sentiero su pietre appuntite e rovi pungenti; è un sentiero solitario e diventa sempre più deserto quanto più si sale, e chi lo percorre non deve conoscere spavento, ma deve lasciarsi tutto alle spalle e di buon animo aprirsi da sé la via nella fredda neve. Spesso costui si trova, all'improvviso, sopra l'abisso e vede di sotto la valle verdeggiante; laggiù lo attrae con forza la vertigine; ma deve star fermo, dovesse anche aderire alle rocce col sangue dei piedi. Ben presto vede il mondo sotto di sé, i suoi deserti di sabbia e paludi, scomparire; i dislivelli d'altitudine si pareggiano, le dissonanze non arrivano fino a lassù, la sua rotondità si fa manifesta. Lui è sempre nella pura, fresca aria alpina e vede già il sole, quando sotto ancora è notte fonda.

A. Schopenhauer, Scritti postumi

 
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Tacere non significa che io non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: “Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.” Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. È solo quando riesci a “tacere”, evitando discussioni inutili, che mostri la tua intelligenza e la tua saggezza. Questa è quel genere di filosofia che non è nata per essere insegnata, ma per essere “praticata”.

Luciano de Crescenzo

 
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"Non dobbiamo preoccuparci che la vita sia lunga, ma che sia piena: poiché una vita lunga dipende solo dal destino, ma dipende dalla volontà se la vita è piena. E, se è piena, la vita è anche lunga. Si ha pienezza di vita quando l'anima ha ripreso possesso del bene che le spetta e non dipende più che da se stessa. [...] facciamo in modo che la nostra vita, come ogni oggetto prezioso, valga più per il suo peso che per il suo volume. Misuriamola non secondo la sua durata, ma secondo le opere che realizziamo. [...] Onoriamo, perciò, e annoveriamo fra le persone felici colui che ha saputo fare buon uso di quel po' di tempo che gli è toccato. Egli ha conosciuto la vera luce: non è stato uno dei tanti: ha vissuto da forte."

Seneca, Lettere a Lucilio, lettera 93

 
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Se qualcuno dovesse chiedermi, come filosofa, che cosa si dovrebbe imparare al liceo, risponderei: “prima di tutto, solo cose “inutili”, greco antico, latino, matematica pura e filosofia. Tutto quello che è inutile nella vita”. Il bello è che così, all’età di 18 anni, si ha un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto. Mentre col sapere utile si possono fare solo piccole cose.

Agnes Heller, "Solo se sono libera"

 
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Se qualcuno dovesse chiedermi, come filosofa, che cosa si dovrebbe imparare al liceo, risponderei: “prima di tutto, solo cose “inutili”, greco antico, latino, matematica pura e filosofia. Tutto quello che è inutile nella vita”. Il bello è che così, all’età di 18 anni, si ha un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto. Mentre col sapere utile si possono fare solo piccole cose.

Agnes Heller, Solo se sono libera

👉Presto sarà disponibile il libro sulle donne filosofe

 
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Per cattive compagnie non mi riferisco solo a gente cattiva, viziosa o distruttiva; di quelle si dovrebbe evitare la compagnia perché la loro influenza è velenosa e deprimente. Mi riferisco soprattutto alla compagnia di persone amorfe, di gente la cui anima è morta, sebbene il corpo sia vivo; di gente i cui pensieri e la cui conversazione sono banali; che chiacchiera anziché parlare, e che esprime opinioni a cliché invece di pensare.

Erich Fromm, L'arte di amare

 
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“Quando ero una bambina, quando ero un’adolescente, i libri mi hanno salvata dalla disperazione: ciò mi ha convinta che la cultura è il più alto dei valori”. (Simone de Beauvoir)

I libri ci tengono compagnia e potrebbero anche darci qualche spunto di riflessione o, perché no, un motivo per sorridere.

Con l’avvento del web e delle nuove tecnologie, è sempre più raro osservare qualcuno (specialmente tra i più giovani) fermo davanti ad un’edicola nell’intento di acquistare un quotidiano. Lo stesso discorso vale per i libri, che non vengono più “divorati” come invece avveniva in passato, anche se sono ancora presenti diversi appassionati che realizzano una vera e propria libreria in una stanza della propria abitazione o altri che amano frequentare luoghi come biblioteche o negozi di libri.

👉 Date un’occhiata alla sezione shop per scoprire le pubblicazioni dei sentieri della filosofia:

https://isentieridellaragione.weebly.com/shop.html

 
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Fin dall’antichità classica, camminare è sempre stata un’attività costante degli uomini. Molti filosofi sono stati camminatori.

Aristotele insegnava camminando sotto i portici del Liceo e i suoi allievi si chiamavano peripatetici, dal greco περίπατοι, “colonnati”.

I sofisti invece si spostavano a piedi di città in città per insegnare la retorica. Socrate amava camminare e dialogare e gli stoici discutevano di filosofia passeggiando sotto la Stoa, i portici di Atene.

In un mondo sempre più frenetico, dove tutto, dai sentimenti alle più disparate esperienze, è velocità, consumo, apparenza, il camminare consente di avvicinare e scoprire, con ritmi lenti, senza l’affanno di un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, quanto ci circonda.

Camminare, oltre a permetterci di entrare non solo in sintonia ma anche in intimità con gli ambienti attraversati, proprio per via della lentezza, ci aiuta a liberare la mente dagli stress, facendo emergere la soluzione ai problemi, e a scaricare l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro.

Tutti gli ambienti, anche quelli antropizzati sono fatti per camminare: si cammina lungo un arenile marino, lungo un sentiero, lungo la sponda di un lago, per le vie di borghi antichi, lungo le rive dei fiumi, in montagna, in collina…

Camminare lentamente, senza fretta, mettendo in moto tutti i sensi, senza avere necessariamente una meta. “Ogni passo percorso dovrebbe diventare una meta!”

Tratto dal libro: “Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio” di Elisa Dipre’

👉Per acquistare il libro:

https://www.amazon.it/Filosofia-sport-aiut...sa+dipre&sr=1-1

 
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“Tutti combattono contro tutti, nella loro quotidianità. Fin da piccoli ai bambini viene insegnato l'antagonismo. È una vergogna, la vergogna del consumismo. Siamo ormai istigati ad essere competitivi, perché essere migliori di qualcun altro e di conseguenza renderlo peggiore di noi, ci garantirà prestigio, quindi potere e sicurezza.

Tutto ciò ha conseguenze sui legami umani, che vanno via via allentandosi. (…)I governi, attraverso i media, hanno interesse a rendere insoddisfatta la popolazione, a metterci gli uni contro gli altri. Se fossimo sicuri di noi saremmo di nuovo uniti e sarebbe più facile lasciare da parte le nostre differenze sociali. Dobbiamo risolvere i nostri screzi attraverso il dialogo, con pazienza ed infiniti tentativi, perché questo è l'unico modo per vivere bene insieme.”

Zygmunt Bauman

 
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Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia o dell’amore, poichè nessuno è più sensibile nelle relazioni, di un solitario.

C. G. Jung

 
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Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare.

Sigmund Freud

 
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Fin dall’antichità classica, camminare è sempre stata un’attività costante degli uomini. Molti filosofi sono stati camminatori.

Aristotele insegnava camminando sotto i portici del Liceo e i suoi allievi si chiamavano peripatetici, dal greco περίπατοι, “colonnati”.

I sofisti invece si spostavano a piedi di città in città per insegnare la retorica. Socrate amava camminare e dialogare e gli stoici discutevano di filosofia passeggiando sotto la Stoa, i portici di Atene.

In un mondo sempre più frenetico, dove tutto, dai sentimenti alle più disparate esperienze, è velocità, consumo, apparenza, il camminare consente di avvicinare e scoprire, con ritmi lenti, senza l’affanno di un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, quanto ci circonda.

Camminare, oltre a permetterci di entrare non solo in sintonia ma anche in intimità con gli ambienti attraversati, proprio per via della lentezza, ci aiuta a liberare la mente dagli stress, facendo emergere la soluzione ai problemi, e a scaricare l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro.

Tutti gli ambienti, anche quelli antropizzati sono fatti per camminare: si cammina lungo un arenile marino, lungo un sentiero, lungo la sponda di un lago, per le vie di borghi antichi, lungo le rive dei fiumi, in montagna, in collina…

Camminare lentamente, senza fretta, mettendo in moto tutti i sensi, senza avere necessariamente una meta. “Ogni passo percorso dovrebbe diventare una meta!”

Tratto dal libro: “Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio” di Elisa Dipre’

 
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